LA COMUNICAZIONE DELLA DIAGNOSI - Rete Oncologica · 2018-04-09 · LA COMUNICAZIONE DELLA...

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LA COMUNICAZIONE DELLA DIAGNOSI:

il percepito dello psiconcologo

Maura AnfossiServizio di Psicologia Ospedaliera - AO Cuneo

Incontro CAS-Rete Oncologica, 21.9.2017

Non sappiamo cosa dirgli

Non ha capito la diagnosi

E’ depresso

I familiari sono aggressivi

Anna, Carlaaa…chiama lo psicologoio faccio la richiesta su Ippocrate

Psicologo: Eccomi! devo vedere il sig. Rossi. Il paziente sa che sarei venuta?Medico: Ma, beh veramente…Psicologo: Gli avete già parlato?Risposta 1: si si gli abbiamo già detto tutto, ma è depresso e piange sempreRisposta 2: si, cioè no, pensavamo di parlarne a tePsicologo: a me perché gli parli io o CON me per parlargli insieme?

«Mi sento come una fetta di prosciutto schiacciata nel panino»

Maura

- da un alto le attese magiche (delega) dell’equipe

- dall’altra le attese «di sollievo» del paziente e della famiglia

In queste situazioni le parole hanno un peso diverso dal solitoe anche i messaggi impliciti perché il paziente è senza guscio etutto lo tocca dentro.

Compito nostro e’ pesare le parole e aiutare il paziente a daresenso alle parole dei medici.

Gemma

Si puo’ essere proiettili in grado di crepare le speranze dei pazienti, mi sono sentita cosi’ talvolta

Arianna

E mi immagino di reggere un grosso macigno

Mi sento in una trincea tra le bombe del nemico (malattia,dolore) e i colpi di chi sbaglia il tiro (cattivo modo dicomunicare) e noi siamo in mezzo a cercare di ripararespesso con impotenza e affanno

Andrea

La comunicazione della diagnosi e’ necessaria e utile, ma se arriva con modi e tempi sbagliati inonda e crea disastri

Cristina

E io mi sento come chi spala il fango

dopo l’alluvione

Un antica eterna danza

un sottile e rispettoso equilibrio tra cio’ che la mente vede ecio’ che il cuore sente (in se’ e nell’altro)

Francesca

Se la comunicazione e’

Un processo di negoziazione tra il linguaggio scientifico e «oggettivo» del medico e il linguaggio emozionale e soggettivo del malato…

Michele Tomamichel

VORREI ESSERE…

UN TRADUTTORE

UN PUNTO DI INCONTROTRA EQUIPE PAZIENTE E FAMIGLIA

UN REGISTA

Se la comunicazione di bad news

deve muoversi tra verita’ e speranza(Baile et al.)

VORREI CONTRIBUIRE A CREARE

QUELL’ EQUILIBRIO