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Joan Mirò
“L’immobilità mi impressiona. Questa bottiglia, questo bicchiere,
un ciottolo su una spiaggia deserta, sono cose immobili, ma
scatenano nel mio spirito profondi sconvolgimenti. Non provo la
stessa sensazione davanti a un essere umano che si sposta di
continuo in maniera idiota. La gente che va a fare il bagno su una spiaggia e si agita, mi tocca molto meno dell’immobilità di un
sasso. ”
J. Mirò
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Indice:
Vita.
Inquadriamo il Surrealismo.
Montroig.
L’apertura verso l’avanguardia.
Fase parigina.
L’arte di Mirò.
La produzione del collage.
“Ballerina spagnola”.
La scultura.
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Vita:
Joan Mirò nasce a Barcellona il 20 Aprile 1893. Figlio di un orefice
intraprende studi di commercio ma la passione per l’arte emerge fin
dall’età infantile: i primi disegni risalgono, infatti, al 1901 quando il
precoce artista aveva solo 8 anni e frequentava già lezioni private di
disegno.
A 17 anni lavora come contabile in una drogheria ma il pensiero artistico
non lo abbandona e continua perciò a seguire delle lezioni.
La svolta è arrivata nel 1912 quando, ammalatosi di tifo fu costretto alasciare il lavoro, decidendo così di dedicare la sua vita interamente alle
opere artistiche; frequentò la Lonja di Belle Arti di Barcellona, entrò nel
Circolo Artistico di Saint Lluc in cui conobbe molte diverse personalità del
mondo dell’arte e nel 1916 affitta uno studio insieme al collega Cristòfol
Ricart. Fino al 1920 la sua arte subisce così forti influenze da parte di
molte correnti artistiche e per questo motivo nelle sue opere possiamo
riscontrare i colori puri e brillanti utilizzati dal Fauvismo, le forme nette
del cubismo, caratteristiche delle chiese romane e del folclorismo della
sua amata terra ovvero la Catalogna.
In questo periodo inaugurò così, nel 1918, la sua prima mostra personale
alle Gallerie Dalmau a Barcellona.
Nel 1920 si trasferì a Parigi, attirato dalla comunità artistica che si riuniva
a Montparnasse. In questa città conobbe Pablo Picasso e le tendenze del
circolo dadaista . Nel 1921 inaugurò la sua prima mostra personale
francese a Parigi, nella Galleria La Licorne. Cominciò in questo periodo a
delinearsi il suo stile originale ovviamente influenzato dalla corrente
dadaista, alternandosi tra Parigi e Montroig: questa fase è definita il suoperiodo “dada”.
Nel 1925 tiene una mostra individuale alla Galleria Pierre in cui si
comincia a notare una trasformazione nella sua pittura. Proprio in questo
periodo arrivò, così, a portare la sua arte verso l’astrazione grazie
all’influsso di poeti e scrittori surrealisti.
Nel 1929 lavora a molte esposizioni anche a New York e l’anno seguente
comincia la sua sperimentazione artistica esplorando varie forme
espressive come la litografia, l’acquaforte, la pittura su carta catramata evetro, la scultura e il collage.
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In questo periodo vive a Barcellona con la moglie e la sua unica figlia
Maria Dolores.
Ma nel 1936 con lo scoppio della Guerra Civile Spagnola Mirò decide ditornare a Parigi per poi trasferirsi definitivamente a Mallorca e Montroig
per scappare dall’invasione nazista in Francia.
Diventa, così, uno dei più radicali teorici surrealisti tanto che lo stesso
Andrè Breton, fondatore proprio di questa corrente artistica, lo definì “il
più surrealista di noi tutti” .
Stabilitosi nella casa di famiglia dove la sua arte surrealista si fa’ sempre
più marcata, in molti scritti e riviste esprime chiaramente il suo disprezzo
per la pittura convenzionale e il suo desiderio di “ucciderla” , “assassinarla” e “stuprarla” per arrivare a nuovi mezzi di espressione.
Dopo la morte della madre, nel 1944, Mirò si dedica anche a lavori di
ceramica e bronzo.
Dieci anni dopo, nel 1954, vince il Premio per la grafica alla biennale di
Venezia continuando anche a esporre negli Stati Uniti.
