Transcript of Liceo Scientifico O. Grassi Savona Classe 4^B Presenta… a.s. 2006/2007.
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- Liceo Scientifico O. Grassi Savona Classe 4^B Presenta a.s.
2006/2007
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- Questo lavoro, realizzato dalla classe IV B del Liceo
Scientifico Orazio Grassi di Savona, nasce dal bisogno di
affrontare un tema delicato, sempre attuale, che interessa non solo
la sfera femminile ma tutta la societ mondiale, e che tratta
levoluzione e i fondamenti dei diritti della donna: una conquista
che, oggi, sembra scontata, ordinaria e diffusa, ma che, in realt
presenta ancora moltissimi limiti e problemi. Quando si parla della
violazione di questi diritti subito appare, dentro di noi,
limmagine della donna musulmana, costretta a nascondere con un velo
i lunghi capelli, il corpo e, talvolta, il viso. Noi, da cittadini
occidentali quali siamo, evoluti, consci e razionali, condanniamo
una realt che ormai, sembra solo una pecca in una societ
multirazziale avviata alla globalizzazione, che ha risolto con
successo ogni tipo di discriminazione!!! Ebbene, i punti ed i
momenti su cui concentriamo le nostre considerazioni sono solo
lapice di una serie di violazioni che ogni giorno rimangono
impunite in stati a noi vicini o, perch no, nel paese in cui
viviamo. Alcuni diritti, fra cui spicca quello di voto, sono
traguardi molto recenti che le donne hanno conquistato dopo secoli
di unesistenza vissuta nellombra maschile; obiettivi che sembravano
irrealizzabili per una donna, ad esempio, dell800, sono stati ormai
raggiunti in molti luoghi, ma restano ancora, in molti altri, mete
inevitabilmente lontane. Con questa ricerca intendiamo analizzare
non solo la situazione e le conquiste femminili avvenute nel
passato, ma vogliamo anche approfondire il ruolo e la condizione in
cui si trovano le donne di oggi prendendo in esame situazioni ed
ambienti sociali e politici differenti. Per questo intendiamo
sviluppare punti diversi fra cui spiccano, in particolare: una
visione globale del ruolo e della presenza femminile in politica
con riferimento ai singoli stati mondiali, partendo da generiche
considerazioni fino ad una descrizione, pi dettagliata di varie
situazioni; uno sguardo alla situazione mediorientale, attraverso
lanalisi di alcune circostanze caratteristiche, quali la condizione
femminile nellIslam sia moderato, sia fondamentalista; unanalisi
della situazione italiana e delle tappe fondamentali che hanno
caratterizzato lemancipazione femminile passando attraverso il
regime fascista fino ai giorni nostri, con particolare attenzione
allevoluzione del pensiero e dei bisogni femminili. In conclusione,
attraverso questo elaborato, speriamo di fornire una visione pi
chiara e completa di quella che stata e di quello che tuttora
rappresenta limmagine femminile nel mondo, senza perdere di vista
la speranza per un futuro meno discriminatorio e migliore per
tutti.
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- Articolo X Nessuno deve essere perseguitato per le proprie
opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di salire sul
patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di salire sulla
Tribuna, purch le sue manifestazioni non turbino l'ordine pubblico
stabilito dalla Legge. (da Dichiarazione dei diritti della donna e
della cittadina di Olimpia de Gouges, 1791)
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- Esci Sitografia
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- DallUnit al Fascismo: Dallunit Il fascismo (politica, societ,
economia) R.S.I. e Resistenza Dal 46 ad oggi: Cronologia delle
principali conquiste Evoluzione del pensiero e interviste,
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- Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748
nella regione di Montauban. Allevata da Pierre Gouze, era in realt
figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de
Pompignan, padrino di sua madre. Si spos a soli sedici anni per
evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase
vedova. Conobbe allora Jacques Bitrix, un ingegnere militare e
fu... amore a prima vista! Con Bietrix and a Parigi, dove cambia il
suo nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequent i
salotti pi famosi dove conobbe i pi importanti scrittori e filosofi
del tempo.
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- Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748
nella regione di Montauban. Allevata da Pierre Gouze, era in realt
figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de
Pompignan, padrino di sua madre. Si spos a soli sedici anni per
evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase
vedova.Conobbe allora Jacques Bitrix, un ingegnere militare e fu...
amore a prima vista! Con Bietrix and a Parigi, dove cambia il suo
nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequent i salotti
pi famosi dove conobbe i pi importanti scrittori e filosofi del
tempo.Il suo vero nome era Marie Gouze Nacque il 7 maggio del 1748
nella regione di Montauban.Allevata da Pierre Gouze, era in realt
figlia naturale di un poeta aristocratico, il marchese Lefranc de
Pompignan, padrino di sua madre. Si spos a soli sedici anni per
evadere dalla famiglia. A diciassette ebbe un figlio e rimase
vedova.Conobbe allora Jacques Bitrix, un ingegnere militare e fu...
amore a prima vista! Con Bietrix and a Parigi, dove cambia il suo
nome in Olympe de Gouges. Bella e corteggiata, frequent i salotti
pi famosi dove conobbe i pi importanti scrittori e filosofi del
tempo.
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- Un giorno, a casa di Sophie de Condorcet, moglie del famoso
politico girondino, esclama: "La femme a le droit de monter
l'chaffaud, elle doit avoir galement le droit de monter la
tribune." (La donna ha il diritto di salire sul patibolo, deve
avere egualmente il diritto di salire in tribuna!) "Apriteci le
barriere dell'onore - dichiara all'Assemblea legislativa nel '92 -
e noi vi mostreremo il cammino di tutte le virt". Ben presto si
rende conto che le conquiste della rivoluzione non favoriscono
affatto le donne e che anche il nuovo regime calpesta la libert.
Riprende, quindi, i suoi infuocati discorsi libertari attaccando il
regime di Robespierre, chiamandolo "animale anfibio". L'anfibio non
esita a condannarla a morte perch la nostra pensa bene di prendere
le difese di Luigi XVI! Olympe, infatti, si era opposta con grande
determinazione alla condanna a morte del re, ritenendo che "la
Rivoluzione deve dimostrare la propria forza non uccidendo, ma
risparmiando le vite, anche di coloro che avevano tramato contro la
Nazione". Olympe de Gouges ghigliottinata il 3 novembre del 1793, a
45 anni, per aver dimenticato le virt che convengono al suo sesso
ed essersi immischiata nelle cose della Repubblica. Olympe de
Gouges stata dimenticata per secoli dalla storiografia fino alla
met del XX secolo. Alcuni storici come Louis-Adolphe Thiers,
Alphonse- Marie-Louis de Lamartine e Louis Blanc le concedono poche
parole per il suo intervento durante la Rivoluzione francese
descrivendola come "folle".
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- Preambolo Uomo, sei tu capace di essere giusto? Chi ti pone
questa domanda una donna: questo diritto, almeno, non glielo
toglierai. Dimmi. Chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il
mio sesso? La tua forza? Le tue capacit? Osserva il creatore nella
sua saggezza; percorri la natura in tutta la sua grandezza, alla
quale sembri volerti avvicinare, e dammi, se ne hai il coraggio, un
esempio di questo potere tirannico.
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- Risali agli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali,
getta infine uno sguardo su tutte le modificazioni della materia
organizzata; e arrenditi all'evidenza, quando io te ne offro il
modo. Cerca, scava e distingui, se puoi, i due sessi
nell'amministrazione della natura. Ovunque, li troverai confusi,
ovunque essi cooperano in armonioso insieme a questo capolavoro
immortale! Soltanto l'uomo si creato alla meno peggio un principio
di questa eccezione. Bizzarro, cieco, gonfio di scienza e
degenerato, in questo secolo di luce e di sagacit, nella pi crassa
ignoranza egli vuole comandare da despota su un sesso che ha
ricevuto tutte le facolt intellettuali; che vuole usufruire della
rivoluzione e reclamare i propri diritti all'uguaglianza, per non
dire di pi.
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- Le madri, le figlie, le sorelle, rappresentanti della Nazione,
chiedono di essere costituite in assemblea nazionale. Considerando
che l'ignoranza, l'oblio o il disprezzo dei diritti della donna
sono le sole cause delle sventure pubbliche e della corruzione dei
governi, esse hanno deciso di esprimere in una solenne
dichiarazione, i diritti naturali, inalienabili e sacri della
donna, affinch tale dichiarazione, costantemente presente a tutti i
membri del corpo sociale, ricordi loro continuamente i loro diritti
ed i loro doveri, affinch gli atti del potere delle donne, e quelli
del potere degli uomini, potendo essere in ogni momento paragonati
con il fine di ogni istituzione politica, siano per ci stesso pi
rispettati,
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- affinch le rivendicazioni delle cittadine, fondate d'ora in
avanti su principi semplici ed incontestabili, siano sempre volte
al mantenimento della costituzione, dei buoni costumi, e al bene di
tutti. Pertanto, il sesso che superiore per bellezza, come anche
per coraggio nelle sofferenze materne, riconosce e dichiara, in
presenza e sotto gli auspici dell'Essere supremo, i seguenti
Diritti della Donna e della Cittadina.
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- ARTICOLO PRIMO La Donna nasce libera e rimane uguale all'uomo
nei diritti. Le distinzioni sociali possono essere fondate solo
sull'utilit comune. II Scopo di ogni associazione politica la
tutela dei diritti naturali e imprescrittibili della Donna e
dell'Uomo: tali diritti sono la libert, la propriet, la sicurezza
e, soprattutto, la resistenza all'oppressione. III Il fondamento di
ogni sovranit risiede essenzialmente nella Nazione, la quale altro
non se non la riunione della Donna e dell'Uomo: nessun corpo,
nessun individuo, pu esercitare un'autorit che non emani
espressamente da essa.
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- IV La libert e la giustizia consistono nel restituire agli
altri ci che appartiene loro; cos, l'esercizio dei diritti naturali
della donna ha come solo limite la perpetua tirannia che l'uomo le
oppone; tale limite deve essere riformato dalle leggi della natura
e della ragione. V Le leggi di natura e di ragione vietano ogni
azione che possa nuocere alla societ: tutto ci che non proibito da
queste leggi, sagge e divine, non pu essere impedito, e nessuno pu
essere costretto a fare ci che esse non ordinano. VI La Legge deve
essere espressione della volont generale; tutte le Cittadine ed i
Cittadini devono concorrere personalmente, o per il tramite dei
loro rappresentanti, alla sua formazione; essa dev'essere uguale
per tutti:
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- tutte le cittadine e tutti i cittadini, dal momento che sono
uguali ai suoi occhi, devono avere uguali possibilit di essere
ammessi a tutte le dignit, a tutti i posti e a tutti gli impieghi
pubblici, secondo le loro capacit, e senza altre distinzioni che
non siano quelle delle loro virt e delle loro capacit. VII Nessuna
donna fa eccezione; ella viene accusata, arrestata e mantenuta in
stato di detenzione nei casi stabiliti dalla legge. Le donne
ubbidiscono come gli uomini a questa legge rigorosa. VIII La Legge
deve stabilire soltanto pene strettamente e manifestamente
necessarie, e nessuno pu essere punito se non in virt di una legge
emanata e promulgata anteriormente al reato e legalmente applicata
alle donne.
