Presentazione Sindone, Pisa 21 Marzo 2007

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Di Alberto Di Giglio

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La Sindone come si presenta all’osservazione diretta

Gerolamo

Della

Rovere

Il Cristo

deposto e la

Sindone

(1625-30)

Torino.

Pinacoteca

sabauda

Il modo classico di mostrare la Sindone è con la parte anteriore a

Sinistra

S. Pia, Piazza San Giovanni durante l’Ostensione del 1898

Secondo Pia

all’epoca della

fotografia della

Sindone

La macchina fotografica di Pia

Prima lastra di prova formato 21x27

Lastra ufficiale formato 50x60

L’immagine a

scanner del

volto acquisita

sulla parte

frontale della

Sindone

L’immagine a

scanner del

retro della

zona del

volto

La macchia di sangue al costato (particolare visto dalla parte

anteriore della Sindone, priva di toppe e appoggiata su carta

di riso)

E’ facilmente osservabile la separazione fra siero e parte

cellulare

La macchia ematica in corrispondenza al costato vista dal retro.

La macchia ematica risulta di minore intensità

IMMAGINE DI EDESSA O

MANDYLLION• Atti di Taddeo (VI secolo):

“ ….telo piegato in quattro”

(tetradiplon)

Giovannni Damasceno (730 d.c.):

“…..telo molto lungo”

(himation)

Vita di Alexius (IX secolo):

“…..lenzuolo”

(sindon)

IMMAGINE DI EDESSA O

MANDYLLION

Codice Vossianus ( X secolo):

“….impronta dell’intera persona di Cristo”

Gregorio il Referendario (944 d.c.):

“…impronta di Cristo abellita dalle gocce

di sangue sgorgate dal suo fianco”

1353-1356 Insegna di

pellegrinaggio

Medaglione rinvenuto nella Senna nel 1855. Stemma degli

Charny e della moglie Vergy.

Le aree in azzurro indicano le macchie d’acqua

La copia di Dürer

Volto ripulito dalle ferite in posizione frontale

L’esame radiocarbonico della

Sindone

• Il 21 aprile del 1988 venne prelevato un

campione di Sindone per essere

suddiviso in tre parti consegnate ai tre

laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo.

Supervisore il Dr. Tite direttore del

British Museum.

• Il sito della Sindone interessato è stato

l’angolo in alto a sinistra

14C ed età dell’oggetto

• Finché un organismo è vivo il contenuto

di radiocarbonio risulta costante e

uguale a quello presente nell’anidride

carbonica dell’aria.

• Quando muore, viene a mancare

l’apporto di 14C che decade, per cui si

può misurare il tempo intercorso fra

misura e la morte.

14C ed età dell’oggetto

• Il campione viene bruciato in modo da

ottenere CO2 e poi in carbonio

elementare.

• Uno strumento detto spettrometro di

massa permette di determinare la

quantità di 14C.

• I dati sperimentali sono sottoposti a

trattamento statistico.

14C ed età dell’oggetto

• Le divergenze fra età radiocarbonica ed

età certa ricavata con altre metodologie

sperimentali sono sovente riconducibili

alla contaminazione da agenti

ambientali.

• Fra i reperti a rischio risultano le fibre

tessili.

14C ed età dell’oggetto

• Il metodo del 14C deve quindi essere

valutato in relazione al tipo di campione

e alla sua storia e confrontato con altre

informazioni .

In basso a destra si noti il coloro scuro del telo

d’Olanda che ha coperto dal 1534 la parte

mancante della Sindone, nella zona in cui fu

effettuato il prelievo per la radiodatazione

Zona del

prelievo visto

dal retro

Sindone. Il

tratteggio

evidenzia il

proseguimento

sul campione

prelevato della

macchia

d’acqua.

ERRORE RADIODATAZIONE

• Una pelliccia di Mammut, data per vecchia

di 26000 anni, con il C14, risultò vecchia di

soli 5600 anni

(Radiocarbon,1966)

ERRORE RADIODATAZIONE

• Una tovaglia di una cinquantina di anni di

vita, al radiocarbonio risultò vecchia di 350

anni

(Newsletter, 1998)

ERRORE RADIODATAZIONE

• Nel 1979 alcune foglie di platano cadute

dagli alberi di Roma sottoposte al

radiocarbonio, risultarono vecchie di 400

anni

ERRORE RADIODATAZIONE

• Un corno di epoca vichinga è risultato al

radiocarbonio un reperto dal futuro: del

2006!

Sovrapposizione in colore delle strutture fisionomiche; si

noti la notevole aderenza dei caratteri somatici

Sovrapposizione delle linee iconiche con il volto sindonico privo di

ferite; esiste una forte similitudine che induce a pensare che la

Sindone sia stata ispiratrice dell’arte di rappresentazione del volto

di Cristo

Volto ripulito dalle ferite in posizione frontale

Esempio di volto

naturale proposto come

elaborazione a

computer della Sindone.

Si tratta in realtà di una

rappresentazione

pittorica.

La parte frontale di

una cartolina in cui si

fa cenno alle

elaborazioni della

NASA

Si tratta della stessa rappresentazione pittorica!

CALCOLO DELLE

PROBABILITA’

Prendiamo in esame le sette

caratteristiche più significative

comuni a Gesù di Nazareth

(secondo il racconto

evangelico) e all’uomo della

Sindone.

I crocefissi venivano inchiodati

o legati con funi:

1/2

Sia Gesù, sia l’uomo della

Sindone sono stati avvolti in un

lenzuolo funebre dopo la morte

per crocifissione:

1/100

• Un patibulum ha pesantemente

gravato sulle spalle dell’uomo

della Sindone, come su quelle

di Gesù:

1/2

• L’uomo della Sindone è stato avvolto nel lenzuolo senza che venisse effettuata alcuna operazione di lavaggio e unzione del cadavere:

1/20

La Sindone reca l’impronta del

cadavere di un uomo, ma non

tracce di putrefazione e

decomposizione:

1/500

LA FERITA AL COSTATO

DESTRO

• Il Vangelo di Giovanni (19,33-34)

narra che a Gesù “…non gli

spezzarono le gambe, ma uno dei

soldati gli colpì il fianco con la lancia e

subito ne uscì sangue e acqua”.

1/10

• Tanto a Gesù, quanto all’uomo della Sindone, è stato posto sul capo un casco di spine. Nessun documento storico riferisce una tale usanza:

1/5000

PROBABILITA’ COMPLESSIVA

1/100 X 1/5000 X 1/2 X 1/2 X

1/10 X 1/20 X 1/500

=

1/200.000.000.000

Un solo nome,

GESU’ CRISTO

• …..patì sotto Ponzio Pilato, fu

crocefisso, morì, fu sepolto,

resuscitò

USANZE FUNERARIE

GIUDAICHE

• Subito dopo la morte occorre: chiudere gli

occhi, legare la mandibola, occludere gli

orifizi del volto, lavare il cadavere, ungerlo

con varie specie di aromi, avvolgerlo con

tela bianca e coprirgli il volto con un

sudario. Da questo punto di vista, ma anche

il Sudario di Oviedo, paiono corrispondere

alla pratica giudaica del lutto.