MT Servizi MT Servizi - Organizzazione tour in moto on e ......da 230 ettari di vigneti che fanno...

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ToscanaL’ E R O I CA

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A cura di Andrea Leggieri

Un percorso ricco di fascino che si estendesulle splendide colline senesi. Duecento chilo-metri, per metà su strade bianche, che invitanoad uno off road gentile che non disdegna sostedi riflessione e di gastronomia. L’eroica è ancheun appuntamento annuale per transitare inquesto tratto di Toscana in compagnia di appas-sionati enduristi, meglio se vintage.

Un percorso ricco di fascino che si estendesulle splendide colline senesi. Duecento chilo-metri, per metà su strade bianche, che invitanoad uno off road gentile che non disdegna sostedi riflessione e di gastronomia. L’eroica è ancheun appuntamento annuale per transitare inquesto tratto di Toscana in compagnia di appas-sionati enduristi, meglio se vintage.

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“La velocità non perdonava.Gli deve essere scoppiata dentro,a quel mondo, come un urlo represso per migliaia di anni.Niente deve essere sembratouguale a prima quando arrivòla velocità. Tutte le emozioniridotte a piccole macchine daritarare...”

“Castelli di rabbia”, Baricco

Sin da quando i compagni del Liceoerano tutti impegnati a giocare a cal-cio, a fare a pugni o a conquistare ra-gazze, io pensavo solo a lei, la moto,ad accenderla e a mettermi in viaggio,

non importa per dove.Ma su questo amore così intenso, così puro, adun certo punto è calata una sottile linea d’om-bra: una passione incestuosa per la cugina, sem-pre a due ruote ma con i pedali. Ma l’agognataamante non ha mai ricambiato, per cui questosbandamento senile non ha pregiudicato la pu-rezza del matrimonio di una vita (e non fate imoralisti, quanti ne conoscete che sono defini-

tivamente passati sull’altra sponda?!).O forse mi ero invaghito della famiglia di lei,una famiglia - quella del ciclismo - straordina-riamente numerosa, assortita e attiva. E alla finequalcosa di buono è comunque rimasto, adesempio l’amicizia con l’Eroica.

L’Eroica è una rievocazione cicloturistica natanel 1997, oggi divenuta la principale manifesta-zione del genere al mondo, un’autentica “Wo-odstock” a pedali capace di richiamare ognianno in Toscana cinquemila appassionati (soloperché è a numero chiuso...) da ogni conti-nente, in bici rigorosamente d’epoca, a misu-

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rarsi con un tracciato di circa 200 chilometrisulle splendide colline senesi, di cui la metà sustrade bianche. Il circuito, ricavato interamente su strade dinormale circolazione e perfettamente tabellato,è sempre a disposizione di chiunque voglia ri-percorrerlo - non chiedetemi di riprovarlo inbici perché non sta bene far piangere gli adulti,ma se mi parlate di farlo in moto sono semprepronto! È un itinerario di una bellezza strug-gente, una macchina del tempo come quellache trasportò Massimo Troisi e Roberto Benigninel Medioevo di queste stesse campagne, nel-l’indimenticabile “Non ci resta che piangere”.

Benché in teoria si è liberi di immettersi nel per-corso in un punto qualunque, il cuore del-l’Eroica batte a Gaiole, nel Chianti, dove lamanifestazione è stata concepita e dove ogniabitante è coinvolto anno dopo anno nella suaorganizzazione. È da lì che vi invito ad azzerareil contachilometri e a far partire la vostraEroica!Al centro del Chianti, da qualunque direzioneproveniate, i chilometri che preparano l’arrivoa Gaiole sono un eccellente antipasto di ciò chevi attende. Anzi, mi raccomando, non fate gliingordi e non lasciatevi distrarre da tutte quelleindicazioni di castelli, abbazie, borghi, agritu-

rismi, da tutte quelle strade bianche che am-miccano ai bordi dell’asfalto; tirate dritto finoalla vostra meta, che l’Eroica poi ve ne servirà abizzeffe su un piatto d’argento, il meglio delmeglio che possiate immaginare.L’abitato di Gaiole deve all’antica origine di im-portante mercato la sua attuale e curiosa pianta,che si sviluppa tutta in lunghezza sulla stradache congiungeva il Valdarno al Chianti, andan-dosi poi ad allargare nel luogo scelto per il mer-cato, che oggi forma la piazza principale delpaese. Da qui, la prima domenica di ottobre,parte l’Eroica. Nella stessa piazza trovate anchel’Ufficio di Informazioni Turistiche, generoso dimateriali di ogni sorta sull’Eroica e sui tantispunti di interesse nei dintorni; qui, se qualcheamico della compagnia non è provvisto di ade-guato mezzo proprio, può noleggiare una deli-ziosa e moderna Vespa rossa (è disponibile unapiccola flotta).

