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Medicina

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IL FUMO DI SIGARETTA:DIPENDENZAPSICOLOGICA E FISICA

I PIÙ FREQUENTI DISTURBIDEL CANALE ANALE

LA DIVERTICOLOSI DELCOLON: CONOSCERLAPER PREVENIRE LECOMPLICANZE

LA PERIARTRITESCAPOLO-OMERALE

LA POSTA DEL MONITORE

IL MONITORE 5

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Periodico di divulgazione

medica realizzato in

collaborazione con il

Poliambulatorio LARC

C.so Venezia 10, Torino

Diffusione 10.000 copie

Distribuzione gratuita.

numero Centro Scientifico Editore - Via Borgone 57 - 10139 TorinoTel. 011 385.36.56 - Fax 011 385.32.44 - e-mail: cse@cse.it - www.cse.itDirettore Responsabile: Domenico AccorintiCoordinamento Redazionale: Emanuela AmadeiSegreteria di redazione: LARC - C.so Venezia, 10/A - 10155 TORINOTel. 011/24.86.216 Fax 011/24.82.406

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(segue a pag. 2)

MEDICOIL MONITORE

MEDICO

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www.ilmonitoremedico.it

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Tutti i diritti riservatiReg. presso Trib. Torinon° 5468 del 22/12/2000Stampa: M.S. Litografia s.r.l. - Torino

In Italia fuma circa un terzo della popolazio-ne: i fumatori sono infatti il 32% della popo-lazione, con leggera prevalenza dei maschi;come negli altri paesi industrializzati, tutta-via, si osserva una diminuzione di fumatoritra i maschi adulti ed un aumento nellapopolazione giovanile dei due sessi, in par-ticolare nel sesso femminile.Il fumo, come molti sanno, è in grado didanneggiare l’apparato respiratorio causan-do diverse malattie.La prima per gravità e frequenza è rappre-sentata dai tumori dell’apparato respiratorio:i nuovi casi in Italia sono da 30 a 35.000 peranno e il fumo rappresenta il principalefattore di rischio per questa malattia; si calcolainfatti che il fumo sia la causa dell’85%dei casi, in quanto ricco di sostanze“cancerogene” (ossia in grado di causare ilcancro), come il catrame e i derivati e gliidrocarburi policiclici, che vengono respirateattraverso le sigarette proprie e degli altri.A questo proposito vale inoltre la pena ricor-dare il problema del fumo passivo: sono daimputare al fumo passivo circa 8.000 mortiall’anno in Italia; è stato dimostrato che ilfumo passivo è da considerare cancerogenoin quanto il suo potenziale lesivo è almenopari a quello del fumo diretto.Il fumo inoltre causa la bronchite cronica,malattia caratterizzata da tosse persistentecon produzione di catarro, e l’enfisema pol-monare, che è una distruzione irreversibile

degli alveoli polmonari, ossia di quella parteterminale dei polmoni dove avviene lo scam-bio di ossigeno e anidride carbonica trasangue e aria; nell’enfisema le sottili paretidegli alveoli, che normalmente consentonotali scambi, vengono distrutte con formazio-ne di spesse pareti fibrose che ostacolano ilpassaggio appunto dell’ossigeno e dell’ani-dride carbonica. Il fumo di sigaretta costitu-isce il primo tra i fattori di rischio per questemalattie (è il responsabile dell’80-90% deicasi).

Anche l’asma, malattia cronica ed infiamma-toria delle vie aeree caratterizzata da crisi didifficoltà respiratoria con andamento vario,con periodi di malessere e altri di relativastabilità, e con livelli di gravità molto diversia seconda della causa e del soggetto amma-lato, riconosce come fattori di rischio, oltreagli inquinanti, agli allergeni (pollini, peloe forfora di animali domestici, polveri dicasa), alle infezioni, e a fattori predisponentifamigliari, anche il fumo; il fumo passivo, inparticolare, si è dimostrato responsabile di insor-genza o aggravamento di asma nella popolazioneinfantile esposta.

DIPENDENZAPSICOLOGICA E FISICA

2IL MONITORE

MEDICO

(segue da pag. 1)

IL FUMO DISIGARETTA:

P R E V E N Z I O N E

In sostanza il fumo, da molti credutouna una piacevole abitudine, è in realtàun grande problema, tanto più se si pensaalle difficoltà legate alla sospensione ditale abitudine per via della dipendenzafisica e psicologica che causa.

