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FOCUS ECONOMIA TOSCANA
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA
TOSCANA
CGIL
! Occupazione/Disoccupazione! Avviamenti! Mobilità! Cassa Integrazione Guadagni! Cassa Integrazione in Deroga! Produzione Industriale! Export! Redditi! Consumi! Credito
Approfondimento economico sindacale della CGIL Toscana a cura di IRES Toscana. In collaborazione con Dipartimenti Attività Produttive e Mercato del Lavoro CGIL Toscana e Fisac Toscana
FOCUS ECONOMIA TOSCANA
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IR STOSCANA
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FOCUS ECONOMIA TOSCANA
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 3
Toscana: continua la recessione
Non ci vorremmo accodare al coro delle voci sulle difficoltà della nostra economia. I dati negativi che Banca d'Italia e ISTAT diffondono, ormai quasi giornalmente, rischiano di farci sprofondare, purtroppo, nel luogo comune.Non possiamo però nemmeno evitare di prendere atto e cercare di analizzare queste negative tendenze dandone una lettura articolata che consenta di capire quali ricadute si possono avere sull'economia toscana.Questo terza uscita di Focus/Economia/Toscana conferma ulteriormente l'allineamento della nostra regione alle tendenze declinanti dei dati nazionali. C'è da chiedersi se le misure di austerità invocate dai vertici monetari internazionali che sacrificano, al di la del prevedibile, la vita degli italiani, porteranno a dei miglioramenti misurabili empiricamente nei prossimi mesi. O se non esistano delle strategie di uscita che infrangano il pensiero unico dei mercati e dei ragionieri. Perché non puntare su alcune soluzioni alla francese? Sarebbe interessante cimentarsi nella valutazione di politiche alternative a quelle monetariste cercando di quantificarne i risultati. Potrebbe essere materia di confronto con i nostri interlocutori. La Toscana, in linea con le tendenze nazionali e con quelle regionali esaminate nei mesi scorsi, si mantiene sostanzialmente nel campo dei numeri negativi prolungando la fase recessiva.Nel primo trimestre del 2012 il tasso di disoccupazione, (8,4%) è di nuovo in salita proseguendo nella tendenza dei trimestri precedenti con una disoccupazione maschile al 7,5% (limite mai raggiunto negli ultimi 20 anni) e una disoccupazione femminile al 9,6% (limite mai toccato dal 2000). Aumentano significativamente (+20%) le iscrizioni alle liste di mobilità nel primo trimestre 2012, con punte in alcune province superiori al 40%. Continua la crescita degli iscritti complessivi alla mobilità che ormai sono in Toscana prossimi alle 50.000 unità.Il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni si riduce leggermente rispetto al dato cumulato dello scorso anno ma si presenta in crescita rispetto al l'inizio dell'anno in corso con un aumento dell'ordinaria e straordinaria, cosa questa che sembra far emergere nuovi focolai di crisi.L'analisi dei tracciati della CIG in deroga mostra un preoccupante allargamento della forbice fra sospensioni e reintegri che prospetta una strutturale e progressiva riduzione di posti di lavoro dopo il periodo di utilizzo della cassa integrazione. La produzione industriale presenta una diminuzione del 4,2% su base annuale. Un dato peggiore di quello che si poteva prevedere. Quasi tutti i settori presentano performances negative. Il ritorno alla situazione pre-crisi (spesso evocato e stimato anche nei nostri lavori) si presenta ormai come un miraggio.L'export toscano, anche nella rilevazione di questa ultima nostra uscita, si presenta come l'unico dato positivo anche se condizionato da fattori non sempre apprezzabili, come la vendita di oro.Una valutazione integrata dei dati sulla produzione e quelli sull'export ci portano a dover affrontare le conseguenze di una economia che nei prossimi anni potrebbe essere incardinata, come fattore trainante, sul potenziale legato alle esportazioni e alle conseguenze che ciò potrebbe comportare in assenza di una forte domanda interna. I dati relativi ai redditi segnano infatti un arretramento dei trattamenti lordi privati in otto province su dieci.Calano i consumi di tutte le tipologie di prodotto e in tutte le dimensioni di vendita.L'analisi del credito mette in evidenza, fra le altre cose, una tendenza in aumento dei tassi di interesse a fronte di una riduzione dei volumi di prestito: Meno destinatari di prestiti e maggior costo del denaro.
A peggiorare questi dati contribuirà l'azione del governo con i tagli lineari previsti dalla spending review.
Il Direttore Fabio Giovagnoli Il Presidente Emanuele Berretti
Fonti:
Banca d’ItaliaCgil ToscanaConfindustriaINPSIRPET
ISTAT Regione ToscanaUnioncamere
ANNI 2000/07ANNI 90 CRISI
Tasso di Disoccupazione in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 4
La disoccupazione maschile a livelli mai raggiuntia cura di Franco Bortolotti
Nel corso del primo trimestre del
2012 il tasso di disoccupazione è
nuovamente virato verso l’alto,
proseguendo la tendenza alla
crescita già emersa nel trimestre
precedente. Il livello medio
dell’8,4% si articola fra una
disoccupazione maschile del 7,5%
(livello mai raggiunto nell’ultimo
ventennio) e una disoccupazione
femminile del 9,6% (livello mai
toccato dal 2000).
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Andamento del Tasso di Disoccupazione dal 1992 al 2012 - Valori Percentuali
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Tasso di Occupazione in Toscana
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Un calo pericolosoa cura di Franco Bortolotti
Il tasso di occupazione misura la
quota di persone in età da lavoro
(15-64 anni) che hanno lavorato
effettivamente almeno un’ora
nell’ultima settimana. Esso si assesta
al livello del 63,3%, cifra più o meno
vicina a quella che tale indicatore ha
raggiunto dall’inizio del 2011. Da
allora però il tasso di occupazione
maschile è diminuito circa dell’1,1%,
e di altrettanto è invece aumentato
il tasso femminile.
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Andamento del Tasso di Occupazione dal 1992 al 2011
15-64 anni U 15-64 anni D 15-64 anni TOT
ANNI 2000/07ANNI 90 CRISI
Tasso di Attività in Toscana
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Con l’aggravarsi della crisi in aumento le persone alla ricerca attiva del lavoroa cura di Franco Bortolotti
Il tasso di attività, che indica la
partecipazione delle persone al
mercato del lavoro (al netto quindi
dei fenomeni di scoraggiamento e
ritiro dal mondo del lavoro)
prosegue e accelera la sua tendenza
ascensionale, fino al 69,1% della
popolazione in età da lavoro. Ciò
sarebbe positivo, se non si
accompagnasse ad un aumento
della disoccupazione. Nell’ultimo
periodo sembrerebbe che la gravità
della crisi risospinga sul mercato del
lavoro persone che se ne erano
allontanato. Questa tendenza si
deve soprattutto alla crescita del
tasso di attività femminile (60,8%),
che tende lentamente a convergere
verso quello maschile (77,8%)
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Andamento del Tasso di Occupazione dal 1992 al 2011
15-64 anni U 15-64 anni D 15-64 anni TOT
Avviamenti per tipologia contrattuale
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ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)
2012 % sul totale 2011 % 20122011
Tempo Indeterminato 20.087 11% 23.299 -13,79%
Tempo determinato 82.771 46% 81.864 1,11%
Apprendistato 6.522 4% 6.829 -4,50%
Lavoro interinale/somministrazione 14.835 8% 20.056 -26,03%
Lavoro intermittente 17.363 10% 10.171 70,71%
Lavoro occasionale 3.256 2% 3.342 -2,57%
Lavoro domestico 9.590 5% 8.981 6,78%
Lavoro a progetto / co.co.co 14.202 8% 14.485 -1,95%
Tirocinio 2.661 1% 3.372 -21,09%
Associazione in partecipazione 1.447 1% 1.286 12,52%
Altre forme 6.147 3% 5.482 12,13%
Totale avviamenti 178.881 100% 179.167 -0,16%
Cresce il lavoro precario.
a cura di Franco Bortolotti
Nel primo trimestre del 2012 gli avviamenti al lavoro sono leggermente diminuiti (-0,2%); il problema maggiore è però la composizione interna: a molti contratti a tempo indeterminato o con un certo grado di tutela si sostituiscono lavoratori avviati con contratti maggiormente precari. Se nel complesso gli avviamenti sono diminuiti di 300 unità circa in tutta la regione, quelli a tempo indeterminato sono però diminuiti di 3.200 unità (-13,8%), quelli di apprendistato di 300 unità (-4,5%), quelli di lavoro interinale o in somministrazione circa di 5.200 unità (-26%. Al contrario aumentano gli avviamenti di lavoro domestico (di circa 600 unità, +6,6%), di lavoro intermittente di 7.200 unità (+70,7%), il lavoro a tempo determinato di 900 unità (+1,1%). La ricollocazione dei contratti dello spettacolo nella voce “altre forme” cambia leggermente la comparabilità con le tavole diffuse nei precedenti numeri di Focus.
Avviamenti per macrosettore
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ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)
2012 % sul totale 2011 % 20122011
Agricoltura 19.462 11% 19.463 -0,01%
Industria manifatturiera ed estrattiva 25.231 14% 27.734 -9,03%
Costruzioni 8.644 5% 9.787 -11,68%
Commercio e riparazioni 15.757 9% 15.339 2,73%
Turismo e ristorazione 30.407 17% 26.432 15,04%
PA, istruzione e sanità 28.949 16% 28.419 1,86%
Utilities 930 1% 842 10,45%
Finanza e immobiliari 1.498 1% 1.508 -0,66%
Trasporti e magazzinaggio 5.373 3% 6.422 -16,33%
Servizi alle imprese 13.498 8% 15.691 -13,98%
Servizi alle persone 12.117 7% 10.555 14,80%
Servizi alla conoscenza 7.375 4% 7.924 -6,93%
Famiglie 9.612 5% 9.019 6,58%
Altri 28 0% 32 -12,50%
Totale avviamenti 178.881 100% 179.167 -0,16%
Crollo degli avviamenti nei settori delle costruzioni, trasporti e servizi
a cura di Franco Bortolotti
Una sommaria analisi degli avviamenti per settore distingue alcuni settori con notevole incremento degli avviamenti, almeno +10% sul primo trimestre 2011 (Turismo e ristorazione, Utilities, Servizi alle persone), altri con moderato incremento (fra il 2% e il 7%: commercio e riparazioni, famiglie e pubblica amministrazione), l’agricoltura stabile, altri con leggeri decrementi (finanza e immobiliare, servizi alla conoscenza), l’industria manifatturiera con il -9% di avviamenti, e tre settori con un pesante decremento di almeno il -10%: edilizia, trasporti e magazzinaggio, servizi alle imprese.
