IL RISANAMENTO Ilva, sui parchi minerali addio «Sì ai ... · sentenze, ormai, de-finiscono il...

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Lunedì 20 maggio 20134 Lunedì 20 maggio 2013 5

BUFERA TARANTOIL RISANAMENTO

L’EX PRESIDENTESecondo il pool di magistrati le esigenzecautelari ravvisate nei suoi confronti sisono ormai affievolite

L’EX ASSESSOREPer gli inquirenti il suo quadrocomplessivo (gravi indizi di colpevolezzae esigenze cautelari) è rimasto immutato

Ilva, sui parchi minerali addioalla copertura da «archistar»Scelto un progetto convenzionale che rinuncia a saldare fabbrica e città

MIMMO MAZZA

l TA R A N TO. Visti con l'occhio elettro-nico di Google Earth, il sistema satellitareutilizzato dal più noto motore di ricercaper rendere tutti i posti della terra a por-tata di mouse, paiono un enorme buco, unaimmagine che rappresenta una porzionedi Marte piuttosto che 78 ettari posti aridosso del rione Tamburi. I parchi mi-nerali dell'Ilva da anni sono fonte di pe-

ricoli per la salute diquanti hanno lasventura di abitarcia poche centinaia dimetri, divenendo vit-tima di vere e pro-prie bufere di polve-re in occasione dellegiornate con ventodi tramontana, oraribatezzate wind daydall'Arpa, segno chenon si trattava diuna invenzione deiresidenti alle caseparcheggio. E da an-ni e anni procuranoall'Ilva, a proprietarie dirigenti, condan-ne per quello che ilcodice penale e tantesentenze, ormai, de-finiscono il continuoe costante getto pe-ricoloso di cose.

La copertura deiparchi mineralidell’acciaieria piùgrande d’Europa erastata prevista giànell’Au t o r i z z a z i o n eintegrata ambienta-le rilasciata all’I l vail 4 agosto del 2011,senza che però nes-suno degli enti com-petenti si sia preoc-cupato di verificarese quell'Aia fosse ri-spettata o meno. Nel-la nuova autorizza-zione integrata am-bientale rilasciata algruppo Riva nell'ot-tobre del 2012 la co-pertura dei parchiprimari è la primaprescrizione e va ri-spettata entro 36 me-si dal rilascio delprovvedimento, ov-vero entro l'ottobredel 2015, con un in-vestimento stimatoin 6-700 milioni di eu-ro. Nell'ultima rela-zione presentata al-l'Ispra, al ministeroper l'Ambiente e alGarante dell'Aia, l'Il-va ha comunicato

che «con nota del 26 aprile 2013 sono statitrasmessi quattro progetti possibili per larealizzazione della completa copertura deiparchi redatti dalle società, Paul Wurth,Cimolai, Semat e Anmar», allegando «unarelazione contenente le indicazioni rela-tive ai terreni interessati dall’i n t e r ve n t o » .In realtà il gruppo ha chiesto già a gennaioal Comune di Taranto il permesso a co-struire al Suap (Sportello unico attivitàproduttive) diretto dal funzionario comu-nale Marcello Vuozzo, utilizzando moda-lità peraltro oggetto di contestazione daparte dell’associazione «Impatto zero» inquanto non sarebbero state rispettate leprocedure previste.

Alla fine del 2012 erano arrivati nello

LA BONIFICAErano previste zone

dedicate alle biodiversitàautoctone

stabilimento Ilva i tecnici del gruppo PaulWurth, accompagnati dal vicepresidentedel gruppo in Italia, Fabio Fabiola, perstudiare il progetto di fattibilità della co-pertura dei parchi minerali.

Aspetti burocratici-amministrativi aparte, la copertura dei parchi minerali ol-tre a rappresentare l'adempimento di unadelle più importanti e ambientalmente ri-

levati prescrizioni comprese nell'Aia, po-teva costituire anche un segnale dell'azien-da, del gruppo Riva, verso la città di Ta-ranto tanto che il presidente Bruno Fer-rante, dopo aver compreso che proprio suiparchi minerali e sugli effetti che hannosulla popolazione tarantini, si giocava par-te importante della battaglia giudiziaria,cominciò a pensare di dover ricorrere adun archi-star, ad un progettista famoso ingrado di realizzare un progetto non solofunzionale ma anche di richiamo. Inizia-rono a circolare anche alcuni nomi: lo spa-gnolo Santiago Calatrava, l'italiano RenzoPiano, il britannico Norman Foster, l’olan -dese Rem Koolhaas.

