Post on 15-Feb-2019
Homer non vuole più andare a Messa, pensando che sia molto meglio starse-
ne a casa, mangiare, guardare la TV, e darsi ai soliti vizi. Marge, che invece
è convinta della propria fede, cerca di scuoterlo.
Madre Teresa di Calcutta (1910-1997) insieme alle suore
dell’Ordine da lei stessa fondato, le Missionarie della Carità,
dedica la sua vita a soccorrere i più poveri tra i poveri a Calcut-
ta e in altre città del mondo. Le sue parole esprimono una pro-
fonda fede e una grande umiltà: “Io non penso di avere qualità
speciali, io non pretendo niente per il lavoro che svolgo. E’ o-
pera Sua. Io sono come una piccola matita nelle sue mani”
A quale sorta di poveri allude la beatitudi-
ne? Forse potrebbero sorgere equivoci se di-
cendo—Beati i poveri– non aggiungesse
nulla. Ma dicendo –Beati i poveri in spiri-
to— insegna che sarà ricompensato con il
Regno chi è raccomandato da un cuore umi-
le più che dalla mancanza di mezzi. Il po-
vero per eccellenza è Gesù: egli è tale non perché costretto, ma per libera
scelta. Per amore del Padre e degli uomini, Gesù si è rivestito dell’umana
povertà, ha accettato di subire tutti i limiti e i condizionamenti della nostra
natura fragile e mortale, ma proprio per questo ha ricevuto in dono, con la
risurrezione, la più grande ricchezza: siedere alla destra del Padre.
E ntrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di
nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale
fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era pic-
colo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un
sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo,
Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché
oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta scese e lo accolse pieno di
gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da
un peccatore!». Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Si-
gnore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcu-
no, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la sal-
vezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abra-
mo; il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che
era perduto».
In che modo la fede aiuta la tua vita? ____________________________________________________________________________________________________________ C’è più fede nelle tue azioni o nelle tue preghiere? ____________________________________________________________________________________________________________ Quante paure ti impediscono di scegliere il Signore con chia-rezza e convinzione? ____________________________________________________________________________________________________________
Se io spalanco la porta del mio cuore senza avere paura di
accogliere gli altri, che sono miei fratelli, perché ugual-
mente figli di Dio
Tutti Sono davvero beato!
Se per crescere nell’amore cerco e valorizzo l’aiuto pre-
zioso degli amici e di chi mi vuole davvero bene
Tutti Sono davvero beato!
Se mi prendo a cuore le sofferenze dei miei familiari, e
faccio la mia parte per migliorare la situazione
Tutti Sono davvero beato!
Se non sono egoista, e imparo a condividere i miei doni
con tutte le persone che incontro, come ha fatto Gesù
Tutti Sono davvero beato!
Se guardo il mondo con gli occhi di Dio e scorgo le possibi-
lità per migliorarlo
Tutti Sono davvero beato... e imito il tuo amore, Gesù.
Tu infatti ti sei fatto servo di tutti per liberarci dal pecca-
to e renderci veri figli di Dio, che ci dona il suo regno.
Lisa si rifiuta di sezionare i vermi. La maestra finge di rispettare le sue idee,
ma in realtà avvisa il preside, premendo il tasto “Allarme del pensiero indi-
pendente” nascosto sotto la cattedra.
Oscar Romero (1917-1980) diventa arcivescovo di San Salva-
dor nel 1977. Nel suo paese i contadini e quanti rivendicano i
propri diritti sono vittime degli squadroni della morte. Di fronte
alla repressione militare e alle continue stragi, la sua coscienza
lo spinge a denunciare i responsabili. Per questo, viene ucciso
mentre celebra la Messa.
La beatitudine dei puri di cuore, consiste
nella promessa di vedere Dio, desiderio pri-
mo del credente. Vedere Dio significa sem-
plicemente guardarlo con i nostri occhi co-
me se ci sta davanti: vivere nella sua presen-
za, stare nella sua intimità, nella sua luce.
Per riuscire a fare questo bisogna imparare da chi ci ha preceduto nel cam-
mino di fede. Perché la visione di Dio è un dono, che come tutti doni ri-
chiede accoglienza e un cuore puro. Il cuore, per essere puro, dev’essere
povero, libero, umile, mite, pacifico. Le parole non servono se non proven-
gono da un cuore veramente credente e generoso, senza ambiguità. Questa
deve diventare la nostra meravigliosa realtà. Dobbiamo ricordarci di favo-
rire tutto quello che custodisce pura la nostra vita alla presenza di Dio: si-
lenzio, umiltà, pace, bontà verso tutti. Allora saremo un luogo dove Dio a-
ma dimorare.