Si sposta per l’ultima volta andando a vivere a Mallorca (1956) in una
casa progettata dal cognato a cui aggiunge un laboratorio e uno studio di
pittura. La sua casa diventa così il suo luogo creativo per eccellenza e per
preservarla decide di donarne parte alla cittadinanza allestendo la
Fundaciò Pilar e Joan Mirò nel 1981 quando ormai aveva già fondato la
Fundaciò Joan Mirò nel 1972 a Barcellona.
Nel 1978 si dedica alla scenografia, collaborando a uno spettacolo
teatrale, e alla scultura monumentale; infatti proprio a questo periodo
risale la celebre scultura “Dona i ucell ” (Donna e uccello).
Per avere un riconoscimento nazionale Mirò dovrà però aspettare la
caduta della dittatura franchista. Ottenne la Laurea Honoris Causa
dall’Università di Barcellona (già ricevuta nel 1968 dall’Università di
Harvard) e la medaglia d’oro delle Belle d’Arti dal re Juan Carlos.
In età avanzata realizza centinaia di ceramiche tra cui il Muro della Luna e il
Muro del Sole presso l’edificio dell’UNESCO a Parigi. Negli ultimi anni le sue
idee si fecero ancor più radicali interessandosi alla scultura gassosa e
quadrimensionale.
Morì a Mallorca all’età di 90 anni, il 25 Dicembre 1983.
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:nquadriamo il Surrealismo
• ’ ’Può essere considerata l ultima corrente artistica d Avanguardia e una delle
.più importanti• 1924La sua nascita si può collocare nel con la pubblicazione a Parigi del
;Manifesto del Surrealismo di André Breton in un primo momento il movimento fu principalmente letterario ma dopo poco tempo attorno a Breton cominciò a riunirsi un ampio gruppo di artisti e nasce così la
.pittura surrealista
• : “Definizione data da Breton di Surrealismo nel suo manifesto automatismo , ,psichico puro attraverso il quale ci si propone di esprimere con le parole
, .o la scrittura o in altro modo il reale funzionamento del pensiero
,Comando del pensiero in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla , .”ragione al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale
• ,Questa corrente non genera uno stile ma un atteggiamento è un .movimento politico di insurrezione contro la Storia
• “ ”.Molti artisti surrealisti attraversarono prima un periodo dada
• Utilizza lo scandalo pubblico attuando un atteggiamento critico anche nei , , , ’confronti dei membri stessi causandone anche talvolta l espulsione dal
.gruppo
• Il punto di partenza si può dire essere stata la psicanalisi di Freud ’ .soprattutto riguardo i sogni e l inconscio
• Il loro programma insisteva principalmente sul confine tra coscienza e .incoscienza
• ’ ,Questo movimento si concentra sul desiderio di produrre un arte libera
, ;soprattutto da ragione morale ed estetica torna così a predominare ’ .l elemento visivo
• ’Secondo Breton l artista deve aprire gli argini che frenano la loro libertà ’ , ’d espressione deve arrivare a un eterogeneità visiva attraverso ’ : ’l automatismo e il sogno l automatismo media la realtà interiore
’ “ ”,dell artista attraverso procedimenti di trascrizione passiva mentre il ’ ’sogno fa emergere l inconscio attraverso una pittura che da forma ai
.sogni stessi e alla memoria Un esempio di questo processo è la scrittura ’automatica con cui l artista registra ogni immagine o parola che passa
,nella sua mente senza limitarla con la logica o la morale lasciando .correre la sua mano liberamente sulla tela Questa è la religione del
“ ”, .caso presente anche nel Dadaismo
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• ’ ,Altra caratteristica importante è quella dell analogia come anche nel , ’Futurismo che doveva servire a condurre l immaginazione attraverso
’ ’ .l opera d arte
• : Tre gruppi
1. , ,Coloro che portavano avanti nel Surrealismo le coordinate
. .del Dadaismo Un esempio fu Duchamp2. “ ”,Surrealismo figurativo portano avanti la
lezione di De Chirico in cui il quadro diventa una scena . .teatrale Un esempio di questo gruppo fu Salvador Dalì
3. composto da coloro che utilizzano la scrittura automatica in . .pittura Tra questi uno dei più importanti fu Joan Mirò
Il percorso artistico:
È importante affermare fin da subito quanto Mirò rivoluzionò il ’ ,rapporto tra l artista visivo e lo scrittore facendo in modo che il
pittore stesso entrasse a far parte delle emozioni del poeta
’ .interpretandole attraverso il linguaggi dell arte Le sue opere sono tutte segnate dal profondo amore di Mirò per la
, ,sua terra natale la Catalogna che fu la sua fonte di ispirazione .primaria in tutta la sua produzione
o Montroig:
’ ’ ,In questo periodo Mirò da completa importanza all uso del colore
,riprendendo gli aspetti caratteristici del Fauvismo francese al quale .si ispirò nel realizzare moltissime opere
:L FAUVISMO
,
’ ,Gruppo di artisti francesi che pur criticando l Impressionismo ne apprezzavano la novità ’ .di una luce generata dall accostamento di colori puri
:Le caratteristiche principali
;Semplicità delle forme
;
Abolizione della prospettiva .Uso di colori vivaci e naturali
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’ ’ , ’ .L importante non era più il significato dell opera ma la forma il colore e l immediatezza
“Tornavo sempre a quelle case, alla chiesa, alla pianura, alla
montagna. Quello che mi ispirava era la regione di mio nonno, vicino a
Montroig, quella terra di un rosso fantastico”
“La
reforma”:
Il dipinto si rifà alla ricostruzione di un vecchio quartiere di Barcellona che fu interamente demolito durante uno sciopero generale avvenuto a causa della forte inflazione che si
stava abbattendo sulle classi .lavoratrici
“La Reforma” - J. Mirò, 1916.