Con il termine “tabagismo” si intendeproprio quella condizione morbosa carat-terizzata dalla necessità o dalla abitudinedi fumare quotidianamente sigarette. Ladipendenza è sia di tipo psicologico, legataal “rito” della sigaretta, sia di tipo fisico,dovuta alla presenza della nicotina, unasostanza in grado di dare una vera e pro-pria dipendenza fisica al pari delle droghe.

DIAGNOSI di dipendenza da fumo disigarettaSi basa sui sintomi riferiti dal fumatore(tosse, espettorazione, dispnea da sforzo),sull’abitudine al fumo e sull’età di inizio;oltre a questi fattori vanno indagati lostato di salute presente e passato ed i fattoridi rischio per la salute.Molto importante è la determinazione delgrado di dipendenza alla nicotina, unasostanza contenuta nelle foglie di tabaccoin grado di creare dipendenza farmacolo-gica. Per una valutazione semplice e im-mediata della dipendenza da nicotina èpossibile utilizzare il Test di Fagerstrom(v. riquadro), che, sulla base del grado didipendenza valutato, ipotizza anche lestrategie necessarie per la disassuefazione.

TERAPIAObiettivo della terapia è raggiungere ladisassuefazione totale. Tale obiettivo èdifficile. Solo il 4 – 7% dei soggetti chesmettono riescono ad astenersi nel lungoperiodo.Terapia ideale è quella combinata, cheunisce l’inquadramento e l’assistenza psi-cologica alla terapia sostitutiva con nico-tina, che va comunque usata con cautelain soggetti con precedente di infarto, diictus, con pregressi od attuali problemicircolatori, di aritmia, ipertensione arterio-sa, ipertiroidismo, diabete, feocromocito-ma. La terapia comportamentale può es-sere sintetizzata nell’acrostico RIDE:R ritardare (quindi cercare di posticipareil momento in cui si fuma impegnandosiin altre attività)I involarsi (evitare le occasioni in cui abi-tualmente si fuma)

D distrarsi (ricercare altre attività o distra-zioni)E evitare (evitare situazioni in cui normal-mente si fuma)Tra i presidi terapeutici sostitutivi della nicotinaesistono in commercio gomme da masti-care alla nicotina, inalatori alla nicotina,cerotti a cessione transdermica allanicotina.Da qualche tempo è stato inoltre introdottoun nuovo presidio terapeutico per aiutarela disassuefazione dal fumo; si tratta delBupropione Cloridrato, un farmaco antide-pressivo che, agendo su particolari media-tori cerebrali, determina una attenuazionedel desiderio di fumare.

Si assume in capsule due volte al giorno,meglio se in combinazione con la nicotina.Tra gli effetti collaterali della disassuefa-zione va citato l’aumento di peso (in media2 – 3 Kg); tale aumento è in gran parte

DIPENDENZAPSICOLOGICA E FISICA

Chi desidera ricevere a casapropria la Carta dei Servizi delPoliambulatorio LARC puòritirarla c/o le sedi LARC oppurefarne richiesta scritta tramiteinvio della cartolina postalepubblicata in ultima pagina.

Test per lavalutazione delladipendenza fisicada nicotina(Scala di Fagerstrom).

RISULTATO-DIPENDENZA:CHE FARE?

0 - 4 DIPENDENZA BASSA: Puoifarcela con la tua volontà.

4 - 8 DIPENDENZA MEDIA: Haibisogno della tua volontà, del prodottoadatto e di materiale informativo

8 - 11 DIPENDENZA ALTA: In questocaso ci vorranno la tua volontà, unprodotto adatto, del materialeinformativo e il consiglio del tuomedico.

DOMANDE

1) Quanto tempo dopo esserti svegliatofumi la prima sigaretta?

2) Ti riesce difficile non fumare nei postidove è proibito? (Ad es. in chiesa, in aereo,al cinema)

3) A quale sigaretta rinunceresti menovolentieri?

4) Quante sigarette fumi al giorno?

5) Fumi più frequentemente durante lamattina che durante il resto della giornata?

6) Fumi anche quando sei a lettoammalato?

7) Qual è il contenuto di nicotina dellesigarette che fumi usualmente?

8) Aspiri il fumo della sigaretta?

