[NAPOLI - 12] CAMPANIA/REGIONE/12 02/08/12 · 12 Giovedì 2 Agosto 2012 Corriere del Mezzogiorno NA...

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12 Giovedì 2 Agosto 2012 Corriere del MezzogiornoNA

NAPOLI - Due centimetri in meno di Die-go Armando Maradona, sotto di sei rispet-to a Lionel Messi. Non che l’astro nascentedel Napoli, Lorenzo Insigne, possa essereparagonato a fenomeni del calcio mondialeche fu e che è. Ma il parallelismo regge, perora, solo sull’assioma (che in determinatiruoli del calcio vale) che la classe ed il talen-to non possono misurarsi in centimetri. In-signe ha fisico e tecnica, rispetto ai campio-ni di cui sopra dovrà dimostrare continuitànegli anni. Dovrà reggere le pressioni e cre-scere. La statura, che per alcuni da piccoloera un problema, è diventata il suo puntodi forza, infatti il baricentro basso che meta-foricamente lo colloca nel subbuteo, lo ren-de spesso imprendibile agli avversari. Altracaratteristica: le sue giocate non sono mail’una uguale all’altra. E’ imprevedibile, ep-pure non indisciplinato. Forse è questa laprincipale differenza con Lavezzi. Mazzarri

deve spiegargli i meccanismi, non la posi-zione in mezzo al campo. Qualcuno ha defi-nito Insigne l’erede di Lavezzi. Effettiva-mente è geniale quanto il pocho, ma è piùpotente ed ha maggiore fiuto del gol.

Il Pocho si muove più da seconda punta,è anarchico. Quasi rifiutasse lo schema,mentre Insigne tende ad assecondarlo. La-vezzi non proviene dal settore giovanile ita-liano. E’ cresciuto calcisticamente senzaeducazione, senza rigore. Non a caso, conMazzarri (maestro del rigore tattico) in dueanni ha avuto una evoluzione. Probabil-mente affinerà la sua tattica con Carlo Ance-lotti, altro educatore italianista. Insigne, alcontrario, si è nutrito di tattica, ha impara-to. Si è sacrificato, ha ben chiaro il perime-tro di campo entro quale muoversi. I suoigol sempre un concentrato di tecnica e po-tenza. Qualche esempio: la doppietta col Pe-scara firmata nel 6-0 rifilato all'imbarazza-

to Padova in casa fu uno show. Il primogol: destro a giro dal limite, dal vertice de-stro dell'area, alla Del Piero. Il secondo: con-trollo a seguire in velocità, quasi a centro-campo e tutto defilato sulla fascia sinistra,con finta e dribbling volante sul difensore,scatto da Bolt verso l’area e tocco morbidodi destro in porta. Come se il pallone fosseil boccino del biliardo. E ancora, stop di vel-luto e destro dinamite in area, con il Sassuo-lo; e poi, una magia simile a quella regalatacon il Bayer al San Paolo, ma conclusa ingol: scatto bruciante, dribbling e conclusio-ne alla Careca. Era contro il Torino, così In-signe salutò il Pescara.

La sua nuova vita è cominciata il 10 lu-glio, a Dimaro, e proseguirà attraverso l’ini-ziazione ad un altro calcio, quello di WalterMazzarri, che certo si gioverà di ciò che iltalento di Frattamaggiore ha imparato nel

biennio passato e che comunque prevederàesercitazioni e movimenti diversi, in osse-quio ad una strategia tattica differente. L’In-signe che è esploso nel calcio è l’esterno na-turale del 4-3-3 di Zeman, il maestro del cal-cio offensivo, l’uomo dei tagli, delle diago-nali, dei sette uomini al di là della linea del-la palla. Insigne nasce trequartista o secon-do punta e con Zeman, prima a Foggia epoi a Pescara, si evolve e viene mutato gene-ticamente nell’esterno (alto) del tridente,avendo sensibilità con entrambi i piedi. Lui

è destro, ma gioca indifferentemente a de-stra o a sinistra. E, comunque, come da co-dice zemaniano, a lui viene chiesto di ap-poggiarsi sulla sponda del centrale e poicercare la porta dalla distanza o attraversol’inserimento.

