NATALE 1975 - gruppomaria.it · Gesù Risorto abita ovunque, riempie l'immensità dell'universo;...

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GRUPPO MARIAdel Rinnovamento

Carismaticoin attesa di autorizzazione

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LETTERAAIFRATELLI

ULAETIBIBAMUS ... "

NASCITA \"DELLACHIESA

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NATALE 1975

risuscitò . l

LETTERAAIFRATELLI

CARISSIMI FRATELLI,questa lettera vuole anzitutto

augurarvi un buono e santo Natale, anome di tutto il Gruppo "Maria" del-le varie città d'Italia.

Dopo esserci fusi quest'estate inun'unica F! grande famiglia, in un"cuor solo e in un' anima sola", pro-prio come i primi cristiani, avvertiamoin noi il desiderio di rimanere semprepiù intimamente collegati. Da ognicittà nella quale è nata e cresce unacomunità del Gruppo "Maria", rice-viamo lettere, esperienze, testimo-nianze, che manifestano l'opera delloSpirito santo in ciascuno di noi.

Questo patrimonio è di Dio, ed èdunque vostro: è l'effetto della Buo-na Novella che si propaga oggi, nelnostro ambiente, sotto i nostri stessiocchi: Gesù risorto vive in mezzo anoi, e ci comunica, in una perennepentecoste il suo Spirito, d'Amore edi Verità.

Questo è il Natale di Gesù, oggi,in mezzo a noi: "Buon Natale a Gesùin te, o fratello; a questo Gesù chegià portavi nel mistero del tuo essere,ma che lo Spirito santo ti manifestacontinuamente con una luce mag-giore" !

Oggi, per questo Natale 1975,Gesù ci offre un nuovo dono, unanuova espressione sua: questa letterafraterna che periodicamente vorrebbeaiutarci a camminare insieme nellavia dello Spirito.

Dopo averci fatto riscoprire lapotenza del Suo Spirito, dopo averciuniti nel suo Nome in comunità dilode e di amore, Egli vuole rinforzar-ci, farci approfondire la sua Verità,istruirei, educarci.

Per questo si servirà dei vanmembri del suo Corpo Mistico, cioè

2 - risuscitò

di ciascuno di noi. Perciò, fratelli,siete tutti invitati a partecipare aquesta lettera, che deve diventarel'espressione scritta della nostra vitaautenticamente vissuta in CristoGesù, pregate, ascoltate i suggerimen-ti che lo Spirito vorrà farvi, e insiemediscernete che cosa può essere piùutile alla vostra comunità e perciòanche alle altre. .~

Abbiamo pregato molto, chieden-do al Signore di ispirarci il nome chesarebbe stato l'annuncio, il program-ma di tutto ciò che Egli vorrà ricor-darci e farci vivere per mezzo di que-sto scritto. Dalla preghiera è uscito iltitolo "RISUSCITO'! "

Abbiamo consultato i fratelli diSicilia e del continente e tutti sonostati d'accordo. A chi non piacerebbeinfatti innestare la propria vita nel-l'avvenimento centrale di tutta la sto-ria? Risuscitare insieme a Gesù, inogni momento?

Alleluia, fratelli.Roma, Natale del 1975

"Gruppo Maria"

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COME GESU'NASCE ECRESCEIN MEZZOA NOI

risuscitò - 3

Gesù Risorto abita ovunque,riempie l'immensità dell'universo; nonesiste nessun luogo che non sia pienodella sua presenza; non è esistito nes-sun attimo della mia, della tua vita,che non ab biamo vissu to immersi inLui. Non ci pensavamo forse, eravamodistratti ...

Ma un giorno l'abbiamo incontra-to, le scaglie sono cadute dai nostri oc-chi. Come San Paolo ~ il persecutore~ andavamo anche noi a cavallo dellenostre idee, opinioni, pregiudizi, av-versioni, illusioni, e ci siamo trovatibuttati per terra, storditi e insieme in-namorati di "COLUI CHE E' ".

