LE PROCEDURE DI INTERVENTO - unikore.it · COMPORTAMENTI DISADATTIVI. ... •Definizione del...

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LE PROCEDURE DI INTERVENTO

“LA PUNIZIONE NON ELIMINA LA RISPOSTA, NE ABBASSA LA

FREQUENZA DI EMISSIONE PER UN PERIODO DI TEMPO CIRCOSCRITTO.

DOPODICHE’ LA RISPOSTA VIENE EMESSA CON FREQUENZA

EQUIVALENTE A QUELLA CHE CARATTERIZZA LA RISPOSTA NON

PUNITA.” (SKINNER)

Altri effetti della punizione

1. Aumento della frequenza di emissione del comportamento bersaglio (attenzione come vantaggio secondario)

2. Aumento dell’aggressività potenziale della persona punita

3. Modellamento di comportamenti indesiderabili

4. Dire bugie e Fingere

5. Sviluppare atteggiamenti difensivi (ad es. fuga)

• L’insieme di quanto sopra esposto ci spinge a non utilizzare la punizione e a rivolgerci all’utilizzo di tecniche a carattere psico-educativo.

REGOLE PER UNA MIGLIORE

APPLICAZIONE DELLA PUNIZIONE

a) L’intervento punitivo deve essere circoscritto a pochi e ben individuati comportamenti inadeguati

b) L’oggetto della punizione deve essere ben chiaro e individuato

c) Comportamenti e oggetti devono essere chiaramente capiti e condivisi dall’equipe educativa

REGOLE PER UNA MIGLIORE

APPLICAZIONE DELLA PUNIZIONE

d) L’intervento deve avere un inizio e una fine, in particolare in quei casi dove si prevede l’allontanamento da una situazione (criterio temporale)

f) Alla fine dell’intervento punitivo svolgere una costante azione educativa che sia esplicativa di quanto accaduto (psico-educazione)

g) Quando si avvia una procedura di punizione bisogna essere certi di poterla sostenere

Tono della voce, contenuto verbale, postura devono essere ferme e possibilmente prive di contenuti emotivi

Procedure di intervento di stampo comportamentale

OBIETTIVI DI MODIFICAZIONE

COMPORTAMENTALE

• AUMENTARE FREQUENZA INTENSITA’ E DURATA DEI COMPORTAMENTI ADATTIVI.

• RIDURRE FREQUENZA INTENSITA’ E DURATA DEI

COMPORTAMENTI DISADATTIVI. • COMPORTAMENTI DA IMPARARE A FARE O A FAR MEGLIO. • RICONTESTUALIZZARE COMPORTAMENTI DA

RICONDURRE SOTTO IL CONTROLLO DI STIMOLI ADEGUATI.

• INTERVENTI DI MODIFICAZIONE AMBIENTALE

CARDINI DEL METODO COMPORTAMENTALE

• Problematicità del comportamento

• Osservazione diretta

• Identificazione del livello di base (frequenza, durata e intensità)

• Definizione del comportamento da raggiungere

• Suddivisione in sotto-obiettivi

CARDINI DEL METODO COMPORTAMENTALE

• Istruzione diretta

• Tecniche di aiuto e graduale attenuazione dell’aiuto

• Rinforzo

• Alternanza di attività diversificate e piacevoli

• Generalizzazione

• Valutazione dei risultati

I STEP: OSSERVAZIONE DIRETTA

A. Descrivere un comportamento misurabile che il soggetto dovrà eseguire mediante un verbo comportamentale (azione osservabile);

B. Specificare il criterio di esecuzione (quantitativo e qualitativo);

C. Specificare le condizioni o circostanze in cui va eseguito il comportamento:

- Come

- Quando

- Dove

- Con cosa

- Con chi

OSSERVAZIONE AD INTERVALLI

FISSI O VARIABILI

OSSERVAZIONE PER INCIDENTI CRITICI

II STEP: CICLO ISTRUZIONALE

A. STIMOLO, capacità di provocare, facilitare, elicitare, costruire l’occasione per una risposta specifica;

B. RISPOSTA, comportamento che fa seguito allo stimolo, come ad esempio:

- sedersi

- camminare

- piangere

- parlare

- mordere e/o strappare;

C. CONSEGUENZA: evento che segue alla risposta

PIACEVOLE SPIACEVOLE

III STEP: COSTRUIRE L’OBIETTIVO COMPOTAMENTALE

1. Quale comportamento dovrà eseguire

2. Che livello qualitativo dovrà raggiungere nell’eseguire il comportamento

3. In quali circostanze dovrà eseguire il comportamento

COME QUANDO DOVE

CON COSA CON CHI

IV RINFORZI E DISABILITA’