Avviamenti
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I TRIMESTREI TRIMESTREI TRIMESTRE VariazioniVariazioni
2010 2011 2012 2012/11 2012/10
Maschi 84.920 86.126 84.130 -2,3% -0,9%
Femmine 83.612 91.455 94.751 3,6% 13,3%
15/24 anni 33.037 27.990 26.866 -4,0% -18,7%
25/34 anni 50.162 56.028 55.008 -1,8% 9,7%
35/44 anni 44.791 47.788 48.079 0,6% 7,3%
45/54 anni 26.717 29.414 31.248 6,2% 17,0%
55 e più anni 13.825 16.361 17.680 8,1% 27,9%
Stranieri 36.399 38.804 42.370 9,2% 16,4%
Totale Toscana 168.532 177.581 178.881 0,7% 6,1%
Avviamenti, le trasformazioni
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8.672
2.187
8.043
2.296
I TRIMESTRE
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Massa Carrara 30% 1%
Pisa 32% -1%
Pistoia -1% 12%
Prato 14% 7%
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Mobilità
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STOCK ANNO 2012 (I TRIMESTRE)Toscana: 47.119Uomini: 27520Donne: 19.599
Variazioni su 2011
su 2010
Toscana 7% 10%
Arezzo 13% 19%
Circ. Empolese V.E.
1% -1%
Firenze 3% 5%
Grosseto 21% 28%
Livorno 11% 18%
Lucca 15% 23%
Massa Carrara 2% 9%
Pisa 10% 6%
Pistoia 2% 4%
Prato -2% -7%
Siena 16% 27%
Indennità di disoccupazione ordinaria
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 13
ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)ANNO 2012 (I TRIMESTRE)
2011 2012 Var. Assolute Var. Percentuale
Arezzo 3.316 4.651 1.335 40%
Firenze 8.992 11.393 2.401 27%
Grosseto 4.016 5.198 1.182 29%
Livorno 6.664 7.548 884 13%
Lucca 4.270 5.480 1.210 28%
Massa Carrara 2.272 2.268 -4 -0%
Pisa 4.445 4.953 508 11%
Pistoia 3.097 2.923 -174 -6%
Prato 2.323 3.320 997 43%
Siena 4.230 4.348 118 3%
TOTALE 43.625 52.082 8.457 19%
Cresce in Toscana il numero di aziende che cessano l’attività o riducono il personale
a cura di Valter Bartolini
Continua a crescere il numero dei
lavoratori licenziati dalle minori
imprese e nei settori non coperti
dalla mobilità.
Segno evidente che dopo tre anni di
crisi ininterrotta molte piccole
aziende, meno strutturate e
sottocapitalizzate, non riescono più
a reggere neppure ricorrendo
massicciamente agli ammortizzatori
sociali, cig in deroga soprattutto, e si
rassegnano a chiudere i battenti,
producendo un aumento
consistente dei disoccupati, per lo
più ex lavoratori a tempo
indeterminato.
Il fenomeno è rilevante in tutta la
Toscana, soprattutto nelle province
di Prato ed Arezzo.
Cassa Integrazione Guadagni
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Torna a crescere la CIG,si aggravano le crisi aziendalia cura di Franco Bortolotti
Il dato cumulato del primo semestre 2012, oltre 23 milioni e 340mila ore, è sì leggermente inferiore (del 4%) al primo semestre del 2011, ma mostra una netta dinamica ascendente, dovuta adesso non più alla sola cassa in deroga, ma anche alla ripresa, soprattutto a partire dallo scorso maggio, della cassa ordinaria
e straordinaria: dunque non più solo lo “strascico” di gravi crisi occupazionali aziendali irrisolte, ma anche il riemergere di crisi che sembravano superate.
0
1.000.000
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9 F M A M G L A S O N D
G 2
010 F M A
M G L A S O N D
G 2
011 F M A M G L A S O N D
G 2
012 F M A M G
ORE DI CIG ORDINARIA, STRAORDINARIA E IN DEROGA
CIG Deroga CIGO CIGS
Cassa Integrazione Guadagni
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Edilizia e commercio di nuovo in difficoltàa cura di Franco Bortolotti
La diminuzione di circa un milione di ore di cig concessa nei primi sei mesi del 2012 non deve trarre in inganno, poiché negli ultimissimi mesi si manifesta invece una tendenza alla ripresa di questo ammortizzatore sociale, che emergerà con più nettezza nei prossimi mesi. Nei primi sei mesi tende a ridursi la Cig nel “sistema moda (meno 1,4 milioni di ore), nella metalmeccanica (circa 300mila ore in meno) e nei trasporti (circa 250mila ore in meno); cresce però il ricorso alla cassa integrazione nel commercio (500mila ore in più), nell’edilizia (circa 200mila ore in più), e, per cifre più modeste, in quasi tutti gli altri settori. Si ha cioè un ramificarsi della crisi, specialmente nei settori più dipendenti dalla domanda interna, sulle cui performances si va dispiegando l’impatto delle misure restrittive nazionali ed europee. Infatti sono l’edilizia, il commercio e gli altri settori della “filiera-casa” (lapideo, vetro-ceramica, legno e mobilio) i settori in cui il ricorso alla cassa integrazione raggiunge livelli che non si erano verificati neanche negli anni peggiori della recente crisi.
ORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTOREORE DI CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI PER ANNO E SETTORE
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
METALMECCANICHE 1.065.825 1.314.587 1.690.501 1.163.383 6.341.421 8.356.389 6.878.003 6.507.451
CARTA - EDITORIA 22.291 24.421 49.493 45.825 163.785 563.529 502.354 611.161
TAC 1.484.917 1.628.254 1.185.942 1.535.947 3.118.282 7.423.525 5.375.952 3.947.742
CHIMICA 69.664 60.814 131.728 39.159 758.586 961.655 767.313 929.305
EDILIZIA 1.243.084 1.973.518 1.045.041 1.019.747 2.574.532 3.198.489 3.618.782 3.796.330
TRASPORTI 72.503 101.670 110.665 116.976 640.392 559.550 812.861 569.272
COMMERCIO 19.113 32.050 9.607 41.519 24.052 714.859 853.627 1.362.719
LEGNO 128.589 88.052 32.201 53.119 300.051 1.171.803 1.325.332 1.408.462
LAPIDEO E MINERALI 528.652 393.358 389.996 329.777 874.968 1.658.416 1.881.009 1.938.366
ALTRO 112.489 27.266 106.667 78.207 267.996 1.697.644 2.301.227 2.270.907
TOTALE 4.747.127 5.643.990 4.751.841 4.423.659 15.064.065 26.305.859 24.316.460 23.341.715
Cassa Integrazione Guadagni
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Stabile l’incidenza sul dato nazionale, cresce il commercio scende il comparto Tac.a cura di Franco Bortolotti
Complessivamente l’incidenza della cig toscana sul totale nazionale è nella media degli ultimi anni: il 4,5%, in ascesa rispetto al 2011, ma in diminuzione rispetto ai due anni precedenti. Sembra in particolare che cominci a migliorare l’incidenza nel comparto TAC (che pesa per il 7,1% contro l’8-9% degli anni
precedenti), ma sale in particolare l’incidenza nel settore commerciale (nei primi sei mesi dell’anno corrisponde al 4,9% del totale nazionale, livello mai raggiunto).
RAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIARAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIARAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIARAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIARAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIARAPPORTO CIG TOSCANA/ITALIA
SETTORI 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
METALMECCANICHE 2,2% 3,2% 5,1% 3,8% 3,3% 2,7% 3,3% 3,6%
CARTA - EDITORIA 0,9% 1,0% 1,7% 2,3% 2,8% 4,2% 4,5% 4,6%
TAC 6,5% 6,2% 6,1% 7,5% 6,6% 9,0% 8,3% 7,1%
CHIMICA 0,9% 0,9% 2,2% 0,5% 2,7% 2,7% 2,9% 2,9%
EDILIZIA 4,6% 6,5% 5,3% 4,8% 6,5% 6,2% 6,7% 5,5%
TRASPORTI 2,1% 3,1% 4,4% 3,2% 2,8% 2,9% 3,9% 2,4%
COMMERCIO 1,8% 3,2% 2,6% 4,0% 1,0% 3,8% 4,7% 4,9%
LEGNO 7,6% 3,7% 2,9% 2,3% 2,9% 4,8% 5,6% 5,3%
LAPIDEO E MINERALI 13,3% 8,0% 12,9% 8,4% 6,0% 6,1% 7,4% 6,9%
ALTRO 3,7% 0,7% 2,4% 1,3% 2,5% 3,7% 4,2% 3,5%
TOTALE 3,9% 4,6% 5,1% 4,5% 4,1% 4,2% 4,8% 4,5%
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Le ore autorizzate sono pari a 30.000 posti di lavoro. A cura di Franco Bortolotti
Mentre i dati del primo trimestre del 2012 segnalavano una riduzione fino a 25mila dei posti di lavoro equivalenti costituiti dalle ore di Cig, nel totale cumulato dei primi
sei mesi l’ammontare in posti equivalenti della Cig erogata è risalito in prossimità delle 30mila unità, di cui circa 8mila nel metalmeccanico, poco più di 5mila nel Tac e poco meno di 5mila nell’edilizia. La media delle persone poste in cassa integrazione equivale dunque al 2,6% dell’occupazione dipendente regionale, ma con incidenze fino al 4,1% in provincia di Pistoia, al 3,4% in provincia di Arezzo, al 3,2% in provincia di Massa-Carrara (le province con minor incidenza relativa di cassintegrati sono Grosseto (1,6%) e Pisa (1,8%). Livorno, Arezzo, Lucca, Pisa, sono le province in cui la Cig sta più rapidamente aumentando rispetto al dato del primo trimestre dell’anno. L’incidenza assoluta maggiore di cassintegrati si ha invece a Firenze (circa 8mila), a Arezzo (oltre 3500) e a Pistoia (oltre 3mila).
