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La comunicazione lezione 7 e 8
Spagnoletti Maria, Stella 2019/20
Si ricorda che il materiale contenuto nelle slide è in parte estrapolato dalla bibliografia di riferimento per l’esame; è strettamente rivolto agli studenti del corso e non consentita la pubblicazione al di fuori della piattaforma universitaria utilizzata dal docente.
COS’È LA COMUNICAZIONE?
La comunicazione è lo strumento principale di
relazione che l’uomo ha a disposizione per creare e
mantenere l’interazione con i suoi simili
COSTRUIRE SEGNI
Quando comunichiamo costruiamo messaggi costituiti da
segni.
Il segno rappresenta un ponte tra realtà, la
rappresentazione di essa e la possibilità di comunicarla
agli altri.
COSTRUIRE SEGNI
Si costruisce dunque una realtà simbolica che permette di
slegarsi in parte dalla realtà presente consentendo il
riferimento al passato e al futuro, a rapporti astratti, a eventi
ipotetici, a entità immaginarie, a costrutti esplicativi.
COSTRUIRE SEGNI
Il segno permette di agire sulle «cose» senza che esse siano
presenti e che vi sia alcun contatto fisico con le stesse.
Il segno permette la manipolazione della realtà passando per
modi e modalità che sarebbero inaccessibili con i referenti che
essi rappresentano, sino ad arrivare a versioni della realtà
nuove.
COSTRUIRE SEGNI
L’uso dei segni permette all’uomo di agire con altre persone,
creando rappresentazioni condivise.
COSTRUIRE SEGNI
Il segno è il ponte tra la realtà, la rappresentazione di essa e la
possibilità di comunicarla ad altri.
In tal modo facciamo riferimento ad una realtà simbolica
che non è direttamente vincolata alla realtà presente; è quindi
possibile al passato come al futuro, a rapporti astratti, a eventi
ipotetici, ad aspetti immaginari….. Possiamo agire sulle «cose»
senza che vi sia alcun contatto fisico con esse, manipolandole
in modi che sarebbero impossibili con i referenti che esse
rappresentano.
Il segno non designa mai un oggetto, ma una sua
rappresentazione, una sorta di mediazione mentale. Quindi
non ha un rapporto diretto con il referente, ma con il
contenuto mentale, ossia con l’idea di una «cosa» così come
ce la rappresentiamo.
IL TRIANGOLO SEMIOTICO
Il Triangolo Semiotico rappresenta la relazione tra espressione,
referente, contenuto.
Espressione: significante (suono, gesto, ecc.)
Referente: oggetto reale, evento o azione che viene rappresentato
Contenuto: l’idea mentale relativa al referente
CANE
IL TRIANGOLO SEMIOTICO
Il processo di significazione viene descritto come la relazione tra 3 lati:
l’espressione o significante (suono, gesto, ecc.) è in relazione con il contenuto (l’idea mentale dell’ oggetto, l’evento o l’azione) e fa riferimento al referente (l’oggetto, l’evento o l’azione che viene rappresentato)
Dunque il segno non indica un oggetto ma la sua rappresentazione mentale che non ha un rapporto diretto con il referente ma con il contenuto mentale, quindi con l’idea di quella particolare «cosa» così come ce la rappresentiamo.
Il linguaggio è strettamente intrecciato agli aspetti della
comunicazione non verbale
Non tutto si può esprimere in modo adeguato con le parole
La comunicazione umana si avvale dell’uso simultaneo di differenti
canali
VERBALE NON VERBALE
Perché ci sia comunicazione sono necessari 5 elementi
EMITTENTE
RICEVENTE
CODICE
CANALE
MESSAGGIO
capita però che le comunicazioni falliscano
EMITTENTE colui che invia il messaggio
RICEVENTE colui al quale il messaggio è destinato o comunque perviene
CODICE
insieme di regole che consentono di decodificare il significato di un messaggio
CANALE
MESSAGGIO ciò che l’emittente mette in comune con il ricevente, con o senza intenzionalità
modalità di trasmissione del messaggio (vocale o non vocale)
MODELLO MATEMATICO Emittente – messaggio - ricevente
In questa prospettiva viene considerato l’aspetto formale della comunicazione, ricondotta ad un trasferimento quantificabile di informazioni
EMITTENTE Codifica
RICEVENTE Decodifica
CANALE
TRASMISSIONE
RUMORE
MODELLO INTERATTIVO
Una importante variazione è la CONSIDERAZIONE DEL FEEDBACK DEL
RICEVENTE (monitoraggio di tutta una serie di segnali verbali e non
emessi dal ricevente), che consente all’emittente di capire se il proprio
messaggio è stato più o meno accolto e di apportarvi se necessario
delle modifiche
EMITTENTE Codificazione
RICEVENTE Decodificazione
(CANALE)
trasmissione
Rumore
FEED-BACK
FEED-BACK
TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI
Austin distingue nell’atto linguistico tre livelli corrispondenti ai tre tipi di azione che compiamo simultaneamente quando parliamo:
Atto locutorio, ossia l’atto di dire qualcosa
Atto illocutorio, che è l’atto che si compie nel dire qualcosa
Atto perlocutorio, dunque l’atto che si compie con il dire qualcosa
Ogni atto di comunicazione avviene all’interno di un contesto, quindi il testo e il contesto si definiscono reciprocamente nel corso dell’evento comunicativo.
