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Docente: Sr. Antonella Guarini ANNO ACCADEMICO

2016 - 2017

PIA FONDAZIONE DI CULTO E RELIGIONE CARD. G. PANICOPolo Didattico Formativo

Sede Corso di Laurea in Infermiristica

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Con il termine RESPIRAZIONE spesso ci si riferisce solo ed erroneamente all’apparato

respiratorio.In realtà alla respirazione partecipa tutto l’organismo mentre l’apparato respiratorio ne

costituisce una sola fase.

Con tale termine quindi s’intendono: gli scambi metabolici dell’organismo e delle

sostanze organiche, gli scambi di gas tra l’organismo e l’ambiente

esterno.

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CENNI DI ANATOMIA DELLE VIE RESPIRATORIE

L’aria inspirata attraversa una lunga serie di condotti nel suo percorso dal naso agli

alveoli: NASO RINOFARINGE OROFARINGE

Servono come vie di riscaldamento, di umidificazione

e di filtrazione dell’aria

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Dopo la faringe, l’aria passa attraverso la laringe costituita essenzialmente da muscoli e cartilagini:

la laringe rimane pervia durante l’inspirazione e si chiude durante la deglutizione o durante

l’esecuzione di manovre che richiedono un aumento della pressione intratoracica, come la

defecazione o il vomito.Alla laringe segue la trachea, tubo cilindrico di circa

10-12 cm di lunghezza, formato da anelli cartilaginei tra loro tenuti insieme da legamenti

( detti anulari), questi anelli posteriormente sono incompleti.

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A livello della 4°-5°vertebra toracica la trachea si divide nei due bronchi principali:

Bronco destro Bronco sinistro

I due bronchi principali si dividono a loro voltanei:

Bronchi lobari

n. 3 a destra n. 2 a sinistra

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Bronchi segmentati

……successivamente nei:

Bronchi sottosegmentari

Bronchioli

Alveoli

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Dai bronchioli respiratori si staccano i condotti che si dilatano in un grappolo di alveoli e

terminano a fondo cieco ( sacchi alveolari ).Per quanto riguarda la circolazione va ricordato che

i polmoni posseggono un doppio sistema alveolare:

Sistema funzionale Sistema dei vasi bronchiali

Quello polmonare che ha originedall’arteria polmonare ed è

deputato agli scambi gassosi.

Che ha origine dalle arterie bronchiali

(rami dell’aorta toracica ) deputatoalla nutrizione dei polmoni stessi.

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Ogni polmone è rivestito da una membrana sierosa la PLEURA

essa è costituita da due foglietti:

Viscerale interno e adeso

ai polmoni

Parietale esterno che tappezza

la parete toracica

Lo spazio pleurico presente fra la pleura viscerale e quella parietale, e la pressione al suo interno,

sono importanti ai fini della ventilazione.

LA PLEURA

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FISIOLOGIA DELLA RESPIRAZIONE

I polmoni e la gabbia toracica che li contiene sono dotati

di proprietà elastiche.

Infatti, se noi rimuovessimo i polmoni dal torace, essi si ridurrebbero di dimensione

e sarebbero pressocchè privi di aria.

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La ventilazione si realizza mediante due momenti che sono:

FISIOLOGIA DELLA RESPIRAZIONE

ISPIRAZIONE ESPIRAZIONE

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Si realizza in maniera attiva, per contrazione dei muscoli inspiratori, intercostali esterni e

soprattutto del diaframma che si abbassa.

Tale contrazione e tale movimento del diaframma causano un aumento del volume del torace, una

conseguente riduzione della pressione intrapleurica, che diventa più negativa e quindi

una espansione di volume dei polmoni con l’ingresso dell’aria.

L’INSPIRAZIONE

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In questa fase ( tranquilla ) vi è solo un rilasciamento dei muscoli respiratori, una

riduzione del volume del torace con modificazione della pressione negativa

intrapleurica, che diventa meno negativa e quindi una riduzione di volume dei

polmoni.

L’ESPIRAZIONE

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LA DISPNEA

COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

Con questo termine s’intende una sensazionesoggettiva di difficoltà respiratoria, descritta dal paziente come “affanno”, “ fame d’aria”,

“respiro corto”, “sensazione di morte imminente”.

