Nuove tendenze nella green economy

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Presentazione realizzata per il Comune di Rimini nell'ottobre 2010. Una panoramica sulle principali tendenze legate all’ecosostenibilità: dal packaging a basso impatto all’eco-trasparenza radicale, dall’innovazione collaborativa alla progettazione basata su criteri ecoattivi. È anche l’occasione per chiedersi, al di là del buonismo e di molti luoghi comuni, cosa vogliono realmente i consumatori “green”: prodotti che offrano benefici personali (risparmiare sulla bolletta, ad esempio) e non solo ricadute positive per l’ambiente.

Transcript of Nuove tendenze nella green economy

Le tendenze nella green economy Valentina Durante

1. ECO-TRASPARENZA RADICALE

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

4. GREEN RE-THINKING

5. EFFICENZA ENERGETICA

6. GREEN DRIVING

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

8. LOW IMPACT PACKAGING

9. GREEN FOOD

10. TOXIC FREE

Appare logico pensare che durante un periodo di

recessione – dominato da un aumento del tasso di

disoccupazione e dalla contrazione dei salari – i

consumatori ripieghino su acquisti basici: prodotti ben

conosciuti e dal costo contenuto.

Questo costituirebbe un problema per molti prodotti

green, con i loro marchi spesso mai sentiti e con i loro prezzi

mediamente più elevati

INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE

INTRODUZIONE

Tuttavia da numerose ricerche di mercato effettuate nell’ultimo anno emerge un consumatore

parecchio incline agli acquisti di prodotti verdi, purchè questi

rispettino delle precise caratteristiche.

INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE

INTRODUZIONE

Cosa chiedono dunque i consumatori?

Innanzitutto dei prodotti verdi che offrano dei benefici

personali, non solo delle ricadute positive per l’ambiente

(da sole queste non sono sufficienti).

C’è dunque un crescente interesse per tutti quei prodotti e servizi che aiutano a tagliare

le spese energetiche.

INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE

INTRODUZIONE

Ma non va trascurato l’effetto rebound: alcune ricerche

mostrano come i consumatori sprechino dal 5 al 12% del

potenziale risparmio energetico proveniente dalle lampadine a

basso consumo poichè le lasciano accese più a lungo

(tanto consumano meno no?).

Anche un sistema di riscaldamento più efficiente

spinge ad alzare i termostati, facendo andare in fumo dal 10 al 30% del risparmio previsto.

INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE

INTRODUZIONE

Questo significa che anche la comunicazione di brand di

prodotti ecofriendly non deve più limitarsi al solo aspetto

ambientale.

I consumatori vogliono prodotti che non siano solo “verdi” ma

anche migliori – perchè offrono un qualche vantaggio

personale, perchè fanno risparmiare, perchè hanno

prestazioni elevate, perchè sono più salutari o

semplicemente perchè sono esteticamente accattivanti.

INTRODUZIONE: GREEN MARKETING E RECESSIONE

INTRODUZIONE

1. ECO-TRASPARENZA RADICALE

Per “TRASPARENZA RADICALE” si intende un ciclo

virtuoso che si sviluppa quando delle informazioni dettagliate a proposito di aziende, prodotti o

ingredienti diventano istantaneamente e

diffusamente disponibili ai consumatori, rendendoli così in

grado di fare scelte più consapevoli e di dirottare quindi

il mercato verso prodotti meno dannosi e più sostenibili.

TRASPARENZA RADICALE

1. ECO-TRASPARENZA RADICALE

La trasparenza radicale assume forme diverse.

La prima ha origine dal boom del social networking e si concretizza in una nuova

generazione di blog, widget, siti web e applicazioni.

Esempi sono GoodGuide.com e HealthyStuff.org, assieme

alle lore app per cellulare, che permettono ai consumatori di

confrontare l’impatto ambientale e sulla salute di

svariati prodotti e marchi.

TRASPARENZA RADICALE

1. ECO-TRASPARENZA RADICALE

La seconda si concretizza nella quantità di informazioni

dettagliate a proposito di aziende e prodotti che vengono rese disponibili da enti noprofit

come l’Interfaith Center on Corporate Responsibility e

Climate Counts: entrambi indicizzano le aziende

relativamente al loro impegno e ai risultati ottenuti sul fronte

della lotta al cambiamento climatico.

TRASPARENZA RADICALE

1. ECO-TRASPARENZA RADICALE

La terza proviene dai media mainstream, come Newsweek

ad esempio.

Ma non solo: le stesse aziende decidono di uscire allo scoperto, in alcuni casi

volontariamente, in altri in seguito a pressioni da parte di

gruppi di attivisti.

