Post on 13-Jul-2020
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IN QUESTO NUMERO:
IL CDQ E L'AMBIENTE - PARCO DELLA CISTERNA ROMANA - PIAZZA TARANTELLI - TRENO
ROMA - LIDO - EDIFICAZIONE CASAL GROTTONI - CORRIDOIO ROMA - LATINA - CONSORZIO
TORRINO COLLINARE - PALESTRA DI VIA FIUME GIALLO
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SOMMARIO
Editoriale: L’ANNO CHE VERRÀ di Federico Polidoro
Editoriale: IL CDQ E L'AMBIENTE di Augusto Garzia
QUEL TANTO ATTESO PARCO DELLA CISTERNA ROMANA di Genesio Pino
PIAZZA TARANTELLI - STAZIONE ROMA LIDO SIMBOLI DEL DEGRADO E DELLA SORDITA' DELLE AMMINISTRAZIONI di Dino Piscini
CASAL GROTTONI – UNA GROTTESCA INFINITA TELENOVELA di Domenico Lantieri
CORRIDOIO ROMA LATINA, UNA BUONA IDEA O SOLO ALTRO TRAFFICO E COSTI DA PAGARE? di Patrizia de Vivo
IL CONSORZIO LIQUIDO di Carlo Mazzanti e Augusto Garzia
PALESTRA DI VIA FIUME GIALLO, CHE SUCCEDE? di Augusto Grazia
Anno 12 numero 1 - distribuzione online gratuita Eco del Torrino - periodico del Comitato di Quartiere Torrino - Decima Registrato presso il Tribunale di Roma al n. 154 del 6 aprile 2000. www.cdqtd.it - info@cdqtd.it Presidente: Federico Polidoro - Direttore: Giuseppe Pelle - Vicedirettore: Dino Piscini - Redazione: Augusto Garzia, Domenico Lantieri, Dino Piscini, Genesio Pino, Patrizia De Vivo, Carla Piu. Prodotto in proprio finito di collazionare nel mese di dicembre 2012 Articoli, foto, disegni e manoscritti non si restituiscono.
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Editoriale
L’ANNO CHE VERRA'
di Federico Polidoro
Un altro anno, il 2012, si sta chiudendo. E come sempre si ragiona su quanto è accaduto e sull’anno che sta entrando, facendo gli auspici del caso. E non possiamo certo, come Comitato di Quartiere, nascondere la nostra profonda preoccupazione. L’anno che ci lasciamo alle spalle è infatti un anno che ci auguriamo non si ripeta e il futuro appare incerto e pieno di ombre.
Il quadro nazionale è stato caratterizzato, sul piano economico, da una crisi che non sembra volerci dare tregua. Il Prodotto Interno Lordo (PIL), dopo essere calato del 5,5% nel 2009 e aver avuto un limitato recupero nel 2010 (+1,8%) e nel 2011 (+0,4%), secondo le più recenti stime Istat, è previsto in calo del 2,3% nel 2012 e dello 0,5% nel 2013 (nonostante i segnali di ripresa attesi per il secondo semestre). E se non ci fossero le esportazioni, la situazione sarebbe ancora più grave visto che la domanda interna e in particolare la spesa delle famiglie residenti è previsto concluda il 2012 con una netta contrazione (-3,2%). Intanto la disoccupazione veleggia verso il 10,6% con un numero di disoccupati vicino alla soglia dei 3 milioni (a ottobre 2012 erano 2milioni e 870mila sempre secondo l’Istat). Sul piano politico, senza addentrarsi in valutazioni che non sono proprie di un Comitato di Quartier e, appare evidente agli occhi di tutti la pesante crisi in cui il sistema dei partiti si è avviluppato e la crescente lontananza tra la cosiddetta “politica” e la cosiddetta “società civile”. Tanto che abbiamo dovuto fare ricorso a un governo di tecnici, per evitare situazioni che sarebbero state ancora più gravi di quelle con le quali ci stiamo confrontano in chiusura d’anno. La crisi della politica ha avuto una sua espressione particolarmente virulenta nella sequenza di scandali che ha investito numerosi rappresentanti istituzionali e travolto una delle istituzioni a noi (cittadini di Roma) più vicine e cioè la Regione Lazio, da dove è tracimata una melma che nemmeno le menti più fervide avrebbero potuto immaginare.
E dal Lazio arriviamo a Roma. Una città che sta vivendo un declino che, a occhi particolarmente critici, appare quasi inesorabile. Basti citare, fra gli altri, i gravissimi problemi che stanno vivendo da una parte il trasporto pubblico e dall’altra la raccolta dei rifiuti. Roma è ormai strangolata dalla morsa del traffico, soffocata e messa a rischio, nella sicurezza dei pedoni, da un’anarchia ormai endemica (e scarsamente sanzionata) nei comportamenti degli automobilisti. Roma è una città sempre più sporca persino in quella che dovrebbe essere la sua vetrina e cioè il Centro Storico (peraltro ormai assediato e deturpato da una vera e propria privatizzazione senza regole del “suolo pubblico”, un bene che in particolare nel Centro Storico di Roma dovrebbe appartenere a tutti). Roma è ancora al livelli ridicoli di raccolta differenziata senza
che si intraveda ancora una soluzione al problema di fondo: dove mettere l’enorme mole di rifiuti che ogni giorno produciamo (con le proroghe dell’utilizzo della discarica di Malagrotta che si susseguono una dopo l’altra).
E l’inesorabile decadenza non ha certo risparmiato il nostro Municipio, il XII. In questo numero dell’Eco del Torrino, cerchiamo solo di documentare alcuni dei problemi che nello specifico riguardano i nostri quartieri. Ma certo, desta stupore e indignazione che, di fronte alle gravi criticità che attanagliano il vivere quotidiano dei cittadini, il prossimo futuro di questo territorio debba essere contrassegnato dai progetti relativi all’edificazione dello stadio della Roma (prevista per il 2016) e da quelli relativi all’edificazione di altri edifici di edilizia residenziale, nell’area compresa tra il GRA, Via Sciangai e Via Ostiense (altrimenti nota come l’area di Casal Grottoni), cioè a dire da un futuro ancora una volta di cemento senza servizi.