Oppure eravamo già in un certoascolto, aspettavamo la nostra salvezzae la salvezza del mondo che ci circon-da. Un fratello o più fratelli sono ve-nuti ad annunciarci che il figlio del-l'Onnipotente si voleva incarnare innoi; fermati dal sentimento della no-stra indegnità ci siamo sentiti ripetere,come Maria: LO SPIRITO SANTO TICOPRIRA' DELLA SUA OMBRA.

Nel nostro piccolo, Dio a tu tti,vuoi far rivivere il "Fiat" di Maria. Ese, come Maria, gli diciamo il nostro"s i", Gesù ormai risorto e gloriosocontinua a formare in ciascuno di noiil suo Corpo Mistico visibile sulla ter-ra.

Tutto il tesoro divino che portia-mo in noi dal gior'no del nostro batte-simo viene illuminato da questa nuovapresa di coscienza, dalla nostra liberaadesione al piano dell'Incarnazione. Ediventiamo da membro pigro, ammala-to, del Corpo di Cristo, un membro at-tivo e sano.

Il Figlio dell'Onnipotente non de-sidera altro che celebrare continua-mente in ciascuno di noi il suo Natale;crescere in età e sapienza, predicare,

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morire, risuscitare ... continuare nellanostra vita la sua vita e aggiungere conla mia e la tua piccola esistenza. unn uovo capitolo alla storia della salvezza.

Da alcuni anni, il Signore, pur CUII-

tinuando a chiamarci personalmentead uno ad uno, si è compiaciuto, nellostesso tempo, di radunarci tutti insie-me nel momento particolare per il~quale lui è nato, morto e risorto: lànascita della sua Chiesa.

Da tutti gli orizzonti della società,ci chiama continuamente e ci riuniscein Cenacolo. Come aveva detto agliapostoli: non lasciate Gerusalemmeprima di aver ricevu to la "Forza dal-l'Alto", ci ripete: non disperdetevi intante attività umane prima di avermichiesto e di aver ricevuto da me la"Forza dall' Alto".

Nel nostro tempo in cui la sociali-tà acquista un valore primordiale nel-l'orientamento della vita umana, il Si-gnore ci ricorda quali furono le originidella sua società e ci inserisce proprionel momento in cui: "Tutti persevera-vano nella preghiera con alcune donnee con Maria, madre di Gesù e i parentidi lui".

Come i discepoli, Gesù risorto ciunisce in preghiera alla sua presenza,nel silenzio e nell'ascolto che la suapresenza produce.

Gli offriamo la nostra miseria; co-me i discepoli durante la Passione,l'abbiamo abbandonato, rinnegatotante volte; siamo fuggiti e abbiamotaciu to invece di rendergli testimo-nianza. Ma.Lui è perdono ...

Lo lodiamo; lo lodiamo perché èDio, l'unico che merita la lode. Secon-do la sua volontà, gli chiediamo lo Spi-rito Santo per lodarlo meglio, per faredi tutta la nostra vita una lode senzafine.

"Venne poi il glOrno di Pen teco-ste ... " Allora continuamente, ilSignore ci fa scoprire che questo gior-no non è mai tramontato.

In una perenne Pentecoste, Egli ef-fonde il Suo Spirito ... Se siamo in-differenti e pieni di noi stessi non lopercepiamo. Ma se, raccolti in comuni-tà di lode, umili, pentiti, poveri, vuotidi noi stessi riviviamo anche nel nostrotempo la situazione vitale in cui si tro-vavano gli apostoli nel Cenacolo, loSpirito Santo irrompe nei nostri cuori,la Lode per eccellenza viene a lodareper noi il Padre e il Figlio, la Forzadall' Alto si manifesta con la sua Po-tenza, i suoi doni e carismi.

"Tutti furono ripieni di SpiritoSanto" ... come i discepoli si esce dal I

Cenacolo "per annunziare le grandez-ze di Dio".

Lo Spirito d'Amore e di Veritàrende testimonianza a Gesù risorto innoi e negli altri; ci ricorda tutto ciòche il Divino Maestro ci ha insegnato;ogni sua parola diventa vita e la Forzadall' Alto ci aiu ta a metterla in pratica.