POSTI DI LAVORO EQUIVALENTIPOSTI DI LAVORO EQUIVALENTIPOSTI DI LAVORO EQUIVALENTIPOSTI DI LAVORO EQUIVALENTIPOSTI DI LAVORO EQUIVALENTIPOSTI DI LAVORO EQUIVALENTI
SETTORI Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca M. Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Totale
METALMECCANICHE 1.300 2.800 1.200 450 500 600 250 700 8.100
CARTA - EDITORIA 300 750
TAC 650 1.150 1.600 950 4.950
CHIMICA 250 400 1.150
EDILIZIA 600 1.400 400 300 400 350 350 450 4.750
TRASPORTI 700
COMMERCIO 550 1.700
LEGNO 300 300 400 1.750
LAPIDEO E MINERALI 350 300 650 650 2.400
ALTRO 750 300 550 300 2.850
TOTALE 3.650 7.850 1.000 2.150 2.800 1.700 2.250 2.350 3.000 2.450 29.200
cass.ti / dipendenti 3,4% 2,5% 1,6% 2,1% 2,9% 3,2% 1,8% 2,8% 4,1% 2,9% 2,6%
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A Firenze oltre un terzo del ore di CIG del settore metalmeccanico.Dei 6 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione nel comparto metalmeccanico, oltre un terzo (2,2 milioni) riguarda la provincia di Firenze, e circa un milione ciascuna e
province di Livorno ed Arezzo. Le ore di cassa integrazione del sistema moda (oltre 4 milioni) sono concentrate nelle province dell’area vasta centrale: Prato (quasi 1,3 milioni di ore), Firenze (oltre 900mila) e Pistoia (oltre 750mila). Le difficoltà del settore edile riguardano soprattutto Firenze (oltre un milione di ore), Arezzo (quasi 500mila ore) e Siena (oltre 350mila). Il settore lapideo e dei minerali non metalliferi vede due punti di crisi, con circa 500mila ore di Cig concesse, a Pisa e Siena.
ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE ORE CIG PER PROVINCIA E SETTORE
SETTORI Arezzo Firenze Grosseto Livorno Lucca M. Carrara Pisa Prato Pistoia Siena Totale
METALMECCANICHE 415.428 377.282 204.695 2.220.872 969.215 489.122 1.053.819 578.416 67.822 130.780 6.507.451
CARTA - EDITORIA 20.718 124.428 154.333 252.134 9.631 12.712 5.901 7.352 8.964 14.988 611.161
TAC 21.895 167.226 767.873 931.208 1.756 162.892 506.649 75.813 14.483 1.297.947 3.947.742
CHIMICA 91.566 208.533 318.220 135.485 42.600 55.806 16.659 14.406 21.987 24.043 929.305
EDILIZIA 283.268 337.681 288.661 1.108.446 260.352 172.260 496.703 359.950 331.487 157.522 3.796.330
TRASPORTI 30.850 80.395 26.425 138.809 90.019 57.812 26.879 24.470 9.806 83.807 569.272
COMMERCIO 117.564 157.192 125.857 423.683 103.165 38.221 136.123 84.336 114.156 62.422 1.362.719
LEGNO 42.510 153.914 343.955 250.501 6.496 167.483 230.691 188.449 12.106 12.357 1.408.462
LAPIDEO E MINERALI 120.480 172.045 11.751 228.336 17.625 534.869 278.409 505.894 56.330 12.627 1.938.366
ALTRO 231.995 449.709 156.133 593.276 223.951 101.313 159.786 116.121 143.277 95.346 2.270.907
TOTALE 1.376.274 2.228.405 2.397.903 6.282.750 1.724.810 1.792.490 2.911.619 1.955.207 780.418 1.891.839 23.341.715
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La CIG nelle Aree Vaste, cresce nella Meridionale e diminuisce nella Centrale e Costiera.a cura di Franco Bortolotti
Le ore di cassa integrazione sono diminuite di circa 600mila unità, rispetto al primo semestre 2011, nelle aree vaste Costiera e Centrale, e sono per contro aumentate (di oltre 250mila) nell’area vasta della Toscana Meridionale. Nel comparto metalmeccanico la Cig aumenta nell’area vasta meridionale
(soprattutto ad Arezzo) e diminuisce nelle altre due zone. Nel sistema moda (o Tac) la cassa integrazione diminuisce ovunque, ma in particolare nelle aree vaste Meridionale e Costiera, dove si dimezza. Nell’edilizia la situazione di maggiore criticità pare espandersi dall’area centrale alle altre due aree vaste.
2012 (I semestre)2012 (I semestre)2012 (I semestre) 2011 (I semestre)2011 (I semestre)2011 (I semestre)
Centrale Meridionale Costiera Centrale Meridionale Costiera
METALMECCANICHE 2.556.347 1.700.057 2.251.047 2.799.035 1.468.601 2.610.367
CARTA - EDITORIA 421.455 22.217 167.489 387.145 4.302 110.907
TAC 2.997.028 596.945 353.769 3.068.827 1.380.146 926.979
CHIMICA 477.748 53.052 398.505 454.930 33.901 278.482
EDILIZIA 1.554.629 1.188.140 1.053.561 1.591.232 1.007.553 1.019.997
TRASPORTI 249.041 61.155 259.076 219.934 31.428 561.499
COMMERCIO 611.962 334.615 416.142 431.213 104.308 318.106
LEGNO 606.813 431.246 370.403 596.562 322.929 405.841
LAPIDEO E MINERALI 252.714 840.633 845.019 380.000 703.768 797.241
ALTRO 844.755 419.184 1.006.968 1.268.715 324.751 707.761
TOTALE 10.572.492 5.647.244 7.121.979 11.197.593 5.381.687 7.737.180
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A Lucca e Siena i maggiori incrementi. A cura di Franco Bortolotti
Un riepilogo delle variazioni registrate nei primi sei mesi dell’anno rispetto ai primi sei mesi del 2011 evidenzia come le province con maggiori incrementi siano Lucca (+83%) e Siena (+45%), dove le variazioni con segno + della cassa integrazione riguardano praticamente tutti i settori. Meno ingenti, ma significativi, gli incrementi delle province di Firenze (+9%, soprattutto metalmeccanica ed altri settori) e Massa Carrara (+16%, soprattutto altri settori e edilizia). Ad Arezzo la dinamica della cig (-4%) coincide con quella media regionale (ma qui il metalmeccanico vede un aumento delle ore integrate). Migliorano invece i dati di Prato (-11%, si riduce soprattutto la Cig nel Tac), Livorno (-16%, si riduce soprattutto la cig nei trasporti), Grosseto (-23%, il dato positivo si deve soprattutto al Tac) e Pistoia (-27%, con la riduzione della cig nel metalmeccanico), e soprattutto Pisa (-45%, con una diminuzione di cig in quasi tutti i settori). Va detto che alcuni di questi “miglioramenti” (pensiamo a Grosseto e Pistoia in particolare) rispondono però solo alla scansione temporale della concessione della cig ad alcune grandi aziende in crisi, che magari continuano ad utilizzare cig concessa in precedenza, ma non sono uscite dallo stato di difficoltà.
VARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTOREVARIAZIONI 2011/2012 (I semestre) DELLE ORE DI CIG PER PROVINCIA E SETTORE
SETTORI Massa Carrara Lucca Pistoia Firenze Livorno Pisa Arezzo Siena Grosseto Prato Totale
METALMECCANICHE -107.642 125.212 -924.334 649.868 45.671 -422.561 32.518 169.529 29.409 31.778 -370.552
CARTA - EDITORIA 6.688 93.359 -74.629 104.049 -6.185 -37.280 2.814 6.457 8.644 4.890 108.807
TAC -62.237 44.612 158.014 -3.546 -10.000 -545.585 -210.764 -4.217 -568.220 -226.267 -1.428.210
CHIMICA 62.023 158.078 108.225 -45.430 -72.602 -27.476 -2.114 6.940 14.325 -39.977 161.992
EDILIZIA 123.723 73.391 131.651 -157.595 92.917 -256.467 4.640 82.847 93.100 -10.659 177.548
TRASPORTI 15.655 43.999 19.910 -9.398 -385.169 23.092 534 21.660 7.533 18.595 -243.589
COMMERCIO 76.022 26.250 57.064 176.782 34.298 -38.534 93.721 47.305 89.281 -53.097 509.092
LEGNO -2.919 92.515 83.781 -78.329 -9.745 -115.289 -20.855 131.914 -2.742 4.799 83.130
LAPIDEO E MINERALI -35.265 101.140 -3.235 -132.498 -12.919 -5.178 -24.067 138.904 22.028 8.447 57.357
ALTRO 231.995 449.709 156.133 593.276 223.951 101.313 159.786 116.121 143.277 95.346 2.270.907
TOTALE 189.131 1.009.235 -899.990 501.648 -320.077 -1.493.490 -109.912 602.935 -227.466 -226.759 -974.745
cass.ti / dipendenti 15,9% 82,8% -27,3% 8,7% -15,7% -45,5% -3,6% 44,6% -22,6% -10,7% -4,0%
Cassa Integrazione Guadagni
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 21
42%
36%
22%
ORE AUTORIZZATE 23.741.715
Ordinaria Straordinaria Deroga
Tornano a crescere CIGO e CIGS.a cura di Franco Bortolotti
Per la prima volta da diversi mesi
diminuisce la quota di Cig dovuta
alla cassa in deroga (42%, era il 47%
nei primi tre mesi dell’anno),
soprattutto a favore della cig
ordinaria (che rimane comunque al
22%. L’incidenza della cig ordinaria
supera il 50% a Grosseto, ed il 30% a
Pisa e Livorno. Siena, Pisa e Firenze
vedono la cassa integrazione
straordinaria attestarsi intorno al
50% del totale, mentre le altre
province (Arezzo, Lucca, Massa,
Prato e Pistoia) vedono sempre la
prevalenza della Cig in deroga.
