Post on 31-Jan-2018
Il rischio biologico in ambiente di lavoro si identifica con la
determinazione del rischio di esposizione ad agenti
biologici e con la conseguente strategia di prevenzione
che richiede specifiche misure di protezione previste
dagli adempimenti del Titolo X del D.Lgs. 81/08.
Art. 266
Campo di applicazione
Titolo X del D.Lgs. 81/08
ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI
Tutte le attività lavorative in cui vi è rischio di
esposizione ad agenti biologici
Le attività lavorative che espongono al rischio biologico vanno distinte in :
attività che fanno uso deliberato di agenti biologici quali ad esempio
•istituti di ricerca •industrie farmaceutiche
attività che hanno una potenziale esposizione ad agenti biologici:
•servizi sanitari •macellazione •lavorazioni delle carni •allevamento del bestiame
Agente Biologico
qualsiasi microrganismo anche
se geneticamente modificato,
coltura cellulare ed
endoparassita umano
che potrebbe provocare
infezioni, allergie
o intossicazioni
Microrganismo qualsiasi entità
microbiologica,
cellulare o meno
in grado di riprodursi
o trasferire materiale
genetico
Coltura cellulare
il risultato della
crescita in vitro
di cellule derivate da
organismi
pluricellulari
DEFINIZIONI (art. 267)
Oltre a
• VIRUS
• BATTERI
• FUNGHI
• ENDOPARASSITI
Anche:
• prodotti dei microrganismi
• prioni (agenti causali del morbo della “mucca pazza”)
• prodotti cellulari di origine vegetale o animale (peli, forfore
animali, fibre tessili)
• artropodi (insetti, zecche, acari della polvere, ecc.)
Agenti biologici
MICRORGANISMI
Sono forme di vita che presentano dimensioni
microscopiche costituiti di norma da una sola cellula.
Fra i microrganismi rientrano i batteri, i virus, i funghi e i
protozoi.
Essi si suddividono in:
Endoparassiti: parassiti presenti nelle cellule e nei
tessuti di un organismo ospite.
Ectoparassiti: parassiti vegetali o animali che vivono
sulla superficie esterna dell’ospite (pidocchi, zecche,
ecc.)
BATTERI Organismi di piccole dimensione (0,2 – 2 micron). In condizioni favorevoli
raddoppiano il loro numero in circa 20 minuti.
Si dividono in:
Saprofiti: vivono in qualsiasi ambiente e non comportano rischi per l’uomo.
Patogeni: possono essere causa di malattie per l’uomo. Questi batteri una volta penetrati nel nostro organismo sono in grado di provocare una malattia. Le condizioni ottimali per la loro crescita vengono raggiunte quando penetrano nel loro ospite preferito. Pertanto vi sono batteri patogeni per alcuni animali e non per l’uomo e viceversa, o per entrambi.
Tossine batteriche: alcuni batteri producono sostanze simili a dei veleni. Ad
esempio il microbo del tetano produce una sostanza tossica che agisce sul
sistema nervoso provocando gli spasmi muscolari tipici della malattia.
Opportunisti: normalmente vivono sul nostro corpo senza provocare nessuna malattia. Si possono però verificare situazioni, come un cattivo stato di salute dell’ospite, che rendono questi batteri patogeni.
In pratica vi sono dei batteri che diventano pericolosi solo perché l’ospite è diventato più debole.
L’art. 271 del D.Lgs. 81/2008 prevede che il datore di lavoro tenga conto delle condizioni di salute dei lavoratori.
VIRUS
Sono gli agenti biologici più piccoli (0,02 – 0,3 micron).
I virus a differenza dei batteri non riescono a
moltiplicarsi fuori dalle cellule.
Restano comunque potenzialmente capaci di
trasmettere malattie anche quando sono fuori dagli
organismi viventi per un periodo più o meno lungo.
FUNGHI I funghi o miceti pericolosi sono costituiti soprattutto da muffe e
lieviti.
Alcuni di questi sono responsabili di malattie nell’uomo chiamate micosi.
Le micosi possono riguardare la pelle, i peli e le unghie e organi interni come bronchi e i polmoni.
Alcuni miceti producono delle sostanze tossiche chiamate micotossine. Esse possono dare modesti effetti, come la diarrea, ma anche provocare cirrosi epatica e cancro al fegato. Tra le principali micotossine vi è l’aflatossina ritenuta cancerogena.
Durante lavori di ristrutturazione di ambienti umidi (cantine, vecchie abitazioni) si possono diffondere grandi quantità di spore di funghi del genere aspergillus che possono essere inalate e provocare l’asma bronchiale.
AGENTI BIOLOGICI
Patogenicità: È la capacità che un microbo di provocare una malattia.
Virulenza: Ci dà la misura della gravità della malattia. Malattie come il mal di gola o il raffreddore sono mali non gravi e pertanto causati da microbi poco virulenti, mentre il colera, l’epatite, la tubercolosi, ecc. sono molto più gravi e pertanto causate da microbi più virulenti.
Vaccinazione: Consiste nella somministrazione di un preparato con lo scopo di aumentare le difese immunitarie di un individuo.
