Post on 11-Apr-2017
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Un anno fa, Nenè ci lasciava.
Abbiamo pensato di ricordarla con
le sue immagini degli ultimi anni,
passati con i figli, i nipoti, i
consuoceri Angela ed Ernesto, e
Beatriz che l’accompagnata con noi
fino alle ultime ore.
Ci siamo chiesti che cosa avrebbe
voluto ricordare Nenè.
Ci siamo detti che, forse, avrebbe
Voluto che ricordassimo le sue
ricette, quelle dei tanti pranzi che ci
ha preparato in tanti anni
Ricordo
Concetta Aricò Campodonico
Nonna Nenè
1925-2014
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Con Josè Carlos e Peo, per l’85° compleanno
Quella del “suo” riso brasiliano era la ricetta
meno elaborata di Nené: eppure una delle più
difficili da imparare, e soprattutto da replicare…
RISO BRASILERO
Ingredienti:
riso Arborio-Roma 1 pomodorino 1 foglia di alloro o maggiorana Cipolla ½ spicco d’aglio schiacciato
Per ogni misura di riso due misure di acqua.
Far imbiondire il riso con olio di semi, cipolla, aglio e pomodoro, aggiungere acqua bollente, salare, mescolare e lasciare (quasi) scoperto fino al completo assorbimento dell’acqua, senza più rimescolare (!!!).
Incoperchiare, spegnere il fuoco e lasciare riposare, per almeno mezz’ora.
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Giro nella “Tanca”, con Andrea, Carloforte, 2010
A Carloforte, fare il “polpo in umido” era un
“must”: Complici alcuni pescatori del luogo che
procuravano la materia prima…
POLPO IN UMIDO
Ingredienti:
un polpo (circa 2 kg) congelato patate ½ cipolla Aglio Timo Prezzemolo Una foglia di alloro 5-6 pomodori freschi piccoli
Scongelare il polpo (è utile congelarlo appena pescato per renderlo più morbido), lavarlo accuratamente e immergerlo rapidamente in acqua bollente, tagliarlo a pezzetti e farlo rosolare con olio e mezza cipolla affettata. Aggiungere i pomodori sbucciati, l’aglio schiacciato ed i sapori (timo e alloro) e far cuocere circa mezz’ora, aggiungere le patate a pezzi e il prezzemolo e completare la cottura.
4 Con Francesco, al suo 24° compleanno e a
Carloforte, estate 2014
Come non ricordare le “torte di Nonna Nenè”?
Tutte queste torte avevano una “base” comune…
RICETTA BASE PER TORTA
Ingredienti:
3 tazze da thè di farina lievitata oppure + una bustina di lievito
2 “ “ “ di zucchero 2 cucchiai di margarina Vallè 3 uova intere 1 pizzico di sale Latte Q.B.
Mescolare in una terrina lo zucchero con la margarina e le uova intere,aggiungere piano piano la farina alternando al latte, il sale. Imburrate una tortiera da 28-30 cm. di diametro e infarinarla. Scaldate il forno a 180° e infornare per circa mezz’ora.
Consiglio: un cucchiaio di olio di semi prima di infornare e mescolare.
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Con Josè Carlos e Lella
Un grande classico: la “torta alla
cioccolata”, dal sapore inconfondibile…
TORTA ALLA CIOCCOLATA
2 cucchiai di cacao amaro 1 bicchiere colmo d’acqua 1 cucchiaio di zucchero 1 cucchiaio di liquore
Mettere a scaldare l’acqua in un pentolino con lo zucchero e il cacao fino all’ebollizione, aggiungere un cucchiaio di liquore.
Quando la torta è cotta, forarne la superficie con un ago da calza in varie parti e versarvi il contenuto del pentolino sino ad inumidirla.
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Immagine di famiglia, per il compleanno di
Angela, marzo 2011
…e vi ricordate la torta al limone?
TORTA AL LIMONE
3 limoni sugosi 1 lattina di latte condensato Delle 3 uova (base) si tiene il bianco a parte per la
meringa
Mettere il latte condensato in una scodella e aggiungere il succo dei limoni mescolando appena appena. Mentre la torta è in forno preparare la meringa:per ogni bianco d’uovo 1 cucchiaio colmo di zucchero, sbattere con la frusta fino a che i bianchi siano montati a neve.