Il puro di cuore, non cerca il suo piacere, ma ciò che è buono; non nascon-
de i suoi fini dietro le belle parole; non è mai doppio nei rapporti con gli al-
tri.
D isse ancora questa parabola per alcuni che presumevano
di esser giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al
tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. 11Il fariseo,
stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non so-
no come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come
questo pubblicano. 12Digiuno due volte la settimana e pago le deci-
me di quanto possiedo. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza,
non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto
dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14Io vi dico: questi tor-
nò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta
sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Sei capace di fare silenzio? ____________________________________________________________________________________________________________ E chi alberga in questo silenzio? ____________________________________________________________________________________________________________
Se non mi difendo dalle critiche con la falsità e incolpando
chi è innocente
Tutti Sono puro di cuore e vero figlio di Dio.
Se mi assumo le mie responsabilità senza accusare chi non
c’entra
Tutti Sono puro di cuore e vero figlio di Dio.
Se il mio cuore è limpido e cerca soprattutto il bene, an-
che facendo qualcosa per realizzarlo
Tutti Sono puro di cuore e vero figlio di Dio.
Se non mi lascio dominare dall’invidia, dall’odio, dalla paura
e invece punto sull’onestà, la sincerità e il perdono
Tutti Sono puro di cuore e vero figlio di Dio.
Se le mie parole sono sincere, e non sfrutto gli altri, come
se fossero delle cose
Tutti Sono puro di cuore e vero figlio di Dio, e lui mi assi-
cura che vedo il suo volto. E anche adesso, in ogni cre-
atura che mi circonda, trovo un riflesso della sua bontà
infinta.
Krusty il clown non vede suo padre da 25 anni per un vecchio contrasto. Un
giorno va a pranzo dai Simpson e racconta la sua triste storia. Bart e Lisa al-
lora lo aiutano a fare pace con suo padre.
San Francesco vive in un'epoca in cui la violenza è
usata spesso per risolvere i tanti conflitti della socie-
tà medievale. Egli ha conosciuto in prima persona le
guerre tra le città, le crociate, il disprezzo delle per-
sone che non comprendono la sua predicazione e
addirittura gli scontri all'interno della sua comunità.
Dopo la conversione, rifiuterà sempre la violenza o-
perando al contrario con la mitezza e il dialogo. Non per questo egli è
un debole che si piega davanti a coloro che si dimostrano più aggressi-
vi: continuerà a essere fedele ai suoi principi con estremo rigore. Gra-
zie ai frati francescani Assisi è diventata la città della Pace per eccellen-
za: qui si incontrano i capi delle religioni e i potenti della terra per di-
scutere programmi di sviluppo pacifico delle nazioni.
Pace è un termine riduttivo che non rie-
sce a tradurre l’originale ebraico shalom
che indica tutto quanto concorre alla fe-
licità degli uomini.
Quindi pace, ma anche salute, lavoro,
questo comprende il termine pace. Gesù
dice: “Beati i pacificatori”, non i pacifici. Qual è la differenza? Il paci-
fico è una persone che per la propria tranquillità evita accuratamente
ogni situazione di conflitto, il costruttore di pace è la persona che per
la pace e la felicità degli altri è disposto a perdere anche la propria.
Parliamo di pace quando sentiamo di grandi conflitti e di guer-re, ma nel nostro quotidiano quanto siamo operatori di pace verso i piccoli conflitti? ____________________________________________________________________________________________________________ Qui al campo, in quale occasione siamo stati operatori di pace e quante volte non siamo riusciti ad esserlo? ____________________________________________________________________________________________________________
Se credo che il mio peccato e la mia fragilità possono es-
sere sconfitti, e quindi non mi arrendo al male che sembra
vincere
Tutti Sono un vero costruttore di pace.
Se mi fermo e rinuncio di fronte a un progetto impegnati-
vo per migliorare la situazione attorno a me
Tutti Sono un vero costruttore di pace.
Se sono disposto a fare pace con i miei genitori e amici
quando succede di fare il male e creare divisione
Tutti Sono un vero costruttore di pace.