I globuli bianchi presenti nel sangue possono bloccare dei microbi utilizzando anticorpi (Linfociti B) che si legano al microbo e lo neutralizzano. O aggredire una cellula contenente virus (Linfociti T) uccidendo sia la cellula che i virus.
La vaccinazione consente al sistema immunitario di agire con maggior rapidità e precisione impedendo ai microrganismi di far ammalare l’individuo colpito.
Il D.Lgs. 81/2008 prevede, previo parere del medico competente, “la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nel ciclo lavorativo
La classificazione degli agenti biologici
Si basa sugli effetti esercitati sul lavoratore “sano”
Non tiene conto degli effetti particolari su lavoratori “ipersuscettibili”
Non sono considerati gli agenti biologici non patogeni per l’uomo
La classificazione degli agenti biologici è elencata nell’ allegato XLVI del D.lgs. 81/08
Gli agenti biologici sono suddivisi in quattro classi, designate con valori crescenti da uno a quattro, in base a
Art. 268: classificazione
pericolosità possibilità profilattiche e terapeutiche
Pericolosità
degli agenti
biologici
Patogenicità riferibile alla capacità di produrre
malattia a seguito di infezione;
l’infettività intesa come capacità di un
microrganismo di penetrare e moltiplicarsi nell’ospite;
la trasmissibilità intesa come la capacità di un
microrganismo di essere trasmessoda un
soggetto infetto ad un soggetto
suscettibile
la neutralizzabilità intesa come la disponibilità di efficaci
misure profilattiche per prevenire la malattia o terapeutiche per la sua cura
Classificazione degli agenti biologici
• Agente biologico del gruppo 1
è un agente che presenta poche probabilità di causare malattie in
soggetti umani
• Agente biologico del gruppo 2
è un agente che può causare malattie in soggetti umani e costituire un
rischio per i lavoratori; è poco probabile che si propaghi alla comunità.
Sono di norma disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche
Es.: Saccharomyces cerevisiae, Streptococcus
thermophylus, Lactobacillus casei,
Staphylococcus xylosus…
Es.: Klebsiella pneumonie (infezioni a carico dell’apparato urinario e
del tratto respiratorio), Legionella pneumophila (polmonite),
Enterobacter aerogenes (infezione dell’apparato urinario), …
Classificazione degli agenti biologici
•Agente biologico del gruppo 3
è un agente che può causare malattie gravi in soggetti umani e
costituire un serio rischio per i lavoratori. L’agente biologico può propagarsi alla comunità, ma di norma sono disponibili efficaci misure profilattiche e terapeutiche
•Agente biologico del gruppo 4
è un agente che può provocare malattie gravi in soggetti umani e costituire un serio rischio per i lavoratori. Può presentare un elevato rischio di propagazione nella comunità: non sono disponibili di norma efficaci misure profilattiche e terapeutiche
Yersinia pestis (trasmessa da animali all’uomo attraverso le pulci), Brucella abortis (infezione da latte e latticini),
Bacillus anthracis (si contrae per contatto con carni di animali infetti)
Virus ebola (colpisce i reni, il fegato, la milza, sedi di
emorragie interne), Virus Lassa (contatto con il cibo o oggetto contaminati dagli escreti di alcuni roditori. Può essere
trasmessa per inalazione).
Probabilità che gli agenti biologici, venuti a contatto con
l’uomo, provochino l’evento dannoso
(infezione/allergia/intossicazione)
Tale PROBABILITA’ dipende:
A) dall’agente biologico
B) dall’organismo ospite (uomo)
C) dalla loro interazione
D) dall’ambiente in cui avviene l’incontro
Rischi biologici
I. Contatto
diretto (con persona malata)
indiretto (con oggetti o strumenti contaminati)
II. Inalazione di goccioline di grandi dimensioni (droplet):
Rosolia, Orecchioni, Influenza, SARS, infezioni da streptococco
III. Inalazione di goccioline di piccole dimensioni (via aerea o tramite droplet nuclei)
Morbillo, Varicella
IV. Ingestione accidentale
V. Vettori esterni (zanzare, zecche, altri artropodi)
VI. Via parenterale (puntura d'ago accidentale, taglio)
Rischi biologici
Modalità di trasmissione
Potenziali fonti di pericolo biologico
Contatto con bambini (pannolini, feci, fluidi
biologici, ecc.)
Impianti aereazione e idrici in cattivo stato di
manutenzione
Arredi e tendaggi
Polvere
Ambienti sovraffollati
.
Cultura della Sicurezza
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Potenziali vie di esposizione
Inalazione di aerosol
Contatto con superfici od oggetti contaminati
Contatto con soggetti potenzialmente infetti
Ci ricordiamo bene che
cosa significa aerosol ?
Cultura della Sicurezza
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Che cosa e’ l’aerosol
Si tratta di una miscela con una fase disperdente aeriforme ed una fase dispersa liquida o solida, avente un certo carattere di stabilità.
Rappresenta una rilevante fonte di dispersione nell’atmosfera di materiale infetto e costituisce una delle più frequenti modalità di contaminazione ambientale, tanto più pericolosa in quanto non visibile.