PUNTEGGIO TOTALE

PUNTEGGIO

10

10

10

012

10

10

012

012

RISPOSTE

Prima di 30 minutiDopo 30 minuti

SINO

La prima della giornataQualsiasi altra

Meno di 1515 - 25più di 25

SINO

SINO

0,9 mg o meno1,0 mg - 1,2 mg1,3 mg o più

MaiQualche voltaSempre

3IL MONITORE

MEDICO

IL FUMO DISIGARETTA:

P R E V E N Z I O N E

Dr. Franco BardessonoSpecialista in PneumologiaConsulente Poliambulatorio LARC

INCONTRI CON IL MEDICOSU ARGOMENTI DI MEDICINA PRATICA

STAGIONE 2002-2003Sabato 26 ottobre 2002

QUANDO COMPARE UN NODULO AL SENO: COSA FARE?Relatore: Dr.ssa Paola Tacconis Specialista in Ginecologia ed Ostetricia

Sabato 9 novembre 2002LE CATTIVE ABITUDINI ALIMENTARI: RISCHI PER LA SALUTE

Relatore: Dr.ssa Daniela Delle Piane Specialista in Dietologia

Sabato 23 novembre 2002L’ERNIA JATALE E IL REFLUSSO GASTROESOFAGEO.

DUE IMPORTANTI MALATTIE DELLA GIUNZIONE TRA STOMACOED ESOFAGO. SINTOMI, DIAGNOSI E TERAPIA

Relatore: Dr. Giacomo Mattalia Specialista in Chirurgia dell’Apparato Digerente edEndoscopia Digestiva

Sabato 14 dicembre 2002QUANDO LA SPALLA SI BLOCCA: “LE PERIARTRITI DI SPALLA”

Relatore: Dr. Luigi Cerutti Specialista in Terapia Fisica e Riabilitazione

Sabato 11 gennaio 2003LA PSORIASI: UNA MALATTIA DELLA PELLE DI SEMPRE PIÙ

FREQUENTE RISCONTRORelatore: Dr.ssa Daniela Barbaso Specialista in Dermatologia

Sabato 25 gennaio 2003FIBRILLAZIONE ATRIALE: UN DISTURBO DEL RITMO CARDIACO

CHE NON HA ETÀRelatore: Dr. Paolo Dessy Specialista in Cardiologia e Medicina Interna

Sabato 8 febbraio 2003I DISTURBI DELLA COAGULAZIONE: QUANDO UNA FERITA NON

SMETTE DI SANGUINARERelatore: Dr. Emilio Giovanelli Specialista in Ematologia

Gli incontri si svolgono presso la sala riunioni del Poliambulatorio LARCCorso Venezia, 10 – Torino - Tel 011-24.84.067

ore 15.30INGRESSO LIBERO

legato al rallentato metabolismo in man-canza di nicotina, ma in parte anche alfatto che spesso i soggetti che smettonodi fumare tendono a assumere caramellee snack nei momenti di pausa durante iquali precedentemente fumavano unasigaretta.Per la buona riuscita della disassuefazionedal fumo di sigaretta il paziente va inoltreseguito mediante incontri periodici colmedico curante a scadenze via via piùdistanti nel corso del primo anno, al finedi valutare l’efficacia del trattamento e/ola necessità di intraprendere nuove stra-tegie.PREVENZIONESarebbe la migliore delle terapie ma, pur-troppo, ancora oggi troppo poco si fa inquesta direzione.La prevenzione primaria consiste nel modi-ficare l’ambiente socio–culturale per con-trastare l’abitudine al fumo al fine di im-pedire ai giovani di iniziare a fumare.La prevenzione secondaria consiste nelladisassuefazione al fumo nei soggetti conpochi o senza sintomi, quando ancoranon si è instaurata la dipendenza fisica.RUOLO DEL MEDICOIl ruolo fondamentale del medico curanteè quello di convincere e aiutare i pazientinel tentativo di smettere di fumare.

In particolare il medico deve essere ingrado di diagnosticare la presenza di di-pendenza e quindi orientare il trattamentonel modo più corretto (semplice supportopsicologico, necessità di assunzione difarmaci) modificandolo eventualmente neltempo. Per tale motivo è fondamentale che,soprattutto nel primo anno, il rapportomedico-paziente sia particolarmente stretto.