Cassa Integrazione Guadagni
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 22
0
750.000
1.500.000
2.250.000
3.000.000
Arezzo
Firenze
Grosse
to
Livorno
Lucca
Massa Carra
raPisa
Prato
Pistoia
Siena
RIEPILOGO PER PROVINCIA
Ordinaria Straordinaria Deroga
Cassa Integrazione in Deroga
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 23
Il consumo di ammortizzatori in derogaa cura di Enrico Fabbri
Il ricorso alla CIGD, nel periodo di
riferimento ha caratterizzato 5.553
unità produttive. Nella tabella
seguente queste ultime sono state
disaggregate per Provincia.
L’ambito territoriale in cui il numero
delle unità produttive coinvolte è
maggiore è Firenze, seguita da
Arezzo, Prato, Pistoia e Pisa. Le
Province in cui, invece, il numero di
unità produttive e minore sono
Grosseto (2,6%), Livorno (3,9%) e
Massa Carrara (4,3%).
Tab. 1 Distribuzione territoriale unità produttive imprese ricorrenti alla CIGD (dati relativi al periodo 1/1/2012- al 1/06/2012).Tab. 1 Distribuzione territoriale unità produttive imprese ricorrenti alla CIGD Tab. 1 Distribuzione territoriale unità produttive imprese ricorrenti alla CIGD
Provincia Numero di Imprese Percentuale
AREZZO 778 14,0%
FIRENZE 1.246 22,4%
GROSSETO 142 2,6%
LIVORNO 219 3,9%
LUCCA 484 8,7%
MASSA CARRARA 240 4,3%
PISA 613 11,0%
PISTOIA 753 13,6%
PRATO 794 14,3%
SIENA 284 5,1%
Totale 5.553 100,0%
Cassa Integrazione in Deroga
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Il consumo di ammortizzatori in derogaa cura di Enrico Fabbri
Può essere interessante rapportare il
numero delle unità produttive che
hanno utilizzato la CIGD con il
numero di unità produttive presenti
nel territorio di riferimento. Il dato,
infatti, fornisce una misura di quanto
il contesto produttivo territoriale
utilizzi la cassa in deroga
indipendentemente dalla numerosità
delle unità locali presenti in quel
contesto.
Tab. 2 Distribuzione territoriale unità produttive imprese ricorrenti alla CIGD rapportate al n. delle unità produttive presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012- al 1/06/2012).Tab. 2 Distribuzione territoriale unità produttive imprese ricorrenti alla CIGD rapportate al n. delle unità produttive presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012- al 1/06/2012).Tab. 2 Distribuzione territoriale unità produttive imprese ricorrenti alla CIGD rapportate al n. delle unità produttive presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012- al 1/06/2012).
Provincia Percentuale
AREZZO 2,26%
FIRENZE 1,33%
GROSSETO 0,53%
LIVORNO 0,77%
LUCCA 1,24%
MASSA CARRARA 1,26%
PISA 1,62%
PISTOIA 2,60%
PRATO 2,74%
SIENA 1,08%
Totale 1,53%
Cassa Integrazione in Deroga
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Il consumo di ammortizzatori in derogaa cura di Enrico Fabbri
L’area vasta con il numero maggiore dei reintegri è quella “metropolitana” seguita dall’area “centro meridionale” e, infine dall’area “della costa”. La Provincia in cui i reintegri sono più numerosi è Prato, seguita da Arezzo e Pistoia. Le Province in cui le % di reintegro sono, invece più basse sono Massa Carrara, Lucca e Grosseto.
Tab. 3 Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per Provincia ed area vasta (dati relativi al periodo 1/1/2011- al 1/06/2012).Tab. 3 Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per Provincia ed area vasta (dati relativi al periodo 1/1/2011- al 1/06/2012).Tab. 3 Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per Provincia ed area vasta
Province ed Aree Vaste Lavoratori in CGID
% Lavoratori in CGID
% di Reintegro
AR 3222 14,74% 37,12%
SI 1135 5,19% 35,51%
GR 574 2,63% 31,36%
Area centro meridionale 4.931 22,56% 36,08%
FI 5.059 23,14% 34,26%
PO 2.618 11,98% 41,94%
PT 2.707 12,38% 35,69%
Area metropolitana 10.384 47,50% 36,57%
LI 1.261 5,77% 28,15%
PI 2.146 9,82% 35,46%
MS 1.009 4,62% 20,52%
LU 2.128 9,74% 30,22%
Area della costa 6.544 29,94% 30,04%
Totale 21.859 100,00% 34,50%
Cassa Integrazione in Deroga
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Il consumo di ammortizzatori in derogaa cura di Enrico Fabbri
Come si è fatto per le unità
produttive, anche per i lavoratori si è
rapportato il numero dei
cassaintegrati relativi al periodo di
riferimento con il numero degli
occupati presenti nel territorio (cfr.
tabella successiva). Dai dati in nostro
possesso, la Provincia in cui i
lavoratori sono maggiormente
soggetti al ricorso alla CIGD (rispetto
alle dimensioni del tessuto
occupazionale) è Prato (3,7%),
seguita da Pistoia (3,1%) e Arezzo
(3,0%). Le Province in cui, invece, il
ricorso alla CIGD è più contenuto
sono Grosseto (1,0%) e Livorno
(1,2%).
Tab. 4 Distribuzione territoriale dei lavoratori in CIGD rapportati al n. degli occupati presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012).Tab. 4 Distribuzione territoriale dei lavoratori in CIGD rapportati al n. degli occupati presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012).Tab. 4 Distribuzione territoriale dei lavoratori in CIGD rapportati al n. degli occupati presenti nel
Provincia Percentuale
AREZZO 3,0%
FIRENZE 1,6%
GROSSETO 1,0%
LIVORNO 1,2%
LUCCA 2,2%
MASSA CARRARA 1,9%
PISA 1,7%
PISTOIA 3,1%
PRATO 3,7%
SIENA 1,3%
Totale 2,0%
Cassa Integrazione in Deroga
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Continua la tendenza negativa dei reintegri
a cura di Enrico Fabbri
Il grafico mostra l’andamento degli ingressi e delle uscite dalla CIGD cumulati inerenti il periodo che va dal gennaio 2012 al giugno 2012. La “forbice” tra ingressi e uscite si è andata progressivamente allargando in virtù sia di un graduale ampliamento della platea dei cassaintegrati, sia a causa di una crescente dilatazione del periodo di permanenza in cassa integrazione (si veda di seguito).Infatti, la permanenza media in cassa integrazione in deroga nel periodo considerato è stata di 92 giorni. Si tratta di un ulteriore segnale del peggioramento della congiuntura economica: la durata media della CIGD, infatti, è passata da 69 giorni del dicembre 2011 a 75 giornate del marzo 2012, fino ad arrivare ai livelli odierni.
Graf. 1 Valori cumulati degli ingressi e delle uscite dalla CIGD dei lavoratori (periodo 1/1/2012 – 1/6/2012)
Cassa Integrazione in Deroga
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L’andamento dei reintegria cura di Enrico Fabbri
Dai dati esposti nei grafici, emerge che la maggior parte dei lavoratori collocati in CIGD appartiene alla classe d’età centrale (26-49), seguono gli over 50 e – infine – gli under 25. Si consideri, tuttavia, che le più alte percentuali di reintegro caratterizzano i lavoratori più giovani (39,8%), le più basse, invece, sono associate agli over 50.
0
2.500
5.000
7.500
10.000
12.500
15.000
17.500
20.000
-25 26-49 50-
5.993
14.499
1.367
N. Lavoratori in CIGD
0%
10%
20%
30%
40%
50%
-25 26-49 50-
33%35%
40%
% di Reintegri*
Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per classi di età e % di reintegri(dati relativi al periodo 1/1/2012- al 1/06/2012)
* % di reintegro si definisce come il rapporto tra il numero dei reintegrati e cassaintegrati appartenenti alla medesima classe.
Cassa Integrazione in Deroga
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Andamento dei reintegri a cura di Enrico Fabbri
I lavoratori in CIGD sono disaggregati
per sesso: prevalgono le femmine sui
maschi di ben il 6%, mentre le
percentuali di reintegro più elevate
(di ben il 6,1%) sono associate agli
uomini.
0
3.000
6.000
9.000
12.000
15.000
Maschi Femmine
11.577
10.282
N. Lavoratori in CIGD
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Maschi Femmine
32%
38%
% di Reintegri*
Distribuzione dei cassaintegrati in deroga per genere e % di reintegri (dati relativi al periodo dal 27/07/2009 al 31/03/2012).
Cassa Integrazione in Deroga
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Aumentano le imprese che richiedono la durata massima
a cura di Enrico Fabbri
Nel grafico i lavoratori autorizzati alla cassa in deroga sono stati disaggregati in base a classi che definiscono la durata del periodo di CIGD. I dati esposti in tabella 5 mostrano che in tutte le Province, la maggioranza dei lavoratori collocati in cassa integrazione ha ottenuto l’autorizzazione ad una sospensione / riduzione dell’orario di lavoro per un periodo compreso tra 91 e 120 giorni. Il dato fa riflettere soprattutto alla luce delle recenti variazioni normative regionali sulla fruizione della CIGD che impongono alle aziende di consumare almeno il 50% delle ore di cassa integrazione richieste per poter ottenere ulteriori, future, autorizzazioni. Dunque, se in passato si è ipotizzato che il ricorso massivo al più ampio periodo di CIGD autorizzabile (120 giorni) potesse nascondere un trasferimento del rischio di impresa a carico dello Stato (si richiede il massimo autorizzabile indipendentemente dalla effettiva necessità di CIGD da parte delle imprese), attualmente tale ipotesi appare poco coerente con le condizioni normative che impongono – appunto – l’effettiva fruizione di almeno la metà delle ore di CIGD richieste.