Lo scorso anno Apple, Clorox e SC Johnson hanno

acconsentito a pubblicare la lista completa degli

ingredienti/componenti dei loro prodotti.

TRASPARENZA RADICALE

1. ECO-TRASPARENZA RADICALE

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

L’evoluzione della green economy è costellata da una

quantità considerevole di innovazioni spesso non sempre così plateali e visibili/percepite

dai consumatori.

Le lattine di alluminio, ad esempio, contengono circa un

terzo di alluminio in meno rispetto a quelle di una decina

d’anni fa, ma di certo la maggior parte dei consumatori

non se n’è mai accorta.

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

Tradizionalmente queste eco-innovazioni sono risultati

conseguiti da singole aziende.

Ma negli ultimi 2-3 anni sono nati numerosi consorzi o gruppi

che si propongono di condividere e diffondere

soluzioni ed innovazioni.

Uno di questi è l’Eco Patent Commons lanciato nel 2008 da

IBM, Nokia, Pitney Bowes e Sony, con la regia del World

Business Council for Sustainable Developments

(WBCSD).

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

Questo gruppo si propone di rendere di pubblico dominio e

liberamente utilizzabili una serie di brevetti utili per ridurre

l’impatto ambientale di processi e prodotti.

Nel sito del WBCSD è disponibile un database dove sono raccolte le informazioni riguardanti al momento più di

100 tecnologie.

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

Questa apertura alla collaborazione, oltre a dimostrare un diverso

approccio culturale delle aziende al green business, può

essere particolarmente importante per le piccole e

medie imprese, generalmente restie a sviluppare progetti

innovativi di eco design per gli investimenti necessari e i ritorni

difficili da calcolare.

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

Altro gruppo è GreenXchange, fondato con l’obiettivo di

consentire alle aziende di condividere la proprietà

intellettuale per il design, il packaging e la manifattura di

prodotti verdi.

L’iniziativa viene da realtà come Nike e Best Buy e il

gruppo ha stabilito una partnership con Creative

Commons, un'organizzazione non profit dedicata

all'espansione della portata delle opere di creatività offerte

alla condivisione e all'utilizzo pubblici.

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

L’ Environmental Defense Fund ha fondato invece Innovation Exchange per incoraggiare le

imprese a condividere best practices collegate a risparmio energetico, idrico e numerose

altre problematiche.

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

Tutte queste iniziative utilizzano modelli differenti, ma

con un unico scopo: stimolare e accelerare l’innovazione verde

e offrire un nuovo modello di condivisione – la

consapevolezza che ciò che ha funzionato in un settore

potrebbe essere applicato, con modalità del tutto differenti,

anche in un altro.

2. INNOVAZIONE COLLABORATIVA

GREEN INNOVATION

3. PROGETTARE CON CRITERI

ECOATTIVI

Vivere e produrre a impatto zero non è più sufficiente: è

necessario che i nuovi edifici si facciano carico anche della

produzione di energia e della riduzione del tasso di

inquinamento dell’ambiente.

Questo significa progettare con criteri ecoattivi: utilizzare

tecniche e materiali non solo ecosostenibili ma anche in

grado di giovare all’ambiente.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Il Solar Drop Anti-Smog di Vincent Callebaut è un nuovo complesso museale realizzato

a Parigi.

Mentre il grande impianto fotovoltaico produce energia

elettrica, il rivestimento in biossido di titanio lavora con

le radiazioni ultraviolette facendole interagire con le

particelle d'aria e abbattendo così alcune sostanze inquinanti

e contaminanti.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Il Pearl River Tower in costruzione a Guangzhou è

stato definito uno degli edifici più ecologicamente sostenibili

al mondo.

La progettazione è dello studio Skidmore, Owings & Merrill.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Il Cor Building (Oppenheim Architecture + Design) in

costruzione a Miami è rivestito di una seconda pelle a maxi-

oblò che ripara dal freddo durante l’inverno, scherma

l’eccesso di calore in estate e include una corona di pale

eoliche per la gestione carbon-free dell’edificio.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

La Hearst Tower (Foster & Partners) a Manhattan è il

primo grattacielo verde di New York.

È stato progettato per un consumo energetico inferiore

del 25% rispetto agli standard della città.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

La Phare Tower (Thom Mayne) verrà costruita a Parigi

è sarà ultimata entro il 2014.

Sarà un “edificio verde” con una centrale eolica che

provvederà al riscaldamento e una “doppia pelle” in acciaio e

vetro che innescherà un meccanismo di auto-

raffreddamento nei mesi più caldi.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

In costruzione a Dubai, la Rotating Tower di David

Fisher è un grattacielo in cui ogni piano è indipendente da

quelli inferiori e superiori ed è in grado di ruotare su se stesso.

