Incontro con un detenuto e un ex detenuto

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Incontro a scuola con un detenuto e e un ex detenuto del Carcere

“Due Palazzi” di Padova

Gruppo:

Ilaria Bano, Silvia Favero, Ambra Furlan, Giulia Gaburo, Sara Guerriero, Giulia Rizzoli

Prof. Gabriella Peracchi

Un detenuto e un ex detenuto del Carcere “Due Palazzi” di Padova,

insieme alla Dott.ssa Ornella Favero

vengono al nostro Liceo “Duca D’Aosta”

di Padova per incontrare la classe V i

Ornella Favero

Volontaria, giornalista e Direttrice della rivista “Ristretti Orizzonti” del Carcere “Due Palazzi”

di Padova

Lo scopo principale dell’incontro è capire la funzionalità del processo di

RIEDUCAZIONERIEDUCAZIONE

La Dott.ssa Favero ha illustrato il percorso svolto dai volontari di

“Ristretti orizzonti” con i detenuti, e le difficoltà che questi ultimi affrontano,

sia all’interno che all’esterno del carcere.

Un interrogativo intorno al quale abbiamo molto discusso è

stato:

“E’ possibile essere rieducati scontando tutta la pena all’interno del carcere?”

?

A tal proposito sono stati citati:

che non prevede misure alternative

di detenzione

il reato ostativo reato ostativo l’ergastolo ostativoergastolo ostativo

che preclude ogni possibilità di

scarcerazione.Questa forma di

carcerazione è nata in seguito agli omicidi di Falcone e Borsellino

I volontari e i detenuti lottano per far sentire la propria voce

tentando di ottenere agevolazioni come l’eliminazione dei rapporti disciplinari

esageratamente minuziosi

Ciò che realmente sorprende è che sia lo Stato il primo a non rispettare la legge riguardo la

realtà carceraria

. . .

L’articolo 27 della

enuncia infatti che:

“Le pene non possono consistere in

trattamenti contrari al senso di umanità e

devono tendere alla rieducazione del

condannato.”

CONTESTAZIONI

11 22

Alcune costrizioni presenti all’interno del carcere sono

assurde e alquanto disumane (come ad esempio il

sovraffollamento)

Il processo di rieducazione che viene presentato come unica

speranza di reinserimento sociale per il carcerato, è praticamente

inesistente

Questo avviene a causa dell’insufficiente numero di educatori presenti in carcere!

Com’è possibile conoscere un detenuto e instaurare un rapporto professionale attraverso due o tre colloqui annuali?

?400 educatori a contatto con 67.000 detenuti

Un esempio relativo alle difficoltà di risocializzazione e riportato da

Ornella Favero è il riferimento ad un ex detenuto

Questa persona fuori dal carcere, ha riscontrato difficoltà persino nel

camminare

Ci è stato spiegato che i detenuti possono trascorrere alcuni minuti all’interno di una stanza non troppo

grande, correndo in maniera circolare o camminando avanti e indietro ai bordi delle pareti

Questa persona, nel momento in cui era stata rilasciata, non era più in grado di camminare in

modo libero, senza restrizioni.

Come può essere definita tale reclusione se non “disumana”??

Si è parlato anche di un’infantilizzazioneinfantilizzazione all’interno del

carcere, perché i detenuti vengono trattati come bambini non

autosufficienti, non in grado di decidere in modo autonomo.

Come faranno poiquando saranno liberi?

Altra difficoltà, non secondaria, è di riuscire a trovare lavoro.

I detenuti, una volta scarcerati, si ritrovano abbandonati, vittime di

pesanti stigma da parte della società, diffidente nei loro confronti.

Uno dei due ragazzi con cui abbiamo parlato ci ha riportato un esempio personale dell’assurdità dei pregiudizi sociali.

Appena prima di essere arrestato, aveva trovato lavoro in un ristorante

Quando ha avvisato il proprietario di non poter più

lavorare a causa dell’arresto, la risposta fu:

“Ti aspetto fino a quando uscirai dal carcere!

Preferisco assumere una persona che sa cosa significa

andare contro la legge, provandolo sulla propria

pelle, perché così sono sicuro che con te non finisco nei

guai!”

Purtroppo le persone di larghe vedute sono sempre

meno, e gli stereotipi hanno il potere di emarginare a vita!

I due ragazzi che hanno gentilmente risposto ai nostri quesiti, sono stati molto esaustivi,

riferendosi anche alla loro esperienza scolastica in carcere, con l’alfabetizzazione

e con altre attività proposte, come corsi di teatro

o il far parte della redazione di “Ristretti orizzonti”

Impressioni generaliL’impressione generale della

classe è stata piuttosto positiva

Stupisce molto il fatto di ritrovarsi a studiare definizioni strettamente

teoriche in merito alla RIEDUCAZIONE, per poi scoprire che

raramente essa viene applicata in modo puntuale

Tutto il materiale che ci viene proposto per conoscere la realtà carceraria non

sarà mai significativo come un incontro a “tu per tu” con persone che, loro

malgrado, abitano e hanno abitato il carcere

Comunemente si pensa che sia giusto che il carcere sia un’istituzione molto rigida,

perché colui che vi si ritrova coinvolto, ha meritato questo tipo di punizione.

E’ strano notare come, dopo un incontro del genere, si possa provare

compassione e dispiacere.Quando si sente parlare un detenuto, leggendogli sul volto il rimorso per ciò

che ha commesso, sembra ingiusto che esistano forme come il reato ostativo.

Una nostra domanda molto ricorrente è stata:

“Quando sei entrato in carcere avevi prospettive per il tuo futuro, successivo

alla scarcerazione?”

Uno dei due ragazzi ha risposto che inizialmente, più che del suo futuro, doveva

preoccuparsi di capire cosa gli stesse succedendo!

Sono stati necessari alcuni mesi per prendere coscienza della propria condizione.

Spesso i detenuti non sono preparati a ciò che li aspetta, e non sono poi accompagnati nel loro cammino verso la scarcerazione. Vengono abbandonati a loro stessi, e poi

ci si stupisce se ricadono nella criminalità.

Abbiamo avuto dunque la possibilità di ragionare molto in merito alla RIEDUCAZIONE. Essa ha un ruolo fondamentale

all’interno del carcere. Il fatto che non venga applicata come si dovrebbe, permette di comprendere che non sempre la

legge viene rispettata, in primo luogo dallo Stato.

L’incontro si è concluso con riferimenti alle loro esperienze personali, che ci sono parse molto

significative, più di qualunque libro, film o ricerca riguardante la realtà carceraria.

Grazie per l’attenzione!

Ilaria Bano

Silvia Favero

Ambra FurlanGiulia Gaburo

Sara GuerrieroGiulia Rizzoli