Post on 02-May-2015
Il rapporto banca-impresa alla luce degli scenari attuali e di Basilea 3
Milano – 14 dicembre 2011
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Agenda
– Analisi degli scenari attuali
– Come cambia il rapporto Banca impresa
• Analisi quantitativa
• Analisi Andamentale
• Analisi qualitativa
• Le garanzie
– Il PMI Tutoring
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Lo scenario attuale
Riflessi sull’economia Italiana (1)
2008La crisi innescata dai mutui USA si estende con il crack Lehman alle banche di tutto il mondo e all’economia reale internazionale
PIL -1.3% (+1,5 nel 2007)Investimenti fissi lordi -3,8%Spese per consumi delle famiglie-0,8%Esportazioni di beni e servizi -4,3%
La crisi internazionale
2009La peggiore recessione degli ultimi decenni: i Governi adottano importanti misure anti-crisiPrimi segnali di ripresa nell’ultima parte dell’anno
PIL -5,2%Investimenti fissi lordi -11,9%Spese per consumi delle famiglie-1,8%Esportazioni di beni e servizi -18,4%
2010
Ripresa fragile e disomogenea sostenuta dalle misure di sostegno pubblico.Primi segnali di crisi del debito sovrano nei paesi periferici (Grecia)
PIL +1,2%Investimenti fissi lordi +2,5%Spese per consumi delle famiglie+1%Esportazioni di beni e servizi +9,1%
2011 In rallentamento la crescita economica. Acuirsi della crisi del debito sovrano con coinvolgimento di paesi come Spagna e Italia
PIL atteso +0,7%Spese per consumi delle famiglie+0,9%Esportazioni di beni e servizi +4,9%
FONTE: Prometeia Settembre 2011, Banca d’Italia
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Esposizione nette v/titoli debito sovrano Paesi PIIGS
•Gli istituti italiani sono fortemente esposte verso i titoli di stato emessi dai paesi con maggior difficoltà finanziaria (i c.d. GIIPS o PIIGS). Dei 340,8 miliardi di bond collegati ai “paesi a rischio” ISP e Unicredit sono esposte per 107 miliardi di cui 103 rappresentati da bond italiani
Esposizioni nette v/titoli di debito sovrani Paesi GIIPS al 30/06/2011(valori espressi in migliaia di milioni)
-10
0
10
20
30
40
50
60
70
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Portogallo Irlanda Italia Grecia Spagna
10,210,212,512,5
34,434,4
58,158,1
0,40,4
45,945,9
14,714,7
3,73,7
66,166,1
4141
7,57,5
20,920,9
0,70,70,40,45,65,6
13,313,3
3,53,51,41,40,10,1 0,20,2
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Dicembre 2009 Moody’s declassa la Grecia. Aprile 2010 la Grecia vara una maxi riforma da € 40 miliardi con interventi su stipendi, pensioni e tasse. Maggio 2010 : intervento da 110 miliardi di euro del Fondo “Salva Stati” Agosto 2011: nuovo intervento della UE da euro 106 miliardi e buy back di titoli del debito pubblico greco per
euro 12,6 miliardi
La ripresa frenata dal propagarsi della crisi del debito sovrano in Europa
• La crisi greca
• “Accordo di Bruxelles” e il Fondo “Salva Stati”
Maggio 2010 il FMI vara un piano di aiuti “salva Euro” per € 750 miliardi (Accordo di Bruxelles) che prevede: una dote di € 60 miliardi della Commissione UE per i paesi in difficoltà; specifico veicolo finanziario da € 440 miliardi, garantito dai 16 paesi dell’Eurozona; un Fondo salva Stati: prestiti del FMI fino a € 250 miliardi.
Settembre 2011: in attesa di approvazione l’aumento della dotazione del fondo “Salva Stati” da € 250 a € 440 miliardi
• Gli effetti sul mercato: aumento dello spread BTP-Bund
Dopo il salvataggio della Grecia e di altre economie periferiche (Irlanda e Portogallo) da parte della UE, anche l’Italia e la Spagna sono finite nel mirino della speculazione globale.
Nel secondo e terzo trimestre 2011 si sono acuite le tensioni sui mercati dei titoli di stato di alcuni paesi. In Italia è da marzo 2010 che, seppur in modo difforme, si registra un trend di crescita dello spread coi Bund decennali tedeschi.
(*) dato aggiornato al 6 settembre 2011
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Conseguenze dell’attuale scenario sui volumi delle banche
FONTE: Abi outlook e Banca d’Italia
-10,0%
-5,0%
0,0%
5,0%
10,0%
15,0%
20,0%
Banche Maggiori e grandi Banche medie
Banche piccole e minori Totale complessivo
Il tasso di crescita degli impieghi complessivi su base annua è rimasto positivo nonostante la contrazione delle banche maggiori e grandi
Nel primo semestre la variazione % annua degli impieghi concessi alle aziende Italiane si conferma superiore alla media europea
Tasso di crescita impieghi imprese– principali paesi EuroTasso di crescita impieghi Italia per dimensione banca
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Basilea 2(2007)
Basilea 2(2007)
Basilea 1 (1988)
Basilea 1 (1988)
Le banche devono detenere un patrimonio di vigilanza superiore all’8% delle attività ponderate per il loro rischio. Il rischio degli impieghi bancari è suddiviso in Rischio di Credito (possibile inadempienza delle controparti agli obblighi contrattuali) e Rischio di Mercato (potenziali perdite dovute a variazioni dei prezzi delle attività finanziarie intermediate).
Basilea 3(2013-2019)
Basilea 3(2013-2019)
Le nuove regole saranno applicate gradualmente da gennaio 2013 con assetto definitivo al 2019:
In vigore da gennaio 2007, prevede:• un patrimonio di vigilanza superiore all’8% del totale delle attività ponderate per il loro rischio. • il rischio degli impieghi bancari è suddiviso in: Rischio di Credito, Rischio di Mercato, e Rischio Operativo. Viene introdotta una nuova metodologia di valutazione del Rischio di Credito e un modello di rating con attribuzione di coefficienti di ponderazione specifici in relazione alla solvibilità ed all’affidabilità finanziaria del debitore (Stati/ banche/ privati).