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- IX Per qualunque donna dichiarata colpevole, viene esercitato
dalla Legge ogni rigore. X Nessuno deve essere perseguitato per le
proprie opinioni, anche fondamentali; la donna ha il diritto di
salire sul patibolo; allo stesso modo, deve avere anche quello di
salire sulla Tribuna, purch le sue manifestazioni non turbino
l'ordine pubblico stabilito dalla Legge. XI La libera comunicazione
dei pensieri e delle opinioni uno dei diritti pi preziosi della
donna, poich tale libert assicura la legittimit dei padri nei
confronti dei figli. Ogni cittadina pu dunque dire liberamente:
sono la madre di un figlio che vi appartiene, senza che un barbaro
pregiudizio
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- la costringa a nascondere la verit; salvo a rispondere
dell'abuso di tale libert nei casi previsti dalla legge. XII La
garanzia dei diritti della donna e della cittadina implica un
interesse pi ampio; tale garanzia deve essere istituita per il
vantaggio di tutti, e non per il beneficio particolare di quelle
cui essa viene data. XIII Per il mantenimento della forza pubblica,
e per le spese dell'amministrazione, i contributi della donna e
dell'uomo sono uguali; la donna partecipa a tutti i lavori ingrati,
a tutti gli incarichi faticosi; allo stesso modo deve dunque
partecipare alla distribuzione dei posti, degli impieghi, delle
cariche, delle dignit e dell'industria.
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- XIV Le Cittadine ed i Cittadini hanno il diritto di constatare
personalmente, o per mezzo dei loro rappresentanti, la necessit di
un contributo pubblico. Le Cittadine possono aderirvi solo se si
ammette una uguale ripartizione, non soltanto nel patrimonio, ma
anche nella pubblica amministrazione, e il diritto di determinare
la quota, l'imponibile, la riscossione e la durata dell'imposta. XV
La massa delle donne, coalizzata per il contributo a quella degli
uomini, ha il diritto di chiedere conto ad ogni agente pubblico
della sua amministrazione. XVI Ogni societ in cui non venga
assicurata la garanzia dei diritti e determinata la separazione dei
poteri, non ha costituzione;
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- la costituzione nulla se alla sua redazione non ha collaborato
la maggioranza dei componenti della Nazione. XVII Le propriet
appartengono a tutti i sessi, riuniti o separati; esse sono per
ognuno un diritto inviolabile e sacro; nessuno pu esserne privato
come vero patrimonio della Natura, se non quando lo esiga la
necessit pubblica, legalmente constatata, e a condizione di un
giusto e preventivo indennizzo. Conclusione Svegliati, donna! La
campana a martello della ragione si fa udire in tutto il mondo;
riconosci i tuoi diritti. Il potente impero della Natura non pi
circondato di pregiudizi, di fanatismo, di superstizione e di
menzogne. La fiaccola della verit ha dissipato le nuvole della
stupidit e dell'usurpazione.
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- L'uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze, ha avuto bisogno
di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Una volta libero,
egli diventato ingiusto nei confronti della sua compagna. O donne!
donne, quando smetterete di essere cieche? Quali vantaggi avete
ricevuto dalla rivoluzione? Un disprezzo pi marcato, uno sdegno pi
grande. Nei secoli di corruzione, avete regnato solo sulla
debolezza degli uomini. Il vostro dominio distrutto; cosa vi resta
dunque? La convinzione delle ingiustizie dell'uomo. La
rivendicazione del vostro patrimonio, fondato sulle sagge decisioni
della Natura. Cosa avreste da temere per una cos bella impresa? La
buona parola del Legislatore delle nozze di Cana?
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- Temete forse che i nostri Legislatori francesi, correttori di
questa morale, a lungo appesa ai rami della politica, ma che non pi
opportuna, vi ripetano: donne, cosa c' in comune fra voi e noi?
Tutto, dovreste rispondere. Se, nella loro debolezza, essi si
ostinassero a contrapporre questa incongruenza ai loro principi,
opponete coraggiosamente la forza della ragione alle vane pretese
di superiorit; riunitevi sotto lo stendardo della filosofia;
mostrate tutta l'energia del vostro carattere, e presto vedrete
quegli orgogliosi, nostri servili adoratori, strisciare ai vostri
piedi, ma fieri di condividere con voi i tesori dell'Essere
supremo. Qualunque barriera vi si opponga, voi avete il potere di
superarla; basta che lo vogliate. Passiamo adesso al quadro
spaventoso di ci che voi siete state nella societ; e poich, in
questo momento, si pone il problema di una educazione nazionale,
vediamo se i nostri saggi Legislatori penseranno con giudizio a
proposito dell'educazione delle donne. Le donne hanno fatto pi male
che bene.
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- La schiavit e la dissimulazione sono state il loro destino. Ci
che la forza aveva loro sottratto, l'astuzia glielo ha restituito;
esse hanno fatto ricorso a tutte le risorse del loro fascino, ed
anche il pi irreprensibile degli uomini non resisteva. Il veleno,
la spada, ogni cosa era loro sottomessa; esse comandavano al
crimine come alla virt. Il governo francese, soprattutto, per
secoli dipeso dall'amministrazione notturna delle donne; il governo
non aveva segreti per la loro indiscrezione; ambasciate, comandi,
ministeri, presidenze, pontificati, cardinalati, insomma tutto
quanto caratterizza la stupidit, sacra e profana, degli uomini,
tutto stato sottomesso alla cupidigia e all'ambizione di questo
sesso un tempo spregevole e rispettato, e dopo la rivoluzione,
rispettabile e disprezzato. In questa sorta di antitesi, quante
osservazioni ho da proporre! ho a disposizione appena un momento
per farlo, ma questo momento attirer l'attenzione della posterit pi
remota.
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- Sotto l'Ancien Rgime, tutto era vizio, tutto era colpa; ma non
si potrebbe scorgere il miglioramento delle cose proprio nella
sostanza del vizio? Ad una donna bastava solo essere bella e
gentile; quando possedeva queste due qualit, vedeva mille fortune
ai suoi piedi. Se non ne approfittava, aveva un carattere
stravagante, o una filosofia poco comune, che la portava a
disprezzare le ricchezze; allora veniva considerata soltanto una
ribelle. Anche la pi indecente, con l'oro si faceva rispettare. Il
commercio delle donne era una specie di industria ammessa nella
classe pi alta, che, ormai, non avr pi credito. Se ne avesse
ancora, la rivoluzione sarebbe perduta e, da altri punti di vista,
saremmo sempre corrotti. Tuttavia pu la ragione nascondersi che
ogni altra strada sbarrata per la donna, che l'uomo compra, come
[fosse] la schiava sulle coste africane? La differenza grande; si
sa. La schiava comanda il padrone, ma se il padrone le d la libert
senza alcuna ricompensa, e in un'et in cui la schiava ha perduto
tutte le sue attrattive, che ne di quella sventurata? Diventa
oggetto di disprezzo, anche le porte della carit le vengono chiuse;
povera e vecchia, si dice; perch non ha saputo fare fortuna?
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- Altri esempi ancora pi toccanti si presentano alla ragione. Una
giovane senza esperienza, sedotta da un uomo che ama, abbandoner i
genitori per seguirlo; l'ingrato la lascer dopo qualche anno e pi
lei sar invecchiata con lui, pi l'incostanza di lui sar disumana.
Se ha figli, la abbandoner lo stesso. Se ricco, si creder
dispensato dal dividere la propria fortuna con le sue nobili
vittime. Se un qualche impegno lo lega ai suoi doveri, egli ne
violer il potere, sperando ogni cosa dalle leggi. Se sposato, ogni
altro impegno perde i propri diritti. Quali leggi restano dunque da
fare per estirpare il vizio alla radice? Quella della divisione dei
patrimoni tra gli uomini e le donne, e quella della pubblica
amministrazione. Come si pu facilmente immaginare, colei che nata
da famiglia ricca, viene a guadagnare molto con l'uguaglianza delle
divisioni. Ma colei che nata da famiglia povera, e che possiede
meriti e virt, quale sar la sua sorte? La povert e
l'obbrobrio.
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- Se non eccelle particolarmente nella musica o nella pittura,
non pu essere ammessa ad alcuna funzione pubblica, quand'anche ne
avesse la capacit. In questa sede voglio dare solo un'idea delle
cose, le approfondir nella nuova edizione di tutte le mie opere
politiche che mi propongo di dare al pubblico fra qualche giorno,
con delle note. Riprendo il mio testo sui costumi. Il matrimonio la
tomba della fiducia e dell'amore. La donna sposata pu impunemente
dare dei bastardi a suo marito, e dare ad essi una fortuna che non
appartiene loro. Colei che non sposata non ha che un debole
diritto: le vecchie leggi inumane le rifiutavano per i suoi figli
questo diritto sul nome e sul bene del padre, e in materia non sono
state fatte nuove leggi. Se tentare di dare al mio sesso una giusta
e onorevole consistenza, viene considerato in questo momento come
un paradosso da parte mia, e come la volont di tentare
l'impossibile, lascio agli uomini che verranno la gloria di
trattare questa materia; ma nel frattempo, la si pu preparare con
l'educazione nazionale, con il riassetto dei costumi e con le
convenzioni coniugali. Olympe de Gouges
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- Con il termine suffragette si indicano le appartenenti a un
movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto
di voto, sorto in Gran Bretagna alla fine dell'Ottocento.
Pronunciamenti a favore del voto femminile si erano gi avuti in
Francia e in Inghilterra alla fine del XVIII secolo, ma un
movimento di donne nacque in Inghilterra solo nel secolo successivo
e ottenuto il voto municipale (1869) e di contea (1880), esso si
pose l'obiettivo del voto per il parlamento.
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- Nel 1897 il movimento si struttur nelle National Union of
Women's Suffrage Societies. Il rifiuto di concedere l'estensione
del voto femminile port Emmeline Pankhurst a fondare nel 1903 un
movimento che venne definito "militante": l'Unione nazionale
sociale e politica delle donne. Questo si fece promotore di
agitazioni culminate in numerosi arresti.
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- Tale movimento fu definito delle "suffragette" in
contrapposizione a quello delle "suffragiste" che perseguiva lo
stesso obiettivo con metodi pi moderati. Interrotte le proteste nel
1914 per contribuire alla causa nazionale, nel 1918 le donne sopra
i trent'anni furono ammesse al voto politico e nel 1928 il
suffragio fu esteso a tutte le donne.
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- (Lega nazionale delle associazioni per il voto alle donne)
Organizzazione per il suffragio elettorale femminile sorta in Gran
Bretagna nel 1897 sotto la presidenza di Millicent G. Fawcett che
centralizz l'iniziativa delle varie societ suffragiste e adott una
pratica legalitaria, differenziandosi dal movimento pi radicale
delle suffragette.
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- Nata a Manchester nel 1858, e morta a Londra nel 1928, fu una
femminista inglese che guid il movimento suffragista femminile
inglese. Nel 1894 ottenne per le donne sposate il diritto al voto
nelle elezioni locali. Arrestata e processata diverse volte, riusc
con la sua incessante attivit ad assicurare fondamentali diritti
politici a tutte le donne inglesi, come il suffragio femminile per
la camera dei Comuni nel 1918. Emmeline
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- Alla nascita del Regno dItalia (1861) e alla successiva
adozione del Codice del nuovo Stato italiano uno dei pi vistosi
fattori di disuguaglianza era il principio dellincapacit giuridica
della donna, cui era connessa la cosiddetta tutela maritale. In
ogni regione prima dellunit erano presenti differenti atteggiamenti
nei confronti delle donne, come ad esempio sotto la dominazione
asburgica, dove le donne erano pari agli uomini nella gestione dei
propri beni. Queste donne tentarono di mantenere i diritti di cui
beneficiavano e inviarono alla camera una petizione che per non fu
accolta.
