Lo sport nell’antica grecia

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Lo sport in Grecia.

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Lo sport nell’antica Grecia

La prima forma di sport nell’ antica Grecia ci è narrata da

Omero nell’Iliade e nell’Odissea

Nell’Iliade troviamo la narrazione del funerale di Paco, amico e fratello di Achille, durante il quale si inducono delle competizioni sportive in onore

del defunto.

Nell’Odissea si narra dell’incontro tra Ulisse ed una principessa, in seguito

alla sua vittoria in alcuni giochi.

Nell’ età antica lo sport era riservato ai membri dell’ aristocrazia ed era istituito

in onore di un defunto o di una divinità. in occasione dei giochi, erano sospese anche

le guerre con la cosiddetta “Tregua Sacra”

Quattro erano i grandi giochi riservati ai cittadini di cultura greca:

• OLIMPICI (dedicati a Zeus/Giove)• PITICI o DELFICI (dedicati ad Apollo)• NEMEI (dedicati a Zeus/Giove)• ISTMICI (dedicati a Poseidone/Nettuno)

Il premio per questi giochi era solo simbolico, costituito da un ramoscello intrecciato a mo di corona, con il quale si cingeva il vincitore.

Ma la vittoria aveva un enorme valore per l’atleta che era trattato da eroe e poteva

rivestire importanti cariche nella vita sociale della sua città.

I giochi si succedettero regolarmente sino al 200 a.c., successivamente si svolsero in maniera meno rigorosa sino alla loro

definitiva sospensione nel 393 d.c. poiché ormai la Grecia era sotto la

dominazione romana e quindi i giochi pagani erano in contrasto con la

religione cattolica

La ripresa delle olimpiadi moderne avviene ad Atene

nel 1896

I giochi minori erano chiamati EREI: giochi femminili dedicati alle giovani

per dimostrare di essere mature e pronte al matrimonio. Avevano

significato rituale e si svolgevano con una corsa sulla distanza di circa

145/160 metri.

In tutte le gare, in ogni caso, non c’era il concetto di record:

si vinceva e basta ed ogni olimpiade faceva testo a se stessa.