,Il percorso artistico di Mirò ha inizio proprio a Montroig nel paese rurale in cui la famiglia possedeva una fattoria che diventerà il
,luogo di ritiro e di ispirazione durante tutta la sua vita infatti pur ’abitando in altre parti della Spagna l artista tornerà spesso nel
.paese dei propri avi con cui sentiva un profondo legame’Anche nel periodo degli scioperi l artista si ritirò in campagna per
.non essere coinvolto negli eventi che si stavano svolgendo in città
La sua terra per lui era una regione mitica che si poneva al di fuori del tempo e veniva infatti raffigurata in moltissimi dei suoi
.dipinti
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Il suo presupposto era ’l immagine della Catalogna e delle sue radici
.mediterranee
Un legame profondo con il paesaggio espresso poeticamente in una lettera
:al pittore Bartomeu Ferrà
“ [ ] Sono stato …
sensualmente baciato dal ,mare cullato sotto la volta
,del cielo azzurro reso fertile .da una luce particolarmente intensa Ho vissuto al ritmo delle
.” onde
“Pieve di Saint Joan d’Horta”- J. Mirò, 1917
’L intento era quello di giungere a una profonda identificazione con .il paesaggio in termini di uno scambio poetico tra uomo e natura
, “Proprio per questa sua concezione si definiva un figlio del ”Mediterraneo ma più che un panteismo di matrice romantica
questa sua comunione con la natura si inseriva in precise tradizioni .culturali Le sue opere infatti propongono una specifica visione della
’terra come fondamento culturale e alla base dell unità politica .nazionale
’L intera generazione di Mirò parlava di un collegamento tra ’ ,l identità nazionale e la terra tanto che il paesaggio mediterraneo
diventava una madre feconda che dava alla luce e nutriva il suo , ,popolo e proprio per questo secondo Mirò la forte sensibilità di fronte a questa concezione doveva riguardare tutti i popoli del
.mediterraneo e non solo quello catalano Cominciò così la sua ’ .apertura verso l avanguardia europea
o L’apertura verso l’avanguardia.