LE INTENZIONI COMUNICATIVE
Intenzioni comunicative diverse conferiscono un senso diverso alla frase. Quando comunichiamo non ci limitiamo a decodificare informazioni ma perseguiamo o attribuiamo ‟intenzioni”, dunque il messaggio diviene strumento per raggiungere ‟l’intenzione comunicativa”.
Ma attenzione, messaggio e intenzione non necessariamente coincidono, in quanto il messaggio costituisce solo una strategia possibile d’azione comunicativa per poter realizzare l’intenzione.
INTENZIONE RECIPROCA
Grice (1957, 1967) considera come significato del messaggio comunicativo il «voler dire» dell’interlocutore, e mette in evidenza il rapporto di reciproca intenzionalità e consapevolezza tra emittente e ricevente.
L’intenzione comunicativa dell’emittente diventa dunque conoscenza reciproca e condivisa sia da parte del parlante che dell’ascoltatore.
Inoltre una buona comunicazione si basa sul Principio di Cooperazione
INTENZIONE RECIPROCA
Secondo il Principio di Cooperazione di Grace è necessario durante la comunicazione dare il contributo al momento opportuno, così come è richiesto dagli scopi e dall’orientamento della conversazione in cui il soggetto è impegnato. Grace indica inoltre quattro massime, di natura convenzionale che si apprendono attraverso l’esperienza quotidiana:
Massima di qualità
Massima di quantità
Massima di relazione
Massima di modo
L’osservanza o la violazione di tali massime regola i processi di interpretazione delle azioni comunicative.
IL MODELLO DI SPERBER E WILSON
Secondo i due autori comunicare consiste principalmente nel
rendere manifesta al destinatario la propria intenzione di
rendere nota un’informazione.
Il modello definito ostensivo-inferenziale si sviluppa
sull’ipotesi che le affermazioni di un parlante comportino delle
aspettative di pertinenza sufficienti per guidare l’interlocutore
verso ciò che vuole dire il parlante stesso.
Tanto più un’informazione è pertinente, tanto minore sarà lo
sforzo cognitivo necessario per elaborare l’informazione stessa.
Ostensione è la condotta che rende manifesta l’intenzione di
rendere manifesto qualcos’altro.
Viene inoltre evidenziata la distinzione tra intenzione
informativa e intenzione comunicativa
IL MODELLO DI SPERBER E WILSON
Si tratta dunque dello stesso processo comunicativo considerato però da due differenti punti di vista:
Produce ostensione Compie le inferenze
COMUNICATORE DESTINATARIO
COMUNICAZIONE OSTENSIVO-INFERENZIALE
INTENZIONE COMUNICATIVA
WE- INTENTION (Searle, 1990)
Intenzione comunicativa collettiva che non può essere raggiunta dal singolo o in modo sommativo da più individui, ma solo attraverso l’azione coordinata e complementare, oltre che differenziata, dei vari comunicanti.
SINTONIZZAZIONE (Ciceri, 2004)
Insieme di comportamenti interpersonali finalizzati al raggiungimento di un’intenzione congiunta che permette di predisporre e coordinare lo scambio comunicativo. Il processo di sintonizzazione si muove lungo una dimensione temporale di sincronizzazione comunicativa.
INTENZIONE COMUNICATIVA
La sintonizzazione reciproca si configura come una aspettativa
condivisa e perseguita da entrambi gli interlocutori protagonisti
dello scambio comunicativo.