Naturalmente, prima ancora che occuparsidella terapia, il compito del medico èquello di fare prevenzione, con un’attentaeducazione dei pazienti sui rischi causatidal fumo di sigaretta.

DIPENDENZAPSICOLOGICA E FISICA

4IL MONITORE

MEDICOG A S T R O E N T E R O L O G I A

Dott. Oscar BonardiSpecialista in Chirurgia GeneraleConsulente Poliambulatorio LARC

CANALEANALE

I PIÙ FREQUENTI DISTURBIDEL

LE EMORROIDIPer secoli il genere umano è stato afflittoda una malattia chiamata “emorroidi” edancora oggi tale patologia viene conside-rata negli ambienti familiari con un certofolklore. Esistono infatti nella storia dellamedicina ogni genere di pozioni miraco-lose per il trattamento di questa malattia.Ma che cosa sono esattamente le emorroidi?Sono dilatazioni delle vene che costituisco-no il plesso emorroidario sottomucoso(interno) e quello sottocutaneo (esterno).Le emorroidi si classificano secondo gradi:I grado: interne sanguinanti senza doloreII grado: protendono all’atto della defeca-zione con riduzione spontaneaIII grado: la protrusione spontanea richiedeuna riduzione manualeIV grado: il prolasso non è riducibile

Cause Esiste certamente una predisposi-zione ereditaria, ma molti comportamentiindividuali e fattori socio-ambientali gio-cano un ruolo importante nel provocarela comparsa delle emorroidi. La stitichezza,la dieta povera di fibre, l'abitudine a rima-nere a lungo seduti sul water, determinan-do una pressione prolungata sulle veneemorroidali, sono tutti fattori aggravanti.La gravidanza può sia indurre che aggra-vare le emorroidi, soprattutto nella fasedel parto.Sintomi Il sintomo fondamentale è il san-guinamento rosso vivo. Il dolore, contra-riamente all’opinione comune, comparesolo in seguito a complicanze o in associa-zione a altre patologie, come le ragadi anali(v. sotto). Il prurito è raramente legato alleemorroidi. La diagnosi avviene con l’ano-scopia e la clinica.Trattamento E’ in funzione dei sintomi edel grado evolutivo.Per i casi più lievi una terapia medica conun miglioramento delle funzioni intestinalipuò essere sufficiente.La stitichezza, qualora presente, deve es-sere corretta (diminuendo la consistenzadelle feci si rende l'evacuazione più facile).Sarà quindi importante introdurre nella

dieta una maggior quantità di fibre (ali-menti integrali, frutta e verdura) e cercaredi bere molta acqua, evitando alimenti"irritanti" come ad es. alcol, fritti, spezie,frutta secca, dolci.

Il prurito può essere alleviato con unaaccurata igiene locale: lavaggi con acquatiepida e sapone acido, asciugando senzasfregare, ma tamponando delicatamente.Un notevole sollievo lo si ottiene da fre-quenti "bidet" con acqua tiepida (3-4 volteal giorno per alcuni minuti). E’ inoltrefondamentale assecondare lo stimolo delladefecazione, non stare seduti sul waterpiù a lungo del necessario e evitare disollevare oggetti pesanti.Per quanto riguarda il trattamento farma-cologico, che comunque non deve maiessere disgiunto dai provvedimenti diete-tico-comportamentali sopra menzionati,esistono varie preparazioni ad uso localein commercio a base di cortisonici e ane-stetici locali associati fra loro e con altresostanze. La scelta del prodotto più indi-cato andrà effettuata naturalmente dalmedico curante.Negli stadi più avanzati si dovrà invecericorrere a trattamenti chirurgici (emorroi-dectomia) o alternativi (legatura con ela-stici, scleroterapia).La legatura elastica è efficace nel trattamentodella maggior parte dei casi, escluso il IVgrado. Tale tecnica rappresenta un presidioaffermato, sicuro, rapido ed indolore chenon richiede ricovero ospedaliero. La scle-roterapia è un altro sistema efficace percontrollare i casi meno avanzati, è indoloree viene anch’essa effettuata ambulatorial-mente. Nel IV stadio l’unico rimedio rima-ne invece l’emorroidectomia chirurgica.

LA RAGADE ANALESi tratta di un'ulcerazione lineare dellapelle, posta nel fondo di una piega radiatadell'ano.