I nuovi standard rischiano di irrigidire i criteri di concessione del credito e compromettere la ripresa dell’economia. Bisogna migliorare la qualità del capitale senza penalizzare il sostegno delle banche allo sviluppo dell’economia.
• rafforzamento dei requisiti di adeguatezza e qualità patrimoniale attraverso coefficienti patrimoniali più stringenti;• introduzione leverage ratio a contenimento del livello di attivo che una banca può detenere indipendentemente dal rischio ad esso associato;• l'introduzione di 2 nuovi requisiti minimi di liquidità, il liquidity coverage ratio (a breve) e net stable funding ratio (a lungo).
Basilea 2 Basilea 3
Total capital ratio 8% 8% + 2,5%
Tier 1 capital ratio 4% 6% + 2,5%
Common equity ratio = 4,5% + 2,5%
Leverage ratio = 3%
Liquidity coverage ratio = 100%
Net stable funding ratio = 100%
Il rafforzamento patrimoniale delle banche
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Il Patrimonio di vigilanza delle Banche
Patrimonio di base – TIER 1 Patrimonio Supplementare - TIER 2 Deduzioni Patrimoniali (C)
a) Capitale sociale sottoscritto (azioni o quote ordinarie e privilegiate);
b) Riserve senza specifica destinazione nate per fronteggiare il generico rischio d’impresa (riserve ordinarie, straordinarie, statutarie, legali)
c) Fondo rischi bancari generali
a) Riserve di rivalutazione monetaria;
b) Strumenti ibridi di patrimonializzazione;
c) Passività subordinate;
d) Fondi rischi su crediti;
e) Fondi costituiti a fronte del rischio paese;
f) Fondi costituiti a fronte della partecipazione al fondo interbancario di tutela dei depositi;
g) Fondi oscillazione titoli.
a) partecipazioni, strumenti ibridi di patrimonializzazione e le attività subordinate >10% del capitale sociale degli creditizi o finanziari partecipati;
b) Partecipazioni in società o enti di ammontare ≤ 10% del cap. soc. degli enti partecipati non ricompresi nel punto precedente. (qui la deduzione è applicata solo per la parte eccedente il 10% del valore del patrimonio di base e supplementare della banca segnalante)
… A cui si sottrae … … A cui si sottrae …
d) Capitale sociale non versato;
e) Azioni e quote proprie in ptf;
f) Attività immateriali, spese d’impianto e avviamento;
g) Perdite dell’eserc. in corso e pregresse
h) Dubbi esiti su crediti
i) minusvalenze
∑=(A) ∑=(B) ∑=(C)
Patrimonio di vigilanza = (TIER 1 + TIER 2 – Deduzioni)Patrimonio di vigilanza = (TIER 1 + TIER 2 – Deduzioni)
NUOVE E PIÙ SEVERE
MODALITÀ DI CALCOLO
DEL PATRIMONIO DI
VIGILANZA
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Rafforzamento patrimoniale
2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Common Equity Minimo 2,00% 2,00% 3,50% 4,00% 4,50% 4,50% 4,50% 4,50% 4,50%
Buffer - - 0,625% 1,25% 1,875% 2,50%
TOT 3,50% 4,00% 4,50% 5,125% 5,75% 6,375% 7,00%
Tier 1 minimo 4,00% 4,00% 4,50% 5,50% 6,00% 6,00% 6,00% 6,00% 6,00%
Capitale Totale minimo 8,00% 8,00% 8,00% 8,00% 8,00% 8,00% 8,00% 8,00% 8,00%
Capitale totale + buffer 8,00% 8,00% 8,00% 8,625% 9,25% 9,875% 10,50%
BASILEA 2BASILEA 2 BASILEA 3BASILEA 3
• Obiettivo: garantire una maggiore stabilità del sistema finanziario, principalmente attraverso l'aumento dei capitali minimi che le banche devono detenere a fronte dei rischi. Perciò sono state alzate le soglie patrimoniali ed è stato modificato il modo di calcolarle.
1010
I dati delle principali banche italiane
Istituto Core Tier 1 Tier 1 Core Tier 1 Tier 1 Note
INTESA SAN PAOLO 7,10% 8,40% 7,90% 9,40%Aumento di capitale
nel 2011
CREVAL nd 6,62% nd 6,31% Tremonti Bond
BPM 7,90% 8,60% 7,10% 7,80% Tremonti Bond
CARIPARMA nd 7,53% nd 8,69%
BNL nd 7,20% nd 7,20%
MPS nd 7,50% nd 8,40% Tremonti Bond
UNICREDIT 7,62% 8,63% 8,58% 9,46%Il 24/02/2010
aumento di capitale
UBI BANCA 7,59% 7,96% 6,95% 7,47%Aumento di capitale
nel 2011
Dati al 31.12.2010Dati al 31.12.2010Dati al 31.12.2009Dati al 31.12.2009
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Requisiti liquidità
1212
Le fonti di finanziamento delle banche
RACCOLTA DIRETTA * C/C
PCT (consistenze)
OBBLIGAZIONI (consistenze) *
per esempio emissione Senior Intesa Sanpaolo
Gen. 2011
1,52%
1,60%
2,95%
3,70%
Oggi
1,90%
2,39%
3,35%
5,10%
Crisi di fiducia. Il differenziale tra l’Euribor e l’Overnight Indexed Swap (OIS) a 0,99, con valori vicini all’autunno 2008 (fallimento di Lehman Brothers)
MERCATO INTERBANCARIO
PRESTITI BCE Solo negli ultimi giorni:
• Allungate le scadenze oltre l’anno
• Ampliato lo spettro di collaterali accettati come garanzia* Fonte: Outlook mensile ABI
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3,5 mln di PMIoltre 3 mln con meno
di 5 addetti
3,5 mln di PMIoltre 3 mln con meno
di 5 addetti
ROE medio ~ 6%, media europea ~ 10%
ROE medio ~ 6%, media europea ~ 10%
Leva finanziaria ~ 58% media europea ~
47%
Leva finanziaria ~ 58% media europea ~
47%
Dimensioni ridotte
Bassa redditività operativa
Elevato indebitamento e
sottocapitalizzazione
Ulteriori fattori congiunturali / strutturali: Rincaro costi materie / costi operativi Tassazione redditi + 10% rispetto alla media UE ~ 500 mld di crediti commerciali a bilancio Governance “chiusa” a investitori istituzionali
La situazione delle PMI
14
Durante la crisi sono stati apportati nuovi capitali nella Sua impresa?