Infatti la riuscita dell’interazione comunicativa dipende non
solo dalla sincronizzazione ma anche dalla capacità del
soggetto di modulare alcune caratteristiche del proprio stile
comunicativo in funzione di quello del proprio interlocutore.
Le modificazioni (shift) possono essere compiute in direzione
convergente (avvicinamento degli stili) oppure divergente
(allontanamento) per segnalare la necessità di una
modificazione del comportamento comunicativo.
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
È il cosiddetto linguaggio del corpo e si manifesta ogni
volta che una persona trasmette informazioni ad un’altra
attraverso lo sguardo, i gesti, la voce, utilizzando uno o più
indicatori non verbali contemporaneamente
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
non sempre è facile riconoscerne
il significato e averne la
consapevolezza
sono molto frequenti
connaturati nel comportamento comunicativo
I segnali non verbali
IL COMPORTAMENTO NON VERBALE
Adempie a due ordini di funzioni
Produzione, elaborazione e comprensione del messaggio
Funzioni sociali
Funzioni di produzione, elaborazione e comprensione del messaggio:
Ripetere quanto detto verbalmente Sostituire parti del messaggio verbale Completare e chiarire il messaggio verbale Contraddire il messaggio verbale Rinforzare il contenuto verbale di un messaggio
IL COMPORTAMENTO NON VERBALE
Funzioni sociali:
Gestione della situazione sociale Autopresentazione Comunicazione di stati emotivi Comunicazione di atteggiamenti Controllo del canale
IL COMPORTAMENTO NON VERBALE
identificazione, formazione e controllo delle impressioni
ambiguità e mistificazione (livello di accuratezza con cui il
destinatario di un messaggio può scoprire l’inganno attraverso le chiavi di lettura verbali, non verbali e combinate)
strutturazione dell’interazione e controllo della
conversazione (attraverso i segnali non verbali che si usano
per salutare, prendere i turni di conversazione, porre termine agli incontri)
IL COMPORTAMENTO NON VERBALE
I CODICI NON VERBALI
Comunica importanti informazioni rispetto agli individui e influenza le impressioni che gli altri possono riportare.
Sono diversi gli elementi non verbali che compongono l’aspetto esteriore: la conformazione fisica (altezza,peso,colore della pelle…), i tratti fisici del volto (occhi,naso,bocca…. ), gli abiti e il trucco e l’acconciatura.
ASPETTO ESTERIORE
1. ASPETTO FISICO 2. ABBIGLIAMENTO
I CODICI NON VERBALI:
SISTEMA CINESICO E PROSSEMICO
contatto corporeo
distanza interpersonale
orientamento spaziale
postura
gestualità
mimica facciale
Le espressioni del volto sono in gran parte dominate da sistemi di
controllo cosciente; hanno la fondamentale funzione di comunicare le
emozioni e gli atteggiamenti e di fungere da rinforzo ai segnali della
parola parlata
Naturalmente la postura di un individuo si combina con gli atteggiamenti
del volto e degli arti
I CODICI NON VERBALI:
SISTEMA CINESICO E PROSSEMICO
LA POSTURA
è la posizione che il corpo assume durante uno scambio comunicativo
rivela
LO STATO EMOTIVO
con cui l’interlocutore partecipa alla comunicazione
SISTEMA CINESICO E PROSSEMICO
I CODICI NON VERBALI:
LO SGUARDO
ELEMENTI DI TIPO FISIOLOGICO E INVOLONTARIO
ELEMENTI DI TIPO CONSAPEVOLE
dilatazione delle pupille
o battito delle palpebre
i movimenti e le
espressioni degli occhi
Lo sguardo è un eccellente strumento di comunicazione non verbale
che può trasmettere innumerevoli messaggi di ogni tipo: sicurezza,
disinteresse, critica, distacco…
I CODICI NON VERBALI:
SISTEMA PARALINGUISTICO
Altezza, ritmo, volume e tono del linguaggio
Accento
Qualità della voce
Piangere, sbadigliare, ridere, ecc.