Ufficio Turistico di Gaiole in ChiantiPiazza Ricasoli 5053013 Gaiole in Chianti (SI) Tel. 0577749411ufficioturistico@comune.gaiole.si.it

La mappa del percorso è opportuno procurar-sela dal sito dell’Eroica www.eroica.it

Ci si lascia alle spalle la piazza in direzione diSiena. I primi chilometri sono di asfalto, un belmisto stretto immerso nel bosco, poi il primocartello con l’elegante grafica dell’Eroica susfondo marrone ci invita a voltare a sinistra indirezione del Castello di Brolio.Questi cartelli ci accompagneranno bivio dopobivio per tutto il nostro tour, diventando un ele-mento familiare del paesaggio e un affezionatocompagno di viaggio.Pochi altri chilometri e dalla strada principale,

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fra due colonne con grandi lapidi, parte laprima strada bianca. Ma fermiamoci a leggerleperché sono molto istruttive dello spirito giustocon cui vivere l’Eroica e il suo mondo. Quella di sinistra ricorda che “…per sentieri di-rupati saliva a stento il viandante fra questi boschi…”; quella di destra registra come “...prima gliuomini vivevano solinghi e si inimicavano fra diloro per facili sospetti...”, mentre ora “...le moltee agevoli vie li congiungono, la industria e i com-merci li arricchiscono e li dirozzano...”, ammo-nendo nel finale che “… la cupidigia noncorrompa quei cuori che Iddio creò all’amore dibellezze infinite”.E la salita, incorniciata elegantemente fra dueviali d’alti alberi, con la sagoma del mastio e deibastioni che prendono corpo sempre più impo-nenti e maestosi sulla cima del colle, ti fa dav-vero credere che siamo nati “all’amore dibellezze infinite”.

Il castello, di proprietà dei Ricasoli sin dal 1141,è stato nei secoli al centro di memorabili batta-glie fra il fronte fiorentino e quello senese. Lesue mura, a forma di pentagono irregolare, rac-chiudono fra l’altro i resti dell’originale castellomedievale, una chiesa romanica e una gran-diosa villa neogotica in mattoni rossi fatta co-struire nell’Ottocento dal barone BettinoRicasoli. Oggi il castello è più pacificamente circondatoda 230 ettari di vigneti che fanno parte dei ter-reni dell’omonima azienda, la più grande delChianti Classico: potete scegliere se visitare l’in-terno con uno dei tour guidati, oppure limitarvia passeggiare per il lungo viale di accesso cheattraversa il “Bosco Inglese”, un bellissimoparco storico realizzato sempre dal Barone Bet-tino secondo la moda dell’epoca, con essenzeprovenienti da diverse parti del mondo.

www.ricasoli.it/il-castello-ospitalita

Ripresa la moto, mangiamo un po’ di polvereper alcuni minuti e arriviamo ad un altro deipunti più impressionanti di tutto il percorso,una gigantesca quercia ai bordi della strada,sotto la quale la vostra amata moto sembreràuna impeccabile miniatura. Impossibile nonfermarsi a lungo al riparo della sua chioma, ip-notizzati dalla sua forza.La combinazione castello e quercia scandisceun “uno-due” capace di mettere al tappetomolti bikers, che a questo punto potrebbero de-cidere che il bilancio della gita è già più che am-piamente positivo, e che continuando di questopasso si rischierebbe una notevole indigestionedi bellezza ed emozioni. Noi invece ripartiamoa ruminare chilometri e paesaggi: boschi fittis-simi si alternano a declivi pettinati dai filari divigne, con spruzzate qua e là di casolari, borghidi pietra, case coloniche e ville da sogno: il tuttolegato insieme da un sottile filo di ghiaia, su cuiavanziamo rapiti in sella alla nostra moto. Lalocalità Pianella è il punto di congiunzione frai due cerchi che formano l’otto a cui assomigliail nostro percorso, per cui occorrerà fare beneattenzione alle due frecce che indicano dire-zioni opposte: a destra per il “ritorno”, mentrenoi procediamo dritto seguendo appunto l’in-dicazione “andata”. L’asfalto e la ghiaia si ce-dono il passo con naturalezza; esemplare ilmodo in cui si attraversa Siena: fino a un at-