No69,8%
No69,8%
Il 70% delle imprese non ha rafforzato il proprio patrimonio
La situazione delle PMI > Capitalizzazione
15
Andamento fatturato aziendale 2010/2009, per settore di attività
(valori percentuali)
Andamento fatturato aziendale 2010/2009, per settore di attività
(valori percentuali)
Fonte: Unioncamere – Istituto G. Tagliacarne
Circa l’80% delle imprese nel 2010 ha avuto fatturati stabili / in riduzione. Nell’attuale congiuntura, solo il 20% delle imprese
cresce.
La situazione delle PMI > andamento fatturati
16
Cambiamenti della capacità di ottenere credito rispetto all’ultimo bilancio (valori percentuali)
Cambiamenti della capacità di ottenere credito rispetto all’ultimo bilancio (valori percentuali)
Il peggioramento dei fatturati indebolisce la struttura economico – finanziaria delle imprese e, per effetto del
peggioramento del rating, si traduce in maggiore rischio per le banche (aumento fabbisogno patrimoniale)
Riflessi sulla capacità di ottenere credito
Fonte: Unioncamere – Istituto G. Tagliacarne
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~ 30 miliardi di rettifiche su crediti incrementali nel triennio 2008–2010~ 30 miliardi di rettifiche su crediti incrementali nel triennio 2008–2010
Rettifiche sui crediti
Utili netti
2007
7,4
20,3
14,0
9,2
20,8
7,7
2008
2009
17,9
7,9
2010
Fonte: Moody’s e Banca d’Italia.
Impatti della crisi delle PMI sulle banche italiane
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A fronte di prime ipotesi di ripresa del PIL 2011 e di una definitiva conclusione del ciclo recessivo, le stime più recenti convergono verso un nuovo rallentamento del quadro macro economico mondiale e italiano. Si fa sempre più concreto il rischio di un double-dip e di una brusca frenata dell’economia nei paesi industrializzati.
Fattori strutturali limiteranno la ripresa in Italia e saranno causati, oltre che dal mutato contesto economico internazionale in fase di peggioramento:
dal rafforzamento dell’euro che penalizzerà le nostre esportazioni; dall’elevata inflazione che si manterrà su livelli superiori rispetto ai principali paesi europei; dalla debolezza del mercato del lavoro che penalizzerà la ripresa della spesa delle famiglie; dalle manovre di politica fiscale che, al fine di raggiungere il close to balance nei tempi prestabiliti, potrebbero essere particolarmente restrittive; dal prezzo delle commodity in aumento che comprimerà i margini di guadagno aziendali, penalizzando la competitività.
Secondo gli ultimi aggiornamenti di Prometeia, nel 2012 la crescita del Pil in Italia potrebbe essere solamente dello 0,2%, in conseguenza delle politiche fiscali restrittive finalizzate al riequilibrio dei conti pubblici.
Stime : Prometeia settembre 2011
Quale scenario si presenta per il futuro?
19
CAPITALE DELLE BANCHE SEMPRE PIÙ “RAZIONATO”
ACCESSO AL CREDITO A CONDIZIONI MOLTO PIÙ ONEROSE
FINANZIAMENTO ALLE PMISEMPRE PIÙ COSTOSO PER LA BANCA
Quale scenario si presenta per il futuro?
Per le BanchePer le Banche Per le PMIPer le PMI
Attesa Impieghi Var %
2011 2012Totale 5,2 3,7di cui: a famiglie 6,0 4,1 a imprese 5,4 3,9
BISOGNA PORRE ATTENZIONE AD ALCUNI ASPETTI DELLA PROPRIA
AZIENDA.NECESSARIO UN CAMBIO
CULTURALE!
BISOGNA PORRE ATTENZIONE AD ALCUNI ASPETTI DELLA PROPRIA
AZIENDA.NECESSARIO UN CAMBIO
CULTURALE!
20
Agenda
– Analisi degli scenari attuali
– Come cambia il rapporto Banca impresa
• Analisi quantitativa
• Analisi Andamentale
• Analisi qualitativa
• Le garanzie
– Il PMI Tutoring
21
Cosa cambia per le imprese
L’azienda deve impostare una vera e propria
partnership con la banca
Individuazione, in sede di pianificazione, dell'impatto che ogni decisione strategica va ad avere sul rating, e la conseguente analisi delle
diverse alternative riguardo alla gestione futura.
Predisposizione di materiale adeguato nella direzione della trasparenza informativa nei confronti delle banche: bilanci infrannuali
aggiornati, ecc.
Programmazione anticipata della necessità di risorse finanziarie;
scelta di appropriate forme tecniche e rispetto delle scadenze
(fonti/impieghi di breve termine, fonti/impieghi di medio e lungo
termine).
Confronto dei diversi approcci di ciascuna banca in modo da poter
valutare l'offerta ed individuare la più idonea a soddisfare le proprie esigenze.
• La situazione attuale e le nuove regole di Basilea 3 richiedono che la funzione finanziaria nelle PMI diventi strategica. Oggi troppo spesso vengono ricercate soluzioni di emergenza a situazioni di emergenza, che risolvono il problema nel breve ma che rischiano di creare maggiori problematiche alla struttura complessiva dell’azienda.
Analisi quantitativa
22
I criteri di assegnazione del rating
• I metodi di assegnazione dei rating interni alle banche prevedono un insieme di metodi di
valutazione del cliente che possono essere riassunti come segue:
1. ANALISI QUANTITATIVA
1. ANALISI QUANTITATIVA
3. ANALISI ANDAMENTAL
E
2. ANALISI QUALITATIVA
• Viene analizzata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria dell’impresa.
• Serve a determinare la capacità dell’impresa di generare nel tempo flussi di cassa positivi, mantenendo livelli di redditività soddisfacenti e una
struttura finanziaria e patrimoniale equilibrate
• Vengono raccolte e analizzate informazioni relative all’impresa e al settore di appartenenza.
• Viene valutata la capacità dell’impresa di intraprendere decisioni strategiche coerenti con la propria dimensione e struttura, nonché con l’ambiente di riferimento e la sua evoluzione.
