Natale Nell'Arte 2010-2011

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La natività, il suo mistero narrato attraverso alcune opere d'arte

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Il Natale è uno dei misteri più indagati e rappresentati

nell’arte sacra.

I capolavori di molti artisti sono frammenti della loro fede.

Dipingendo, hanno voluto misurarsi col Mistero,

cercandone una rappresentazione originale e

personalizzata.

Georges De La Tour: “IL NEONATO” (1648 circa)

Rennes, Musées des beaux-arts

La singolare natività di De La Tour è altamente suggestiva.

E’ come uno squarcio di luce che ci lascia vedere il

Mistero

Due donne, sedute nella penombra, riempiono per intero lo spazio scenico.

Al centro, in un semplice e raffinato abito rosso, sta la madre.

Tiene in grembo, sollevandolo leggermente, il bimbo addormentato.

Lo guarda.

Le dita toccano con grazia il corpo del figlio, per custodirlo

e ostentarlo allo stesso tempo.

Il bimbo, completamente avvolto in fasce, ha un viso

sereno e luminoso.

Accanto a lei, una donna, dipinta di profilo, regge con la

mano sinistra una candela.

La mano destra protegge la fiamma, così il bagliore del

lume non disturba lo sguardo dell’osservatore.

L’espediente luminoso permette di dirigersi

naturalmente verso il volto del bimbo.

Tale è la luminosità del suo viso da apparire egli stesso sorgente di luce per quanti lo

circondano.

Pieter Bruegel Il Vecchio: “CENSIMENTO DI BETLEMME” (1566) Bruxelles, Musée Royaux des beaux-arts

Bruegel, pittore fiammingo, presenta in questa rara e toccante immagine un’originale interpretazione “inculturata” di uno degli episodi che precedono di poco l’evento della nascita di Gesù: il censimento di Betlemme.

Il paesaggio raffigurato dal pittore, del tutto diverso da quello del medio oriente, ha caratteri e clima

tipicamente nordici.

La scena non ha un fulcro immediatamente percepibile e difficilmente si individua la santa Famiglia.

Maria si sta recando su un asino, guidato da Giuseppe, al piccolo ufficio del censimento, zeppo di gente anche fuori dalla porta.

Altre famiglie, attraversano lo stagno gelato per andare a farsi registrare, mentre nel villaggio si svolge

la consueta attività di tutti i giorni.

Il pittore descrive minuziosamente la difficile vita contadinadel suo contesto.

Si notano, sulla sinistra, delle persone che si dedicano all’insaccatura del maiale, momento fondamentale delle famiglie contadine.

Sono poi raffigurate decine di persone affacendate nelle diverse attività invernali, tra cui la sistemazione degli attrezzi e il trasporto a spalla dei viveri sul fiume coperto dal ghiaccio.

Sullo sfondo si notano, a sottolineare la povertà del contesto, alcune case ridotte a ruderi.

Il pittore aggiunge una nota di allegria.Sulla strada alcuni bambini scivolano sul fiume gelato, su slitte improvvisate.La scena più che mostrare

indifferenza verso l’imminente nascita di Gesù, ne evoca l’inconsapevolezza.

Al pittore interessa offrirci primariamente una situazione che illustri le difficoltà di

tanta povera gente del suo tempo, commisurandola con quella vissuta dalla

santa Famiglia.

Sandro Botticelli:

“NATIVITA’ MISTICA” (1501)

Londra, Mational Gallery

In una lunga scritta in greco, dipinta in alto su un fondo grigio, Botticelli precisa di aver dipinto quest’opera nel 10501, in un momento di turbamento politico e religioso collegabile alle profezie dell’Apocalisse.

Botticelli offre un’elaborata rilettura della scena della Natività, offrendo, come risulta dal titolo, un’originale interpretazione mistica.

Il pittore adotta l’inconsueta “iconografia mista” della grotta e della capanna, dipingendo così una caverna dotata di un’elegante tettoia.

Diversi angeli, elegantissimi e aggraziati, danzano in cerchio, con corone e rami d’ulivo, simboli di regalità e di pace. Sono sospesi a metà tra la terra e la cupola dorata.