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Alcuni esempi di formazione di aerosol:
• Centrifugazione
• Miscelazione
• Agitazione
• Espulsione di liquidi
• Apertura di contenitori di materiale infetto con pressione interna diversa da quella dell’ambiente circostante
• Materiali emessi per via intranasale
• Raccolta di tessuti infetti da uomini, animali e uova
• Manipolazione di forti concentrazioni o grandi volumi di materiali infetti
• Tosse
• Starnuti
Cultura della Sicurezza
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Che cosa e’ l’aerosol
Che cosa e’ l’aerosol
Date le ridottissime dimensioni (siamo
nell’ordine dei micrometri) delle particelle che
li compongono, queste si diffondono
rapidamente nell’ambiente
Contaminano persone, superfici e strumenti
Si possono insinuare nei canali di aerazione
raggiungendo in breve altri locali, uffici e
strutture anche lontane.
Cultura della Sicurezza
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Che cosa e’ l’aerosol
Si possono così contaminare non solo
l’operatore, ma i colleghi presenti nello stesso
locale e altro personale presente nell’edificio
Una drastica riduzione degli aerosol si ottiene
utilizzando apparecchiature moderne
(ventilazione, aspirazione, condizionamento,
ecc.) e conformi alle normative vigenti ed
applicando rigorose misure di prevenzione e
protezione.
Cultura della Sicurezza
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Che cosa e’ l’aerosol
Una nota…..
Polveri: particelle solide di varie dimensioni
disperse nell'aria
Vapori: forma gassosa di una sostanza normalmente allo stato liquido (vapor
acqueo, vapori di solventi, di acidi, ecc.) .
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Che cosa e’ l’aerosol
Una nota…..
Gas: sostanza che a temperatura e pressione
ambiente esiste solo in questa forma
(ossido di carbonio, ossigeno, protossido
di azoto, ozono, ecc.)
Fumi: particelle solide in un gas derivanti in genere da una combustione incompleta.
Spesso formati da particelle di carbonio.
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Inalazione
aerosol: apertura di provette
centrifugazione non protetta
per via aerea
avviene per disseminazione sia di nuclei di goccioline, sia di particelle di polvere contenenti l’agente infettivo
Contatto con cute o mucose:
schizzi accidentali superfici strumenti animali da laboratorio
il passaggio di microorganismi da un pz. Infetto verso un ospite recettivo può avvenire per contatto cute contro cute
per contatto
In ambienti INDOOR
Uomo e animali:
Desquamazione epidermide, trasmissione microrganismi per contatto diretto o
indiretto o per via aerea (influenza, polmoniti, tubercolosi, varicella, ecc.)
Impianti condizionamento aria:
Acqua di condensa, umidificatori, torri di raffreddamento (batteri termofili,
endotossine batteriche, legionelle, batteri Gram negativi)
Acqua
Rete distribuzione acqua, serbatoi (Legionelle, batteri Gram negativi, protozoi)
Arredi
Tappezzeria, tappeti, poltrone, piante, ecc.
Polvere
Miscela contenente microrganismi, terriccio, acari, muffe, ecc.
Rischi biologici
AZIONE INFETTIVA:
Virus (influenzali, parainfluenzali, adenovirus, ecc., …..)
Batteri (S. aureus, Legionella spp., ….)
Funghi (Aspergillus fumigatus,…)
Parassiti (Acantamoeba, Naegleria fowleri,…)
AZIONE ALLERGICA:
Batteri (Actinomyces., ….)
Funghi (Aspergillus spp., Penicillium spp.,…)
Artropodi (Dermatophagoides farinae, D. pteronyssinus,…)
AZIONE TOSSICA
Prodotti e derivati dei microrganismi: endotossine, micotossine (Penicillium
spp., Aspergillus versicolor, ecc.), 1-3 beta glucani (costituenti spore fungine)
Rischi biologici
Effetti sulla salute
Agenti biologici Virus, batteri (stafilococchi, legionelle), funghi (Aspergillus,
Alternaria,ecc.), allergeni indoor (acari, peli animali, muffe,
blatte)
Fonti di pericolo Impianti di climatizzazione e idrici in cattivo stato di
manutenzione
polvere di arredi, tendaggi, moquette.
Via di esposizione Contatto diretto e indiretto
Inalazione
Effetti sulla salute Infezioni, allergie
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio microbiologico dell’aria per la carica microbica
totale (carica psicrofila e mesofila) e carica fungina (muffe e
lieviti)
monitoraggio delle superfici di scrivanie, scaffali
monitoraggio ambientale di legionella
monitoraggio ambientale degli allergeni indoor nella polvere
Prevenzione e
protezione
Adeguata pulizia degli ambienti
Frequente ricambio dell’aria
Adeguata manutenzione degli impianti di climatizzazione e
idrici
Monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità
dell’aria
Rischi biologici
In ufficio
Agenti biologici Virus, batteri (coliformi, stafilococchi, legionelle), funghi (Aspergillus,
Alternaria,ecc.), allergeni indoor (acari, peli animali, muffe, blatte)
Fonti di pericolo Impianti di climatizzazione e idrici in cattivo stato di manutenzione
presenza di rifiuti potenzialmente infetti nelle camere e nei servizi igienici
polvere di arredi, materassi, tendaggi, moquette.
