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Il laboratorio cittadino sul Piano Strutturale del Comune
di Poggibonsi si è svolto mercoledì 26 settembre 2012 in
contemporanea in tre località sul territorio: a Poggibonsi,
presso il Comune, a Staggia Senese, presso la Scuola
Media, a Bellavista, presso il Centro Insieme.
Ai diversi incontri hanno partecipato complessivamente
circa 150 cittadini, eterogenei per età, genere, professione
e interessi. Il clima delle discussioni è stato a volte pacato,
altre più accesso, ma sempre orientato a individuare
soluzioni condivise e costruttive. Se alcuni di loro hanno
potuto partecipare solo per una parte dell’incontro, molti
hanno contribuito sino alla fine, dimostrando una
notevole predisposizione al dialogo e al confronto e
confermando la forte volontà dei cittadini di essere
informati, di tenere aperti i canali di comunicazione con
l’Amministrazione e condividerne le scelte strategiche.
Gli incontri si sono svolti nella forma di tavoli di
discussione facilitati. Ai partecipanti è stato chiesto di
lavorare insieme con l’aiuto di un facilitatore, per
affrontare alcune domande centrali per il futuro della
città:
− Come si vive a Poggibonsi oggi?
− Come migliorare i collegamenti in città?
− Cosa fare per permettere ai cittadini di vivere gli spazi
pubblici?
− Come rioganizzare i servizi?
Di seguito sono riportate in dettaglio le discussioni
avvenute attorno a questi temi tra i partecipanti dei singoli
tavoli. Non tutte le questioni affrontate riguardano
direttamente il tipo di pianificazione di cui si occupa il
Piano Strutturale, ma tutte rappresentano indicazioni
importanti per comprendere il rapporto tra gli abitanti e la
città, per conoscere meglio la sua identità attuale e per
rafforzare il legame tra questa e le politiche urbanistiche,
sociali ed economiche.
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Incontro a Poggibonsi
Tavolo A
Facilitatrice: Giulia Maraviglia
Il gruppo è risultato abbastanza omogeneo sia rispetto al genere che rispetto all’età.
Il clima della discussione è stato in generale disteso anche se sono state espresse
opinioni differenti e non sempre condivise. Nel complesso i cittadini hanno espresso
soddisfazione per essere stati chiamati ad esprimere le proprie idee e si sono detti
fiduciosi sulla possibilità di essere ascoltati, anche se c’è chi ritiene che questo lavoro
di coinvolgimento della cittadinanza dovesse essere avviato già alcuni anni fa – in
particolare quando sono state realizzate opere importanti come l’ospedale, la nuova
Coop e il sottopasso – e chi lamenta invece una scarsa pubblicizzazione degli incontri.
Un cittadino infine ritiene che la discussione, così come posta durante il laboratorio,
non possa fornire gli elementi necessari alla definizione di un Piano Strutturale
soprattutto perché non è stata sufficientemente sviluppata la “posizione di
partenza” dell’Amministrazione Comunale per l’aggiornamento del Piano.
Come si vive a Poggibonsi?
I partecipanti hanno descritto Poggibonsi come una città “di mezza misura” in cui
sebbene si viva con tranquillità come in un piccolo centro ci si deve confrontare con
alcune criticità “da città”: in particolare il traffico e la carenza di parcheggi.
I cittadini sostengono che l’utilizzo dell’automobile sia inevitabile per chi abita a
Poggibonsi e lavora fuori dal centro urbano. Questa situazione genera importanti
volumi di traffico privato in un sistema di viabilità che è stato fortemente
compromesso, secondo i partecipanti, dalla realizzazione del sottopasso pedonale
che, impedendo l’attraversamento della ferrovia alle automobili – ma anche a scooter
e biciclette - ha comportato la creazione di due interruzioni, a nord e a sud della
ferrovia.
Le criticità non riguardano solo la circolazione delle auto ma anche quella pedonale: i
cittadini ritengono che muoversi a piedi in città sia difficile – quasi impossibile per una
mamma con il passeggino o per una persona disabile - per la mancanza e
l’inadeguatezza dei marciapiedi “A Poggibonsi non ci si può più salutare per strada” e il
sottopasso ha peggiorato la situazione perché anche il sottoattraversamento non è in
sicurezza.
I cittadini, d’altro canto, ritengono che la realizzazione di alcune opere da tempo
annunciate – la sistemazione dell’ex scalo merci e dell’ospedale vecchio – potrebbe
dare un contributo importante alla riorganizzazione della città e sollecitano
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l’Amministrazione a ultimare in tempi rapidi le opere e a vigilarne la qualità
realizzativa “in molti casi l’estetica va di pari passo con la funzionalità”.
Un altro problema che i cittadini lamentano è la carenza di pulizia e manutenzione
della città, degli spazi pubblici – in particolare degli spazi verdi. A questo proposito
vengono fatte alcune segnalazioni specifiche:
• l’assenza di posacenere per strada nel centro storico;
• la mancanza di pulizia degli scoli per la pioggia in via maestra;
• Le deiezioni dei cani nei giardini pubblici;
• La mancanza di pulizia intorno ai cassonetti, in particolare di Via Trento;
• Alcuni elementi fatiscenti come i vecchi bagni pubblici di Piazza Rosselli.
I partecipanti, pur consapevoli che la mancanza di cura sia per gran parte attribuibile
a comportamenti scorretti dei cittadini, ritengono che l’Amministrazione dovrebbe
garantire maggiore controllo sia per valorizzare l’immagine della città nei confronti
dei turisti sia perché la poca manutenzione ha ricadute, oltre che estetiche, anche
sulla socialità “è difficile portare i bambini ai giardini se i giardini sono pieni di
escrementi di cani”.
In generale quindi i cittadini chiedono una maggiore attenzione, cura e controllo in
una città dove la socialità è facilitata dalle dimensioni ma scoraggiata dalle condizioni
e il ripensamento radicale del sistema di viabilità che ponga rimedio ai danni portati
dal sottopasso dal momento che “da quando hanno fatto il sottopasso a Poggibonsi si
vive male”.
Come migliorare i collegamenti in città?
Posto che, come premesso, i cittadini chiedono un ripensamento generale del sistema
di viabilità1, il tavolo esprime anche l’esigenza di sviluppare un sistema di mobilità
alternativa che incoraggi a muoversi il più possibile senza automobile: a piedi, in bici e
in autobus.
Consapevoli della difficoltà del cambiamento, i partecipanti ritengono che per
ottenere dei risultati sia necessario da un lato forzare la mano imponendo alcuni
cambiamenti “Io prima a Firenze ci andavo sempre in macchina ma poi, a forza di
1 Un partecipante ritiene che l’unico modo per rivedere in modo radicale la mobilità – veicolare e pedonale – di Poggibonsi sia la copertura della Staggia ma gli altri cittadini presenti al tavolo ritengono che questo intervento non può essere preso realmente in considerazione sia perché l’operazione potrebbe determinare un problema di sicurezza idrogeologica sia perché richiederebbe un investimento sproporzionato.
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arrabbiarmi per il traffico, ho iniziato ad andare con i mezzi” e al tempo stesso creare le
condizioni – piste ciclabili in città senza interruzioni, marciapiedi che invoglino a
camminare, parcheggi scambiatori esterni e/o parcheggi interrati e implementazione
del servizio di trasporto pubblico.