La sintomatologia è caratterizzata da in-tenso dolore che compare al momentodella distensione dell'orificio anale, durantela defecazione. A causa del dolore durantela defecazione si può instaurare un circolovizioso di ritenzione fecale, con feci chedivengono dure e quindi evacuazionemolto dolorosa, con peggioramento dellaragade. Oltre a tale meccanismo, esistonofenomeni legati a situazioni di stress ner-voso, che provocano costrizione dello sfin-tere anale e peggioramento della sintoma-tologia.

La terapia con applicazione di pomateantinfiammatorie e antidolorifiche, comepure l'uso di sostanze che diminuisconola consistenza della massa fecale (assun-zione di fibre) può portare a un migliora-mento, ma raramente alla guarigione.La terapia è nella gran parte dei casi chi-rurgica; il trattamento più valido e diffusoè la sfinterectomia dello sfintere analeinterno che viene eseguita ambulatorial-mente in anestesia locale. Tale tecnica èpraticamente risolutiva.

5IL MONITORE

MEDICO

Si intende per diverticolosi del colon lapresenza di estroflessioni della mucosae della sottomucosa che rivestono la pa-rete interna del colon; è in pratica una"ernia" della mucosa attraverso uno sfian-camento della tunica muscolare esterna;la "spinta" alla formazione del diverticoloè data dalla pressione interna del grossointestino (o “colon”).La malattia è di natura acquisita, è fre-quente soprattutto nelle persone anziane(tre quarti dei casi si osservano in pazientidi età maggiore di 50 anni), ed è favoritadalla carenza di fibre alimentari nelladieta.Per quanto riguarda i disturbi causatidalla malattia, ricordiamo che i diverticolipossono essere asintomatici, oppure cau-sa di dolori addominali continui o inter-mittenti (al quadrante inferiore sinistrodell'addome, prevalentemente), oppuredi stipsi e irregolarità dell'alvo, o di me-teorismo.

Per diagnosticare la presenza di diverti-coli sono fondamentali alcuni esami:clisma opaco: dimostra bene i diverticoli,sia in fase di svuotamento che di riempi-mento, ma non quelli con colletto ostruitocolonscopia: dimostra bene gli orifici deidiverticoli, oppure gli esiti cicatriziali diuna diverticolite.

La complicanza principale della diverti-colosi è la diverticolite, ossia l'infiam-mazione dei diverticoli; se non curata,può evolvere sino alla perforazione, conconseguente peritonite diffusa, o la for-mazione di un ascesso peridiverticolare.La diverticolite acuta si manifesta in ge-nere con dolori addominali ai quadrantiinferiori dell'addome, specie a sinistra, efebbre; in questi casi è necessario rivol-gersi subito a un medico per effettuareuna diagnosi rapida e sicura e impostarela terapia specifica, per evitare ulterioricomplicanze che potrebbero portare allanecessità di interventi chirurgici.

L'intervento chirurgico diviene indispen-sabile per drenare un ascesso già formato(ma il drenaggio è possibile ancheper via percutanea, in ecografia) o incaso di perforazione e peritonite.L'intervento è necessario anche in casodi emorragia grave o recidivante; in que-sti casi deve essere effettuata una resezio-ne più o meno estesa del colon.

Per prevenire le complicanze della di-verticolosi è fondamentale una dieta ade-guata, che deve essere ricca di scorie(verdura e frutta, crusca) allo scopo diaumentare la massa fecale ed ottenerealmeno una o meglio due scariche algiorno di feci molli.In questo modo viene ridotta la pressioneall’interno del colon che può provocaredolore e nel tempo produce ulteriori er-niazioni della mucosa.

La crusca cruda può essere mescolata aivari alimenti; per evitare il senso di gon-fiore addominale ed i dolori che compa-iono nei primi giorni di trattamento, èopportuno aumentare progressivamentela dose. La crusca cotta viene vendutasotto varie preparazioni come pasta inte-grale, grissini e crackers integrali, paneintegrale, biscotti integrali.E’ bene però ricordare che la crusca silega ad alcuni principi alimentari e vita-minici, impedendone l'assorbimento;questo è poco importante in persone chehanno una alimentazione completa e va-riata, ma può causare un deficit di assor-bimento di calcio nei soggetti che seguonouna dieta povera di latte e latticini (vacontrollato in questi casi ed eventualmen-te integrato l'apporto di calcio).Si possono usare in alternativa alla cruscaalcuni lassativi che aumentano la massafecale, come l’emicellulosa o l'estratto dipsillio.