Via di esposizione Contatto diretto e indiretto
Inalazione
Effetti sulla salute Infezioni, allergie
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio microbiologico dell’aria per la carica microbica totale (carica
psicrofila e mesofila) e carica fungina (muffe e lieviti)
monitoraggio delle superfici di comodini, armadi, superfici
monitoraggio ambientale di legionella
monitoraggio ambientale degli allergeni indoor nella polvere
Prevenzione e
protezione
Pulizia e disinfezione di camere, locali comuni e servizi igienici
Adeguata rimozione della polvere
Frequente ricambio dell’aria
Adeguata manutenzione degli impianti di climatizzazione con sostituzione
periodica dei filtri
adeguata manutenzione degli impianti idrici con periodici trattamenti di
disinfezione
monitoraggi ambientali periodici per controllare la qualità dell’aria e
dell’acqua
Uso di guanti e indumenti di lavoro nell’effettuare i servizi ai piani o di
lavanderia
Uso di mascherina in caso di soggetti allergici alla polvere
Rischi biologici
Negli alberghi
Agenti biologici Virus (papillomavirus), batteri (coliformi, stafilococchi, legionelle), funghi (dermatofiti),
endoparassiti, allergeni (muffe, acari)
Fonti di pericolo Superfici di attrezzi ginnici, panche, armadietti, pavimenti
Impianti idrici e di climatizzazione
Contatto diretto con utenti
Via di
esposizione
Contatto diretto e indiretto
Inalazione
Effetti sulla
salute
Infezioni respiratorie, infezioni cutanee (verruche), micosi cutanee (piede d’atleta),
allergie
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio microbiologico dell’aria
monitoraggio delle superfici (panche, armadietti, ecc.)
monitoraggio di legionella
monitoraggio degli allergeni indoor
Prevenzione e
protezione
Evitare contatto diretto con: superfici degli attrezzi ginnici, panche degli spogliatoi,
sanitari
Utilizzare tappeti personali
Indossare indumenti di cotone
Usare salviettine con disinfettanti per detergere le superfici degli attrezzi ginnici dopo
l’uso degli operatori o dei frequentanti
Ventilazione e ricambio d’aria
Pulizia e sostituzione dei filtri dell'impianto di condizionamento.
Accurata pulizia e disinfezione delle superfici.
Asciugarsi accuratamente dopo la doccia
Astenersi dal frequentare centri sportivi quando si è ammalati e rispettare idonei tempi
di convalescenza a guarigione avvenuta.
Rischi biologici
Centri sportivi
Agenti biologici Virus (papillomavirus), batteri (coliformi, stafilococchi, legionelle), funghi
(dermatofiti, ), endoparassiti (Giardia, Cryptosporidium)
Fonti di pericolo Acqua delle vasche e dei ristagni
Superfici di panche, armadietti, pavimenti, docce
Impianti idrici e di climatizzazione
Via di esposizione Contatto diretto e indiretto
Ingestione accidentale
Inalazione
Effetti sulla salute Infezioni intestinali, infezioni cutanee (verruche), infezioni localizzate (otiti),
micosi cutanee (piede d’atleta)
Monitoraggio
ambientale
monitoraggio microbiologico dell’aria
monitoraggio delle superfici (panche, armadietti, ecc.)
monitoraggio di legionella
monitoraggio microbiologico dell’acqua
Prevenzione e
protezione
clorazione dell’acqua
indossare sempre ciabattine di gomma personali; non camminare a piedi scalzi
sui bordi delle piscine, nelle docce e negli spogliatoi.
gli asciugamani e gli accappatoi non vanno mai scambiati
dopo la doccia, asciugarsi sempre con cura poichè funghi e verruche si
sviluppano più facilmente in ambienti umidi
ventilazione e ricambio d’aria
pulizia e sostituzione dei filtri dell'impianto di condizionamento.
accurata pulizia e disinfezione delle superfici.
astenersi dal frequentare centri sportivi quando si è ammalati e rispettare idonei
tempi di convalescenza a guarigione avvenuta uso di guanti da parte degli addetti
alla pulizia ordinaria
uso di guanti e mascherina da parte degli addetti alla manutenzione
Rischi biologici Nelle piscine
Possibili effetti sulla salute
(rischi biologici)
Infezioni batteriche (scarlattina, otiti, faringiti,
ecc.)
Infezioni virali (varicella, morbillo, influenza,
raffreddore, ecc.)
Allergie
Dermatosi
Pediculosi (pidocchi).
.
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Cultura della Sicurezza
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POLVERI: particelle solide di varie dimensioni
disperse nell'aria
- minore di 0,5 micron = penetrano in
profondità, ma
in parte sono espirate
- tra 0,5 e 10 micron = si fissano negli alveoli polmonari
- maggiore di 10 micron = sono trattenute
dalle vie aeree
N.B: le dimensioni sono indicative superiori.
Prevenzione e protezione
Informazione e formazione sulle corrette prassi
igieniche
Igiene delle mani, in particolare dopo avere
contattato/cambiato i bambini o toccato
oggetti potenzialmente infetti
Adeguate procedure di pulizia degli ambienti
Microclima corretto (ventilazione,
adeguato numero di ricambi
dell’aria, ecc.).
