NUOVO IMPAGINATO 280X400 (Page 20) · 2008. 7. 16. · dai Maza de Liana e annesso a un vasto feudo...

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Paesi di Sardegna Gennaio-Febbraio 200820

Èdifficile incrociare il paesino di Villa Verde facendo ipercorsi usuali; bisogna deviare apposta per

incontrarlo, appartato e nascosto com’è in quelladepressione geografica ai piedi del monte Arci. E’ laMarmilla più profonda, detta in parte Usellus. Villa Verde, l’antica Bànnari, è un nucleo abitativoantichissimo, verosimilmente di origine nuragica, agiudicare dalla densità degli edifici nuragici del suoterritorio Nelle campagne di Villa Verde è stata trovata, tra glialtri reperti di età romana, anche una bella monetadell’imperatore M. Salvius Otho, morto suicida nel 69dopo Cristo. Questa moneta è un chiaro indizio dellafrequentazione romana del territorio già nel I secolodopo Cristo e quindi di un’entità abitativa visitata. Lostesso suo antico nome Bànnari, in dialetto Bàini,potrebbe essere indicativo - oltre all’uso orientale delpaese di venerare la Madonna Assunta dormiente - diuna stretta relazione col mondo greco-bizantino.Dal 1341 abbiamo testimonianze storiche dell’esistenzadi Bànnari, perché in un elenco dei “Cinque libri”dell’archivio vescovile, è detto che viene eletto a reggerela parrocchia di “san Giorgio di Pau e di santa Maria diBànnari, il rettore Petrus Cadau”. In seguito, Bannarisegue le vicende serene o tristi di tutte le comunità delGiudicato d’Arboréa.Oggi, l’isolamento e la depressione geografica in cuigiace Villa Verde, potrebbero essere il simbolo delladepressione economica e sociale in cui è caduto questonobile paesino. Una grande tristezza attanaglia il cuorequando si pensa che esso potrebbe scomparire del tutto,come già successo ad altri villaggi della Marmilla:Bonòrcili e Carcàxia di Mogoro, Sèrzela

(Gonnostramatza), Azeni, Pardu, Gòcula (Baressa),Genussi (Simala), Ussarella (Ussaramanna), Sitzamus(Pauli Arborei), Serru (Gonnosfanadica). Questivillaggi sono scomparsi tra il 1600 e il 1800. Altricinquanta e più scomparvero prima del 1600, secondoelencazioni presenti nel Trattato di pace stipulato traEleonora d’Arborea e gli aragonesi (Pietro IV eGiovanni I), nelle Rationes decimarum Italiae (secoliXIII e XIV) e in altre citazioni del Tola, Spano, Angius,Casalis ecc.Solitudine, abbandono, spopolamento in ten-denzasempre più negativa, denunciano complicanze mortalidi malattie inarginabili. Si direbbe che siamo allo statoterminale. I sintomi gravi ci sono tutti. Tra poco, non cisarà più neanche il malato da curare. Nel 2007 le famiglie sono un centinaio, gli abitanti 370;dieci anni fa erano 470, cinquant’anni fa 700. Bambinidi scuola materna 7, alle elementari 11, alle medie 8.Negli anni Quaranta del secolo scorso, ogni classe,come la mia, aveva una media di una quindicina diragazzi. Oggi, per le materne e le elementari, Villa

Verde è consorziata con Ales perché nel paese nonesistono più le scuole. Per le medie, i ragazzi partevanno ad Ales e parte ad Oristano, per fortuna conspese di trasporto pagate al 90 per centodall’amministrazione comunale. La Posta è aperta agiorni alterni per sei ore. Il medico e lo sportellofarmaceutico, quattro giorni la settimana. Una fettaconsistente di circa 150 abitanti ha lasciato VillaVerde. Questo significa che un gran numero di forzelavorative ha abbandonato il corpo sociale. In altreparole: di emigrazione si può anche morire Eppure il territorio offre un potenziale concreto diordine turistico, archeologico, paesaggistico e culturalenon ancora sfruttato.Villa Verde giace in una delle principali zoneinteressate dalla preistorica ossidiana. La natura aVilla Verde si produce in uno scialo di struggentebellezza. A dispetto dell’altezza non eccelsa dei suoimonti, i panorami che offrono la campagna e i rilievi,una volta raggiunti i pianori montani, sono davverosconfinati e di una rara bellezza. Ammirare da quellealture il sorgere del sole o lo spuntare sereno della lunanei crinali della Giara è una cosa davveroindimenticabile. Qui ritrovi il lusso del silenzio.Camminare in quei boschi solitari di lecci e fillireeinfestonati di muschio e licheni è un’esperienza unicache incide profondamente e disintossica l’animo delvisitatore. Sembra quasi di sentire le voci degli avi chequi hanno trascorso la loro vita, hanno percorso questisentieri, hanno calpestato queste foglie secche eodorato queste distese di asfodeli e di profumatissimiciclamini.