LA DIVERTICOLOSI DEL COLON:CONOSCERLA PERPREVENIRE LECOMPLICANZE

Dott.ssa Caterina CanelliMedico Chirurgo

G A S T R O E N T E R O L O G I A

ALIMENTI CONSIGLIATI

- pane e grissini, pane integrale, panedi segale

- pasta e riso con olio crudo, eventualmente con pomodoro frescopassato, fiocchi di avena

- latte- formaggi freschi non fermentati e

magri (mozzarella, scamorza, stracchino, crescenza, fontina, fior dilatte, ricotta di vacca)

- uova non fritte- carne di vitello, pollo, tacchino,

agnello- prosciutto cotto e crudo, bresaola- pesce lessato o ai ferri- verdure: patate bollite, barbabietole,

zucchini, …- frutta: mele, pere, banane, albicocche,

pesche, mirtilli, fragole, lamponi, succhi di frutta

ALIMENTI SCONSIGLIATI

- formaggi fermentati e piccanti (pecorino, gorgonzola, brie, camembert, formaggio blu, all'aglio, con le noci, con il pepe)- carni grasse, carni fritte- ceci, lenticchie, fagioli, piselli- agrumi, frutta secca- alcoolici- cibi fritti e sostanze irritanti

6IL MONITORE

MEDICOO R T O P E D I A

Con il termine di "periartrite scapoloomerale" si è sempre voluto identificareuna sindrome dolorosa della spalla, cheoggi viene più comunemente definita conil termine: "sindrome degenerativa dellacuffia dei rotatori". Infatti, fino a pochianni fa, non essendo state individuatele cause di tale patologia, con il terminedi "periartrite" si voleva indicareun'infiammazione delle strutture periarti-colari ( cioè intorno all'articolazione) dellaspalla. Oggi, grazie soprattutto alle nuovetecniche diagnostiche, (come ad es. larisonanza magnetica nucleare), è possibileindividuare con molta precisione qualisono le strutture anatomiche interessate.La "cuffia dei rotatori" è costituita daitendini dei muscoli sopraspinoso, sotto-spinoso, sottoscapolare e piccolo rotondo;tali muscoli consentono la rotazione ester-na e interna della spalla. La sofferenza(intesa come infiammazione acuta o cro-nica, o come lesione vera e propria) diqueste strutture causa quella sindromedolorosa che un tempo veniva appuntodefinita "periartrite scapolo-omerale".Le prime descrizioni della malattia risal-gono al 1800. Colpisce soggetti dai 40 ai70 anni, con maggiore incidenza nellapopolazione femminile.

Le cause sono molteplici e fra queste no-tiamo:• trauma da caduta o da colpo diretto• microtraumi ripetuti in attività sportive(per allenamento, tecnica o attrezzaturescorrette) o in lavori particolari (ad es.lavori manuali)

• disturbi della vascolarizzazione• esposizione al freddo• fattori tossiciLa cuffia dei rotatori è poco vascolarizzataed è costretta a funzionare tra pareti diosso spesso in preda a degenerazioni ar-trosiche che diminuiscono lo scorrimentodei tendini sino a sclerotizzarli e a condurliad una degenerazione fibro – cartilagineacon perdita dell’elasticità che è propriadel tessuto tendineo.Le strutture interessate presentano dap-prima uno stato infiammatorio acuto, conformazione di tendinite, o di rottura ten-dinea, quindi una progressiva cronicizza-zione, con l'evoluzione verso la fibrosi.Il primo sintomo, che compare general-mente in modo progressivo, è il dolore.Inizialmente questo si manifesta nei mo-vimenti estremi dell'articolazione dellaspalla, soprattutto nelle rotazioni enell'abduzione (allargamento del braccio).Difficilmente il dolore supera il gomito,localizzandosi prevalentemente sulla spal-la.Nelle fasi più avanzate il dolore si mani-festa anche nel sonno e durante piccolimovimenti della spalla, per cui il paziente,per sentire meno dolore, tende a muoverlasempre meno. Con questo meccanismo"vizioso" la spalla tenderà a bloccarsi pro-gressivamente, tanto che, in assenza diuna terapia adeguata, si arriverà alla co-siddetta "spalla congelata".