Inoltre sarà in grado di provvedere non solo al proprio

fabbisogno energetico, ma anche a quello degli edifici

vicini grazie all’installazione di 48 turbine eoliche e di celle fotovoltaiche sui tetti di ogni

piano

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

L’architetto Vahan Misakyan ha progettato per la città di

Yerevan, in Armenia, un “grattacielo in evoluzione”: è un

gruppo di tre torri geodetiche assemblate insieme mediante

ponti.

Una serie di dispositivi controllano la quantità e l’incidenza della luce in

ingresso per ridurre al minimo gli sprechi. Inoltre una facciata

fotovoltaica e un insieme di turbine eoliche provvedono al

fabbisogno energetico dell’intero complesso.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Il masterplan per Zira Island di studio Big è un complesso

residenziale da un milione di metri quadrati, pensato come

un habitat energeticamente autonomo che sfrutta

geotermia, vento e raggi solari.

Sorgerà sul mar Caspio, poco lontano dalla capitale Baku.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

E continua anche il trend dei progetti finalizzati a catturare e

utilizzare l’energia cinetica prodotta dal movimento umano.

Dopo il Temple Nightclub e il Watt di Rotterdam è stato

aperto un eco-nighclub anche a Londra. La pista da ballo è in

grado di produrre il 60% dell’energia necessaria

all’edificio.

L’iniziativa è dell’associazione Club4Climate.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Lo stesso principio è alla base di River Gym.

Si tratta di una barca-palestra che viaggia avanti e indietro per

l’Hudson e l’East River di New York.

L’alimentazione è fornita dall’energia cinetica catturata

dalle apparecchiature per gli esercizi.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

A Parigi un edificio residenziale a basso impatto viene

alimentato grazie all’energia raccolta dai cittadini che

transitano nella stazione della metro sottostante.

Ogni passeggero rilascia infatti circa 100 vatt sotto forma di

calore disperso ogni volta che entra e aspetta che arrivi il

treno.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Un garage sotterraneo che si autoalimenta sfruttando

l’energia prodotta dalle raffiche di vento che soffiano a

Chicago.

CRITERI ECOATTIVI > architettura

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Noon Solar è un’azienda di Chicago che produce borse

dotate di pannelli solari in grado di ricaricare cellulari e

mp3 player.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Solar Power Necktie: realizzata dai ricercatori della Iowa State University con un sottile film fotovoltaico.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Sakku Solar Bag è una borsa dotata di pannelli fotovoltaici

e realizzata con vele da barca riciclate.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Il prof. Ville Kaajakari della Louisiana Tech University ha

sviluppato una tecnologia che raccoglie l’energia

sviluppata camminando grazie a un piccolo

generatore inserito nella suola di una scarpa.

Questa può essere utilizzata per ricaricare delle batterie o

alimentare device elettronici.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Power Wellies, degli stivali che trasformano il calore sviluppato dai piedi

camminando in energia elettrica utile per ricaricare –

ad esempio – il cellulare.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Ideato dagli studenti di Harvard, sOccket è un pallone da calcio che immagazzina

energia.

E’ pensato per i bambini che vivono in aree disagiate:

l’energia raccolta quando giocano a calcio viene poi utilizzata per alimentare la

lampada con cui fanno i compiti alla sera.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Ogni anno vengono gettate 51mila tonnellate di batterie

scariche di telefoni cellulari.

Patrick Hyland sta lavorando a un cellulare (Nokia E-Cu) che

– grazie alla cover in rame che trasmette calore a un

termogeneratore interno – si ricarica mettendolo su un termosifone o tenendolo

nella tasca dei pantaloni.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

Ecooler di Mey Kahn e Boaz Kahn, due designer

israeliani, offre un’alternativa al condizionamento e

raffreddamento di ambienti interni, solitamente ad

elevato consumo di energia elettrica. Ecooler, che utilizza l’acqua fredda come sistema

refrigerante, si ispira alla tradizione architettonica

mediorientale.

E’ il terzo classificato al concorso iida awards 2010 organizzato

da designboom.

CRITERI ECOATTIVI > fashion & design

3. PROGETTARE CON CRITERI ECOATTIVI

4. GREEN RE-THINKING

Ripensare gli spazi urbani in chiave ecofriendly o nell’ottica

di favorire una maggiore integrazione fra città e natura.

Shinjuku Gardens, a Tokyo, è un parcheggio le cui pareti in

tradizionale cemento pieno sono sostituite da una serie di

balaustre che fungono da base per la crescita di erba.

Gli spazi interni sono decorati dagli street artist locali.