SPESSO IL “NON VERBALE” RACCONTA MOLTO PIÙ DELLE
PAROLE CHE DICIAMO
Se il comportamento non verbale contraddice le parole, il messaggio
non passa o passa solo parzialmente mentre l’effetto è massimo
quando ciò che si trasmette con il “verbale” coincide con ciò che si
trasmette con il “non verbale”
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
Watzlawick, Beavin e Jackson, hanno postulato l’esistenza di alcune proprietà fondamentali della comunicazione umana Tali proprietà vengono chiamate dagli autori ASSIOMI, vengono presi come base di partenza per la costruzione di successive teorie e non necessitano di una dimostrazione ma vengono assunti come veri
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
le caratteristiche del funzionamento della comunicazione umana
Rappresentano dunque le proprietà fondamentali della comunicazione umana
E SPIEGANO …
gli errori che portano al fallimento della comunicazione
Alcune semplici proprietà della comunicazione che
hanno fondamentali implicazioni interpersonali
“PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE”
un individuo non comunica (trasmette) ma partecipa ad una comunicazione
GLI ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
1° ASSIOMA
Qualsiasi comportamento
– parole, silenzi, attività o inattività –
ha valore di messaggio e influenza gli altri interlocutori che non possono non rispondere a queste comunicazioni
“NON SI PUÒ NON COMUNICARE”
Intendiamoci non comunicare è impossibile, infatti lo facciamo non solo con le parole, ma con i gesti, lo sguardo, il modo stesso in cui vestiamo. Non importa dunque che stiamo in silenzio, la non comunicazione non esiste perché non esiste il non comportamento.
1° ASSIOMA
Dunque è impossibile non comunicare.
Il comportamento non ha un suo opposto. Non esiste qualcosa che sia un non comportamento o meglio non è possibile non avere un non comportamento
OGNI COMPORTAMENTO è COMUNICAZIONE
Sta comunicando che non vuole comunicare... i vicini di solito “afferrano il messaggio” e rispondono in modo adeguato lasciandolo in pace.
Questo è proprio uno scambio di comunicazione nella stessa misura in cui lo è una discussione animata.
1° ASSIOMA
Il passeggero di un treno che guarda fisso davanti a sé sta comunicando?
SI
L’IMPOSSIBILITÀ DI NON COMUNICARE
Due passeggeri in aereo siedono uno accanto all’altro, mettiamo che uno dei due non voglia parlare …
Cosa succede nell’incontro tra due estranei quando uno vuole comunicare mentre l’altro non vuole?
ESEMPIO
Non può andarsene
SONO 2 LE COSE CHE NON PUÒ FARE
Non può non comunicare
Le reazioni possibili sono:
RIFIUTO DELLA COMUNICAZIONE
SQUALIFICA DELLA COMUNICAZIONE
ACCETTAZIONE DELLA COMUNICAZIONE
IL SINTOMO COME COMUNICAZIONE
L’IMPOSSIBILITÀ DI NON COMUNICARE
RIFIUTO DELLA COMUNICAZIONE
Tale comportamento provocherà un silenzio imbarazzato e
piuttosto teso.
In questo modo A non è certo riuscito ad evitare,
come voleva, una relazione con B.
A può far capire a B che non ha voglia di conversare
ACCETTAZIONE DELLA COMUNICAZIONE
Il passeggero A si rassegna a comunicare con B
SQUALIFICA DELLA COMUNICAZIONE
A per difendersi può comunicare in modo da invalidare le proprie comunicazioni o quelle dell’altro con varie tecniche:
può cambiare argomento, dire frasi incoerenti o incomplete, contraddirsi, ricorrere a uno stile oscuro o usare manierismi, fraintendere, etc..
IL SINTOMO COME COMUNICAZIONE
SINTOMO COME MESSAGGIO NON VERBALE
Il passeggero A può far finta di avere sonno, di essere
sordo o ubriaco, di non conoscere la lingua, o può
simulare qualunque stato di incapacità o difetto che
giustifichino l’impossibilità di comunicare.
Se non si può non comunicare allora occorre:
A) Definire una strategia di comunicazione
B) Programmare C) Organizzare il processo di
comunicazione D) Attuare E) Controllare
L’IMPOSSIBILITÀ DI NON COMUNICARE
Quindi il contenuto di un messaggio va interpretato alla luce della relazione esistente tra i soggetti che interagiscono.
