Post on 18-Feb-2019
Caratteristiche del latte ottenuto da animali al pascolo:
fattori di variazione e relazioni con l’alimentazione
Luca Battaglini e Antonio Mimosi
CORSO ECM
LATTE, MASTITI, ZOONOSI
20 maggio 2010 – Sommariva Bosco (CN)
Motivazioni del pascolamento
•Vista la produzione consolidata di prodotti tipici
•Considerata la crescente domanda di prodotti di “qualità”
•Accertata l’importanza dell’aspetto dietetico-nutrizionale delle
produzioni al pascolo (elevata presenza di CLA)
•Dato il forte legame “prodotto - mercato del turismo – ristorazione –
attività culturali”
esistono promettenti premesse per una valorizzazione
dell’ALPICOLTURA
SISTEMA dipratiche pastorali
RISORSE (Ecosistema)
INFORMAZIONI
sulle risorse
Condizioni
socio-economiche• saperi
• cultura/aspettative
• dotazioni finanziarie
• info sui mercati
• titoli uso superfici
• potenziale animale
• forza lavoro/famiglia
• dotazioni tecniche
INFORMAZIONI
sulle risorse
Sostegno
pubblico
Produzione
Conservazione
Fattori atmosferici•vento
•temperatura
•(pioggia)
Attività
comportamentali
Pratiche pastorali
Caratteristiche
pascolo
Ingestione
Integrazione
Caratteristiche
animaliPerdite
spostamento
IL SISTEMA “PASCOLO”
Adozione di razze bovine a duplice attitudine (più idonee all’ambiente montano)
Es.: Bruna alpina “tradizionale”, Grigia della Val d’Adige, Pezzate Rosse “alpine”, Barà-Pustertaler (oggetto di recenti studi promossi dalla
Regione Piemonte che hanno evidenziato la buona attitudine alla produzione di latte “di qualità” e di eccellente attitudine alla produzione di carne)
RUSTICITA’
• All’alpeggio non mancano i fattori di stress
(alimentare, climatico, sociale) cui l’animale deve fare
fronte
• Uno degli aspetti più severi è legato alla necessità (in
sistemi di pascolo “liberi”) di percorrere diversi km al
giorno
• Almeno da questo punto di vista è provata la
superiorità di razze “rustiche” sulle “gentili” es.
Tarantaise vs. Frisona (Coulon et al,1993)
LA GESTIONE
•Utilizzazione dei vari settori di pascolo nei momenti
più appropriati
•Carichi istantanei elevati consentono di aumentare il
grado di utilizzazione
•Il massimo di ingestione di sostanza secca si ottiene
con una disponibilità 4-5 volte superiore alla quantità
realmente consumata dalle bovine
per questo motivo una gestione più “razionale”
dovrebbe prevedere un primo accesso alle vacche
più produttive (erba migliore) ed un secondo
passaggio agli animali meno esigenti
Esigenze nutritive degli animali
- integrazione minerale
- copertura dei fabbisogni, soprattutto energetici (impiego di cereali)
- utilizzazione razionale del pascolo anche con passaggi successivi di
animali con esigenze diverse
- in alternativa (o parallelamente) aumento
del tempo a disposizione dell’animale per il
pascolamento (giorno e notte).
- impiego di carrelli mobili di mungitura per
una drastica riduzione dei tempi di
trasferimento e una miglior distribuzione
delle restituzioni
Il settore coinvolge tuttora circa 1 000 aziende che
allevano circa 90 000 bovini e 100 000 ovicaprini
su una superficie di 300 000 ettari e che
costituiscono un prezioso patrimonio per il futuro
dell’Alpicoltura piemontese.
