La rivoluzione dei trasporti. abbiamo alle spalle un mondo in cui le distanze erano segnate dai...

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La rivoluzione dei trasporti

abbiamo alle spalle un mondo in cui le distanze erano segnate dai limiti della possibilità di spostarsi (a piedi, a cavallo, con le navi a vela: giorni da Roma a Napoli, mesi dall’Europa all’America, e così via); oggi non più (jet; internet, tv)

la maggioranza delle terre era sconosciuta (le zone bianche delle carte), il mondo era prevalentemente lontano, diverso, esotico;

l’orizzonte normale dell’uomo era il villaggio, la valle, il mercato più vicino; l’economia era prevalentemente di autoconsumo

A un certo punto: navi a vela sempre più veloci lo sviluppo dell’imprenditorialità

(rischio e assicurazione) il commercio triangolare le strade a pedaggio i canali

Infine, la ferrovia come elemento dell’industrializzazione e della modernizzazione (Inghilterra: 1830 Manchester-Liverpool, Stati Uniti, Russia, Italia, Berlino-Badgdad)

Sviluppo ferrovie al 1840

Sviluppo ferrovie al 1888

Le navi a vapore (USA: 1807; GB: 1812): fino al 1830 solo tratti brevi

Il telegrafo: prima il telegrafo ottico di Chappe 1806, poi 1840 Morse

Il francobollo: 1841

L’urbanesimo

il mondo che ci ha preceduto era un mondo prevalentemente agricolo, la società rurale dominava sulla società urbana, la campagna sulla città

città sempre esistite, ma ora spinta irresistibile verso l’urbanizzazione

in Europa all’inizio del XIX secolo ci sono due sole città con più di 500.000 abitanti; nel 1914 saranno 149

Ancora di più, in Europa nel 1801 ci sono 23 città con più di 100.000 abitanti (il 2% della popolazione); nel 1850 sono 42; nel 1900 135; nel 1913 vi vive ormai il 15% degli europei

Il cambiamento non riguarda solo le dimensioni (il che non è poco: sussistenza, approvvigionamenti, circolazione, fogne, illuminazione, alloggi, amministrazione, ordine pubblico) ma la natura della città coinvolgendo il lavoro, il tempo libero, le relazioni sociali

Alcuni fattori spiegano il fenomeno:Esodo rurale e bisogno di manodopera,

rivoluzione trasporti (senza ferrovia niente approvvigionamenti), rivoluzione tecnica (concentrazione manodopera)

Ma anche altro: banca, nodi ferroviari, posta e commerci, istruzione (insomma, i servizi)

Ci sono poi fattori psicologici: l’attrattiva della libertà e della solitudine

Enormi le conseguenze sociali:A) Modificazioni dello spazio:

Fine della città chiusa (crescita anarchica, speculazione sui terreni, ma anche ruolo del mercato: specializzazione quartieri e non più il caos della città di antico regime)

Il passo umano non è più proporzionato alle dimensioni della città: risistemazioni di Hausmann a Parigi (velocità delle comunicazioni e ordine pubblico); omnibus, mezzi meccanici

Dimensioni approvvigionamento: il rapporto città/ contado; ora il treno e il mercato; l’acquaiolo non è più a livello delle esigenze: acquedotti, canali; il problema dei rifiuti

B) Gli effetti della concentrazione:Ammasso umano con potenziali effetti di

catastrofe sociale: incendi, epidemie, criminalità e delinquenza

La folla urbana pone problemi politici:Ordine pubblico oltre che trasporti: viali per

la cavalleria e il cannone; asfalto al selciato; polizia urbana

Suffragio universale: riduce la potenzialità eversiva della città

C) Conseguenze:Prima, dipendente dalla terra che la circondava;

ora indipendenteDa millenni la campagna matrice di equilibrio e

di ogni cultura; ora la società tende a trasformarsi in società urbana

Nasce uno dei fenomeni più grandiosi fino ai nostri giorni

E il mondo rurale? Non bisogna esagerare: fino agli ultimi

decenni del secolo in molti paesi europei continua a dominare (la città ancora isola)

Il mondo rurale continua a essere importante, anche se perde progressivamente di rilievo: in Francia nel 1846 il 75% della popolazione; nel 1921 ancora la maggioranza assoluta; solo in GB dopo il 1918 meno della metà

Il ruolo dei contadini

Più difficile farne la storia perché non parla, non lascia traccia

Una storia a-temporale? Stessi arnesi dal medioevo

I problemi della condizione contadina: fame (meno in Europa); terra-esodo (urbanizzazione, colonizzazione, Siberia, emigrazione); forme di propietà (piccola proprietà, mezzadria, braccianti)

Trasformazione industriale dell’agricoltura, ma con forti limiti: zone (USA)

Contadini e politica: Numero, ma dispersione, ignoranza, separatezza,

dipendenza L’emancipazione (caso francese, caso russo) Diffusione democrazia: paradosso: suffragio

universale quando l’esodo rurale ne ha ridotto enormemente il peso

Fiducia élites tradizionali: ruolo conservatore Città/campagna = democrazia/conservatorismo