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timo prima si naviga in beata solitudine, passiin mezzo a un gruppo di case e all’incrocio ti ri-trovi nel bel mezzo di una delle rotonde piùgrandi e trafficate della città! Basta non farsiprendere dal panico, seguire il primo cartellocircumnavigandola a 180° e dalla parte oppostaun altro cartello te ne chiama fuori, non fai intempo a spegnere la freccia e Siena è già alle tuespalle, sparita! Inutile dire che la città meritauna visita assai approfondita di almeno unamezza giornata. Valutate voi se sia questa l’oc-casione giusta o non sia il caso di rimandare aun’altra vacanza.Transitiamo ora nella Val d’Arbia; fuori dallazona del Chianti DOC. Qui le colline diventanoun unico, immenso oceano di grano, attraversocui navigherete immersi in colori che dipen-dono dalla stagione, dall’ora e dal lavoro deicontadini. E’ un panorama vastissimo e potentee se qualcuno di voi riesce a renderne l’idea con

una foto o con un video, ben volentieri mi sde-biterò alla prima occasione con un brindisi diquello buono, magari un Brunello, visto chestiamo proprio per arrivare nella sua patria.Oltre Bibbiano la visione torna a restringersi,ma non viene meno l’incantesimo del luogo oaddirittura l’allucinazione, come - dopo tantiorizzonti selvaggi - quella di transitare al centrodi un lungo green da golf, con il suo verde bril-lante e monotono, le sue curve artificiali e si-nuose, le buche e le banderuole di chi, nonavendo una moto, deve trovare altri rimedi pergodersi una regione tanto bella.Superato il “Passo del Lume Spento” (anche inomi qui sono da favola) arriviamo a Montal-cino, estremità meridionale del percorso, tappaobbligata per mille buone ragioni: apprezziamoci siano così tanti parcheggi riservati ai moto-cicli e ne approfittiamo per lasciarla lì a pren-dere un po’ di fiato, mentre noi andiamo a

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spazzarci dalla polvere e dalla arsura accumu-lata. Chi, con il pretesto di reintegrare i liquidipersi nella guida, volesse aggiungervi qualchezucchero e sale minerale, e semmai, “ad abun-dantiam”, anche qualche polifenolo e tanninodi cui è generoso il “Brunello di Montepul-ciano”, vino squisito e prezioso, troverà molteopportunità nelle enoteche che occupano pra-ticamente tutti i negozi della cittadina. E perchi volesse mantenersi perfettamente sobrio,visto che poi c’è da rimettersi alla guida, la ge-lateria di Piazza del Popolo ce lo fa assaggiarein una freschissima e piacevole versione gelato.Ciliegina sulla torta, visitiamo la splendida for-tezza, realizzata nel XIV secolo a dominare lacittadina; all’interno di una delle torri è ricavatoun locale a dir poco sublime di degustazionedella cucina e di una straordinaria selezione divini toscani, anche questo frequentatissimo dastranieri che assaggiano e comprano bottigliecon un prezzo che varia da pochi spiccioli amolte migliaia di Euro. Il locale è anche il punto di accesso ai cammi-namenti sulle mura, un punto di vista straordi-nario che regala una visione che abbraccia inun sol colpo tutti gli ambienti che stiamo attra-versando.Da Montalcino inizia la risalita, con una lungacarrabile che vira ad est accarezzando la Vald’Orcia; un breve tratto asfaltato supera Torre-nieri e poi riparte la strada bianca che ci portanel cuore della meravigliosa e semisconosciutaVal d’Asso, consegnandoci dopo molta molta

