Roma Antica-sette Re

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La storia delle origini di Roma

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Roma

Periodizzazione

Data di fondazione: 21 aprile 753 a. C. Tre fasi:

753-509 a. C.: età monarchica 509-29 a. C.: età repubblicana 29 a. C.-476 d. C.: età imperiale

Area geografica

mareappenn

ino

Etruschi

Greci

Colli Albani

La fondazione della città

Atto di fondare una città: coppia toro-mucca / solco

Leggenda: 3 momenti

Romolo e Remo

Numitore, Rea Silvia, Marte, Amulio

Iulo/Ascanio La città di

Alba Longa

Enea-Lavinia La città di

Lavinio

Il nome

Romolo (?) Etrusco Rumon = fiume (?) Osco Ruma = colle (?) Le origini storiche della città:

I colli e il Settimonzio

I colli di Roma

Età monarchica (753-509 a. C.)

Sette re (numero simbolico) Il Rex:

Governa la città Guida l'esercito Capo religioso (conosce il volere degli dei)

Suoi collaboratori: i Patres Formano il Senato Loro discendenti sono i Patrizi

Gruppi sociali: patrizi e plebei; la clientela

Le assemblee

Senato Organo consultivo Gestisce l'interregnum

Comizi curiati Formare l'esercito Eleggere i senatori Dichiarare guerra Assegnano potere al re (Lex curiata de imperio)

In casa

Gens: insieme di famiglie con lo stesso antico discendente

Pater La pietas

Donna: Trasmissione del sangue Vietati adulterio e vino Nelle immagini: fila la lana, è in silenzio (la dea

Tacita)

I sette re

Romolo Fondatore Ratto delle Sabine: matrimonio Proprietà privata Senato (100 membri) 30 curie

I sette re

Numa Pompilio Calendario: giorni fasti e giorni nefasti (354 giorni) Dio Giano Sacerdoti:

Auguri, aruspici Pontefici Vestali

I sette re

Tullio Ostilio Guerre con popoli vicini Conquista di Alba Longa

I sette re

Anco Marzio Prime opere pubbliche:

Mura del Palatino Ponte Sublicio Porto di Ostia

616-509 a. C.

Gli Etruschi a Roma

I sette re

Tarquinio Prisco Tempio di Giove Capitolino Cloaca Massima Senatori da 100 a 200

I sette re

Servio Tullio Mura Serviane (sette colli) Comizi Centuriati Senatori da 200 a 300

I sette re

Tarquinio il Superbo Lucio Tarquinio Collatino e la moglie Lucrezia Il figlio del re, Tarquinio Sestio

Lo stupro di Lucrezia

« Alla vista dei congiunti, scoppia a piangere. Il marito allora le chiede: "Tutto bene?" Lei gli risponde: "Come fa ad andare tutto bene a una donna che ha perduto l'onore? Nel tuo letto, Collatino, ci son le tracce di un altro uomo: solo il mio corpo è stato violato, il mio cuore è puro e te lo proverò con la mia morte. Ma giuratemi che l'adultero non rimarrà impunito. Si tratta di Sesto Tarquinio: è lui che ieri notte è venuto qui e, restituendo ostilità in cambio di ospitalità, armato e con la forza ha abusato di me.

Lo stupro di Lucrezia

Se siete uomini veri, fate sì che quel rapporto non sia fatale solo a me ma anche a lui." Uno dopo l'altro giurano tutti. Cercano quindi di consolarla con questi argomenti: in primo luogo la colpa ricadeva solo sull'autore di quell'azione abominevole e non su di lei che ne era stata la vittima; poi non è il corpo che pecca ma la mente e quindi, se manca l'intenzione, non si può parlare di colpa. Ma lei replica: "Sta a voi stabilire quel che si merita. Quanto a me, anche se mi assolvo dalla colpa, non significa che non avrò una punizione.

Lo stupro di Lucrezia

E da oggi in poi, più nessuna donna, dopo l'esempio di Lucrezia, vivrà nel disonore!" Afferrato il coltello che teneva nascosto sotto la veste, se lo piantò nel cuore e, piegandosi sulla ferita, cadde a terra esanime tra le urla del marito e del padre.»

Roma negli anni dei Tarquinii