RUOLO CHIAVE DEL COMPORTAMENTO NEL SISTEMA PASCOLO
IL COMPORTAMENTO E’ CONDIZIONATO DAL SISTEMA PASTORALE E DETERMINA L’UTILIZZO DELLE RISORSE E LA
LORO CONDIZIONE FUTURA
ATTRAVERSO LA DIAGNOSI DEL COMPORTAMENTO AL PASCOLO SI PUO’ COMPRENDERE I LIMITI DEL SISTEMA PASTORALE E PREVENIRNE GLI EFFETTI NEGATIVI SULLE
RISORSE
COMPORTAMENTO
ALIMENTARE SPAZIALE
Quanto, quando, come, dove si alimentanogli animali al pascolo
SOCIALE
VEGETALI - ANIMALI
La grande dimensione del rumine e i minori fabbisogni metabolici basali dei grandi ruminanti li rendono più adatti ad utilizzare foraggi grossolani dei piccoli ruminanti
I piccoli ruminanti tendono ad essere più selettivi e ad utilizzare foraggi più concentrati e digeribili
Ovino Intermedio. Grande uso di
dicot. erbacee ma anche
di poacee e
arbustive/arboree
Più adatta ai
terreni ripidi e
sassosi del
bovino
Caprino (Semi)browser. Grande
uso di dicot. erbacee ma
anche di poacee e
arbustive/arboree
Ubiquitario.
Può utilizzare
vegetazione e
terreni disparati
Capriolo Browser. Prevalente uso
di arbustive/arboree
Margini
boschivi
Equino Grazer, utilizza
principalmente poacee, in
funzione della stagione un
certo uso di dicotiledoni
erbacee e di
arbustive/arboree
Pianura, zone
aride
Bovino Grazer, utilizza
principalmente poacee, in
funzione della stagione un
certo uso di dicotiledoni
erbacee e di
arbustive/arboree
Predilige aree
piane o
ondulate, può
utilizzare terreni
ripidi e sassosi
ma spesso non
vuole
La scarsa altezza della cotica rappresenta uno dei principali fattori limitanti del pascolo alpino
Le fasi di sospensione dell’attività di pascolo oltreche alla ruminazione sono dedicate al riposo
VEGETALI - ANIMALI
• I bovini sono avvantaggiati da una cotica
erbosa densa, intorno ai 10 cm di altezza
• la difficoltà di manipolazione (oltre che
l’appetibilità) determina in presenza di un
carico basso e di una permanenza lunga
dei bovini un accentuata “mosaicizzazione”
della vegetazione (presenza graminacee
cespitose)
VEGETALI - ANIMALI
• Il bovino che non può “selezionare
con la bocca” nell’ambito della
postazione di pascolo “seleziona
con i piedi”
• La selezione alimentare si esprime
nel bovino nella scala delle unità
pastorali omogenee (per
caratteristiche vegetazionali,
accessibilità, pendenza ecc.)
VEGETALI - ANIMALI
• I piccoli ruminanti, grazie alla mobilità del labbro superiore e alla ridotta dimensione dell’apparato boccale hanno migliori possibilità di manipolazione
• i caprini sono in grado di reggersi sugli arti posteriori, di abbassare i rami con le corna o le zampe, di cooperare per abbattere rami e di salire su tronchi inclinati e branche arboree
Facilità di manipolazione dei caprini
I caprini utilizzazano dicotiledoni a larga foglia, molto acquose e tossiche scartate dai bovini
Le capre appetiscono graminacee spesso sgradite
ai bovini
(Pascolo di Molinia arundinacea)
I caprini in condizioni di pascolo abbondante e di elevata
qualità possono rispondere con elevate produzioni
Possono però produrre limitatamente in condizioni difficili e
sopravvivere in condizioni proibitive ad altre specie
Le capre si aiutano con
le zampe e le corna
PIANO DI PASCOLAMENTO Definisce:
il carico animale idoneo
la suddivisone in parcelle del pascolo
la durata della presenza degli animali in ciascuna parcella
il numero di passaggi su ciascuna parcella
l’eventuale assegnazione di ciascuna parcella ad un determinata categoria di bestiame
Effetti integrazione e alpeggio
Pasc.A Pasc.b Stalla
Ingestione foraggio (kg SO/d)
11,0 12,1 14,1
Ing. conc. (kg SO/d) 4,2 0,8 5,5
Ing. tot. (kg SO/d) 15,2 12,9 19,6
Diff. BCS (punti) -0,01 -0,13 0,00
Prod. Latte (kg/d) 19,6 16,1 24,5
Proteina latte (%) 3,5 3,26 3,22
Grasso latte (%) 3,69 3,94 3,67
SCC (1.000/ml) 374 236 95
Bovolenta et al. 2001
PERCHE’ IL CONCENTRATO NON RISOLVE I PROBLEMI?