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Legionella:
Nel caso sia identificabile anche solo una potenziale esposizione
all’agente Legionella, essendo questo classificato nell’Allegato XI del
DLgs 626 / 94 al gruppo 2 tra i patogeni,(sia come Legionella spp che
come Legionella pneumophila,) si devono attuare tutte le misure di
sicurezza necessarie.
• La legionellosi è una infezione causata da un batterio del genere
legionella.
• La malattia si presenta in due forme:
1) malattia dei legionari (forma più grave di polmonite).
2) febbre di Pontiac (forma leggera di infezione)
Contagio
• Penetra nell’ospite attraverso le prime vie respiratorie sottoforma di “aerosol” generati da rubinetti , docce ed impianti di condizionamento ecc.
• Le persone possono essere esposte in casa, nel luogo di lavoro,o in posti pubblici…..
sintomi
Febbre,raffreddore, tosse, mal di testa dolori muscolari, perdita dell’appetito.
diagnosi
Test specifico di laboratorio unitamente ai segni clinici
Interventi di prevenzione e protezione di tipo
collettivo
Nell’ambito della tutela della salute da legionellosi in un ambiente di lavoro
importanti interventi di prevenzione e protezione di tipo collettivo sono :
le procedure di pulizia,decontaminazione e disinfezione degli impianti di
ventilazione e condizionamento o di singole apparecchiature ,degli apparati
di umidificazione dell’aria…
il trattamento di decontaminazione delle reti di distribuzione di acqua sanitaria
è considerato di rilevante importanza per la frequenza di casi di. Legionellosi
imputabili ad inquinamento di tali impianti .
Attualmente,la soluzione maggiormente affidabile per lunghi periodi di tempo
ed applicabile in tutti gli impianti è l’adozione di appositi sistemi filtranti
tecnologicamente avanzati, disponibili sul mercato.
le zone ove le zecche possono
risiedere più facilmente (luoghi di
campagna, zone di passaggio di
greggi, erbe alte, vicinanze di animali
come pecore, capre e cani);
Zecche
Malattie trasmesse dalle zecche
• Infezione batterica
Spirochetosi: Borrelia burgdorferi s.l.
1992: tre nuove “genospecie”:
B.burgdorferi s.s.
B.garinii
B.afzelii
1993: B.japonica
1995: B.andersoni,...................
Usare un appropriato abbigliamento di colore chiaro (in tal modo si
evidenziano meglio) che copra il più possibile il corpo (scarpe alte,
calzini lunghi, camicia con manica lunga);
Applicare sugli abiti prodotti repellenti acquistabili in farmacia;
Evitare di sedersi e di appoggiare indumenti o zaini sull'erba
(usare teli di plastica).
Prevenzione
Bonificare eventualmente il terreno con prodotti a base di Permetrina,
un piretroide sintetico, poco tossico per l'uomo e gli animali; funge da
repellente da applicare agli abiti ma è anche in grado di uccidere le
zecche bloccando il loro sistema nervoso;
Tetano • Clostridium tetani aisensi del D.Lgs 626/94 è un agente biologico
del gruppo 2
• …può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i
lavoratori.(direttiva 2000/54/CE)
I clostridi: batteri sporigeni
Clostridium tetani
Clostridium botulinum
Clostridium perfrigens
Clostridium difficile
anaerobi
Attecchimento e la moltiplicazione favorita da:
1. necrosi del tessuto e quindi diminuito afflusso di sangue e quindi di O2
2. presenza contemporanea di batteri aerobi
3. Acatalasemia (diminuita concentrazione ematica di catalasi1)
1 scissione dei perossidi
I clostridi: batteri sporigeni
• Sono bacilli Gram positivi di 3-8 mm di lunghezza
• In gran parte sono mobili per la presenza di flagelli peritrichi
• Raramente capsulati
• Producono spore a localizzazione somatica terminale
Vivono come saprofiti nel suolo
o nell’intestino di alcuni animali
Le infezioni nell’uomo sono dovute a introduzione accidentale nei
tessuti profondi dei clostridi o delle spore o dell’assunzione con
alimenti di tossine
Clostridium tetani
Il tetano (tetanos = rigidità) è caratterizzato da spasmi muscolari (paralisi
spastica) con concomitante paralisi flaccida (muscoli oculari).
Compromissione della funzionalità muscolare a livello respiratorio
(soffocamento dovuto al rigurgito del contenuto dello stomaco).
IN Italia esistono :
vaccini obbligatori per legge es. antipolio,antitetanico..