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- Le donne erano considerate sotto la tutela maritale per le
decisioni patrimoniali, infatti era necessario lassenso del marito
per decisioni come donare, ipotecare, acquistare o alienare i
propri beni, o obbligarsi per tutti gli atti che eccedevano
lordinaria amministrazione. Per ogni azione che la donna avesse
intenzione di fare, o per accettare mandati di qualsiasi genere,
ella era tenuta a chiedere una autorizzazione maritale dal
coniuge.
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- Autorizzazione maritale 131. Il marito capo della famiglia : la
moglie segue la condizione civile di lui, ne assume il cognome, ed
obbligata ad accompagnarlo dovunque egli (creda opportuno di
fissare residenza. 132. Il marito ha il dovere di proteggere la
moglie, di tenerla presso di s e somministrarle tutto ci che
necessario ai bisogni della vita in proporzione delle sue sostanze.
La moglie deve contribuire al mantenimento del marito, se questo
non ha mezzi sufficienti. 133. Lobbligazione del marito di
somministrare gli alimenti alla moglie cessa quando la moglie,
allontanatasi senza giusta causa dal domicilio coniugale, ricusi di
ritornarvi. Pu inoltre lautorit giudiziaria, secondo le
circostanze, ordinare a profitto del marito e della prole il
sequestro temporaneo di parte delle rendite parafernali della
moglie. 134. La moglie non pu donare, alienare beni immobili,
sottoporli ad ipoteca, contrarre mutui, cedere o riscuotere
capitali, costituirsi sicurt, n transigere o stare in giudizio
relativamente a tali atti, senza lautorizzazione del marito. Il
marito pu con atto pubblico dare alla moglie lautorizzazione in
genere per tutti o per alcuni dei detti atti, salvo a lui il
diritto di revocarla. 135. Lautorizzazione del marito non
necessaria : quando egli sia minore, interdetto, assente o
condannato a pi di un anno di carcere, durante lespiazione della
pena ; quando la moglie sia legalmente separata per colpa del
marito ; quando la moglie eserciti la mercatura ; 136. Se il marito
ricusi lautorizzazione alla moglie, o se trattisi di atto nel quale
siavi opposizione dinteresse, ovvero se la moglie sia legalmente
separata per sua colpa, o per colpa sua e del marito, o per mutuo
consenso, sar necessaria lautorizzazione del tribunale civile. Il
tribunale non pu concedere lautorizzazione, se prima il marito non
fu sentito o citato a comparire in camera di consiglio, salvi i
casi di urgenza. (CODICE CIVILE DEL REGNO DITALIA 30Giugno
1865)
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- 137. La nullit derivante dal difetto di autorizzazione non pu
essere opposta che dal marito, dalla moglie e dai suoi eredi od
aventi causa. [] 149..Il diritto di chiedere la separazione spetta
ai coniugi nei soli casi determinati dalla legge. 150.La
separazione pu essere domandata per causa di adulterio o di
volontario abbandono, e per causa di eccessi, sevizie, minacce e
ingiurie gravi. Non ammessa lazione di separazione per ladulterio
del marito, se non quando egli mantenga la concubina in casa o
notoriamente in altro luogo, oppure concorrano circostanze tali che
il fatto costituisca una ingiuria grave alla moglie. 151. La
separazione si pu eziandio domandare contro il coniuge che sia
stato condannato ad una pena criminale, tranne il caso che la
sentenza sia anteriore al matrimonio e laltro coniuge ce fosse
consapevole. 152. La moglie pu chiedere la separazione quando il
marito, senza alcun giusto motivo, non fissa una residenza, od
avendone i mezzi, ricusi di fissarla in modo conveniente alla sua
condizione. 153. La riconciliazione estingue il diritto di chiedere
la separazione ; essa induce pure labbandono della domanda che
fosse stata proposta. 154. Il tribunale che pronunzia la
separazione, dichiarer quale dei coniugi debba tenere presso di s i
figli e provvedere al loro mantenimento, alla loro educazione ed
istruzione. Pu il tribunale per gravi motivi ordinare che la prole
sia collocata in un istituto di educazione o presso terza
persona.
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- Petizione del 1861 Se Dio ha posto nelluomo unirresistibile
tendenza alla libert, perch nelluso della libert diventi migliore;
se Dio benedice agli sforzi che la Nazione Italiana fa per rendersi
libera, fondamento principalissimo di questo progressivo
miglioramento devessere laffermazione la pi larga possibile
dellemancipazione della donna. I primi otto anni delleducazione
delluomo appartengono quasi esclusivamente alla madre. Considerando
che sui diversi Codici delle provincie Italiane si sta elaborando
un Codice unico per tutto il Regno dItalia; Considerando che nelle
provincie Lombarde, dove vigente tuttora il Codice austriaco, la
donna parificata alluomo nella facolt di disporre delle proprie
sostanze in ogni contrattazione anche senza la tutela maritale;
Considerando che il Codice Albertino, 130, sottopone, nelle antiche
provincie, la donna alla tutela maritale nellesercizio dei diritti
di propriet; Le sottoscritte, Cittadine Italiane, fanno al
Parlamento rispettosa istanza, affinch nella compilazione del nuovo
Codice civile italiano, alle donne di tutte le provincie vengano
estesi i diritti riconosciuti fino ad oggi nelle donne Lombarde.
Milano 1861
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- Diritti Dal 1861 furono presentati disegni di legge o si
svolsero dibattiti parlamentari sul voto alle donne ma nel 1888 un
principio (non si nega il diritto delle donne al voto, ma
lopportunit del suo esercizio) ferm i vari dibattiti sullargomento.
Nel 1877 vengono abrogate le disposizioni di legge, che escludevano
le donne dallintervenire come testimoni negli atti pubblici e
privati. Nel 1907 entra in vigore la prima legge sulla tutela del
lavoro femminile e minorile. Lo stesso anno viene rilasciata per la
prima volta la patente di guida a una donna. Lanno successivo, il
1908, viene fondata l'Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI), che
cerca di opporsi alla laicizzazione della scuola e di promuovere la
cultura femminile. Nel 1919 con una legge sulla disposizione sulla
capacit giuridica della donna con una legge viene abolita
lautorizzazione maritale ma sono ancora negati i diritti politici;
questo viene considerata sola grande riforma della famiglia attuata
dallItalia liberale. Nel 1921 un deputato socialista ritenta la
prova con una proposta in un solo articolo: Le leggi vigenti
sullelettorato politico e amministrativo sono estese alle donne. Ma
la questione non viene neppure discussa.
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- Con l'avvento del fascismo inizia il periodo della legislazione
dedicata alle donne, in cui il concetto di tutela non inteso tanto
come difesa di un soggetto pi debole, ma piuttosto come protezione
della donna produttrice di figli da allontanare dal lavoro fuori di
casa e da ogni possibilit d'intervento attivo nella societ.
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- Legislazione Regio Decreto 1054/23: Viene proibita alle donne
la direzione delle scuole medie e secondarie. Regio Decreto
2480/26: Viene proibito alle donne l'insegnamento della filosofia,
della storia e dell'economia nelle scuole secondarie. Legge
22/1934: La pubblica amministrazione pu discriminare le donne nelle
assunzioni, escludendole da una serie di pubblici uffici. Legge
653/34: Questa legge riforma quella del 1907: la struttura delle
norme protettive rimane la stessa, ma le norme vengono meglio
precisate. Vengono estesi i lavori vietati alle donne e proibiti
quelli giudicati "moralmente" pericolosi. E' previsto il divieto
per le donne di svolgere a qualsiasi et lavori sotterranei, mentre
il lavoro notturno vietato solo per le minorenni. Per le donne che
hanno compiuto 15 anni l'orario di lavoro non pu superare le 11 ore
al giorno. Sono ancora escluse dalla tutela le categorie del lavoro
a domicilio e familiare. Regio Decreto Legge 15/10/38: Viene
emanato il divieto ai datori di lavoro sia pubblici sia privati, di
assumere pi del 10% di donne. Vengono esclusi dalla norma solo i
lavori che il regime considera particolarmente "adatti" alle donne
(lavori manuali e mansioni meramente esecutive).
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- Economia Vi fu una politica per la formazione della donna:
venne istruita nell'economia domestica, nell'educazione
all'infanzia, nell'assistenza sociale ed educata alla salute e a
una sana maternit attraverso l'introduzione dell'educazione fisica
e dello sport femminile. La donna viene inquadrata in associazioni
per ragazze, per giovani, per massaie, per laureate. Si punta alla
creazione di "una donna fascista per l'Italia fascista"
sottolineando il ruolo della madre, della massaia, fino ad arrivare
alla missione patriottica.
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- "Madri nuove per i figli nuovi" lo slogan del duce che tende
sempre a ad esaltare in ogni occasione la funzione sociale della
donna (secondo una precisa politica di incremento demografico). Le
donne del regime dovevano accettare di vivere secondo lo slogan del
Duce: per obbedire, badare alla casa, mettere al mondo figli e
portare le corna. Lideologia fascista dava alla donna lillusione di
sostenere le sue aspirazioni ma, di fatto, la relegava nei suoi
ruoli tradizionali, varando misure contrarie al lavoro femminile.
Al fine di incrementare le nascite, lo Stato viet luso di
anticoncezionali ed il ricorso allaborto. Vennero eliminate tutte
le attivit che potevano in qualche modo allontanare la donna da
quello che il fascismo vedeva come suo unico scopo: sposarsi e
mettere al mondo il maggior numero di figli possibile.
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- Societ Nellamministrazione pubblica fascista riscontrabile una
continua alternanza di tentativi miranti ad escludere la donna
dalla societ, da un lato e dall'altro, un'incessante necessit di
coinvolgere le masse femminili all'interno stesso della struttura
sociale attraverso un inquadramento sistematico e progressivo nelle
molteplici organizzazioni fasciste. Questa duplice direzione della
politica fascista risponde alle esigenze di porre le donne italiane
a servizio di obiettivi pubblici senza turbare quell "equilibrio"
sociale fondato sull'autorit maschile. Ecco che l'esaltazione
continua ed esasperata della maternit non signific valorizzazione
della donna e del mistero della fecondit, ma espresse la
preoccupazione del calo demografico italiano rispetto alle mire
espansionistico - imperialistiche del fascismo, che sfrutt le
differenze culturali ed economiche.La risposta delle donne fu
tutt'altro che omogenea: lo sciopero delle mondine, il mancato
aumento del tasso di natalit, il rifiuto a partire per le colonie
per scopi riproduttivi, costituirono dei chiari poli di dissenso,
che per furono azioni frammentarie.
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- Repubblica Sociale Italiana Con la caduta del regime fascista
(1943) e la nascita della Repubblica Sociale Italiana (Repubblica
di Sal), lItalia era di fatto divisa in due: la parte meridionale
era controllato dagli alleati sotto la luogotenenza del Re, mentre
quella settentrionale era nelle mani dei Tedeschi, con Mussolini a
capo del governo. Nel Nord sorse la Resistenza partigiana,
dall'impegno comune di individui, partiti e movimenti che si
opposero, militarmente o anche solo politicamente, agli occupanti
tedeschi e alla Repubblica Sociale. La donna in questo periodo ebbe
un ruolo determinante: da una parte la repubblica di Sal promosse
una propaganda per indurre le donne a non allearsi con le forze
anglo-americane, dallaltra un senso civico di giustizia persuase la
scelta di circa 30 mila donne di entrare nelle forze combattenti
della Resistenza e di 70 mila nei Gruppi di difesa della donna e
per lassistenza ai Volontari della Libert, con un livello di
determinazione spesso maggiore rispetto agli uomini. Il ruolo della
donna nella resistenza
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- Il ruolo della donna viene rivalutato dal movimento
partigiano
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- Due sfere separate L'ideologia della famiglia borghese era
detta "ideologia delle sfere separate" (lavoro sfera maschile, casa
sfera femminile) a cui si cercava di dare una spiegazione ed una
giustificazione con presunte motivazioni di carattere religioso,
etico, morale e anche giuridico. Questa divisione della sfera
pubblico/privato nella dicotomia uomo/donna ebbe anche delle
ripercussioni nel campo giuridico, non a caso la legge americana a
met del XIX secolo affidava ai mariti poteri molto ampi: "Il marito
e la moglie sono una sola persona. Questa persona il marito".