Vitale Scanu

Tra Loculi e Onifai, nella pianafluviale del Cedrino, l’antico centro di

Irgoli (2300 abitanti, 26 metri sul livellodel mare, provincia di Nuoro, a 38 km )ha a ovest il nuraghe Su Guardu, a nordSiniscola, sulle ultime propaggine delMonte Albo, e a sud Galtellì. Il mare, aest, è a 7 chilometri, con la splendidaMarina di Orosei. Collegato da un brevetratto di strada con la la statale 129 cheporta a Nuoro, Irgoli vive oggisoprattutto di agricoltura e pastorizia.Orti e vigneti trovano nelle fertili terredella piana l’humus adatto per rigogliosiraccolti. I vini, dalla vernaccia al

cannonau, al nieddu-mannu e alretagliu, garantiscono, con la loroqualità, una notevole attivitàcommerciale. Altrettanto si può dire perla pastorizia. Le carni suine offronoottimi insaccati, noti in tutta laSardegna, ormai prodotti e diffusi amisura industriale. Ottime anche lecarni bovine, ovine e caprine. Vacche,pecore e capre sono molto importantianche per la produzione del latte e deisuoi derivati, tutti di prim’ordine, moltoricercati a livello commerciale. Anche laproduzione del lino, quasi sempresovrabbondante riguardo al fabbisogno

locale, rappresenta una risorsaconsiderevole. Un’altra risorsa è il miele,anch’esso prodotto e diffusoindustrialmente.Per quanto riguarda l’artigianato, leattività più notevoli sono legate allatessitura della lana e del lino, prodottiche vanno soprattutto lavorati a livelloprevalentemente domestico.Operano nel paese tutti quei servizi chefanno oggi di ogni abitato un centroattivo per una convivenza organica edinamica: banca, servisi medici, scuoladell’obbligo, biblioteca comunale eattività culturali. La storia di Irgoli èsimile a quella di quasi tutti i paesi dellaSardegna. Il paese, sorto in epocaromana su un terreno largamentefrequentato nella preistoria, può essereconsiderato una statio sulla strada cheda Tibula (Santa Teresa Gallura)portava a Carales (Cagliari). Nel periodomedioevale Irgoli appartenne algiudicato di Gallura, curatoria di Orosei-Galtellì. La sua posizione di confine tra idue giudicati di Gallura e di Torrescausò forti conflitti proprio per lalocalizzazione esatta di confini stessi.Dopo l’estinzione della dinastia deVisconti, che ne ebbero la signoria,Irgoli divenne oggetto di contesa tra ilComune di Pisa e gli Arborea. Quandogli Aragonesi conquistarono la SardegnaIrgoli era sotto i Doria; i quali nel 1325si ribellarono agli Aragonesi: e il borgo diIrgoli fu terreno di scontri armati checondussero il villaggio a un progressivoimpoverimento. Nel 1347 fu affidato aGiovanni d’Arborea. SuccessivamenteGiovanni d’Arborea fu imprigionato dalfratello, il giudice Mariano IV. Durantela seconda guerra accesasi tra MarianoIV e Pietro IV Irgoli fu occupato daisoldati del giudice Mariano IV che loabbandonarono solo alla fine delconflitto. Quasi fosse un luogo votatoall’avvicendamento continuo dei padronie delle battaglie, Irgoli dal 1409 in poicontinuò ad essere teatro di fortitensioni esterne e interne. Negli anni e

nei decenni successivi si susseguirononon poche nuove vicende. Fu acquistatodai Maza de Liana e annesso a un vastofeudo che la famiglia aveva tra Gallurameridionale e il Nuorese. Estinta lafamiglia dei Maza Irgoli passò a quelladei Cascant, che si estinse anch’essa nel1541. Immediatamente dopo si acceseroliti giudiziarie tra i diversi pretendentiall’eredità del paese e del territorio.Ma come sempre, contrasti, vicende epersone passano, mentre la terra resta:nel 1751 Irgoli venne incluso nel feudodella famiglia Portugal. Ma anchequesta si estinse e il paese divenne parteintegrante del marchesato di Orani deiDe Silva Fernandez, sotto i quali restòfino alla liberazione dai feudi. Nei secolisuccessivi ci furono nel paese lotteintestine per l’utilizzo comune deipascoli. Si era all’inizio di una nuova eracon fatti che, una volta tanto, volgevanoal miglio: nel 1821 Irgoli entrò a farparte della provincia di Nuoro e nel 1838si liberò defintivamente dagli antichifeudatari. Il visitatore di Irgoli ha molto da vederenel paese e nei dintorni: a cominciaredall’intrico di vie con case in pietra, adue piani, tra le quali emergono edificidegni di nota come l’antica chiesaparrocchiale di San Nicola, oggetto dinon poche modifiche. Fuori dal paese c’èl’oasi faunistica di Monte Senes: unparco di rara bellezza dove la natura,rispettata e protetta, offreall’osservatore il meglio di se stessa.Una serie di nuraghi, domus de janas(singolari, per le loro incisioni, quelle diSa Conca ‘e Mortu), menhir, tombe digiganti e un pozzo sacro, dà un’ideatangibile di quello che era il territorio inepoca remota. Interessanti le rovine delvillaggio romano di Dorimannu. Duedate da ricordare: ad agosto la “festadell’organetto” con esperti suonatori ingara; e a settembre la festa diSant’Antioco con quanto di meglio puòoffrire, dai canti, ai balli, alle musichela tradizione folcloristica e popolare.

Al centro delle contesetra i Giudicatidi Torres e Gallura

IRGOLI

di Franco Fresi

Come muoreun paese

VILLAVERDE

Una natura di straripante bellezza comerichiamo per un turismo diverso