Togliere la torta dal forno e quando è fredda ricoprirla con la crema al limone, mettere sopra i bianchi a neve e infornare in forno appena caldo per dorare la meringa (attenzione a non farla bruciare!)
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Con Beatriz, a Carloforte, estate 2014
Più raramente faceva un’altra torta, per via del
gran lavoro che c’era da fare…
TORTA AL COCCO
1 cocco (“fresco è meglio!”-scritto a mano- altrimenti disidratato)
½ litro di latte 1 buccia di limone 3 cucchiai di zucchero 1 tuorlo d’uovo 3 cucchiai di maizena
Mettere a scaldare il latte con la buccia di limone e lo zucchero lasciando da parte un po’ di latte per sciogliere la maizena e aggiungerla al latte caldo, mescolare fino all’ebollizione e lasciar addensare ancora sul fuoco alcuni minuti sempre mescolando.
Tagliare la torta a metà e farcire con metà crema con un pugno di cocco grattugiato. Ricoprire la torta con la restante crema cospargendola con il cocco rimasto, zuccherare a piacere.
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Alla Nonna Nenè piaceva sperimentare: così se
ascoltava una ricetta che la stuzzicava, la
ricopiava e provava a farla, aggiungendo poi le
sue osservazioni…
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A Carloforte, con Niccolo, Angela e Alida,
settembre 2008
Concetta, per tutti, era la Nenè.
Era nata in una colonia italiana, alla periferia di San Paolo, in Brasile.
Aveva imparato là a lavorare duramente, a occuparsi della sua famiglia, di cui era la sorella maggiore.
In Brasile, durante la guerra, aveva conosciuto Giuseppe, un marinaio italiano,
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prigioniero di guerra. Da sposa di guerra, lo aveva seguito in Italia, nel suo paese.
Giuseppe era tornato a navigare e lei era rimasta là, in un paese allora lontano da tutto, ad allevare il primo figlio Carlo. Ma la condizione della solitudine era dura, e così decise di partire, di venire a Genova, dove non conosceva nessuno ma almeno avrebbe visto più spesso il suo Giuseppe.
Erano anni difficili, segnati dai sacrifici: a lungo la Nenè non aveva avuto una casa sua,
ma aveva vissuto in una camera ammobiliata. E proprio lì era stata colta da una tragedia che li aveva profondamente segnati: il naufragio dell’Andrea Doria, dove Giuseppe era imbarcato e per lunghissime ore non si era saputo nulla di lui, fino a che il suo nome era comparso nell’ultima lista dei superstiti.
Negli anni ’60, questa donna forte e combattiva, era voluta tornare in Brasile, con i due figli, Josè Carlos e Pierangelo. Ma come tanti migranti, era come rimasta sospesa tra due mondi, tra la sua famiglia di là e gli affetti e le amicizie in Italia. Era prevalso l’amore per Giuseppe, e per un’altra volta, la Nenè, con i suoi bambini riattraversò il mare.
Rimasta vedova a 56 anni, la Nenè non si era abbattuta, aveva continuato a tenere in ordine la sua casa, a lavorare per i suoi figli e le sue nuore, che considerava come delle figlie, fino all’arrivo di Francesco e di Andrea, i nipoti, che aveva sempre considerato la vera ricchezza della sua vita.
Aveva conosciuto e incontrato la Comunità di Sant’Egidio in anni e tempi diversi: sempre disponibile a preparare un pranzetto o una torta per i suoi ospiti, a fare amicizia e a parlare con tutti.
Negli ultimi anni, questa donna così forte aveva sperimentato la grande debolezza della malattia e poi della disabilità. Ma in questo dolore così forte, sapeva di non essere stata lasciata sola: né dalla sua famiglia, né dal Signore, che ha invocato sino all’ultimo.
La Nené aveva un luogo del cuore, una piccola casa a Carloforte, costruita da lei e da suo marito, e nel quale tanti di noi, in questi anni sono stati ospitati, accolti, Ci piace pensarla ancora così: nella sua nuova dimora presso la casa del Padre, indaffarata e preoccupata per gli altri, come sempre è vissuta.