polvere in uno dei più incredibili ristori si possafantasticare.Lucignano d’Asso è un borgo composto dadue vie e due chiese, il palazzo nobiliare epoche case per lo più trasformate a residenzeper turisti, e al centro un’antica bottega di ali-mentari con quattro tavolini all’ombra di unrampicante e di un piccolo porticato con unavista mozzafiato sulla campagna circostante.Anche la gestione è in uno stile piuttosto“d’epoca”, ma senza fretta potrete gustare uneccezionale vassoio di salumi e formaggi assor-titi del territorio; seduti all’ombra delle frasche,in un’atmosfera irreale, sarà più probabilescambiare due chiacchiere con un newyorkese,un olandese o un giapponese entusiasti di que-sto angolo del nostro Bel Paese piuttosto che,appunto, con un nostro connazionale.Si riparte, di nuovo in off-road per qualche chi-lometro, e poi riguadagniamo l’asfalto versoBuonconvento, dal latino “bonus conventus”,luogo felice e fortunato: qui occorre un po’ diattenzione e pazienza per non perdere la bus-sola: prima occorre aggirare con una manovraa U un senso unico verso cui indirizza la frec-cia, poi occorre seguire tutto il perimetro delleantiche mura, e l’occasione è propizia per un’ul-teriore sosta rigenerante nell’accogliente e vi-vace centro storico.Buonconvento è il principale centro della Vald’Arbia, che ci apprestiamo a risalire percor-rendo brevemente la Cassia prima di ripiegarea destra per una notevole galoppata attraverso

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il territorio delle Crete Senesi fino alle porte diAsciano (centro che meriterebbe una brevedeviazione per una visita), da cui parte il trattofuoristrada forse più impegnativo di tutto il per-corso, con rapidi e ripidi saliscendi su un fondopiuttosto sconnesso e gradinato dal frequentepassaggio delle pesanti macchine agricole. Riguadagniamo l’asfalto all’altezza di Torre aCastello, e da qui, con un rapido e panora-mico trasferimento passando da CastelnuovoBerardenga, giungiamo a Pianella, dovechiudiamo il primo cerchio del percorso e, se-guendo questa volta l’indicazione “ritorno”, ciavviamo a concludere anche il più corto cerchiosuperiore.

Ecco, si sa che la tappa finale in vista della metaè quella in cui si deve prestare maggiore atten-zione… ma non allarmatevi, non state avendole traveggole! Quella enorme e cupa sagoma dicavallo che vi squadra impassibile non è ungioco di luci nella vegetazione, e neppurequelle due cabine così british, rosse fiammantiin mezzo ad un incrocio, con dentro due mani-chini intenti a telefonare, non sono gravi sin-tomi di perdita di coscienza, bensì l’annunciodel “Parco Sculture del Chianti”, una mostrapermanente di installazioni artistiche contem-poranee integrate in un bosco di querce e dilecci, un anfiteatro con un denso programma diconcerti ed eventi culturali, e nella Vecchia For-nace una galleria di sculture. Se avete ancoraun briciolo di energia, non perdetevi una pas-seggiata davvero magica.

www.chiantisculpturepark.it

Altrimenti tirate dritto per Radda in Chianti,l’ultima imperdibile sosta prima di chiudere ilcerchio; ma prima di tagliare il traguardo, pa-ghiamo un doveroso tributo con una visita alcastello di Vertine, e da qui via in discesa fino aritrovarci nella piazza di Gaiole, da cui a guar-dare l’orologio si direbbe che siamo partiti solouna manciata di ore addietro, ma si sa, quandosi entra nella macchina del tempo si acquisiscetutta un’altra dimensione, e la stessa cittadinaora ci risulterà insolitamente familiare, come sefossimo destinati a tornarci presto, più e piùvolte...

L’Eroica in bici

L’Eroica è nata per ricercare le radici autentichedi uno sport bellissimo, con una grandeanima popolare, nonché per riscoprire la bel-

lezza della fatica ed il gusto dell’impresa.Inoltre, L’Eroica è una Fondazione il cui scopo è lasalvaguardia del patrimonio di strade bianche dellaToscana.Da queste concezioni è scaturita l’idea della mani-festazione ciclistica nata nel 1997. Al suo esordiofurono ottantadue i “cacciatori di sentimenti e emo-zioni “; oggi l’Eroica conta 5.000 iscritti (numerochiuso) provenienti da tutto il mondo, con il gruppodegli stranieri guidato da tedeschi, inglesi e statu-nitensi, tutti rigorosamente su bici d’epoca e in ab-bigliamento in stile. Uno straordinario successo di pubblico che è altempo stesso un brillante esempio di valorizzazionedel patrimonio ambientale e di ciclismo pulito, cheguardando al passato indica il futuro. L’evento sisvolge la prima domenica di ottobre.Info: www.eroica.it