Se mi interesso di chi ha bisogno di una mano per migliora-
re il mondo attorno a me, a cominciare dalla famiglia e da-
gli amici
Tutti Sono un vero costruttore di pace.
Se non cerco solo la mia felicità e mi interesso della rea-
lizzazione degli altri, facendo qualcosa di utile
Tutti Sono un vero costruttore di pace perché porto nel
mondo la novità del vangelo e la forza dello Spirito che
rende nuova ogni cosa, e chiede la nostra collabora-
zione al bene di tutti.
Lisa, nelle prove per un concerto, esprime la sua tristezza facendo delle im-
provvisazioni al sax.
Massimiliano Kolbe (1893-1941) è un frate francescano po-
lacco che nel proprio Paese aiuta le vittime delle persecuzioni
naziste. Per questo è mandato ad Auschwitz, dove subisce le
tremende condizioni di vita e di lavoro dei campi di concentra-
mento. Per salvare la vita a un altro prigioniero, si offre di mo-
rire al suo posto: rimane chiuso per due settimane in un bunker
senza acqua né cibo e alla fine riceve un’iniezione letale.
Come i poveri per conoscere la beatitudine
devono essere tali nello spirito, così gli af-
flitti di cui parla la beatitudine sono coloro
che, mentre soffrono perché fanno
l’esperienza della fragilità e della debolezza,
sperano nel Signore. La sofferenza per sé
non è una beatitudine; non si è beati perché si soffre, ma perché, accettando
di soffrire “in un certo modo”, si riceve consolazione. Noi cristiani, disce-
poli di un Crocifisso, dobbiamo rinunciare a servire al mondo, non cercan-
do le gioie e i godimenti che esso offre come anestetico alla sofferenza, nel
vano tentativo di eliminarla. In realtà questa è un’illusione. Molti uomini,
ignari, mentre pensano di sfuggire alla sofferenza, cadono nell’inganno e
nella disperazione.
E giunsero a Gerico. E mentre partiva da Ge-rico insieme ai discepoli e a molta folla, il figlio di Ti-
mèo, Bartimèo, cieco, sedeva lungo la strada a men-dicare. Costui, al sentire che c'era Gesù Nazareno,
cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù,
abbi pietà di me!». Molti lo sgridavano per farlo tace-re, ma egli gridava più forte: «Figlio di Davide, abbi
pietà di me!».
Allora Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». E chia-
marono il cieco dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chia-ma!». Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e
venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che vuoi che
io ti faccia?». E il cieco a lui: «Rabbunì, che io riabbia la vista!». E Gesù gli disse: «Và, la tua fede ti ha sal-
vato». E subito riacquistò la vista e prese a seguirlo per la strada.
Da chi cerchi la tua consolazione? ____________________________________________________________________________________________________________
Nelle difficoltà ti rivolgi a Gesù, agli uomini, o fuggi spaventa-to? ____________________________________________________________________________________________________________
In che modo il coraggio aiuta la tua vita? ____________________________________________________________________________________________________________
Il coraggio combatte la paura e la vince, per te è sempre così? ____________________________________________________________________________________________________________
Se non chiudo il cuore a chi sta soffrendo e mi rendo at-
tento alle loro esigenze di solidarietà e di aiuto
Tutti Sono vero figlio di Dio e fratello di Gesù.
Se provo a fare sempre qualcosa per rendere più felici
quanti sono vicino a me
Tutti Sono vero figlio di Dio e fratello di Gesù.
Se sono disposto a coinvolgermi per condividere i miei doni
con chi mi chiede un gesto di aiuto
Tutti Sono vero figlio di Dio e fratello di Gesù.
Se non abbandono gli impegni quando diventano più impe-
gnativi di quanto avevo programmato e sono disposto an-
che a faticare per donare la mia amicizia
Tutti Sono vero figlio di Dio e fratello di Gesù.
Se ho il coraggio di fare il bene anche quando costa fati-
ca perché tutte le cose importanti chiedono un vero impe-
gno e un po’ di sacrificio
Tutti Sono vero figlio di Dio e fratello di Gesù e aiuto gli
altri a superare le loro sofferenze attraverso la mia ge-
nerosità creando così un mondo più giusto e fraterno.