2° ASSIOMA
“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un
aspetto di relazione, in modo che il secondo classifica il
primo, ed è quindi metacomunicazione”
2° ASSIOMA
CONTENUTO RELAZIONE
COSA SI DICE COME LO SI DICE
L'aspetto di relazione chiarisce il significato del contenuto
2° ASSIOMA
Ogni atto comunicativo non soltanto trasmette informazioni,
ma al tempo stesso impone un comportamento
NOTIZIA
COMANDO
contenuto dell’informazione
modo in cui deve essere assunto un preciso messaggio diverso a seconda della relazione esistente tra le due persone
2° ASSIOMA
“Fammi subito questo lavoro”
relazione di dominio- sottomissione
Le risonanze emotive e le risposte comportamentali che provocano questi due messaggi sono molto diverse, poiché hanno lo stesso contenuto, ma definiscono relazioni molto diverse
“Vorrei che mi facessi subito
questo lavoro perché …”
relazione di partecipazione- collaborazione
2° ASSIOMA
“Basta”
ORDINE
PREGHIERA
RACCOMANDAZIONE
MINACCIA
INTERCALARE
RELAZIONE NOTIZIA contenuto
A livello di relazione gli individui non comunicano su fatti esterni alla
relazione, ma definiscono la relazione e implicitamente se stessi
Ecco come mi
vedo
2° ASSIOMA
Possibili reazioni da parte di B
CONFERMA
RIFIUTO
DISCONFERMA
Hai torto
Tu non esisti
Hai ragione
A dà la definizione di sé ad B
CONFERMA
Gran parte delle nostre comunicazioni hanno proprio lo
scopo di produrre la conferma del sé.
Infatti del tutto indipendentemente dal mero scambio di
informazione, l’uomo comunica con gli altri per acquisire
la consapevolezza di sé
RIFIUTO
Il rifiuto presuppone il riconoscimento, sia pur limitato, di
quanto si rifiuta e quindi esso non nega necessariamente la
realtà del giudizio dell’altro su di sé
Certe forme di rifiuto possono essere costruttive
Tale comportamento non si occupa più della verità o falsità della definizione che B ha dato di sé, ma piuttosto nega la realtà di B come emittente di tale definizione
Questa modalità si osserva nella comunicazione patologica.
DISCONFERMA
La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura
delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti
3° ASSIOMA
I nostri scambi comunicativi non sono casuali, una
sequenza ininterrotta di scambi viene organizzata
introducendo una vera e propria punteggiatura
Osservando la conversazione tra due comunicanti, si può identificare la sequenza di chi parla e di chi risponde, si può definire ciò che è la causa di un comportamento e ciò che è l’effetto
I modi di punteggiare una sequenza di eventi sono soggettivi e possono generare dei conflitti di relazione a volte difficilmente superabili
3° ASSIOMA
PUNTEGGIATURA DELLA SEQUENZA DI EVENTI
Le discrepanze sono casi di comunicazione patologica. Si tratta di circoli viziosi che non si possono interrompere a meno che la comunicazione stessa non diventi l’oggetto della comunicazione, cioè finché i comunicanti non siano in grado di metacomunicare
LE DISCREPANZE
CAUSA- EFFETTO
MANCANZA DI INFORMAZIONI
PROFEZIA CHE SI AUTODETERMINA
A
B
C
LE DISCREPANZE
In questi casi si osserva un conflitto su ciò che si considera la causa e su ciò che si considera l’effetto, quando si sa invece che nessuno di questi concetti è applicabile per la circolarità dell’interazione in corso
CAUSA- EFFETTO
CAUSA – EFFETTO
Due colleghi di lavoro (A e B) hanno un problema del quale entrambi sono in parte responsabili
La relazione che si instaura è la seguente:
A si chiude in sé B lo critica
I loro litigi si riducono ad uno scambio ripetitivo di messaggi
"io mi chiudo perché tu mi critichi"
"io ti critico perché tu ti chiudi"
Questo porta ad una sempre maggiore chiusura della comunicazione su ciò che sta accadendo
CAUSA – EFFETTO
Quando spiegano le loro frustrazioni, uno dichiara che chiudersi in sé è l’unica difesa contro la critica dell'altro, mentre l'altro dice che lui si chiude perché l'altro si comporta in modo arrogante
soluzione metacomunicare
LE DISCREPANZE
Sono tutti quei casi in cui almeno uno dei comunicanti non ha lo stesso grado di informazione dell’altro senza tuttavia saperlo
MANCANZA DI INFORMAZIONI
MANCANZA DI INFORMAZIONI
B scrive una lettera a un suo collega C per
proporgli un affare a cui potrebbe associarsi e
per invitarlo a partecipare
C accetta l’invito ma la sua lettera
di risposta va perduta
Dopo un certo periodo di attesa B conclude che C
sta ignorando l’invito, per cui decide che C merita di
essere trascurato
Da parte sua C decide di non mettersi più in
contatto con B perché gli sembra offensivo che la
sua lettera sia stata ignorata
Si genera dunque una OSTILITÀ SILENZIOSA. Soluzione: metacomunicare
LE DISCREPANZE
PROFEZIA CHE SI AUTODETERMINA
E’ il comportamento che provoca negli altri una reazione alla quale quel dato comportamento sarebbe la risposta adeguata.