• Per quanto concerne le piste ciclabili, i partecipanti, pur riconoscendo il
valore della “stradina verde” , ritengono che sia necessario costruire un
sistema di piste che permetta di utilizzare la bici per gli spostamenti della vita
quotidiana e non solo per fare una passeggiata. In tal senso alcuni
suggeriscono di realizzare almeno due nuovi percorsi - uno a nord e uno sud -
e altri suggeriscono di realizzare una pista anche lungo via Pisana.
• Per quanto riguarda i percorsi pedonali vengono segnalate nello specifico
alcune aree in cui l’assenza di marciapiedi impedisce ai pedoni, in particolare
ai più anziani2, di muoversi in sicurezza, in particolare la zona del sottopasso
pedonale e il tratto dalla fermata dell’autobus all’ingresso dell’ospedale.
• Per quanto riguarda i parcheggi, il problema secondo i partecipanti coinvolge,
sebbene in modo differente, sia i residenti sia chi arriva da fuori.
Per quanto riguarda i primi, il tavolo ritiene che sia necessario mantenere
un’attenzione costante alle esigenze dei residenti, in particolare quelli del centro
storico che già in parte sono penalizzati dalla loro posizione (un solo permesso a
famiglia). Un partecipante suggerisce inoltre di porre particolare attenzione agli spazi
di sosta qualora si realizzino nuove abitazioni “è inutile mantenere il rapporto 1
appartamento/ 1 posto auto se ogni famiglia ha almeno 2 automobili”.
Per quanto riguarda il sistema di sosta per i non residenti i partecipanti denunciano
una generale carenza di parcheggi che permettano di lasciare l’automobile ed entrare
a piedi nel centro urbano. Il sistema di sosta, che certo risulterà migliore qualora
saranno ultimati gli interventi dell’ex scalo merci e dell’Ospedale vecchio, dovrebbe
secondo alcuni essere implementato con aree adibite a parcheggio scambiatore che
permettano di lasciare l’auto e usufruire di navette per raggiungere il centro. Altri
partecipanti ritengono invece che Poggibonsi non abbia necessità di questo tipo di
servizio perché le distanze in città possono essere percorse a piedi senza troppi
disagi.
Sempre rispetto al sistema di viabilità, alcuni partecipanti segnalano una criticità
specifica della zona di Calcinaia che viene riconosciuto dal tavolo: negli ultimi anni
questo luogo è diventato molto congestionato perché ha visto la realizzazione di
2 A questo proposito c’è chi segnala che, con lo spostamento di molti studi medici in Piazza della Costituzione, molti anziani si trovano in difficoltà nel raggiungere autonomamente il proprio medico.
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funzioni importanti quale l’ospedale e la scuola “questo è un nodo Critico, a Calcinaia ci
circola mezza Poggibonsi”.
Nello specifico viene segnalato il problema di “inversione a V” che si determina
all’ingresso della scuola “gli autobus si incastrano e potrebbero verificarsi anche
problemi più gravi nell’accesso all’ospedale. Basterebbe spostare l’ingresso della scuola
ma c’è un problema di coordinamento tra il Comune e la Provincia”.
Il sovraccarico di questa zona è inoltre aggravato dal fatto che lo svincolo non viene
utilizzato come si dovrebbe per raggiungere il centro commerciale di San Cedro
perché la segnaletica è sbagliata e chi non conosce la strada non lo prende.
Cosa fare per permettere ai cittadini di vivere gli spazi pubblici?
Uno dei temi più cari ai partecipanti riguarda gli spazi verdi della città che, sebbene
presenti, non versano in buone condizione e alcuni sono chiusi alla cittadinanza – si fa
qui riferimento in particolare al parco dietro Palazzo Vanni che pur essendo di
proprietà pubblica non è accessibile. Secondo i cittadini questi spazi andrebbero
riorganizzati e attrezzati – inserendo aree cani, aree gioco, campetti per lo sport - per
migliorarne la fruibilità e limitarne un utilizzo improprio.
Un’altra richiesta che emerge da alcuni partecipanti seduti al tavolo è quella di
trovare una collocazione più idonea per il mercato del martedì mattina: laddove è
adesso si sarebbe infatti creato “un tappo” e la situazione crea diversi disagi ai
residenti.
Viene poi espressa l’esigenza di un luogo di socialità al chiuso, “una versione invernale
della stradina verde” dove incontrarsi e stare insieme anche quando il tempo è brutto.
I partecipanti immaginano un luogo adatto a diverse funzioni: un luogo dove portare i
bambini a giocare, che sia di incontro tra generazioni e uno spazio dove gli anziani
possano mettere a disposizione il proprio tempo/sapere per la comunità. Alcuni
partecipanti immaginano la possibilità di creare una sorta di “banca del tempo” dove
si possano condividere e mettere a disposizione tempo ed esperienze. L’importante,
sottolineano alcuni, è creare “spazi di tutti e per tutti”, cioè non luoghi che rischiano
di ghettizzare alcuni ma spazi progettati e organizzati per soddisfare le esigenze
diverse (di chi ha il cane, di chi ha i bambini, di giovani e anziani)
A tal scopo ci sarebbero le sale polivalenti sotto il Politeama che erano state pensate
appositamente ma che, fa notare un partecipante, dato il sistema di gestione mezzo
pubblico/privato non sono sfruttate. Un’altra idea potrebbe essere quella di utilizzare
il piano terra della Coop. In ogni caso i partecipanti immaginano soluzioni semplici e a
basso costo per “spazi di tutti” e c’è chi invita l’Amministrazione a cercare ed
imparare da buoni esempi che esistono non solo all’estero ma anche in città più vicine
(es. Bologna).
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Anche per quanto concerne la nuova biblioteca che verrà realizzata i partecipanti
suggeriscono di progettare ed organizzare gli spazi interni in modo da incoraggiare la
socialità e l’incontro.
A partire dagli spazi pubblici i partecipanti affrontano il tema dei luoghi storici del
territorio, ritenuti sia luoghi importanti per la vita della città, sia una risorsa per
promuovere il territorio e renderlo ancora più attrattivo nei confronti del turismo. I
cittadini suggeriscono di sfruttare il più possibile la Fortezza “che è stato un
investimento importante per il Comune” organizzando più eventi, promuovendo
meglio le iniziative e facilitando il collegamento con il centro “l’antico percorso di
guerra è un collegamento naturale ma è in stato di abbandono”.
La Fortezza è comunque solo una delle risorse storiche del territorio, risorse che sono
state scoperte solo di recente. Altri partecipanti indicano infatti, oltre a questa, il
Castello di Badia, il Castello di Strozzavolpe, gli scavi archeologici e la Magione e
suggeriscono di creare, attraverso la segnaletica, un circuito, un percorso da
promuovere e far conoscere ai turisti ma non solo. “Sarebbe bello – aggiunge una
partecipante - coinvolgere in questa ricoperta del territorio anche gli anziani che sono la
memoria storica del luogo”.
Dalla discussione emergono anche alcune indicazioni circa la pianificazione dello
sviluppo della città: i partecipanti sperano che in futuro possano essere recuperate le
aree dismesse (es. ex Tisa, via Suali, San Gallo) sia per creare nuovi luoghi della città
sia per realizzare nuove abitazioni evitando consumo di suolo “gli espropri oggi non
sono possibili ma il Comune dovrebbe comunque spingere per il recupero”. C’è tuttavia
chi invita alla cautela perché imporre il recupero potrebbe provocare immobilismo e
bloccare lo sviluppo del territorio. Una terza posizione in merito viene espressa da
alcuni partecipanti che suggeriscono all’Amministrazione di distinguere nei nuovi
strumenti urbanistici le costruzioni dismesse che effettivamente possono essere
recuperate e quelle che invece devono essere demolite e ricostruire inserendo dei
vincoli affinché, prima di costruire ex novo, sia valutato il recupero o la ricostruzione
“l’importante è che lo sviluppo sia coerente con l’idea di città e non si costruisca
semplicemente al bisogno”.