RIPENSARE GLI SPAZI URBANI

4. GREEN RE-THINKING

Il progetto dello studio di Boston Choi + Shine Architects

per il governo islandese…

4. GREEN RE-THINKING

RIPENSARE GLI SPAZI URBANI

Moksha Tower, un progetto per la città di Mumbai, è un

cimitero verticale che ottimizza lo spazio urbano e soddisfa le

necessità degli abitanti di culto cristiano, islamico, hindu e

parsi.

Inoltre garantisce la presenza di un’area verde che aiuta a

contenere la produzione di Co2.

4. GREEN RE-THINKING

RIPENSARE GLI SPAZI URBANI

Edifici che si fondono con l’ambiente circostante, quasi

mimetizzandosi in esso.

Esempi:

I tetti verdi del Lycee Jean Moulin a Revin (Off

Architecture).

ARCHITETTURA MIMETICA

4. GREEN RE-THINKING

La School of Art, Design & Media nel campus Nanyang

Technological University, Singapore.

ARCHITETTURA MIMETICA

4. GREEN RE-THINKING

La New Norwegian National Opera and Ballet a Oslo

(Snøhetta), a forma di iceberg.

ARCHITETTURA MIMETICA

4. GREEN RE-THINKING

5. EFFICENZA ENERGETICA

Quello dell’efficienza energetica è un tema sempre

più rilevante per le aziende. Alcune delle opportunità più

interessanti riguardano ottimizzazioni e

implementazioni basiche – illuminazione, riscaldamento,

climatizzazione…

Coca-Cola ad esempio è riuscita a tagliare il suo

consumo di elettricità di 5.6 milioni di kilowattora

semplicemente razionalizzando il suo sistema di illuminazione.

5. EFFICENZA ENERGETICA

ENERGY MANAGEMENT

Gestire il risparmio energetico è diventato sempre più semplice,

grazie all’utilizzo di nuovi software e tecnologie di energy

management che consentono alle aziende di ottenere

informazioni in tempo reale sul loro consumo e/o di

razionalizzarlo.

5. EFFICENZA ENERGETICA

ENERGY MANAGEMENT

Engenuity Systems, ad esempio, sta aiutando

McDonald’s a risparmiare il 13,6% di ciò che viene speso ogni anno per illuminazione,

riscaldamento, condizionamento e cottura (si

tratta di 1,5 mld di dollari).

Sono stati insallate delle apparecchiature che spengono

le luci a certe ore del giorno e che monitorano e controllano

costantemente la temperatura ambientale regolando il

riscaldamento/condizionamento di conseguenza.

5. EFFICENZA ENERGETICA

ENERGY MANAGEMENT

L’IT ha certo un impatto non trascurabile sull’ambiente – 2%

delle emissioni totali di gas serra, 3% nel 2020 – ma è altresì fonte inesauribile di

soluzioni atte a rendere aziende e privati più

energeticamente efficienti.

Un caso è quello della sostituzione di attività ad alto

impatto energetico con surrogati hi-tech più

ecocompatibili.

GREEN IT

5. EFFICENZA ENERGETICA

Esempi sono l’utilizzo della telepresenza e dei meeting

virtuali per sostituire i tradizionali viaggi di lavoro, o il

telelavoro al posto della presenza costante dei

dipendenti in ufficio.

Applicazioni come GoToMeeting e GoToWebinar

stanno diventando ormai una realtà consolidata a livello

internazionale.

5. EFFICENZA ENERGETICA

GREEN IT

Benchè tutti siamo ormai consapevoli dell’importanza di

adottare comportamenti ecosostenibili, c’è ancora molta

confusione circa l’impatto che le nostre azioni quotidiane

hanno sulla produzione di CO2 e sullo spreco di energia

Ecco perchè una delle tendenze attualmente più

promettenti nella green economy è quello dei

apparecchiature, software e applicazioni che aiutano a monitorare il consumo di

energia di privati e aziende.

DATA VISUALIZATION

5. EFFICENZA ENERGETICA

Consumo personale

Sono svariati i siti web dotati di calcolatori che permettono di misurare la propria impronta

energetica individuale.

Un esempio lo si trova su Nature.org.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Toyota è stata la prima a dimostrare come la

visulizzazione dei consumi – presente nella sua Prius –

condizionasse in modo positivo il comportamento del guidatore

nell’ottica di una maggiore ecosostenibilità.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Con il suo SmartGuage Ford trasforma la guida intelligente in

un videogame (maggiore efficienza = punteggio più

elevato).

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Consumo domestico

Google PowerMeter tiene il conto del consumo di elettricità

giornaliero, settimanale e mensile, e dà anche consigli su

come fare per ridurre il nostro utilizzo di energia.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Wattson rappresenta l’energia consumata in valuta corrente

(euro, dollari, sterline o yen) ed enfatizza il tutto attraverso

variazioni cromatiche.

