I ragazzi del laboratorio di latino delle classi seconde,anno scolastico 2008/2009, presentano: un...

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I ragazzi del laboratorio di latino delle classi seconde,anno scolastico 2008/2009, presentano:

“un opuscolo sull’alimentazione” dei romani e i piatti appartenenti alle loro tradizioni culinarie delle quali presentiamo le caratteristiche generali e quelle dietetiche. Abbiamo scelto di realizzare questo lavoro per ampliare la nostra conoscenza sui romani in modo divertente in compagnia dei più grandi personaggi della civiltà romana. L’opuscolo si intitola”In cucina con… Giulio Cesare”.

o Il pesce e le verdure o Il sale o La carneo Il paneo Le uova e il latte

o L’acqua o Il vino

Il pesce era di solito accompagnato da verdure,

carni o fegato. I pesci maggiormente consumati erano l’ orata, la triglia, la sogliola e il luccio. Molto richiesti erano aragoste, seppie, scampi, astici,

polpi, datteri, gamberi, rane e ostriche. Tra gli altri cibi

usati vi erano anche le verdure come barbabietole,

porri, rape e carote.

Il sale veniva conservato nel penus. Serviva per le offerte agli dèi, per il nutrimento, per la

conservazione di alcuni alimenti, per preparare il vino e per impedire che l’olio diventasse più

denso.

La carne venne introdotta con l’urbanizzazione e la più utilizzata era quella di suino, mentre la migliore era considerata quella d’agnello o di

capretto. La carne dei montoni e delle capre era la meno pregiata. Un altro cibo che spesso compariva sulla tavola dei Romani era la

selvaggina che veniva cacciata.

Il pane era un alimento di base. Prima del pane, i Romani, mangiavano la polta, una zuppa di cereali,

poiché il pane era molto duro, veniva mangiato bagnandolo nel vino, nell’olio, nelle minestre o nelle

salse. C’erano diversi tipi di pane: alcuni erano scadenti e altri venivano preparati con miele, vino,

pepe, latte, olio, e frutti canditi.

Le uova erano mangiate sempre all’inizio dei pasti. Il latte era considerato un alimento indispensabile ed era bevuto

sia fresco che aromatizzato. Veniva impiegato per preparare zuppe, con aggiunta di farina, miele e frutta

serviva per preparare dolci. Il formaggio era considerato dai Romani un piatto completo. Il burro era usato

raramente. Lo yogurt esisteva ma non era paragonabile a quello odierno, visto che era fatto con latte, aceto e cipolla.

L’acqua era importante nell’alimentazione e nell’igiene quotidiana; serviva inoltre per l’irrigazione dei campi.

L’impluvium era la cisterna che nelle case raccoglieva l’acqua piovana. L’acqua era un dono pubblico, alla

portata di tutti, c’erano diversi tipi di bevande:la posca,la mulsa, l’idromele.

Il vino aveva un’importanza particolare per i romani, in quanto era la bevanda più amata e concludeva tutte le cene. Veniva prodotto sia nella qualità rossa (vinum atrum) sia nella qualità bianca (vinum candidum). Il

vino era raramente limpido e veniva di solito filtrato con un passino (colum). I vini erano anche aromatizzati . Il gustaticium era un aperitivo

che si beveva a digiuno prima del pasto mescolato con il miele. Il consumo del vino raggiunse il suo apice durante il periodo imperiale. Gli

uomini non potevano berlo prima di aver compiuto 20 anni ed era proibito alle donne; esisteva infatti una prova, che permetteva al marito di dare un

bacio alla moglie sulla bocca per vedere se aveva rispettato questa regola. I romani non conoscevano il vino secco. I vini erano pesanti, acidi e amari e venivano bevuti in coppe per condimento. Era conservato fino a

15 anni e più era vecchio e più era costoso.

I Romani mangiavano intorno a una tavola rotonda e usavano il cucchiaio e il coltello, non la forchetta.

La mattina i Romani consumavano uno dei due pasti principali della giornata. La colazione era a base di pane e

formaggio, frutta e carne. Si trattava spesso degli avanzi della cena. Il prandium era lo spuntino della tarda mattinata, sobrio e veloce.

Verso le tre o le quattro del pomeriggio, i Romani si sedevano comodamente a tavola fino al calare del sole. Nella cena normale

dopo l’antipasto seguivano le portate principali e il tutto si chiudeva con il dessert.