1. RINFORZATORI COMMESTIBILI

2. RINFORZATORI SENSORIALI

3. RINFORZATORI SOCIALI

4. RINFORZI SIMBOLICI

RINFORZO =

OGNI E QUALUNQUE EVENTO CHE SEGUENDO UN COMPORTAMENTO NE AUMENTA LA

PROBABILITA’ DI COMPARSA NEL FUTURO

Rinforzo positivo: crea la produzione di una conseguenza positiva

RINFORZO NEGATIVO: NON E’ UNA PUNIZIONE; VIENE COSI’ DENOMINATO perché LA CONSEGUENZA NEGATIVA AVVIENE MEDIANTE LA SOTTRAZIONE DI UN ELEMENTO.

Rinforzamento continuo:

rinforzare il comportamento ogniqualvolta si presenta.

Rinforzamento intermittente: rinforzare il comportamento secondo precisi programmi.

Programmi a rapporto fisso: il

rinforzo viene dato dopo un determinato numero di risposte corrette che è sempre lo stesso.

Programmi a rapporto variabile: il rinforzo viene dato dopo un numero variabile di risposte corrette.

Programmi ad intervalli fissi: il rinforzo viene elargito dopo un certo intervallo di tempo sempre uguale.

Programmi ad intervalli variabili: il rinforzo viene elargito ad intervalli di tempo che cambiano con una continuità programmata

RINFORZO DIFFERENZIALE

A) Rinforzo differenziale del comportamento diverso,

consiste nel rinforzare qualunque comportamento che sia diverso da quello inadeguato

B) Rinforzo differenziale dei soli comportamenti adeguati

C) Rinforzo differenziale dei comportamenti incompatibili: vengono rinforzati solo quei comportamenti che rendono impossibile l’emissione di quello inadeguato (ad esempio il tenere occupate le mani in una attività, impedisce di attuare comportamenti autolesionistici)

TECNICHE DI AIUTO

PROMPTING

• Fornire stimoli discriminativi (o aiuti aggiuntivi) per sollecitare il soggetto a eseguire un qualche comportamento adeguato.

• I prompt sono fisici, verbali e gestuali e a seconda della gravità della disabilità o della difficoltà del compito; possono essere utilizzati anche per lunghi periodi.

• È importante specificare che la scelta del compito o del comportamento-meta deve rientrare nelle possibilità concrete di acquisizione da parte del soggetto.

PROMPTING

VERBALE: istruzioni verbali … “Maria, guardami…”

GESTUALE: si guarda una particolare direzione o si alza la mano.

FISICI: implicano un vero e proprio contatto fisico con qualcuno.

FADING (attenuazione dell’aiuto)

• Una volta appurato l’apprendimento del comportamento desiderato si può avviare la fase del fading, che consiste in una graduale, progressiva e regolare riduzione dell’aiuto, che verrà eliminato nel caso in cui il comportamento risulti automatizzato e generalizzato.

• Si utilizza per incoraggiare lo studente ad acquisire autonomia e ridurre l’eventuale dipendenza dall’educatore.

FADING AIUTI VERBALI:

- Ridurre il numero di parole che compongono l’istruzione

- Tono di voce ogni volta più basso

FADING AIUTI GESTUALI:

- Ridurre la dimensione del gesto

- Gesto meno evidente

FADING AIUTI FISICI:

- Ridurre la portata del contatto (mano intera, dita…)

- Ridurre l’intensità del contatto (toccare leggermente)

- La zona dove si attua il contatto viene allontanata dal punto focale (dalle mani verso l’altro)

Regole prompting e fading

1. Non utilizzare un aiuto che sia stato attenuato

2. Iniziare la giornata utilizzando sempre quegli aiuti che hanno prodotto risposte corrette dallo studente al termine della giornata precedente

3. Restare sempre vicini allo studente a non più di mezzo metro di distanza da lui.

Token Economy

Per la corretta gestione risulta importante tenere in considerazione sei regole:

1) definire chiaramente i campi (obiettivi generali e specifici individuali e di gruppo) da sottoporre a Token Economy

2) scegliere un elenco più ricco possibile di rinforzi 3) stabilire un rapporto ottimale tra token e rinforzo

(es.: i rinforzi più graditi scambiati con un maggiore numero di token)

4) scegliere dei token adeguati 5) definire i momenti per effettuare la conversione 6) registrare i cambi

1) La Token Economy deve avere una durata circoscritta.

2) La Token Economy va adottata qualora non si possa ricorrere a

sistemi meno complessi.