Graf. 2 Distribuzione % dei lavoratori in CIGD in base alla durata del periodo di CIGD autorizzato (dati relativi al periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012).
AR49,0%
19,8%20,2%
11,0%
FI62,9%
16,4%12,8%
7,9%
GR78,0%
15,2%4,9%
1,9%
LI85,0%
6,0%7,9%
1,1%
LU77,4%
8,5%12,7%
1,4%
MS84,0%
7,3%7,4%
1,4%
PI45,5%
12,8%32,2%
9,6%
PO33,8%
14,6%29,9%
21,8%
PT55,3%
15,8%19,1%
9,8%
SI67,4%
9,9%18,5%
4,2%
-30 31-60 61-90 91-120
Mobilità in deroga per Aree Vaste
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0
150
300
450
600
750
900
1.050
1.200
1.350
1.500 A
R SI
GR
Are
a M
erid
iona
le FI
PO
PT
Are
a Ce
ntra
le LI
PI
MS
LU
Are
a Co
stie
ra
Periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012 Nell’Area Costiera il maggior utilizzo.
a cura di Enrico Fabbri
I soggetti posti in mobilità in deroga dal 1/1/2012 al 1/06/2012 ammontano a 1.014 unità. Attualmente l’universo dei mobilitati – ai sensi della DGR n. 831 del 03/10/2011 – è costituito da:• Gli apprendisti licenziati che non rientrano
nella normativa di cui all’art. 19 della Legge 2/2009;
• I lavoratori subordinati ammessi al trattamento di mobilità ex 223/91 o di disoccupazione ordinaria che hanno esaurito il suddetto trattamento nel corso del 2011/2012 e che maturino il diritto alla pensione nei 12 mesi successivi;
• I lavoratori con contratto a tempo determinato o somministrato licenziati / cessati nel corso del 2011/2012 esclusi dal trattamento di mobilità ex l. 223/91 e dal trattamento di disoccupazione ordinaria.
L’area vasta che alimenta di più la mobilità in deroga è quella della costa, seguita dall’area della metropolitana e – infine – da quella centro meridionale. A livello provinciale, le maggiori frequenze sono associate a Firenze (23,8%), seguita da Massa Carrara (13,4%) e Lucca (11,0%), mentre i numeri più bassi si registrano a Grosseto (5,4%), Pistoia (5,9%) e Siena (6,3%).
Mobilità in deroga / Lavoratori
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 32
Lucca e Massa Carrara le province con più mobilità in deroga in rapporto ai lavoratori
a cura di Enrico Fabbri
Come si è fatto con i cassintegrati in deroga, anche con i lavoratori in mobilità, si è operato un confronto con gli occupati. Dai dati esposti in tabella 9 il maggior numero di mobilitati in deroga (in rapporto al numero degli occupati) si registra a Massa Carrara (0,25%), seguita da Lucca (0,12%). Tutte le altre Province si posizionano su valori tra lo 0,08% e 0,09% (quest’ultimo valore caratterizza anche l’indice regionale), tranne la provincia di Pisa che registra un indice leggermente migliore (0,07%).
Tab. 9 Distribuzione territoriale dei lavoratori in mobilità rapportati al n. degli occupati presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012).Tab. 9 Distribuzione territoriale dei lavoratori in mobilità rapportati al n. degli occupati presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012).Tab. 9 Distribuzione territoriale dei lavoratori in mobilità rapportati al n. degli occupati presenti nel territorio provinciale (dati relativi al periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012).
Provincia Percentuale
AREZZO 0,09%
FIRENZE 0,08%
GROSSETO 0,09%
LIVORNO 0,08%
LUCCA 0,12%
MASSA CARRARA 0,25%
PISA 0,07%
PISTOIA 0,09%
PRATO 0,08%
SIENA 0,07%
Totale 0,09%
Mobilità in deroga per età e genere
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I giovani e le donne i maggiori utilizzatori.
a cura di Enrico Fabbri
Interessante è anche la disaggregazione per classi di età dei lavoratori in mobilità in deroga: i giovani (classe d’età -25) costituiscono la maggioranza dei soggetti che fruiscono di tale istituto. Ciò è dovuto alle caratteristiche che – fino a pochi mesi fa – determinavano la normativa regionale, in base alla quale la mobilità in deroga poteva essere attivata solo a favore degli apprendisti. I recenti cambiamenti normativi (cfr. DGR n. 831 del 03/10/2011) hanno esteso la platea dei potenziali percettori: ciò spiega l’avvicinamento alla classe degli under 25 dei soggetti appartenente alla classe d’età centrale (26-49).
Infine, la tabella seguente disaggrega i lavoratori per genere: come emerge dai dati, le femmine prevalgono sui maschi.
0
100
200
300
400
500
-25 26-49 50-
127
425
462
Periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012
0
120
240
360
480
600
Maschi Femmine
581
433
Periodo 1/1/2012 - al 1/06/2012
Produzione Industriale
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 34
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Produzione manifatturiera / numero indice su trimestre anno prec. Continua la recessionea cura di Franco Bortolotti
Tutti sapevamo che i primi mesi del
2012 non sarebbero stati positivi dal
punto di vista della produzione
industriale. Tuttavia l’indice della
variazione congiunturale, con una
diminuzione su base annuale del
4,2% è in qualche modo peggiore
del previsto, anche perché ad esso si
accompagnano performances
negative di quasi tutti i settori.
Produzione Industriale
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 35
75
80
85
90
95
100
105
110
115
120
125
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Andamento cumulato dell'indice della produzione Si torna ai livelli del 2009
a cura di Franco Bortolotti
Il peggioramento ulteriore del dato
congiunturale naturalmente fa sì
che si allarghi il divario che ormai ci
separa dagli anni pre-crisi il cui
ritorno appare, di anno in anno, più
incerto. L’indice cumulato della
produzione, fatto 100 il 2004,
appare stabilmente sotto 85.
Produzione Industriale
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 36
-30,0
-25,0
-20,0
-15,0
-10,0
-5,0
0
5,0
10,0
15,0
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Andamento per Settori
Settori "tradizionali"Settori "intermedi"Settori "moderni"
Tutti i settori in calo.
a cura di Franco Bortolotti
Adesso tutte le tipologie di settori sono su indici negativi, a partire dai settori tradizionali (in calo del 4,5% sullo stesso periodo del 2011); i settori “moderni” perdono il 3% e quelli “intermedi” il 3,2%. Accanto all’industria meccanica in senso stretto (+2,8%) solo il settore della lavorazione dei minerali non metalliferi (+1,9%) mantiene variazioni intertrimestrali positive, mentre la dinamica di alcuni settori si avvicina pericolosamente al -10%: tessile e abbigliamento (-9,9%), metallurgia e prodotti in metallo (-8,6%), legno e mobilio (-8,1%). Anche due settori che fino allo scorso trimestre riportavano modesti progressi produttivi, come il chimico e farmaceutico e il conciario-pellettiero-calzaturiero, nell’ultimo periodo perdono circa il 2% rispetto al primo trimestre 2011.
Export Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 37
Dati al Primo Trimestre 2012a cura di Franco Bortolotti
L’export toscano cresce circa del 14%, contro il +5,5% medio nazionale. In tre province, Lucca, Pistoia e Siena, le esportazioni sono diminuite, ma meno di quanto siano diminuite le importazioni. Come avviene da molto tempo, la crescita è trainata dalla provincia di Arezzo (+56%), il cui dato è spinto dal settore dei metalli preziosi, nel quale però la crescita del valore del fatturato esportato (circa 400 milioni in più) non comporta una analoga crescita del valore aggiunto (anzi, in contrazione). Altre province in forte crescita dell’export sono Grosseto (+19%) e Massa-Carrara (+30%, favorito dagli investimenti Nuovo Pignone), mentre le altre province registrano dinamiche positive ma modeste. Il contraddittorio dato aretino spiega comunque solo metà dell’aumento delle esportazioni metalmeccaniche regionali (+800 milioni circa). Le esportazioni del sistema moda sono cresciute di circa 140 milioni di euro, e quelle degli “altri settori manifatturieri” di quasi 40 milioni.
0
1.000.000.000
2.000.000.000
3.000.000.000
4.000.000.000
Met
alm
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nica
TAC
Alt
ra In
dust
ria
2010 2011 2012
0
15.000.000
30.000.000
45.000.000
60.000.000
ind.
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Export Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 38
Cresce il peso dell'export toscanoa cura di Franco Bortolotti
Il peso sull’export nazionale è passato in un anno circa dal 6% al 7%, ma sempre soprattutto sulla base del già citato export di metalli preziosi aretini. Grazie alla sua composizione interno (spostata verso la filiera pelle) il TAC toscano vede anch’esso una crescente incidenze sulle esportazioni TAC nazionali (dal 17,2% del
primo trimestre 2010 al 18,2% del primo trimestre 2012), mentre continua il declino relativo dell’altra industria manifatturiera (il cui peso esportativo sul totale nazionale passa nei due anni dal 7,3% al 6,5%. E’ interessante la crescita delle esportazioni di servizi culturali, tecnici e mediatici, che adesso pesano per il 5,4% sul totale nazionale.
