MASSIMO FINI ScriverÑ altri libri? Ho detto tutto quello ... · per onest¿ di aver detto tutto...

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CULTURA

FIVIZZANO

IN LUNIGIANAUN MUSEODEDICATOA BERNACCA

L'intervista pMASSIMO FINI

«Scriverò altri libri? Ho detto tuttoquello che volevo dire, ma chissà...»CLAUDIA CATTANI

pDopo «La modernità di unantimoderno», che ha rac-colto gli scritti storico-filoso-fici di Massimo Fini, Marsilioeditori ripubblica - in un vo-lume unico «Confesso che hovissuto. Esistenza inquieta diun perdente di successo» - itre libri più personali dell’au -tore: «Di[zion]ario erotico.Manuale contro la donna afavore della femmina»(2000), «Ragazzo. Storia diuna vecchiaia» (2007), «Unavita. Un libro per tutti. O pernessuno» (2015).A corredo dei testi, il cui pen-siero rispecchia la persona-lità inafferrabile di una men-te pensante e provocatrice, lalunga introduzione scritta daFini risulta come una confes-sione sussurrata, il combat-timento di un pensatore in-quieto contro la nostalgia e lamalinconia, che scandisconoi passaggi di una vita com-plessa. Ne abbiamo discussocon l’autore, recentementeospite al Festival del PensieroRibelle

Fini, è vero che questo libroè per Lei una sorta di con-ge d o?Considera che ho pubblicatoil mio primo libro, “La ragioneaveva torto?”, nel 1985 dichia-rando che sarebbe stato il pri-mo e anche l’ultimo, poi ne hopubblicati altri sedici, quindimai dire mai. Ma posso direper onestà di aver detto tuttoquello che volevo dire e anchedi aver fatto tutto ciò che vo-levo fare, e credo, parafrasan-do Eliot, che ogni principiocontenga anche la propria fi-ne. D’altra parte ho passato is etta nt’anni e ritengo che siau n’età più che ragionevole,senza voler mettere una sca-

FINI Escono, raccolti in un un volume unico - «Confesso che ho vissuto» - i tre libri più personali dell’autore.

pUn museo ricorderà una delle figure più popolari della tv e, per le sue competenze, dellameteorologia: quella del colonnello (in realtà fu poi anche generale) Edmondo Bernacca(1914-1993). Luogo dell’iniziativa è Fivizzano (Massa Carrara) dove in un’ala della bibliotecacivica è stato ricavato lo spazio per il «MeteoMuseo Edmondo Bernacca» che radunerà cartemeteo, premi, riviste, cimeli, appunti di lavoro del generale, pubblicazioni. «EdmondoBernacca aveva famiglia e casa a Fivizzano, qui si sposò, faceva le vacanze ed ebbe la suaultima dimora - spiega il sindaco Paolo Grassi -. Nei tempi scorsi quando i suoi figli Paolo eFederica mi chiedevano come avrebbero potuto valorizzare il suo ricordo e i suoi materiali distudio, che avrebbero voluto donare al Comune, a quel punto ho proposto loro «Facciamo unmuseo». E ora lo andiamo a inaugurare».

Oggi le qualificazioni all'ateneo, semifinalie finalissima si terranno invece nelle tresere del Festival della Parola

Sfide oratorie Challenge retorico,7 minuti per convincere il pubblico

pLa «paura della morte» , la«legalizzazione delle drogheleggere», «le parole per rag-giungere un obiettivo», «la le-gittimità dell’occupazione dilocali e case per l’autogestio -ne», «la giovinezza». Sono al-cuni degli argomenti propostidai partecipanti alla primaqualificazione delle «sfide

o rato r ie » .7 minuti per convincere conuno «speech» il pubblico e lagiuria. Un «challenge retori-co» che vuole recuperare unatradizione di discorsi appas-sionati: da Cicerone che ar-ringa i senatori al corner diHyde Park , passando per ilj’accuse di Zola o i comizi in-

fuocati di Lenin. Ma con lospirito rivolto al presente. Aun mondo in cui le immaginisono onnipresenti e pervasivee ricominciare a ben parlare –magari recuperando i con-giuntivi, i condizionali e leforme di cortesia- potrebbeessere anche il primo passoper recuperare il valore e ilpiacere di confrontarsi, di-scutere e pure polemizzarec iv i l m e nte.E’ questa la scommessa delleSfide oratorie o Challenge re-torico, che dopo il primo ap-puntamento, riprendono oggialle 15, nel chiostro e Aula Cdell’Università in via D’Aze -glio 85.Semifinali e finalissima si ter-ranno invece nelle tre sere delFestival della Parola (CoraleVerdi, 25-27 giugno).