Pensiamo per un attimo a cosa sarà il nostro territorio se andranno in porto i progetti prima menzionati e insieme quello della bretella autostradale che attraverserà Tor de Cenci e quello delle torri alla fine di Via grande muraglia (incrocio con Oceano Pacifico), la cui edificazione è stata prospettata in connessione i progetti riguardanti l’area dell’ex velodromo. Lo stadio della Roma si porterebbe appresso il de profundis dello splendido progetto di oasi naturalistica nell’ansa del Tevere, proposto dal WWF e votato dallo stesso Municipio XII nell’ormai lontano 2009 (approvazione rimasta lettera morta), dal momento che insieme con lo stadio arriveranno altre case (tanto per cambiare). La bretella di Tor de Cenci aprirebbe una ferita non rimarginabile in un tessuto urbano che risulterebbe definitivamente deturpato (mentre da Tor de Cenci e da Spinaceto, la mattina si continuerebbe a non uscire dal momento che tutti i progetti di trasporto pubblico veloce con l’Eur sono stati ridotti a carta straccia). Dulcis in fundo, l’edificazione di cinque torri a Casal Grottoni, tre di 100 metri e due di 60, con il sovrappasso verso Torrino Mezzocammino, rappresenterebbero, in questo contesto, la fine dell’equilibrio che seppur precariamente e gravemente indebolito di recente (vedi edificazione tra Via grande muraglia e Via mar della Cina) ha caratterizzato il rapporto tra aree verdi e aree edificate nel nostro territorio. Un quadro, urbanisticamente parlando, quasi da incubo.
È di fronte a questi problemi che il pensiero va alle elezioni amministrative previste a Roma per la fine di maggio 2013. Ci si aspetterebbe già ora l’apertura di un confronto serio e profondo, un percorso di rinnovamento radicale che dia una barlume di speranza a chi ancora pensa che Roma (e dentro Roma il nostro Municipio e i nostri quartieri) meritino altro dal futuro di cemento che si sta delineando e dalla lenta decadenza di questo primo scorcio degli anni duemila. E è proprio quando pensiamo a tutto ciò, alle prime proposte che iniziano profilarsi, ai nomi che circolano (e ai programmi che incarnano), che non possiamo nascondere che il cielo appare pieno di nubi.
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Editoriale
IL CDQ E L'AMBIENTE
di Augusto Garzia
Oggi tutti parliamo di ambiente. E‘ una delle tante bellissime parole che spesso risultano però vuote. Vuote perché non riempite di decisioni, comportamenti, concretezza.
Noi del CdQ, assieme alle tante emergenze cui cerchiamo di far fronte, scontrandoci con istituzioni ed enti insensibili o “gommosi”, un’attenzione concreta all’ambiente – il nostro ambiente, quello a noi più vicino, oltre a quello per così dire planetario – l’abbiamo prestata e la stiamo prestando.
Nello scorso anno abbiamo partecipato ad un bando della Provincia con un progetto che ha dato vita al “verdetidona”. Un progetto che partiva dall’invito ad abbandonare le buste di plastica a favore di borse riutilizzabili, per poi via via ampliarsi al tema più generale di comportanti eco-rispettosi e sostenibili.
Che cosa resta a distanza di un anno di quella esperienza? L’obiettivo minimo (shopper di stoffa o comunque riutilizzabili) appare abbastanza consolidato, altri comportamenti relativi ad un uso più responsabile delle risorse, ad un più corretto conferimento dei rifiuti appare migliorato anche se ancora lontano dall’ ottimale.
E’ cresciuta anche l’attenzione verso le iniziative del CdQ ed il numero di chi ci segue (non magari quando si tratta di scendere in strada per una qualche manifestazione, purtroppo) è in costante aumento. Il sito creato nella circostanza (appunto il www.ilverdetidona.it ), che si affianca a quello istituzionale, è tuttora vivo e ricco di indicazioni e consigli utili.
Se però guardiamo a come trattiamo il nostro habitat – l’ambiente di cui siamo più direttamente responsabili – c’è ancora molto da fare. Al netto delle inefficienze o delle inadempienze della pessima gestione municipale o degli enti cui compete la fornitura di servizi (AMA, ACEA, ATAC) molto resta ancora da fare per eliminare comportamenti individuali di scarsa o nulla civiltà che, anche se non particolarmente dannosi per l’ambiente in generale, incidono sensibilmente sul decoro del nostro quartiere, sulla qualità del tessuto e del vivere quotidiano.
Per proseguire la nostra azione sul tema, anche quest’anno abbiamo aderito alla “Settimana Europea Riduzione Rifiuti” un’iniziativa a livello internazionale, il cui scopo esplicito va oltre la sana gestione del rifiuto (raccolta differenziata, innanzitutto) per indicare un modo di consumare più attento e responsabile. A monte, selezionando meglio ciò che compriamo in termini sia di quantità che di eco-sostenibilità, e ridando valore a ciò che non ci è più utile ma ha ancora una
ragione e una possibilità di vita. Riduzione: attraverso il riciclo, il riuso, la riparazione, il regalo, la rivendita. Tanti modi per evitare di rendere inutile (e costoso da smaltire) ciò che ancora può essere utile, a noi o ad altri. Su questo tema abbiamo incontrato molte persone e diffuso volantini con preziosi consigli, abbiamo arricchito di contenuti specifici i nostri due siti, abbiamo intrattenuto gli alunni delle quarte e quinte elementare della Scuola Fiume Giallo organizzando un mercatino di scambio virtuoso di oggetti vari, ed operato infine un breve intervento presso il Centro Anziani di Decima.
Il tutto nella limitatezza, anzi nell’assenza totale di risorse economiche, che non ci ha consentito né ci consente iniziative di maggior impegno finanziario. Ma che non ha fiaccato il nostro impegno sociale
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QUEL TANTO ATTESO PARCO DELLA CISTERNA
ROMANA
di Genesio Pino
Ringrazio la testata del CdQ Torrino-Decima che mi ospita
dando un minimo di amplificazione alla voce di tanti cittadini.
Ogni anno ci ritroviamo a scrivere articoli su vari problemi del
territorio e ogni anno registro con la stessa amarezza che
nulla cambia.
Anche per quanto riguarda la storia del Parco della Cisterna
Romana siamo alle solite. Un Parco fortemente voluto e
realizzato direttamente dai cittadini, una concessione
edificatoria che si mangia parte del parco, un progetto
discusso per anni con lunghe riunioni e ricerca di consensi.