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<< >>Con lo scoppio della prima guerra mondiale mediterraneità
’ ’diventa la parola d ordine di un intera generazione di artisti per indicare la superiorità della civiltà latina sulla decadente cultura
.tedesca
“ [ ] Questo nostro mare … non si può permettere che venga , ,conquistato dai paesi nordici che hanno un mare grigio nebbioso e
”.freddo
(“ ”, , 1916).Iberia giornale propagandistico
’Il Mediterraneo diventava così l asse attorno a cui ruotava la chiara .opposizione tra Nord e Sud in Europa
Mirò era inoltre un ardente francofilo e vedeva nella Francia la “ ” .madre spirituale della Catalogna
Durante la Grande guerra le avanguardie subirono forti critiche da parte non solo di alcuni artisti ma anche dalla politica e fu così
’ .coinvolta anche l arte di Mirò
1918Proprio nel con la sua prima personale alla galleria Dalmau di Barcellona Mirò presentò le sue prime opere in cui si potevano già
.notare le forti influenze e il cambiamento di stile
“Ritratto di
V.Nubiola”:
’In quest opera si cominciano a notare stravaganti motivi geometrici nella parte superiore destra della tela
che minacciano di ’distruggere l unità del .campo visivo
,Il ritmo è stridente le pennellate sono decise e
’grazie all approccio con il ,colore la compressione
spaziale e le distorsioni ’formali possiamo capire le varie fonti da cui l artista ha preso
: , ,spunto Cézanne i Fauves gli “Ritratto di V. Nubiola”, 1917
,espressionisti in generale cubisti e “ .futuristi
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Il colore non viene mischiato sulla tavolozza ed è quindi possibile ,notare ancora i diversi toni utilizzati come ad esempio sulle mani
inoltre gli stessi che utilizza per il corpo ricoprono anche tutta ’ .l opera
’ << >>È inoltre importante tener presente il colpo di fulmine che “ ”Mirò provò durante una mostra per il Moulin de la Galette di
Renoir per comprendere questo suo primo approccio agli stili , ,europei che lo portarono da quel momento a provare un profondo
’ , , .amore per l arte moderna e quindi in seguito per le avanguardie
Lo stesso artista aveva anche già anticipato il desiderio di recarsi << ,a Parigi per potersi godere i piaceri della Francia sintetizzati in
>>.Renoir
“Nord-Sud”:
Questa tela è importante perché è una testimonianza
’ dell adesione di Mirò alle .avanguardie francesi
’ L uso del colore è quello tipico del Fauvismo e
ritroviamo in primo piano << - >>,la scritta Nord Sud
titolo di un giornale ’ francese d avanguardia
’ che l artista spesso leggeva per rimanere aggiornato riguardo allo
.stile espressionista
, ,Riguardo il libro di Gothe viene rappresentato con il “Nord-Sud” – J.
Mirò, 1917 ,titolo illeggibile forse , “ ”.volontariamente e si potrebbe trattare del Trattato di colori
Lo sfondo è composto da fasce curve di colore che vogliono dare , più fluidità allo spazio temperando i contrasti violenti e le linee
.nere di contorno
“ ” :L TRATTATO DI COLORI
. . J W Goethe (1749-1832) ,grande letterato e scienziato tedesco invita ad affidarci ai , ’nostri sensi ad accostarci ad una vera esperienza del colore ed espone un approfondita
,serie di esperimenti volti a scoprire la fenomenologia dei colori basandosi ’ .sull osservazione
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Le reazioni dopo la sua mostra furono totalmente negative e le sue
“ ” “ ”.opere furono definite inespressive e sconcertanti
La posizione di Mirò rispecchiava un chiaro atteggiamento :catalanista sentiva un accentuato rifiuto nei confronti della politica
e il bisogno di una ricerca spirituale assoluta e attribuiva queste ; ’concezioni anche alla sua arte tutto si connetteva a quell idea di
nazionalismo che lui considerava al di sopra di questione partigiane , .o di classe un Catalogna primitiva e trascendente
o Fase parigina.
Con queste prime opere si ha il superamento del realismo che .accompagnò Mirò durante la sua fase giovanile
“La Contadina”:
,Già in questa opera tra le , prime del periodo parigino
si può notare il cambiamento che stava avvenendo nella mente
’ .dell artista Anche se alcuni oggetti sono ancora rappresentati in maniera
( molto figurativa come il , ) gatto la cesta e il coniglio
si può già notare ’ un ambientazione equilibrata
;da motivi geometrici ’ l artista crea così un
insieme di elementi astratti e realistici che caricano la ’ protagonista dell opera di
:significati enigmatici il più importante è quello di
,signora del ciclo della vita donna che gestisce il quotidiano lavoro rurale come anche la vita e la morte degli
“La Contadina” – J. Mirò, 1922-1923 .animali
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Durante questa fase la visione di Mirò subisce un cambiamento
: ’ .radicale abbandona il realismo per tendere verso l immaginario
La terra rimane comunque uno dei temi centrali per Mirò anche se in questo periodo il suo stile comincia ad essere influenzato
’ “ ”, , , .dall arte dada che impronta così fortemente le sue opere
DADAISMO:
1916-1920.Movimento culturale nato in Svizzera intorno al
’ : ’ ,Ha stravolto le convenzioni dell epoca dall estetica artistica fino alla politica ;interessandosi soprattutto alle arti visive
, .Ha proposto il rifiuto della ragione e della logica enfatizzando la stravaganza
;Gli artisti erano irrispettosi e provavano disgusto per le usanze del passato ricercavano .la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili
La differenza tra queste due prime fasi della sua vita artistica si :può notare confrontando queste opere
“Orto con asino” – J. Mirò,
1918 (fase ancora realistica)
Questa tela si rifà alla prima fase artistica di Mirò in cui egli si trova ancora nella città di Montroig ed è legata ad
.elementi realistici
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“Montroig: la fattoria” – J. Mirò, 1921-1922
(fase intermedia).