3) E’ necessario procedere all’identificazione, dei comportamenti: a) "meta", comportamenti da rinforzare b) "bersaglio", comportamenti da sottoporre al costo della risposta 4) Elaborare un sistema di scambio che definisca in modo chiaro: - quali sono i comportamenti da rinforzare - quanti punti (o token) guadagna ogni comportamento adattivo - quali rinforzatori di sostegno possono essere acquistati con i

token - il costo di ogni rinforzatore di sostegno - il costo di ogni comportamento "bersaglio".

Fase di preparazione: STEP Ia

1. ELENCO COMPORTAMENTI ADEGUATI

2. ELENCO COMPORTAMENTI INDESIDERATI

3. ORDINARE GERARCHICAMENTE I COMPORTAMENTI

COMPORT. ADEGUATI COMPORT. INDESIDERATI

Obbedire alla mamma Disobbedire alla mamma

Collaborare nei lavori domestici Fare i capricci per andare a letto

4. ATTRIBUIRE PUNTEGGI (+/-) A CIASCUN COMPORTAMENTO

COMPORT. ADEGUATI PUNTI COMPORT. INDESIDERATI PUNTI

Parlare a bassa voce Urlare

Non spogliarsi Spogliarsi

Chiedere il permesso prima di

uscire

Scappare dalla classe

Non lanciare oggetti Lanciare oggetti

Chiedere…… Rubare la merenda

Comp aggressivi compagni

Fase di preparazione: STEP Ib

5. ELENCO DEI POSSIBILI RINFORZATORI

Fase di preparazione: STEP Ic

Fase di preparazione: STEP Id

• Prendere i tokens

• Spiegare come guadagnarli

• Descrivere la ricompensa

• Stabilire il criterio

Sessione di lavoro: STEP II

Dare i tokens appropriatamente

Lodare il bambino quando riceve i tokens

Ritirare i tokens appropriatamente

Spiegare la motivazione del ritiro dei tokens

Sessione di completamento: STEP III

Contare i tokens guadagnati

Spiegare il comportamento

Lodare il successo o incoraggiare per la volta successiva

Ricompensare basandosi sul criterio

Vantaggi nell’uso di questo strumento

• Possibilità di scegliere i rinforzatori preferiti evitando o rallentando altresì il processo di saziazione

• Opportunità di sfruttare al massimo le fonti di rinforzamento presenti nell'istituzione

• Possibilità di utilizzare rinforzatori tangibili e duraturi

• Possibilità di rinforzare una catena di risposte senza interromperla

• Possibilità di registrare la frequenza dei comportamenti adattivi

Gli svantaggi

• Uso di rinforzatori artificiali e conseguente necessità di introdurre gradualmente rinforzatori più naturali

• Difficoltà nel far capire il sistema ai soggetti più gravi o compromessi

• Problemi di coordinamento del personale e con la famiglia.

PUNIZIONE DI TIPO A

PROCEDURE PER IL RIMPROVERO

• GARANTIRSI L’ATTENZIONE DELLA PERSONA

• RIMPROVERARE CON UNA BREVE FRASE

”NO questo non si fa”

• LA COMUNICAZIONE NON VERBALE DEVE ESSERE COERENTE MA NON COMUNICARE RABBIA

• ATTENDERE QUALCHE SECONDO E SE POSSIBILE RIPETERE LA FRASE ALLA PERSONA

PREVENZIONE DELLA RISPOSTA

Intervenire sugli antecedenti manipolando le variabili ambientali in modo da prevenire la

comparsa del comportamento problema

DILAZIONE DELLA RISPOSTA

Far intercorrere un lasso di tempo via via crescente tra la comparsa dello stimolo e la

risposta, dilazionandone l’emissione attraverso tecniche di spostamento

dell’attenzione o contrattazione.

RIDUZIONE DEI TEMPI

Concedere l’emissione del comportamento problema riducendo gradualmente il tempo

ad esso dedicato.

Rinforzare la riduzione dei tempi con rinforzatori sociali e tangibili.

ESTINZIONE

• L’estinzione consiste nella sottrazione di ogni tipo

di rinforzo rispetto all’emissione di un comportamento disfunzionale.

• Generalmente avviene attraverso l’ignorare il

comportamento disadattivo. • Richiede molta coerenza e costanza soprattutto

perché nelle prime fasi il comportamento problema tende ad intensificarsi.

IGNORAMENTO

• Viene applicato se l’obiettivo dello studente è quello di attirare l’attenzione.

• E’ efficace solo se affiancato da pratiche positive.

• Utilizzare tale tecnica per TUTTO IL TEMPO in cui si manifesta il comportamento disadattivo.