Lisa accusa il signor Burns dei danni ambientali causati dalla sua centrale
nucleare, ma quando lui perde l’azienda, lo aiuta ad aprirne un’altra destina-
ta al riciclaggio dei rifiuti
Suor Emmanuelle (1908-2008) si prende cura dei più poveri,
vivendo tra gli straccivendoli del Cairo. Nel 1972, a sessantatre
anni, incontra gli abitanti della baraccopoli della capitale egi-
ziana, dove, sfidando condizioni di vita disumane, fa nascere
scuole, cooperative, dispensari e fa scoprire così la dignità a
tanti infelici.
La misericordia è comprensione e perdo-
no, sempre e comunque, verso i propri
simili. Il misericordioso è una persona
che opera per aiutare gli altri. La miseri-
cordia non è un sentimento, ma una a-
zione concreta con la quale si aiutano gli
altri ad uscire da una situazione di difficoltà. Non è una qualità di un
individuo ma una caratteristica che rende sempre riconoscibili coloro
che accettano di far parte di questa comunità. I misericordiosi saran-
no Beati perché ogni volta che saranno loro ad aver bisogno, trove-
ranno aiuto da parte di Dio e della Comunità. Se voi siete conosciuti abitualmente come persone sulle quali gli altri
possono sempre contare perché sanno che quando ricorrono a voi,
voi siete sempre pronti a dare una mano, pronti a dire di si, beati
perché quando voi avrete bisogno sarà Dio stesso ad intervenire con
molto di più di quanto voi avete potuto fare e dare agli altri.
A llora ecco, un certo dottore della legge si levò per metterlo
alla prova e disse: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eter-
na?». Ed egli disse: «Che cosa sta scritto nella legge? Come leg-
gi?». E quegli, rispondendo, disse: «Ama il Signore Dio tuo con
tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con
tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso». Ed egli gli dis-
se: «Hai risposto esattamente; fa' questo e vivrai». Ma egli, volendo
giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù allora
rispose e disse: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e
cadde nelle mani dei ladroni i quali, dopo averlo spogliato e coper-
to di ferite, se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso un
sacerdote scendeva per quella stessa strada e, veduto quell'uomo,
passò oltre, dall'altra parte. Similmente anche un levita si trovò a
passare da quel luogo, lo vide e passò oltre, dall'altra parte. Ma un
Samaritano, che era in viaggio, passò accanto a lui, lo vide e ne eb-
be compassione. E, accostatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi so-
pra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo portò a una
locanda e si prese cura di lui. E il giorno dopo, prima di partire,
prese due denari e li diede al locandiere, dicendogli: "Prenditi cura
di lui e tutto quello che spenderai in più, te lo renderò al mio ritor-
no". Quale dunque di questi tre ti pare sia stato il prossimo di colui
che cadde nelle mani dei ladroni?». E quello disse: «Colui che usò
misericordia verso di lui». Gesù allora gli disse: «Va' e fa' lo stes-
so anche tu».
Chi è il mio prossimo? ____________________________________________________________________________________________________________
Se non cerco la vendetta e sono disponibile a fare la pace
quando subisco qualche torto o ingiustizia
Tutti Sono misericordioso, come mi hai insegnato.
Se non divido il mondo in buoni e cattivi, e non pretendo di
diventare giudice di tutto e di tutti
Tutti Sono misericordioso, come mi hai insegnato.
Se non mi reputo senza colpa, e non disprezzo gli altri giu-
dicandoli come colpevoli di tutti i torti
Tutti Sono misericordioso, come mi hai insegnato.
Se chiedo il perdono di Dio, e imparo a donarlo anche a
chi ha sbagliato verso di me con sincera disponibilità al
perdono
Tutti Sono misericordioso, come mi hai insegnato.
Se perdono fino a “settanta volte sette”, cioè sempre,
senza far pesare agli altri questo mio modo di fare
Tutti Sono misericordioso, come mi hai insegnato e so-
no capace di imitare te, che hai fatto del perdono un
dono disponibile a tutti anche sulla croce hai offerto
questa grazia a tante persone.
In che cosa ci trasforma l’Eucarestia? Ci trasforma in
Cristo. Perché questo effetto rimanga, si esige da parte
nostra un preciso comportamento. Dobbiamo comportar-
ci come Gesù. I suoi sentimenti, il suo modo di pensare,
di agire, devono diventare i nostri. Nel Vangelo di Matte-
o Gesù esprime il suo modo di pensare: le Beatitudini
(Mt 5,1-12)
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei
cieli”. Gesù chiama “beati” i poveri in spirito, cioè quelli distaccati dalle cose.
Lo dobbiamo dire anche noi.
