Post on 16-Jul-2015
Introduzione alla Tavolo Rotonda del Convegno
“L’INTELLIGENZA NELLE MANI.
ISTRUZIONE, FORMAZIONE PROFESSIONALE E LAVORO IN BRIANZA”
26 aprile Palazzo del Mobile - Lissone
Parlando con l’On Centemero, che ha lanciato l’idea di questo Convegno, è nato il titolo “l’intelligenza nelle
mani”. Solo oggi ho pensato al perché sia emersa dal dialogo una espressione così suggestiva:
1. Da sempre l’intelligenza operativa è stata al centro della riflessione filosofica e scientifica. Basti
citare un noto passo del De partibusanimalium di Aristotele, nel quale si legge:
«Anassagora afferma che l’uomo è il più intelligente degli animali grazie all’avere mani; è invece
ragionevole dire che ha ottenuto le mani perché è il più intelligente. *…+ A colui dunque che è in grado di
impadronirsi del maggior numero di tecniche la natura ha dato, con la mano, lo strumento in grado di
utilizzare il più gran numero di altri strumenti. *…+ La mano sembra in effetti essere non un solo strumento,
ma molti strumenti al tempo stesso, è infatti, per così dire, strumento prima degli strumenti»1.
Anche Lucrezio afferma che “ alle braccia, saldate coi poderosi avambracci,delle due parti si diedero
come ministre le maniperché potessero compiere gli atti ragionevoli al vivere. “
2. Tralasciando le teorie etologiche e pedagogiche quali quelle della Montessori, arriviamo con un
balzo ad una pubblicazione di quest’anno dal titolo “L' intelligenza delle mani. Cento anni di
Poltrona Frau”edito da Rizzoli, nella quale si narra “la storia del comfort e del gusto italiano e la
sapienza dei prodotti fatti a mano (…) un'esperienza lunga cento anni che si proietta verso un
futuro dalle prospettive inedite. “
3. Lo stesso slogan ha, da tempo, il copyright dei Salesiani che rappresentano la continuità di una
tradizione formativa attenta alla crescita umana, culturale e professionale dei ragazzi senza
chiudersi in una presuntuosa – e solo presunta – Torre del Sapere.
Una seconda suggestione che vorrei sottoporre alla vostra attenzione è che
Le idee camminano sulle gambe degli uomini.
Gli uomini sono affamati di idee, corrono sempre in avanti (come disse Steve Jobs ai giovani con il suo
“siate affamati e folli).
Sono poi i “sistemi”, con le loro rigidità, col loro grave peso inerziale, che permettono o meno di dare frutti
positivi.
In una occasione così preziosa come il convegno di stasera, che vede riunite al tavolo molti di coloro che
hanno a cuore il destino del nostro sistema educativo e che ne conoscono il valore sia per la crescita delle
persone sia per il rilancio del nostro sistema produttivo, mi sento di ricordare un amico, scomparso nel
2004, conosciuto da ragazzo e ritrovato dopo molti anni come Vicedirettore dell' assessorato all' Istruzione
della Regione Lombardia.
Marino Bassi
Credo che la sua lungimiranza, la sua tenacia, la sua capacità tecnica abbiano dato al decisore politico
lombardo gli strumenti per portare la nostra Regione a modello per il sistema educativo nazionale, così
com’era accaduto già per l’ambito sanitario.
La stagione della Riforma Moratti, con il supporto tenace e talvolta un pò ruvido del Prof. Bertagna e del
suo gruppo di ricerca di Bergamo del quale ho avuto l’onore di far parte, è stata possibile perché si è creato
un manipolo di tecnici e il supporto di persone competenti quali la qui presente Valentina Aprea, oggi
Assessore regionale alla partita in Lombardia. Non per nulla l’Assessore sta riprendendo temi centrali quali
la definizione delle forme di reclutamento del personale docente, con pazienza e decisione nel solco del
disegno di legge953 del 2008 del quale è firmataria e senza del quale ogni progetto di riforma della scuola è
sostanzialmente poetico.
Il sistema educativo lombardo ha tutte le caratteristiche, normative e regolamentari, per offrire agli
studenti e al tessuto produttivo percorsi flessibili e personalizzati.
Talvolta, negli ultimi anni, abbiamo verificato come fosse più arretrata la cultura professionale dei docenti e
dei formatori o dei dirigenti scolastici, che la normativa. Ciò rende difficile sfruttare appieno l’autonomia
delle istituzioni scolastiche o le aperture alla didattica per competenze, mantenendo nelle pratiche
quotidiane vincoli che ormai sono rimossi dalla normativa.
Anche la nostra Brianza ha visto crescere nei decenni una solida comunità di operatori ed esperti,
appassionati al destino dell’educazione, che ancora si battono per portare a sistema alcune linee
fortemente condivise:
1. Il superamento tra cultura teorico-accademica e cultura tecnico-pratica
2. La co-progettazione tra mondo dell’educazione e mondo dell’impresa dei percorsi formativi e dei
passaggi necessari ad un ottimale inserimento e soddisfazione professionale per i giovani
3. La riduzione della dispersione scolastica (che è dispersione di talenti, di risorse, di progettualità)
dando la maggiore flessibilità possibile ai percorsi fino all’alternanza scuola/lavoro e
all’apprendistato in diritto/dovere e potenziando le azioni di orientamento territoriale in rete
4. Una svolta nella cultura della famiglie e dei giovani, che inizino a riconoscere nella cultura tecnica e
professionale un prezioso giacimento culturale di pari dignità con gli studi prettamente teorici.
Le idee camminano sulle gambe degli uomini. Oggi qui abbiamo persone di valore e che credono in questo
progetto. Continuiamo ad osare insieme perché tempi difficili richiedono coraggio e obbligano a rifuggire
da qualsiasi forma di personalismo individuale o di singoli soggetti.
Massimo Fraschini