0%
5%
10%
15%
20%
Metalm
eccanicaTAC
Altra In
dustria
Agricoltu
ra e Pesc
a
Ind. Estr
attiva
Servizi C
ultura
lialtr
o
TOTALE EXPORT
2010 2011 2012
Export Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 39
Cresce l’export per il settore metalmeccanicoa cura di Franco Bortolotti
Nell’arco degli ultimi due anni (I trimestre 2010 e I trimestre 2012), per effetto delle dinamiche già citate, l’export metalmeccanico passa dal 37% al 43% dell’export regionale, a scapito dell’altra industria manifatturiera (dal 33% al 28%).
1,6%
33,9%
26,8%
37,7%
industria metalmeccanicaindustria TACaltra industria manifatturieraagricoltura e pesca
1,4%
28,7%
26,4%
43,5%
2010
2012
Export Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 40
SALDO EXPORT-IMPORTSALDO EXPORT-IMPORTSALDO EXPORT-IMPORT
Importi in euro 2010 2011 2012
industria metalmeccanica 399.125.230 429.655.098 1.035.221.139
industria TAC 953.174.772 1.108.279.752 1.337.661.609
altra industria manifatturiera 725.497.179 693.651.080 817.041.116
agricoltura e pesca 6.483.029 -9.085.400 -14.441.978
industria estrattiva -505.436.719 -680.396.594 -692.960.831
servizi culturali, tecnici, media 744.371 -1.492.832 6.235.623
Altro -140.676.289 -237.389.803 -288.062.038
TOTALE 1.438.911.573 1.303.221.301 2.200.694.640
Saldo positivo a 2,2 mld di euroa cura di Franco Bortolotti
I primi dati 2012 del commercio
internazionale toscano, pure
provvisori, relativi al primo trimestre
dell’anno, segnalano un
miglioramento quasi spettacolare
dei conti con l’estero, con il saldo
import-export passato da 1,3 a 2,2
miliardi di euro, frutto di una
crescita dell’export di quasi un
miliardo e di una dell’import di solo
circa 100 milioni. In pratica la
recessione interna deprime
sostanzialmente le importazioni,
mentre alcuni mercati internazionali
continuano ad assorbire merci
italiane e toscane; tuttavia la
diminuzione dell’import di
macchinari (di circa una decina di
milioni di euro) è un piccolo
campanello di allarme che segnala
come la contrazione produttiva
possa dar luogo ad un vuoto di
investimenti che potrebbe produrre
i suoi effetti negativi di lungo
periodo.
Export Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 41
Articolazione della dinamica dell’export
a cura di Franco Bortolotti
Nel comparto metalmeccanico la crescita dell’export, come abbiamo notato, riguarda essenzialmente Arezzo (+763 milioni). Abbiamo notato come tale dato
dipenda dall’export di metalli (+695milioni), ma anche dal resto del comparto locale (+65). Le esportazioni massesi sono poi cresciute di 75 milioni e piccoli
incrementi riguardano anche Livorno, Prato e Pistoia, mentre sono notevoli i ridimensionamenti dell’export metalmeccanico fiorentino (-60 milioni) e lucchese (-20).
L’import metalmeccanico è diminuito ovunque, salvo Arezzo, ma soprattutto a Livorno, Massa e Pisa.
Le province maggiormente coinvolte nella filiera pelle sono quelle che registrano i maggiori incrementi dell’export del Tac: Firenze (+103 milioni), Arezzo (+32) e Pisa
(+11).
Per quanto riguarda gli “altri settori manifatturieri”, incrementi di un certo significato (da 7 a 20 milioni in più nel trimestre) concernono Firenze, Grosseto, Livorno,
Massa, Pisa e Prato, mentre a Pistoia e Arezzo ci sono le contrazioni più significative (intorno a -10 milioni di euro di esportazioni).
Salari e pensioni in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 42
Presentazione
a cura di Gianni Aristelli
In questo numero prendiamo in esame la distribuzione provinciale dei redditi da lavoro dipendente o pensione relativa all’anno 2010 come deriva dalla base informativa regionale delle dichiarazioni dei redditi presentate attraverso il modello 730 presso le strutture regionali del CAAF CGIL. L’obiettivo di mettere a fuoco le differenze principali in termini di reddito lordo e imposte esistenti tra le province toscane e tra i principali profili del dichiarante al fine di osservarne la consistenza, la variabilità e le dinamiche.A differenza del precedente numero (FocusEconomia 2/2012) che si occupava di dinamiche salariali, questo numero prende in esame tutte le dichiarazioni presentate presso i centri CAAF. Il reddito lordo e le imposte in esame sono quindi quelle relative a tutti i dichiaranti, indipendentemente dall’eventuale stabilità del lavoro che lo ha originato. Unica limitazione di trattamento è quella relativa alle dichiarazioni congiunte per la posizione del coniuge dato che non essendo necessario dichiarare il datore di lavoro (ovvero il sostituto) non è possibile trattare le relative informazioni associandole ad un settore.Per ulteriori specifiche e definizioni sui dati che vengono trattati in questo articolo si veda il precedente numero di FocusEconomia 2/2012.
La situazione nel 2010
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Tavola 1. Numero di dichiarazioni, reddito lordo e imposte medie per provincia di residenza del dichiarante e settore. Anno 2010Tavola 1. Numero di dichiarazioni, reddito lordo e imposte medie per provincia di residenza del dichiarante e settore. Anno 2010Tavola 1. Numero di dichiarazioni, reddito lordo e imposte medie per provincia di residenza del dichiarante e settore. Anno 2010Tavola 1. Numero di dichiarazioni, reddito lordo e imposte medie per provincia di
PENSIONI SETTORE PRIVATOSETTORE PRIVATOSETTORE PRIVATO SETTORE PUBBLICOSETTORE PUBBLICOSETTORE PUBBLICO
ProvinciaNumero
dichiarazioniReddito lordo
medioMedia delle
imposteNumero
dichiarazioniReddito lordo
medioMedia delle
imposteNumero
dichiarazioniReddito lordo
medioMedia delle
imposte
AR 9.707 17.452 2.947 7.865 21.593 3.804 2.587 27.311 5.815
FI 35.310 19.421 3.592 29.679 23.860 4.666 9.725 29.005 6.513
GR 7.745 17.575 2.957 3.748 22.253 4.086 1.762 28.424 6.265
LI 10.692 20.789 3.833 8.607 22.972 4.271 2.894 28.532 6.286LU 5.788 19.463 3.521 6.130 23.672 4.482 1.773 30.069 6.967
MS 2.751 19.725 3.574 1.813 23.451 4.444 917 29.403 6.666
PI 10.870 18.444 3.312 10.716 22.937 4.245 3.886 30.428 7.079
PO 6.279 18.054 3.132 6.843 22.605 4.184 1.646 26.438 5.549
PT 7.196 17.944 3.065 6.574 22.175 3.990 2.071 27.008 5.741SI 11.228 16.722 2.812 6.819 23.135 4.407 2.795 27.564 6.061
Altre province 751 20.553 4.265 1.200 25.516 5.651 504 31.381 7.781Totale 108.317 18.710 3.342 89.994 23.128 4.369 30.560 28.672 6.396
La situazione nel 2010. A cura di Gianni Aristelli
Le circa 229.000 dichiarazioni osservate sono sostanzialmente equiripartite fra lavoro dipendente e reddito da pensione, con una maggior prevalenza dei redditi da pensione nelle province di Grosseto e Siena. La distribuzione provinciale delle dichiarazioni rispecchia abbastanza fedelmente la distribuzione della popolazione residente delle province. A livello complessivo i valori medi di reddito lordo sono più contenuti per i pensionati con un valore medio di 18.710 euro, seguiti dai 23.128 euro del settore privato e dai 28.672 del settore pubblico. I valori delle imposte sono coerentemente crescenti quanto maggiore è il livello reddituale.
Reddito lordo. Confronti provinciali
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Differenze medie simili in tutte le province, eccetto Livornoa cura di Gianni Aristelli
Il grafico 1 mostra la concentricità
dei valori di reddito lordo su base
provinciale: in ogni provincia il
valore medio della pensione lorda è
sistematicamente più basso del
reddito da lavoro dipendente del
settore privato che è a sua volta più
basso di quello del settore pubblico.
Le oscillazioni sono più sensibili per
il valore medio delle pensioni e
meno per quelli di reddito
dipendente, come si evidenzia dalla
sostanziale forma circolare delle due
spezzate del reddito.
In termini descrittivi il grafico
mostra che sostanzialmente in tutte
le province i tre gruppi sono distinti,
ovvero caratterizzati dal un livello
reddituale distinto e separato di un
ordine di grandezza medio di circa
5.000 euro. Particolare in questo
senso è il caso della provincia di
Livorno, per la quale i redditi da
pensione e lavoro dipendente nel
settore privato medi sono meno
distanziati (circa 2.000 euro).
Grafico 1. Reddito lordo per settore e provincia di residenza del dichiarante. Anno 2010
Differenze medie reddituali di genere
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Ad Arezzo le minori differenze di generea cura di Gianni Aristelli
Un’analisi di genere sul reddito lordo dimostra la sistematicità delle differenze a favore del genere maschile in ciascuna provincia. L’istogramma presenta il valore medio assoluto (ovvero in euro) della differenza reddituale degli uomini rispetto a quella delle donne per ciascun settore e provincia. Ovviamente, trattandosi di valori medi, l’attenzione è centrata sulla generalità del fenomeno, e non si esclude certo vi siano situazioni in cui il salario di alcune donne sia superiore a quello di alcuni uomini.Si nota che la differenza minima è rilevabile per il settore pubblico della provincia di Arezzo (circa 2.700 euro), mentre la massima per i redditi da pensione della provincia di Livorno (circa 7.100 euro).Interessante poi è l’analisi del settore: in generale sono pensionati e/o lavoratori del mondo privato quelli che dimostrano le differenze di maggiore intensità, ma nelle province di Lucca, Pisa e in parte Pistoia sono i lavoratori del mondo pubblico quelli con gli scarti maggiori.
