La struttura della preghiera ignaziana...Lo scopo della presentazione: 1.Lectio divina 2. Struttura...

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La struttura della preghiera ignaziana

Lo scopo della presentazione:1. Lectio divina

2. Struttura della preghiera ignaziana

3. Ripetizioni ignaziane

4. Applicazione dei cinque sensi

5. Revisione della preghiera

Lectio divina1. La preghiera preparatoria

2. Leggere il passaggio (Lectio)

3. Rileggere il passaggio (Meditatio)

4. Rileggere il passaggio (Oratio)

5. Riposare nella calma (Contemplatio)

6. Ringraziamento

Struttura della preghiera ignaziana1. Preparazione da lontano [73], [74]

2. Preparazione immediata [75], [46]

3. Richiamare la storia [102]

4. Composizione del luogo [103]

5. La grazia da chiedere [104]

6. Entrata in scena [106-108]

7. Il colloquio [54], [109], [199]

8. Conclusione formale [54], [225]

Preparazione da lontano [73]

1. «Dopo essermi coricato, sul punto di addormentarmi, per la durata di un'Ave Maria, penserò a che ora devo alzarmi e a che scopo, e richiamerò sinteticamente l'esercizio che devo fare» [73]

Preparazione da lontano [74]

2. «Appena sveglio, senza distrarmi con altri pensieri, rivolgerò subito l'attenzione a quello che devo contemplare…» [74]

Preparazione immediata

Preparazione immediata [75], [46]

1. «Per la durata di un Padre nostro, starò in piedi a un passo o due dal posto dove sto per contemplare o meditare: volgendo in alto la mente e pensando che Dio nostro Signore mi guarda e cose simili, farò un atto di riverenza o di umiltà».

2. «La preghiera preparatoria consiste nel chiedere a Dio nostro Signore la grazia che tutte le mie intenzioni, le mie attività esterne e le mie operazioni interiori tendano unicamente al servizio e alla lode della sua divina Maestà».

Richiamare la storia [102]

«…richiamare il soggetto (la storia) della contemplazione…» [102], [107]

Composizione del luogo [103]

La grazia da chiedere [104]

«…domandare quello che voglio…» (id quod volo)

Entrata nella scena [106-108]1. «…vedere le persone…» [106], [114]

2. «… udire quello che dicono le persone…» [107], [115]

3. «… osservare quello che fanno le persone…» [108], [116]

Il colloquio [54], [109], [199]1. «Il colloquio deve essere spontaneo, come quando un amico parla all'amico, o

un servitore parla al suo padrone, ora chiedendo un favore, ora accusandosi di una colpa, ora manifestando un suo problema e chiedendo consiglio». [54]

2. «Alla fine farò un colloquio pensando a quello che devo dire alle tre Persone divine o al Verbo incarnato o alla Madre e Signora nostra: secondo quello che sentirò in me, chiederò l'aiuto per seguire e imitare meglio nostro Signore, come se si fosse ora incarnato». [109]

3. «…nei colloqui devo ragionare e chiedere secondo l'argomento trattato, vale a dire secondo che mi trovo tentato o consolato, secondo che desideri una virtù o un'altra, secondo che intenda disporre di me in un senso o in un altro, secondo che voglia addolorarmi o gioire per quello che contemplo; alla fine chiederò quello che più intensamente desidero su qualche punto particolare». [199]

Conclusione formale [54], [225]1. «Alla fine si dice un Padre nostro».

2. «Finire con un colloquio, o colloqui, secondo l’argomento, e un Pater noster ».

Struttura della preghiera ignaziana1. Preparazione da lontano [73], [74]

2. Preparazione immediata [75], [46]

3. Richiamare la storia [102]

4. Composizione del luogo [103]

5. La grazia da chiedere [104]

6. Entrata in scena [106-108]

7. Il colloquio [54], [109], [199]

8. Conclusione formale [54], [225]

Ripetizione ignaziana [62], [118], [127]1. «… ripeto il primo e il secondo esercizio, fermando l'attenzione e

trattenendomi più a lungo sui punti nei quali ho sentito maggior consolazione o desolazione o maggior sentimento spirituale». [62]

2. «… fermandosi sempre su alcuni punti più importanti, dove si era sentita qualche illuminazione o consolazione o desolazione». [118]

3. «…intelletto, senza divagare, discorra assiduamente per la reminiscenza delle cose contemplate negli esercizi precedenti…» [64]

Ripetizione ignaziana

Approfondimento invece di novità1. Le nostre maggiori mozioni e i

gusti spirituali (frutto spirituale, illuminazioni, comprensione, conoscenza…)

2. Le nostre consolazioni

3. Le nostre desolazioni

Applicazione dei cinque sensi

1. «… vedo con la vista dell'immaginazione le persone, meditando e contemplando nei particolari le circostanze che le riguardano, e ricavando qualche frutto dalla loro vista». [122]

2. «… ascolto con l'udito quello che dicono o potrebbero dire; e, riflettendo su me stesso, cerco di ricavarne qualche frutto». [123]

3. «…odoro e assaporo, con l'olfatto e con il gusto … a seconda della persona che contemplo; e, riflettendo su me stesso, cerco di ricavarne qualche frutto». [124]

4. «…sento con il tatto, per esempio accarezzo e bacio i luoghi dove queste persone camminano e siedono; e sempre cerco di ricavarne frutto». [125]

Applicazione dei cinque sensi [65-70], [209]

1. Usiamo i cinque sensi, uno dopo l’altro, in un atmosfera calma

2. Lasciamo fuori qualsiasi approccio analitico

3. Riposiamo, senza cercare parole o spiegazioni

4. Apriamoci alle mozioni dello Spirito Santo

Revisione della preghiera [77] (1)

1. Ho preparato adeguatamente da lontano ed dall’inizio?

2. Sono giusti il posto della preghiera, la mia posizione fisica, l’ora del giorno, la durata…?

3. Ho domandato la grazie che volevo?

4. Come ho reagito alle distrazioni?

5. Ho dialogato col Signore?

6. Come ho terminato la preghiera?

Revisione della preghiera (2)1. Quale parte del testo, parole, immagini,

persone, situazioni hanno arrestato la mia attenzione?

2. Quali sentimenti li hanno accompagnato?

3. Quali «luci» o «ispirazioni» ho sperimentato?

4. Dove ho sperimentato oscurità, difficoltà, dubbi…?

Domande?

Buon cammino!