L’Eroica in moto

L’Eroica, manco a dirlo, è il percorso ideale permoto da enduro: se ne possedete una e ognitanto la guardate strana, chiedendovi che dia-

volo vi serva se non si presenta praticamente mail’opportunità di appoggiare una mezza ruota fuoridall’asfalto, dopo l’Eroica sarete pronti a stipulareun abbonamento vita natural durante all’enduro!Non importa la cilindrata (dai cinquantini alle maxibicilindriche con borse laterali) e nemmeno la pre-senza di un passeggero. Il tassellato per l’amor del cielo no, riservateveloper altre circostanze più propizie. È importante nonfarsi prendere oltre misura dall’entusiasmo allaguida, tenendo sempre abbastanza a mente che vitrovate su strade aperte al traffico che, pur poco chesia, può rappresentare un rischio; c’è semprel’eventualità di incrociare un bel trattore o un localecowboy a bordo del suo muscoloso pick-up, chequella strada la percorre avanti e indietro decine divolte al giorno.Da qui però il discorso finisce sempre con la do-manda topica: “E le moto da strada?”. La mia primarisposta tende ad essere sempre “meglio di no”, mase poi continuiamo la chiacchierata, e casomai mioffrite un bicchiere di quello buono, probabilmentediventerei meno categorico, e ammettere a dentistretti che in effetti, se proprio non siete un pilota

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di primo pelo e non morite all’idea stessa di sbat-tacchiare lungamente la vostra amata, procedendocon tripla dose di cautela... direi che potreste pro-prio provarci! Poi di sicuro sul web troverete quelloche se l’è fatta tutta con la Gold Wing a pieno caricoe una mano sola, ma insomma, valutate bene ogniaspetto.Il periodo più indicato per l’Eroica è certamente laprimavera e l’autunno, evitando rigorosamente laprima domenica di ottobre, quando appunto sisvolge l’Eroica a pedali. Nei mesi estivi mettete inconto un caldo asfissiante, una polvere e un sol-leone che in confronto nel Ténéré è meglio mettersila canottiera come raccomandava sempre lamamma.Sul tempo da mettere in previsione, convivono na-turalmente le più disparate scuole di pensiero: daquelli tipo “considerato che i ciclisti la fanno in unagiornata, me la sbrigo in una mattina”, a quelli checi spenderebbero tutte le ferie compreso gli arre-trati; facendo una ragionevole sintesi, una giornatabella piena è adatta a godersi tutto il percorso, in-clusa qualche tappa a rinfrescarsi e sgranchirsi leossa in uno dei tanti splendidi paesini sulla strada,e una sosta come si merita a Montalcino. Siena nonse ne parla neppure, ma d’altronde al termine dellavostra prima volta avrete in testa una tale tempestadi emozioni e visioni che al più presto vorrete tor-narci, con maggiore calma, per mettere in fila il filme riassaporarne tutta la bellezza.

“L’EROICA® IN MOTO”24-26 maggio 2013

Il fascino insuperabile dell’EROICA in bici ha final-mente un equivalente per le due ruote a motore:nel 2012 si è infatti celebrata una versione “zero”

dell’”Eroica in Moto” ufficiale, ossia riconosciutadalla Associazione titolare del marchio originario adimostrazione dell’elevata qualità organizzativa dellamanifestazione.

Ed è stata un successo tale per partecipanti e orga-nizzatori che si sta già lavorando alla edizione 2013,con l’intento di diventare il punto di riferimento pertutto il mondo dell'enduro turistico, ed in particolaredi quello “vintage”, dei mitici anni ottanta e novantadella “Parigi-Dakar”, che innescò la miccia di unapassione che arde straordinariamente ancora tut-t'oggi.Come l’originale, la partenza avviene il sabato mat-tina dalla piazza di Gaiole; ad aprire le danze e a farsventolare la bandiera a scacchi, una ogni minutotra i flash dei fotografi, sono le protagoniste "Epi-che", distinte nelle categorie: "'70", "'80", "'90", e"Special"-, seguite dalle ospiti, "Nuovo Millennio";ma la festa comincia già il venerdì pomeriggio contutto il paese in festa, sontuose cene tutti assiemea base dell’insuperabile cucina toscana, e dura finoa tutta domenica fra mercatini e esposizioni a tema,il meglio della tecnica, della passione e del folklore.Tutte le moto partecipanti vengono documentate inun “Albo Storico”, con una scheda dedicata ad ognimezzo, sempre consultabile sul sito dedicato dellamanifestazione.

Per info: www.eroicainmoto.it