Arrivati ad un accordo cade la giunta capitolina, il progetto
stranamente si ferma per quasi due anni, per riprendere
quest'anno con nuovi interlocutori sia da parte dei costruttori
che da parte dell’Amministrazione.
Viene quindi cancellato tutto il lavoro svolto che prevedeva
una serie di scelte , quella ad esempio di non consumare altro
territorio a favore dei privati e mantenere la manutenzione
pubblica solo ed esclusivamente per il parco e non per tutto il
verde. Invece al Municipio passano altre scelte, non condivise
con i cittadini, la gestione del verde diventa completamente
a carico del Comune, quella che prima era una collina diventa
un lembo di terra con spazio e attrezzature ridotte all'osso.
L'impressione è che ancora una volta i beni pubblici vengano
usati a favore dei soliti privati.
Ora una veloce storia che non possiamo e non dobbiamo
dimenticare che anzi ci dovrà accompagnare ogni volta che
saremo chiamati a fare delle scelte. Dovremo ricordarci i fatti
e gli attori. Quest'anno inizia il cantiere per la costruzione
delle due palazzine, iniziano i lavori di movimento terra che
erodono quasi due terzi della collina originale, creando anche
problemi ai palazzi già esistenti. I cittadini si attivano per
tutelare quel lembo di terra, ed arrivano ad organizzare anche
un' occupazione del cantiere. Si susseguono incontri e relativi
progetti tra il costruttore, i cittadini e l'amministrazione.
Arriva così con data maggio 2012 la variante di un progetto
che ignora tutte le indicazioni che il CdQ insieme con i
cittadini avevano proposto al costruttore e agli Uffici
competenti. La costruzione delle palazzine quindi procede e
ancora più velocemente procede la realizzazione del parco,
dato che il costruttore si preoccupa di consegnare il prima
possibile l'area pubblica "pseudo" attrezzata, per poter
terminare il suo piano edificatorio.
Oggi abbiamo un parco che sembra solo una mera
decorazione delle palazzine, che sembra ignorare criteri di
sicurezza e norme per i disabili. Abbiamo un sentiero
(attualmente chiuso ai cittadini, che si lamentano ormai da
settimane) che verrebbe chiuso durante le ore notturne e che
ha un dislivello del 14% circa (dichiarato da operatori di
cantiere) che ne limita quindi l'accesso ai disabili, ai
passeggini, agli anziani. Abbiamo una staccionata di legno che
sembra non proteggere a sufficienza i bambini da uno
strapiombo di alcuni metri. Abbiamo un campetto senza
alcuna rete di recinzione e senza la fascia di rispetto di 4
metri prevista nel progetto. Abbiamo un' area cani con una
recinzione di appena 90 cm. Abbiamo soprattutto il dubbio
che nell'approvazione della variante del progetto i nostri
amministratori non abbiamo prestato molta attenzione ai
contenuti del progetto stesso. Ci chiediamo a questo punto
con quale coscienza possano andare avanti validando il
collaudo e la consegna dell'area.
Per questo il CdQ ed i cittadini hanno inviato, al Municipio e al
Comune, una diffida a non prendere in consegna quell’area.
Leggi la diffida. Questo atto vuole soprattutto ricordare alle
amministrazioni che la cosa pubblica si deve governare in
nome ed in favore dei cittadini, con una reale partecipazione
di questi ultimi ai processi decisionali.
Vorremmo evitare che anche questo capitolo si chiuda con il
solito "pigliatutto" del costruttore "potente", un gioco che
soprattutto a Roma ha portato sempre a grandi disastri di
speculazione edilizia.
In ultimo ricordiamo che nel progetto esiste anche la
realizzazione di un asilo nido, come opera a scomputo, un
progetto completamente fermo per ragioni burocratiche e
che probabilmente non verrà mai costruito! Il CdQ comunque
si batterà anche per questo.
Guarda tutte le foto del progetto
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PIAZZA TARANTELLI - STAZIONE ROMA LIDO,
SIMBOLI DEL DEGRADO E DELLA SORDITA' DELLE
AMMINISTRAZIONI
di Dino Piscini
Da molti anni il CdQ denuncia il Municipio 12 ed il Comune di
Roma per la situazione che si verifica a Piazza Tarantelli. La
piazza è divisa incongruamente tra un'area adibita a
parcheggio indisciplinato per le auto, una parte centrale
utilizzata due volte a settimana per il mercato rionale, una
parte semi attrezzata a parcheggio camper mai utilizzato,
delimitata da una recinzione fatiscente e una parte per il
capolinea dei Bus Atac 777 e
078.
E' ovvio che uno spazio così
grande e così male utilizzato
penalizza il quartiere. La
piazza infatti è diventata il
simbolo del degrado della
zona e dell'incuria delle
amministrazioni del nostro
Municipio. Nel corso del
2010 il sedicente "parcheggio
camper" viene trasformato in
pericolosa discarica abusiva.
Il CdQ interviene con
denunce, richieste di bonifica
e dossier fotografici inviati
alle autorità competenti. Una prima bonifica avverrà solo a
febbraio 2012. L’area attualmente è chiusa con un lucchetto e
vi stazionano due roulotte: abusivamente.
Il CdQ chiede da molto tempo al Municipio una
riorganizzazione dell'area. Chiede di delimitare il parcheggio
con delle strisce per le auto. E di spostare il mercato rionale
nell'area camper opportunamente riattrezzata.
La Piazza è collegata al territorio attraverso via Sansotta e
Piazza Hazon; dalla sua nascita il Torrino Sud ha progettato la
realizzazione di un’area a mercato ortofrutticolo analogo a
quelli esistenti nei vari quartieri di Roma.
Roma Caput Mundi che ha insegnato al mondo intero la
progettazione delle città, lascia l'area inutilizzata piena di
erbacce e ospita un mercatino ortofrutticolo disorganizzato e
privo di servizi nel piccolo parcheggio adiacente. Anche in
questo caso le continue denunce del CdQ, dei cittadini e degli
stessi operatori del mercato non sono servite a niente !!!!
Nessuna delle amministrazioni che si sono succedute negli
anni ha mai voluto sanare questa situazione.
Veniamo ora al problema legato alla stazione della linea
ferroviaria Roma-Lido: limitiamoci a rammentare come nasce.