Abbiamo diversi livelli di dispnea:• Livello I: il soggetto riesce a percorrere circa 2 Km a passo

normale prima di avvertire dispnea.• Livello II: il soggetto avverte dispnea dopo aver camminato in

piano per circa 100 m oppure dopo aver salito una rampa di scale.• Livello III: il soggetto avverte dispnea mentre cammina o svolge

le attività di vita quotidiana.• Livello IV: il soggetto avverte dispnea anche a riposo.• Ortopnea: il soggetto avverte dispnea stando sdraiato

LA DISPNEA

Le persone sane usano i muscoli del collo e del torace superiore per favorire la respirazione profonda durante un’attività fisica intensa.

I pazienti con problemi respiratori usano questi muscoli respiratori accessori per alleviare la dispnea e migliorare la respirazione.

L’uso dei muscoli respiratori accessori è spesso evidenziato da una posizione inclinata in avanti.

COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

IMPIEGO DEI MUSCOLI RESPIRATORI ACCESSORI

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COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

AFFATICAMENTO

E’ una sensazione soggettiva per la quale il pazienteriferisce una diminuita resistenza fisica.

In persone con problemi a carico dell’apparato respiratorio può essere indice di IPOSSIA.

L’affaticamento può essere considerato un segnoprecoce di peggioramento di una patologia

cronica.

Il dolore toracico può essere associato ad una ampia varietà di malattie, tra cui alcune patologie

respiratorie.

Una bronchite acuta per es. può rendere dolorose il semplice atto respiratorio, perché il flusso di aria fresca che arriva ai nervi sensibilizzati scatena una reazione

violenta.

COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

DOLORE

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COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

DOLORE

La comparsa di dolore toracico è un sintomo

importante da non sottovalutare neanche

dall’infermiere che deve conoscerne le caratteristiche:

• Dolore di origine cardiaca che di solito non aumenta

con i movimenti respiratori, coinvolge la parte sx del torace e si irradia;

COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

23

• Il dolore pleurico è periferico e si può irradiare alla zona scapolare; peggiora con movimenti inspiratori come tosse insistente, sbadiglio, singhiozzo.

Il paziente spesso descrive il dolore pleurico come una pugnalata.

COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

• Il dolore intercostale può comparire dopo un esercizio fisico, un trauma costale, un episodio di tosse prolungata. E’ spesso aggravato dai movimenti inspiratori e può essere confuso con il dolore da pleurite.

I rumori respiratori auscultati attraverso un fonendoscopio possono variare in seguito ai cambiamenti avvenuti nei polmoni.

Essi sono: • CREPITII,• SIBILI, • SFREGAMENTO PLEURICO.

RUMORI RESPIRATORI ANORMALI

Detti anche rantoli a piccole o grosse bolle.

Rumori auscultabili durante l’inspirazione e non

eliminabili dalla tosse; i rumori sono discontinui,

assomigliano al rumore di una ciocca di capelli

passata tra le dita, vicino all’orecchio.

RUMORI RESPIRATORI ANORMALI

CREPITII

Detti anche ronchi o gorgoglii.

Simili al russare o ai gemiti; uditi principalmente

durante l’espirazione, possono essere auscultati

durante tutto il ciclo respiratorio.

Possono scomparire dopo un colpo di tosse.

RUMORI RESPIRATORI ANORMALI

SIBILI

Rumori secchi, aspri, simili ai crepitii ma

più superficiali e presenti sia durante

l’inspirazione sia durante l’espirazione.

RUMORI RESPIRATORI ANORMALI

SFREGAMENTO PLEURICO

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COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

TOSSEE’ un atto espiratorio violento e a volte forzato, preceduto da una

profonda inspirazione, effettuato a glottide chiusa, in cui sono attivati i muscoli espiratori accessori e l’aria viene emessa

rumorosamente. La tosse generalmente è un meccanismo di protezione che consente di liberare le vie aeree

da muco o sostanze estranee inalate. Tuttavia la sua persistenza può essere il segnale di un problema respiratorio.

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COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

La TOSSE viene distinta in:

PRODUTTIVA SECCA

CONESPETTORATO

SENZAESPETTORATO

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La presenza di espettorato è determinata dall’irritazione delle vie aeree inferiori e dalla conseguente stimolazione delle ghiandole a

secernere una maggiore quantità di muco che viene quindi espulso con la tosse.

Quando la tosse è produttiva l’infermiere procurerà al paziente un contenitore per la raccolta

dell’espettorato, per valutarne : il colore, la consistenza, l’odore e la quantità.

COMUNI ALTERAZIONI DELLA FUNZIONALITA’ RESPIRATORIA

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Per espettorato si intende una quantità di secrezioni provenienti dalle vie respiratorie.