Entrambi seguono un “calendario vaccinale “
Vaccini consigliati es. antiinfluenzale …
…Vaccini
Per quanto riguarda la vaccinazione antitetanica:
anatossina ottenuta trattando la tossina con formolo. Schedula vaccinale :
richiamo intramuscolo ogni 10 anni dopo il ciclo di base. Operatori sanitari
interessati: operai e manovali addetti alla manipolazione di immondizia
Le punture da imenotteri (vespe, calabroni, api) sono abbastanza
frequenti e procurano disturbi di diversa gravità
Sintomatologia locale:
•pomfo eritematoso, pruriginoso e dolente,
•malessere generalizzato
• orticaria generalizzata+dolore,
• nausea, vomito
Sintomatologia sistemica:
grave reazione allergica fino allo shock anafilattico con perdita di
coscienza
Attenzione se il soggetto è allergico
Le punture da insetto
Fra le malattie diffuse dai ratti e dai topi
estremamente importanti sono il tifo murino,
diffuso dalle zecche e dagli acari parassitoidi
dei ratti, la leptospirosi, diffusa da un batterio
presente nel sangue e nelle urine dei ratti
infetti, e la famigerata peste che nel medioevo
provocò la morte di 25 milioni di esseri umani
nella sola Europa. I ratti sono infine portatori di
microrganismi tifodi, della dissenteria e della
rabbia
Ratti e topi
La pulce responsabile della trasmissione della malattia dal ratto
all'uomo, Xenopsylla cheopis, una volta punto il ratto infetto, deposita le
feci sulla pelle dell'individuo sano il quale a sua volta si infetta
inoculandosi il germe attraverso le lesioni da grattamento. Più
raramente l'infezione si verifica per ingestione o inalazione di prodotti
inquinati da feci di ratti o di pulci infetti.
Tifo Murino
La prevenzione si basa su:
Lotta alle pulci e ai ratti con disinfestazioni e
derattizzazioni.
Vaccinazione: esistono vaccini a base di rickettsie
inattivate.
Esiste anche una terapia medica che si avvale di
tetracicline e cloramfenicolo.
E' una malattia infettiva causata da un bacillo denominato
Yersinia pestis che viene trasmesso all'uomo dalla
puntura delle pulci dei ratti o di altri roditori.
Dal punto di vista clinico si
distinguono due forme principali
di peste
peste polmonare trasmissione diretta da
uomo a uomo
la peste bubbonica trasmissione indiretta,
mediata dalle pulci dei ratti
La profilassi si basa su:
Lotta ai ratti e alle pulci mediante disinfestazioni e derattizzazioni. La lotta ai ratti si fa anche con:
corretto smaltimento dei rifiuti, strutture edilizie e dispositivi antiratto, conservazione adeguata degli
alimenti. Molto importante è la lotta ai ratti negli ambiti portuali e sulle navi per il rischio di trasporto
dei roditori da aree infette.
Isolamento dei malati
Sorveglianza dei contatti per almeno 6 giorni.
Chemioprofilassi con tetraciclina o sulfamidici per le persone esposte al rischio.
Vaccinazione: i vaccini antipestosi, a causa della breve immunità che conferiscono, sono poco
utilizzati. Qualche indicazione essi hanno per coloro che, per ragioni professionali, hanno frequenti
contatti con roditori ( Ricercatori, Biologi ecc..).
Terapia antibiotica precoce mediante streptomicina.
La peste
Leptospirosi
La leptospirosi è un'infezione dovuta a
microrganismi chiamati leptospire. Tipica degli
animali, questa malattia può trasmettersi
occasionalmente all'uomo se viene in contatto con
acqua o altri materiali contaminati dagli escrementi
di animali infetti. Gli animali più colpiti sono i ratti,
Intervento
Non è ancora largamente disponibile un vaccino efficace e privo di effetti
collaterali.
In caso di sospetta contrazione della leptospirosi bisogna immediatamente
consultare il medico.
In alcuni casi particolari (forte rischio di esposizione) può essere suggerita
una chemioprofilassi mediante doxiciclina
La rabbia è causata da un virus neurotropo
spesso presente nella saliva degli animali rabidi
Gli animali rabidi trasmettono l'infezione tramite
morsicature inferte ad altri animali o all'uomo
I cani rabidi rappresentano ancora il rischio più
alto per l'uomo su scala mondiale di contrarre la
rabbia.
I cani rabidi possono avere o la rabbia furiosa, caratterizzata da agitazione e
malvagità, seguite da paralisi e morte; oppure la rabbia muta, in cui predominano i
sintomi paralitici.
Patologia Il virus viaggia dalla sede di ingresso lungo i nervi
periferici fino al midollo spinale e al cervello, in cui si
moltiplica; esso prosegue attraverso i nervi efferenti
verso le ghiandole salivari e compare nella saliva.
Prevenzione Per la prevenzione e il controllo i cani devono essere isolati
e i cani randagi devono essere catturati e tenuti nei canili
Profilassi Post-esposizione: se immediatamente dopo l'esposizione viene messa in
atto un'accurata profilassi locale e sistemica, nell'uomo la rabbia si verifica
raramente. La terapia locale delle ferite può essere la misura preventiva più
importante. L'area contaminata deve essere immediatamente e
accuratamente pulita con acqua e sapone o benzalcon cloruro. Le punture
profonde vanno irrorate con acqua saponata utilizzando un catetere
La migliore profilassi post-esposizione è data dalla somministrazione di
immunoglobuline antirabbia (RIG) per l'immunizzazione passiva seguite
dal vaccino antirabico umano da cellule diploidi (HDCV) o dal vaccino
antirabico assorbito (RVA) per l'immunizzazione attiva.