Dopo l'unità d'Italia per collegare Roma al mare si migliorò la
via Ostiense in origine disegnata dalla Roma imperiale e fu
progettata la linea ferroviaria attuale. Con l’avvento del
Fascismo la linea viene completata ed avviata. Nel 1960 in
occasione delle Olimpiadi di Roma viene trasferito
l’ippodromo di trotto di Villa Glori in un impianto moderno
realizzato nell’area a ridosso dell’ansa del Tevere all’altezza
del decimo chilometro della via Ostiense in seguito definita
Tor di Valle. La stazione viene sollevata per permettere il
passaggio dei viaggiatori che si recavano all’ippodromo senza
attraversare la via Ostiense e la via del Mare. All’inizio degli
anni 80 nasce poi il Torrino Sud poi il Torrino Nord, poi
Torrino Mezzocammino: i residenti così diventano decine di
migliaia. Il progetto quindi è
antico ma i problemi sono
moderni, la linea ferroviaria e la
stazione sono ora totalmente
inadeguate a gestire il traffico di
pendolari che ogni giorno la
affollano trovando treni in
perenne ritardo, guasti continui e
una stazione senza nemmeno una
pensilina per la pioggia o per il
sole. Il CdQ chiede da anni una
nuova stazione ed un sostanziale
miglioramento della linea con
frequenza tipo Metropolitana. La
linea è di proprietà della Regione
Lazio che in effetti programma un
adeguamento della stazione.
Appunto programma, ma non realizza. La storia va avanti
dall'anno 2000 arrivando ad oggi dove a seguito di gara viene
scelto un progetto nella primavera del 2012.
La soluzione sembra essere vicina ma il progetto viene prima
bloccato dalla crisi politica della giunta, quest'estate e proprio
qualche giorno fa invece viene ripreso per procedere con
nuovi finanziamenti verso la sua realizzazione. O forse no? O
forse si? Dobbiamo crederci? Una cosa è certa il CdQ non si
stancherà mai di chiedere una soluzione per la stazione e la
piazza.
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CASAL GROTTONI – UNA GROTTESCA INFINITA
TELENOVELA
di Domenico Lantieri
1/LA STORIA DI IERI. La storia di Casal Grottoni, un
comparto confinante con il quartiere Torrino Sud e delimitato
dal GRA e dalla Via Ostiense, è un esempio di quel modello
adottato per decenni dal Comune di Roma per lo sviluppo
delle periferie metropolitane. Il fatto che esista un Piano
Regolatore Generale (PRG) in vigore non ha mai
rappresentato un vincolo. Si continua ad abusare delle
deroghe allo stesso e di ripetute deroghe alle deroghe. In
pratica è come se detto piano non esistesse.
Nelle altre nazioni europee, in particolare mi riferisco alla
Francia e alla Germania, oltre ai piani regolatori generali, le
istituzioni progettano anche piani particolareggiati, che poi
vengono assegnati in gara per la loro realizzazione.
A Roma invece avviene l’opposto: i piani particolareggiati li
progetta e propone chi li deve realizzare e le istituzioni li
approvano e danno le concessioni chiedendo in cambio oneri
concessori da tradurre in opere sul territorio. Il guaio è che
queste proposte provengono, in conflitto d’interessi, dai
proprietari dei terreni e dai costruttori, che in maggior parte
sono anche proprietari essi stessi. Le urbanizzazioni si
evolvono quasi sempre, come già detto, in deroga al PRG.
Fra l’altro, un modello abbastanza ricorrente nei quartieri
periferici in realizzazione o ristrutturazione è quello di
costruire enormi supermercati o centri commerciali che di
fatto diventano luoghi d’incontro, anche fra persone di una
certa età, essendo dotati di impianti di condizionamento
adatti alle varie stagioni. Questo punto d’incontro non ha
alternativa ed è molto sfruttato, dal momento che non
vengono realizzate quasi mai strutture idonee per consentire
una socializzazione diversa. Questo aspetto è stato discusso
anche nel convegno “LA CITTA’ PERDUTA – UN DIBATTITO
SULLA PERIFERIA” tenutosi alla Casa dell’Architettura, sede
dell’Ordine degli Architetti di Roma, il 20 novembre scorso.
Quanto sopra citato si adatta perfettamente alla storia
pluridecennale di Casal Grottoni, basata sulla pura
speculazione, storia che inizia con la costruzione dal palazzo
dove si è insediata la società IBM.
Nel 1989, la Società Immobiliare Mariner chiese al Sindaco di
Roma il rilascio di una concessione edilizia per la realizzazione
di un complesso produttivo in località Casal Grottoni. Dal
momento che il Sindaco non provvide nei termini di legge, la
Mariner chiese l’intervento, in via sostitutiva, della Regione,
che rilasciò la concessione edilizia in data 4 giugno 1990. La
concessione venne impugnata presso il T.A.R del Lazio dal
Comune di Roma il quale la annullò in prima istanza, con la
motivazione che “l’intervento edilizio esauriva ogni ulteriore
possibilità edificatoria della zona, in violazione della legge
n.10/1977 (Bucalossi)”. Fra l’altro, vigeva, dal 1979, la norma
che le superfici coperte degli edifici o dei complessi produttivi
non potevano superare 1/10 dell’area di proprietà.
Inoltre, l’intervento edilizio, oltre ad esaurire ogni ulteriore
possibilità edificatoria della zona, imponeva il vincolo, da
parte della Mariner, di mantenere liberi i 9/10 dell’area dove
è sorto il complesso produttivo, asservendo quest’area allo
stesso e di rimodellarla con infrastrutture da destinare all’uso
dei cittadini.
Alla sentenza del TAR seguirono altre vicissitudini giudiziarie,
fino a livello del Consiglio di Stato, il quale, con sentenza del 1
febbraio 1995, dichiarò comunque illegittimo l’intervento
edilizio per la mancanza di uno strumento di raccordo
urbanistico fra l’intervento globale concesso e le opere di
urbanizzazione. La Mariner procedette inoltrando istanza di
concessione in sanatoria ed adoperandosi per definire il
mancante piano di raccordo al fine di giungere ad un’intesa
con il Comune di Roma ed al successivo convenzionamento.