Lo Spirito di Luce si proietta nelletenebre che ci circondano ed illuminai nostri orizzonti; ci fa riscoprire tuttii doni che ha fatto alla sua Chiesa at-traverso venti secoli di tradizione. "Viinsegnerà ogni cosa". Ci annuncia an-che le cose a venire: cioè ci rende pre-sente il mondo futuro, quando saremodefinitivamente entrati nella Casa delPadre: lo Spirito d'Amore ci affratellagià oggi con i Santi; già oggi assaporia-mo "la pace che il mondo non cono-sce"; la gioia incondizionata che scatu-risce dalla vittoria di Cristo risorto.

In quest'a comunione con la Geru-salemme celeste, vediamo con nuoviocchi la nostra Chiesa militante sullaterra; lo Spirito Santo ci msegna ad

amarla con lo stesso amore di Gesù, ariconoscere in lei l'opera di Gesù,istituita personalmente da Lui comesegno visibile della sua presenza nelmondo.

"La moltitudine dei credenti ave-va un cuore solo, un'anima sola, névi era chi diceva suo quello che pos-sedeva, ma tu tto era fra loro in co-.'

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mune".Ovunque incomincia a radunarsi

un Cenacolo di preghiera si forma apoco a poco una Comunità di lode,d'amore e d'aiuto reciproco.

L'amore a Dio si concretizzaì spontaneamente nell'amore ai fratelli

come nelle prime Comunità dellaChiesa nascente. Si ritorna alle attivi-tà di prima, ma con un maggior im-pegno, guidati dallo Spirito di Verità,rinforzati dalla sua potenza. Nell'am-biente e problematica del xx secolo,vediamo rivivere le stesse caratteristi-che carismatiche, affacciarsi anchepiù o meno le stesse difficoltà chefurono all' origine delle lettere aposto-liche di S. Paolo, S. Giovanni, S.Pietro, S. Giacomo.

Man mano che applichiamo i loroinsegnamenti alla nostra vita comuni-taria, capiamo più profondamente ilmodo in cui il Signore ci sta pla-smando.

Il discernimento di S. Paolo aiCorin ti (1 COL 12-13-14) sulla loroComunità, sul comportamento deisuoi membri e sull'autenticità dei lo-ro carisrru si rivolge direttamente anoi.

Anche per noi valgono gli stessitre criteri sui quali S. Paolo fonda ilsu~iudizio.

0(1 \- Nessuno dice "CRISTO E' SI-G~RE" se non spinto dallo SpiritoSanto. Dire Cristo è Signore non si-

risuscitò - 5

gnifica soltanto formulare la signoriadi Cristo con la bocca, ma metterloal centro della propria vita e al cen-tro della Comunità.

-:/2) - Infatti, nel secondo criterio,S. Paolo definisce la Comunità comeil Corpo di Cristo: tante membra, unsolo corpo; tante membra varie, com-plementari, interdipendenti, solidalile une con le altre: l'unità nella di-versità, segno della presenza divina.

(-3)- Il terzo criterio è la presenzanel'<corpo dello Spirito di Cristo chel'anima; lo Spirito d'Amore e di Veri-tà, lo Spirito Santo che quando agi-sce attraverso la nostra natura umanasi esprime nella carità. Dove non c'èla carità i carismi non valgono nulla.

Dov'è la carità invece, i carisminumerosissimi, vari e com plemen tari,diventano la manifestazione dell'amo-re di Cristo per tale membro del suoCorpo, secondo le sue necessità.

Quante volte abbiamo chiesto alSignore nella nostra preghiera di faredi noi i suoi strumenti per manife-starsi al mondo!

L'insegnamento degli Apostoli ciha indicato la strada: le comunità cri-stocentriche dove gli uomini scom-paiono per lasciar vivere il Cris to; do-ve gli individualismi, gli egocentrismi,le vanità, gli accaparramenti vari, an-che dei doni di Dio, dei carismi, sonoprogressivamente eliminati: com unitàmariane i cui membri si aiutano fradi loro per rivivere l'umiltà, la pover-tà, l'ubbidienza, la trasparenza di Ma-ria: comunità a servizio della Chiesain cui Gesù risorto - sempre presen-te - possa manifestarsi con potenza,radunare attorno a sé il suo popolo ecompiere per esso le stesse opere checompiva nella Chiesa primitiva.