Morsi di vipera Le vipere con il loro morso inoculano numerose tossine.
Il morso è riconoscibile dalla presenza di due forellini
distanziati di 1 cm.
Effetti locali (comparsa entro pochi minuti):
• dolore
• edema esteso a tutto l’arto
• necrosi in sede di morso
• chiazze emorragiche
Effetti sistemici:
• vomito, nausea
• dolori muscolari e articolari
• aumento della temperatura
• collasso cardiocircolatorio
Il piccione è portatore di circa 60 malattie, contagiose per l'uomo e per gli animali
domestici, i cui agenti patogeni vengono trovati nei loro escrementi.
Citiamo solo alcune tra le più comuni : Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi,
Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc.
Gli agenti patogeni di queste malattie vengono trovati negli escrementi dei piccioni. Non
è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori possono trasportare la
polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli
ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la
biancheria, ed innescando i processi infettivi.
prevenzione
•interventi di ripristino ambientale.
•rimozione dello strato di guano
•disinfezione e disinfestazione.
•Pianificazione della strategia di allontanamento
I Piccioni preoccupazioni come veicolo potenziale
di diverse trasmissione di malattie infettive
Prevenzione e protezione
Corretta manutenzione impianti aereazione e
idraulici
Monitoraggi e controlli ambientali periodici per
verificare la qualità dell’aria, la pulizia delle
superfici, la presenza di polvere, ecc.
Periodiche ispezioni in merito alle possibili
infestazioni ectoparassitarie
(pediculosi ad es.)
Profilassi vaccinale (se possibile).
Cultura della Sicurezza
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- Spazi di lavoro sufficientemente ampi
- Superfici lisce, di facile pulizia, impermeabili e
resistenti
- Efficace aerazione nei luoghi di lavoro chiusi
- Sistemi di condizionamento sottoposti a regolare
manutenzione e pulizia
- Microclima confortevole (T, UR, ricambi d’aria adeguati)
- Armadi separati per il vestiario civile e da lavoro
- Docce, se il tipo di attività lo richiede
- Servizi igienici adeguati
- Evitare di mangiare, bere e fumare nei luoghi di lavoro
Regole generali
Polvere e sporco rappresentano un ottimo terreno di coltura.
N.B.: I disinfettanti NON sono agenti detergenti e ostacolano la
rimozione dello sporco. Vanno usati solo dopo la pulizia.
Sanificazione: uso di detergenti per ridurre il numero di contaminanti
batterici su oggetti e superfici. Una prima accurata detersione con
acqua e detergente seguito da risciacquo è il sistema più semplice e
valido
Disinfezione impedisce la proliferazione dei germi patogeni; non
deve sostituire la sanificazione in quanto la presenza dello sporco
sulle superfici protegge i microrganismi dal contatto diretto con il
disinfettante, inattivandolo e rendendo inutile la procedura.
Rischi biologici
Pulizia
• sterilizzazione
• disinfezione
• disinfestazione (contro artropodi)
• derattizzazione
Sterilizzazione
Uccide tutte le forme di microrganismi e le spore
batteriche
(120°C per almeno 20 minuti in autoclave)
Disinfezione
Controllo dei microrganismi patogeni su una
superficie o in un dato ambiente (con disinfettanti
chimici: alcoli, perossido di idrogeno, tensioattivi,
fenoli, aldeidi)
Rischi biologici Sistemi di controllo dei microrganismi
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Disinfezione non è sinonimo di sterilizzazione
Sterilizzazione:
eliminazione totale di ogni forma di vita
Disinfezione:
processo mediante il quale
si eliminano quasi del tutto
i microrganismi patogeni.
La disinfezione si realizza con mezzi fisici e
mezzi chimici
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi fisici
• calore: a temperatura inferiore
e per tempi più ridotti che per
la sterilizzazione
• raggi ultravioletti (UV)
scarso potere penetrante,
adatti solo per superfici
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici
• alogeni (cloro, iodio)
• alcoli (alcol etilico, isopropilico)
• aldeidi (formaldeide, glutaraldeide)
• fenoli (ac. fenico)
• detergenti sintetici (cloruro di benzalconio, sali
quaternari di ammonio)
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Rimozione delle eventuali tracce organiche
ancora riscontrabili sugli oggetti da trattare;
i residui devono essere a loro volta raccolti per
un successivo smaltimento
Bagnatura con acqua
Aspersione con un detergente (sapone)
apposito ed adatto
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Risciacquo
Osservazione degli oggetti da trattare per
verificare l’eventuale presenza residua di tracce
di sporco, materiali organici, sangue, particelle
di grasso e simili, nel qual caso bisogna ripetere
le operazioni di detersione sopra indicate
Se tutto è a posto si passa alla disinfezione,
utilizzando gli adatti prodotti disinfettanti.
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Trattare con il disinfettante le superfici ancora
umide, ma senza residui importanti di acqua,
onde evitare una eccessiva diluizione del
principio attivo con la conseguente perdita di
efficacia
Lasciare agire il disinfettante per i tempi
indicati dal fabbricante
Accurato risciacquo finale.
