Power point leggenda di romolo e remo roma

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GLI ALUNNI DELLA CLASSE VBDELLA

SCUOLA PRIMARIADI TRIVENTO

PRESENTANO:

LA “LEGGENDA DI ROMOLO E REMO”

ovvero

LA “LEGGENDA DELLA NASCITA DI ROMA”

in versi,

scritta e illustrata da noi.

Anno Scolastico 2013/2014

Esisteva, tanto tempo fa, un Re

che governava una bellissima città.

Si chiamava Numitore

e sua figlia Rea Silvia era di tanta beltà.

Un dì successe che dal suo trono cacciato fu

da Amulio, suo fratello,

che per prendere di Albalonga il gran fardello

fece sì che Numitore discendenti non avesse più.

Ma Marte vide la ragazza quando guardò in basso

e pensò che era proprio un incanto;

così di lei si innamorò come un pazzo

e i due si sposarono pertanto.

Gli sposini ebbero due gemellini

che erano due bellissimi bambini:

Romolo e Remo vennero chiamati

dai genitori davvero emozionati.

Amulio la loro esistenza venne a scoprire

così decise di farli morire.

Ma il servitore a cui l’incarico affidò

non ebbe il coraggio e nel Tevere la cesta abbandonò.

La cesta con dentro i fratellini

sul fiume, tra canne e sassolini,

navigava lenta, spinta dalla corrente,

e all’isola Tiberina giunse finalmente.

Qui una lupa li trovò

e nella sua tana li portò.

Per loro tanto affetto provò

e una vera mamma diventò.

Dei due gemellini si prese cura

ed essi non avevano paura.

Nella sua caverna li riscaldava

e con il suo latte li allattava.

Come suoi cuccioli li trattava:

mentre crescevano, con loro giocava.

Ed essi con la sua coda scherzavano

e con carezze e bacetti la ricambiavano.

Per il bene dei bambini, la lupa,

sebbene triste e cupa,

da loro si allontanò,

e Faustolo con sua moglie li adottò.

Il tempo passava in fretta

e, nei pressi dell’ isoletta,

trascorrevano la loro fanciullezza,

serena come una carezza.

Romolo e Remo adulti diventarono

e Faustolo la loro storia pensò di raccontare.

Così essi ad Albalonga tornarono

per poter il nonno vendicare.

Non appena da Amulio arrivarono,

la loro spada cacciarono

E, mentre egli li riconosceva,

il loro perdono chiedeva.

I due gemelli, però, non lo ascoltarono

e lo ammazzarono.

Sul trono Numitore tornò finalmente

e governò felicemente.

Poi, all’isola Tiberina tornarono

e di fondare una nuova città immaginarono:

bella e grande doveva diventare,

ma il suo nome non sapevano trovare.

Così una gara decisero di fare

e in cielo, gli uccelli si misero a contare:

chi più uccelli contava,

il nome alla nuova città dava.

Romolo la sfida vinse

e l’aratro spinse:

il solco subito fu tracciato

per la nuova città che aveva ideato.

Remo il solco oltrepassò

e suo fratello insultò.

Allora Romolo si arrabbiò

e di morte lo minacciò.

Egli nel petto del fratello

la sua spada conficcò;

Remo, come un piccolo uccello,

a terra morto cascò.

Romolo, della nuova città, il primo re diventò

e “Roma” la chiamò.

Egli non poteva immaginare

quanto grande e gloriosa fosse destinata a diventare.

Quel giorno era il 21 Aprile del 753 a. C.

LA LUPA SIMBOLO DELLA CITTA’ DI ROMA