Le sfide oratorie sono indivi-duali, ma possono mettere incompetizione due o più ora-tori nel caso di un identicote m a .Questa prima edizione ( spe-rimentale) è rivolta agli stu-denti universitari, ai giovaniavvocati e praticanti , ma an-che a un pubblico più ampio esenza limiti d’età .I due finalisti riceveranno co-me premio: un week end perdue persone in una capitaleeuropea (il vincitore), una ce-na per due in un noto risto-rante di Parma (il secondoc l a s s i f ic ato ) .Info e iscrizioni: italia-no@unipr.it - tel. 05210 3 23 5 5Il forum d’iscrizione è su:www.webmediamaster.uni -p r. i tCOMIZIO Lenin, grande comunicatore, arringa la folla.

denza fissa all’e s i s te n za .

Nel l ’introduzione vi sonoanche note molto personali.Si, ho parlato di un problemadi alcolismo, e delle tre de-pressioni che mi hanno col-pito, che sono i buchi neridella mia vita.

C’è spazio nella nostra so-cietà per delle autentichec o n fe s s io n i ?C’è più che altro una grandemorbosità, una curiositàpubblica che non ha nulla ache fare con il voyeurismoerotico perché è puro pette-golezzo totalmente privo diempatia. Infatti, a dispettodel titolo, il libro non nasceda confessioni ma da tre librid i f fe re nt i .

Il più significativo?‘Dizionario erotico’, ad esem-pio, del quale nell’i ntro du -zione racconto la genesi or-mai quasi vent’anni fa. Quan-do uscì fece scandalo tra imovimenti femministi, fu ac-cusato di sessismo, ma di fon-do tratta il tema del rapportotra femminile e maschile cer-cando una linea conduttrice.Se lo leggi con intelligenza èla donna ad uscirne bene, co-me grande protagonista dellavita in quanto unica porta-trice di vita. Credo in sostan-za che la sovrastruttura ‘don-n a’, che pure ha tutto il dirittodi esistere, e nessuno si so-gna di toglierle i propri di-ritti, abbia schiacciato lastruttura ‘fe m m i n a’ che è lacondizione naturale e antro-p o l og ic a .

Anche “R a ga z zo”, il cui te-ma è la vecchiaia, e “Una vi-t a”, sono autobiografici, masono allo stesso tempo ri-flessioni collettive. Mentre

sul rapporto tra uomo na-tura ha espresso teorie par-tic ol a r i .Si, ho ipotizzato, senza peraltro molto successo, un ri-torno alla vita secondo ritmipiù naturali. in “Modernità diun Antimoderno”, che rias-sume il mio pensiero, ragio-no sul fatto che la rivoluzionepost industriale abbia di fattoprodotto un mondo peggioredi quello da cui voleva uscire.Ad esempio le problematichedella depressione, di cui hoparlato anche in chiave per-sonale, e soprattutto i suicidi,che sono decuplicati dall’av -

vento del moderno benesse-re, sono lo specchio di unasocietà che non sta bene nel-la propria pelle ed è un datodrammatico. Oggi, sebbenenon sia possibile smantellareun sistema globale, quel chechiedo è di porsi delle do-mande, domandarsi colletti-vamente se quella che il mon-do percorre sia la strada giu-sta o se non ci siamo allon-tanati troppo dalla natura.

L’esercizio del pensiero puòavere qualche utilità nellostar bene nella propria pel-l e?

Si, appunto, se serve a farsidelle domande.

Lei si considera un perden-t e?Perdente non saprei, ma cer-tamente date le posizioni cheho assunto, in contrasto conil pensiero dominante, è na-turale che io abbia avuto uncerto successo soprattutto inambienti ristretti.

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Confesso che ho vissutodi Massimo FiniMarsilio, pag. 544, A 22,00