Come riorganizzare i servizi?
Per quanto concerne la gestione dei servizi pubblici i partecipanti riflettono
innanzitutto sulla gestione dei rifiuti e considerano l’opportunità di estendere la
raccolta porta a porta a tutta la città dopo però aver regolarizzato meglio quella
esistente (si segnalano disguidi e discontinuità nella raccolta, in particolare
dell’umido). I cittadini ritengono inoltre necessaria la predisposizione e l’applicazione
di un sistema di controllo e di sanzioni per i cittadini che non rispettano il
regolamento.
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Un’altra esigenza espressa a più voci è quella di garantire più controllo in termini di
presenza di forze dell’ordine in particolare in alcune zone che vengono percepite
come poco sicure (sottopasso, stazione).
Un cittadino residente a San Giorgio, inoltre, chiede “acquedotto per tutti”
segnalando la presenza di abitazioni dove ancora non arriva l’acqua potabile.
Una cittadina propone infine di creare uno sportello pubblico dove il cittadino possa
“trovare tutto” (coordinamento online tra comune e altre istituzioni del territorio –
es. Agenzia delle Entrate).
Tavolo B
Facilitatrice: Silvia Givone
Il gruppo era ampio e composto da persone molto differenti per età, professione e
formazione. La numerosità dei partecipanti non ha purtroppo consentito a tutti i
presenti di esprimere il proprio punto di vista. Ciononostante le opinioni emerse sono
state molte ed articolate. La discussione si è svolta in modo vivace ed appassionato e
se su alcuni temi si è registrata una totale condivisione su altri sono emersi modelli di
sviluppo del territorio anche molto diversi. A questo proposito la presenza nel gruppo
di discussione di alcuni imprenditori e professionisti del settore edile e immobiliare ha
permesso di far emergere, accanto alle opinioni di semplici cittadini, anche quella di
categorie con interessi più specifici.
Come si vive a Poggibonsi?
L’opinione generale dei partecipanti è che a Poggibonsi c’è una qualità della vita
elevata: per i servizi comodi e funzionanti; per la diffusa percezione di sicurezza; per
la tranquillità della città e, non ultimo, per i suoi abitanti definiti da molti “aperti e
disponibili”. Infine, in diversi sottolineano come negli ultimi anni si sia assistito ad un
miglioramento della qualità urbana grazie ad interventi sul piano dell’estetica e degli
arredi.
Secondo i partecipanti la qualità della vita in città potrebbe essere migliorata
ulteriormente se si intervenisse su alcuni elementi cruciali quali il sistema della
viabilità, gli spazi pubblici, l’offerta culturale e le regole per la convivenza e
condivisione degli spazi tra categorie diverse.
Viabilità
Attualmente è considerata uno degli aspetti più critici per la città, sia per la scarsa
fruibilità del sottopasso pedonale sia per il sistema della viabilità che, anche a causa di
questo sottopasso, appare particolarmente difficoltosa (v. sotto).
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Offerta culturale
Per vivere meglio a Poggibonsi secondo alcuni membri del gruppo dovrebbe essere
migliorata e ampliata l’offerta culturale con una particolare attenzione alle fasce d’età
più anziane. In particolare sarebbe auspicabile che il teatro prevedesse anche film e
iniziative in fascia pomeridiana.
Sempre sul piano dell’offerta culturale i partecipanti sottolineano l’importanza della
Biblioteca come spazio culturale e di interazione sociale e per questo si auspica che
questa venga adeguatamente valorizzata e resa più fruibile prevedendo sedute e
spazi più accoglienti.
Spazi pubblici
La condivisione degli spazi pubblici e soprattutto delle regole per una serena
convivenza tra categorie di cittadini diverse risulta uno degli argomenti più sentiti in
relazione alla qualità della vita in città. In particolare per quel che riguarda i giardini
pubblici si chiede di trovare soluzioni volte a conciliare le esigenze delle famiglie con
bambini (spesso costrette ad affittare a pagamento campi da calcio perché i bambini
non possono giocare a palla nei giardini pubblici3) e quelle degli anziani che chiedono
di poter fruire dei giardini pubblici in sicurezza. Analogamente alcuni partecipanti
richiamano l’attenzione sulle iniziative serali nel centro storico e le attività di pub e
locali: se da una parte queste dovrebbero essere incoraggiate per sostenere la vitalità
della città, dall’altra non si possono ignorare le esigenze di riposo notturno dei
residenti. Per questo si chiede di trovare forme di accordo e conciliazione come ad
esempio organizzare le iniziative di sabato e stabilire e far rispettare regole precise
per i locali.
Come migliorare i collegamenti in città?
Come anticipato nella sezione precedente la viabilità risulta il tema più critico in
assoluto tra tutti quelli dibattuti. In particolare tutti i partecipanti al gruppo
concordano sul fatto che il sottopasso pedonale abbia creato una frattura
insormontabile tra le due parti della città, più forte della divisione da sempre creata
dal passaggio della ferrovia. C’è chi dice che il sottopasso abbia creato di fatto due
paesi distinti (“Poggi” e “Bonsi”) e chi ricorda che il progetto originario prevedeva
che il sottopasso diventasse un centro di aggregazione ma che l’effetto è stato
opposto (“ora è un elemento di disgregazione”). In particolare si segnalano due
aspetti che rendono critico il collegamento tra le due parti della città: il fatto che, allo
stato attuale, è difficile raggiungere il centro in auto (perché il sottopasso non è
carrabile) ma anche a piedi (a causa della impraticabilità degli scalini) e il fatto che il
3 Segnalazione fatta da due cittadine alla facilitatrice prima dell’inizio del laboratorio.
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sistema della viabilità obbliga chi è in macchina a fare percorsi molto lunghi per
raggiungere distanze molto brevi in linea d’aria.
Per far fronte a questo problema i partecipanti auspicano da un canto la realizzazione
di un intervento che migliori la fruibilità del sottopasso pedonale ad esempio
adeguando le scale lateralmente o mettendo un sistema di scale mobili e dall’altro la
realizzazione di un piano del traffico che renda più efficiente ma anche
ambientalmente più sostenibile la mobilità in città.
Per il futuro della mobilità a Poggibonsi i partecipanti condividono in prevalenza una
visione che favorisca la mobilità sostenibile ma rendendo effettivamente più
semplice accedere alla città con mezzi diversi dall’auto: ad oggi, dicono i cittadini
intervenuti, arrivare al centro di Poggibonsi non è semplice né per chi si sposta in auto
ma neppure per pedoni e ciclisti. Al fine di incoraggiare un diverso sistema per gli
spostamenti e il cambiamento delle abitudini più diffuse, effettivamente molto legate
all’uso di auto e motorini, si ritiene auspicabile la realizzazione di un sistema di
parcheggi scambiatori gratuiti (ad es. nell’area di via Suagli) dai quali poter
raggiungere il centro città tramite bike sharing, percorsi pedonali dedicati, o navette
elettriche. Si raccomanda tuttavia che gli interventi volti a limitare la mobilità privata
su gomma nel centro città tengano comunque conto delle esigenze delle attività
commerciali (trasporto materiali, carico e scarico merci).