Accanto alla geometrica tettoia, alcuni angeli additano Gesù bambino ai Magi, (sulla sinistra, appena riconoscibili dalle corone), e ai pastori(sulla destra), tutti genuflessi, in adorazione.

Mentre Giuseppe dorme accovacciato, Maria veglia orante suo figlio, rivolto alla Madre e in gran movimento.

Dovunque si notano richiami all’ulivo, simbolo della pace celeste portata dal Salvatore.

Come i tre angeli sul tetto della capanna, anche i tre angeli sul prato (in basso) indossano i colori delle virtù teologali:

Il bianco della fede, il verde della speranza e il

rosso della carità,

a significare che l’Incarnazione ne è la loro

sintesi compiuta.

Bonanno Pisano:

“NATIVITA’ DI CRISTO –ANNUNCIO AI PASTORI –

(1190 circa)

Duomo, Porta di S. Ranieri

Bonanno, architetto e scultore, costruì le porte di bronzo del Duomo di Pisa e il suo campanile.

Egli rappresenta una tappa importante della nuovo scultura italiana.

La Porta di S. Ranieri costituisce una delle testimonianze più alte della produzione della scultura medioevale.

Nei ventiquattro scomparti sono raffigurate scene del Nuovo Testamento e figure di profeti, secondo un

complesso programma teologico, che si esprime in un linguaggio originale e raffinatissimo.

Il vistoso titolo della formella è la

“Natività del Signore”.

Tutta la parte superiore è dedicata all’annuncio dei pastori, con una particolare disposizione simmetrica di angeli e di pastori.

Sulla sinistra si notano due pastori vestiti nello stesso modo: giacconi di pelle, stivali, un insolito cappello a

punta e una bisaccia sul fianco destro.

Il pastore più anzianosmette di suonare lo strumento, per prestare ascolto all’angelo.

Il più giovane suona la piva, divenuta tipico strumento delle melodie natalizie.

Sul fronte opposto, due angeli, ugualmente vestiti, con ali grandi e capelli intrecciati, sono colti nell’atto di porgere la lieta notizia.

Le pecore sono disposte lungo il contorno della grotta in cui è avvenuta la nascita.

Nella parte più remota della grotta, l’asino e il bue scaldano il bambino, deposto nella mangiatoia.

Due levatrici, attorno ad una vasca, sono impegnate a prestare cura alla Madre del bambino.

Maria, distesa perché prostrata dalla fatica, dal dolore, pare trovare pace dopo il parto.

Accanto a lei, Giuseppe, seduto, veglia sull’intera scena.

Giotto: “FUGA IN EGITTO” (1304-1306)

Padova, Cappella degli Scrovegni

La strada è rocciosa.

Il paesaggio, tranne qualche alberello qua e là, è arido e inospitale.

Così Giotto rende il deserto

attraversato dalla santa Famiglia.

Un angelo in cielo indica con la mano destra, alla santa Famiglia, la strada per ritornare in Palestina, dopo il

forzato soggiorno in Egitto.

Apre la carovana Giuseppe, con capelli e barba bianchi. Egli cammina sicuro, teneramente rivolto verso Maria e Gesù.

Nella mano destra tiene una cesta con i viveri, parzialmente coperta dal manto dorato, mentre nella sinistra regge una candela, per illuminare la strada nelle ore più buie.

La Madonna cavalca un asino imbrigliato e tenuto a bada da un giovane con una ghirlanda in testa.

L’asino avanza con paso lento ma deciso.

Giotto lo dipinge in modo pressoché identico, in un altri affresco della Cappella, a quello su cui Gesù entra a Gerusalemme, all’inizio della passione.

Maria indossa un abito lunghissimo. Porta al collo una fascia con cui tiene stretto a sé il bambino.

Altre persone partecipano al viaggio, forse per proteggere il Salvatore da possibili rischi o semplicemente per condividerne il viaggio.

I.C. Brembate Sotto anno scolastico 2010-2011