Tali secrezioni sono prodotte dalle cellule della mucosa bronchiale e delle alte vie respiratorie emesse attraverso il meccanismo della tosse.

E’ costituito prevalentemente da muco e cellule provenienti dai processi di desquamazione della mucosa, in altre situazioni sono presenti pus, sangue, batteri.

CARATTERI DELL’ESPETTORATO

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I caratteri dell’espettorato vanno dalla:

,

CARATTERI DELL’ESPETTORATO

quantità Che in situazioni fisiologiche è di circa 100ml/die

odore Presenti solo nei processi infiammatori e degenerativi

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Varia a seconda dell’origine, della causa e della consistenza dei processi di decomposizione.

Può essere: trasparente; giallo verdastro, denso e maleodorante, indica la presenza

di pus; giallo grigiastro, nelle forme iniziali di TBC polmonare; ruggine, tipico delle polmoniti lobari avanzate; ematico, per la presenza di sangue la cui quantità dipende

dal calibro del vaso che si è rotto.

CARATTERI DELL’ESPETTORATO

COLORE

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CARATTERI DELL’ESPETTORATO

EMOTTISI

TOSSE CON ABBONDANTE EMISSIONE DI SANGUE

TOSSE CON ESCREATO SCREZIATO DI SANGUE

EMOFTOE

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CARATTERI DELL’ESPETTORATO

SANGUE EMESSO DALLA BOCCA MA PROVENIENTEDALLE VIE DIGERENTI

EMATEMESI

ESPETTORAZIONE IMPROVVISA E ABBONDANTE DI PUS

VOMICA

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CARATTERI DELL’ESPETTORATO

CONSISTENZA

schiumoso

denso

mucoso

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ODORE

CARATTERI DELL’ESPETTORATO

In genere l’espettorato non ha un odore particolare; la presenza di cattivo odore indica una decomposizione

batterica o cellulare del tessuto polmonare.

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RESPIRO E SUOI CARATTERI

La rilevazione del respiro è una procedura che consente di rilevare i

caratteri della respirazione, allo scopo di valutare eventuali anomalie

e alterazioni.

RILEVAZIONE DEL RESPIRO

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E’ di estrema importanza osservare come respira un

paziente, rilevando la frequenza degli atti

respiratori, la regolarità, la profondità e lo sforzo

apparentemente richiesto.

A riposo gli atti respiratori sono 10 - 20 al minuto, il

respiro è regolare senza sforzo e senza impegno di

muscoli accessori; vi è una breve pausa al termine

della espirazione, che viene abolita durante il sonno.

RESPIRO E SUOI CARATTERI

41

Le alterazioni del ritmo e della frequenza respiratoria sono espressione di danno anatomico e/o funzionale ( compresa

l’ipossia ) dei centri respiratori.

RESPIRO E SUOI CARATTERI

ALTERAZIONI DEL RITMO E DELLA FREQUENZA DEL RESPIRO

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Il RESPIRO rappresenta uno dei parametri vitali importanti per valutare le condizioni critiche del paziente.

Del respiro si deve valutare:

RESPIRO E SUOI CARATTERI

frequenza

profondità forma

ritmo

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La FREQUENZA del respiro descrive il numero degli atti respiratori che si verificano in un minuto.

Nel soggetto adulto a riposo, come già detto, la frequenza normale varia dai 10 - 20 atti al minuto;

in un neonato varia dai 30 agli 80 atti al minuto;

nel bambino piccolo dai 20 ai 40.

RESPIRO E SUOI CARATTERI

44

Si parla di:

RESPIRO E SUOI CARATTERI

EUPNEA:respiro normale

TACHIPNEA:aumento della

frequenza respiratoria

POLIPNEA:aumento di frequenza

e profondità del respiro

BRADIPNEA: diminuzione frequenza respiratoria

APNEA: assenza di

atti respiratori

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Il RITMO del respiro descrive gli intervalli di tempo e di spazio che intercorrono tra

un atto ventilatorio e un altro.In condizioni normali questo intervallo è costante.

La PROFONDI TA’ del respirodescrive la quantità di aria che giunge negli alveoli e che

viene successivamente eliminata.Un respiro viene definito superficiale o corto quando la

quantità di aria introdotta è scarsa e non riesce a raggiungere gli alveoli e a partecipare agli scambi gassosi.