,Periodo particolarista di Mirò molto importante perché il suo
’ linguaggio si fa più semplificato ,e si avvia verso un nuovo stile
spiccando il suo volo verso la , pura immaginazione in un
periodo in cui la guerra civile spagnola lo porta ad
allontanarsi dalla realtà nel .tentativo di fuggirne Al centro
della composizione è presente un imponente eucalipto che
trae la sua potenza vitale dalla terra per elevarsi al cielo .simboleggiando proprio la mentalità catalana Compaiono elementi
’ astratti come il cerchio nero sotto l albero e il quadro rosso che .cinge il pollaio sulla destra Le dimensioni spaziali non sono quelle
,naturali e gli oggetti non sono riprodotti in scala reale bensì in
. ’ rapporto alla loro importanza simbolica L artista collega così ,elementi tradizionali con elementi contemporanei creando così , ,molteplici chiavi interpretative tra cui quella della fecondità intesa
, .in termini artistici come ricerca di un nuovo stile Anche gli animali raffigurati nel pollaio possono essere letti come accenni alla
.sessualità ma assolvono anche a quella di semplici esseri viventi
“Terra arata” – J. Mirò,
1923-1924 (fase
immaginaria)
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“ ” ,In Terra arata il paesaggio si fa rarefatto e metaforico il mondo rurale di Montroig non è più chiaro e realistico ma viene evocato da segni fantastici che fluttuano su sfondi monocromatici in cui ’ ’ .l artista ha utilizzato dei toni caldi che prevalgono nell opera Lo
scenario è surreale ma come se non si fosse ancora totalmente , ’ .trasformato conservando ancora un identità naturale Nonostante
questo si riconosce che molti elementi hanno subito una ’ .metamorfosi nell immaginazione e nella realizzazione artistica Ogni
, ,elemento inoltre viene posto in maniera tale da farci sentire di .fronte ad un sogno
,Nonostante questa distorsione della realtà già di stampo ,surrealista la maggior parte degli elementi è ancora riconoscibile in
“ ” : ’ ,Terra arata come ad esempio i campi e i solchi dell aratro gli , ,animali da cortile la fattoria di famiglia ’ , ’ , ’ ,l albero l occhio l orecchio
.uccelli in ciel e le bandiere che sventolano
,Ovviamente questi vengono stilizzati deformati e collocati in un , paesaggio irreale facendogli perdere totalmente sensibilità con la
.realtà
La metamorfosi di questi elementi si può notare nel collegamento ’ “ ” ( “ ”):di alcuni di questi nell opera Paesaggio catalano o il Cacciatore
la lucertola con il cappello da mago in primo piano e la gigantesca , pianta grassa che gesticola diventano nel
,dipinto successivo la sardina con i baffi . ,e il cacciatore con il fucile Si scatena
, , poi un universo di segni e figure che trasgredendo qualsiasi principio di unità
, ,di tempo di spazio e di azione vengono ,accostati in un contrasto bizzarro che
,indubbiamente ci trasporta in una ,dimensione onirica e metaforica che
potrebbe richiamare alla mente certi quadri di Hyeronimus Bosch .
(Hyeronimus Bosh)
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,In ultimo per poter contemplare la realizzazione surrealista in , ,ambito pittorico di Mirò abbiamo scelto una delle sue opere più
:importanti per arrivare nel centro della sua trasformazione artistica
“Il cacciatore” o
“Paesaggio catalano” –
J. Mirò, 1924-25
(fase surrealista).