[acqueline Dupuy Ancillo tti

DUE ANNI FAIL SIGNORE MICONFERMO'IL MIO NOME:NATALE

risuscitò - 15

.~

Il Padre "ab aeterno" mi ha pen-sato e nel tempo mi ha dato l'esisten-za. Venni alla luce alla mezzanotte diNatale e per questo i miei genitorivollero chiamarmi: Natale.

Confesso di non aver riflettutosul mio nome, pur essendomi statosempre molto caro, fino a quandoscoprii la nascita di Gesù in me.

Fui battezzato come tutti i bam-bini e, da adulto, risposi alla mia vo-cazione sacerdotale con molta grati-tudine verso il Signore per questosuo dono .. Sono sempre stato fedeleall'insegnamento della Chiesa ed hoseguito l'ascesi tradizionale ritenendo-la la più alta. Ciò implicava tutta lamia adesione intellettuale e moralealla dottrina di Cristo.

Credevo alla Spiritualità france-scana e mi sono sempre sforzato diimitare il Santo Poverello almeno nel-le sue virtù più caratteristiche.

Tutta la mia vita spirituale è stataun continuo cammino per acquisireslanci interiori e virtù soprannaturali;lasciavo però a un lato una parte delmio essere che reputavo d'ordine in-feriore e perciò trascurabile.

Casualmente mi imbattei in ungruppo di persone che pregava, se-condo me, in una maniera piuttostostrana. Si alludeva ai carismi delloSpirito Santo e, a questo proposito,ritenevo di conoscere molte cose, so-prattutto dal punto di vista dottrina-le. Pensavo che, con la mia scienzateologica, avessi potuto far loro damaestro piuttosto che accettarne l'in-segnamento.

Mosso da un impulso interiore !permisi che si pregasse su di me in ~\I..quella maniera "strana".

r Durante la preghiera ho capito( che tutto quello che sapevo e pratica-

l 6 - risuscitò

l vo sul mio Signore non era penetra to

~

! fin dentro le profondità dell'animarrua.

Tutto il mio essere si incontravaper la prima volta, in modo vivo ereale con Gesù risorto. Egli mi comu-nicava il suo Spirito che, a sua volta,mi comunicava la sua vitale e meravi-gliosa essenza divina,

Uscii sconvolto da quella preghie-ra percependo che niente mi avrebbepotu to più dis'togliere dalla vita nuo-va che vedevo nascere dentro di me.

Ù Solo l'ubbidienza ai miei superio-ri avrebbe potuto allontanarmi dalcammino appena iniziato. L'ulterioreconferma della manifestazione delloSpirito l'ebbi il giorno di Pentecoste(1974) quando si pregò su di me per"l'effusione".

Quella maniera "strana" di prega-re era diventata per me un autenticoe sincero modo di dialogare con Lui.

Non ero più io che pregavo, malo Spirito che - proprio come diceSan Paolo - muoveva le parti più in-time dell'anima, e in maniera cosìprofonda e misteriosa da essere ine-narrabile.

Quel linguaggio che tanto mi ave-va sgomentato era diventato in que-sta nuova realtà (potrei dire nuova vi-ta,) fonte autentica di lode che sfug-giva a qualsiasi classificazione umana.

Il Signore mi aveva parlato con ilsuo stile divino: frantumando tutta lamia intelligenza e inserendovi la sua.Al mio sapere sostituì la sua sapien-za. Vidi nascere in me il Verbo e far-si carne; dare un significato al mionome ed affidarmi quella missioneche avevo ritenuto fattibile, ma cheora era profondamente in atto: farnascere Gesù nei cuori dei fratelli.

Lo Spirito di Francesco d'Assisi

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era in me vivo e attuale in tutta Lsua forza fondazionale. e il mio no-me, NATALE, acquistava quel signifi-cato che tanto caro fu al cuore delSanto poverello.

Natale Merelli