RESPIRO E SUOI CARATTERI

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Si parla di:

RESPIRO E SUOI CARATTERI

IPERCAPNIA

Aumento nel sanguedella

concentrazionedi CO2

IPOSSIA

Diminuzione dellaconcentrazione di O2

nel sangue

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La FORMA del respiro:

si parla di respirazione toracica o costale quando viene usata prevalentemente la cassa toracica.

Questo tipo di respiro è tipico della donna e del bambino.

La respirazione diaframmatica o addominale è invece tipica dell’uomo ed è caratterizzata da un uso prevalente del diaframma e della muscolatura

addominale.

RESPIRO E SUOI CARATTERI

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ALTERAZIONI DEL RESPIRO

E’ caratterizzato da periodi alternati di ipo – e iperventilazione; ad un periodo di apnea della durata di 5 – 30 secondi segue una fase durante la quale il volume corrente ( quantità di aria inspirata ed espirata in ogni ciclo respiratorio ) aumenta progressivamente fino ad un picco e successivamente decresce fino alla fase apnoica.

RESPIRO PERIODICO DI CHEYNE-STOKES

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E’ caratterizzato da una serie di atti respiratori irregolari per frequenza ed ampiezza seguiti da un

periodo di apnea.

ALTERAZIONI DEL RESPIRORESPIRO PERIODICO

DI BIOT

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E’ caratteristico della grande ipossia cerebrale: consiste in rapide e irregolari inspirazioni seguite da una lunga pausa espiratoria.

Caratteristico degli stadi preagonici,

pazienti in schok, ecc.

ALTERAZIONI DEL RESPIRO

RESPIRO BOCCHEGGIANTEO GASPING

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Iperpnea caratterizzata da respiri molto profondi, rapidi, regolari, con abolizione della pausa espiratoria senza sforzo apparente.

E’ il respiro presente durante l’esercizio fisico ma, a riposo, è caratteristico dell’acidosi metabolica.

ALTERAZIONI DEL RESPIRO

RESPIRO DI KUSSMAUL

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MODALITA’ DI RILEVAZIONE DEL RESPIRO

Il respiro può essere rilevato apponendo una mano sul torace o osservando l’esecuzione di quest’ultimo,

oppure in modo strumentale se il paziente è monitorato.

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IL COLORITO CUTANEO

Spesso le persone con problemi respiratori presentano un colorito bluastro, a volte localizzato in particolari distretti del corpo ( letto ungueale, labbra e lobi delle orecchie ).

Questa particolare condizione viene definita come:

CIANOSICIANOSI

LA CIANOSI

CENTRALE

PERIFERICA

DITA A «BACCHETTA DI TAMBUTO»

( Ippocratismo digitale)

Sono un fenomeno insolito riscontrato in molti pazienti con malattie polmonari o cardiache.

Per motivi tuttora ignoti, le estremità delle dita delle mani e dei piedi si arrotondano e si allargano.

Si pensa che l’IPOSSIA dei tessuti protratta nel tempo induca la liberazione di una sostanza che causa la dilatazione dei vasi delle estremità delle dita.

( Copstead &Banasik, 2000)

DITA A «BACCHETTA DI TAMBUTO»

( Ippocratismo digitale)

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L’OSSIGENOTERAPIASi definisce OSSIGENOTERAPIA la

somministrazione di ossigeno ad una persona tramite inalazione; la

concentrazione di ossigeno è superiore rispetto a quella

atmosferica e l’erogazione avviene attraverso presidi particolari.

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L’ossigeno viene somministrato quando la concentrazione di ossigeno nel sangue è inferiore ai

valori fisiologici, per favorire una adeguata concentrazione ematica e per agevolare quindi il

trasporto di ossigeno nel sangue e nei tessuti.

L’OSSIGENOTERAPIA

FINALITA’

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L’ossigenoterapia viene utilizzata nei casi di insufficienza acuta e cronica per:

Migliorare l’ossigenazione nei tessuti, Ridurre lo sforzo respiratorio nei pazienti dispnoici, Ridurre lo sforzo cardiaco nei pazienti con malattie

cardiache.

INDICAZIONI

L’OSSIGENOTERAPIA

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Diversi strumenti sono disponibili per fornire ossigeno al paziente.

I fattori da tenere in considerazione come criteri di scelta sono relativi allo stato di ossigenazione

dei tessuti del paziente e alla comodità di somministrazione.

L’OSSIGENOTERAPIA

SEDI E CRITERI DI SCELTA

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STRUMENTI PER LA SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO

STRUMENTO CAPACITA’ DI O2 CONSIDERAZIONI INFERMIERISTIC

HE

Cannula nasale ( “occhialini “)

22-44 % se si opera a 1 – 6 l/m

La concentrazione di ossigeno somministrato varia a seconda delle

caratteristiche del respiro del paziente.