L'azienda iniziò a contattare alcuni af-fermati studi italiani, sollecitando propo-ste e soluzioni. Molto bella, ambientalmen-te sostenibile e assai simbolica, fu - come laGazz etta è in grado di rivelare - la propostapresentata dall'Atelier dell'Architettura edallo studio Zoppini associati di Milano.Con il gruppo guidato dall'architetto Ales-sandro Zoppini ci furono degli incontri aTaranto, alla presenza dell'allora direttoredello stabilimento Adolfo Buffo, e si arrivòad una fase avanzata, tanto che fu chiestodall'Ilva di esplicitare la proposta grafi-camente da presentare eventualmente alleistituzioni competenti. Lo Studio ZoppiniAssociati e l'Atelier di Architettura, in col-laborazione con lo studio Wilkinsoneyre diLondra, non si tirarono indietro ed ela-

L’A M B I E N TA-LIZZAZIONE Idisegni delprogetto cheprevedeval’ambienta-lizzazionedellacopertura deiparchiminerali

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«Sì ai domiciliari per Floridoma Conserva resti in cella»Questo il parere espresso dalla Procura ma l’ultima parola spetta al gip

LA CURIOSITÀ SULLE RICHIESTE DI CONSERVA E SPECCHIA IL GIP HA CITATO IL CASO DELL’EX COMANDANTE

Sulle possibili scarcerazionipende «il fattore Schettino»

Fr a n c e s c oSchettino excomandantedella CostaConcordiaschiantatasicontro gli scoglidell’isola delGiglio il 13gennaio del2012

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L’IDEA ABBANDONATAPrevedeva un parco della ricercasostenibile realizzato sulla coperturadell’area da ambientalizzare

l TA R A N TO. L’ormai dimissio-nario presidente della Provincia diTaranto Gianni Florido può lascia-re il carcere, e andare agli arrestidomiciliari, perché le esigenze cau-telari ravvisate nei suoi confronti(reiterazione dei reati e inquina-mento delle prove) si sono affie-volite. Deve, invece,restare rinchiusonella casa circon-dariale di via Maglil’ex assessore pro-vinciale MicheleConserva nei con-fronti del quale ilquadro complessi-vo (gravi indizi dicolpevolezza e esi-genze cautelari) èrimasto immutato.

Sono due i pareriespressi dal pool dimagistrati titolari dell’i n ch i e s t a«Ambiente svenduto» nei riguardidelle istanze presentate dai difen-sori di Florido (Carlo e Claudio Pe-trone) e di Conserva (Michele Ros-setti e Laura Palomba) al terminedegli interrogatori di garanzia svol-ti dal gip Patrizia Todisco. Istanzesulle quali sarà lo stesso giudice adecidere, dopo l’interrogatorio digaranzia del segretario generale del

Comune di Lecce Vincenzo Spec-chia (all’epoca dei fatti contestatidirettore generale della Provinciadi Taranto), finito agli arresti do-miciliari. Specchia sarà interroga-to oggi pomeriggio a Galatina dallostesso gip Todisco.

La valutazione fatta dal procu-ratore capo FrancoSebastio, dall’ag -giunto Pietro Ar-gentino e dai sosti-tuti Mariano Buc-coliero, Remo Epi-fani e GiovannaCannalire, fonda,nei riguardi di Flo-rido, essenzialmen-te su due aspetti. Ledimissioni irrevo-cabili rassegnateda Florido giovedìmattina, con una

comunicazione inviata dal carcereall’attuale segretario generale dellaProvincia, ed i chiarimenti dati dal-lo stesso nel corso dell’inter roga-torio di garanzia. Florido ha parlatoper oltre tre ore, chiarendo il suoruolo nei rapporti con l’Ilva e con lealtre aziende che per questioni dicarattere ambientale si rivolgonoalla Provincia. Florido ha spiegatodi non aver mai fatto pressioni sui