La serata continuava con il simposio che si accompagnava ancora con qualche cibo

che stimolava la voglia di bere. Una serie di norme di buon educazione regolavano la

cena. Sul triclinio il padrone di casa faceva disporre i letti triclinari su cui i convitati si distendevano col braccio sinistro piegato in modo che la mano

destra era libera di afferrare i cibi dai bassi tavolini. Il padrone di casa si disponeva

subito a sinistra dell’ospite d’onore. Nelle case più ricche le sale da pranzo erano più di una e venivano occupate secondo la stagione dell’anno: i triclini

estivi erano orientati a nord, mentre quelli invernali si prospettavano a ovest.

Loro, mangiavano una pappa chiamata puls fatta di cereali bolliti in latte o acqua a cui si univano le uova e il formaggio. Le verdure più usate erano la malva e il cavolo che veniva mangiato con l’aceto e l’ olio. I legumi che mangiavano di più erano le fave, i ceci, le lenticchie;usavano anche consumare una specie di bruschetta con aglio, aceto e olio.

Marco Gavio Apicio fu un famoso buongustaio romano e visse nel I secolo d.C. Raccolse moltissime ricette di piatti semplici

ed elaborati che ci fanno conoscere i gusti degli antichi Romani. Più tardi, i suoi appunti confluirono in un libro intitolato

De re coquinaria, << L’arte culinaria >>. Da dove deriva la parola italiana culinaria ? Anticamente la cucina romana era

designata con il termine culina. Soltanto più tardi entrò in uso il sostantivo coquina (dal verbo coquere = cuocere). Da coquina

derivò l’aggettivo coquinarius: accanto a questo si continuò però a impiegare culinarius, da cui ha avuto origine il termine italiano culinario. Tra le tante ricette, eccone alcune facili e

gustose.

• Patina = Pasticcio di lattuga

• Ius in pisce elixo = Salsa per pesce lesso

• Atelier carotas = Carote in un altro modo

• Dolce ricetta

Thyrsu lactucae teres cum pipere, liquamine, caroeno, aqua oleo.Coques, ovis obligabis: piper asperge set inferes.

Triterai un cespo di lattuga con pepe, liquamen, vino cotto, acqua, olio.

Cuocerai e renderai omogeneo il composto con delle uova cospargerai di pepe e porterai in tavola.

Piper, ligusticus, cuminum, cepulam, origanum, nucleos, careotam, mel, aceto, liquamen, sinapi, oleum modice, ius

calidum si veils, uvan passam.

Pepe, ligustico, cumino, cipollina, origano, gherigli di noci, carota, miele, aceto, garum, senape, olio con moderazione,

brodo caldo, se si vuole, uva passa.

Carotae elixates concisas in cuminato oleo modico coque set infers.

Cucina le carote lessate e affettate nella salsa di cumino con poco olio e servirle.

Ingredienti: LatteOlioMieleFette di pane Procedimento: Tagliare il pane a quadratini, inzuppare nel latte i quadratini di pane e poi friggerli versare il miele sul pane e servire.

Colazione

Pranzo

Cena

Pane PanisMiele MelCacio Caseus

Mangiavano gli avanzi della cena.

ANTIPASTI: PROMULSIDISPesce: Piscis:Orate AuràtaeTriglie Mullus Sogliole Solae Trote TructaeAragoste LocustaeGamberi CanceraeOstriche Ostreae

PRIMI PASTI PRIUS PRANDIUMPane PanisFormaggio CaseusCavoli BrassicaeSalsicce Botulus

SECONDI PASTI SECONDUS PRANDIUMCarne: Bue BosMaiale Sus Cervo CervusCinghiale Aper

UCCELLI: AVIS(tordi, piccioni, fenicotteri, pavone, fagiano, pollo)

FRUTTA POMORUM

Mele MalumPere Pirum Ciliegie CerasumSusine PrurumUva UvaNoci NoxMandorle Amygdala Castagne Castanea

Bevande Potos

Vino Vinum

Buon appetito da:

Juan Ferrari

Berardinelli Pierfrancesco

Butiniello Vanessa

De Pasquale Pasquale

Mancinella Rosalinda

Mancinella Rossana

Meo Chiara

Perazzelli Luciano

Di Paolo Jacopo

Meo Gianmarco

Orsini Jacopo