Il limite max del flusso di ossigeno è di 6 l/m

per limitare la disidratazione della

mucosa nasale. Maschera di Venturi

24 – 50 % quando si opera

a 3 – 8 l/m

Fornisce una notevole e precisa concentrazione

di ossigeno.

Se il paziente esige dosi esigue di ossigeno per mantenere un’adeguata ossigenazione si può

utilizzare la cannula nasale ( occhialini nasali ).

SISTEMA VENTURI o MASCHERA DI VENTURI

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STRUMENTI PER LA SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO

STRUMENTO CAPACITA’ DI O2 CONSIDERAZIONI INFERMIERISTIC

HE

Maschera semplice

40 – 60 % se si opera a 6 – 10

l/m

E’ il sistema più comune se si opera a livello

intermedio.

Cappa d’ossigeno

22 – 99 % o più se si opera a 7 –

12 l/m

Somministrazione precisa di ossigeno per

neonati ed infanti.L’ossigeno deve essere

pre riscaldato e umidificato per

prevenire perdite di calore nel bambino.

MASCHERA SEMPLICE

CAPPA DI OSSIGENO

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STRUMENTO CAPACITA’ DI O2 CONSIDERAZIONI INFERMIERISTIC

HE

Tenda ad ossigeno 21 – 30 %

Principalmente usata per bambini piccoli che

non sono in grado di utilizzare la maschera o

la cannula.

Incubatrice 22 – 40 % e oltre

Apparecchio utilizzato per i neonati per il

controllo delle condizioni ambientali.

La quantità di ossigeno varia e si modifica ogni

volta che il presidio viene aperto.

STRUMENTI PER LA SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO

TENDA AD OSSIGENO

INCUBATRICE

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CONCENTRAZIONI DI OSSIGENO OTTENIBILE CON I DIVERSI PRESIDI

PRESIDIO FLUSSO ( L/m ) Concentrazioni di O2 in %

Cannula nasale 1- 2 3- 4 5 - 6

24 – 38 %30 – 35 %38 – 44 %

Maschera semplice 8-12 35-65 %

Maschera di Venturi

2-44-66-8

24 %28 %35 %

FLUSSOMETRO DI

OSSIGENO

SELETTORE DI FLUSSO

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Tossicità da ossigenoterapia

Questa tossicità si verifica quando l’ossigeno viene somministrato a elevati dosaggi per un prolungato periodo di tempo.

Lo sviluppo della tossicità è spesso difficile da riconoscere, tuttavia un paziente che riceve un’elevata dose di ossigeno per lungo tempo deve essere tenuto sotto attenta osservazione per quanto riguarda i seguenti sintomi:

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Tossicità da ossigenoterapia

Aumento della difficoltà respiratoria; Nausea e vomito; Agitazione; Tosse secca; Dolore retrosternale, una sensazione di bruciore o di dolore dietro lo sterno.

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La terapia aerosolica consiste nella somministrazione di farmaci

direttamente nelle vie respiratorie per il trattamento di numerose patologie

che colpiscono naso, bronchi e polmoni.

DEFINIZIONE

L’AEROSOL TERAPIA

L’aerosol è una sospensione di particelle solide o gocce di liquido che attraverso la bocca e il naso penetrano nelle vie respiratorie, dove vengono a contatto con laringe, faringe e trachea, per arrivare fino ai polmoni, dove si depositano nella mucosa bronchiale e sugli alveoli.

L’aerosolterapia può essere prescritta per una delle seguenti ragioni:

• Per idratare un espettorato denso ed evitare la formazione di tappi di muco,

• Per somministrare diversi farmaci per via inalatoria.

L’AEROSOL TERAPIA

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L’AEROSOL TERAPIA

Le particelle di liquido sedimentano secondo precise leggi fisiche, in funzione della loro grandezza; più sono piccole e meglio arrivano a sedimentare a livello dei bronchi e degli alveoli; le particelle più

grandi invece si localizzano a livello di faringe e trachea.Il nebulizzatore ha quindi la funzione di polverizzare il farmaco

in piccolissime goccioline, in modo tale che questo vengaassorbito dall’intero apparato respiratorio.

Va da sé che l’apparecchio che produce questa nebulizzazionedeve avere la capacità di erogare particelle di diametro il

più piccolo possibile.

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