(Blockstore, 1853) Inizialmente le donne accettarono completamente
l'ideologia delle sfere separate, anzi la rivendicarono perch ci
dava loro un ampio raggio d'azione. L'essere le "signore del
focolare" permetteva loro di influenzare e controllare le azioni
degli uomini in generale e dei propri mariti in particolare.
Divennero i controllori della moralit dei loro uomini come si pu
desumere dalle attivit filantropiche in cui si impegnarono (es.
l'esercito della salvezza americano).
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- Le prime lotte In un secondo momento riuscirono ad imporre
parte della propria influenza nella vita di coppia in cui si andava
strutturando al societ. Si passa da famiglie ampie e patriarcali a
strutture pi nucleari in cui la donna riesce a strappare al marito
una cera libert di manovra e di scelta. Non pu ancora, la donna,
agire liberamente nella sfera pubblica, ma comincia a determinare
parzialmente le scelte del marito, ad esempi in fatto di nascite e
di sesso. Le donne grazie al controllo delle nascite riuscirono ad
ottenere una riduzione del numero delle gravidanze e, quindi, un
minore carico di lavoro e di tribolazioni. Questa fu la fase del
cosiddetto "femminismo domestico" in cui le donne rivendicarono una
maggiore autonomia nelle scelte importanti per la propria vita.
Maggiore tempo libero, dovuto ad un minore numero di figli da
accudire, permise alle donne di frequentare istituti per migliorare
la propria istruzione. Nascono cos i primi collegi femminili che,
sul modello di quanto detto in precedenza, hanno il compito di
preparare le donne ad affrontare la dura vita nel mondo del lavoro
fino ad allora monopolizzato dagli uomini. Questo passaggio non fu
certamente indolore, ma richiese dure lotte e trov molti ostacoli
negli uomini alcuni dei quali sostenevano anche che la struttura
psichica e fisica delle donne non fosse in grado di sostenere lo
sforzo dell'insegnamento e dell'attivit intellettiva. Quindi il
voler istruirsi oltre che inutile veniva considerato anche dannoso
per le donne.
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- La parit tra uomini e donne affermata in particolare negli
articoli 3, 29, 31, 37, 48 e 51 della Costituzione Italiana.
Costiuzione Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignit sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali. compito della Repubblica rimuovere
gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libert e leguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e leffettiva partecipazione di tutti i
lavoratori allorganizzazione politica, economica e sociale del
Paese. Art. 29 La Repubblica riconosce i diritti della famiglia
come societ naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio ordinato
sulleguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti
stabiliti dalla legge a garanzia dellunit familiare.
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- 1947: Enrico De Nicola promulga la Costituzione repubblicana
Art. 31 La Repubblica agevola con misure economiche e altre
provvidenze la formazione della famiglia e ladempimento dei compiti
relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge
la maternit, linfanzia e la giovent, favorendo gli istituti
necessari a tale scopo. Art. 37 La donna lavoratrice ha gli stessi
diritti e, a parit di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano
al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire
ladempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare
alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. La legge
stabilisce il limite minimo di et per il lavoro salariato. La
Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e
garantisce ad essi, a parit di lavoro, il diritto alla parit di
retribuzione.
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- Art. 48 Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che
hanno raggiunto la maggiore et. Il voto personale ed eguale, libero
e segreto. Il suo esercizio dovere civico. Il diritto di voto non
pu essere limitato se non per incapacit civile o per effetto di
sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnit morale indicati
dalla legge. Art. 51 Tutti i cittadini delluno o dellaltro sesso
possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in
condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla
legge. La legge pu, per lammissione ai pubblici uffici e alle
cariche elettive, parificare ai cittadini gli italiani non
appartenenti alla Repubblica. Chi chiamato a funzioni pubbliche
elettive ha diritto di disporre del tempo necessario al loro
adempimento e di conservare il suo posto di lavoro. Lassemblea
costituente
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- Intervista a Nadia Spano Nadia Spano, classe 1916, fece parte
dellAssemblea Costituente e in una intervista rilasciata al
giornale Noi Donne", cos riflette su quei giorni che diedero inizio
a nuovi diritti per le donne. "Il voto alle donne in Italia:
ricordo che da parte dei partiti fu un riconoscimento unanime in
forza dei meriti acquisiti durante la guerra, cio l'aver retto
l'intelaiatura della societ in anni in cui gli uomini erano
assenti. Noi donne abbiamo accettato questa impostazione, anche se
avremmo dovuto affermare invece il principio del diritto naturale.
Tutta la propaganda elettorale per l'assemblea costituente e per il
referendum si rivolgeva alle donne che dovevano votare per il
prigioniero o per il bambino, per la saggezza amministrativa, cio
sempre per gli altri. Nessun richiamo, mai era al diritto per s..
Per le donne andare a votare fu comunque importante anche se a
sinistra si diceva mia moglie vota come dico io e nelle parrocchie
il prete ammoniva Dio ti vede, tuo marito no, ma nella cabina
elettorale le donne per la prima volta hanno scelto, di dare la
fiducia o magari anche da chi farsi influenzare, ma hanno scelto.
Sono state libere"
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- Lei arriv a Napoli nel marzo del 1944. Cosa ricorda di quel
periodo? Togliatti mi affid la responsabilit del lavoro femminile
con gli obiettivi di gettare le basi per una organizzazione di
massa delle donne (lUDI) e di fare un giornale, riprendendo quel
Noi Donne che aveva avuto origine in Francia negli anni Trenta tra
le emigrate antifasciste e le donne che avevano costituito il
Comitato internazionale contro il fascismo e la guerra. Insieme a
tante altre, tra cui Rosetta Longo, Marisa Rodano, Rita Montagnana,
Giuliana Nenni, avviammo un grande lavoro tra le donne. Le donne
furono oggetto di unattenzione specifica, dunque... Bisogna mettere
in rilievo che la Liberazione stato un grande avvenimento in cui
gran parte della popolazione si sent direttamente coinvolta. Le
forze alleate arrivavano, citt per citt, dopo che i partigiani le
avevano liberate. Cos stato per Roma, per Napoli e per Firenze. Gli
italiani non solo non sono stati passivi, ma sono stati capaci di
organizzare un movimento che ha coinvolto una grande parte della
popolazione senza la quale non sarebbe stato possibile fare la
Resistenza. Questo un elemento importante da valorizzare e tenere
presente. In questo contesto le donne, e non solo le staffette e le
partigiane, diedero un contributo importante. Vi furono sostegni
diffusi nella societ che furono di grande aiuto alla Resistenza,
penso ad esempio alle suore. Ci sono delle testimonianze di
partigiani che sapevano di poter trovare nei conventi possibilit di
rifugio e che davano in cambio cibo per i bambini assistiti. Un
altro lavoro importante fu fatto dai gruppi di difesa delle donne,
che ai vari livelli organizzavano anche delle conferenze di
educazione politica (non partitica) per le donne, lavoro che si
rivel molto importante poi per il voto al referendum tra Repubblica
e Monarchia.
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- Quale era il clima per le donne sessanta anni fa? Tutti si
aspettavano un cambiamento reale e quindi la Costituente interpret
anche questo sentire comune. Le donne volevano da una parte un
ritorno ad una vita normale, con le famiglie e la tranquillit, ma
allo stesso tempo si aspettavano dei cambiamenti rispetto alla loro
condizione di prima della guerra. Il 2005 anche una tappa
importante: sessanta anni del voto alle donne in Italia e ricordo
che da parte dei partiti fu un riconoscimento unanime in forza dei
meriti acquisiti durante la guerra, cio laver retto lintelaiatura
della societ in anni cui gli uomini erano assenti. Noi abbiamo
accettato questa impostazione, anche se avremmo dovuto affermare
invece il principio del diritto naturale. Tutta la propaganda
elettorale per lassemblea costituente e per il referendum si
rivolgeva alle donne che dovevano votare per il prigioniero o per
il bambino, per la saggezza amministrativa, cio sempre per gli
altri. Nessun richiamo mai era al diritto di per s. Va detto che le
donne su alcune questioni erano guardinghe. Ad esempio vedevano
negli americani il pericolo che importassero il divorzio. Per loro
in quegli anni, anche se nel ricongiungimento delle famiglie
talvolta si ritrovavano due estranei, le donne vedevano la unica
possibilit di conservare uno status e di evitare una condizione di
povert.
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- Vengono riportati, di seguito, un estratto delleditoriale che
accompagnava i risultati del referendum e alcune risposte (Gioia,
14 aprile 1946), riguardo allatteggiamento interiore con cui le
lettrici si sarebbero presentate alle urne e al comportamento che
avrebbero adottato con gli uomini della famiglia, se di parere
diverso dal proprio. Si noti, oltre alle diverse sfumature delle
risposte, soprattutto il deciso richiamo delleditoriale al rispetto
di ruoli e gerarchie familiari, che ricordava il giornale il nuovo
diritto di voto non avrebbe dovuto in alcun modo contribuire a
mettere in discussione. Si potrebbe dire che il tono delle risposte
tranne rare eccezioni poco su, poco gi, universalmente
armonizzante: la donna riconosce che il diritto di votare le era
dovuto e intende valersene con seriet e sano criterio. Nessuna
delle signore partecipanti ha avuto il coraggio di dubitare (se non
proprio di riconoscere apertamente) di poter trovarsi davanti al
marito o al fidanzato in posizione di avere politicamente qualche
cosa da imparare. Tutte, con una sicurezza che rasenta la
presunzione, hanno dichiarato di essere pronte a scendere in lizza
per convincere il marito, il fratello, il fidanzato, la speranza
prossima o lontana della giustezza delle loro idee personali e
avvincerli alla loro causa. Questo potrebbe essere sintomo di due
diversi fatti: 1) di una pi alta coscienza morale nella donna e di
un pi disinteressato accostarsi alla vita politica: infatti quasi
da escludere salve rarissime eccezioni che la donna aspiri a
raggiungere posti di primo piano in questa primavera di rinascita
politica nazionale; quindi i fini che essa persegue, le cause che
difende non sono gi di indole privata, ma mirano a quelli che
rappresentano i massimi problemi universali e sociali, basi
indispensabili a garantire la saldezza della compagine familiare e
a tutelarne i diritti pi intimi e profondi. 2) ma potrebbe anche
essere sintomo di quella posizione di predominio effettivo o, per
lo meno, ambitissimo cui la donna mira nellambito della sua vita
familiare.
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- Irene DAmato Matera Mi presenter alle urne con spirito sereno,
e soprattutto fiducioso che il mio voto contribuir alla rinascita
della Patria, povera nave in balia della tempesta. Altra volta le
donne dItalia si presentarono ad altre urne e vi depositarono il
pegno sacro del loro amore: la fede nuziale che doveva servire a
venire in aiuto alla Madre in armi. E vi andarono con spirito
fiducioso anche allora. Ma purtroppo quello fu un tradimento:
bisogna che il voto di oggi lo redima e sia veramente limpulso di
ripresa e di ricostruzione morale e materiale per lei. Con che
atteggiamento interiore vi presenterete alle urne?