Il 2 agosto 1996, infatti la Mariner si impegnò per iscritto a:
cedere gratuitamente al Comune di Roma un’area da
destinare a verde pubblico per un’estensione di circa 7 ettari
tra il GRA e il quartiere Torrino Sud; sistemare a verde
attrezzato tale area; ristrutturare e cedere gratuitamente al
Comune di Roma il Casale (dal quale prende il nome l’intera
area) completamente ristrutturato di circa mq. 600 da
destinare ad usi sociali; realizzare a propria cura e spese,
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sulla base di indicazioni tecniche date dalla pubblica
amministrazione, la strada di collegamento tra Via Sciangai e
il casale; valutare la possibilità di realizzare a propria cura e
spese e sulla base delle indicazioni tecniche fornite dalla
pubblica amministrazione la stazione della metropolitana
posta a ridosso della linea già esistente, l’annesso
parcheggio, la relativa strada di accesso ed il plateatico
coperto da realizzare sull’area comunale di via Sabatini.
La Mariner poi, seppur per un lotto più limitato di interventi,
fece di più: poiché la convenzione di raccordo tardava ad
essere conclusa, depositò un atto notarile d’impegno nel
quale si dichiarava che, nelle more della definizione della
convenzione con il Comune di Roma, avrebbe realizzato la
strada d’accesso al Casale, ristrutturato il casale stesso
concedendolo in comodato al Comune di Roma, risistemato
sulla base dei desiderata del Comune di Roma il verde
pubblico dell’intera area circostante il casale.
Questa rievocazione della vicenda Mariner, fino al 1997, serve
a ben comprendere quanto di tutto ciò - con particolare
riferimento alla piena utilizzazione e sistemazione ad utilità
del quartiere della restante area in termini di oneri concessori
- non sia rimasto più niente.
In questo piano non esistevano: il collegamento con
Mezzocammino e con Via Ostiense, i 1.500 posti auto, anche
multipiano o collocati sul parco, e non era possibile ipotizzare
un qualunque ulteriore intervento edilizio sull’area.
2/ LA STORIA DI OGGI (e di domani??)
Oggi, ci troviamo nell’epoca delle compensazioni. Ne
sappiamo qualcosa con la lottizzazione di Via della Grande
Muraglia (dove molte cose non vanno bene e il CDQ è giunto
alle diffide) e con quello che si vuole realizzare a Casal
Grottoni, che ovviamente farà parte del Quartiere Torrino
Decima.
Cos’è la “compensazione”?
E presto detto: una zona di Roma si rifiuta di accettare sul
proprio territorio dal Comune centinaia di migliaia di mc di
mattone e il Comune li sposta in un’altra zona di Roma.
Tor Marancia, Vicolo Clementi non vogliono mattoni?
Nessun problema: c’è Torrino Sud! Ha tanto spazio, tanto
verde che non si è nemmeno in grado di accudire; metà del
parco di Via Canton è stato espropriato per realizzare le terza
corsia del GRA, quattro palazzine di sei piani sono state
collocate in Via della Grande Muraglia e c’è ancora tanto
spazio a Casal Grottoni!
DIBATTITO AL BAR - “Ma lì non si può più costruire, la
Mariner ha saturato tutta la cubatura, ha costruito pure il
50% in più di quanto si poteva realizzare!” - “Sì, ma l’ha
condonato!” - “Ma non doveva fare le opere derivanti dagli
oneri concessori su tutto il comparto, senza costi per il
Comune?” - “Ma non fa niente, tanto le faranno fare ai nuovi
costruttori” - “Insomma, si è fatto un regalo alla Mariner?” -
“ Mah, questo non si sa”.
Bene. Usciamo dalla boutade. Parliamo della compensazione,
da Vicolo Clementi (M2= cubatura) a Casal Grottoni (M1=
assenza di cubatura). Si approvano diverse deroghe al PRG e
si fa quello che si vuole, bastano quattro righe in una o più
delibere comunali.
Il primo piano realizzativo che viene proposto dal Comune
prevede un enorme centro commerciale, 1.500 posti auto
(da realizzare anche su zona parco e in un multipiano),
cubatura residenziale per 40.000mc in zona parco, un
collegamento con Mezzocammino e con Via Ostiense - Via del
Mare.
Il Comitato di Quartiere Torrino Decima si oppone al progetto
proponendo varianti.
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Il progetto viene cambiato.
La seconda proposta realizzativa prevede: l’eliminazione del
collegamento con Mezzocammino, la riduzione della cubatura
del centro commerciale, l’eliminazione della cubatura sul
parco e trasferimento della stessa al posto del parcheggio
multipiano; il mantenimento del collegamento con Via
Ostiense. Il Comitato di Quartiere fa le sue osservazioni, e
tutto si blocca, fino all’ultima versione di proposta del
Comune.
La terza proposta realizzativa prevede: l’edificazione di 5
grattacieli, 3 di 100 metri (come le due torri dell’EUR) e due di
60 metri, il ripristino del sovrappasso sul GRA con
Mezzocammino, l’eliminazione del collegamento con Via
Ostiense - Via del Mare, la costruzione di un asilo nido -
scuola materna, la trasformazione del Casale in centro
sociale, la stazione ferroviaria con posti di parcheggio ridotti,
il collegamento stradale tra la stazione e Via Fiume Giallo, il
collegamento con Via Sciangai e il parco su tutta la sua
estensione (dal Torrino all’Ostiense). Il raccordo con Via
Ostiense sarà realizzato in corrispondenza della stazione di
Tor di Valle, con sottovia, e non a Casal Grottoni.
Le posizioni sempre sostenute dal nostro Comitato di
Quartiere, in risposta alle varie proposte, sono state le
seguenti: ovviamente il rifiuto di nuova cubatura (stante le
previste infrastrutture da realizzare a carico della Mariner in
virtù degli oneri concessori senza costi per la comunità,
compresa la stazione, tanto per citare la più importante), il
rifiuto del sovrappasso con Mezzocammino, lo spostamento
del collegamento con via Ostiense da Casal Grottoni al Fosso
del Torrino, che aggraverebbe il traffico infra quartiere.
