Marco, un ragazzo che ha visto Gesù · gia a Gerusalemme dove incontra i primi annuncia-tori della...

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La storia di Marco inizia in una grandecasa di Gerusalemme che il Libro degli

Atti degli Apostoli ricorda come “la casa diMaria, madre di Giovanni, detto anche Mar-co” (12,12). È proprio qui che troviamo leprime notizie del nostro giovane. Il fatto cheavesse due nomi, uno ebraico (Giovanni),l’altro latino (Marco) ci fa supporre cheavesse una doppia cittadinanza. Conoscendosua madre Maria (tipico nome ebraico) sipuò dedurre che forse ilpadre avesse qualche rap-porto con i Latini. La di-screta agiatezza economicagli permette lo studio del-l’ebraico, greco e latino,approfondendo la cono-scenza della Sacra Scrittu-ra ed in particolare i testidei profeti. Costretto allafuga con i genitori, si rifu-gia a Gerusalemme doveincontra i primi annuncia-tori della predicazione diGesù.

Il fatto che Pietro, libe-rato dal Signore, si rechiproprio a casa di Marco,ove erano tutti riuniti in piena notte, ci la-scia capire che si tratta di un luogo abitualedi riunione.

Leggendo Mc 14,13-16 si legge che Gesùmanda due discepoli in città a parlare conun uomo con una brocca in mano che li ri-conoscerà e gli concederà di festeggiare laPasqua in casa sua. Dalla storia sappiamoche per la mentalità ebraica attingere l’acquaera una prerogativa femminile, neppure uno

schiavo si abbassava a tanto; così quest’uo-mo che i discepoli incontrano è un segno diriconoscimento che oltretutto sembra cono-sciuto da Gesù (che si presenta come “mae-stro”). Dalla descrizione della casa che il suoVangelo ci fa, appare chiaro che Marco co-nosce bene la dimora.

Che Marco non sia estraneo alla situazio-ne ci è confermato (secondo la tradizione)dalla presenza di un “giovanetto” (neani-

skos, diminutivo di nea-nos: giovane, da cui gio-vanetto, ragazzino cf. Mc14,51-52) il quale pocheore dopo, segue Gesù nelGetsemani. Chi è questo“giovanetto” definito ingreco neaniskos? Perchétanta insistenza sull’abbi-gliamento sommario delgiovane e sulla sua nu-dità? Un giovane che pro-babilmente era passatoinosservato agli altrievangelisti o forse consi-derato poco importante dacitarlo in quel frangenteparticolare in cui Gesù e i

suoi discepoli si stavano trovando.Si pensa che Marco, da giovane abbia as-

sistito alla cattura di Gesù nell’Orto degliUlivi. Infatti è l’unico a menzionare la fugadi un giovane che seguiva da lontano la cat-tura di Gesù, e ciò fa supporre che sia eglistesso questo giovane. Non si era equipag-giato per passare la notte all’agliaccio masemplicemente coperto da un lenzuolo (di li-no versione riveduta) seguiva Gesù. L’evan-

Marco,un ragazzo che ha visto Gesù

“Quando giunge la prova, se il credente èben equipaggiato e fortificato allora nessu-no può abbatterlo”.

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gelista Giovanni segnala che in quelle nottifaceva freddo (18,18): il giovane non siaspettava che proprio in quella notte sarebbesuccesso qualcosa di particolare, un fatto cheavrebbe condizionato la vita di tutti i pre-senti, compreso lui.

Colto impreparato dagli eventi, non hala forza per reagire ma lasciando spazioalla debolezza e allapaura di ripercussioniverso la sua persona“lasciando andare illenzuolo se ne fugginudo” (Mc 15,52). Conquel gesto, egli rima-ne nudo “in tutt i isensi”. Viene spogliatodelle sue certezze, del-la sua forza, perde an-che quel poco di fedeche l’aveva accompa-gnato f ino a quelpunto. È importantequindi essere semprepronti: Vegliate, statefermi nella fede, com-portatevi virilmente,fort i f icatevi (1Cor16,13). Quando giungela prova, se il creden-te è ben equipaggiatoe fort i f icato, al loranessuno può abbatterlo, ma se la sua espe-rienza è fugace e la sua fede labile (comeun lenzuolo di lino) allora avrà bisogno diritornare al Salvatore! Un altro giovanenella Bibbia, Giuseppe, lasciò i suoi vestitiin mano del nemico e questo gesto gli co-stò non poche sofferenze (Gn 39,11-14).

Il fatto che Marco fosse giovane possiamoricavarlo anche dalla testimonianza degliAtti degli Apostoli quando affermano cheBarnaba portò con sé il giovane nipote Mar-co (15,39).

Colleghiamo allora tutti gli indizi: lacasa di Marco pare la casa dove Gesù hamangiato l’ultima cena. In essa Gesù appa-re anche risorto, non solo, questa ospitalecasa ha raccolto i discepoli in preghieracon Maria (At 1,12-15) nel giorno di Pen-tecoste (At 2,1ss) ed è diventata luogo abi-tuale di riunione fino a celebrare in essa,

molto probabilmente,il primo Concilio diGerusalemme (At 15).È in questa casa che“probabilmente” Mar-co incontra Gesù, ealla scuola degli apo-stoli, cresce e maturala decisione di partirecon Paolo, missiona-rio del Vangelo (At13,59).

Possiamo dire cheMarco ha conosciutoGesù quando era ra-gazzo ed è r imastoimpressionato nontroppo dai suoi di-scorsi , ma dai suoigesti e da quello che idiscepoli dicevano diLui. Marco è apostolodi Pietro e grazie allascuola del primo Pa-

pa, capisce in modo riflesso l’identità diquell’Uomo.

Tutto il suo Vangelo porta il segno diquesto straordinario incontro e si potrebbeaffermare che il Gesù di Marco è un Gesùvisto da un ragazzo. Marco approfondiscei rapporti con Pietro diventando suo disce-polo (è Pietro che battezza e cresce questoragazzo) e dalla bocca di Pietro che Marcoregistrerà gli episodi della vita di Gesù cheegli non aveva potuto conoscere.

Francesco Pisano

“Tutto il Vangelo di Marco porta il segno di questostraordinario incontro e si potrebbe affermare che ilGesù di Marco è un Gesù visto da un ragazzo”.

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