La crescita tattica di Lorenzo Insigne èstata evidente soprattutto nell’ultima sta-gione, caratterizzata da una concretezza atutto campo, dalla capacità di andare a co-prire (sino a scalare alla propria area peraccompagnare la fase difensiva) e dunquedi assicurare alla squadra gli equilibri ne-cessari: merito di un fisico esplosivo e an-che di una condizione atletica rilevante.Con Zeman, la porta viene attaccata in mas-sa, è vero, ma - lo dicono pure le statisti-che - sono gli esponenti del fronte offensi-vo a godere dei maggiori vantaggi: meritodella pressione nei sedici metri, che favori-

sce i tre terminali sulle percussioni degliesterni. L’Insigne dei due anni trascorsi al-la corte del boemo ha avuto modo di gioca-re con colleghi rapidi, strutturalmente nor-mali - Immobile, ad esempio; o anche San-sovini; e prima ancora Farias - oppure a luisimili, come Sau. Calciatori dediti al-l’uno-due, alla spinta centrale per andare achiudere dopo il dialogo nello stretto conla mezzala che corre a sostegno o con lostesso fluidificante che ha spinto.

Diciannove reti in serie C, diciotto in se-rie B: alcune prodezze a campo largo, dovele doti anche da contropiedista si staccanodalla media; oppure giochini da maghettoestrapolati dal caos dell’area di rigore.

Insigne ha dimostrato di saper divertiresia di qua che di là, di essere sufficiente-mente altruista e però anche un pizzicoegoista, caratteristica che non si può estir-pare ad alcun attaccante che sia tale. Si può

sicuramente mitigare e Walter Mazzarri ègià lì a lavorarci, a chiedere di non cercarela giocata a tutti i costi se c’è un compagnolibero in area.

Con Mazzarri, nel 3-5-1-1, chi sta a sup-porto del centravanti ha un campo teorica-mente più ampio, ma si ritrova con un rife-rimento più verticale. La fase passiva inclu-de una copertura (probabilmente) sul regi-sta basso avversario, quella attiva invita ascegliere i tempi giusti per l’inserimento,un’attenzione maggiore per chi è vertice al-to (al cui servizio si è dediti), che può utiliz-zare le seconde palle o anche il movimentooscillante dell’uomo-boa. Aperture centra-li sugli spostamenti dell’avversario attra-verso la circolazione della sfera e il cambiogioco, con palla dentro per chi viene a ri-morchio.

Un altro Lorenzo Insigne sta per arrivare

ma ha la stessa bravura di quello preceden-te. Aveva già avuto modo di conoscere imeccanismi di Walter Mazzarri nei sei me-si precedenti al trasferimento (in prestito)alla Cavese, quando il tecnico toscano ebbeanche il tempo di farlo esordire in primasquadra. I ritiri stagionali fatti a Dimaro pri-ma di raggiungere Zeman a Foggia e poi aPescara sono fotografie comunque fissenella memoria di chi come lui era consape-vole di dover farsi le ossa prima di rientra-re alla base. Ha ritrovato Mazzarri e ne èfelice. Sta acquisendo i suoi schemi, si èmesso al servizio della causa con umiltàma forte personalità. Lorenzo Insigne è giàun idolo del San Paolo, la gara col Bayer Le-verkusen gli ha detto che ad ogni tocco dipalla, c’è un pubblico che lo incita, lo ap-plaude. Vuole il massimo da lui.

(3-continua)© RIPRODUZIONE RISERVATA

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La terza puntata della nostra«Insigne story» punta l’attenzio-ne sulle doti tecniche e fisiche del-l’attaccante. I suoi gol, il rigoretattico e le differenze con Lavezzi