È necessario allargare la città?
Su stimolo di alcuni partecipanti, il gruppo ha voluto rispondere alla domanda se sia o
meno necessario prevedere una ulteriore espansione della città o se debba essere
preferibile condurre politiche di contenimento del consumo di suolo. Su questo tema,
per quanto tutti condividano l’osservazione che a Poggibonsi ci sono ancora molte
residenze invendute, le opinioni appaiono controverse e dalla discussione emergono
due modelli contrapposti di pianificazione urbanistica sul tema dell’abitare.
Alcuni partecipanti ritengono che, proprio per migliorare la qualità della vita degli
abitanti, occorre che la città si adatti alle esigenze della vita contemporanea e
dunque ritengono auspicabile una sua espansione anche prevedendo nuove zone
residenziali dotate dei comfort (strade ampie, marciapiedi, parcheggi, giardini)
necessari a ridurre il disagio attualmente determinato da una città “fatta per un’altra
epoca”. A questo proposito per contenere il consumo di suolo si dovrebbe valutare
anche la possibilità di sviluppare i nuovi edifici in altezza. Il fatto che ci siano molti
appartamenti invenduti secondo questi partecipanti è un fatto contingente che non
deve determinare le scelte urbanistiche future.
Altri ritengono invece che l’espansione urbanistica debba essere contenuta in favore
di azioni volte principalmente al recupero dell’esistente. A questo proposito si ritiene
indispensabile che il Comune preveda incentivi per migliorare le abitazioni esistenti
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(efficienza energetica, antisismica, ecc.) e incoraggi gli interventi volti a modernizzare
gli edifici semplificando e accelerando le procedure burocratiche, con particolare
riferimento a quelli di scarso pregio architettonico (anni ’50 ’60). Questa posizione,
sostenuta dalla maggior parte dei presenti, avrebbe il vantaggio di non richiedere la
realizzazione di ulteriori opere di urbanizzazione (reti, strade ecc.), di consentire il
miglioramento di molti spazi attualmente degradati (es. via Suagli, ex- scuole, zona
TISA) e infine sarebbe funzionale a tenere viva la città esistente e arginare fenomeni
di abbandono del centro in favore di nuove periferie residenziali.
Tutti i presenti segnalano comunque la necessità di adeguare e migliorare tutto il
sistema delle reti (fognarie e idriche) che attualmente non coprono tutta la città e
risultano comunque vetuste.
Altre segnalazioni
Per migliorare la qualità della vita degli abitanti ma anche per creare nuove e diverse
occasioni di socialità si segnalano in particolare due ulteriori interventi:
- L’installazione a Poggibonsi di un fontanello dell’acqua sul modello di
Castellina scalo (fresca e gassata)
- La creazione di orti sociali
Infine, un partecipante segnala che in piazza nuova cadono i rami secchi dagli alberi e
che sarebbe necessaria una maggiore manutenzione delle alberature.
Tavolo C
Facilitatrice: Barbara Imbergamo
Hanno lavorato al tavolo circa 15 cittadini di diverse età e residenti in varie aree del
Comune. L’eterogeneità dei partecipanti dal punto di vista delle età e delle opinioni
ha consentito di esplorare i temi proposti sotto diversi punti di vista ma, al contempo,
si è riusciti con un grande livello di condivisione a identificare gli aspetti di criticità e di
opportunità su cui secondo i cittadini è necessario riflettere e puntare.
Come si vive a Poggibonsi?
Alcuni degli argomenti trattati nella fase iniziale dell’incontro relativamente ai pro e i
contro del vivere a Poggibonsi sono stati successivamente ripresi nel corso della
discussione e vengono esplorati in maniera più distesa nei prossimi paragrafi.
I cittadini individuano le principali criticità nella viabilità – e in particolare nei problemi
determinati dal sottopasso pedonale – nella sporcizia e nel livello troppo basso di
manutenzione.
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Tra gli elementi positivi della città di Poggibonsi c’è invece, secondo i cittadini, la
qualità della vita data dal fatto che il centro è vivo e che ci sono numerosi eventi
pubblici che favoriscono la socialità e l’essere una località attrattiva per il lavoro e le
attività produttive.
Inoltre i cittadini ritengono il paesaggio e l’ambiente elementi di grandissimo valore
per il territorio motivo per cui pensano che si debba puntare al riutilizzo dei
capannoni vuoti piuttosto che alla edificazione di nuovi capannoni e aree industriali in
modo da contenere il consumo di suolo.
Come migliorare i collegamenti in città?
Il tema della viabilità è stato tra quelli più a lungo discussi durante l’incontro. Sono
numerose le criticità individuate su questo punto dai cittadini a partire dalla poca
funzionalità del sottopasso pedonale. Quest’ultimo, secondo molti, ha diviso in due la
città. Non solo, i partecipanti segnalano che esso è realizzato con caratteristiche
strutturali e materiali poco funzionali. In particolare si fa notare che la
pavimentazione è scivolosa quando piove; la pedata degli scalini è di una misura tale
che rende difficile la percorribilità; il colore chiaro degli scalini li rende poco visibili e
pericolosi per gli ipovedenti; la discesa è difficoltosa per carrozzine e biciclette.
Sul tema della viabilità i partecipanti hanno segnalato il cattivo stato di manutenzione
di alcune strade (buche e sporcizia), l’alta velocità a cui vanno gli scooter e il rumore
che provocano.
I cittadini hanno però provato a indicare alcune possibili strategie per alleggerire il
traffico e facilitare la viabilità.
Partendo dal presupposto che Poggibonsi non è una città adeguata a utilizzare la
bicicletta e che il trasporto pubblico locale urbano (a parte la Sita) è sostanzialmente
non utilizzato dai cittadini (salvo la corsa verso il cimitero), i partecipanti propongono
di realizzare interventi che favoriscano gli spostamenti pedonali e di snellire il
traffico mediante interventi sui sensi di marcia.
Riguardo alla mobilità pedonale – che favorirebbe i cittadini negli spostamenti entro il
chilometro – i cittadini propongono di:
• Incrementare il numero di marciapiedi.
• Promuovere una migliore pulizia e manutenzione delle strade e marciapiedi.
• Incrementare il numero di dossi rallentatori in prossimità delle strisce
pedonali, i passaggi pedonali e la loro illuminazione.
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Riguardo alla viabilità i cittadini suggeriscono che rivedere le scelte dei sensi di marcia
in alcune strade consentirebbe di ottenere una migliore percorribilità e meno traffico.
Segnalazioni di dettaglio
• Marciapiedi: manca il marciapiede all’incrocio Montecervino/Monterosa e il
doppio senso è particolarmente pericoloso; in via Senese vicino al Romituzzo
mancano 15 metri di marciapiede e il tratto è pericoloso; manca il marciapiede
nella strada per l’Ospedale.
• Strisce pedonali: sarebbero necessarie in Piazza Mazzini e in fondo al
cavalcavia Nenni.
• Via Senese dal cavalcavia Nenni verso via S. Gallo quando passano i tir di
Bandini è pericoloso. Andrebbe eliminato il doppio senso in quel tratto.
• Via Pieraccini controllare il traffico negli orari di uscita dalla scuola.
• Per migliorare lo scorrimento del traffico ci si domanda se non sarebbe meglio
invertire il senso in via Garibaldi facendolo tornare come era prima in modo da
consentire alle auto di fare “un anello” tra via XX settembre e viale Garibaldi.