dirigenti dell’ente per farli assume-re una determinata decisione, masoltanto di averli più volte invitati aprendere comunque una decisionesulle varie istanze presentate, unadecisione quale che fosse, in ma-niera tale da evitare i contenzionispesso minacciati dalle imprese incaso di tempi buro-cratici troppo ele-vati. Nello specificodel rapporto conl’Ilva, Florido ha ri-cordato ai magi-strati di aver rico-perto incarichi sin-dacali con la Cislprima di entrare inpolitica e dunque diaver seguito le vi-cende dello stabili-mento siderurgico,dialogando e con-frontandosi con i proprietaridell’acciaiera, da tempo, a prescin-dere dal ruolo acquisito nel 2004 conl’elezione a presidente della Pro-vincia. Con Archinà (l’ex portavocedell’Ilva indagato nella stessa in-chiesta), poi, Florido ha spiegato diavere una conoscenza pluriennalema che la Provincia non era cer-tamente casa sua. Le dimissioni e ichiarimenti offerti nelle tre ore di

interrogatorio, evidentemente per ipubblici ministeri sono sufficienti arendere non più adeguata la misuradella custodia cautelare in carcere.

I pubblici ministeri, invece, lapensano diversamente riguardo aMichele Conserva che nel corsodell’interrogatorio di garanzia si è

avvalso della facol-tà di non risponde-re, affidando le sueragioni ad una me-moria depositatadai suoi legali.Conserva finì ai do-miciliari il 26 no-vembre scorso, inoccasione del pri-mo round di «Am-biente svenduto».Fu scarcerato il 20aprile scorso, percessate esigenze

cautelare ed è stato nuovamente ar-restato mercoledì, finendo peraltroin carcere. Il «no» espresso dai pub-blici ministeri alla revoca o allaattenuazione della misura cautela-re nei suoi confronti rappresenta ilsegno evidente che nei confrontidell’ex assessore provincialeall’ambiente ci sono ancora altriaspetti da approfondire.

[Mimmo Mazza]

PRIMO PIANO PRIMO PIANO

l TA R A N TO. Vincenzo Spec-chia e Michele Conserva comeFrancesco Schettino. L’ex di-rettore generale della Provin-cia di Taranto e l’ex assessoreprovinciale all’ambiente nellestesse condizioni dell’ex co-mandante della Costa Concor-dia, schiantatasi contro gli sco-gli dell’isola del Giglio il 13gennaio del 2012.

A tracciare il parallelo, ov-viamente solo e soltanto dalpunto di vista giuridico, è statoil gip Patrizia Todisco nell’or -dinanza di custodia cautelareeseguita dai finanzieri mer-coledì scorso. Specchia e Con-serva non hanno ormai datempi più incarichi in Pro-vincia (Specchia ha lasciatol’ente nel 2009, passando alComune di Lecce; Conserva siè dimesso dalla Giunta nelsettembre 2012) e dunque ilgiudice per valutare le esi-genze cautelari nei loro con-fronti, in particolare quella direiterazione dei reati loro con-testati (tentata concussioneper Specchia e Conserva; con-cussione consumata per il soloConserva), ha fatto ricorso allasentenza con la quale la Cortedi Cassazione il 10 aprile del2012 confermò gli arresti do-miciliari per Schettino pur selo stesso non aveva più rap-porti di lavoro con la CostaCrociere, né tantomeno c’era -no armatori disposti ad af-

fidargli il comando di una na-v e.