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- Gemma Cavallo Milano Mi presenter alle urne con piena coscienza
dellazione che star per compiere e con serena consapevolezza della
responsabilit che il diritto al voto impone. Un solo voto in pi o
in meno al partito che d maggior affidamento per i programmi e per
gli uomini che si propongono di attuarli, contribuir ad aumentare o
a diminuire linfluenza benefica nella vita della Nazione. Con che
atteggiamento interiore vi presenterete alle urne?
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- Irene DAmato Matera Con lui, se fossi in politica di parere
contrario, mi comporter in modo da fargli comprendere come sia
esatta la mia visione, e cercher, con ogni probabilit di riuscita,
di portarlo sulla mia via. Questo perch si tratta di mio marito, ed
io non posso pensare che egli, che forma con me una cosa sola,
abbia ad avere opinioni e convinzioni contrarie alle mie, anche e
soprattutto perch, per me, la politica strettamente connessa alla
religione e sotto molti aspetti da essa dipendente, ed io, sia
nelluna che nellaltra, non potrei non vivere allunisono con lui.
Gemma Cavallo Milano Trovandomi con un lui (fidanzato o marito o
fratello) di parere contrario al mio in politica, cercherei con la
parola suadente di correggere le opinioni e i principi errati e non
mi lascerei influenzare dalle sue convinzioni. Anche se da parte
del lui ci fosse una costrizione a farmi votare per il suo partito,
con la forza propria di chi possiede e sa di possedere la verit,
valendomi della segretezza e della libert del voto, non esiterei a
proclamargli che voterei per il partito che si armonizza con la mia
opinione. Come vi comporterete con lui (marito, fratello,
fidanzato, speranza prossima o lontana) se vi troverete in politica
di parere contrario?
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- Quelle che seguono sono le testimonianze di alcune note
scrittrici a proposito della loro prima esperienza di voto,
pubblicate su Mercurio, mensile di politica, lettere, arte e
scienze, n. 27-28, novembre-dicembre 1946. Alba De Cspedes N posso
passare sotto silenzio il giorno che chiuse una lunga e difficile
avventura, e cio il giorno delle elezioni. Era quella unavventura
cominciata molti anni fa, prima dellarmistizio, del 25 luglio, il
giorno avevo poco pi di ventanni in cui vennero a prendermi per
condurmi in prigione. Ero accusata di aver detto liberamente quel
che pensavo. Da allora fu come se unaltra persona abitasse in me,
segreta, muta, nascosta, alla quale non era neppure permesso di
respirare. stata s, unavventura umiliante e penosa. Ma su quel
segno in croce sulla scheda mi pareva di aver disegnato uno di quei
fregi che sostituiscono la parola fine. Uscii, poi, liberata e
giovane, come quando ci si sente i capelli ben ravviati sulla
fronte. Anna Banti Quanto al 46 e a quel che di importante per me,
ci ho visto e ci ho sentito, dove mai ravvisarlo se non in quel due
giugno che, nella cabina di votazione, avevo il cuore in gola e
avevo paura di sbagliarmi fra il segno della repubblica e quello
della monarchia? Forse solo le donne possono capirmi: e gli
analfabeti. Era un giorno bellissimo, si votava in vista di un
giardino dove i bambini giocavano fra i grandi che, calmi e
sorridenti, aspettavano, senza impazienza, di entrare. Una riunione
civilissima; e gli elettori eran tutti di campagna, mezzadri e
manovali. Quando i presentimenti neri mi opprimono, penso a quel
giorno e spero.
- Slide 60
- Maria Bellonci Anche per me, come per tutti gli scrittori, e
come per tutti quelli che sono avvezzi a mettere continuamente se
stessi al paragone delle cose, gli avvenimenti pi importanti di
questanno 1946 sono fatti interiori; ma un fatto interiore e come
quello del 2 giugno quando di sera, in una cabina di legno povero e
con in mano un lapis e due schede, mi trovai allimprovviso di
fronte a me, cittadino. Confesso che mi manc il cuore e mi venne
limpulso di fuggire. Non che non avessi unidea sicura, anzi; ma mi
parvero da rivedere tutte le ragioni che mi avevano portato a
questidea, alla quale mi pareva quasi di non aver diritto perch non
abbastanza ragionata, coscienziosa, pura. Mi parve di essere solo
in quel momento immessa in una corrente limpida di verit; e il
gesto che stavo per fare, e che avrebbe avuto una conseguenza
diretta mi sgomentava. Fu un momento di smarrimento: lo risolsi
accettandolo, riconoscendolo; e la mia idea ritorn mia, come
rassicurandomi.
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- Sondaggi e quote rosa Le elezioni amministrative del marzo 1946
e quelle politicamente significative del 2 giugno avrebbero reso
concreta la presenza della donna nella nostra vita
democratica,dando tuttavia vita a un dibattito, che la vicenda
delle "quote rosa" indica non ancora esaurito. La prima
introduzione delle cosiddette quote rosa, cio di un certo numero di
posti riservati alle donne nelle liste elettorali, risale al 1993,
provvedimento in seguito abrogato, nel 1995, da una sentenza della
Corte Costituzionale. Nel 2003 stato modificato larticolo 51 della
Costituzione, per promuovere le pari opportunit fra uomini e donne.
La legge dellaprile 2004 ha reintrodotto le quote rosa nellelezione
dei membri del Parlamento europeo. Nonostante ci non esiste ancora,
in Italia, una legge che garantisca una reale uguaglianza
rappresentativa.
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- Dopo un acceso dibattito alla Camera, nellottobre 2005, in sede
di discussione sulla nuova legge elettorale, lemendamento che
chiedeva una maggior rappresentanza delle donne in Parlamento stato
bocciato. Il 18 novembre 2005 il Consiglio dei ministri ha
approvato un disegno di legge sulla presenza femminile nelle liste
elettorali; esso prevede unalternanza di candidati uomini e donne
per la prima e la seconda elezione dopo lentrata in vigore della
legge. Ma il decreto stato bocciato dal Senato il 24 gennaio 2006,
ed dovuto tornare in Commissione Affari Costituzionali. Il
sondaggio, condotto poche ore prima della bocciatura delle ''quote
rosa'' dalla riforma elettorale approvata a Montecitorio, ha
evidenziato che l'89% delle intervistate ritiene ingiusta la scarsa
rappresentanza femminile in Parlamento. Poche tra le donne
intervistate dichiarano scarso interesse per la politica (solo il
17%) e la stragrande maggioranza (il 70%) si spiega questa
discriminazione solo per le barriere che si frappongono al loro
ingresso nei meccanismi della rappresentanza. Infine nel febbraio
2006 le quote rosa sono state approvate dal Senato. Dopo un giorno
e mezzo di polemiche, accuse e contraccuse, la legge che dovrebbe
portare pi donne in politica passata con 229 s, 4 no e 19
astensioni. Si tratta tuttavia di una mezza vittoria, dal momento
che lapprovazione avvenuta a fine legislatura, il che ha reso
concretamente impossibile la conversione in legge del
provvedimento, in tempo per essere applicato alle elezioni
politiche dellaprile 2006. Quote rosa? Il Ruanda il primo Paese al
mondo per la presenza femminile in politica Il Ruanda al primo
posto per le quote rosa con il 48,8% di donne elette. quanto
risulta dal monitoraggio che l'Universit di Stoccolma e
l'International Idea (Istituto Internazionale per la democrazia e
l'assistenza elettorale) hanno effettuato sulle quote rosa e sulla
partecipazione delle donne in politica nei rispettivi Paesi.
Nonostante i gravissimi problemi del Ruanda - che porta ancora le
piaghe del genocidio del 1994 che ha provocato la morte di oltre
800.000 persone - il 50% delle donne ha un titolo di studio che
fino a 10 anni fa riguardava soltanto il 10% di esse. Altri Paesi
poveri tra cui il Mozambico e il Burundi sono tra i primi 15 ad
avere un alto numero di donne in politica. E l'Italia? al 48 posto
dimostrando, come riportato da Clotilde Veltri su "La Repubblica.
it", una vera arretratezza culturale per una democrazia occidentale
compiuta quale dovrebbe essere la nostra.
- Slide 63
- 1945 Il decreto legge luogotenenziale n. 23 del 1 febbraio 1945
riconosce alle donne il diritto di voto. Alcune donne sono nominate
nella Consulta nazionale. Le donne votano in un primo turno di
amministrative. Fra il primo e il secondo turno delle
amministrative (1946) saranno elette le prime donne sindaco e
consigliere comunale. 1946 Il 2 giugno si vota per la Repubblica e
l'Assemblea Costituente. Le donne votano per la prima volta alle
politiche. All'Assemblea sono elette 21 donne. 1948 Il 1 gennaio
entra in vigore la Costituzione repubblicana italiana, che sancisce
l'uguaglianza dei diritti fra i sessi. Il 18 aprile eletto il primo
Parlamento repubblicano: sono elette 45 donne alla Camera e 4 al
Senato. Appena aperta la legislatura vengono presentati due
progetti di legge per la tutela fisica e economica delle
lavoratrici madri: il primo, di iniziativa parlamentare, da Teresa
Noce, il secondo da Fanfani ministro del Lavoro. 1949 Lina Merlin
presenta il progetto di legge per l'abrogazione della
regolamentazione della prostituzione. Gli anni 40 Le principali
tappe delle conquiste delle donne dal 1945 al 2000
- Slide 64
- 1950 Viene approvata, dopo un lungo dibattito in Parlamento e
nel Paese, la legge 860 sulla tutela fisica ed economica della
lavoratrice madre, relatrice Maria Federici. E' approvata anche la
legge n.986 che proibisce il licenziamento delle lavoratrici madri,
gestanti e puerpere. 1951 Angela Cingolani Guidi la prima donna
sottosegretario all'Industria e commercio nel Governo De Gasperi.
1953 Nelle elezioni della seconda legislatura le donne
diminuiscono: 33 alla Camera e solo 1 al Senato. 1954 Maria
Jervolino De Unterrichter sottosegretario alla Pubblica Istruzione.
Rinasce il Consiglio nazionale delle donne italiane. 1960 Accordo
salariale sulla parit di salario nell'industria. 1963 Nella quarta
legislatura sono elette 29 donne alla camera e 6 al Senato. Marisa
Cinciari Rodano eletta vicepresidente della Camera. Maria Badaloni
sottosegretario alla Pubblica istruzione. Maria Vittoria Mezza
sottosegretario alla Industria e Commercio. Vengono approvate la
legge n. 66 che ammette le donne a tutti i pubblici uffici e a
tutte le professioni, la legge che vieta il licenziamento per
matrimonio n. 7 e la legge di modifica a quella sulla tutela delle
lavoratrici madri. 1964 Si svolge a Roma il settimo Congresso dell'
UDI preparato da tesi che affrontano in termini nuovi l'autonomia
della questione femminile. Gli anni 50
- Slide 65
- 1963 Nella quarta legislatura sono elette 29 donne alla camera
e 6 al Senato. Marisa Cinciari Rodano eletta vicepresidente della
Camera. Maria Badaloni sottosegretario alla Pubblica istruzione.
Maria Vittoria Mezza sottosegretario alla Industria e Commercio.