PROFEZIA CHE SI AUTODETERMINA
Una persona che al suo primo incarico lavorativo in un nuovo ufficio agisce in base alla premessa
Si comporterà in modo sospettoso, difensivo o aggressivo, ed è
probabile che gli altri reagiscano con antipatia al suo
comportamento, confermando la premessa da cui il soggetto
era partito
L’aspetto importante, per la punteggiatura, è che l’individuo in
questione crede di reagire a quegli atteggiamenti e non di
provocarli.
Non piaccio a nessuno
“Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico
che con quello analogico”
4° ASSIOMA
Linguaggio numerico Linguaggio analogico
L’attività di comunicare comporta la capacità di coniugare questi due linguaggi, nonché di tradurre dall’uno all’altro i messaggi da trasmettere e quelli ricevuti. In tutti e due i casi può essere difficile riuscire a tradurre questi e si possono fare errori di interpretazione
LINGUAGGIO NUMERICO
Riguarda l’uso di parole cioè segni arbitrari dovuti ad una convenzione sul significato ad essi attribuito
È comprensivo di una sintassi logica complessa estremamente efficace ed è lo strumento privilegiato per trasmettere dei contenuti, manca però di una serie di significati importanti per il settore della relazione.
LA PAROLA DI PER SÉ ESPRIME SOLO IL
SIGNIFICATO CHE LE È PROPRIO
LINGUAGGIO ANALOGICO
Consiste nelle modalità di comunicazione non verbale:
gesti, espressioni del viso, inflessioni della voce, la sequenza, il ritmo e la cadenza delle parole, ecc.. che servono soprattutto a trasmettere gli aspetti che riguardano la relazione tra i partecipanti
4° ASSIOMA
- Mentre un dirigente sta scrivendo dietro la sua scrivania, entra un dipendente e dice: “Le posso parlare?”
- Il dirigente risponde: “Si, l’ascolto” e intanto continua a scrivere
IL DIRIGENTE
con le PAROLE
con il LINGUAGGIO NON VERBALE
comunica di ascoltare il dipendente
comunica di non ascoltare il dipendente
4° ASSIOMA
INCONGRUENZA tra linguaggio verbale e linguaggio
non verbale.
Questa modalità comunicativa si chiama «doppio messaggio“ e genera ambiguità e confusione nell'ascoltatore
5° ASSIOMA
“Tutti gli scambi comunicativi sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza”
INTERAZIONE SIMMETRICA
INTERAZIONE COMPLEMENTARE
INTERAZIONE SIMMETRICA
Questa interazione è basata sull’uguaglianza e si verifica quando il comportamento di un membro tende a rispecchiare quello dell’altro
Sono gli scambi in cui gli interlocutori si considerano sullo stesso piano: è questo il caso di comunicazioni tra pari grado (marito/moglie, compagni di classe, fratelli, amici…).
INTERAZIONE COMPLEMENTARE
È caratterizzata dalla differenza di posizione assunta dalle
persone tra le quali avviene lo scambio comunicativo:
superiore, primaria o one-up VS inferiore, secondaria o one-
down.
A volte è il contesto socio-culturale a stabilire relazioni di
questo tipo (es. rapporto medico-paziente, insegnante-
allievo…). Sono scambi comunicativi in cui i comunicanti non
sono sullo stesso piano (madre/bambino, dipendente/datore
di lavoro).
INTERAZIONE COMPLEMENTARE
In una relazione vi sono fasi o ambiti di simmetria o di complementarietà.
È indispensabile saper comunicare in modo simmetrico in certe situazioni e in modo complementare in altre.
Non bisogna compiere l’errore di porre in relazione simmetria e complementarietà con i concetti di “buono” e “cattivo”.