Gli accertamenti strumentali richiestisono:• l’esame radiologico che mette in eviden-za le eventuali manifestazioni artrosiche,la rarefazione ossea della frazione del-l’omero su cui si inseriscono i tendini(trochite), la presenza eventuale di depo-sito di calcio nel contesto tendineo• l’ecografia che evidenzia la degenera-zione del tessuto tendineo, dimostrandonela gravità• la risonanza magnetica, richiesta quando

lo specialista, vista la gravità del quadroclinico, prospetta la terapia chirurgica

La cura consiste:• nelle fasi iniziali, in cui è concessa ancorauna discreta mobilità, in infiltrazioni cor-tisoniche e cauta rieducazione della spallacon semplici e ripetuti movimenti attividell’articolazione.Si possono associare terapie fisiche qualiil calore, ultrasuoni e jonoforesi con antin-fiammatori.• nelle fasi più avanzate, con sintomato-logia non rispondente alle cure suddettee marcate rigidità, l’intervento chirurgico,che in genere consiste nell’acromion-plastica, ossia nell’intervento di amplia-mento dello spazio in cui scorre la cuffiadei rotatori con resezione parziale del-l’acromion, che è un tetto osseo che sovra-sta l’omero.All’intervento, che può essere eseguito, aseconda dei casi, anche in artroscopia,ossia senza esposizione chirurgica dell’ar-ticolazione, dovrà seguire un periodo dirieducazione fisica dell’arto.

Professor Pier Luigi SiliquiniLibero Docente inClinica OrtopedicaConsulente Poliambulatorio LARC

LA PERIARTRITESCAPOLO - OMERALE

7IL MONITORE

MEDICO

1 ALLUCE VALGOAlluce valgo con metatarsalgia. Cause erimedi.M.T.M.

L'alluce valgo è una deformità a caricodel 1° dito del piede e più precisamentedella prima articolazione metatarso-falangea del piede, riscontrabile piùfrequentemente nella donna chenell'uomo. La causa è soprattutto lega-ta all'uso di calzature troppo strette ead una predisposizione familiare.L'età più colpita è quella tra i 40 ed i60 anni, ma negli ultimi tempi si ènotato un aumento di questa patologiain pazienti più giovani, intorno ai 30anni, e talvolta perfino in diciottenni.Nel caso in cui l'alluce valgo diventidoloroso, anche sotto la pianta delpiede, con difficoltà alla deambulazio-ne, è bene consultare al più presto unortopedico, il quale eseguirà un accu-rato esame clinico e richiederà alcuniesami radiografici di routine (in parti-colare un radiografia del piede sottocarico, ossia in piedi). Sulla base deirisultati della visita medica, degli ac-certamenti radiologici e delle caratte-ristiche specifiche del paziente (età,peso, attività fisica,…) potrà esserevalutata l’opportunità dell’esecuzionedell’intervento chirurgico. Ricordiamocomunque che non va mai preso inconsiderazione l'intervento chirurgicodi correzione della deformità ai solifini estetici. Ciò condurrebbe inevita-bilmente ad un vero e proprio insuc-cesso, dal momento che andrebbe adalterare un'articolazione non dolente.

2 SCLEROSIChe cos’è la sclerosi multipla?R.F.

La sclerosi multipla è la più frequentemalattia neurologica e la prima causadi invalidità permanente del giovane.Il primo episodio colpisce infatti pre-valentemente soggetti nella fascia dietà compresa tra i 15 e i 45 anni, conun massimo attorno ai 55 anni; sonocolpite un po’ più frequentemente ledonne.Le cause non sono ancora note, ma sisuppone vi sia un’esposizione ad unagente virale nei primi anni di vita,con una risposta del sistema immuni-tario negli anni successivi che porta auna reazione dei propri anticorpi con-tro una proteina, chiamata mielina,che costituisce la guaina delle cellulenervose. La reazione immunitaria, unavolta instauratasi, tende a cronicizzare,e questo spiega la progressione dellamalattia.La sclerosi multipla si manifesta acu-tamente con sintomi variabili a secon-da della zona colpita: perdita dellavisione da un occhio, vertigini, paralisidi un braccio o di una gamba, difficoltànella parola, …La progressione della malattia è varia,in genere si alternano attacchi acuticon periodi di recupero quasi totale.In alcuni casi i periodi liberi da malattiapossono perdurare anche per anni,mentre in altri casi meno fortunati gliattacchi acuti si susseguono e non siha un periodo di guarigione totale trauno e l’altro, con lo sviluppo di inva-lidità permanente.