Home Joule invia le informazioni relative all’impatto

economico acquisendole direttamente dall’azienda

fornitrice.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Shower Time by Efergy rileva la quantità d’acqua consumata

quando si fa la doccia.

Si imposta la quantità massima d’acqua che si intende

utilizzare e quando questo limite viene raggiunto si viene

avvisati con un segnale acustico.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Tendril Vision monitora i consumi energetici domestici e li confronta con quelli dei vicini

di casa.

Aiuta anche a sfruttare le tariffe migliori a seconda dei momenti

della giornata.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Tio è un prodotto che si propone di sensibilizzare i

bambini sull’importanza del rispramio energetico.

Il fantasmino cambia colore (da verde a rosso) ed espressione

(da contento ad arrabbiato) quando la luce viene lasciata

accesa troppo a lungo.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Power Aware di Static! è un cavo che rende visibile il

consumo di energia: è blu appena la luce viene accesa e

diventa sempre più chiaro con il passare delle ore.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Conserve Insight di Belkin mostra il reale impatto energetico di svariate

apparecchiature domestiche (è sufficiente attaccare la spina

nel rilevatore).

Viene presentato un rendiconto del consumo annuo in termini di watt consumati, denaro speso e

produzione di CO2.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Non solo tecnologia…

Stop The Water While Using Me è una linea di prodotti per l’igiene personale che invita a

chiudere il rubinetto dell’acqua quando ci si sta insaponando o

lavando i denti.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Water Displacement di Rochus Jacob è un set di pietre per

vasca che riducono lo spreco di acqua quando si fa il bagno.

E’ uno dei progetti selezionati al concorso iida awards 2010 organizzato da designboom.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Consumo aziendale

Tririga ha lanciato un software che aiuta le grandi

organizzazioni a gestire e ridurre la loro emissione di gas

serra.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Hara Software propone un’applicazione corporate che

consente alle aziende di monitorare il proprio uso di

risorse energetiche a livello di sistema, offrendo poi delle

indicazioni per ridurre il consumo.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

Webcor Builders e Climate Earth hanno sviluppato in

partnership un database delle emissioni di gas serra

caratteristiche di ogni materiale da costruzione per aiutare a

progettare edifici con il minor impatto ambientale.

5. EFFICENZA ENERGETICA

DATA VISUALIZATION

6. GREEN DRIVING

Se a causa della crisi i consumatori si sono tenuti

distanti dagli autosaloni, un segnale positivo e orientato alla

sostenibiltà è arrivato – perlomeno negli USA - dal

mondo corporate e istituzionale.

Quella delle flotte verdi è infatti una realtà in crescita, come si può constatare da una serie di

esempi.

6. GREEN DRIVING

FLOTTE VERDI

Negli Stati Uniti sei grandi società hanno accettato di

utilizzare i nuovi veicoli Smith Newton, i più grandi camion

elettrici del mondo: si tratta di Pacific Gas and Electric, Coca-

Cola, Staples, Frito-Lay, AT & T e Kansas City Power & Light.

AT & T distribuirà 15.000 veicoli a combustibile

alternativo alle sue filiali entro il 2019.

6. GREEN DRIVING

FLOTTE VERDI

Coca-Cola invece si prefigge di ridurre le proprie emissioni

globali del 15% entro il 2020.

Nel lungo termine, un partenariato con Smith

potrebbe diventare molto redditizio. La Smith Electric

Vehicles abbatte anche i costi di consumo, con un costo

medio di 8 centesimi/miglia, rispetto ai 40 centesimi/miglia

per il diesel. La società si aspetta che il ciclo di vita dei

costi dei veicoli elettrici scenda al di sotto dei veicoli tradizionali

entro il 2011.

6. GREEN DRIVING

FLOTTE VERDI

Il mercato dei veicoli elettrici è probabilmente il campo del futuro. Se oggi i costi sono

quasi competitivi, nei prossimi anni lo saranno molto di più,

visti i finanziamenti (si parla di 2 miliardi di dollari) che

arriveranno per la ricerca dei veicoli batteria dal Governo

americano, il che fa presupporre una diminuzione

dei prezzi in maniera significativa nei prossimi due

anni.

6. GREEN DRIVING

FLOTTE VERDI

Già da tempo UPS sta investendo

nell’ammodernamento della sua flotta di veicoli in chiave verde. Attualmente l’azienda

utilizza nel mondo circa 2.200 veicoli ecologici, alimentati a

gas naturale, Gpl, ibridi o elettrici.

In Italia la flotta è composta in tutto da 1.300 mezzi, dei quali i Free Duck (mini-flotta di veicoli

elettrici-ibridi, forniti da Ducati Energia) costituiscono i primi a

emissioni zero.

