Qabbalah ricezione delle realtà divine Mistica ebraica.

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Qabbalah“ricezione” delle “realtà divine”

Mistica ebraica

La tradizione precisa che:

Chiunque medita su queste quattro cose, meglio per lui non fosse venuto al mondo:

• Che cosa c’è sotto

• Che cosa c’è sopra

• Che cosa c’è davanti

• Che cosa c’è dietro

Mishnah, Chaghigah II,1

Si narra anche che:

Quattro entrarono nel Pardes (paradiso):

Ben Azzaj, Ben Zomà, Elisha ben Avujà e rabbi Aqiva

Ben Azzaj guardò e morì giovane

Ben Zomà guardò e impazzì

Elisha ben Avujà “tagliò le piante” (divenne apostata)

Solo rabbi Aqiva si ritirò in pace

Talmud Babilonese, Chaghigah 14b

rabbi Aqivaesce indenne dal Pardes perché è il più anziano e saggio

“gli anni della saggezza sono i quaranta, mentre a cinquanta si danno consigli….”

Mishnah, Avot V,21

La tradizione insegna che praticare la mistica in giovane età può essere pericoloso…

addentriamoci con cautela…

Studiando la qabbalah - dipinto di Yitzchak Ben Yehuda

Il “potere” della parola-evento: il davar di Dio

• l’ineffabile si dice

• la mistica dell’alfabeto• la parola come canale del divino

“fuoco nero””su

ma anche

“fuoco bianco”su

“fuoco nero”

“fuoco bianco”

PaRDeS

Peshat

Remez

Derash

Sod

Senso letterale

Indicazioni per la vita

Senso allegorico/ricerca

Senso mistico

Sono i 4 livelli tradizionali di interpretazione della Torah

La Torah (Insegnamento divino rivelato al Sinai)

È la Ketubbah, il “patto di nozze”, fra Dio e il suo popolo

Chagall, Il dono della Torah al Sinai

La Torah è personificata come donna, figlia, sposa

Talmud Babilonese

La Torah “cresce” con chi la

vive

Secondo la qabbalah

Dio è innanzitutto ’en sof – “senza fine”

e di lui non si può dire “nulla, niente”

’ajin

ma con le stesse lettere si ottiene anche:

’anji

cioè: Io (Io sono)

Inoltre’en sof - “senza fine”

ha lo stesso valore numerico di ’or – “luce”

’alef – jod – nun – samek – waw - phe

1 + 10 + 50 + 60 + 6 + 80 = 207

’alef – waw - resh

1 + 6 + 200 = 207

La storia è un passaggiodall’ “niente” all’ “Io” – alla luce

Lo tzimtzum – “contrazione”

Dall’ ’En sof

“escono” le

sefirot

che, pur procedendo da Dio (’En sof)

rimangono in Dio

L’ ’En sof

fino alla Corona (Keter) è Dio pensato da Dio

al di sotto della Corona è Dio pensato dall’uomo

possiamo quindi nominare le sefirot e dire qualcosa delle loro relazioni solo dalla Corona in giù

L’albero sefirotico

separare una sefirah dall’altra significherebbe introdurre una separazione in Dio

le sefirot hanno fra loro canali di collegamento “essenziali”

Le relazioni tra le sefirot

L’ ’Adam Qadmon – l’archetipo dell’uomo

La “luce divina”irrompe nella storia

solo le prime tre sefirot (vasi) riescono a contenerla

Keter – Chokhmah – Binah

Corona – Sapienza – Intelligenza

I “vasi” sefirotici si rompono

Dio “soffre” di tale frammentazione

I loro frammenti precipitano nel mondo

assieme alle scintille di luce divina

Il tiqqunla “riunificazione”

delle “scintille divine”

facendo il bene l’uomo produce il tiqqun

e fa del bene sia alla storia che a Dio

Lo Zohar – il “libro dello splendore

Elena Lea Bartolini De Angeli

Ad uso esclusivamente didattico

Docente di Giudaismo ed Ermeneutica ebraica

Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (ISSR-MI)

Università degli Studi di Milano-Bicocca

elenalea@alice.it