• Gli automobilisti dovrebbero rispettare i divieti e non creare barriere
architettoniche parcheggiando la macchina in posti inammissibili. Sotto
questo profilo i cittadini notano che i vigili sono tempestivi nel fare le multe
nei parcheggi a pagamento mentre non lo sono altrettanto nel caso di altre
infrazioni.
Come fare per permettere ai cittadini di vivere gli spazi pubblici?
“Aprendoli. Valorizzandoli. Facendo adeguata manutenzione”. Queste sono state le
raccomandazioni in forma sintetica dei cittadini riguardo gli spazi pubblici.
In particolare i cittadini hanno affermato che si dovrebbe puntare prima di tutto a
valorizzare ciò che già esiste. Secondo i partecipanti, infatti, non si sente tanto la
necessità di trovare o realizzare giardini o luoghi pubblici nuovi ma di rendere fruibili e
gradevoli quelli già esistenti.
Per quello che concerne gli spazi pubblici al coperto i cittadini hanno suggerito la
necessità di trovare una sede alle numerose associazioni presenti in città sul modello
di quella di Colle Val d’Elsa.
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In particolare un cittadino suggerisce che potrebbe essere ripristinato il palazzo non
utilizzato dell’Ex Psi prima della piazza del Teatro.
Segnalazioni di dettaglio
• In Piazza Matteotti il selciato sta saltando, il verde è tenuto male, la fontana è
una spesso colma di rifiuti.
• Giardino Pieraccini: pochi giochi, poche panchine.
• All’area Vanni (parco) non si accede da Via S. Gimigrano e, anzi, il parco
sembra chiuso.
• Il lungo fiume potrebbe essere sfruttato come “luogo pubblico”. Un tempo si
chiamava “il mare di Poggibonsi” e oggi sia nella zona del “masso” che nella
zona della Steccaia del Marri si potrebbe riqualificare e usare nuovamente a
questo scopo.
• Il Cassero, l’area della festa del Pd, l’area di San Lucchese, andrebbero
sfruttate di più almeno d’estate con maggiore illuminazione e un bar anche
solo stagionale.
• L’area di Palagetto è da riqualificare
• Ripristinare la vasca di Piazza Mazzini.
Come riorganizzare i servizi?
Il tema dei servizi non è stato tra i più sentiti dai partecipanti. Le indicazioni
riguardano principalmente le scuole primarie e secondarie e scelte di tipo
organizzativo piuttosto che strutturale e urbanistico. Infatti, i cittadini chiedono che il
servizio mensa e trasporto sia avviato al primo giorno di scuola e non
successivamente, mentre, relativamente alla scuola media i cittadini, pur sapendo che
non è detto che si tratti di una questione di competenza esclusivamente comunale,
suggeriscono di rivedere l’orario scolastico in modo introdurre la settimana corta.
Altre segnalazioni
A corollario di tutte queste segnalazioni i cittadini commentano che sarebbe
importante che il Comune facesse rispettare ai cittadini le norme, rendendo noti loro i
doveri che hanno e imponendogli il rispetto sia con l’educazione che mediante le
multe.
In generale i cittadini hanno sottolineato che è importante che Poggibonsi e Colle
programmino e realizzino insieme servizi e gestione del territorio.
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In generale i cittadini hanno raccomandato che le ditte appaltatrici dei lavori pubblici
siano selezionate non solo per il prezzo più basso ma per la perizia a svolgere i lavori.
Essi hanno notato, infatti, lavori terminati da poco e già da rifare (in viale Marconi, in
via Pisana e in via del Chianti). Un esempio di buon lavoro svolto è invece quello di
Piazza Savonarola.
• Il cavalcavia Nenni necessita di manutenzione in quanto è in più punti
arrugginito e con il cemento sgretolato.
• Sottopasso pedonale al Romituzzo è da “bronx”.
• Le piazze vicino a Via Montecervino vengono pulite poco, i camion
parcheggiano (sul marciapiede) anche dove c’è il divieto.
• Nelle vie del centro le strade hanno buche coperte di asfalto.
• L’ospedale di notte non è ben riconoscibile perché non ha una insegna
illuminata.
• Bus urbano in Via Montecervino non ci va ma sarebbe utile.
• La raccolta porta a porta della carta ha aumentato la quantità di rifiuti
abbandonati negli angoli e che vengono portati in giro dal vento. I cittadini
considererebbero auspicabile il ripristino dei cassonetti. In ogni caso
suggeriscono di fare multe e mettere cartelli che indichino con molta
chiarezza il divieto.
• Indurre, anche con le multe, i cittadini a raccogliere gli escrementi dei cani.
• Ripristinare i bagni pubblici alla stazione e in Piazza del Gioco.
• Riparare gli orologi pubblici.
• Nell’ultimo tratto di via Senese venendo verso la città sono rimasti 6 lampioni
con la luce bianca mentre tutti gli altri sono gialli.
• Il casotto dell’Anas al Romituzzo è in condizioni pessime e somiglia ad una
discarica. Sarebbe meglio farlo demolire.
• Venendo dal Vallone verso San Lucchesi sulla sinistra c’è una staccionata rotta
che sarebbe meglio levare.
• Un cittadini fa notare che il palazzo del Comune (urbanistica) è troppo alto e
rovina il panorama.
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• Usare alberi autoctoni per le alberature e non alberi quali ad esempio i cipressi
canadesi.
• I cittadini si domandano se lo scalo merci alla Zambra sia un’ipotesi ormai
abbandonata.
• La ferrovia nel tratto verso Siena è antiquata e lenta.
• Fare controlli alcool test fuori dai locali.
Incontro a Staggia Senese
Tavolo A
Facilitatrice: Margherita Mugnai
I partecipanti erano in maggioranza provenienti da Staggia o dai borghi limitrofi e
hanno concentrato le loro riflessioni su questa parte del territorio. La discussione è
stata animata da toni accesi e spesso critici. Sebbene l’iniziativa sia stata apprezzata,
è stato segnalato che la comunicazione dell’evento non ha raggiunto alcune località
periferiche e che in generale sarebbe auspicabile una maggiore presenza
dell’Amministrazione in queste località per dialogare con i cittadini, ridimensionare la
percezione di un abbandono e ricucire quella che si ritiene essere una forte frattura
tra il capoluogo e le aree periferiche.
Come si vive a Poggibonsi?
I partecipanti hanno condiviso una visione molto omogenea del territorio. Se da un
lato la qualità della vita a Staggia è ritenuta alta per la forza delle relazioni sociali e
del tessuto associativo attivo e vivace, per la qualità dell’aria e per la tranquillità e le
bellezze paesaggistiche, dall’altro emerge la convinzione che Staggia e i territori
limitrofi non abbiano beneficiato di adeguate politiche di valorizzazione e tutela e
che questa parte di territorio sia stata trascurata negli anni ed abbia gradualmente
perso la sua identità di centro, per acquisire sempre più quella di zona dormitorio,
anche a causa della progressiva scomparsa di opportunità lavorative e l’incremento
dei residenti “pendolari”.
In particolare, i partecipanti fanno riferimento alle politiche di edificazione e
ritengono che a Staggia “si sia costruito molto e male” con sovrabbondanza di case
invendute ed edifici rimasti incompiuti e circondati da terreni incolti. Tra questi, in
particolare è fatto riferimento a quello che i presenti definiscono un “ecomostro”: un
complesso di mini-appartamenti mai terminato sulle cui sorti i partecipanti si
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interrogano e di cui auspicano una demolizione o al limite una ristrutturazione per
scopi sociali ed aggregativi.