6. GREEN DRIVING

FLOTTE VERDI

E non si tratta solo di scegliere il veicolo più sostenibile: anche il modo in cui si guida può fare

la differenza

A esempio, PHH Arval, una delle più grandi realtà

statunitensi di noleggio di flotte aziendali, ha lanciato il

programma a GreenFleet che unisce alla scelta del veicolo

anche una fase di training del guidatore e una manutenzione

accurata del mezzo. Questo consente di tagliare i costi del

7% annuo.

6. GREEN DRIVING

FLOTTE VERDI

Sul fronte consumer la diffusione di veicoli ibridi è

ancora limitata. Si cerca dunque di puntare du

comportamenti alternativi di risparmio.

NuRide ricompensa con premi gli automobilisti che riducono

l’uso della propria auto (andando a piedi, in autobus, in

metropolitana o in bicicletta) o che lo razionalizzano di

concerto con altri che fanno lo stesso percorso (car pooling).

NuRide

6. GREEN DRIVING

I premi, forniti dalle aziende sponsor di NuRide, consistono

in buoni da spendere in prodotti e biglietti per eventi e

spettacoli.

Si calcola che un utente regolare di NuRide arrivi a

“guadagnare” circa 350 $ in un anno.

Dal canto loro, gli sponsor ricevono (oltre alla visibilità)

informazioni sulle abitudini degli utenti iscritti. Questi infatti

sono chiamati ad inserire sul sito le informazioni circa le loro

abitudini “verdi”.

NuRide

6. GREEN DRIVING

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

Abteil realizza accessori con borse dell’acqua calda utilizzate

dall’esercito tedesco.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Softwalker ritira i vecchi jeans e li riconsegna al consumatore sotto

forma di sandali.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Nike ha cavalcato il trend con il modello Trash Talk, prodotto

utilizzando gli scarti delle lavorazioni.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Reaburn Design, una collezione realizzata utilizzando paracaduti

e altri tessuti militari riciclati.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Acorn Studios trasforma scarti dell’industria elettronica e

informatica in gioielli e accessori per geek eco-friendly.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Ornj Bag, borse realizzate con recinzioni in plastica per cantieri

abbandonate.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Branch, una linea di borse realizzate con palloni da calcio

riciclati.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

WiTHiNTENT recupera le migliaia di tende abbandonate

dai ravers che partecipano agli svariati festival musicali che si

tengono ogni anno in Inghilterra.

Con questi realizza impermeabili e altri accessori, sempre

destinati al mercato dei festival.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

Fullcolourform Ball è una lampada a sospensione

realizzata dal designer sudafricano Heath Nash con bottiglie di plastica riciclate.

Nash ha coinvolto la comunità locale nella raccolta e selezione

dei materiali di scarto da utilizzare.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

From Somewhere, brand inglese di abbigliamento

ecosostenibile ricavato da scarti industriali, ha realizzato

quest’abito utilizzando parti del costume Speedo LZR Racer,

bandito recentemente dalle competizioni agonistiche (come

tutti gli altri modelli di costumi full-body).

La decisione della FINA aveva lasciato Speedo con uno stock di

pezzi da smaltire.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

La designer francese Katell Gélébart con il suo progetto art

d'eco vuole sottolineare le potenzialità del riciclaggio come

forma di impegno sociale.

7. RIDURRE, RIUSARE, RICICLARE

RICICLAGGIO FASHION

8. LOW IMPACT PACKAGING

Il packaging è uno di quegli aspetti su cui decisamente si

può lavorare per ridurre l’impatto ambientale dei

prodotti.

Le azioni in questo campo vanno dall’utilizzo di materiali

più ecocompatibili, alla riduzione degli imballaggi sia

come peso che come ingombro alla riconcettualizzazione delle

confezioni.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

Coca-Cola ha sviluppato una nuova bottiglia in plastica fatta con materiali derivanti in parte

da prodotti vegetali.

La PlantBottle utilizza infatti un 30% di bioetanolo ricavato da

canna da zucchero e melassa.