La diagnosi si effettua con una visitaneurologica e con l’esecuzione di alcuniesami: innanzitutto una risonanza ma-gnetica cerebrale e l’esame del liquor.Molto importante è inoltre il controlloannuale della risonanza magnetica,per seguire l’evoluzione della malattia.Non esistono ancora terapie risolutive,ma negli ultimi anni si sono fatti grossipassi avanti nella ricerca e sono oggidisponibili diversi farmaci: nelle fasiacute in genere si utilizza il cortisone,mentre per ritardare l’evoluzione e lariacutizzazione della malattia si fa ingenere uso dell’interferone, del copo-limero o di altri immunosoppressori.La scelta della terapia più adatta vafatta dal neurologo curante sulla basedegli esami, delle caratteristiche delpaziente e delle manifestazioni dellamalattia.

Data …………………………… n° 5/2002

Cognome e nome ………………………………………………………….................…………o Azienda …………………………………………………………………..................…………Via …………………………………………....... CAP …………. Città ...........………………..

Attenzione! Vi preghiamo di porre quesiti di ordine generale e non domande atte ad ottenereuna terapia che comunque non può essere formulata senza una visita del diretto interessato

Desidero che venga trattato il seguente argomento ………………………………………………………………………………………………………………………………..........…………………………………………………………………………………………..........…………………………………………………………………………………………..........

Desidero ricevere la Carta dei Servizi del Poliambulatorio LARC

Autorizzo la Redazione de "Il Monitore Medico" al trattamento dei miei dati personali nel rispetto della legge 675/96. In baseall'articolo 13 legge 675/96 potrò avere accesso ai miei dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure oppormi al loroutilizzo su semplice richiesta a : "Il Monitore Medico" c/o L.A.R.C., C.so Venezia, 10/A - 10155 TORINO

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IL MONITORE

MEDICO

Corso Venezia, 10

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Dott.ssa Caterina CanelliMedico Chirurgo

Dott. Daniele CasolatiSpecialista in NeurologiaConsulente Poliambulatorio LARC

ECOGRAFIERADIOLOGIA DIAGNOSTICA DIGITALIZZATARISONANZA MAGNETICATAC SPIRALEanche in convenzione con il SSN

ESAMI STRUMENTALIanche in convenzione con il SSN

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Sede Centrale: C.so Venezia, 10/A - 10155 TORINOCentralino informazioni e prenotazioni: Tel 011/24.84.067Fax 011/24.82.406Servizi per le aziende: Tel 011/85.93.12e-mail: infolarc@larc.itInternet: www.larc.itAmministrazione: Tel 011/28.62.71Numero Verde riservato ai Sigg. ri Medici: 800-051129

Sede distaccata: C.so Giulio Cesare, 50 - 10152 TORINOTel 011/85.17.66

ORARIO DI APERTURA: da lunedì a venerdì dalle ore7.30 alle ore 19.00; sabato (solo Sede Centrale C.so Venezia)dalle ore 7.30 alle ore 12.00

Centri informazioni e prenotazioni:Borgaro Torinese - Via Inghilterra, 15 - Tel 011/45.00.915Fax 011/45.15.928Carmagnola - Via Fratelli Vercelli, 22 - Tel 011/97.15.596Fax 011/97.25.098Cirié - P.zza Castello, 31/b - Tel 011/92.22.248Fax 011/92.24.343

Direttore Sanitario: Dr. Roberto DALL'ACQUA

LABORATORIO PRIVATO DI ANALISI CLINICHEanche in convenzione con il SSN(i risultati dei più comuni esami di laboratoriosono consegnati in giornata)

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Spett.leIL MONITORE MEDICOc/o Poliambulatorio LARCCorso Venezia 1010155 Torino

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Si ricorda ai Signori Utenti che il Poliambulatorio LARC ha aperto un nuovo ufficioinformazioni e prenotazioni a Carmagnola - Via Fratelli Vercelli, 22 - Tel 011/97.15.596Fax 011/97.25.098

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