Quest’ultima proposta progettuale porta facilmente a
prevedere alcuni inconvenienti. Il collegamento con
Mezzocammino porterà traffico automobilistico da questo
quartiere verso l’imbuto di Casal Grottoni. Alcuni proveranno
a parcheggiare l’auto nei siti previsti, non sufficientemente
capienti, per prendere la metro, altri si riverseranno nel
Torrino attraverso Via Sciangai e Via Fiume Giallo. I parcheggi
saranno utilizzati inevitabilmente dai 3.000 che abiteranno o
che lavoreranno nei 5 grattacieli e non saranno sufficienti per
gli abitanti del confinante Torrino che utilizzeranno la
“metro”, diventando la stessa la metro-stazione di zona del
quartiere. Il collegamento stradale con Via Fiume Giallo,
bidirezionale, porterà su Piazza Cina e Via Cina, già
congestionate nelle ore di punta, o porterà altri passeggeri
alla metro, in carenza, come già detto, di un numero di posti
di parcheggio sufficienti.
Conclusioni. Che fine hanno fatto gli impegni presi dalla Mariner? Perché il Comune di Roma ha lasciato che nessun degli impegni pressi dalla Mariner fosse mantenuto e oggi vuole costringere il quartiere ad una pesantissima colata di cemento con la giustificazione di finanziare infrastrutture altrimenti
non finanziabili? Forse è il caso di mettere da parte il progetto di compensazione edificatoria su Casal Grottoni e costringere chi a suo tempo prese impegni e stanziò fondi a rispettare almeno quelli sanciti in una scrittura privata depositata presso il notaio? Il Comune ha trasmesso ufficialmente al Municipio
quest’ultima proposta progettuale per ottenerne un parere,
fra l’altro non condizionante. Il Municipio ha convocato il CDQ
per un parere. Il CDQ ha chiesto l’accesso agli atti, e darà il
suo parere, che non potrà che essere negativo. Il Comune
rimane in attesa della risposta ufficiale del Municipio.
E’ facile supporre che la grottesca telenovela non sia finita.
Guarda il progetto
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CORRIDOIO ROMA LATINA, UNA BUONA IDEA O SOLO ALTRO TRAFFICO E COSTI DA PAGARE?
di Patrizia de Vivo
Il 21 dicembre del 2001 mentre si avvicina il Natale, la politica
si stava interessando del XII Municipio e quel giorno diede il
meglio di se mostrando doti di tempestività e coordinamento
fuori dall’ordinario. In quella giornata il governo italiano
varava la legge obiettivo 443 per la realizzazione di grandi
opere e il CIPE emetteva la delibera n. 121 citando già la legge
obiettivo 443 ed indicando il corridoio A12-Pontina - Appia e
la Bretella Cisterna - Valmontone fra le opere da realizzare
con tal legge.
Stiamo parlando di 99,8 km di autostrada contorta e piena di
svincoli eseguita con stanziamenti pubblici e privati per un
importo stimato di 2.728 milioni di euro dato in appalto ad
Autostrade del Lazio SpA (società mista tra Anas e Regione
Lazio). Per essa si stima un traffico di 10.000 auto e 7.000
camion al giorno.
Il primo lotto dei lavori riguarderà proprio la tratta A12/Roma
(Tor de' Cenci) Latina. L’Intervento prevede, 2 viabilità
complanari gratuite nel tratto tra Aprilia Sud e Latina per
complessivi 18,2 km, la messa in sicurezza ed adeguamento
ad uso per traffico locale ed urbano del tratto di Pontina tra
Pomezia Nord ed Aprilia Sud per circa 22 km, un
attraversamento del Tevere e per la restante parte la strada è
interamente soprelevata ed a pagamento.
Il progetto è stato approvato il 3 agosto 2012 dal CIPE e già un
gruppo di persone (13) della zona Torrino Mezzo Cammino
hanno fatto ricorso al TAR contro il decreto n.25 del 3.7.2012
della Regione Lazio poiché quando hanno acquistato gli
immobili non erano a conoscenza che a poche decine di metri
da loro sarebbe passata questa autostrada che porta smog,
rumore e deprezza gli immobili... un vero affare!!!!
Si attende ora anche la delibera del CIPE contro la quale
faranno ricorso per la sospensione dell'opera proponendo in
alternativa la prima stesura dell'opera che vede il corridoio
passare per la tenuta del presidente e per Vitinia, su territori
militari. A breve partiranno le lettere per la confisca dei
territori attraversati.
Già nel 2001 il Piano Generale dei Trasporti fotografava per
l’Italia una situazione preoccupante, la peggiore d’Europa, in
cui il 60% delle merci e l’85% dei passeggeri sceglieva il
trasporto su strada. Era opportuno quindi invertire questa
situazione ma non ci hanno mai nemmeno provato!! Ed oggi il
64% merci e 93% passeggeri sono su strada.
Per aggiungere un altro tassello alla comprensione del
misfatto bisogna sapere che utilizzando la legge Obiettivo si
accede a procedure semplificate che consentono di derogare
sull’impatto ambientale e sugli aspetti economico-finanziari
che ne giustifichino l’utilità. E’ come dire che anche se inquina
o l’opera attraversa territori coperti da vincoli ambientali
(come i parchi nazionali) e se si dimostra che l’opera costa
troppo rispetto ai benefici che si ricaverebbero, la si può fare
lo stesso. Questa si che è vera semplificazione.
Consideriamo anche che poiché i finanziamenti verranno
stanziati anno per anno questo comporterà che una volta
avviati i lavori potrebbe non esserci la possibilità reale di
concluderli se non aumentando la spesa pubblica, il che non è
così improbabile visto che è così che finora sono andate le
cose in tutti i progetti simili.
Che fare? Se pensate ancora di vivere da queste parti e
pensate che hanno passato il segno, oltre alla via legale
occorre fare leva sulla politica e chiedere al governo
nazionale e regionale di oggi e di domani di rinunciare a
quest’opera ed a tutte le opere pubbliche palesemente inutili
e dannose per il Paese e magari recuperare risorse per la
tutela e la sicurezza del territorio che è messo a dura prova
dalle piogge e dai terremoti. Occorre imporre una diversa
mobilità che privilegi il trasporto pubblico veloce rispetto al
trasporto privato che è troppo costoso in tutti i sensi.
E pensare che una volta l’autostrada era sinonimo di
progresso oggi è traffico, speculazione edilizia e costi da
pagare per la collettività.