La nuova bottiglia sarebbe così completamente riciclabile nei normali impianti PET, senza rischi di contaminazione, ma offrirebbe una riduzione del

25% delle emissioni di CO2 in atmosfera, grazie alla natura in

parte vegetale delle materie prime.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

Amazon ha lanciato il brand AmazonBasics associato a

prodotti spediti in quello che viene chiamato Frustration-Free Packaging: confezioni

minimali, facili da aprire e riciclabili.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

Kraft Foods UK ha introdotto delle confezioni in plastica per il

suo caffè Kenco che sono il 97% più leggere delle

precedenti in vetro e richiedono l’81% di energia in meno per

essere fabbricate.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

HP utilizza come packaging per i suoi laptop una messenger bag

che:

a) consente di ridurre gli scarti del 97%;

b) permette di spedire più pezzi per carico;

c) diventa uno strumento di marketing virale poiché viene

utilizzata ed esibita dal consumatore.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

Nel packaging delle Newton Running la scatola è in cartone per le uova riciclato. All’interno

delle scarpe, al posto della carta velina, ci sono un paio di calzini

e il sacchetto per contenerle.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

E i vantaggi non sono solo per le aziende…

Il packaging ecofriendly introdotto da Sprint consentirà

all’azienda di telecomunicazioni di risparmiare ogni anno circa

2,1 milioni di dollari, evitando di produrre 647 tonnellate di rifiuti.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

Sviluppata da Planet People, la linea di prodotti per la casa iQ

utilizza cartucce che contengono un detergente comcentrato a

base di piante.

E’ sufficiente inserire la cartuccia in una bottiglia a spruzzo da

riempire con acqua del rubinetto.

RIPENSARE IL PACKAGING

8. LOW IMPACT PACKAGING

9. GREEN FOOD

La sostenibilità della catena produttiva dell’industria

agroalimentare non ha mai catalizzato più di tanto

l’interesse dei consumatori, più inclini a soffermarsi su aspetti

quali l’utilizzo di pesticidi (di qui il boom del biologico), le frodi

alimentari o la spinosa questione degli OGM.

Ma, anche qui, non sono mancate forti prese di posizione

da parte degli attivisti, fattore che contribuisce a

sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le

aziende al cambiamento.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Così anche in questo settore le aziende stanno lavorando per

eliminare sprechi e inefficienze e per contenere la produzione

di CO2.

Un trend in crescita negli ultimi anni è quello della

rilocalizzazione dell’agricoltura, con un’enfasi sulle coltivazioni locali e – su scala minore – sul

giardinaggio urbano.

Termini come km 0, mercati agricoli e locavore sono ormai

entrati nel linguaggio comune. E ormai si parla di iper-

locale…

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Molte città iniziano a considerare l’oppurtunità di recuperare gli spazi urbani

dismessi e inutilizzati per riconvertirli all’agricoltura.

E i centri a grande densità abitativa che possono contare

su pochi spazi verdi stanno puntando su tetti e terrazze per

orti, alveari e piccoli allevamenti che riforniscono ristoranti e mercati cittadini.

Quello degli orti cittadini è un trend in crescita ormai da più di

qualche anno…

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Not Far from the Tree (Toronto) è un’associazione di volontari che raccolgono i frutti dagli alberi di tutti coloro che –

per mancanza di tempo o voglia – finirebbero per lasciarli

marcire.

Un terzo del raccolto va al proprietario, un terzo ai

volontari che hanno eseguito il lavoro e un terzo ad

associazioni locali che prestano aiuto a persone bisognose.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Il negozio di alimentari britannico Thornton's Budgens, ubicato a Londra, ha lanciato il

progetto Food from the Sky, che prevede la costruzione di

un orto-frutteto biologico sul tetto del suo locale. La costruzione dell’orto è

realizzata con l’appoggio del Positive Earth Project,

un’associazione londinese che promuove la produzione di

frutta e verdura prodotta localmente per la

commercializzazione.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Otarian è la prima catena di ristoranti a basso impatto

ambientale.

L’arredo è interamente realizzato in materiali riciclati,

l’energia utilizzata proviene da fonti alternative e sul menu

(rigorosamente vegetariano) è stampato il quantitativo di CO2

associato ad ogni pietanza.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Sharing Backyards è un sito che mette in contatto coloro

che possiedono dei fazzoletti di terra ma non sono interessati a

coltivarli con persone che invece hanno il pollice verde

ma non gli spazi per dare sfogo alla propria passione.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Nato da una provocazione di Dickson Despommier, il

concetto dello skyfarming o vertical farming sta prendendo

sempre più piede in America, sollecitando la fantasia di architetti, ingegneri edili e

ambientalisti.

Lo skyfarming è un nuovo modo di concepire l’agricoltura

e l’allevamento, che prevede l’inserimento di edifici o

grattacieli all’interno delle città, i quali garantirebbero

l’approvvigionamento di generi alimentari localmente, con il minimo impatto ambientale.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Sono numerosi i centri urbani che hanno dimostrato interesse

per questo progetto: Toronto, Seattle, New York (è stato

calcolato che basterebbero 160 di questi edifici per garantire

l’approvvigionamento di tutta la Grande Mela), Los Angeles,

Las Vegas, Shangai, Abu Dabi e altri ancora.

