I CIBI NEL MEDIOEVO E NEL RINASCIMENTO CREATO DA : GIOVANNI MARRA E BARTIROMO ANDREA.

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I CIBI NEL MEDIOEVOE NEL RINASCIMENTO

CREATO DA : GIOVANNI MARRA E BARTIROMO

ANDREA

L'ALIMENTAZIONE NEL MEDIOEVO

Con alimentazione medievale ci si riferisce ai cibi, alle abitudini alimentari, ai metodi di cottura e in generale alla cucina di varie culture europee nel corso del Medioevo, un'epoca che si estende, per convenzione, dal 476 al 1492. In tale periodo le diete e la cucina cambiavano a seconda delle varie zone dell'Europa e tali cambiamenti posero le basi della moderna cucina europea.

Nel medioevo i cibi si conservavano con i seguenti

procedimenti:

essiccare al sole (nei paesi con climi caldi) e all’aria (nei paesi più freddi), eliminando la parte umida e allungando la durevolezza del bene. Quello dell’essiccazione era il metodo più comunemente utilizzato nel medioevo.

¾ Salatura o Affumicatura: questi metodi erano utilizzati principalmente per la conservazione della carne. La strategia più comune era quella di abbattere le bestie in autunno, in modo da evitare di nutrire animali durante le stagioni invernali, e poi affumicarle o salarle per conservarle il più a lungo possibile.

¾ Raffreddamento: durante le stagioni più rigide i cibi erano conservati in locali isolati dalle,escursioni termiche (ghiacciaie, note fin dai tempi dei Romani) dove si accumulavano la neve e il ghiaccio

Le spezie erano presentissime all'interno della cucina del medioevo,esse sopperivano alla mancanza di sale, che allora era considerato un ingrediente preziosissimo che solo i ceti più alti (e non tutti ) potevano permettersi.

Mescolando spezie di varia natura venivano fuori dunque improbabili sapori come agro-dolce. dolce salato,dolce piccante. un esempio concreto può essere la ricetta delle Uova sode poi fritte. Avendo avuto modo di assaggiare questa "prelibatezza" ne consiglio il consumo, solo ai più forti di stomaco!!

In particolare erano largamente utilizzate

CANNELLA, ZENZERO, NOCE MOSCATA, CUMINO, ZAFFERANO . Questo non deve però far pensare alle spezie come un semplice sostitutivo del sale ,esse avevano in realtà'anche una funzione. Oltretutto fecero arricchire molti mercanti,visto infatti il loro ridotto ingombro, erano facilmente trasportabili. Funzione curativa e si utilizzavano per fare liquori e tonici, il pepe ad esempio era un ottimo disinfettante intestinale. Oltretutto fecero arricchire molti mercanti,visto infatti il loro ridotto ingombro, erano facilmente trasportabili.

L'ALIMENTAZIONE NEL

RINASCIMENTO

La cucina moderna affonda le sue radici nel Quattrocento e nel Cinquecento per le novità che arrivano dal Nuovo Mondo e che cambiano e arricchiscono le tradizioni popolari..Nasce in questo periodo il gusto per la presentazione dei piatti. Sulle tavole delle famiglie più ricche compaiono le minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali, mentre le carni più pregiate sono selvaggina e pollame.

E' di questo secolo l'abitudine di avvolgere le carni in croste di pane. Inoltre alla fine del Quattrocento compaiono le paste "all'italiana". Maccheroni e vermicelli conditi con uvette oppure con burro e sale, e le prime paste ripiene, antenate dei tortellini. Compare anche, ma solo nelle case dei nobili, il cioccolato.

Le cucine delle culture del bacino del Mediterraneo si basavano sui cereali fin dall'antichità[3], in particolare su vari tipi di grano. Farinate e polente, e più tardi il pane, diventarono gli alimenti base che fornivano la maggioranza delle calorie necessarie alla maggior parte della popolazione. Dall'VII all'XI secolo la proporzione dei cereali rispetto alla dieta complessiva si innalzò da circa 1⁄3 a circa 3⁄4.[4] La dipendenza dal grano rimase significativa per tutto il periodo medievale e, con la crescita del Cristianesimo, tale abitudine si diffuse anche in paesi situati più a nord. Nei climi più freddi, però, un simile regime non era sostenibile per la maggior parte della popolazione, e venne adottato solo dalle classi superiori. La centralità del pane in riti religiosi come l'eucarestia permise all'alimento di godere di un particolare prestigio rispetto a tutti gli altri.

Solo l'olio di oliva e il vino avevano un valore paragonabile, ma entrambi rimasero di consumo piuttosto scarso al di fuori delle regioni calde in cui venivano prodotti. Il ruolo simbolico del pane, visto sia come alimento che come valore, è ben illustrato in un sermone di sant'Agostino:

« Questo pane vi racconta di nuovo la vostra storia... Siete nati nel campo del Signore che doveva essere trebbiato e siete stati raccolti... Mentre aspettavate la buona novella eravate come grano chiuso nel granaio... Alla fonte battesimale siete stati modellati come una singola forma di pane. Nel forno dello Spirito Santo siete stati trasformati nel buon pane di Dio.

La cena del popolo povero è molto sobria ed è composta da pane, verdure, marmellata e frutta, oltre che da fave, farinata di miglio e di castagne. Le erbe che usano i poveri sono molto spesso usate anche da conservanti; infatti con queste erbe si possono cucinare anche piatti che possono durare più di un giorno. Qualche uovo può arricchire la cena ma spesso diventa piatto unico quando fritto. Il pane è sempre senza sale perché il sale è molto costoso e difficile da trovare, specie se si è poveri. Il pane, che è alla base della dieta dei poveri, da questi ultimi viene mangiato da solo, mentre i ricchi lo usano come base per appoggiare gli arrosti.

Le classi superiori, si nutrivano d’alimenti raffinati. Tra cui caffè , pomodoro , cacao e il tabacco. Spezie da poco conosciute.

THE END