Post on 01-Jul-2015
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8 Aprile 2013
Sara
Conciliazione dei tempi della vita e
dei tempi del lavoro
Montelupo Demo Lab
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Perché interessarsi a questo tema? Perché sostenendo i lavoratori nella conciliazione dei tempi della vita e dei tempi del lavoro, SI CREA OCCUPAZIONE. I Paesi in cui lo Stato interviene attivamente a favore della conciliazione sono quelli in cui il livello di occupazione (in particolare l’occupazione femminile) è più elevato.
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Fonte: Eurostat Labour Force Survey anno 2011
tasso di occupazione femminile
Paese occupazione femminile
Svezia 72,30%
Germania 71,10%
Francia 64,20%
Europa (18) 63,00%
Italia 48,70%
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72,30% 71,10% 64,20% 63,00%
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Svezia Germania Francia Europa (18)
Italia
occupazione femminile
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Per favorire la conciliazione occorre: - Destrutturare un sistema lavoro ancora basato sul modello anni ’70 delle 40 ore lavorative su 5 giorni - Abbandonare l’idea che la conciliazione riguardi la equa ripartizione dei carichi di lavoro all’interno della coppia; questi sono affari privati A Parlamento e Governo chiedo invece di promuovere leggi e azioni che facilitino i lavoratori nella conciliazione dei tempi della vita e dei tempi del lavoro, permettendo in questo modo all’Italia di allinearsi agli standard di qualità della vita e di qualità del lavoro dei Paesi europei più avanzati.
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Gli strumenti di promozione della conciliazione: (rimodulazione congedi parentali e promozione del lavoro part-time, sono stati oggetto di 2 disegni di legge Pd): - Aumento dei trasferimenti a favore dei servizi alla famiglia: asili nido, voucher per baby-sitter e badanti, centri per anziani
-Incentivo alla flessibilità degli orari in entrata e uscita: incentivi alle aziende che consentono una finestra di entrata e uscita ai lavoratori e un monte-ore settimanale -Revisione del congedo obbligatorio per maternità: La legislazione italiana è la più avanzata nella tutela della lavoratrice madre, ma finisce per penalizzare le giovani donne. Bisogna che parte del congedo parentale sia resa obbligatoria per i padri. I congedi devono trasformarsi in una riduzione dell’orario di lavoro settimanale dei genitori, obbligatoria fino al compimento del 5°-6° anno di età del bambino (sull’esempio del Paesi Nord Europei e della Francia) – vd proposte di legge del Pd -.
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76%
45% 44% 43%
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70%
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Percentuale delle lavoratrici part-time sul totale delle occupate
Fonte: Part-time work in Europe - Eurofound report 2011
Un ulteriore strumenti di conciliazione: la facilitazione dell’accesso al lavoro part-time: Effetti positivi della promozione del part-time -Incremento dell’ occupazione femminile
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Cosa succede oggi: le famiglie non contano né su servizi adeguati, né su facilitazioni al lavoro part-time né su nonni baby-sitter: in Italia si stima che il 30 % delle lavoratrici abbandoni il posto di lavoro dopo essere diventata madre (Istat 2012). Gli asili nido non sono sufficienti se i bambino si ammala spesso e i nonni non sono disponibili
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Cosa succede se si facilita il ricorso al lavoro part-time:
• Aumentano Pil e posti di lavoro (con un’occupazione femminile al 60%
(obiettivo di Lisbona) ogni 100 assunzioni di donne si creerebbero 15 nuovi posti di lavoro nel settore dei servizi- Del Boca anno 2012) •Aumentano i contribuenti al sistema previdenziale: a causa dell’invecchiamento della popolazione è necessario che aumenti chi versa ontributi a sostegno delle prestazioni previdenziali ad essi erogate •Cresce la natalità : a partire dagli anni ’80 i paesi in cui è più elevata l’occupazione femminile hanno un numero maggiore di nuovi nati rispetto ai Paesi come Italia, Spagna e Grecia a bassa occupazione femminile (Livi Bacci). In Italia nelle regioni più attente nella promozione della conciliazione (come l’Emilia R.) il calo della natalità sta iniziando a diminuire. •Aumenta il sostegno ai lavoratori negli impegni di cura verso bambini e anziani: a causa dell’invecchiamento della popolazione e della riforma Fornero, i lavoratori over60 dovranno lavorare e occuparsi di nipotini e genitori anziani.
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Perché il lavoro part-time non è stato promosso adeguatamente in Italia: Per ragioni di tipo culturale: - In Italia si sostiene che il part-time sia il ghetto delle donne; al contrario i Paesi in cui è più diffuso e in cui il livello di occupazione femminile è più elevato, sono quelli in cui la condizione della donna non è triste, come in Italia
- Il nostro tessuto produttivo si fonda sulla Pmi che teme i costi organizzativi del part-time: in realtà i lavoratori part-time mostrano in genere un maggiore attaccamento e un minore assenteismo (dati dall’indagine “People First! 2010 Promossa da I-CSR) dei lavoratori full-time.
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Quando intervenire a favore della conciliazione? Ora: -Prima che il tasso di natalità continui a diminuire e il tasso di invecchiamento della popolazione ad aumentare
- Prima che i lavoratori sessantenni si trovino schiacciati dal lavoro e dagli obblighi di cura, sempre crescenti
Incentivi e copertura finanziaria: - Per incentivare l’utilizzo degli strumenti di conciliazione è necessario che il lavoro part-time diventi conveniente per le imprese, attraverso sgravi fiscali. E sia un part-time reale (non un full-time mascherato). E’ necessario che gli organi di controllo intervengano efficacemente.
-E’ necessario chiedere le risorse a chi ne dispone: non più lavoratori e imprese ma evasori fiscali grandi e piccoli. Si potrebbe intanto iniziare a limitare il nero promuovendo i pagamenti con bancomat e carta di credito