Post on 12-Aug-2015
Il 23 maggio di 21 anni fa un ordigno
infernale esplodeva nell’area di Ca-
paci, in Sicilia, uccidendo il giudice
Giovanni Falcone, la moglie Francesca
Morvillo, e tre agenti della scorta.
Fu, questo attentato, il punto più alto
della strategia eversiva della mafia, che
aveva avuto in Falcone un avversario de-
ciso e capace, e solo ora a distanza di
tanti anni la Direzione Antimafia è riu-
scita ad individuare più di 70 persone ri-
tenute implicate nella sanguinosa
vicenda.
La bomba di Capaci non uccise solo un
magistrato integerrimo, che aveva rico-
perto ruoli di grande responsabilità, ma
deflagrò, in termini figurati, anche una
situazione politica già tesa e se-
gnata dalle inchieste dei
magistrati milanese.
Il parlamento che si
era bloccato sul
nome del nuovo
presidente della re-
pubblica improvvi-
samente si riscosse
dalla sindrome
degli agguati reci-
proci ed elesse Scalfaro al Quirinale . Il
governo che ne nacque fu travagliato
dall’imperversare di continui avvisi di ga-
ranzia, ma la sorte della prima repub-
blica era ormai segnata.
Una pubblicistica affamata di scandali
concorse a costruire la pietra tombale su
un esperienza durata più di 50 anni: le
istituzioni rischiarono di tracollare nel-
l’incalzare di iniziative giudiziarie e nei
sospetti lanciati ma mai provati di sup-
posti personaggi mandanti dell’offensiva
mafiosa.
L’azione dello Stato ha neutralizzato le
cosche protagoniste dell’offensiva dina-
mitarda, ma la mafia resta, con la ca-
morra, e la ndrangheta, un tumore che
diffonde metastasi su tutto il corpo
del Paese.
Non è più un problema
meridionale, è un pro-
blema ge-
nerale che coinvolge e inquina poteri lo-
cali mondo delle imprese e finanza, e che
si lega alla minaccia planetaria di una de-
linquenza organizzata, alimentata dal
turpe mercato della droga.
Tornano qui appropriate, quale diagnosi
della deriva nella quale si estendono e si
formano i fenomeni delinquenziali, le pa-
role di Papa Francesco quando ha de-
nunciato i frutti avvelenati di un
capitalismo avvelenato che – sono sue
parole - “ha insegnato la logica del pro-
fitto ad ogni costo, del dare per ottenere,
dello sfruttamento senza guardare alle
persone “
Sulla forza morale di questo ammoni-
mento bisogna costruire orizzonti
nuovi, che vedano accanto all’azione
preventiva e repressiva delle forze
dell’ordine l’affermarsi di un’etica di-
menticata quella del dovere, della so-
brietà, della solidarietà.
21 anni dopo la sua lotta
alla Mafia continuaIl dramma che sconvolse l’Italia, segnando una linea di demarcazione
tra la Prima Repubblica, sconvolta da “Tangentopoli”, e una Seconda
Repubblica dalle belle speranze, purtroppo rimaste inespresse
di Giampero Catone
Direttore politico
“La Discussione”
2
“L'importante non è stabilire se uno
ha paura o meno, è saper convivere con la
propria paura e non farsi condizionare dalla
stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti
non è più coraggio ma incoscienza.“
Giovanni Falcone
La Discussionequotidiano fondato da Alcide De Gasperi
Direttore Responsabile: Antonio Falconio
Redazione: Piazza di Sant'Andrea della Valle, 3 - 00186 Roma
Telefono: 06.45496800 - Fax: 06.45496836
Editrice Europa Oggi s.r.l. - Partita IVA 05152221007
Registrazione Tribunale di Roma n. 3628 del 15/12/1953