L'ARTE DI CRESCERE INSIEME - scuolainfanziaarsego.it · “La prima cosa di cui ha bisogno chi...

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L'ARTE DI CRESCERE INSIEME

Come crescere felici nella comunità che educa.

Rinalda Montani

FIGLIO MIO … FIGLIO DEL MONDO

Per educare un bambino ci vuole un intero villaggio …

TUTTO EDUCA ..., MA NON TUTTO E' EDUCATIVO

Cosa sta succedendo ai nostri bambini?

Daniele Novara

“La prima cosa di cui ha bisogno chi cresce è una base sicura a cui potersi appoggiare”

“La seconda è essere stimato/a per qualcosa da qualcuno”

“Dal bisogno di stima nascono l'autostima, l'autovalutazione e l'autoefficacia”

“Per crescere deve imparare a cercare, trovare, scegliere, costruire, chiedere, rifiutare ...”e non aspettarsi tutto come regalo dagli altri.

Base sicura e stima, e insieme cerchiamo il bello… La vita umana ha bisogno della bellezza, dell'armonia, del gusto buono.

Di cosa può aver bisogno chi sta crescendo?

(A.Canevaro)

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COSTRUIRE COMUNITA' NELLA SCUOLA

Cosa significa? Sapersela “cavare”

Cosa dobbiamo insegnare …? A vivere la scuola come comunità aperta dove condividere gli spazi della relazione nell'interazione educativa.

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Pensare la città e la scuola nella città come un contesto in cui tutti (alleanze) possono partecipare (evitare di essere un po' mitomani rispetto a certi progetti)

“Il rumore non fa bene …, il bene non fa rumore”

MISURARE LE DISTANZE DI PROSSIMITA'

..

E’ necessario ricostruire le trame relazionali di comunità.

La famiglia è il punto di partenza e arrivo di ogni situazione educativa e di socializzazione.

La partecipazione e il coinvolgimento nelle scelte che riguardano i figli sono un diritto/dovere della famiglia.

Radici e ali.

“Genitori e adulti consapevoli dovrebbero comprendere che quello che possiamo dare ai figli consiste soltanto in due cose: RADICI e ALI, come dice un antico proverbio canadese del Quèbec” (M.R. Parsi)

Le radici:- la radice della vita è l'amore, per onorare i figli;- l'amore non si compra e non si vende, si riceve gratuitamente;- la vita di una famiglia si radica nelle generazioni dei nonni;- i genitori devono impegnarsi per stare bene, per essere basi sicure;- la base sicura si costruisce anche curando i rapporti interpersonali.Le ali: - per poter volare un bambino/a dev'essere rispettato nella sua specificità e originalità;- per poter volare il bambino/a deve giocare;- i secondo nido dei bambini/e è la scuola;- per poter volare i bambini/e devono ricevere un'educazione alla spiritualità.(Fondazione Movimento Bambino,Onora il figlio e la figlia, Salani,Milano 2008)

.... a partire da tre accettazioni:l'accettazione di sél'accettazione degli altril'accettazione della realtà nel suo complesso.

I gesti di cura

I gesti di cura non sono “bassa manovalanza”, ma hanno il significato del DIALOGO che diventa FARE EDUCATIVO. In quest'ottica è importante:

● LA CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO RUOLO E IDENTITA' PROFESSIONALE.

● LA DIGNITA' DEGLI ATTI CONSISTE NEL VALORE CHE A QUESTI VIENE ASSEGNATO. (R.Bosi, 2006)

LA RELAZIONE DI AIUTO E DI CURA

● La relazione di aiuto è una componente insostituibile del vivere umano.

● L'aiuto e la solidarietà sono una condizione esistenziale e ontologica.

● La relazione educativa, prototipo della relazione di aiuto in quanto atto intenzionale, è volta a promuovere lo sviluppo di se stessi e degli altri.

● “L'azione di aiuto non solo rientra a pieno titolo nell'agire umano, ma rappresenta un originario modo di esserci dell'uomo, la Cura”. (Franchini, 2007, p.55)

Franck Martin

Per comunicare bisogna ascoltare.

Comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l'ascolto.“Ascoltare significa prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore, rispettare, custodire la parola altrui”. “Ascoltare è molto più che udire …, ascoltare in silenzio” “Ascolto -non dire ti do la ricetta- a chi vuole incontrare l'altro, ma -dagli forza con le tue parole, con il tuo ascolto: quella medicina che si sta dimenticando, l'ascolto-terapia-.Dobbiamo ascoltare anche per vincere i pregiudizi”. (papa Francesco)

VINCERE I PREGIUDIZI PER ASCOLTARSI VERAMENTE

Per ascoltarci reciprocamente non possiamo essere troppo distanti l'uno dall'altro, altrimenti la voce svanisce.

A volte è più comodo fingersi sordi.

“Ci vuole coraggio per alzarsi in piedi e parlare, ma non ci vuole meno coraggio per mettersi a sedere ed ascoltare”. (W. Churchill)

I bambini, se li sai ascoltare, spesso, ti rovesciano il punto di vista.

Le sette regole dell’arte di ascoltare secondo Marianella Sclavi1Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni.Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.2Quel che vedi dipende dalla prospettiva in cui ti trovi.Per riuscire a vedere la tua prospettiva, devi cambiare prospettiva.3Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a capire come e perché.4Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi.Il loro codice è relazionale e analogico.5Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili.I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti perché incongruenti con le proprie certezze.6Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione.Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.7Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica.Ma quando hai imparato ad ascoltare, l’umorismo viene da sé.

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IL FATTORE C (come Cultura)

“Oggi la scuola è per tutti, ma è più difficile. Per tanti alunni l'oggetto culturale (letteratura, Omero, matematica) è fuori dal loro contesto e dalla loro motivazione. Per creare un aggancio si può usare, come metafora, la costruzione di un ponte tibetano sopra l'abisso. Bisogna metterci una quantità enorme di emozione. L'unica possibilità di aggancio sono il dialogo e la bellezza”

(F. Lorenzoni)

LA COMUNICAZIONE COMPRENDE:

il verbale: linguaggio scritto e orale;il non verbale: mimiche facciali, sguardi, gesti, posture, atteggiamento, prossemica, abiti, aspetto, contatto corporeo;il para verbale: timbro, tono, ritmo, accento, sospiri, pause, silenzi di chi parla, ed altre espressioni sonore (ehm ...ehm, far schioccare la lingua, sospirare, sbuffare, tossire, etc.).

Il mondo del bambino

fa riferimento a tre dimensioni: - di cosa ho bisogno per crescere (bisogni di sviluppo) - chi si prende cura di me (azioni che le figure parentali mettono in campo per soddisfare i bisogni del bambino) - ambiente in cui vivo (fattori familiari e ambientali che possono influenzare le dimensioni di crescita) (Progetto P.I.P.P.I.; Ministero del Lavoro)

Collegamento con la CRC (Diritti/doveri)Collegamento con Agenda 2015/2030

Bambino (MdB)

Salute e crescitaEmozioni, pensieri, comunicazioneIdentita' e autostimaAutonomieRelazioni familiari e socialiApprendimentoGioco e tempo libero

Famiglia (MdB)

Cura di base, sicurezza e protezioneCalore, affetto e stabilità emotivaGuida, regole e valoriDivertimento, stimoli e incoraggiamentoAutorealizzazione delle figure genitoriali

Ambiente (MdB)

Relazioni e sostegno sociale.Partecipazione e inclusione nella vita della comunità.Lavoro e condizione economica.AbitazioneRapporto con la scuola e le altre risorse educative.

Filastrocca del bambino futuro

Sono un bambino, sono il tuo donoPrima non c’ero e adesso ci sono

Sono il domani, dalle tue maniDevi difendermi con le tue mani

Sono il futuro, sono arrivatoE sono qui perché tu mi hai chiamato

Come sarà l’orizzonte che tracciDipende da come mi abbracci. (B. Tognolini)