Il progetto per chi è interessato a vederlo da vicino si trova
su:http://verdilazio.it/images/stories/pdf/roma_civitavecchia
/simulazioni-opera.pdf e www.autostradedellazio.it
Guarda il progetto dal sito del CdQ
11
Il Consorzio Torrino Collinare, in liquidazione, è duro a
morire. Sembra che tutto si sia fermato, se non la
determinazione del Comitato di Quartiere Torrino Decima che
continua a raccogliere firme per la convocazione di
un’Assemblea straordinaria.
Assemblea al cui o.d.g. ci sia la richiesta di modifica del
quorum per la validità delle assemblee stesse e l’introduzione
di una norma che preveda il recesso di un consorziato una
volta saldata ogni sua pendenza.
La raccolta firme da parte del CdQ continua tra non poche
difficoltà, anche per una scarsa sensibilità di molti consorziati,
che spesso si lamentano ma non sono poi conseguenti. Per
raggiungere la percentuale di adesioni necessaria,
occorrerebbe l’impegno degli Enti.
Il Rag. Claudio Bresciani, presidente del Collegio sindacale del
Consorzio e braccio destro del Liquidatore, afferma che
contattare i vari Enti proprietari di immobili ubicati nel
Consorzio risulta “impossibile ”.
Impossibile? Diciamo meglio “intollerabile”, per una struttura
ed un responsabile (il liquidatore “fantasma”) il cui compito è
chiudere il Consorzio e non lasciare che per inefficienza o
incapacità questo continui a sopravvivere a costi crescenti.
Per chi non avesse ricevuto ultimamente una missiva da parte
del Consorzio segnaliamo che il bilancio preventivo 2012 – su
cui basare la richiesta di pagamento quote – ammonta a
520.000 euro: cinquecento ventimila euro, per un ente che da
oltre 10 anni non deve più fornire servizi !!!!!!!!
A parte ogni altra considerazione, ciò comporta che – per gli
elevati quorum richiesti dal vecchio statuto - non si riesce
nemmeno a far approvare i bilanci consuntivi, per cui, da un
lato, la ricorrente richiesta di pagamento quote risulta priva
di base giuridica e, dall’altro, manca il titolo per agire nei
confronti dei molti morosi, per cui il debito è destinato non
solo a perpetuarsi ma a crescere continuamente.
E le prospettive sono ancor più grigie, se non nere. Molti Enti
stanno vendendo o hanno già venduto nel tempo gli
appartamenti utilizzati da tanti anni dai loro inquilini. Cresce
pertanto il numero dei consorziati (a detta del Consorzio sono
già attorno ai 4.000) con il risultato di rendere sempre più
problematica la tenuta di assemblee sia ordinarie che, peggio
ancora, straordinarie.
A ciò si aggiunga che alcuni Enti hanno venduto senza fornire
al Consorzio gli estremi degli acquirenti, gran parte dei quali
ignora o finge di ignorare di essere a loro volta vincolati nei
confronti del Consorzio. Altrettanto hanno fatto molti singoli
proprietari, oggi irreperibili, con i loro subentranti, spesso,
all’oscuro del vincolo assunto-
Per le vendite prossime la situazione non offre segnali più
tranquillizzanti, vista la conclamata incapacità del Consorzio
di imporsi nei confronti degli Enti stessi o di prevenire la
“scomparsa” di molti privati consorziati.
A questo punto che fare? Continuiamo a raccogliere firme,
cercando di raggiungere e convincere qualcuno almeno degli
Enti. Ma questo probabilmente non basta.
Constatata l’incapacità del Consorzio di perseguire l’unico
scopo residuo, ossia la sua liquidazione e chiusura, occorre
verificare se:
la sostanziale inerzia nei confronti degli Enti,
l’insipienza verso la prevedibile e costante mutazione
(causa vendite) della platea dei consorziati e la loro
progressiva frammentazione,
la cieca opposizione a consentire alle modifiche
statutarie proposte,
nonché l’oscura vicenda relativa alla titolarità e regolarità
del collettore fognario – concausa, quanto meno, dei
miasmi che ammorbano il quartiere – non prefigurino un’azione di responsabilità nei confronti del
suo liquidatore, con tutto quanto ne dovesse conseguire.
IL CONSORZIO LIQUIDO
di Carlo Mazzanti e Augusto Garzia
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PALESTRA VIA FIUME GIALLO: CHE SUCCEDE?
di Augusto Garzia
Dopo la consegna al legittimo concessionario (la ASD Roma
Eur Torrino Sport) dell’impianto di via Fiume Giallo, avvenuta
con una festeggiamento di quartiere nel giugno 2011, la tanto
attesa palestra appare ancora come una cattedrale nel
deserto. Come mai?
Abbiamo pregato Paolo Patriarchi, uno dei responsabili della
Roma Eur Torrino Sport di dare a noi e al quartiere dei lumi al
riguardo. Sintetizziamo quanto riportato in una dettagliata
relazione che ricostruisce dall’inizio una esemplare storia di
mala burocrazia ( e mala politica).
I lavori del palazzetto furono iniziati nel 2001, terminati -
senza peraltro completarli - nel 2005 e messi a bando nel
2007 (!!!).
Del bando risultò vincitore la SSRL Roma Pallavolo, entrata
immediatamente nella disponibilità del bene, senza apportare
migliorie o lavori ma con l’obbligo di custodia e guardiania.
L’attuale concessionaria (allora Consorzio, non ancora ASD)
riscontrate notevoli discordanze nelle dichiarazioni
dell’aggiudicatario e la mancanza di titoli formali nella
presentazione del progetto tecnico edilizio, ricorse al
Consiglio di Stato che, con sentenza ottobre 2009, condannò
sia il Comune che la Roma Pallavolo.
Per ben due anni il Comune non ottemperò alla sentenza del
Consiglio di Stato, lasciando inoltre che il bene – realizzato
con soldi pubblici – nel frattempo incustodito, venisse
vandalizzato e derubato di tutto quello che poteva avere il
benché minimo valore.
Nel verbale di consegna (per la sola custodia e guardiania!!!)
del giugno 2011 fu riscontrato lo stato di devastazione, usura
e incuria risalente al periodo antecedente. Per non parlare
dei vizi di costruzione emersi successivamente.
Dopo di allora è iniziato il tortuoso processo di
formalizzazione, con presentazione del progetto di
ristrutturazione, richieste di autorizzazioni a Comune e Coni,
documentazione per il computo degli anni di concessione,
richiesta del rilascio di fidejussione da parte del Comune
come previsto dal bando.