Secondo la Cassazione, e nelcaso che riguarda l’i n ch i e s t atarantina «Ambiente svendu-to», però, «in tema di misurecautelari personali, la progno-si sfavorevole circa la com-missione di reati della stessaspecie per cui si procede - silegge nella sentenza Schettino -non è impedita dalla circo-stanza che l’incolpato abbiadismesso l’ufficio o la funzio-ne, nell’esercizio dei quali,abusando della sua qualità odei suoi poteri o altrimente

illecitamente determinandosi,ha realizzato la condotta cri-minosa» giacché la norma delcodice di procedura penale ri-guardante la reiterazione deireati «fa riferimento alla pro-babilmente commissione direati della stessa specie, cioè direati che offendono lo stessobene giuridico, e non già difattispecie omologhe a quellaper cui si procede». Nel caso diSpecchia e Conserva, il rife-rimento è alla possibilità dicommettere altri reati controla pubblica amministrazio-ne. [M.Maz.]

borarono una copertura che prevedeva unparco sul parco, un parco della ricercasostenibile realizzato sulla copertura delparco minerali, una struttura, nella qualeavrebbero potuto essere collocati impiantieolici e fotovoltaici. Tale copertura avreb-be anche favorito il problema del recuperodell'acqua piovana (aspetto tecnico che suuna copertura così estesa rappresenta unproblema enorme), zone dedicate alle bio-diversità autoctone, raccordata diretta-mente con il quartiere Tamburi. Un gran-de parco urbano (grande perché l'area deiparchi minerali dell’Ilva occupa lo stessospazio di Villa Borghese a Roma) dove orac'è polvere rossa e desolazione. Quel pro-getto, che segnava un vero spartiacque col

passato è però rimasto senza alcun seguito,perché poi l'Ilva ha scelto un'altra strada.Quella della copertura classica, con quat-tro arcate, almeno a guardare il disegnopresentato dalla Paul Wurth, senza alcunsegnale ambientale e architettonico neiconfronti della città. Una scelta sicura-mente legittima (anche se i costi maggioriderivante da una soluzione come quella delparco sul parco sono trascurabili rispettoall'importo globale per le opere richiestadall'Aia), una ulteriore occasione persaper unire e rinsaldare due realtà – la gran-de fabbrica e la città dei due mari – cosìvicine, così distanti. Ammenocché chi do-vrà esaminare il progetto non decida dichiedere all’Ilva uno sforzo in tal senso.

PA R C OMINERALI Inalto a destrala soluzioneprogettualerealizzatadalla PaulWurth esceltadall’Ilva, inbasso quellainveceproposto dalloStudioZucchiniAssociati edall’Atelierdell’Architetturacheprevedeva un«parco sulparco» condelle vie verdidi raccordotra la fabbricae il quartiereTamburi, asinistra comeè la zona delparcominerali ora

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LO SCHEMA CLASSICOÈ quello che l’azienda sembraintenzionato a scegliere: unacopertura con quattro arcate

EX PRESIDENTE Gianni Florido EX ASS. Michele Conserva

IL GOVERNATORE PUGLIESE SUL SIDERURGICO

Vendola: ora la pallaè nelle mani dell’azienda

«La palla è in mano all’azienda chedeve mostrare un comportamento piùserio. Credo che a nessun essere umanosi debba dover dire “vuoi ildiritto al lavoro o vuoi ildiritto alla salute”. Ci sonodue diritti che integranouna forma di civiltà». Lo hadetto il presidente della Re-gione Puglia, Nichi Vendola,intervistato da Massimo Gi-letti su Rai1, parlandodell’Ilva di Taranto.

«C'è benzoapirene e dios-sina in quantità cinque voltesuperiore a quelle che cisono nei quartieri più inquinati di Ta-ranto - ha detto ancora Vendola – inalcuni quartieri di Brescia o in tantaparte della Pianura Padana. Noi siamoun Paese che ha rinviato decenni e de-

cenni di conti con la crisi ambientale econ la necessità di vivere un modelloecosostenibile».

E la Regione? «Noi – harisposto il governatore pu-gliese Vendola - abbiamo fat-to tutto quello che potevamofare. Noi dopo 50 anni di Ilvaabbiamo scoperchiato il sar-cofago. Io ho voluto - pro-segue - che la Puglia avessel’unica legge che c'è in Italiacontro le diossine e i furani,l’abbattimento da 8-9 nano-grammi per metro cubo a 0,4nanogrammi per metrocu-

bo».«Noi Regione Puglia - conclude il pre-

sidente della giunta pugliese - abbiamol’unica legge in Italia contro il ben-z oapirene».

PUGLIA Nichi Vendola