Allo stesso modo, si ritiene che il centro di Staggia non sia stato valorizzato con
politiche di promozione delle attività commerciali e dei tanti luoghi di pregio del
territorio (la Rocca, il Museo del Pollaiolo, etc.)
In generale, i partecipanti concordano nel ritenere che si sia verificato negli anni un
forte scollamento tra il capoluogo e le aree periferiche come Staggia, che si sono
progressivamente svuotate di funzioni pubbliche e servizi (il teatro, il cinema,
l’ambulatorio). Esemplificativo è a questo proposito la percezione del totale
abbandono in cui versano i borghi di Staggia, quali Querceto, dove le infrastrutture
sono degradate (il ponte, la strada per il cimitero), dove si segnala la mancanza di
collegamento alla rete idrica e del gas e dove la forte velocità dei motorini e
macchine causano un rischio per gli abitanti.
Come migliorare i collegamenti in città?
Il tema dei collegamenti è affrontato dai partecipanti da un lato relativamente ai
servizi pubblici (vedi sotto e paragrafo successivo Come riorganizzare i servizi)
dall’altro relativamente alle opere infrastrutturali ed alle loro ricadute sulla qualità
della vita degli abitanti, evidenziando alcuni nodi critici ed alcune raccomandazioni
La tangenziale. Tutti i partecipanti ricordano come di questo intervento si parli da
anni ma che ad oggi non sia chiaro se e quando verrà realizzato e lamentano una
scarsa comunicazione da parte dell’Amministrazione. Rilevano come sul tracciato
previsto dal vecchio progetto siano sorte nel frattempo abitazioni private e temono
che il nuovo tracciato vada ad incidere sulle aree naturali di Staggia. In generale
auspicano che la realizzazione della tangenziale sia legata ad interventi che migliorino
la vivibilità del centro storico senza svuotarlo di senso e di funzioni. E quindi che:
• sia limitato il passaggio da centro storico solo ai mezzi pesanti;
• siano previste uscite ben segnalate verso il centro di Staggia;
• l’intervento non sia disgiunto da politiche di riqualificazione del centro
storico, per garantirne la vitalità anche dopo che una parte del traffico verrà
deviato;
• sia incrementata la cartellonistica per Staggia, così da garantire passaggio di
visitatori e turisti sul territorio e permettere alla località di restare “sulla
mappa”.
Velocità dei veicoli. I cittadini lamentano uno scarso rispetto delle norme stradali da
parte degli automobilisti, con conseguente pericolo per pedoni e ciclisti. A questo
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proposito, se ritengono che la Tangenziale possa aiutare a ridurre il rischio sulle vie
del centro, sono anche convinti che vadano potenziati gli interventi di dissuasione
della velocità e siano incrementati i controlli, ritenuti un deterrente fondamentale ed
un elemento importante di educazione al corretto comportamento stradale.
Collegamenti alternativi. Oltre ad un potenziamento del sistema di servizi pubblici
(vedi sotto) si auspica anche che siano facilitati gli scambi ed i collegamenti tra diversi
mezzi di trasporto, tramite la realizzazione di piste ciclabili che siano ben illuminate e
fruibili da tutti i cittadini, tramite l’introduzione di parcheggi gratuiti per i residenti in
prossimità della stazione ferroviaria di Poggibonsi e tramite la promozione di
iniziative volte a ridurre il traffico veicolare, quali il pedibus da e per le strutture
scolastiche.
I partecipanti suggeriscono inoltre che un modo innovativo ed efficace di
promuovere la mobilità alternativa e migliorare i collegamenti potrebbe essere la
realizzazione di una metropolitana di superficie che sfrutti la ferrovia esistente negli
orari di minor passaggio dei treni nazionali e che tramite la realizzazione di pensiline
preveda fermate in località strategiche quali Castellina Scalo, Staggia, Bellavista, la
Zona dell’Ospedale, la zona Roncalli in corrispondenza delle scuole e Poggibonsi.
Cosa fare per permettere ai cittadini di vivere gli spazi pubblici?
Oltre agli interventi di recupero del centro storico sopra delineati e finalizzati a
restituirgli vitalità e centralità, i cittadini segnalano alcuni aspetti particolare
importanza:
• incoraggiare la creazione di spazi di aggregazione e socialità per diverse
categorie di cittadini (giovani, anziani, lavoratori migranti). Sebbene esistano
in altre aree del comune e nei comuni limitrofi spazi di socialità, si ritiene che
la mancanza di adeguati servizi di collegamento li renda difficilmente fruibili e
che l’assenza di luoghi simili nella frazione limiti la possibilità dei cittadini, in
particolar modo degli anziani e dei giovani, di vivere gli spazi pubblici.
• valorizzare le risorse paesaggistiche e storiche del territorio attraverso una
accurata mappatura e una migliore segnaletica.
• garantire una maggiore manutenzione degli spazi pubblici, delle strade e dei
marciapiedi della frazione per ridurre la percezione di un generalizzato
degrado.
• Valorizzare la Rocca come principale luogo di pregio della frazione. Gli
interventi suggeriti ai gestori privati ma anche all’Amministrazione a questo
proposito includono il permettere l’uso flessibile degli spazi, ad esempio
autorizzando l’apertura di attività di ristorazione, per stimolarne l’uso da
parte dei residenti; creare una maggiore sinergia con i cittadini incoraggiando
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un loro coinvolgimento nella promozione delle iniziative e nella
comunicazione; realizzare iniziative ed eventi che siano di interesse sia per i
turisti sia per gli abitanti del paese.
• Incoraggiare l’apertura di attività commerciali nel centro storico e la
conservazione di quelle esistenti anche attraverso politiche quali la creazione
di un Centro Commerciale Naturale;
• Incoraggiare il tessuto associativo esistente a realizzare un soggetto collettivo
che si occupi di promuovere e valorizzare il territorio (Proloco);
• Migliorare la comunicazione tra abitanti ed Amministrazione, per tenere i
residenti aggiornati sugli interventi previsti e sui loro tempi di realizzazione e
introdurre organismi di controllo e monitoraggio degli interventi e dei
progetti da parte dei cittadini.
Come riorganizzare I servizi?
I partecipanti si esprimono con preoccupazione rispetto alla tendenza recente a
ridurre la decentralizzazione dei servizi e auspicano che siano invece garantiti servizi
essenziali per la località di Staggia e per i borghi limitrofi, quali:
• Mezzi pubblici di collegamento tra Staggia e le località vicine (Poggibonsi,
Castellina, San Gimignano);
• Approvvigionamento idrico ed energetico;
• Le strutture scolastiche, con particolare riferimento alla scuola media
comunale, di cui temono la chiusura e che auspicano resti invece aperta e
funzionante.
• L’ambulatorio comunale, di cui si lamenta la chiusura in tempi recenti e che
andrebbe istituito nuovamente;
• Uno sportello periodico che svolga la funzione di URP decentrata;
• La raccolta differenziata, per la quale si ritiene necessaria una maggiore
sensibilizzazione ed educazione dei cittadini, per non vanificare gli sforzi dei
cittadini responsabili e garantirne un uso più efficiente e consapevole.
Domande
Quando verrà realizzata la tangenziale?
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Dal vecchio Piano Strutturale risulta che le volumetrie previste per Staggia sono già
state esaurite. Il nuovo Piano Strutturale prevedrà nuove volumetrie per la frazione di
Staggia? E se sì dove?
