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In una società tesa tra globalizzazione e individualismo, la Chiesa è chiamata ad offrire

la testimonianza della koinonìa, della comunione.

Benedetto XVI, omelia SS. Trinità, 18 maggio 2008

Questa comunione non viene “dal basso” ma è un mistero che ha, per così dire, le “radici in

cielo”: proprio in Dio uno e trino.

Benedetto XVI, omelia SS. Trinità, 18 maggio 2008

E’ Dio, Uno e Trino in se stesso, l’eterno dialogo d’amore, che in Gesù Cristo si è comunicato a noi.

E’ entrato nel tessuto dell’umanità e della storia per condurle alla pienezza.

Benedetto XVI, omelia SS. Trinità, 18 maggio 2008

Ed ecco allora la grande sintesi del Concilio Vaticano II: la Chiesa, mistero di

comunione, “è in Cristo come un sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione

con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Cost. Lumen gentium, 1).

Benedetto XVI, omelia SS. Trinità, 18 maggio 2008

“Innanzitutto (Gesù) il dottore della pace e maestro dell'unità non volle che la preghiera fosse esclusivamente individuale e privata, cioè egoistica, come quando uno prega soltanto per sé.

“Non diciamo «Padre mio, che sei nei cieli», né: «Dammi oggi il mio pane», né ciascuno chiede che sia rimesso soltanto il suo debito, o implora per sé solo di non essere indotto in tentazione o di essere liberato dal male…

Tascio Cecilio Cipriano

(Cartagine, 210 – Sesti, 14 settembre 258); famoso oratore che possedeva una considerevole ricchezza.

Prima pagano, diventò vescovo di Cartagine. Morì martire.

“… Per noi la preghiera è pubblica e universale, «quando preghiamo, non imploriamo per uno solo, ma per tutto il popolo, poiché tutto il popolo forma una cosa sola.

“Il Dio della pace e maestro della concordia, che ha insegnato l'unità, volle che ciascuno pregasse per tutti, così come egli portò tutti nella persona di uno solo.” Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire (Nn. 8-9; CSEL 3, 271-272)

Abbiate cura della formazione spirituale e catechistica, una formazione “sostanziosa”, più che mai necessaria per vivere bene la vocazione cristiana nel mondo di oggi.

Benedetto XVI, omelia SS. Trinità, 18 maggio 2008

Lo dico agli adulti e ai giovani: coltivate una fede pensata, capace di dialogare in profondità con tutti, con i fratelli non cattolici, con i non cristiani e i non credenti.

Quest’unità è da attribuirsi all’azione dello Spirito Santo, non alla struttura ecclesiastica,

all’azione dei sacerdoti, ecc.

Questo spiega come la risposta della Chiesa sia pienamente fedele e obbediente e superi tutte le prove e le difficoltà.

… ma, al contrario, riconoscendosi quale figlio, creatura aperta,

protesa verso Dio e verso i fratelli, nei cui

volti ritrova l’immagine del Padre comune.

Cfr. Benedetto XVI, omelia SS. Trinità, 18 maggio 2008

L’uomo non si realizza in un’autonomia assoluta, illudendosi di essere Dio

La fede del singolo cristiano dipende dalla fede della comunità ecclesiale: nessuno può credere da solo così come nessuno può vivere da solo;

nessuno si è dato la fede da se stesso così come nessuno da sé stesso si è dato l’esistenza.

Ogni credente è come un anello nella grande catena dei credenti: non posso credere senza

essere sorretto dalla fede degli altri, e con la mia fede contribuisco a sostenere la fede degli altri.

La pienezza della risposta di fede della Chiesa è strettamente collegata alla sua perfezione:

•impossibilità di errare nelle cose di fede (infallibilità );

• assenza di infedeltà lungo la storia benché suscettibile di una sempre più profonda comprensione e di una migliore formulazione da parte dei credenti (indefettibilità ).

• nel senso che nessun altra collettività può essere il soggetto di una perfetta e piena risposta di fede a Dio rivelatosi nella storia,

• e anche nel senso che nessuna persona singola può compiere un atto di fede perfetto e pieno, se non nella Chiesa.

Questa perfezione e pienezza sono patrimonio esclusivo della Chiesa,

Nella Chiesa il credente si unisce a Cristo e, in Cristo, con Dio.

Per questo “non può avere Dio per Padre chi non ha la Chiesa per Madre” (S. Cipriano, De cattolica Ecclesiae unitate, 6).

Tale comunione significa sentire cum Ecclesia e richiede che il singolo conformi ad essa la sua risposta a Dio, ad esempio accogliendo –qualora si presentino-

nuove definizioni dogmatiche,

applicazioni dei criteri morali ai problemi

che sorgono di continuo,

orientamenti pastorali,

ecc.

La Chiesa dice quel che dissero gli Apostoli e come loro lo hanno detto, pur nel progresso della comprensione e della formulazione.

Se qualche volta nella storia sembra che alcuni testi dogmatici si oppongano ad altri precedenti,

bisognerà studiare con attenzione il contesto storico dottrinale di ogni periodo e i cambiamenti terminologici o di significato

che possano essere avvenuti(bolla Unam Sanctam di Bonifacio VIII sulla potestà del papa rispetto ai re)

Un aspetto importante riguarda il rapporto scienza-fede.

Sempre ci sono stati fedeli che non hanno dato testimonianza della fede con la propria vita.

Malgrado questo tutta la comunità cristiana, la Chiesa Cattolica, rende testimonianza potente ed efficace a Cristo Gesù.

Da 2.000 anni la Chiesa attesta unanimemente lo stesso contenuto lungo le generazioni;

non ci sono altre simili testimonianze nella storia dell’uomo.

Pur appartenendo a popoli e a culture diverse, un infinità di uomini e donne di ogni età e condizione sono concordi nell’affermare con la parola e con la vita che Gesù di Nazareth ha patito, fu crocifisso e risorse il terzo giorno.

E’ una testimonianza resa non una volta o due, in un momento o in una determinata epoca, ma ripetuta numerosissime volte, senza ritrattazioni né cambiamenti.

Questa unità di fede e di speranza di una moltitudine veramente universale, percepibile e constatabile

nella storia, è un segno di quella perfetta concordia, armonia e unità a cui tutto il genere umano aspira, e

a cui spera di giungere un giorno.

La mancanza di santità e di virtù di alcuni suoi membri può oscurare la santità della Chiesa e diminuire la credibilità, ma non possono cancellarla.

Nella Chiesa sempre si potranno osservare tantissime realtà virtuose e sante del dogma, della morale, del culto e delle istituzioni, e di moltissimi suoi figli fedeli.

Anche questo fa vedere la Chiesa come realtà divina e umana, e per il fatto che è anche umana condivide in pieno l’attuale condizione della nostra natura.

“La Chiesa, sebbene diffusa in tutto il mondo

fino all’estremità della terra, avendo ricevuto dagli

Apostoli e dai loro discepoli la fede (…) crede in uno

stesso identico modo, come se avesse una sola anima ed un cuore solo,

e predica le verità della fede, le insegna e le trasmette con voce

unanime, come se avesse una sola bocca” (S. Ireneo, Adversus haereses, 1, 10, 1-2).

IN RIFERIMENTO A QUESTO SI PUO’ VEDERE IL FILMATO ALLEGATO “La Chiesa”