COMUNICAZIONE PSEUDO-SIMMETRICA
A consente a B di adottare un comportamento simmetrico (o lo costringe a farlo)
I rapporti simmetrici possono tendere alla competitività, in cui ciascuno cerca di essere “più uguale” dell’altro (in una coppia può creare uno scisma).
A B Pseudo-Simmetrico
Escalation simmetrica
COMUNICAZIONE META-COMPLEMENTARE
A B
A consente a B di assumere la direzione complementare al proprio comportamento (o lo costringe a farlo).
Meta-complementare
I rapporti complementari possono essere pericolosi quando “chi sta al di sopra” soffoca la personalità dell’altro, tenendolo in una condizione di dipendenza emotiva o intellettuale.
RIGIDITÀ COMPLEMENTARE
STILI COMUNICATIVI
CLASSIFICAZIONE DEGLI STILI
Stile passivo Stile aggressivo Stile assertivo
Messaggio
Avete ragione,
non importa come
la penso
Io ho ragione se non
la pensate allo stesso
modo avete torto
Così è come vedo
la situazione e
questo è quello che
penso
Obiettivo Evitare il
conflitto
Ottenere ciò che si
vuole, vincere
Comunicazione e
rispetto reciproco
Voce
Talvolta
tremolante, piatta
e monocorde,
volume basso
Molto ferma, tono
spesso sarcastico e
freddo, prevalenza di
toni acuti
Ferma espressiva,
chiara e calma,
tono intermedio
CLASSIFICAZIONE DEGLI STILI
Stile passivo Stile aggressivo Stile assertivo
Eloquio
Esitante e pieno di
pause, cambiamenti
repentini di velocità,
frequenti
schiarimenti di gola
Fluente, senza
esitazioni, ricco di
parole colpevolizzanti,
spesso irruente
Fluente, senza
esitazioni, l’accento è
posto sui punti
importanti del dialogo,
privo di cambiamenti
repentini
Mimica
facciale
Sorrisi di circostanza
di fronte alle
critiche, spesso non
pertinente al
contenuto della
conversazione
Le mascelle sono tenute
chiuse e rigide, il
sorriso è spesso un
ghigno, il viso è
spostato in avanti verso
l’interlocutore
Sorrisi in presenza di
eventi positivi, la collera
è espressa in modo
visibile, le mascelle
sono rilassate
Stile passivo Stile aggressivo Stile assertivo
Contatto
visivo
Evasivi ed
erratico, è
orientato verso il
basso
Dominante, dall’alto
verso il basso
Fermo ma non
dominante
Movimenti
del corpo
Spesso si siede
sull’orlo della
sedia, si copre la
bocca con la
mano,, mantiene
una distanza
eccessiva
dall’interlocutore
Utilizzo dell’indice
per additare
l’interlocutore, corpo
proiettato verso
l’altro, movimenti
continui, si avvicina
troppo
all’interlocutore
Movimenti della
mani aperti e
invitanti, postura
rilassata, distanza
adeguata rispetto
all’interlocutore
CLASSIFICAZIONE DEGLI STILI
CARATTERISTICHE DEL MESSAGGIO VERBALE
Stile passivo
Affermazioni lunghe e
ripetitive
Offerta costante di
scuse
Uso di frasi che
minimizzano i propri
bisogni
Uso di parole
riempitive, come ad
esempio “FORSE”
Uso frequente di
affermazioni del tipo
“DOVREI”
Frasi di
autocommiserazione del
tipo mi “MI SENTO
PROPRIO GIÙ
Frequenti
giustificazioni
Poche affermazioni che
iniziano col pronome
“IO”
Stile aggressivo
Uso eccessivo di
affermazioni che
iniziano col pronome
“IO”
Opinioni che vengono
spacciate per fatti
Domande o frasi
minatorie
Consigli del tipo
“DOVRETSI FARE
QUESTO”
Induzione nell’altro di
sensi di colpa
Uso di frasi sarcastiche
o in grado di avvilire
l’altro
CARATTERISTICHE DEL MESSAGGIO VERBALE
Stile assertivo
Affermazioni coincise,
chiare e adeguate al
contenuto
Uso di frasi che
iniziano col pronome
“io”, o del tipo mi
piacerebbe
Distinzione tra fatti
ed opinioni
Suggerimenti non
costrittivi né
colpevolizzanti
Nessun tipo
d’imperativi del tipo
“DOVRESTI FARE
COSÌ”
Critica costruttiva
senza
colpevolizzazione
Domande volte a capire i
pensieri e i sentimenti
dell’altro
Proposta di strategie
atte a risolvere i
problemi
CARATTERISTICHE DEL MESSAGGIO VERBALE
SCELTA DI UNO STILE
Stile passivo