• Riguarda il comportamento dell’impresa nei confronti del sistema bancario e analizza:
• DATI DISPONIBILI ALL’INTERNO DELLA BANCA assegni ed effetti insoluti, insoluti Riba e fatture presentate, sconfinamenti
• DATI DISPONIBILI DAL SISTEMA (centrale rischi di Banca d’Italia): fido medio totale verso le banche, eventuali sconfinamenti rispetto ai fidi concessi, utilizzi liquidi medi, rate di mutui o finanziamenti scadute, ritardi nei pagamenti.
Analisi quantitativa
23
Il cruscotto della valutazione
• Corretta riclassificazione del CE per evidenziare la marginalità caratteristica del business
Struttura PatrimonialeStruttura Patrimoniale Situazione finanziariaSituazione finanziaria Struttura economicaStruttura economica
• Riclassificazione dello SP che
evidenzi in modo chiaro il vero
valore dell’azienda.
• Analisi solvibilità
LIQUIDITÀ
SOLIDITÀ
• Analisi equilibrio patrimoniale
COEFF. COPERTURA IMMOBILIZZAZIONI
Liq. corrente = AC / PCLiq. corrente = AC / PC
Liq. immediata = (AC – magazzino)/PC
Liq. immediata = (AC – magazzino)/PC
Margine Struttura = PN - Immobilizzaz
Margine Struttura = PN - Immobilizzaz
Grado capit. = PN/tot Debiti Finanziari
Grado capit. = PN/tot Debiti Finanziari
• Grado di indebitamento
• Capacità di onorare il debito tramite l’autofinanziamento
• Turnover
• Incidenza costo indebitamento
ROI > iROI > i
• Misurazione della capacità di far rendere il C.I. più del costo dei finanziamenti
• Analisi redditività
ROE = risultato netto / PNROE = risultato netto / PN
ROI = risultato Operativo / CIROI = risultato Operativo / CI
Copertura OF = risultato Operativo / OF
Copertura OF = risultato Operativo / OF
Mezzi di terzi / PNMezzi di terzi / PN
PFN / EBITDAPFN / EBITDA
Fatturato / Capitale InvestitoFatturato / Capitale Investito
Oneri finanziari / FatturatoOneri finanziari / Fatturato
(PN + debiti fin a MLT)/tot. Immobilizz.
(PN + debiti fin a MLT)/tot. Immobilizz.
Analisi quantitativa
24
Indici di solidità
Esprime la copertura degli investimenti con mezzi propri.
Se positivo, l'azienda è in grado di crescere con i propri mezzi.
Se negativo, l’azienda per crescere deve ricorrere a fonti di finanziamento esterne, aspetto non
necessariamente preoccupante (vedi grado indebitamento).
PassivitàcorrentiAttivo
Corrente Passività fisse
Margine di struttura = 0
Attivo MezziFisso propri
Deve essere:
• Patrimonio netto + passivo fisso > attivo fisso
Margine di struttura primario
Margine di struttura primario Patrimonio netto – totale immobilizzazioniPatrimonio netto – totale immobilizzazioni
Coefficiente Copertura immobilizzazioni
Coefficiente Copertura immobilizzazioni (Patrimonio netto + passività a MLT) / Tot. Immob.(Patrimonio netto + passività a MLT) / Tot. Immob.
Analisi quantitativa
25
Indici di liquidità
Rapporto tra incassi da percepire ed impegni di pagamento a breve termine. Misura la capacità di
un’azienda di far fronte a impegni a BT. se > 2: situazione ottimale, se compreso tra 1,5 e 2 situazione positiva (equilibrio finanziario)
se compreso tra 1 e 1,5 situazione soddisfacente ma da controllare se < 1 situazione squilibrio finanziario. Indice di potenziale insolvenza. Si deve correre ai ripari convertendo parte dei debiti a BT in debiti a MLT
Si differenzia precedente in quanto non considera le disponibilità (magazzino), di minore liquidabilità
se > 1: tranquillità finanziaria
se compreso tra 0,70 e 1: situazione soddisfacente ma da controllare
se < 0,70: squilibrio finanziario
(*) Attivo corrente = crediti vs clienti, altri crediti di funzionamento, cassa e banche attive,
rimanenze finali
Passivo corrente = debiti vs fornitori, altri debiti di funzionamento, banche e altri finanziatori a BT
Liquidità correnteLiquidità corrente Attivo corrente / passivo corrente (*)Attivo corrente / passivo corrente (*)
Liquidità immediataLiquidità immediata (Attivo corrente – magazzino) / passivo corrente(Attivo corrente – magazzino) / passivo corrente
Analisi quantitativa
26
Indici finanziari
Rappresenta la proporzione tra risorse proprie e capitale di terzi. Dimostra in che modo l’azienda
riesce a finanziare la propria attività.
Se =< 1: l’azienda finanzia le proprie attività prevalentemente con i mezzi propri
Tipico delle PMI italiane un rapporto di indebitamento molto elevato
Esprime il costo medio dell’indebitamento (ovvero il costo medio pagato ai terzi finanziatori
dell’impresa).
In generale deve essere minore del ROI, altrimenti non è conveniente investire capitali
nell’azienda.
* PFN (Posizione Finanziaria Netta) = disponibilità liquide – (debiti finanziari a BT e MLT)
Grado di indebitamentoGrado di indebitamento PFN* / Patrimonio nettoPFN* / Patrimonio netto
Costo indebitamentoCosto indebitamento Oneri finanziari / PFN*Oneri finanziari / PFN*
Analisi quantitativa
27
Gli oneri finanziari
• Gli oneri finanziari rappresentano il costo dei finanziamenti e devono essere
paragonati con alcuni valori:
OF / ROOF / RO
• Se il RO non copre gli oneri finanziari significa che la gestione caratteristica non
riesce a coprire i costi del debito. Significa che non c’è capacità di rimborso.
• In particolare gli oneri finanziari non dovrebbero essere > 50% del RO
OF / MOLOF / MOL
• Un valore elevato o superiore all’unità è sintomo di una tensione finanziaria con
conseguente rischio per l’impresa di dover ricorrere ad ulteriore indebitamento
per far fronte alle esigenze di copertura degli oneri finanziari, peggiorando lo
squilibrio attuale
OF/FatturatoOF/Fatturato
• Misura l’incidenza del costo dell’indebitamento finanziario sul volume di affari. Valori compresi tra l’1% e il 2% sono considerati normali.