Tavolo B
Facilitatrice: Letizia Neri
La discussione si è svolta in modo pacifico, l’unico momento di tensione si è creato tra
due partecipanti sull’argomento “tangenziale”. Inizialmente c’è stata un po’ di
rassegnazione da parte dei presenti, i quali hanno evidenziato che le richieste fatte
dagli Staggesi al comune sono sempre state ignorate. Da segnalare che secondo due
partecipanti nelle lettere inviate è stato spiegato in modo poco chiaro la modalità di
svolgimento dell’incontro. Ritengono che gli abitanti di Staggia non avessero capito i
tempi della discussione pubblica e che si richiedesse la loro presenza dall’inizio alla
fine della discussione.
Come si vive a Poggibonsi?
In generale sembra che gli staggesi si sentano cittadini un po’ dimenticati rispetto agli
abitanti di Poggibonsi. Le raccomandazioni e le proposte emerse hanno riguardato
per lo più la frazione di Staggia Senese.
Mancanza di strutture e luoghi di aggregazione: tutti i partecipanti hanno
concordato sulla mancanza di strutture ricreative in cui socializzare, sia per gli anziani
che per i giovani. Per i giovani viene sottolineato da tutti che oltre alla scuola non c’è
niente da fare. Per gli anziani i partecipanti ritengono che a Staggia manchi un Centro
Anziani (presente invece a Poggibonsi e Bellavista).
Associazionismo: a Staggia sono attive 15 associazioni, ma anche queste non hanno
una sede da poter utilizzare e i membri si riuniscono nelle abitazioni.
Mancanza di spazi: non ci sono spazi per i cittadini in cui incontrarsi all’interno del
paese.
Atti vandalici e droga: più di un partecipante fa riferimento alla devianza giovanile,
dovuta alla mancanza di attività e di spazi ricreativi.
Come migliorare i collegamenti in città?
Viabilità: i partecipanti sono tutti d’accordo sul tema del traffico in paese, secondo gli
Staggesi presenti il traffico è soprattutto dovuto ai mezzi pesanti. Ritengono quindi
che la tangenziale potrebbe essere una risposta a questo problema in modo da
alleggerire il centro storico e le strade ad esso collegate. Sempre in relazione al
traffico pesante, un partecipante sostiene che la creazione della tangenziale
10 21
potrebbe spostare il traffico pesante dalla zona di Fontana, ora molto congestionata,
e di conseguenza agevolare e rendere più sicura la mobilità ciclopedonale. Un altro
partecipante sostiene come sia necessario attivare in parallelo politiche a favore del
turismo locale e, in generale, incentivare politiche per valorizzare Staggia Senese,
poiché la creazione della tangenziale e la diminuzione del transito all’interno del
paese potrebbe avere ripercussioni sull’economia locale.
Piste ciclabili/pedonali: i partecipanti ritengono che uno degli interventi da realizzare
sia il collegamento di Staggia con la pista ciclabile. Questo intervento favorirebbe
l’utilizzo delle bici e la diminuzione del traffico.
Secondo un partecipante un percorso pedonale/ciclabile a Fontana sarebbe un
intervento utile da realizzare, anche per incentivare la socialità. Per quanto riguarda la
manutenzione stradale i partecipanti affermano che i marciapiedi sarebbero da rifare.
Mezzi pubblici: i presenti all’incontro concordano tutti sulla scarsità e scomodità dei
mezzi pubblici, le corse dell’autobus sono poche e rare.
Cosa fare per permettere ai cittadini di vivere gli spazi pubblici?
Strutture: le proposte dei partecipanti hanno riguardato per lo più la creazione di
strutture in cui potersi incontrare, stare insieme, condividere esperienze. Alcuni
hanno definito questo intervento “indispensabile”. Nello specifico a Staggia
servirebbe: una stanza per le attività con i bambini, una stanza per le attività con gli
anziani che attualmente vanno solo al bar a giocare a carte, una stanza per i giovani,
che qualcuno ha identificato con una sala prove per suonare e stare insieme.
Valorizzazione delle strutture esistenti: molti hanno posto l’accento sulla
valorizzazione dell’ente paesano in cui ha sede il Bar Italia, attraverso la creazione di
attività come corsi di musica.
Orti e giardini: una partecipante propone la creazione di orti didattici/sociali in cui
coinvolgere giovani e anziani. In questo modo le persone più anziane potrebbero
insegnare ai giovani Staggesi come coltivare e curare un orto, con il vantaggio di
creare condivisione e distogliere i giovani da comportamenti devianti.
Come riorganizzare i servizi?
Manutenzione del verde: a Verrucola lo stato dei terreni e dei canali è trascurato e
quando piove le fogne si intasano. Anche la zona di Via Prato è poco curata, sono
trascurati sia i terreni che gli edifici.
In generale i partecipanti concordano nel ritenere poco curati i giardini, i terreni e i
fossi, a Staggia come a Poggibonsi.
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Cultura: a Staggia le associazioni si danno molto da fare, anche se un partecipante fa
notare che la collaborazione fra associazioni differenti va migliorata. Alcuni
evidenziano l’importanza del Teatro delle Ombre, un evento culturale che richiama
molte persone e artisti da tutto il mondo. I partecipanti ritengono che sia un evento in
cui il comune dovrebbe investire, poiché i fondi attuali non sono sufficienti.
Incontro a Bellavista Facilitatrice: Lorenza Soldani
All’incontro organizzato nella frazione di Bellavista hanno partecipato un gruppo
eterogeneo formato da uomini e donne di età compresa tra i 25 e i 75 anni, che si
sono fermate hanno contribuito alla discussione. La discussione è stata molto pacata
e sono stati tanti gli spunti emersi e le raccomandazioni costruttive che hanno
riguardato prevalentemente la zona di Bellavista e ma anche altre parti del territorio
comunale.
Come si vive a Poggibonsi?
La maggior parte dei cittadini presenti all’incontro ha sottolineato che la qualità della
vita di Poggibonsi è buona sotto vari punti di vista: è una zona tranquilla “non ci sono
furti e si dorme bene”, i servizi sono buoni e in particolare a Bellavista pur essendo un
piccolo centro, sono presenti servizi essenziali che facilitano gli abitanti, soprattutto
gli anziani (ad esempio la farmacia dove si possono anche prenotare esami senza
dover andare in ospedale). Una partecipante rileva inoltre che è lodevole lo sforzo del
teatro di Poggibonsi che negli ultimi anni ha ampliato la sua programmazione
nonostante i tempi di crisi, offrendo attività culturali che contribuiscono
all’arricchimento degli abitanti del Comune.
D’altro canto, sono anche state individuate alcune criticità su cui i partecipanti si
aspettano che l’Amministrazione intervenga attraverso una pianificazione più attenta
e incentrata sulle esigenze delle varie comunità che vivono sul territorio. Una delle
principali problematiche percepite dagli abitanti di Bellavista è la carenza di una vera
pianificazione, a fronte di una crescita esponenziale della popolazione residente e
della costruzione di nuovi blocchi abitativi, che negli anni ha determinato l’espansione
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di una frazione “disgregata” e determinato il formarsi di un quartiere dormitorio
sempre più carente di una sua identità. Nel corso della discussione sono stati molti gli
interventi che hanno sottolineato l’esigenza di impegnarsi come cittadini per
ricostruire un tessuto sociale e aggregativo che, soprattutto in questo periodo di
difficoltà economiche (sia dei cittadini che delle Amministrazioni), possa essere di
aiuto alle esigenze di tutti. In questo senso, pur non sollevando i cittadini dalle loro
responsabilità - “dobbiamo imparare ad usare meglio i servizi che ci vengono offerti”,
“non possiamo pretendere che ci sia qualcuno che raccoglie le carte sporche che
gettiamo in terra”, il gruppo ritiene che sia necessaria una progettazione condivisa in
cui l’Amministrazione torni ad essere promotrice di stimoli e di strategie per uno
sviluppo sostenibile del territorio, dal punto di vista ambientale e sociale ed in cui i
cittadini desiderano essere coinvolti per la condivisione degli obiettivi e delle
strategie.