Al momento è stata sperimentata in piccoli edifici in

Arizona e in California, cavalcando l’onda della crisi

immobiliare negli USA.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Spiral Garden System di Benet e Saida Dalmau, Anna Julibert e Carmen Vilar è un progetto di urban gardening che incoraggia l’interazione sociale fra i cittadini e funge

anche da posteggio collettivo per le biciclette.

E’ il secondo classificato al concorso iida awards 2010

organizzato da designboom.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Growingcity è un centro di ricerca e sviluppo americano

che si focalizza sulle potenzialità dell’agricoltura

urbana

Nell’immagine un progetto di edificio residenziale che integra

spazi condivisi per il giardinaggio e alloggi a prezzi

popolari. L’idea è quella di incoraggiare la connettività

sociale attraverso l’uso funzionale di spazi solitamente

inutilizzati come il tetto.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

Dalla coltivazione urbana a quella indoor domestica.

Arthur Kemp e François Hurtaud hanno sviluppato il concept per una futuristica

mini-serra casalinga.

I semi sono contenuti in una capsula che viene inserita nel

canale di crescita. Una volta che il frutto è maturo cade nella

zona sottostante dove viene mantenuto a temperatura

ottimale di conservazione.

9. GREEN FOOD

IPER-LOCALE

10. TOXIC FREE

Sempre più spesso si evitano certi prodotti per la paura di

sostanze e ingredienti percepiti come poco sicuri.

I consumatori sono sempre meno tolleranti nei confronti di

ciò che percepiscono come dannoso per la propria salute (e

questa scarsa tolleranza si estende alle aziende produttrici).

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Il consumatore, a differenza di un tempo, ha a disposizione

database online (si veda il concetto di trasparenza radicale)

come Skin Deep, sviluppato dall’Environmental Working

Group, che analizza gli INCI di oltre 41mila prodotti segnalando

sicurezza e tossicità dei componenti.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

I consumatori sono sempre più attenti al modo in cui i prodotti

sono stati realizzati: trasparenza e tracciabilità dei materiali e del

ciclo produttivo sono un asset fondamentale.

Rassicurare il consumatore è diventato uno dei driver principali

nella costruzione del proprio brand.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Un esempio è il boom dei cosmetici naturali che sta

caratterizzando i Paesi Asiatici: questo non sembra essere

legato tanto a motivazioni di ecosostenibilità quando al

crescente sospetto che aleggia fra i consumatori in relazione agli

ingredienti di origine sintetica.

Ha contribuito una serie di recenti scandali, dalla linea

taiwanese di cosmetici contenente clindamicina al talco

per bambini NUK contenente asbesto.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Questo picco nell’attenzione dei consumatori è anche legato

agli scandali scoppiati negli ultimi anni riguardanti sostanze tossiche rinvenute in una serie

di prodotti, dai giocattoli alle bottiglie d’acqua, realizzati in

Cina e in altri Paesi sedi di delocalizzazione produttiva.

L’attenzione riservata dai media a questi eventi ha spinto governi e associazioni di

consumatori ad esercitare maggiori pressioni sulle

aziende.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Anche i retailer sono sempre più sensibili al problema.

Walmart ha lanciato il GreenWERCS Chemical

Screening Tool per analizzare a valutare l’impatto ambientale

delle sostanze chimiche presenti nei prodotti (quanto

permangono nell’ambiente, se contaminano esseri viventi, se

sono correlati a un aumento del rischio di cancro, mutazioni

genetiche o disordini riproduttivi...)

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Nel 2009 la Johnson & Johnson ha dovuto soddisfare

la richiesta proveniente da un gruppo di organizzazioni di rimuovere due componenti

presenti nei suoi prodotti (shampoo per bambini e altri)

poichè potenzialmente cancerogeni.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Gli attivisti di Greenpeace hanno condotto un’azione di

teatro-guerrilla nella sede centrale della Hewlett-

Packard, scalando l’edificio e scrivendo “Prodotti nocivi” sul

tetto.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Sia Canada che Stati Uniti hanno bandito l’uso di ftalati nei

prodotti per bambini.

Chicago è diventata la prima città statunitense a bandire il

bisfenolo A.

Prese di posizione come queste hanno stimolato un atteggiamento proattivo in

diverse aziende, che stanno dunque apportando modifiche

ai propri prodotti anche anticipando eventuali prese di

posizione da parte delle amministrazioni.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

Sony Ericsson, ad esempio, ha dichiarato che i suoi prodotti

dalla fine del 2009 sono al 99,9% privi di ritardanti di

fiamma brominati e al 100% privi di polivinil-cloride.

Nike, HP e SC Johnson hanno lavorato a lungo per eliminare i

materiali tossici dai loro prodotti.

10. TOXIC FREE

SAI COSA TI SPALMI?

www.valentinadurante.com