’ ’ in quest opera l artista traduce lo studio della natura in un sistema ,creato esclusivamente da forme e colori schematizzando al
.massimo ogni elemento Mirò si allontana sempre più dalla ,dimensione reale tramutando ciò che egli osserva con cui tende a
, .sensibilizzare nel concreto in un mondo di segni e simboli Del ,cacciatore non rimane più nulla solo alcuni dettagli come la pipa e
’ ’ :l orecchio e proprio questo è l intento di Mirò nessuna elemento ’ .esplicativo ma solo un viaggio a cavallo dell immaginazione
o L’arte di Mirò:
Giunto a questo livello di mentalità artistica ;Mirò lascia pieno spazio al gioco dei segni
la sua raffigurazione si spoglia di ogni di ,ogni traccia di materialità giungendo così
.alla trascendenza poetica tanto cercata
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’ :La sua evasione dalla realtà si sposta nella sfera dell astratto ’ ,l artista fugge da ogni elemento concreto fugge dal paesaggio
,imponendogli di mutare in qualcosa di immaginario che esiste solo , ’ .nella sua mente l evasione nasce dal grembo stesso della natura
Gli stessi elementi che sembrano inventati e disposti a caso ’ , .nascono da immagini suggerite dall inconscio impulsi associativi
“Maternità” – J. Mirò, 1924
,Mirò vuole comunicare attraverso queste immagini elaborate dalla , :sua mente un sentimento universale di comprensione il calore .della terra
“Lo spettacolo del cielo mi
sconvolge. Mi sconvolge vedere, inun cielo immenso, la falce della
luna o il sole. Nei miei quadri, del
resto, vi sono minuscole forme in
grandi spazi vuoti. ”
“Contadino catalano” -1925
“Gli spazi vuoti, gli orizzonti
vuoti, le pianure vuote, tutto
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quello che è spoglio mi ha sempre profondamente
impressionato. ”
“Donna e cane di fronte alla luna” – J. Mirò,
1936.
“Il carnevale di Arlecchino”:
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“Il carnevale di Arlecchino” – J. Mirò, 1924-25.
:Questo dipinto è stato definito il più surrealista di tutti una vera e propria confusione di figure accostate in maniera da sembrare quasi casuali e che diventano simbolo e metafora di un nuovo
, .mondo come uno specchio che riflette una realtà trasfigurata
’ ’ Rispecchia così quella che per l artista è l interiorità delle cose e ’ , ,dell animo umano tutto attraverso un marcato simbolismo quasi
: ,allucinatorio le linee sono leggere e sinuose e devono ’ , ,rappresentare l elemento naturale i campi cromatici sono piatti le
forme sono senza volume e in un ambiente di sfondo vuoto e ;monocromatico queste caratteristiche tendono così ad eliminare
,ogni forma di prospettiva e spazio dando alla scena una sensibilità ( ’ ). plastica presente da qui in poi in ogni opera dell artista
Non è comunque presente alcun elemento che possa far associare ’ : , ’ l opera al Carnevale o ad Arlecchino è la scena stessa l atmosfera
, ’ giocosa lo spirito che aleggia in quell atmosfera di festa a farci “ ”.sentire in un Carnevale di Arlecchino Importanti sono così il
,, ,dinamismo la sensazione di imprevisto e sorpresa il frastuono che ’ ,ci sembra quasi di poter cogliere nell osservare le figure tutto ci fa
’ ,sentire all interno di quello spettacolo straniante affascinante e , , .anche in parte allucinatorio
, ’ ’ ,Sono presenti così piccole figure un po mostri e un po maghi che sembrano usciti dal sogno infantile di un bambino e così anche pupazzi che balzano fuori da scatole e strani esserini volanti mischiati insieme a forme geometriche galleggianti e colorate che
.fluttuano in un mondo parallelo Ciascuna di queste forme ’ contribuisce a riempire quello spazio per lo più vuoto che fa da
.sfondo alla scena
’ ,È da tenere presente anche l associazione dei colori poiché Mirò ha accostato i colori primari dando più incisività al nero che
.contorna le figure
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’ ’ ,L analisi dell opera non finisce qui questo festoso spettacolo è in ’ realtà ricco di simboli che furono svelati dall artista più di dieci
:anni dopo le linee ondulatorie non hanno solo lo scopo di dare un senso di dinamismo alla scena ma rappresentano anche ’ l aspirazione di fuga dalla realtà come anche la scala posta sul lato
;sinistro gli animali stilizzati invece non servono solo a rendere u
’ bellissimo effetto di policromia nell opera ma diventano anche un .omaggio al suo mondo domestico Altri simboli presenti sono il , ,triangolo nero a destra immerso nel cielo blu oltre la finestra che
rappresenta la Tour Eiffel e la sfera verde che simboleggia il globo .terrestre
Con queste tecniche Mirò ci proietta nel mondo fantastico della sua ; ,mente la moltitudine di segni ci suggerisce così una molteplicità di
.sensazioni Tutto ciò non è da leggere solo in chiave umoristica perché il
linguaggio evocativo e fantastico di Mirò insieme alle sue metafore e ai suoi simboli rappresentano un approccio alla vita e una
.visione del mondo profondamente umana
I suoi quadri richiamano spesso a mondi infantili e per questo Mirò ,viene accostato ai bambini in quanto le due espressioni grafiche
.sono simili Non per questo bisogna svalutare le capacità del pittore ma si deve tenere presente che la sua arte rappresenta ciò che vede il nostro istinto e proprio per questo per ognuna delle sue opere ci possono essere mille interpretazioni diverse perché ognuno deve leggere in esse quello che più si associa al suo
.intimo Mirò stesso mantenne vivo il suo spirito di fanciullo fino alla vecchiaia affermando anche di rimanere ancora incantato di
.fronte a uno spicchio di luna
o La produzione collage:
“Mi è difficile parlare della mia pittura, poiché essa è
sempre nata in uno stato di allucinazione, provocato
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da uno choc di qualche tipo, del quale non sono affatto
responsabile”.