Vengono approvate la legge n. 66 che ammette le donne a tutti i
pubblici uffici e a tutte le professioni, la legge che vieta il
licenziamento per matrimonio n. 7 e la legge di modifica a quella
sulla tutela delle lavoratrici madri. Valentina Tereskova la prima
donna astronauta. Betty Friedan pubblica The feminine mistique. Le
donne ottengono il voto in Iran, Kenia, Libia, Malesia. Nella
Enciclica Pacem in Terris Giovanni XXIII indica nella promozione
femminile un segno dei tempi. 1964 Si svolge a Roma il settimo
Congresso dell' UDI preparato da tesi che affrontano in termini
nuovi l'autonomia della questione femminile. 1965 Nasce a Milano il
primo collettivo femminista DEMAU (demistificazione autoritarismo).
1968 Elette solo 18 donne alla Camera, 11 al Senato. Emanuela Savio
sottosegretario all'Industria e commercio, Elena Caporaso alla
Pubblica istruzione, Maria Pia Dal Canton alla Sanit. La Corte
costituzionale dichiara incostituzionale la disuguaglianza dei
sessi nella punizione dell'adulterio. Nel quadro della
contestazione nascono i primi gruppi femministi.
- Slide 66
- 1970 Dopo le proposte di legge sullo scioglimento del
matrimonio dei socialisti: Sansone (1954) e Giuliana Nenni (1958)
approvata la legge (Fortuna socialista-,Baslini liberale-) n. 898
meglio nota come legge sul divorzio. Primo Congresso del Movimento
di Liberazione della Donna. 1971 Legge 1044 per l'assistenza
all'infanzia che prevede l'istituzione di asili nido pubblici. E'
approvata anche la legge 1204 di riforma della legge sulle
lavoratrici madri. 1972 Entrano nella V legislatura 25 deputate e 6
senatrici. Nel corso della legislatura subentreranno altre 3
deputate. Come effetto della introduzione della scuola media Unica
(1963) si registrano ormai significativi aumenti nella scolarit
femminile superiore dove le donne passano dal 37,4% del 1948-49 al
42,4% del 1972-73 e in quella universitaria (dal 25% al 37,5%). In
numeri assoluti le iscritte all'Universit sono 285.000 (contro le
69.000 del 1962) con una crescita del 244% contro una crescita
maschile del 147%. 1973 Viene approvata la nuova legge 877 sulla
tutela del lavoro a domicilio. Un Congresso dell'UDI stabilisce la
posizione dell'organizzazione nei confronti del nuovo femminismo.
1974 Nel referendum abrogativo del divorzio il 58% vota per il
mantenimento della legge.
- Slide 67
- 1975 E' approvata la legge n. 151 di riforma del diritto di
famiglia che sanziona la parit dei coniugi. E' approvata la legge
n. 405 che istituisce i consultori familiari. 1976 Cinquantatre
donne sono elette alla Camera e undici al Senato: c' un aumento.
Tina Anselmi nominata Ministro del Lavoro. Si svolge una grande
manifestazione di donne a Roma a favore dell'aborto. Nel Congresso
di Lotta continua, a Rimini le donne si scontrano duramente con una
politica che considerano ancora maschile, tentata dalla lotta 1977
E' approvata le legge n. 903 sulla parit di trattamento fra uomini
e donne in materia di lavoro. 1978 E' approvata la legge n. 898
sulla tutela sociale della maternit e sull'interruzione volontaria
di gravidanza. 1979 Nelle elezioni politiche sono elette 55 donne
alla Camera, 13 al Senato. E' eletta Presidente della Camera dei
Deputati Nilde Iotti. Nel primo Parlamento europeo eletto
direttamente ci sono 61 donne, di cui dieci italiane. 1981 E'
approvata la legge n.442, che abroga la rilevanza penale della
causa d'onore come attenuante nei delitti. Gli opposti referendum
abrogativi sulla interruzione volontaria di gravidanza, uno
radicale, gli altri proposti dal Movimento per la vita vengono
respinti nella consultazione popolare. Il parlamento europeo
approva una ampia risoluzione sui diritti delle donne. 1983 Alla
Camera sono elette 49 donne, al Senato 15. E' istituito il Comitato
nazionale per l' attuazione dei principi di parit di trattamento e
di uguaglianza di opportunit fra lavoratori e lavoratrici presso il
Ministero del Lavoro.
- Slide 68
- 1984 Con il primo Governo Craxi ' istituita la Commissione
nazionale per la realizzazione della parit e delle pari opportunit
fra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri,
presieduta da Elena Marinucci. La Corte costituzionale approva
l'estensione al padre del congedo di maternit. Nelle elezioni per
il Parlamento europeo sono elette 84 donne. 1986 La scienziata
italiana Rita Levi Montalcini ottiene il Nobel. 1987 Il gruppo
parlamentare dei Verdi ha una presenza pari di uomini e donne e si
d un direttivo femminile. E' approvata la legge n. 74 che introduce
nuove norme nella disciplina dei casi di scioglimento del
matrimonio. 1988 La legge sull'ordinamento della Presidenza del
Consiglio conferma la Commissione nazionale parit, come struttura
di supporto della Presidenza sulle questioni femminili. 1989 Nelle
elezioni al Parlamento europeo sono elette 11 donne; la media
italiana ancora largamente inferiore a quella europea (19,3%) e a
quella massima della Danimarca (37,5%). Tina Anselmi la nuova
presidente della Commissione nazionale parit. 1990 Con 7.238.000
donne occupate e 1.577.000 donne in cerca di occupazione la forza
lavoro femminile del 37%. Crescono contemporaneamente occupazione e
disoccupazione femminile. 1992 Sono elette alla Camera 51 donne, al
Senato 30; la diminuzione alla Camera e l'aumento al Senato sono
probabilmente dovute agli effetti della preferenza unica. A circa
30 anni dalla legge di accesso a tutte le carriere le donne sono
1.916 (su 7,869 uomini) di cui 129 magistrati di Cassazione; in
diplomazia ci sono 53 donne contro 863 uomini: per ragioni di
anzianit di carriera nessuna donna ancora arrivata oltre la carica
di ministro plenipotenziario di 2a classe. E' approvata la legge
215 sulle Azioni positive in favore della imprenditoria
femminile.
- Slide 69
- 1994 La nuova legge elettorale per la Camera basata su collegi
uninominali maggioritari e una quota proporzionale statuisce
l'alternanza fra uomini e donne nelle liste proporzionali. Sono
elette alla Camera 91 donne, al Senato 29. Irene Pivetti eletta
Presidente della Camera dei Deputati. Rosa Russo Jervolino gi
Presidente del PPI assume, dopo le dimissioni del segretario, tali
funzioni. Emma Bonino la prima donna italiana alla Commissione
europea. Letizia Moratti presidente della RAI. Tina Lagostna Bassi
presidente della Commissione nazionale parit. Nelle elezioni per il
Parlamento europeo sono elette 11 donne. Al terzo Sinodo della
Chiesa cattolica sulla vita consacrata, fra i delegati non Vescovi
o non Cardinali, le religiose donne sono pi numerose dei religiosi
maschi. 1995 L'Italia ha un Ministro degli Esteri donna, Susanna
Agnelli. Fernanda Contri l prima donna nominata alla Corte
costituzionale. Livia Turco presidente della Commissione nazionale
parit. Emma Marcegaglia eletta presidente dei Giovani industriali.
1996 E' approvata la legge contro la violenza sessuale. Nelle nuove
elezioni, che vedono abrogata la norma dellalternanza tra uomini e
donne, alla Camera sono elette 69 donne, al Senato 22. Il nuovo
Governo Prodi, in cui sono tre le donne ministro e sette le
sottosegretarie, nomina un Ministro per le Pari opportunit, Anna
Finocchiaro. Silvia Costa presidente della Commissione nazionale
parit. 1998 Nel Governo D' Alema ci sono sei donne ministro; per la
prima volta una donna Ministro dell'Interno. Una donna, Paola
Bignardi, diventa presidente nazionale dell' Azione cattolica. 1999
Nelle elezioni per il Parlamento europeo sono elette 10 donne.
Grazia Francescato eletta portavoce dei Verdi. 2000 E' approvata la
nuova legge sui congedi parentali e i tempi delle citt.
- Slide 70
- grafici Senato Ministri Camera
- Slide 71
- senatrici ALLEGRINI Laura ALBERTI CASELLATI Maria Elisabetta
ALFONZI Daniela AMATI Silvana BAIO Emanuela BASSOLI Fiorenza
BIANCONI Laura BINETTI Paola BOCCIA Maria Luisa BONFRISCO Anna
Cinzia BRISCA MENAPACE Lidia BURANI PROCACCINI Maria CAPELLI
Giovanna CARLONI Anna Maria COLLI Ombretta DE PETRIS Loredana
DONATI Anna EMPRIN GILARDINI Erminia FINOCCHIARO Anna FRANCO
Vittoria GAGGIO GIULIANI Adelaide GAGLIARDI Rina LEVI-MONTALCINI
Rita MAGISTRELLI Marina MAGNOLFI Beatrice MONACELLI Sandra
MONGIELLO Colomba NARDINI Maria Celeste NEGRI Magda PALERMI Manuela
PALERMO Anna Maria PELLEGATTA Maria Agostina PIGNEDOLI Leana PISA
Silvana RAME Franca REBUZZI Antonella ROSSA Sabina RUBINATO
Simonetta SERAFINI Anna Maria SOLIANI Albertina THALER AUSSERHOFER
Helga TURCO Livia VALPIANA Tiziana VANO Olimpia VILLECCO CALIPARI
Rosa Maria
- Slide 72
- Rita levi montalcini RITA LEVI MONTALCINI Dopo aver studiato
medicina all'universit di Torino, inizi gli studi sul sistema
nervoso, studi che avrebbe proseguito per tutta la sua vita.
Laureatasi nel 1936, nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu
costretta dalle leggi razziali del regime fascista, ad emigrare in
Belgio. Per circa trent'anni prosegu le ricerche sulla molecola
proteica NGF ( Nerve Growth Factor) e sul suo meccanismo d'azione,
per le quali nel 1986 stata insignita del Premio Nobel per la
medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Dopo la vittoria
dell'Unione di Romano Prodi alle elezioni politiche del 2006, la
Levi-Montalcini, in qualit di senatrice a vita, ha accordato la
fiducia al governo Prodi.