• Talvolta si può fare qualcosa di distraente.

PUNIZIONE DI TIPO B

COSTO DELLA RISPOSTA

• Consiste nel far sostenere alla persona un costo rispetto all’emissione di un comportamento disadattivo.

• Può avvenire in termini di:

- perdita di un rinforzatore

- riparazione del danno

APPLICAZIONE DEL COSTO DELLA RISPOSTA

a) Definire con chiarezza il comportamento

disadattivo b) Effettuare una analisi funzionale sul

comportamento disadattivo con lo scopo di comprenderne i meccanismi di mantenimento (ad esempio comportamenti provocatori)

c) Definire il costo da sostenersi rispetto all’emissione del comportamento disadattivo

d) Condivisione dell’intervento fra tutti gli agenti educativi

APPLICAZIONE DEL COSTO DELLA RISPOSTA

e) Quando si inizia una pratica di costo della risposta, altre

persone, se non l’agente educativo, non dovrebbero essere presenti nell’ambiente

f) Quando si inizia un costo della risposta, è importante cercare di portarlo a termine indipendentemente dal tempo necessario

g) L’agente educativo che inizia la pratica deve possibilmente rimanere lo stesso fini al termine dell’intervento

h) Il tono della voce deve essere fermo e possibilmente privo di contenuti emotivi il contenuto verbale deve essere limitato alla richiesta del comportamento da attuare

PRATICA POSITIVA

• Consiste nell’identificare un comportamento adeguato opposto od incompatibile con il comportamento problema e farlo agire alla persona per un certo numero di volta, rinforzandone l’emissione in modo continuo o a rapporto.

• Talvolta può prevedere un certo grado di costrizione o un atteggiamento molto direttivo.

STOPPAGGIO

• Blocco prevalentemente verbale ma anche fisico, rispetto ad un comportamento inadeguato.

• Il blocco del comportamento dura un certo lasso di tempo nel quale il soggetto non può fare nulla.

TIME OUT

• Consiste nel sottrarre alla persona ogni tipo di

rinforzo dall’ambiente per un periodo di tempo sufficiente ad eliminare il comportamento disfunzionale.

• Sono contemplati tre tipi di time out: 1.Time out con l’isolamento della persona in uno

spazio predefinito (stanza da time out) 2.Time out senza isolamento (sedia o paravento) 3.Time out dell’operatore

TIME OUT

• Da applicare solo a comportamenti veramente pericolosi e solo immediatamente dopo la messa in atto del comportamento disadattivo.

• E’ efficace solo se è affiancato da pratiche di rinforzo positivo.

• Scegliere un luogo noioso per il time out.

• Ha una durata limitata (da un minimo di 1 min. ad un massimo di 5 min).

TIME OUT: NON RECRIMINARE

Se lo studente non rispetta le regole ...

1. Accompagnarlo nuovamente al suo posto

2. Non recriminare, né fare discussioni con lui

3. “Potrai uscire solo se rimarrai zitto e tranquillo”

La contrattazione delle contingenze

• Si tratta di una modalità da utilizzarsi per il raggiungimento di obiettivi individuali o di gruppo che è stata codificata da Homme, Csanyi, Gonzales e Rechs (1970).

• Con questo termine si denota un accordo di tipo contrattuale che può essere stipulato tra uno o più individui e l’agente educativo.

Le prime cinque sono utili ogni volta che viene impiegata

una tecnica di rinforzo, le altre cinque sono tipiche della tecnica in questione:

1) Il rinforzatore deve essere erogato ogni volta e subito dopo che si manifesta la comparsa della risposta corretta.

2) I contratti iniziali devono prevedere il rinforzamento di prestazioni di facile esecuzione.

3) Rinforzare frequentemente e a piccole dosi. 4) Il contratto deve essere stipulato in modo tale da

ricompensare la prestazione in oggetto e non l'obbedienza all’agente educativo.

5) Ricompensare la risposta dopo la sua emissione e non prima.

6) Il contratto deve essere equo

7) I termini del contratto devono essere chiari

8) Il contratto deve essere onesto (si devono rispettare i termini contrattuali)

9) Il contratto deve essere formulato in termini positivi

10) La contrattazione deve essere usata in modo sistematico.

Da lunedì 15 a venerdì 19 settembre

Obiettivo:

Antonio fa attività curriculari per almeno i primi 10 minuti in ognuna delle ore di lezione senza mai alzarsi e vagare per l’aula, urla o lanciare oggetti.

Premio:

1. Succo di frutta

2. Cracker

3. Passeggiata per il corridoio per 10 minuti

4. Cinque minuti di gioco con la palla