, ,Tutto ciò sembra trovare riscontro soprattutto nei collages negli
.oggetti e nelle sculture che Mirò ha realizzato ,Nella sua carriera di artista infatti sperimentò molti altri generi di
;arte utilizzando anche diversi materiali e tecniche nei collages .utilizzò la carta catramata e le carte abrasive
1920 1929.Mirò eseguì una serie di collages distinti tra il e In ogni .serie introduceva nuove caratteristiche e dettagli sempre diversi
Ogni collage è preceduto da uno studio preliminare che serve ad
indicare che genere di .elementi utilizzare
In questo disegno preparatorio sono infatti ,indicati in alto a destra con parole francesi e
, : = ,spagnole questi elementi sellos francobolli = . , ,e timbres timbri La X invece è il marchio
che Mirò utilizzava per indicare quando un disegno preparatorio veniva trasformato in
.lavoro finito
1924 I primi collages del sono sostanzialmente disegni in bianco e nero con
.uno o due elementi di collage isolati Le aree
di colore vengono introdotti con acquerello e . pastello in seguito
“Disegno preparatorio” – J. Mirò
1928 .Nel Mirò introduce collages realizzati su supporti cartacei Ognuno di questi viene chiamato “ ” .allerina spagnola
1929 Nei primi di Ottobre del Mirò inizia a tagliare elementi di , .collage arricciarli e sollevarli dalla superficie Mirò utilizza per la
prima volta carta catramata e prosegue la sua ricerca di nuove
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.tecniche ed ispirazioni Le carte continuano ad essere utilizzate in ’ numero maggiore con l introduzione della raschiatura della loro
.superficie La struttura di questi collages è più complessa con strati multipli che vengono attaccati a superfici più resistenti come
’ .supporti e le linee diventano tridimensionali con l uso del filo
La carta Tar è il secondo tipo di carta che Mirò utilizza di più in ’ quest anno ed è un materiale formato da uno spesso strato di
carta coperto con catrame e ciottoli incorporati nella superficie .catramosa per rendere il tutto impermeabile
Negli anni in cui sperimentò nuove tecniche utilizzò anche fogli .colorati naturalmente
Mirò impiegava una scrupolosa attenzione per ogni minimo aspetto e dettaglio nella presentazione delle sue opere e anche se quelle
1928-29 ’ relative agli anni danno spesso l impressione di essere ,state costruite ed assemblate casualmente e spontaneamente in
’ .realtà sono state eccezionalmente pianificate dall inizio alla fine
o “Ballerine spagnole”:
, ,questi tipi di opere come del resto tutti i collages fanno parte del << tentativo di Mirò di assassinare la
>>. pittura
Queste venivano realizzate utilizzando .dei chiodi per fissare diversi elementi
La ballerina è composta di frammenti ’ inseriti in un armatura di linee
:rigorosamente tracciate diventava così
una rappresentazione pezzo per pezzo con un profondo riferimento ad alcune
.tecniche cubiste 21
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’ In quest ultimo periodo Mirò critica profondamente la fama cubista di essere una corrente artistica pura e puritana e così
.trasformarono il loro lavori in opere di rigorosa geometria
Mirò decide così di raffigurare dei tratti di donna che dovesse , , << >> .essere definita proprio a causa di questi impura ed erotica
’ È così d esempio il “ . ”itratto di Madame K i n cui la figura è assalita da chiodi e materiali di “Ritratto di Madame K.”, 1924
,scarto come gesto di ribellione nei confronti della pittura .soprattutto cubista
Per uno dei collage di Ballerina spagnola Mirò usa chiodi quadrati o con teste circolari a virare verso il basso lo spago in vari punti ( . 1).Fig In un altro la scarpa di una bambola è sospesa da quello