desiderio di essere simpatici e di voler essere accettati da tutti. Parte da un assunto di base disfunzionale, quello di dover piacere a tutti sempre e comunque
riluttanza a lasciarsi coinvolgere in conflitti per i quali non si possiedono le modalità adeguate di gestione
timore che il proprio coinvolgimento non produca risultati positivi; spesso ciò è accompagnato da un senso di scarsa autoefficacia
apprensione nel caso in cui dovesse perdere il controllo di se stesso e alzare il tono più del lecito
COSTI E VANTAGGI DEL COMPORTAMENTO PASSIVO
Vantaggi Costi
si evitano i costi nel breve periodo Non si riesce ad evitare il conflitto nel
lungo periodo
Si ottiene più facilmente
l’approvazione e la simpatia da
parte degli altri
Non è possibile raggiungere sempre e
con tutti questo risultato. La
conseguenza è quella di cadere nella
frustrazione
Su assumono minori
responsabilità
Se il problema è della persona passiva,
il suo disimpegno aggraverà la
situazione
Vantaggi Costi
Talvolta si riesce a controllare gli
altri attraverso messaggi
colpevolizzanti
Manipolare e colpevolizzare gli altri
produce solo inimicizia e conflitti
Si perde gradualmente stima in se
stessi, perché si vorrebbe esprimere il
proprio punto di vista ma non si è in
grado di superare i freni inibitori
COSTI E VANTAGGI DEL COMPORTAMENTO PASSIVO
SCELTA DI UNO STILE
Stile aggressivo
attraverso il piglio duro e aggressivo si ottengono i risultati. Si parte dal presupposto che gli altri siano sempre ostili e sia necessario attaccare per primi
dopo aver aggredito qualcuno ci si sente meglio. È vero ma si tratta di un beneficio ristretto nel tempo, infatti prima o poi la relazione con l’altro ne risentirà
il mondo è popolato da gente ostile dalla quale ci si deve difendere
si deve restituire pan per focaccia; è sufficiente che l’altro abbia un’opinione diversa dalla propria per attaccarlo senza lasciargli possibilità di esprimersi
quando non se ne può più uno scoppio di collera è quello che ci vuole! Questa è la reazione meno criticabile a condizione che l’attacco non produca risultati mortificanti per entrambi i contendenti
COSTI E VANTAGGI DEL COMPORTAMENTO AGGRESSIVO
Vantaggi Costi
Si ottengono risultati nel breve
periodo
Nel lungo periodo emergono segni di
crescente insopportabilità che
producono inimicizia boicottaggio,
ecc.
Si ha la sensazione di dominare la
situazione La perdita di autocontrollo costituisce
Ci si vede come persone forti e
apprezzate
Si creano inutili e pericolosi sensi di
colpa
CARATTERISTICHE DEL MESSAGGIO ASSERTIVO
il messaggio assertivo è diretto, è opportuno sostituire una fraseologia indiretta e manipolativa con una modalità espressiva immediata, utilizzando prevalentemente il pronome “io” . L’espressione “molti pensano che…” diventa “io penso che…”
il messaggio assertivo è onesto, esprime senza ambiguità ciò che la persona pensa o sente. Se mi trovassi in disaccordo col mio interlocutore direi “su alcuni argomenti mi trovo in disaccordo con te perché…”
il messaggio assertivo è coerente, ciò che viene affermato a voce corrisponde al linguaggio del corpo. Se il messaggio verbale contiene parole pronunciate in modo calmo e sereno il corpo si esprimerà in modo analogo
CARATTERISTICHE DEL MESSAGGIO ASSERTIVO
il messaggio assertivo è adeguato, è necessaria una
flessibilità comunicativa che ci consente di scegliere di volta in volta il messaggio maggiormente in sintonia con la situazione e con le opinioni e i sentimenti espressi dall’interlocutore
il messaggio assertivo favorisce l’interazione tra gli interlocutori, basandosi sul rispetto nei confronti dell’altro lo stile assertivo mantiene e favorisce lo scambio comunicativo, garantendo disponibilità al dialogo e al confronto