In un modo come il nostro, dove il consumismo penetra dappertutto,
dove il materialismo congela i cuori nell’esasperato desiderio di un
benessere solo terreno, tu riesci ad andare controcorrente e mantenere
il cuore distaccato da tutto?
“Beati gli afflitti, perché saranno consolati”.
Gesù dice “beato” colui che è afflitto, che piange, perché egli pensa che il
dolore dell’uomo, se ben unito al suo, è fonte di gioia ancor già da questa
terra e senz’altro garanzia della gioia futura.
Gesù pensa così. Il mondo che ci circonda non ragiona affatto così.
E tu cosa ne pensi?
In un mondo che spesso cerca la felicità a tutti i costi nell’edonismo,
tu riesci a testimoniare che si può essere felici anche nelle lacrime?
Credi che tutto ciò ce gli altri chiamano disgrazie può diventare,
nell’ottica di Cristo, motivo di gioia profonda, pura e feconda di bene?
“Beati i miti, perché erediteranno la terra”.
Sei violento fisicamente?
Sei violento a parole?
Sai rispondere al male con il bene?
“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno sa-
ziati”.
Sei onesto?
Lotti contro le ingiustizie che vedi?
Lotti contro le ingiustizie che fai tu?
“Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”.
Sai perdonare?
Perdoni veramente, dimenticando, o prima o poi “lo rinfacci”?
“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”.
Gesù è convinto che sono beati i puri di cuore. La purezza! Ma chi parla
oggi di purezza? Non si vuol più parlarne, si dimentica questa parola, per-
ché scotta.
Tu vuoi vivere la purezza profondamente e pienamente?
Lo sai che non si concilia la vita di Gesù in noi, che l’Eucarestia ci
porta, con la facilità con cui si segue qualsiasi programma televisivo,
con la lettura di certi giornali, con la visione di certi film, con lo sfog-
gio di certi abbigliamenti … ? Come utilizzo internet? Come uso il cel-
lulare?
Credi che, come chi vuol raggiungere un traguardo non misura gli
sforzi, così il cristiano non deve misurare la fatica che la purezza può
costargli?
“Beati gli operatori di pace, perché saran-
no chiamati figli di Dio”. Oggi, con tutte queste tensioni, diffidenze,
divisioni, guerre, terrorismo … noi dobbia-
mo essere quelli che portano la pace, perché
dobbiamo incominciare da noi stessi.
Lo sai che quando avvertiamo qualche
cosa che ci turba dobbiamo fare subito
pace, perché non si sanno le conseguen-
ze, perché siamo già un focolaio di ten-
sione se lasciamo esplodere quel qualco-
sa che è dentro di noi, perché, come
quando si butta un sasso nell’acqua,
chissà che cosa poteva succedere se noi
non avessimo operato veramente come
portatori di pace?
Sei operatore di pace nella tua fami-
glia, nel luogo di lavoro o di studio, nella
chiesa, negli ambienti che frequenti …?
Ti adoro, mio Dio,
E ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato,
Fatto cristiano
E conservato in questa notte.
Ti offro le azioni della giornata:
Fa che siano tutte
Secondo la tua volontà
Per la maggior tua gloria.
Preservami dal peccato e da ogni male.
La tua grazia sia sempre con me
E con tutti i miei cari.
Amen.
Ti adoro, mio Dio,
E ti amo con tutto il cuore.
Ti ringrazio di avermi creato,
Fatto cristiano
E conservato in questo giorno.
Perdonami il male oggi commesso
E se qualche bene ho compiuto,
Accettalo.
Custodiscimi nel riposo
E liberami dai pericoli.
La tua grazia sia sempre con me
E con tutti i miei cari.
Amen.
O Signore,fa' di me uno strumento della
tua pace.
Dov'è odio, che io porti l'amore.
Dov'è offesa, che io porti il perdono.
Dov'è discordia, che io porti l'unione.
Dov'è errore, che lo porti la verità.
Dov'è disperazione, che io porti la spe-
ranza.
Dov'è tristezza, che io porti la gioia.
Dove sono le tenebre, che io porti la lu-
ce.
Signore,fa' che io non cerchi tanto
di essere consolato, quanto di consolare;
di essere compreso, quanto di compren-
dere;
di essere amato, quanto di amare.
Poiché è donando che si riceve;
è perdonando che si è perdonati;
è morendo che si risuscita a vita eterna.