- Slide 73
- camera AMICI Sesa APREA Valentina ARMOSINO Maria Teresa BAFILE
Mariza Antonietta G. BANDOLI Fulvia BELLANOVA Teresa BELLILLO Katia
BENZONI Rosalba BERTOLINI Isabella BIANCHI Dorina BIMBI Franca
BINDI Rosy BIANCOFIORE Michaela BOCCIARDO Mariella BONIVER
Margherita BONGIORNO Giulia BONINO Emma BUFFO Gloria CAPITANIO
SANTOLINI Luisa CARFAGNA Maria Rosaria CARLUCCI Gabriella
CASTELLANI Carla CASTIELLO Giuseppina CECCACCI Fiorella CESINI
Rosalba CIOFFI Sandra CHIAROMONTE Franca CODURELLI Lucia CORDONI
Elena Emma COSENZA Giulia CRAXI Stefania Gabriella Anastasia DATO
Cinzia DE BIASI Emilia Grazia DE SIMONE Titti DE TORRE Maria
Letizia DE ZULUETA OWTRAM Cayetana DEIANA Elettra DI CENTA Manuela
DI SALVO Titti DI SERIO D'ANTONA Olga DIOGUARDI Daniela DURANTI
Donatella FASCIANI Giuseppina FILIPPONIO TATARELLA Angela FINCATO
Laura FONTANA Cinzia Maria FORMISANO Anna Teresa FRANCESCATO Grazia
FRASSINETTI Paola FRIAS Mercedes Lourdes FRONER Laura GARDINI
Elisabetta GARNERO SANTANCHE' GELMINI Mariastella GERMONTANI Maria
Ida GHIZZONI Manuela
- Slide 74
- camera2 GOISIS PaolaINCOSTANTE Maria Fortuna INTRIERI Marilina
LAGANA' FORTUGNO Maria Grazia LANZILLOTTA Linda LEDDI MAIOLA Maria
LENZI Donata LICASTRO SCARDINO Simonetta LOMBARDI Angela LUSSANA
Carolina MARIANI Raffaella MASCIA Graziella MAZZONI Erminia
MELANDRI Giovanna MELONI Giorgia MERLONI Maria Paola MILANATO
Lorena MISTRELLO Giustina MONDELLO Gabriella MORONI Chiara MOTTA
Carmen MUNGO Donatella MURA Silvana NAPOLI Angela NICCHI Marisa
OTTONE Rosella PAOLETTI TANGHERONI Patrizia PELINO Paola PERINA
Flavia PERUGIA Maria Cristina PINOTTI Roberta POLLASTRINI Barbara
PORETTI Donatella PRESTIGIACOMO Stefania PROVERA Marilde RAMPI
Elisabetta RAVETTO Laura ROSSI GASPARRINI SAMPERI Marilena SANTELLI
Jole SASSO Alba SCHIRRU Amalia SENTINELLI Patrizia SERENI Marina
SERVODIO Giuseppina SILIQUINI Maria Grazia SINISCALCHI Sabina SUPPA
Rosa TRUPIA Lalla VELO Silvia ZANELLA Luana ZANOTTI Katia
- Slide 75
- Affari Regionali e Autonomie Locali Ministro: LINDA LANZILLOTTA
Nata a Cassano allo Ionio (Cosenza) il 7 settembre 1948 Laurea in
lettere; docente universitaria Eletta nella circoscrizione IV
(Lombardia 2) Lista di elezione: ULIVO Ministro lanzillotta
- Slide 76
- Diritti e pari opportunit Ministro:BARBARA POLLASTRINI Nata a
Darfo Boario Terme (Brescia) il 30 settembre 1947 Laurea in lingue
e letterature straniere; coordinatrice democratiche di sinistra
Eletta nella circoscrizione III (Lombardia 1) Lista di elezione:
ULIVO Ministro pollastrini
- Slide 77
- Commercio Internazionale e per le Politiche Europee Ministro:
EMMA BONINO Nata a Bra (Cuneo) il 9 marzo 1948. Laureata in Lingue
e Letteratura Moderna nel 1972 presso lUniversit Bocconi di Milano.
Ministro bonino
- Slide 78
- Politiche per la famiglia Ministro: ROSY BINDI Nata a Sinalunga
nel cuore della Valdichiana, tra Siena ed Arezzo il 12 febbraio
1951. Laureata in Scienze politiche presso la Luiss, ha svolto
attivit accademica e di ricerca prima allUniversit la Sapienza di
Roma, come assistente di Vittorio Bachelet (era al suo fianco
quando venne ucciso) e poi come ricercatore di diritto
amministrativo presso lUniversit di Siena. Ministro bimdi
- Slide 79
- Politiche Giovanili e Attivit sportive Ministro: GIOVANNA
MELANDRI Nata a New York il 28 gennaio 1962, ha una figlia e vive a
Roma. Si laureata cum laude in Economia e Commercio allUniversit di
Roma, con una tesi sulla riforma fiscale del 1981
dellamministrazione Reagan. Nel Luglio del 2003 stata insignita dal
Presidente della Repubblica Francese Jacques Chirac del titolo di
Officier de la Legion dHonneur. Ministro melandri
- Slide 80
- Salute Ministro: LIVIA TURCO Nata il 13 febbraio 1955 a Cuneo
Residente a Roma Professione: Insegnante Elezione: 9 aprile 2006
Regione di elezione: Piemonte Gruppo Ulivo Ministro turco
- Slide 81
- Continenti
- Slide 82
- N amer STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
CanadaMonarchia Costituzionale Si, nel 1917 (voto), 1920
(eleggibilit) USARepubblica Federale Democratica Si, nel 1920 Vi
sono 12 Governatori donna su 51. Nancy Pelosi Presidente della
Camera. Condoleeza Rice Sottosegretari degli Stati Uniti.
MessicoRepubblica Federale Si, nel 1947 (voto), 1953
(eleggibilit)
- Slide 83
- C amer 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
BahamasMonarchia Costituzionale (UK) Si, nel 1961 (voto), 1964
(eleggibilit) BelizeDemocrazia Parlamentare Si, nel 1954
CostaricaRepubblica Parlamentare Si, nel 1949 El
SalvadorRepubblicaSi, nel 1939 (voto), 1951 (eleggibilit)
GiamaicaMonarchia Costituzionale (UK) Si, nel 1944Il Primo Ministro
Portia Simpson-Miller GuatemalaRepubblica Presidenziale Si, nel
1946
- Slide 84
- C amer 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
HaitiRepubblicaSi nel 1950 HondurasRepubblica Presidenziale Si, nel
1955 NicaraguaRepubblica Presidenziale Si, nel 1955
PanamaRepubblica Presidenziale Si, nel 1941 PanamaRepubblica
Presidenziale Si, nel 1942
- Slide 85
- S amer 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
ArgentinaRepubblica FederaleSi nel 1947 BoliviaRepubblica
Presidenziale Si, nel 1938 CileRepubblicaSi, nel 1931 (voto) 1949
(eleggibilit) Lattuale Presidente Michelle Bachelet
ColombiaRepubblica Presidenziale Si, nel 1954 PanamaRepubblicaSi,
nel 1953 ParaguayRepubblica Presidenziale Si, nel 1951
- Slide 86
- S amer 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
PerRepubblica Presidenziale Si, nel 1955 SurinameRepubblicaSi, nel
1948 UruguayRepubblicaSi, nel 1942 VenezuelaRepubblica Federale
Presidenziale Si, nel 1946Lattuale Presidente dellAssemblea
Nazionale Cilia Flores.
- Slide 87
- europa
- Slide 88
- O eur 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
AndorraDemocrazia Parlamentare Si nel 1970 (voto) 1973
(eleggibilit) FranciaRepubblica Semipresidenziale Si, nel 1944La
percentuale di donne in parlamento del 44% IrlandaRepubblica
Parlamentare Si, nel 1920Lattuale Presidente Mary Patricia
McAleese, in carica dal 1997 IslandaRepubblica Presidenziale Si,
nel 1920Ha un partito femminista MonacoMonarchia Costituzionale Si,
nel 1962 PortogalloRepubblicaSi, nel 1976La percentuale di donne in
parlamento del 19% S amer 1
- Slide 89
- O eur 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
Regno Unito Monarchia Costituzionale Si nel 1928Il Regno Unito ha
avuto sette regine nella sua storia compresa lattuale regnante
Elisabetta II Tudor San MarinoRepubblica Parlamentare Si, nel 1959
(voto) 1973 (eleggibilit) Sette donne hanno ricoperto la carica di
capitano reggente SpagnaMonarchia Costituzionale Si, nel 1931La
percentuale delle donne nel parlamento del 34,3%
VaticanoMonarchiaNo.Le uniche elezioni sono il Conclave per
lelezione del Papa a cui partecipano esclusivamente cardinali S
amer 1
- Slide 90
- N eur S amer 1 STATOFORMA DI GOVERNOSUFFRAGIO FEMMINILEALTRI
DATI BielorussiaRepubblica PresidenzialeSi nel 1919
EstoniaRepubblicaSi, nel 1918La percentuale delle donne nel
parlamento del 18,8% FinlandiaRepubblicaSi, nel 1906Tarja Kaarina
Halonen la prima donna Presidente. Ricopre questa carica dal 2000.
La percentuale delle donne nel parlamento il 38%
LettoniaRepubblicaSi, nel 1918Vaira Vike-Freiberga la prima donna
Presidente. Ricopre questa carica dal 1999. La percentuale delle
donne nel parlamento il 18% LituaniaRepubblicaSi, nel 1918La
percentuale delle donne nel parlamento del 9,9% NorvegiaMonarchia
CostituzionaleSi, nel 1913La percentuale delle donne nel parlamento
del 38% RussiaRepubblica Semipresidenziale Federale Si, nel 1918
SveziaMonarchia CostituzionaleSi, nel 1921La percentuale delle
donne nel parlamento del 45%
- Slide 91
- Balc 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
AlbaniaRepubblica Parlamentare Si nel 1920 Bosnia e Erzegovina
Repubblica FederaleSi, nel 1949 CiproRepubblica Presidenziale Si,
nel 1960La percentuale delle donne nel parlamento del 10,7%
CroaziaRepubblica Democratica Si, nel 1945 GreciaRepubblica
Parlamentare Si, nel 1952La percentuale delle donne nel parlamento
del 11,3% MacedoniaRepubblica Parlamentare Si, nel 1946 S amer
1
- Slide 92
- Balc 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
MaltaRepubblica Parlamentare Si nel 1947La percentuale delle donne
nel parlamento del 7,7% MontenegroRepubblicaSi, nel 1946
SerbiaRepubblicaSi, nel 1946 SloveniaRepubblica Parlamentare Si,
nel 1945La percentuale delle donne nel parlamento del 12,2% S amer
1
- Slide 93
- C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
AustriaRepubblica Federale Si nel 1918 BelgioMonarchia Federale
Costituzionale Si, nel 1948La percentuale delle donne nel
parlamento del 35,3% DanimarcaMonarchia Costituzionale Si, nel
1915Margrethe II Regina in carica e Capo di Stato di Danimarca. La
percentuale delle donne nel parlamento del 37% GermaniaRepubblica
Federale Si, nel 1918Angela Merkel la prima donna Cancelliere. La
percentuale delle donne nel parlamento del 32%
LeichtensteinMonarchia Costituzionale Si, nel 1984 Lussemburg o
Monarchia Costituzionale Si, nel 1919 S amer 1
- Slide 94
- C eur 2 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
OlandaMonarchia Costituzionale Si nel 1919La percentuale delle
donne nel parlamento del 36,7% PoloniaRepubblica Parlamentare Si,
nel 1918La percentuale delle donne nel parlamento del 20,2%
Repubblica Ceca RepubblicaSi, nel 1920 SlovacchiaRepubblica
Parlamentare Si, nel 1920 SvizzeraRepubblica FederaleSi, nel
1971Micheline Calmy-Rey la Presidente della Confederazione S amer
1
- Slide 95
- E eur STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
BulgariaRepubblica Parlamentare Si nel 1944 MoldaviaRepubblicaSi,
nel 1978 RomaniaRepubblica Parlamentare Si, nel 1929
UcrainaRepubblicaSi, nel 1919Yulia Tymoshenko Primo ministro dal
2005. UngheriaRepubblicaSi, nel 1918La percentuale delle donne nel
parlamento del 9,1% S amer 1
- Slide 96
- Africa
- Slide 97
- N afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI
DATI AlgeriaRepubblicaSi, nel 1962 Burkina FasoRepubblica
Parlamentare Si, nel 1958 CiadRepubblicaSi, nel 1958
EgittoRepubblica Presidenziale Si, nel 1956 EritreaRepubblica
Presidenziale Si, nel 1955 EtiopiaRepubblica Federale Si, nel 1955
GambiaRepubblicaSi, nel 1960 LibiaJamahiriya (dittatura militare)
Si, nel 1964 S amer 1
- Slide 98
- N afr 2 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI
DATI MaliRepubblica Presidenziale Si nel 1956 MaroccoMonarchia
Costituzionale Si, nel 1963 MauritaniaRepubblica IslamicaSi, nel
1961 NigerRepubblicaSi, nel 1948 SenegalRepubblicaSi, nel 1945
SudanJumhuriyat (giunta militare) Si, nel 1964 TunisiaRepubblica
Presidenziale S amer 1
- Slide 99
- C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI
DATI BeninRepubblicaSi nel 1956 BurundiRepubblica Presidenziale Si,
nel 1961 CamerunRepubblicaSi, nel 1946 Costa DAvorio RepubblicaSi,
nel 1952 GabonRepubblicaSi, nel 1956 GhanaRepubblicaSi, nel 1954
GibutiRepubblicaSi, nel 1946 (voto) 1986 (eleggibilit)
GuineaRepubblicaSi, nel 1977 S amer 1
- Slide 100
- C afr 2 C afr 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI
DATI Guinea Bissau RepubblicaSi nel 1977 Guinea Equatoriale
RepubblicaSi, nel 1963 KenyaRepubblicaSi, nel 1963
LiberiaRepubblica Presidenziale Si, nel 1946Il Presidente una
donna: Ellen Johnson Sirleaf NigeriaRepubblica Federale Si, nel
1978 Repubblica del Congo RepubblicaSi, nel 1963 Repubblica
Democratica del Congo RepubblicaSi, nel 1967 (voto) 1970
(eleggibilit)
- Slide 101
- C afr 3 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI
Repubblica Centroafrican a RepubblicaSi nel 1986 Repubblica Unita
di Tanzania RepubblicaSi, nel 1959 RuandaRepubblicaSi, nel 1961E lo
stato con la maggior percentuale di donne al parlamento alla camera
bassa (49%). Sao Tome e Principe RepubblicaSi, nel 1975Maria Do
Carmo Silveira Primo Ministro dellarcipelago. Sierra
LeoneRepubblicaSi, nel 1961 SomaliaRepubblica Federale Si, nel 1956
TogoRepubblicaSi, nel 1946 UgandaRepubblicaSi, nel 1962
- Slide 102
- S afr 1 C afr 2C afr 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO
FEMMINILE ALTRI DATI AngolaRepubblicaSi nel 1975
BotswanaRepubblicaSi, nel 1965 LesothoMonarchiaSi, nel 1966
MadagascarRepubblica Presidenziale Si, nel 1959 MalawiRepubblica
Presidenziale Si, nel 1961 MozambicoRepubblicaSi, nel 1975Luisa
Diogo Primo ministro dal 2004.