Analisi quantitativa
28
Indici di redditività
Rendimento medio degli investimenti. Misura l’efficienza globale della gestione operativa
dell’attività d’impresa. Rappresenta la produttività di un’azienda indipendentemente dalle modalità
con cui finanzia il proprio business.
Se < 7% situazione di attenzione;
Se > 13-14% situazione d’eccellenza
Redditività netta dei mezzi propri, cioè la capacità della gestione di far fruttare (remunerare) il
capitale investito nell’azienda dalla proprietà.
Deve essere confrontato negli anni e con quello delle altre imprese dello stesso settore per
poterne esprimere un giudizio in termini positivi o negativi.
• se compreso tra 5% e 7% situazione soddisfacente
• se superiore a 8% situazione positiva
• se inferiore a 4% situazione negativa
R.O.E.R.O.E. risultato netto / patrimonio nettorisultato netto / patrimonio netto
R.O.I.R.O.I. Risultato operativo / Capitale investito Risultato operativo / Capitale investito
Analisi quantitativa
29
Il capitale circolante netto operativo
Indica il fabbisogno finanziario connesso con l’esercizio dell’attività d’impresa
• Se CCNO > 0 emerge un fabbisogno finanziario da soddisfare (normalmente)
• Se CCNO < 0 il ciclo si auto–finanzia e genera risorse (es. supermercati)
+ crediti vs/clienti = + ricavi non incassati
- debiti vs/fornitori = - costi non pagati
+ scorte = + costi sospesi
- crediti vs/clienti = - ricavi non incassati
+ debiti vs/fornitori = + costi non pagati
- scorte = - costi sospesi
CCNO
aumenta
CCNO
aumenta
CCNO
diminuisce
CCNO
diminuisce
Diminuisce la liquidità
e aumenta il
fabbisogno finanziario
Aumenta la liquidità e
diminuisce il
fabbisogno finanziario
CCNOCCNO (crediti vs clienti + Altri crediti + magazzino) - (debiti vs fornitori + Altri debiti)
(crediti vs clienti + Altri crediti + magazzino) - (debiti vs fornitori + Altri debiti)
Analisi quantitativa
30
Il ciclo monetario
Indica in media quanti giorni ci mettono i clienti a pagare i
prodotti e/o servizi, in altre parole indica i giorni di
dilazione accordati alla clientela.
Indica i giorni medi di dilazione di pagamento dei fattori
produttivi acquistati dall’impresa.
Esprime quanti giorni, in media, le scorte permangono in
magazzino. Da un punto di vista della teoria finanziaria, se
aumentano i giorni di permanenza delle scorte in
magazzino aumenta anche l’investimento in disponibilità e
quindi il fabbisogno di capitali
Crediti vs clienti(fatturato / 360)
gg Clientigg Clienti
Debiti vs fornitori(acquisti / 360)
gg Fornitorigg Fornitori
Magazzino(acquisti / 360)
gg Magazzino
gg Magazzino
Analisi quantitativa
31
Vendita
prodottoMagazzino
Il ciclo monetario
• Si utilizza per misurare il periodo di tempo intercorrente tra l'uscita monetaria collegata all'acquisizione di fattori produttivi e l'entrata monetaria relativa alle vendite dei prodotti o delle prestazioni.
• Consente alla banca di valutare eventuali crisi o tensioni di liquidità dovute a sfasamenti tra il periodo degli incassi e quello dei pagamenti.
Produzio
ne
MagazzinoAcquisto fattori
• Se nel tempo il ciclo monetario aumenta significa che aumenta il fabbisogno finanziario.
• I motivi dell’aumento del ciclo monetario si possono rinvenire nelle difficoltà di incasso rapido di elevati importi di fatturato (aumento dei crediti), nella congestione di prodotti in magazzino (aumento delle giacenze) o nella necessità di provvedere prontamente al regolamento degli acquisti in relazione alla fruizione di sconti o al mantenimento di talune gamme di prodotti (riduzione dei debiti commerciali).
Ciclo MonetarioCiclo Monetario gg clienti + gg magazzino – gg fornitori gg clienti + gg magazzino – gg fornitori
Analisi quantitativa
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Obiettivi analisi andamentale: la Centrale Rischi
Come e in che misura vengono
utilizzati gli affidamenti?
In quale misura l’utilizzo dei fidi è congruo con l’operatività dell’impresa?
Quali sono i tempi di incasso e pagamento?
Come avviene in azienda la
pianificazione del fabbisogno
finanziario?
L’azienda ha un comportamento “regolare” verso
il sistema banche?
Dinamica
dell’indebitamento
finanziario
Dinamica
dell’indebitamento
finanziario
Monitoraggio del
grado di fiducia
del sistema
Monitoraggio del
grado di fiducia
del sistema
Monitoraggio di
eventuali
difficoltà
Monitoraggio di
eventuali
difficoltà
Verifica
dati forniti
dall’impresa
Verifica
dati forniti
dall’impresa
OBIETTIVIOBIETTIVI
• È un sistema informativo
sull’indebitamento della clientela delle
banche e degli intermediari finanziari
vigilati dalla Banca d’Italia.
• La CR censisce informazioni sui rapporti
di credito e di garanzia che il sistema
banca ha nei confronti dell’impresa.
• NB! La centrale rischi oggi è il
primissimo indicatore su cui la
banca valuta il merito creditizio.
Se ci sono problemi sulla CR il
rapporto si blocca.
Analisi andamentale
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affidamenti “autoliquidanti”, concessi per lo smobilizzo di crediti commerciali: i castelletti di A.F. e/o Ri.Ba
affidamenti “a revoca” che comprendono le linee di credito revocabili in qualunque momento dalla banca (cassa)
affidamenti “a scadenza”, che devono essere rimborsati a data fissa (o essere rinnovati): si tratta sia delle linee di credito temporanee che di linee a medio termine da rimborsare con rate periodiche, rientrano in questa categoria anche i leasing
importi di firma, cioè le garanzie concesse dalla banca a favore dell’impresa (per esempio fideiussioni concesse dall’istituto per appalti e simili)
importi “in sofferenza”, cioè importi relativi a linee di credito disdettate dalla banca e non rimborsate dall’azienda nei termini posti dall’istituto
CR raggruppata: che informazioni fornisce
Analisi andamentale
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CR come verifica dei dati di bilancio
• Totale utilizzato CR ≈ Totale debti vs Banche
• Autoliquidante utilizzato ≈ Crediti anticipati
• Insoluti CR ≈ Svalutazione Crediti
La banca verifica
i dati della
Centrale Rischi
mettendoli in
confronto con
quelli del
bilancio, per
valutare la
veridicità dei dati
del Bilancio
• Impegni di firma + Garanzie + Derivati ≈ Conti d’ordine
Analisi andamentale
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CR come sintomo di tensione finanziaria
• Eventi negativi (calo di fatturato, ritardo nei pagamenti): segnalarlo in anticipo alle proprie banche.