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
La disinfezione può avere particolari dinamiche
Periodica: una volta all’anno/semestre, per
scuole, asili, comunità, ecc. Un efficace piano
di igiene deve comunque prevedere anche una
quotidiana e scrupolosa pulizia con detergenti
validi in supporto alla eventuale disinfezione
Occasionale: per ambienti comunitari, in caso di
grave patologia infettiva con presenza di
microrganismi resistenti.
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Qualche consiglio….
• Uniformare quanto più possibile le metodiche di
disinfezione in tutti i locali
• Ridurre il numero dei disinfettanti presenti
limitandosi a quelli effettivamente utili
• Fornire informazioni senza interferenze
commerciali
• Fornire al personale materiale tecnico informativo
per i tipi di disinfettante, modalità d’uso, tempo di
azione, eventuali effetti nocivi, ecc.
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Qualche consiglio….
• Impiegare i Dispositivi di Protezione Individuale
prescritti
• Mantenere le confezioni ben chiuse
• Assicurare le adatte condizioni di conservazione
(temperatura, luce, ecc.)
• Schede di sicurezza sempre disponibili per
pronta consultazione.
Cultura della Sicurezza
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Sempre grande
attenzione alle
informazioni
contenute nelle
schede di sicurezza
ed alle istruzioni
per un corretto
impiego
(concentrazioni,
tempi di azione,
indicazioni
specifiche, ecc.).
Disinfezione
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Fattori che influenzano la disinfezione
Tempo di azione
Temperatura e pH
Concentrazione d’uso
Presenza di sostanze organiche
Meccanismo di azione (forma oggetto da
disinfettare, ad es.)
Carica e resistenza microbica
Eventuali fenomeni di inattivazione
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Le caratteristiche ideali di un buon disinfettante
• Ampio spettro d’azione
• Elevato potere battericida
• Rapida azione e lunga persistenza
• Attività anche in presenza di sostanze organiche
• Buon potere di penetrazione e stabilità chimica
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Le caratteristiche ideali di un buon disinfettante
• Atossicità per l’uomo alle concentrazioni d’uso
• Non macchiante e non corrosivo
• Costo contenuto
• Facile maneggevolezza
E’ praticamente impossibile trovare tutte queste
qualità riunite in un unico prodotto !!
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Disinfezione
Mezzi chimici alogeni
• Cloro ampio spettro antimicrobico, azione rapida,
attività antivirale e battericida.
• Candeggina, Amuchina, Milton.
• Potabilizzazione dell’acqua e trattamento
decontaminante delle piscine.
• Antisepsi di cute integra, cute lesa e mucose.
• Disinfezione di oggetti non critici e semicritici.
• Disinfezione ambientale.
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Disinfezione
Mezzi chimici alogeni
• Iodio elevata efficacia ed ampio spettro
antimicrobico. Possibili reazioni di
sensibilizzazione.
• Antisepsi di cute integra in soluzione acquosa
(Lugol) o alcolica (tintura), di cute lesa e mucose
in soluzione (Betadine).
• Disinfezione di oggetti non critici e di alcuni
semicritici
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici alcoli
• Alcool etilico, alcool isopropilico disinfettanti a
spettro di attività intermedio.
• Hanno proprietà corrosive sui metalli ed
evaporano rapidamente: ciò diminuisce il tempo
di contatto e riduce l’efficacia.
• Coagulano le proteine: in presenza di materiale
organico possono quindi risultare inefficaci.
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici alcoli
• Antisepsi di cute integra e disinfezione di livello
intermedio di oggetti non critici e di alcuni
semicritici.
• Detersione e disinfezione di basso livello di
superfici ambientali
(segue)
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici aldeidi
• Formaldeide forma gassosa che si sviluppa
dalla formalina, adatta per ambienti e indumenti.
• Irritante e con odore penetrante (cancerogena).
• Lisoformio (soluzione)
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici aldeidi
• Glutaraldeide meno irritante e volatile della
formaldeide, da 2 a 8 volte più attiva, dotata di
ampio spettro e di elevata velocità di azione.
• Adatta per disinfezione di alto livello (endoscopi).
• Tra i migliori prodotti per la disinfezione di alto
livello di materiali non autoclavabili.
• Poco inattivata da materiale organico, può
trovare impiego in decontaminazione.
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici fenoli
• Acido fenico grezzo, esaclorofene indicati per
la disinfezione di superfici ed oggetti.
Mezzi chimici detergenti sintetici
• Cloruro di benzalconio, clorexidina hanno
scarso spettro d’azione, usati per disinfezione
di cute e pulizia di ferite (Citrosil).
Cultura della Sicurezza
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Disinfezione
Mezzi chimici detergenti sintetici
• Sali quaternari di ammonio a basse
concentrazioni inibiscono le spore, i batteri, le
alghe, i micobatteri
• A medie concentrazioni uccidono batteri, virus
lipofilici, alghe, funghi.
• Azione contrastata dalla presenza di materiale
organico.
• Ottimi per trattare pavimenti, sanitari, muri.
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Disinfezione
Germicida: agente che distrugge i microrganismi
patogeni (battericida, virulicida, fungicida, ecc.)
Disinfettante: germicida che inattiva i
microrganismi patogeni, ma non
necessariamente tutte le forme microbiche.