( . 2).che sembra essere un chiodo tondo Fig Nel collage di ballerina . 3, ’ spagnola in Fig otto chiodi tengono i bordi dell elemento al
.supporto
. 1 . 2 Fig Fig
. 3 Fig
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o La scultura:
’ , ,L interesse di Mirò per la scultura invece nasce da una necessità di estendere il suo pensiero oltre i limiti
.rigorosi della pittura Il suo primo pezzo 1931 prodotto nel da un insieme di oggetti
,nello spirito provocatorio del Surrealismo è significativo in quanto proclama chiaramente il ruolo fondamentale che egli ha assegnato
’ all oggetto come un generatore di .sentimenti ’ Quest opera viene definita
“ ” ;scultura in realtà ogni singolo oggetto è ,stato realizzato con la tecnica classica
,quindi è una scultura in sé ma la ’ composizione e l assemblaggio di ogni
elemento non è legato alle tecniche classiche ed è quindi ambigua perché non avrebbe dovuto accettare tale appellativo ( ) scultura ma il nome più appropriato
“ ”.dovrebbe essere quello di composizione
“Figura con ombrello”, 1936
1940,Più tardi nel realizzò piccoli oggetti di argilla che .successivamente furono fusi in bronzo
Da questo momento in poi il bronzo
diventò il suo materiale preferito e sviluppò sempre una relazione molto .stretta e proficua con le fonderie Questo
gli ha permesso di modificare spesso la progettazione dei pezzi in modo da produrre risultati che sono stati a volte estremamente chiari ed eccezionali e in
.altri momenti estrose e variegate
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, ,La luna e ilo sole il principio femminile e quello maschile giorno e , , ,notte sono le forze che contemporaneamente si oppongono e si
.contemplano Una superficie lucida e il suo aspetto complessivo .evoca alcune figure primitive o votive Verticale e dinamico la luna , .uccello è vicina ai personaggi di Mirò immaginari e allusivi
“Luna e uccello”, 1946
1960 Nel Mirò ha introdotto il colore nelle sue sculture in , ,modo diretto elementare in modo da differenziare ed evidenziare il carattere individuale delle diverse componenti e .dei pezzi Tutto ciò gli ha permesso di realizzare opere
monumentali . per spazi pubblici
“Donna che fugge”, 1968
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“ ”, 1982 Donna e uccello
’ ,È l ultima opera di questo artista è una grande scultura alta più di , ,venti metri ricoperta di piastrelle frammentate collocata a
Barcellona nella piazza centrale del Parco Juan Mirò al centro di ’ .una vasca d acqua La piazza è sopraelevata rispetto al parco così
che la scultura acquisti un ruolo di grande importanza nel tessuto .urbano La scelta non convenzionale di un materiale come la
’ ceramica coniuga la tradizione catalana come l esigenza di creare . ’ una forma semplice in cui trionfa il colore Il tema dell opera è
, ,abbastanza consueto in Mirò infatti spesso unisce al mondo umano .quello animale o vegetale In questo caso la sagoma della figura
femminile non perfettamente identificabile è resa con una forma ,compatta che la trasforma in una sorta di totem inteso come dea
, ’ . ’ ,madre che rimanda alle origini dell uomo Il tema dell uccello , ;quindi il volo reca in sé qualcosa di utopico e magico alla terra
, ’ ;madre si unisce così il cielo l aria mentre il fuoco è simboleggiato ’ dalla ceramica che viene plasmata dal fuoco e l acqua è quella in
( ).cui tutto si rispecchia la vasca Nonostante la scarsa ’ , ’ comprensione nell immediato l opera è piaciuta anche agli stessi
abitanti della città perché ha segnato il recupero di un quartiere : ’ , ,degradato là dove oggi c è il parco polmone verde per gli abitanti
’ . prima c era un mattatoio
Casucci Cristina e Padoan Valeria
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