• Eventi positivi (aumento di fatturato per cui il monte affidamenti non è più sufficiente): chiedere un’estensione degli
affidamenti, oppure valutare l’apertura di un nuovo rapporto.
SCONFINAMENTI
Utilizzato > accordato su autoliquidanti e affidamenti a revoca1
• La banca verifica il saldo medio di utilizzo mensile (% di utilizzo nel corso del mese). Se questo valore è superiore
all’accordato la banca dà una valutazione molto negativa. Se questo dato è presente anche a livello di sistema (e
non solo di singola banca) è ancora peggio.
• Se sono presenti sconfini in presenza di utilizzato < accordato e saldo medio < accordato, la banca valuta il dato
come cattiva gestione. In questo caso tendenzialmente l’importo degli affidamenti è congruo ma mal utilizzato.
Utilizzato < accordato (ma presenza di sconfinamenti)2
• Non è stata pagata una rata di un mutuo o di un finanziamento. È forse il segnale più grave che si può trovare in
una CR.
Utilizzato > accordato su debiti a scadenza3
Analisi andamentale
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CR ed equilibrio finanziario
• Il breve termine non dovrebbe essere, di norma, più del
75% del totale dell’indebitamente. In realtà spesso le PMI
hanno soglie di indebitamento a BT superiori.
• la banca deduce una situazione di squilibrio finanziario, di
sovraesposizione a breve termine. L’impresa si sta
finanziando in maniera impropria.
• A fronte di shock potrebbe non essere più in grado di
rispettare le scadenze.
(autoliquidante + revoca) = ± 75% tot. Accordato
Utilizzato / accordato > 90%
• L’utilizzo può arrivare anche al 100% degli affidamenti accordati. Nell’analisi andamentale la soglia ottimale di
utilizzo è compresa tra il 50% e il 75% (oggi, soprattutto per le PMI, è una situazione quasi ideale).
• Se la motivazione dell’utilizzo importante dei fidi, o dello sconfinamento, è:
- legato al calo di fatturato agire preventivamente sulla struttura dei costi.
- legato a ritardi nell’incasso avvisare le banche e monitorare i crediti.
- legato ad esigenze di crescita del fatturato opportuno richiedere in anticipo estensione degli affidamenti.
totale accordato CR ≈ 30 - 35% fatturato
• Se questo rapporto è superiore significa che c’è un
eccessivo ricorso al credito rispetto ai volumi.
• Da considerare che nel caso di un finanziamento a MLT
appena erogato, il rapporto subisce significative
alterazioni, in questo caso giustificate.
Analisi andamentale
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La gestione degli affidamenti > consigli
• Il rischio è che in caso di effetti scaduti e impagati i crediti concessi
si riverserebbero sul c/c ordinario, creando anche solo
momentaneamente un ulteriore sconfinamento.
• Soluzione 1: per ogni linea di autoliquidanti è consigliabile avere un
fido a revoca capace di tollerare eventuali insoluti. Normalmente si
quantifica nel seguente modo: revoca = circa 20 – 25%
dell’autoliquidante. Meglio ancora se il fido a revoca è calcolato di anno
in anno tenendo conto degli insoluti medi dell’anno precedente.
• Questa porzione di fido a revoca deve essere riservata agli insoluti.
• Soluzione 2: se non è possibile avere un fido a revoca valutare
soluzioni alternative: cessione dei crediti commerciali (factoring).
Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate
• AUTOLIQUIDANTI: Un
errore che spesso si
compie è farsi affidare
su linee autoliquidanti
(meno rischiose per la
banca) senza che ad
esse corrisponda un
fido a revoca di
dimensioni
proporzionate.
Analisi andamentale
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La gestione degli affidamenti > consigli
• Spesso capita di vedere aziende che utilizzano lo scoperto di c/c per
finanziare investimenti. Il rischio è che le banche chiedano un rientro
(anche parziale) e l’azienda non abbia le risorse per soddisfare la
richiesta.
• Questa situazione ha anche come conseguenza certa quello
dell’utilizzo dei fidi “a tappo” con rischio di continui sconfinamenti.
Situazione pericolosa per un peggioramento del rating, limitazione
delle linee di affidamento (quantità e pricing).
• Soluzione: Per gli investimenti è necessario utilizzare solo ed
esclusivamente affidamenti a scadenza: finanziamenti chirografari e/o
mutui ipotecari.
Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate
• FIDI A REVOCA: devono
finanziare il capitale
circolante e/o coprire
eventuali sconfini su
autoliquidanti
Analisi andamentale
39
La gestione degli affidamenti > consigli
• Non bisogna prescindere da queste linee, sono lo strumento principale
per poter agire con un minimo di orizzonte temporale.
• Fra questi strumenti bisogna poi differenziare le scadenze, dando il
giusto peso ad orizzonti temporali di medio/lungo periodo.
• Più si chiede alla banca di affidare l’azienda nel MLT e per importi
significative, più la banca chiederà garanzie accessorie (reali o di
firma).
• Se ci sono i presupposti è possibile utilizzare lo strumento delle
garanzie consortili. Da non dimenticare anche la legge 662 (fondo di
Garanzia MCC).
Situazione Conseguenze e soluzioni consigliate
• FIDI A SCADENZA: sono
linee molto importanti
che servono a
riequilibrare la
struttura finanziaria
delle PMI
Analisi andamentale
40
Un esempio di Centrale Rischi – 1
Autoliquidante (cod 550200): si
tratta di smobilizzo SBF o
anticipo fatture (tipo att. 69).