Gli effetti positivi (energia ingerita) sono in parte o in tutto compensati dagli effetti negativi:
•riduzione del tempo di pascolo
•riduzione della digeribilità della NDF
I miglioramenti in termini di produzione e condizione corporea conseguibili con un miglioramento del sistema pastorale possono essere più importanti che quelli ottenuti con l’integrazione con mangimi
PRODUZIONI AL PASCOLO
A parità di altre condizioni:
nella bovina le produzioni risultano inferiori per:
- aumento dei fabbisogni nutritivi
- insufficiente apporto di alcuni nutrienti nel foraggio
utilizzato
Nella linea vacca-vitello le problematiche sono legate alla
presenza contemporanea di animali con esigenze molto
diverse (vacche allattanti, in asciutta, vitelli, manze, manzette)
RUOLO DELL’INTEGRAZIONE AL PASCOLO
in assenza di integrazione il pascolo può sostenere una produzione di latte
intorno ai 10-12 kg /d in funzione della qualità dell’erba;
Integrando con 1 kg di concentrato la produzione può salire fino a 13-15
kg di latte/capo/d
- l’impiego di concentrati non idonei (es. mangimi complementari troppo
proteici) può avere ripercussioni negative che si riflettono su:
1. limitazione dell’utilizzazione dell’erba
2. salute dell’animale (immunodepressione, zoppie, mastiti)
3. aumento dei costi
4. perdita di aromi nelle produzioni (es. terpeni)
I sistemi zootecnici alpini e le le razze autoctone
Migliore efficienza nell’adattamento all’ambiente, capaci di sfruttare le risorse di terreni acclivi e marginali
RAZZE AUTOCTONE
PASCOLO
Tipicità produzioni lattiero-casearie montane da attribuire al binomio
razza - ambiente
QUALITA’
0
10
20
30
40
50
60
70
1°
tram
uto
2°
tram
uto
1°
tram
uto
%
S.S. %
PG %
NDF %
Qualità dell’erba in funzione del contenuto in
NDF
Valdostana Pezzata Rossa
0
48
1216
20g
en
na
io
feb
bra
io
ma
rzo
ap
rile
ma
gg
io
giu
gn
o
lug
lio
ag
osto
Mesi
Pro
du
zio
ni k
g osservate
stimate
Valdosta Pezzata Nera
0
4
8
12
16
20g
en
na
io
feb
bra
io
ma
rzo
ap
rile
ma
gg
io
giu
gn
o
lug
lio
ag
osto
Mesi
Pro
du
zio
ni k
g
osservate
stimate
Valdostana Castana
0
4
8
12
16
20g
en
na
io
feb
bra
io
ma
rzo
ap
rile
ma
gg
io
giu
gn
o
lug
lio
ag
osto
Mesi
Pro
du
zio
ni k
g
osservate
stimate
Alcuni risultati – relazioni foraggi-latte
Acidi grassi polinsaturiAcido linolenico –acido rumenico
60
61
62
63
64
65
66
1 2 3
Fase alpeggio
PU
FA
erb
a (
%A
GT
)
4,8
5,0
5,2
5,4
5,6
PU
FA
latte
(%A
GT
)
erba latte
0
10
20
30
40
50
60
1 2 3
Fase alpeggio
C18:3
n3 e
rba (
%A
GT
)
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
c9, t1
1 C
LA
latte
(%A
GT
)
C18:3n3 erba c9, t11 CLA latte
Composizione acidica del latte (*)
Periodi
Media Pre-alpeggio
Prima fase alpeggio
Seconda fase
alpeggio
Saturi 63,29A 56,08B 52,83C 57,40
Monoinsaturi 32,37C 36,64B 39,58A 36,20
Polinstaturi 4,32B 7,28A 7,59A 6,40
Saturi/Insaturi 1,75A 1,28Ba 1,13Bb 1,39
A,B,C: P<0,01
a,b,c: P<0,05
(*) Bovine pluripare di razza valdostana Castana (Val di Rhemes, Battaglini et al. 2003)
Andamento dei CLA totali nel latte
R2 = 0,6911
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
0 2 4 6 8 10
MESE
% S
OM
MA
CL
A
stalla Pascolo az.