L’iter non è ancora concluso, mentre il Comune sostiene di
non avere disponibilità di plafond per il rilascio della
prescritta fidejussione, necessaria perché la concessionaria
possa ottenere un finanziamento adeguato.
Se, come ora si spera, tutto questo si risolverà in tempi brevi,
entro la fine di marzo prossimo dovrebbero iniziare i lavori
per rendere agibile l’impianto, attraverso una completa
ristrutturazione edilizia, una sua messa in sicurezza, un totale
rifacimento dell’intera impiantistica, nonché un
completamento delle opere esterne e dell’area verde
circostante, come previsto dal bando 2007.
Sei anni di calvario, soldi della collettività sperperati, la
sottrazione a lungo di un’ offerta di servizi alla cittadinanza:
questa è la storia, ad oggi, della Palestra di via Fiume Giallo.
Una tipica (tristissima) storia italiana.
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TOR DI VALLE: LA STAZIONE E … LO STADIO DELLA ROMA
La Regione ha finalmente sbloccato l'iter per la concessione del
finanziamento da tempo stanziato per la costruzione della Stazione
che dovrà sostituire dopo una attesa di lunghi anni l’attuale
fabbricato del tutto inadeguato. Nel mese di gennaio l'Atac
dovrebbe assegnare l'appalto alla ditta vincitrice dell'appalto e così il
progetto inizierà il suo corso di realizzazione. Se non ci sono altri
intoppi (e il rischio è sempre dietro l’angolo), i lavori dovrebbero
essere completati tra la fine del 2014 e la primavera del 2015.
Certo per almeno un altro paio di anni la situazione resterà più o
meno la stessa: con qualche inconveniente in più, dati i lavori, ma
anche con qualche miglioramento che nel frattempo si renderà
operativo.
Quello che stenta – mancano soldi, mancano treni, manca
personale, mancano infrastrutture adeguate – a decollare è la
qualità del servizio. Treni insufficienti, frequenti guasti o ritardi o
cancellazione di corse, superaffollamento nelle ore di punta. I
responsabili della linea, come abbiamo potuto constatare, fanno del
loro meglio, ma la situazione è oggettivamente difficile.
E’ proprio di questi giorni la notizia dell’accordo fra il costruttore
Parnasi e la nuova proprietà della Roma Calcio per la costruzione del
nuovo stadio della squadra giallorossa nell’area di Tor di Valle. Una
bella notizia certamente per quei tifosi del nostro quartiere che si
troveranno l’impianto sotto casa.
Un nuovo incubo per tutti gli altri, al pensiero di quanto in termini di
traffico e problemi connessi si scaricherà su un asse già al limite del
collasso.
Se al paventato nuovo insediamento di Casal Grottoni, va a
sommarsi l’impatto determinato dallo stadio – che sarà una
struttura polivalente non destinata quindi ad incidere solo nei giorni
del calendario calcistico – e quello del quasi certo quartiere che
sorgerà a ridosso dello stesso, c’è di che essere certamente
preoccupati.
La realizzazione del progetto – che sarebbe definito entro l’anno per
il successivo avvio dei lavori il cui completamento dovrebbe avvenire
nel 2016 – prevede lo spostamento in altra area cittadina
dell’ippodromo, interventi (copertura???) sul depuratore, una
ristrutturazione della rete viaria, oltre alla già citata edificazione
della nuova Stazione sulla Roma Lido che dovrebbe trasformarsi in
linea metropolitana.
Le previsioni sono una cosa, la realtà spesso si è dimostrata
tutt’altro. Insomma, avremo un nuovo problema cui dedicare le
nostre energie per impedire il soffocamento del nostro quartiere.
IL CDQ e ZERO WASTE LAZIO
Nel solco della sensibilità manifestata sui temi ambientali, il CdQ
aveva da tempo aderito alla rete Zero Waste Lazio che si batte sulle
tematiche relative alla razionalizzazione ed economicizzazione del
trattamento dei rifiuti per le conseguenze sia sulla salute che
sull’economia pubblica e privata. La rete che fa parte dell’omonimo
network nazionale e internazionale, ha ora deciso di darsi una veste
giuridica formale, costituendo una associazione di volontariato,
lasciando immutata la sua denominazione.
Il CdQ Torrino Decima ha condiviso questo passaggio concretizzatosi
ai primi di dicembre e risulta pertanto fra i soci fondatori della nuova
entità che, fermo l’obiettivo principale (“rifiuti zero”), ha ampliato la
gamma dei suoi scopi sociali a tutte le criticità che derivano dall’uso
del territorio nelle aree urbane e ai bisogni emergenti.
CENTRO ANZIANI DECIMA E TORRINO
Il Centro Anziani del nostro quartiere – che, per chi non lo
conoscesse, ha sede in via Roberto Lordi (via Sabatini) – è risultato
inserito nella graduatoria dei progetti ammessi alla valutazione (con
punteggio 100/100) da parte della Provincia di Roma nell’ambito di
un Avviso pubblico riservato ai Centri Anziani di Roma e Provincia.
Il nostro Centro, per il cui progetto (“Un ambiente più vivo ed
accogliente”)si è avvalso della collaborazione del CdQ, potrà così a
breve contare su un finanziamento di 5.000 euro. Con tali messi
doterà la propria sede di alcune apparecchiature che lo renderanno
più funzionale e si propone una maggiore apertura con il quartiere
per iniziative di carattere intergenerazionale.
MESSA IN SICUREZZA DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI DI VIA
DELLA GRANDE MURAGLIA.
Alla conferenza dei Servizi, convocata dal Municipio XII il 14
dicembre 2012, solo i cittadini, i Comitati di Quartiere e le
Associazioni partecipano (in qualità di uditori), mentre l’ATAC la
diserta e il Dipartimento VII del Comune invia una nota scritta nella
quale si ostina a non indicare soluzioni al grave problema di
sicurezza stradale sollevato nella petizione e nei documenti
successivi predisposti dai cittadini e dalle loro rappresentanze di
base. Sul sito http://www.cdqtd.it le prossime novità; leggi il
promemoria inviato da cittadini, Comitati di Quartiere e Associazioni
al Municipio XII in preparazione della Conferenza dei Servizi.
NEWS IN BREVE
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