- Slide 103
- S afr 2 C afr 2C afr 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO
FEMMINILE ALTRI DATI NamibiaRepubblicaSi, nel 1989 Sud
AfricaRepubblicaSi, nel 1984 SwazilandMonarchia AssolutaSi, nel
1968 ZambiaRepubblica Presidenziale Si, nel 1962
ZimbabweRepubblicaSi, nel 1957 (voto) 1978 (eleggibilit)
- Slide 104
- Med Or 1 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO
FEMMINILE ALTRI DATI AfganistanRepubblica Presidenziale Si nel
1963La Camera del Popolo conta il 28% di donne, il 3% in pi della
quota stabilita. Arabia Saudita Monarchia AssolutaNo
AzerbaijanRepubblica Federale Si, nel 1920 CiproRepubblica
Parlamentare Si, nel 1960 Emirati ArabiMonarchia Federale
Costituzionale Limitato, verr esteso nel 2010. GiordaniaMonarchia
Costituzionale Si, nel 1974 IranRepubblica IslamicaSi, nel 1963 S
amer 1
- Slide 105
- Med Or 2 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO
FEMMINILE ALTRI DATI IraqRepubblicaSi nel 1980 IsraeleDemocrazia
Parlamentare Si, nel 1948Dal Maggio 2006 Dalia Itzik Presidente
Temporaneo KazakistanRepubblicaSi, nel 1924 KuwaitMonarchiaNo
KyrgikistanRepubblicaSi, nel 1918 LibanoRepubblicaParziale, dal
1952Alle donne richiesto un livello di istruzione minimo, e non
sono obbligate a votare come gli uomini. OmanMonarchiaSi, nel 2003
PakistanRepubblica IslamicaSi, nel 1947 S amer 1
- Slide 106
- Med Or 3 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO
FEMMINILE ALTRI DATI QatarMonarchia AssolutaTeoricamente dal 1997
SiriaRepubblicaSi, nel 1949 TajikistanRepubblicaSi, nel 1946
TurchiaRepubblica Parlamentare Si, nel 1934 Turkmenista n
Repubblica Parlamentare Monopartitica (Regime) Si, nel 1927
UzbekistanRepubblica Autoritaria Si, nel 1938 YemenRepubblicaSi,
nel 1970 S amer 1
- Slide 107
- Asia 1 O eur 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI
DATI BangladeshRepubblicaSi nel 1972Begum Khaleda Zia Primo
Ministro dal 2001, per la seconda volta. BhutanMonarchia
Costituzionale Si, nel 1953 CinaRepubblica PopolareSi, nel 1949Wu
Yi Vice-Primo Ministro. Corea del Nord Repubblica PopolareSi, nel
1948 Corea del Sud RepubblicaSi, nel 1946Han Myeong-Sook lattuale
Primo Ministro. GiapponeMonarchia Costituzionale Si, nel 1945Le
donne non possono diventare Imperatrice S amer 1
- Slide 108
- Asia 2 O eur 1 STATOFORMA DI GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI
DATI IndiaRepubblica FederaleSi nel 1950 KazakistanRepubblicaSi,
nel 1924 MongoliaDemocrazia Parlamentare Si, nel 1924
NepalMonarchia Costituzionale Si, nel 1951 RussiaRepubblica
Semipresidenziale Federale Si, nel 1918 Sri LankaRepubblicaSi, nel
1931 TaiwanRepubblicaSi, nel 1996 Asia 1
- Slide 109
- Sud Est 1 Asia 1O eur 1 S amer 1 STATOFORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI BirmaniaRegime MilitareSi nel 1946
BruneiMonarchia AssolutaNo, ne uomini ne donne hanno diritto di
voto CambogiaMonarchia Costituzionale Si, nel 1955
FilippineRepubblica delle Filippine Si, nel 1937Lattuale presidente
a Gloria Macapagal-Arroyo IndonesiaRepubblicaSi, nel 1945
LaosRepubblica Popolare Democratica Si, nel 1958
MalaisiaFederazioneSi, nel 1957 SingaporeRepubblicaSi, nel 1947
ThailandiaMonarchia Costituzionale Si, nel 1942 VietnamRepubblica
SocialistaSi, nel 1946
- Slide 110
- Oceania 1 Med Or 2 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI GOVERNO
SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI AustraliaMonarchia Costituzionale Si
nel 1962 FijiRepubblicaSi, nel 1963 Isole Marshall RepubblicaSi,
nel 1979 Isole Salomone Monarchia Costituzionale Si, nel 1974
KiribatiRepubblicaSi, nel 1967 NauruRepubblicaSi, nel 1968 S amer
1
- Slide 111
- Oceania 2 Oceania 1Med Or 2 C afr 1 C eur1 STATOFORMA DI
GOVERNO SUFFRAGIO FEMMINILE ALTRI DATI Nuova Zelanda Monarchia
Costituzionale Si, nel 1893 (voto); 1919 (eleggibilit)
PalauRepubblica Presidenziale Si, nel 1979 Papua Nuova Guinea
Monarchia Costituzionale Si, nel 1964 TongaMonarchiaSi, nel 1975
TuvaluMonarchia Costituzionale Si, nel 1967 VanuatuRepubblicaSi,
nel 1975 S amer 1
- Slide 112
- Donne nel mondo Rigoberta Mench Condoleezza Rice Angela Merkel
Ellen Johnson Sirleaf Mary Patricia McAleese Michelle Bachelet
Raisa Gorbava Helen Clark Sonia Gandhi Margrethe II Elisabetta II
Nancy Patricia D'Alesandro Pelosi Tarja Halonen Portia Simpson
Miller Rania Luisa Diogo Khaled Zia Gloria Arroyo Vaira
Vike-Freiberga Wu Yi Han Myung Sook Hillary Clinton Maria do Carmo
Silveira Yulia Tymoshenko Micheline Calmy-Rey
- Slide 113
- Rigoberta Mench Tum (nata a Chimel, in Guatemala, il 9 gennaio
1959) ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, datole "in
riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la
riconciliazione etno- culturale basata sul rispetto per i diritti
delle popolazioni indigene". Inizi a lavorare come bracciante
agricola migrante all'et di cinque anni, in condizioni che
causarono la morte dei suoi fratelli ed amici. Da adulta, si un a
membri della sua famiglia in azioni contro i militari guatemaltechi
che abusavano dei diritti delle popolazioni. Rigoberta Mench
ambasciatrice dellUNESCO ed tornata in Guatemala per lavorare al
cambiamento del paese. di pochi giorni fa la notizia della sua
candidatura alla presidenza del Guatemala. Rigoberta menchu
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- condoleeza rice Carriera politica: Entra alla Casa Bianca nel
1989, nominata Responsabile della direzione Russia e Paesi dellEst
dall'allora segretario di Stato, il generale Brent Scowcroft. Nel
1990 il principale consigliere del Presidente George H. W. Bush per
gli affari sovietici. Il 17 dicembre 2000 diventa consigliere per
la sicurezza nazionale di George W. Bush: la prima donna a
ricoprire questo incarico. stata nominata da Bush, il 16 novembre
2004, a succedere Colin Powell alla Segreteria di Stato degli Stati
Uniti d'America. Quando nel 1997 George Schultz divent membro del
Consiglio di Amministrazione, chiam anche la Rice a far parte del
CdA della Cherles Schwab Corp.,il maggior broker al mondo per
l'acquisto di titoli azionari, come numero di clienti e
contenimento delle commissioni. La stessa societ promuove la
privatizzazione della Social Security, l'ente previdenziale
statunitense fondato da Roosevelt. Condoleezza "Condi" Rice (nata a
Birmingham, Alabama, il 14 novembre 1954) il secondo segretario di
Stato degli Stati Uniti nell'amministrazione George W. Bush. Il suo
nome di battesimo legato a una vicenda curiosa. Il padre,
musicista, le voleva dare il nome di una canzone italiana alla
quale era molto affezionato, dal titolo "Con dolcezza". Ma un
errore di battitura dell'impiegato dell'anagrafe fece si che il
nome definitivo risultasse "Condoleezza". Istruzione e carriera
accademica: Entra all'universit all'et di quindici anni,
laureandosi in scienze politiche presso l'Universit di Denver nel
1974. Nel 1975, frequenta un master presso l'Universit di Notre
Dame (Indiana).
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- Angela Dorothea Merkel, nata Kasner, Amburgo, il17 luglio 1954,
l'attuale cancelliere della Repubblica Federale Tedesca, la prima
donna a ricoprire questa carica in Germania. Figlia di un pastore
evangelico, nel 1954 la sua famiglia si trasfer nella Repubblica
Democratica Tedesca (DDR). Dal 1961 frequent la Scuola superiore
Politecnica (Polytechnische Oberschule), e dopo la maturit studi
fisica presso l'universit di Lipsia. Nel 1986 ottenne il dottorato
di ricerca. Dal 1978 al 1990 fu collaboratrice scientifica presso
l'Institut fr Physikalische Chemie dell'Accademia delle scienze di
Berlino. Angela merkel
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- Elisabetta II (Elizabeth Alexandra Mary Windsor) (Londra, 21
aprile 1926) primogenita dei duchi di York (suo padre fu re Giorgio
VI del Regno Unito), ed la Regina del Regno Unito. Elisabetta II
anche capo del Commonwealth e