Alpeggio
Risultati – variazione in funzione della razza
PEZZATA ROSSA PEZZATA NERA CASTANA
SATURI 57,45±0,40 A 55,71±0,77 55,27±0,46 B
MONOINSATURI 37,23±0,38 B 38,57±0,73 38,97±0,43 A
POLINSATURI 5,32±0,09 Bb 5,72±0,17 a 5,77±0,10 A
SFA/UFA 1,37±0,02 Aa 1,27±0,04 b 1,26±0,02 B
Variazione della composizione acidica(% acidi grassi totali – media ± ES)
A,B: P<0,01
a,b: P<0,05
,: P<0,10
Risultati – variazione in funzione della razza
Variazione del valore nutrizionale(% acidi grassi totali – media ± ES)
PEZZATA ROSSA PEZZATA NERA CASTANA
n3/n6 0,08±0,003 a 0,06±0,005 b 0,07±0,003
SATURI IPERCOLESTEROLEMICI
39,96±0,39 A 38,43±0,73 38,04±0,45 B
INDICE ATEROGENICITA’
1,79±0,04 Aa 1,61±0,07 b 1,60±0,04 B
INDICE TROMBOGENICITA’
2,57±0,04 Aa 2,39±0,07 b 2,38±0,05 B
A,B: P<0,01
a,b : P<0,05
, : P<0,10
Risultati – variazione in funzione della razza
Variazione del contenuto di CLA e dell’Indice di Desaturazione(% acidi grassi totali – media ± ES)
PEZZATA ROSSA PEZZATA NERA CASTANA
cis9, trans11 CLA 1,79±0,05 1,84±0,09 1,82±0,05
trans10, cis12 CLA 0,98±0,03 B 1,10±0,06 1,14±0,04 A
CLA totale 2,76±0,06 2,94±0,12 2,96±0,07
INDICE DESATURAZIONE
40,26±0,40 B 41,92±0,75 42,13±0,46 A
A,B: P<0,01
, : P<0,10
=
Risultati – variazione in funzione dell’ordine di lattazione
PRIMIPARE PLURIPARE
ORDINE DI LATTAZIONE 1 2-4 5
n3/n6 0,06±0,003 B 0,08±0,003 A 0,08±0,005 A
SATURI IPERCOLESTEROLEMICI
37,35±0,51 B 39,89±0,48 A 40,71±0,68 A
INDICE ATEROGENICITA’
1,53±0,05 B 1,79±0,05 A 1,83±0,07 A
INDICE TROMBOGENICITA’
2,36±0,05 Bb 2,55±0,05 a 2,60±0,07 A
A,B: P<0,01
a,b : P<0,05
Variazione del valore nutrizionale(% acidi grassi totali – media ± ES)
Risultati – variazione in funzione dell’ordine di lattazione
PRIMIPARE PLURIPARE
ORDINE DI LATTAZIONE 1 2-4 5
cis9, trans11 CLA 1,89±0,05 1,73±0,05 1,79±0,07
trans10, cis12 CLA 1,05±0,04 1,08±0,04 1,00±0,05
CLA totale 2,94±0,07 2,81±0,07 2,79±0,10
INDICE DESATURAZIONE
42,58±0,53 Aa 40,42±0,50 b 39,50±0,71 B
A,B: P<0,01
a,b : P<0,05
, : P<0,10
Variazione del contenuto di CLA e dell’Indice di Desaturazione(% acidi grassi totali – media ± ES)
Perché parlare ancora di pascolo?
Animale-Sistema di allevamento
Filiera “produttiva”
Latte
trasformazione prodotto locale - Toma Piemontese
- Castelmagno - Raschera
-…
commercializzazione
Filiera “ambientale”
Prati-pascoli
paesaggio e “ambiente” - prevenzione dissesto idrogeologico
- stabilità masse nevose - prevenzione incendi - fruibilità del territorio
biodiversità e attrattiva
Economia locale Cultura locale
Qualità della vita