Nellimmenso e tempestoso Oceano Atlantico, percorrendo qualche km a sud- est dellAmerica...

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Nell’immenso e tempestoso Oceano

Atlantico, percorrendo qualche km a sud-est dell’America meridionale, ci si imbatte in un posto così bello che è difficile da descrivere.

Se provate a guardare sulla cartina, è proprio vicino al polo sud

È l’isola del Grande Pennacchio, un paradiso terrestre dove si possono incontrare tra le più belle specie animali e vegetali che esistono sul nostro pianeta.

Vanta infatti un magnifico patrimonio di fiori. Nei mesi di giugno e luglio, la fioritura del rododendro ferrugineo e di quello irsuto rappresenta un vero spettacolo naturale. E poi ancora il ranuncolo di Seguieri, il camedrio, l’achillea, la genziana, il lichene crostoso. E infine tra le rocce, vive la tenace sassifraga.

Inoltre, su quest’isola abbiamo la possibilità di incontrare le simpatiche foche, i presuntuosi leoni marini ed i pigroni orsi polari…

E poi nell’oceano: orche, balene….

Ma il motivo per cui quest’isola è molto famosa, a tal punto da essere inserita nella lista dei territori protetti, è la presenza di migliaia di uccelli delle specie più diverse, che trovano qui il loro habitat naturale.

Ogni anno molte uova si schiudono e tanti

nuovi uccellini vengono alla luce.

Come accade nelle comunità affollate gli uccelli dell'isola un po' litigavano e un po' andavano d'accordo.

Un mattino dei primi giorni di primavera sull’isola del Grande Pennacchio nacquero due bei

piccoli e teneri uccelli

Ciuffo Dorato e Corallino Erano infatti due pulcini un po' “speciali”: Ciuffo Dorato era un piccolo albatro e Collarino un piccolo pinguino. Erano amici per la pelle, Sarebbe meglio dire: amici per le piume.

Ciuffo Dorato e Corallino stavano insieme fin da quando erano usciti dall'uovo, la stessa tiepida mattina. Inseparabili, si assomigliavano perfino un po': erano due grossi, morbidi batuffoli di piume.

Si rincorrevano dal mattino alla sera, muovendosi goffamente, con l'andatura di due piccoli «Charlot». Si sentivano veramente felici sull'isola del Grande Pennacchio.

Giocavano dal mattino alla sera…si rincorrevano lungo le valli dell’isola e

facevano scherzi agli altri animali…

…si dividevano il cibo che trovavano nelle pescose acque verdazzurre dell'Oceano, che mugghiavano continuamente abbattendosi contro le rocce della costa, e affrontavano insieme le terribili tempeste e i gelidi venti del Polo Sud che frustavano l'isola di tanto in tanto.

Ma erano sempre così occupati a giocare che non si accorsero di cambiare. A Ciuffo Dorato spuntarono due ali robuste, che si facevano ogni giorno più poderose. Corallino si rivestì di uno stupendo «frac» d'un bel nero lucente.

Un giorno, mentre ruzzolavano in cima alla scogliera più alta, Corallino diede involontariamente una spinta troppo forte a Ciuffo Dorato. Con un acuto stridio il giovane albatro cadde dallo scoglio, giù nel vuoto. Corallino si sentì fermare il cuore. Ma durò solo un istante…

Ciuffo Dorato spalancò improvvisamente le ali e non cadde più.

Le sue potenti remiganti lo portarono anzi in su, sempre più in alto, fendendo l'aria sempre più sicure. Stridendo di gioia, sbatté le ali più volte, gonfiò il petto e virò verso il vento. Poi cominciò a tuffarsi e veleggiare. Sarebbe diventato un magnifico albatro, il più grande e forte volatore del regno degli uccelli.

Corallino lo guardò a lungo e fu improvvisamente assalito da una grande malinconia pensò:

devo allenarmi anch’io

per volare come Ciuffo Dorato

Iniziarono così dei giorni di forti allenamenti: il suo primo pensiero fu quello di iniziare con gradualità, gettandosi prima da un’altura di 50 cm. Il primo atterraggio fu comodo e senza problemi. Così l’entusiasmo arrivò alle stelle e la speranza di riuscirvi diventò sempre più grande. Ma man mano che l’altezza del decollo aumentava, la paura gli faceva tremare le gambe e non aveva il coraggio di gettarsi.

Così chiuse gli occhi si gettò da 3 metri di altezza e iniziò a sbattere velocemente e goffamente le ali quando ad un certo punto sentì un forte dolore al sedere. Era caduto a picco senza neanche riuscire ad alzarsi di un millimetro. Corallino non si scoraggiò ma capì subito che il suo apparente insuccesso era dovuto ad una questione fisica La prima cosa che notò fu la differenza di ali. Ciuffo Dorato aveva delle ali grandi e piumate, le sue invece erano piccole e strette.

“Ecco l’allenamento necessario” pensò : “cercherò di allungarmi le ali”. Attacco le sue ali facendole tirare da alcuni suoi amci. Ma più passavano i giorni di questo grande allenamento più crescevano i dolori alle ali e non riusciva a muoverle. Ormai le speranze di riuscire a volare diventavano sempre più piccole.

Un senso di invidia e gelosia profonda iniziarono ad impadronirsi del cuore di Corallino a tal punto da non voler avere niente a che fare col lui. Si isolò da tutto il mondo e iniziò a pensare che la sua vita non avesse senso. Quando gli amici cercavano di coinvolgerlo nel gioco non riuscivano mai a convincerlo.

Le cose andarono avanti per un anno intero. Corallino era sempre più solo, non voleva avere più contatti con nessuno perché non si sentiva di reggere il confronto con gli altri.

Un giorno mentre passeggiava da solo lungo la riva del mare osservò ancora una volta le fantastiche rotte realizzate da Ciuffo Dorato.

Una lacrima iniziò a scendere sul suo viso e volgendo gli occhi al cielo disse:

Signore solo io non servo a niente in questo mondo? Perché a me non hai fatto

nessun dono? Guarda Ciuffo Dorato! È la gioia di tutti in paese. Perché non

mi rispondi?

Non finì neanche di parlare che sentì delle forti urla e vide Ciuffo Dorato cadere in mare.

Un’onda lo travolse. L’albatro iniziò ad agitarsi in mare e a gridare aiuto.

Corallino non ci pensò due volte si gettò in mare e in un batter di pinne si trovò presso l’amico. Lo prese su di se e lo accompagnò fino alla riva. Molti abitanti dell’isola avevano assistito al salvataggio e non appena corallino giunse sulla riva tutti iniziarono a battergli le mani e ad acclamarlo come un eroe.

Anche Ciuffo Dorato fu molto contento di quello che

Corallino aveva fatto per lui ma soprattutto di aver ritrovato

un amico.

La loro amicizia divenne ancora più forte e ancora oggi

vengono ricordati come i due guardiani, uno del cielo e

l’altro del mare.