Rapporto regolare (stato rapp.
91)
No presenza di garanzie (tip.
Gar. 125)
Accordato (31 - 32): 200.000 €
Utilizzato (33): 180.000 €
Analisi andamentale Analisi andamentale
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Un esempio di Centrale Rischi – 1
Rischio a scadenza (cod
550400): finanziamento a
rimborso rateale (tipo att. 32),
con durata residua inferiore a
un anno (dur. Res. 1).
Rapporto regolare (stato rapp.
91)
No presenza di garanzie (tip.
Gar. 125)
Accordato (31 - 32): 100.000 €
Utilizzato (33): 100.000 €.
Significa che su questo
finanziamento il cliente ha
pagato tutte le rate.
Analisi andamentale Analisi andamentale
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Un esempio di Centrale Rischi – 1
Rischio revoca (cod 550600): si
tratta di un fido per cassa.
Rapporto regolare (stato rapp.
91)
No presenza di garanzie (tip.
Gar. 125)
Accordato (31 - 32): 90.000 €
Utilizzato (33): 95.000 €.
Saldo medio mensile (34):
85.000 €
In questo caso c’è uno
sconfinamento di € 5.000 e
utilizzato mediamente nel
mese entro i limiti di fido.
Analisi andamentale Analisi andamentale
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Un esempio di Centrale Rischi – 1
Derivati finanziari (cod 553300):
con scadenza a MLT (dur. Res. 2
anni).
Valore del derivato: 250.000 €
Nell’esempio con scadenza M/L. Se invece, dovesse scadere nel mese di rilevazione il cliente dovrebbe pagare alla Banca € 250.000.
Nel bilancio, nei conti d’ordine, deve comparire questo importo.
Analisi andamentale Analisi andamentale
44
Un esempio di Centrale Rischi – 1
Rischi autoliquidanti – crediti
scaduti (cod 555150):
Incrociati con la colonna “Stato
Rap.” indicano se pagati (92) o
scaduti (93).
Se scaduti, esiste il rischio di
trasferimento sulle linee a
revoca (fidi cassa).
Difficilmente la Banca accetterà
ulteriori anticipi, ma addebiterà
le poste scadute e impagate
incrementando lo sconfino.
Analisi andamentale Analisi andamentale
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Come lo rimborso?Come lo
rimborso?
Richiesta di Finanziamento/Consolidamento
Richiesta di Finanziamento/Consolidamento
• Storia della società e dell’imprenditore• Mercato – clienti - competitors• Riclassifica e indici di bilancio • Situazione intermedia
• Investimento/Liquidità/Consolidamento• Come il finanziamento contribuisce a
migliorare la redditività e/o l’equilibrio finanziario ?
• L‘impresa è in grado di restituire il debito?
• Dimostrarlo attraverso Business Plan o flussi economico-finanziari
Chi sono?Chi sono?
Cosa ne Faccio ?Cosa ne Faccio ?
ComunicazioneImpresa - BancaComunicazioneImpresa - Banca
Il momento del bisogno > La richiesta di finanziamento
Analisi qualitativa
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Gli elementi qualitativi
1. Informazioni anagrafiche
2. Struttura aziendale
3. Mercato di riferimento
Informazioni di carattere generale per capire la storia dell’azienda: ragione
sociale, anno di fondazione, i fondatori sono ancora in azienda, recenti cambi al
vertice, passaggi generazionali, core business, immobili di proprietà, ecc
Chi sono i soci, ruoli chiave in azienda, numero dipendenti e
collaboratori, evoluzione nel tempo, organizzazione del lavoro, ecc.
Chi sono i principali clienti, chi i competitor, esistono strategie di
differenziazione, stato di salute e prospettive del settore di appartenenza,
monitoraggio e scelta della nuova clientela, ecc.
• Invito il direttore a visitare l’azienda
• Condivido con lui progetti di investimento e difficoltà
• Lo coinvolgo nella ricerca di informazioni su potenziali clienti
• Il bilancio di fine anno lo porto io e non aspetto che me lo chiedano
• Sono pronto a presentare situazioni infrannuali
• Lo aggiorno sull’andamento del mio mercato
• Confronto i miei dati con quelli del settore e dei competitors
• Sono trasparente
ComunicazioneImpresa - BancaComunicazioneImpresa - Banca
Analisi qualitativa
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Le garanzie con Basilea 3
Basilea 3 riduce l’impatto delle garanzie dei consorzi fidi sull’assorbimento di capitale delle banche
La garanzia o controgaranzia pubblica (es. MCC) riduce l’assorbimento di capitale, ma è molto restrittiva sui requisiti patrimoniali delle PMI.
I Consorzi Fidi dovranno patrimonializzarsi per mantenere l’attuale riduzione di assorbimento di capitale e favorire l’accesso al credito
• Per accedere alle garanzie pubbliche e per adeguarsi ai requisiti che verranno richiesti ai consorzi privati, molte aziende italiane risultano sottocapitalizzate.
• Per poter accedere al credito, anche tramite i Consorzi Fidi, sarà sempre più importante avere un capitale sociale adeguato all’indebitamento e al volume d’affari.
Le garanzie
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Fondo Centrale di Garanzia
Il Fondo Centrale di Garanzia rilascia garanzie pubbliche a fronte di finanziamenti concessi dalle Banche. L’impresa che necessiti di un finanziamento può chiedere alla Banca di garantire l’operazione tramite il Fondo. MCC è gestore unico.
L’attivazione della garanzia riduce il rischio per la Banca: in caso d’insolvenza dell’impresa si attiva il risarcimento da parte del Fondo Centrale di Garanzia, e in ultima istanza, dello Stato.
In alternativa, l’impresa può richiedere l’attivazione della
Controgaranzia o di una Cogaranzia rivolgendosi a un Confidi,
il quale provvederà a inoltrare la richiesta al Fondo Centrale.