0
2.000
4.000
6.000
8.000
AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI
Grafico 2. Scarti reddituali per genere, settore e provincia. Differenziali medi assoluti uomo-donna
Pensioni Privato Pubblico
Differenze reddituali medie per cittadinanza
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Nel settore privato le maggiori differenzea cura di Gianni Aristelli
Anche l’analisi della provincia di nascita del dichiarante (italiana/estera) del reddito lordo da lavoro dipendente dimostra la sistematicità delle differenze a favore dei nati in Italia in tutte le province e settori. L’istogramma presenta il valore medio assoluto (ovvero in euro) della differenza reddituale dei lavoratori italiani rispetto agli stranieri per ciascun settore e provincia.Si nota che la differenza minima è rilevabile per il settore pubblico della provincia di Grosseto (circa 600 euro), mentre la massima per i redditi conseguiti nel settore privato della provincia di Firenze (circa 6.600 euro).Interessante poi è l’analisi del settore: in generale sono lavoratori del mondo privato quelli che dimostrano le differenze maggiori, ma nelle province di Arezzo, Massa Carrara e Pistoia la situazione si inverte.
0
1.750
3.500
5.250
7.000
AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI
Grafico 3. Scarti reddituali per cittadinanza, settore e provincia. Differenziali medi assoluti italia-estero, reddito lordo
Settore privato Settore pubblico
Reddito lordo nel settore privato
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A Firenze i redditi più elevati. A Prato le minori differenze per fascia di età.a cura di Gianni Aristelli
Il grafico 4 mostra la concentricità dei valori di reddito lordo nel settore privato su base provinciale al variare della classe d’età del dichiarante. In ogni provincia il valore medio del reddito è sistematicamente crescente al crescere dell’età del lavoratore/dichiarante di un valore dell’ordine dei 4.000 euro fra una classe d’età e la successiva.È interessante notare le forti relazioni esistenti tra i valori delle tre classi d’età. Nel caso delle province di Arezzo e Grosseto ad esempio i valori di reddito medio sono fra le più basse qualunque sia l’età del lavoratore rispetto alle altre province, viceversa i casi di Firenze e Lucca. Particolare è il caso della provincia di Prato per la quale le due classi d’età 36-50 e 51-65 mostrano valori medi di reddito molto ravvicinati.
Grafico 4. Reddito lordo per settore privato, provincia di residenza e classe di età del dichiarante. Anno 2010
Reddito lordo nel settore pubblico
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Nel pubblico minori differenze tra le fasce di età.a cura di Gianni Aristelli
Anche il grafico 5 mostra la concentricità dei valori di reddito lordo nel settore pubblico su base provinciale al variare della classe d’età del dichiarante. In ogni provincia il valore medio del reddito è sistematicamente crescente all’aumentare della classe d’età del dichiarante.A differenza del caso del settore privato però le differenze, in particolare fra le prime due classi d’età, sono di intensità maggiormente variabile. Nel settore pubblico infatti accade con maggior frequenza che i livelli reddituali siano prossimi qualunque sia l’età del dichiarante, anche se non manca il caso (come quello della provincia di Lucca) in cui la distribuzione somiglia a quanto visto in precedenza per il settore privato.
Grafico 5. Reddito lordo per settore pubblico, provincia di residenza e classe di età del dichiarante. Anno 2010
La variabilità del reddito lordo
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Pensione minima lorda mediamente sotto i 10.000 !a cura di Gianni Aristelli
L’analisi dei valori medi di reddito sintetizza e semplifica l’analisi dei livelli reddituali, ma al contempo non consente di apprezzare le differenziazioni esistenti nei vari contesti. Il grafico 6 presenta la variabilità dei redditi lordi attraverso le barre raffiguranti la deviazione standard dei valori rispetto alla media. Si tratta di una misura media delle oscillazione che i valori assumono rispetto alla media.Osserviamo allora i livelli reddituali dei singoli dichiaranti coprono una banda di valori mediamente compresa tra circa 10.000 euro e quasi 50.000. I redditi da pensione minimi sono in molte province inferiori ai 10.000 euro, quelli del settore privato generalmente sono di poco superiori, mentre quelli del settore pubblico sono generalmente prossimi ai 15.000 euro. D’altro canto i valori massimi sono invece rappresentati per il settore delle pensioni da valori oscillanti tra 25 e 30.000 euro, sui 35.000 euro per il settore privato ed infine tra i 40 e 45.000 per il settore pubblico.Nel confronto provinciale poi si notano le stesse differenze riscontrate in precedenza, ovvero valori sistematicamente più bassi in talune province (ad esempio Arezzo e Prato) e più elevati in altre (ad esempio Firenze e Lucca).
0
12.500
25.000
37.500
50.000
AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI
Grafico 6. Variabilità del reddito lordo per settore e provincia
Pensioni Privato Pubblico
La dinamica rispetto al 2009
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Variazioni negative nel lavoro privato.a cura di Gianni Aristelli
Nel 2010 rispetto al precedente anno i redditi a livello provinciale hanno subito modeste variazioni. In tavola 2 vengono presentati gli scarti assoluti (ovvero in euro) dei redditi medi tra il 2010 e il 2009.Si nota che per le pensioni e per il settore pubblico la variazione sia di
reddito che di imposte è stata di segno positivo (con l’unica eccezione del settore pubblico di Livorno) anche se estremamente e generalmente contenuta.Viceversa per il settore privato si sono evidenziate non poche criticità, con variazioni negative dei valori medi anche elevate come nel caso delle province di Massa Carrara e Livorno.
In controtendenza le province di Arezzo e Siena con variazioni positive.
PENSIONIPENSIONI PRIVATOPRIVATO PUBBLICOPUBBLICO
PROVINCIA Reddito lordo
medio
Media delle
imposte
Reddito lordo
medio
Media delle
imposte
Reddito lordo
medio
Media delle
imposte
AR 322 91 201 85 290 74
FI 416 129 -188 -56 167 18
GR 140 55 -169 -71 502 191
LI 344 100 -682 -207 -23 8
LU 292 75 -374 -91 328 196
MS 333 119 -854 -234 326 95
PI 303 101 -22 -4 210 20
PO 343 98 -211 -35 360 103
PT 298 96 -159 -41 454 147
SI 149 43 303 117 246 92
Totale 328 100 -148 -35 266 77
Tavola 2. Variazioni medie assolute del reddito lordo e delle imposte per provincia di residenza del dichiarante e settore. Anno 2010 rispetto al 2009
Conclusioni
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a cura di Gianni Aristelli
L’analisi dei redditi svolta a livello provinciale ha consentito di mettere a fuoco differenze e situazioni specifiche di ciascuna provincia, le cui motivazioni vanno cercate senz’altro nel complesso intreccio di situazioni storiche, economiche e sociali che caratterizzano il nostro territorio.E’ importante segnalare che i redditi medi dei lavoratori privati, nel 2010, calano rispetto al 2009 in otto province su dieci. In questo contesto è interessante conoscere le differenze allo scopo di facilitare e stimolare le politiche di intervento per la tutela del valore sociale del reddito e la garanzia di sostanziale parità di trattamento dei lavoratori e pensionati.Anche in questo senso quindi, oltre che interventi decisi e mirati sul mercato del lavoro e sulla tutela delle pensioni, è auspicabile un’attenta riflessione sui temi del prelievo fiscale e della condizione economica per l’accesso ai servizi che potrebbe fungere da sistema di bilanciamento degli squilibri esistenti.
I consumi in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 52
-10%
-7,5%
-5%
-2,5%
0%
Vendite al dettaglio a prezzi costanti
-6,7%
-9,1%
-6,8%
-4,8%
-5,4%
Variazioni tra il primo trimestre 2012 e primo trimestre 2011
Vendite al dettaglioSettore alimentareNon AlimentareProdotti per casa (es. mobili), elettrodomesticiAbbigliamento e accessori
Calano i consumi
Il calo dei consumi riguarda tutte le tipologie e tutte le dimensioni di vendita.Le vendite di prodotti per la casa ed elettrodomestici subiscono un vero e
proprio crollo, in forte flessione nell’ultimo trimestre anche le vendite di abbigliamento e di prodotti non alimentari.
Il credito in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 53
Il sistema del credito nella crisi a cura di Anna Maria Romano
In Toscana la crisi economica coinvolge
pesantemente anche il mondo bancario. La
recente presentazione del piano industriale del
Gruppo Monte dei Paschi intende spingere la
banca verso la vendita di servizi penalizzando il
ruolo del credito che è sempre stato
determinante per il sistema produttivo regionale.
Questo si potrebbe tradurre in una riduzione
delle erogazioni di mutui per acquisti di case e di
finanziamenti alle imprese.
I dati generali sui depositi vedono proseguire la
crescita per le famiglie consumatrici (quasi +4%
da giugno 2011), mentre per le imprese, che
hanno un andamento più altalenante, l’aumento
è più contenuto (+1% circa).
Sul fronte degli impieghi, nonostante ad aprile ci
siano stati lievissimi miglioramenti, i dati
raffrontati a giugno dello scorso anno vedono
andamenti fortemente negativi per tutti i tre
settori monitorati: l’industria (-4%) ed edilizia
(-2% circa) e servizi (oltre il -2%).
A fronte di una riduzione degli impieghi si
ravvisa un costante aumento dei tassi di
interesse, che arrivano quasi al 7,7%.
Questa crescita permette il leggerissimo
aumento dei guadagni che rimane fortemente
negativo rispetto al picco del settembre 2008
(-34%).
Rallenta infine, la crescita delle sofferenze (8,2
miliardi di euro) con un calo del numero dei
soggetti coinvolti (è la prima volta dal 2009).
In questo numero abbiamo inserito un nuovo
grafico riguardante i flussi (per importi) di nuove
sofferenze per ogni trimestre. Si nota come prima
della crisi gli importi erano di circa 200 mila euro
a trimestre mentre adesso si attestano a circa 800
mila euro.