Come migliorare i collegamenti in città?
I partecipanti ritengono che uno degli interventi prioritari per il miglioramento dei
collegamenti del territorio sia la realizzazione della pista ciclabile di collegamento a
Staggia e Poggibonsi che potrebbe incentivare una mobilità alternativa sicura.
Dal punto di vista del traffico, alcuni partecipanti ritengono che l’inserimento dei
sensi unici nella frazione abbia peggiorato la viabilità e che il traffico si riversi soltanto
in una parte di Bellavista. Altri suggeriscono di localizzare i servizi nella parte centrale
della frazione così da ridurre l’utilizzo dell’auto privata.
In molti hanno sottolineato la pericolosità della strada che collega la frazione ai
Lecchi, molto stretta, in alcuni punti senza protezioni laterali e con il manto stradale
dissestato.
Infine, ma non meno importante, l’esigenza di un collegamento migliore della zona
industriale con il resto del territorio, anche cercando di adeguare gli orari del
trasporto pubblico con la flessibilità richiesta ai lavoratori che spesso non hanno più
orari standard come in passato.
Cosa fare per permettere ai cittadini di vivere gli spazi pubblici?
Partendo dal presupposto che sono necessari stimoli culturali per favorire una
migliore fruizione della città ed in generale degli spazi pubblici, alcuni partecipanti
hanno evidenziato alcuni elementi che potenzialmente migliorerebbero sia il
Capoluogo che la frazione di Bellavista. In particolare su Poggibonsi è stata espressa
l’esigenza di valorizzare il sottopasso, con una programmazione di mostre,
allestimenti o istallazioni o con l’introduzione di alcuni esercizi commerciali che
possano “animare” un luogo attualmente poco frequentato.
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Uno spazio su cui importante continuare ad investire è il teatro che negli ultimi anni è
cresciuto sia come programmazione che come visibilità. Alcuni suggeriscono di
sfruttare maggiormente anche la sala sotto il teatro: “Si potrebbero organizzare
mostre in cui stimolare la creatività dei cittadini, un’esposizione degli hobby degli
abitanti in cui ognuno possa contribuire con ciò che gli piace”.
In generale i partecipanti ritengono che Poggibonsi e le sue frazioni abbiano spazi da
utilizzare maggiormente e sui quali potrebbe essere avviata una riflessione collettiva.
A Bellavista alcuni segnalano la Parrocchia e il Centro Insieme, dove vengono
realizzate molte attività ma che raggiungono solo una certa categoria di persone. La
scuola è inoltre indicata come luogo potenziale per l’organizzazione di attività extra
scolastiche a pagamento che permettano ai genitori di avere un servizio “vicino a
casa”.
Il gruppo sottolinea la carenza di luoghi di aggregazione e di socializzazione per fasce
giovanili e suggerisce di considerare luoghi di aggregazione non solo gli spazi al
chiuso: “sono spazi di aggregazione e di socializzazione anche i giardini, le strade, i
marciapiedi…”. Potrebbero essere organizzate attività ludiche e ricreative, mercatini,
laboratori, etc. in cui i cittadini ritrovino il gusto di uscire di casa e stare insieme.
Una partecipante suggerisce di installare un fontanello dell’acqua di qualità che oltre
ad essere un servizio per le famiglie che avrebbero una spesa in meno, darebbe un
messaggio importante sul piano ambientale e potrebbe inoltre diventare un punto di
incontro e di aggregazione.
Infine, per rendere migliore gli spazi pubblici del territorio alcuni cittadini
sottolineano l’esigenza di una maggiore manutenzione del verde “la pinetina di
Bellavista non è frequentabile perché dovrebbero essere potati i rami che quasi
toccano terra”.
Come riorganizzare i servizi?
Secondo il gruppo per un buon utilizzo e funzionamento dei servizi è importante
investire in una migliore comunicazione (anche delle iniziative e degli eventi). Alcuni
partecipanti infatti ritengono che molti dei servizi potrebbero migliorare se ci fosse
più connessione tra i fruitori del servizio e gli Enti erogatori dello stesso. Ad esempio
il servizio di trasporto scolastico, ha ricordato una partecipante che è madre di un
bambino che va alle elementari, potrebbe essere meglio modulato alle esigenze delle
famiglie per evitare che i genitori insoddisfatti decidano di utilizzare il mezzo privato
per portare i figli a scuola. Rispetto a questo c’è chi suggerisce anche di valutare
nuove forme di trasporto come il carpooling che unisce l’iniziativa privata al bisogno
collettivo oltre che ridurre le emissioni e promuovere forme di socializzazione.
Rispetto alla scuola, viene fatto presente che nelle strategie dell’Amministrazione c’è
la realizzazione di una nuova scuola materna a Bellavista che secondo il gruppo,
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potrebbe essere un’occasione di rinascita della frazione. Infatti, oltre ad essere
necessaria una nuova struttura, la frazione potrebbe avere un luogo più adeguato per
organizzare attività extra scolastiche non solo rivolte ai bambini della materna.
In generale i partecipanti ritengono che sia importante investire energie (non solo
risorse economiche) per facilitare l’aggregazione e la socializzazione. In questo senso
i partecipanti sottolineano che la pianificazione urbanistica assume un ruolo
particolarmente importante e che nell’ipotesi di costruzione di una nuova scuola,
l’Amministrazione dovrebbe porre particolare attenzione alla localizzazione
(“centrale e non periferica per evitare nuova disgregazione”) e alle infrastrutture
connesse, in particolare ai parcheggi.
Come tutelare il territorio?
Nel corso della discussione i partecipanti hanno più volte ricordato l’importanza di
una pianificazione anche in funzione di una politica di tutela del territorio. In
particolare secondo alcuni partecipanti dovrebbero essere evitati interventi come
quello di edilizia a canone concordato di via Jugoslavia, edificio chiamato dagli
abitanti della frazione “ecomostro”, che oltre ad avere un forte impatto
paesaggistico è percepito come un elemento di degrado (“rischia di diventare un
ghetto perché oltre ad essere un dormitorio è anche brutto, nessuno fa
manutenzione”). I partecipanti dunque ritengono che debbano essere posta più
importanza all’inclusività e all’identità dei luoghi.
Sull’uso del suolo, il gruppo condivide l’idea di attuare politiche di risparmio del suolo
e di recupero degli edifici esistenti. Un partecipante suggerisce di valutare la
possibilità di facilitare i privati che desiderano ristrutturare le case sparse del
territorio trovando un “equilibrio tra tutela e recupero del territorio” in modo da non
lasciare che il patrimonio edilizio delle campagne si perda completamente.
Infine il gruppo ritiene importante che vengano valorizzati gli interventi di
adeguamento degli edifici sia pubblici che privati secondo le nuove normative
dell’efficienza energetica.