Le garanzie
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Fondo Centrale di Garanzia > Valutazione
• Eventuale perdita ultimo esercizio < 5% fatturato
• Calo fatturato ultimo esercizio max. 40%
• Mezzi propri > 5% del passivo
• Impresa economicamente e finanziariamente sana secondo indici di valutazione prestabiliti
Mezzi propri + Debiti MLT =1/1,25Immobilizzazioni
Oneri fin. Max 5% fatturato
Cash flow = 4% attivo
Condizioni necessarieper poter accedere alla garanzia
Principali indici di valutazione
Le garanzie
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Agenda
– Analisi degli scenari attuali
– Come cambia il rapporto Banca impresa
• Analisi quantitativa
• Analisi Andamentale
• Analisi qualitativa
• Le garanzie
– Il PMI Tutoring
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Considerazioni
• Oggi la banca non può più essere vista come un semplice fornitore di denaro, bisogna cominciare a guardarla come un partner strategico, facendosi conoscere e avendo una relazione quotidiana.
• Per fare ciò diventa necessario guardare con occhi diversi la propria azienda, soprattutto monitorando alcuni aspetti:
- Conosco i miei dati andamentali (dati di bilancio)?
- Controllo almeno ogni trimestre la Centrale Rischi?
- Utilizzo in maniera appropriata gli affidamenti?
- Preparo una situazione infrannuale alla fine di ogni trimestre?
- Sono andato a presentare la situazione infrannuale al direttore della filiale?
- Ho invitato il mio direttore di filiale in azienda?
- Sono in possesso di un piano triennale per la mia azienda?
- Ecc...
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Il ruolo di CdO
CDO SI PROPONE COME
PARTNER DELLE AZIENDE
ASSOCIATE SU
TEMATICHE DI ACCESSO
AL CREDITO.
PROPOSTA DI UN
PERCORSO DI
ACCOMPAGNAMENTO AL
CREDITO DENOMINATO
PMI TUTORING
Difficile rapporto con le banche
Difficoltà a comunicare con la mia banca e farmi conoscere
Difficoltà legate all’accesso al credito
Difficoltà legate al monitoraggio dei dati
aziendali
Cosa chiedere? Quale forma
tecnica? Qual è
l’interlocutore giusto?
Ecc…
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La proposta di CdO - Il progetto PMI Tutoring
• PMI Tutoring è un progetto innovativo, finalizzato ad accompagnare le imprese nel
rapporto con il sistema bancario.
• Si tratta di un percorso di analisi aziendale con l’obiettivo di rendere comprensibili le
dinamiche e le conseguenti esigenze finanziarie della propria impresa e trasferire le
informazioni ed i progetti di sviluppo al sistema bancario per facilitare l’accesso al
credito.
• CdO si fa carico di supportare le imprese nella predisposizione di un “Memorandum
Informativo” da presentare alla banca, finalizzato ad ottenere nuove linee di affidamento
(sia di breve che di medio-lungo termine) a condizioni economiche estremamente
convenienti e con un iter deliberativo velocizzato.
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Il flusso operativo
• Per garantire un livello di informazioni corretto e completo abbiamo predisposto una check list, cioè una traccia con alcune domande da porre all’imprenditore nel momento del primo incontro.
• In questo modo è possibile preparare un documento in grado di parlare lo stesso linguaggio della banca, cioè far meglio comprendere il progetto di crescita dell’impresa in tutte le sue potenzialità.
• Un lavoro di questo genere è in grado di modificare il giudizio della banca: maggiore disponibilità a concedere credito, miglior pricing, miglioramento del rapporto.
L’impresa contatta CdO e dopo l’incontro consegna i documenti
(bilanci, Statuto, Camerale)
CdO riclassifica i bilanci e redige memorandum
informativo
Esito della pratic
a
CdO condivide con l’impresa il percorso di accesso al credito e mette in contatto l’impresa con l’area di una delle banche
partner
Apertura conto corrente ed erogazione del
finanziamento richiesto
La pratica non viene inviata alla Banca
Esito della
delibera
Check list
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La documentazione necessaria
• Relazione di presentazione della società: storia, posizionamento, competitor, prodotti/servizi di punta, prospettive di sviluppo, ecc
• Ultimi tre bilanci con note integrative
• Situazione infrannuale aggiornata all’ultimo mese disponibile
• Situazione Banche:
- banche con affidamenti (accordato/utilizzato)
- suddivisione breve e medio-lungo termine
• Atto costitutivo
• Visura Camerale
• Business Plan (se presente)
Documentazione richiesta all’azienda
Elaborazione Memorandum
• Rielaborazione della relazione di presentazione della società
• Riclassifica SP ultimo triennio
• Riclassifica CE ultimo triennio
• Indicatori di performances
• Assegnazione scoring condiviso con la direzione crediti delle banche partner
• Proposta di collaborazione con la banca(richiesta finanziamento)
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Quando utilizzare PMI Tutoring?
• Per avviare un nuovo rapporto bancario finalizzato a sostenere la crescita aziendale, sostenere un nuovo investimento, migliorare la situazione finanziaria, ecc
• Per sostituire un rapporto bancario con uno con condizioni maggiormente convenienti.
• Per rivedere il quadro degli affidamenti bancari laddove ci sia la necessità di riorganizzare la struttura del debito (ad esempio riposizionare il mix breve e medio-lungo termine)
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Opportunità per le PMI
• Le aziende associate a CDO hanno a disposizione uno strumento molto interessante che
garantisce:
- MIGLIORAMENTO DEL RAPPORTO BANCA IMPRESA: grazie a PMI Tutoring le imprese
possono dialogare in modo più proficuo con il sistema bancario. Si parla la stessa lingua.
- PERCORSO DI ACCESSO AL CREDITO FACILITATO: il percorso condiviso con le banche
convenzionate garantisce modalità di accesso al credito più agili e veloci. Le pratiche PMI
Tutoring vengono veicolate direttamente all’organo deliberante (attenzione: PMI Tutoring non
garantisce la concessione dei finanziamenti richiesti che, comunque, rimane a discrezione
della banca).
- CONDIZIONI ECONOMICHE DI FAVORE: le convenzioni garantiscono per ogni fascia di
rating condizioni economiche assolutamente vantaggiose e riservate in esclusiva.
- TEMPI DI RISPOSTA BREVI: le banche si impegnano con le imprese a garantire risposte in
tempi più bevi di quelle del canale ordinario.
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Contatti
Via Larga 23 – 20122 Milano
tel. +39 02655062Tommaso Birelli
Mail: tommaso.birelli@bfsp.it
Via Larga 23 – 20122 Milano tel. +39 026249981
Massimiliano Tonarinimail: massimiliano-tonarini@studiogft.it