I Depositi in Toscana
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Le famiglie consumatrici sono individui o gruppi di individui considerati nella loro qualità di consumatori
40.000
42.500
45.000
47.500
50.000
giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12-10,00%
-8,00%
-6,00%
-4,00%
-2,00%
0%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00%
-0,06%0,63% 0,93%
0,19%
-1,60%
3,27%
0,43%
1,50%
0,48%
1,75%
Famiglie Consumatrici
Depositi in mln di ! Variazione %
Dati in mln di !
I Depositi in Toscana
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Le famiglie produttrici sono costituite da società semplici, società di fatto e dalle imprese individuali, che impiegano fino a 5 addetti.
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12-10,00%
-8,00%
-6,00%
-4,00%
-2,00%
0%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00%
2,80%
-5,96%
0,97%0,48%
-4,91%
3,57%
-3,07%
-0,07%
3,25%
1,20%
Famiglie Produttrici
Depositi in mln di ! Variazione %Dati in mln di !
I Depositi in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 56
8.000
8.500
9.000
9.500
10.000
giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12-10,00%
-8,89%-7,78%-6,67%-5,56%-4,44%-3,33%-2,22%-1,11%
0%1,11%2,22%3,33%4,44%5,56%6,67%7,78%8,89%
10,00%
4,20%
-5,42%
-0,50%
1,01%
-2,94%
4,96%
-9,13%
0,66%
9,50%
-2,95%
Imprese
Depositi in mln di ! Variazione %
Dati in mln di !
Impieghi in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 57
16.000
16.500
17.000
17.500
18.000
giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12-10,00%
-8,00%
-6,00%
-4,00%
-2,00%
0%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00%
-0,42%-0,99%
0,30%
-0,87%
0,52%
-2,33%
2,31%
-0,72%
-1,73%
0,07%
Impieghi Industria
Depositi in mln di ! Variazione %
Dati in mln di !
Impieghi in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 58
9.000
9.500
10.000
10.500
11.000
giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12-10,00%
-8,00%
-6,00%
-4,00%
-2,00%
0%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00%
-1,31%
-0,00%-0,39%
-0,79%0,11%
-2,80%
0,51%
-0,84%
-3,37%
0,58%
Impieghi Costruzioni
Depositi in mln di ! Variazione %
Dati in mln di !
Impieghi in Toscana
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 59
30.000
31.250
32.500
33.750
35.000
giu 11 lug 11 ago 11 set 11 ott 11 nov 11 dic 11 gen 12 feb 12 mar 12 apr 12-10,00%
-8,00%
-6,00%
-4,00%
-2,00%
0%
2,00%
4,00%
6,00%
8,00%
-0,59%-0,12%
0,34%-0,18%
0,87%
-1,63%
1,11%
0,06%
-1,27%
-0,23%
Impieghi Servizi
Depositi in mln di ! Variazione %
Dati in mln di !
Finanziamenti, tassi e interessi
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 60
0
2.000.000.000
4.000.000.000
6.000.000.000
8.000.000.000
10.000.000.000
giu 05se
t 05
dic 05
mar 06
giu 06se
t 06
dic 06
mar 07
giu 07se
t 07
dic 07
mar 08
giu 08se
t 08
dic 08
mar 09
giu 09se
t 09
dic 09
mar 10
giu 10se
t 10
dic 10
mar 11
giu 11se
t 11
dic 11
mar 12
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9ANDAMENTO DEI TASSI E DEI NUMERI GENERATI
NUMERITASSO
0
40.000.000
80.000.000
120.000.000
160.000.000
200.000.000
giu 05se
t 05
dic 05
mar 06
giu 06se
t 06
dic 06
mar 07
giu 07se
t 07
dic 07
mar 08
giu 08se
t 08
dic 08
mar 09
giu 09se
t 09
dic 09
mar 10
giu 10se
t 10
dic 10
mar 11
giu 11se
t 11
dic 11
mar 12
ANAMENTO DEGLI INTERESSI E COMMISSIONI PRODOTTE
INTERESSI E SPESE
Calano i volumi e crescono i tassi
a cura di Nicola Barbini
I due grafici a fianco sono relativi ai
finanziamenti a revoca concessi
dalle banche dal 2005 a dicembre
2011. Questa tipologia di
finanziamenti è utilizzata per dare
liquidità ad un’attività o a una
famiglia che ne ha bisogno. Nel
primo si evidenzia l’andamento dei
numeri prodotti dal totale delle
operazioni (rappresentano un po’ i
volumi generati) insieme
all’andamento dei tassi applicati. Nel
secondo si rappresenta l’andamento
degli interessi (scaturiti dal prodotto
dei numeri generati con i tassi di
interesse) più le commissioni. Da
notare come da giugno 2010 i tassi
sono in costante crescita ed abbinati
un livello costante di numeri questi
generano un lieve aumento degli
introiti per le banche che risultano
inferiori del 36% rispetto al picco
massimo del settembre 2008.
Dati in di !
Finanziamenti in banca: -42 mila affidati!
CGIL TOSCANA | FOCUS ECONOMIA TOSCANA 03 2012 | IRES TOSCANA | Slide 61
ANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO NEL SETTORE BANCARIO
Fidi in migliaia di ! > da 30 a 75 da 75 a 125 da 125 a 250
da 250 a 500
da 500 a 1000
da 1000 a 2500
da 2500 a 5000
da 5000 a 25000
oltre 25000
totale
marzo 09 111.066 70.728 69.497 25.313 13.015 9.419 3.559 2.729 424 305.750
giugno 09 105.004 66.051 66.829 25.250 12.931 9.455 3.506 2.689 423 292.138
settembre 09 101.479 64.604 66.094 24.679 12.789 9.360 3.499 2.650 422 285.576
dicembre 09 103.432 66.123 67.071 24.923 12.675 9.353 3.442 2.642 408 290.069
marzo 10 106.108 68.306 69.622 25.089 12.743 9.224 3.395 2.635 411 297.533
giugno 10 105.072 67.489 69.266 24.977 12.787 9.247 3.384 2.598 425 295.245
settembre 10 102.611 66.297 68.717 24.769 12.682 9.133 3.376 2.613 424 290.622
dicembre 10 101.693 65.743 68.340 24.901 12.866 9.060 3.401 2.550 417 288.971
marzo 11 101.487 65.153 67.775 24.705 12.708 9.014 3.345 2.551 424 287.162
giugno 11 100.641 64.374 67.760 24.610 12.564 8.904 3.287 2.552 426 285.118
settembre 11 96.577 62.768 66.676 24.204 12.426 8.709 3.252 2.525 428 277.565
dicembre 11 93.795 60.855 64.836 23.716 12.169 8.495 3.193 2.460 417 269.936
marzo 12 93.142 58.790 61.990 23.041 11.902 8.301 3.119 2.402 410 263.097
Variazione % -16% -17% -11% -9% -9% -12% -12% -12% -3% -14%
Variazione stock -17.924 -11.938 -7.507 -2.272 -1.113 -1.118 -440 -327 -7 -42.653
La grande migrazione dalla banche alle finanziarie
Finanziamenti: numero affidati - FINANZIARIE
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ANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDOANDAMENTO DEL NUMERO DI AFFIDATI PER FASCE DI GRANDEZZA DI FIDO
Fidi in migliaia di euro -> da 30 a 75 da 75 a 125 da 125 a
250da 250 a
500da 500 a
1000da 1000
a 2500da 2500
a 5000da 5000 a 25000
oltre 25000 totale
marzo 09 43.176 28.971 22.241 5.859 3.115 2.501 1.202 1.158 258 108.481
giugno 09 50.179 35.851 27.936 6.893 3.314 2.612 1.183 1.142 256 129.366
settembre 09 51.590 36.339 28.048 6.838 3.259 2.534 1.159 1.123 251 131.141
dicembre 09 48.971 35.379 28.190 6.713 3.241 2.565 1.153 1.136 243 127.591
marzo 10 45.771 33.592 26.789 6.447 3.161 2.526 1.136 1.123 246 120.791
giugno 10 46.833 35.606 29.001 7.036 3.448 2.796 1.224 1.165 262 127.371
settembre 10 48.684 37.453 30.471 7.293 3.439 2.795 1.212 1.174 263 132.784
dicembre 10 49.057 38.620 31.882 7.477 3.438 2.758 1.214 1.155 271 135.872
marzo 11 48.727 39.900 33.141 7.594 3.349 2.699 1.211 1.164 274 138.059
giugno 11 49.832 41.380 34.099 7.682 3.304 2.659 1.135 1.145 270 141.506
settembre 11 53.371 43.550 35.297 7.968 3.497 2.712 1.199 1.184 274 149.052
dicembre 11 54.553 45.026 37.124 8.380 3.760 2.965 1.313 1.244 281 154.646
marzo 12 54.635 46.816 39.298 8.713 3.878 3.040 1.324 1.235 273 159.212
Variazione % 27% 62% 77% 49% 24% 22% 10% 7% 6% 47%
Variazione stock 11.459 17.845 17.057 2.854 763 539 122 77 15 50.731
Credito: superato il tetto di 8mld di euro
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mar 09 giu 09 set 09 dic 09 mar 10 giu 10 set 10 dic 10 mar 11 giu 11 set 11 dic 11 mar 12
3.1623.407
3.9624.282
4.5424.834
5.1515.486
5.840
6.776
7.379
8.110 8.261
40.65642.983
46.857 46.91149.447
51.01353.210
55.239 56.296
61.24962.842
64.482
61.243
Andamento dello stok delle sofferenze in Toscana (verde) e numero di affidati a sofferenze (azzurro)
161%
Dati in mln di !
Flusso di nuove sofferenze per trimestre
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Dati in migliaia di ! e relative a tutta la clientela ordinaria escluse le Istituzioni Finanziarie Monetarie
0
100.000
200.000
300.000
400.000
500.000
600.000
700.000
800.000
900.000
1.000.000
set 05 mar 06 set 06 mar 07 set 07 mar 08 set 08 mar 09 set 09 mar 10 set 10 mar 11 set 11 mar 12
Soggetti in bonis all’inizio di un trimestre e passati a sofferenze al termine del trimestre - per importi