Post on 19-Feb-2019
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
1
INDICE 1. Introduzione Pag. 2
2. Obiettivi dello studio Pag. 4
3. Aspetti normativi Pag. 6
4. Il territorio del bacino del lago di Iseo Pag. 13
4.1 Inquadramento geografico del bacino idrografico del fiume Oglio Pag. 13 4.2 Il Bacino idrografico – Caratteristiche morfologiche Pag. 13
4.3 Caratteristiche idrografiche del Bacino Pag. 15
4.4 Invasi artificiali Pag. 17 4.5 Caratteristiche geomorfologiche Pag. 20 4.6 Climatologia Pag. 22 4.7 Il lago di Iseo Pag. 22 4.8 Specificità e criticità dell’area Mediterranea e Centrale Europea Pag. 24 4.9 Lago Moro Pag. 27 4.10 Il lago d’Arno Pag. 27 4.11 Aree protette Pag. 28 4.12 Il Modello DPSIR Pag. 33 4.13 Suddivisione del bacino in sottobacini Pag. 34
5. Pressioni sul territorio Pag. 35
5.1 Centri urbani Pag. 35 5.2 Popolazione Pag. 35 5.3 Uso del suolo Pag. 41 5.4 Agricoltura Pag. 43 5.5 Industria Pag. 55 5.6 Turismo Pag. 60 5.7 Collettamnto e trattamento delle acque reflue Pag. 68 5.8 Uso dell’acqua Pag. 69 5.9 Calcolo dei carichi potenziali o generati (analisi preliminare) Pag. 70
6. Stazioni di prelievo, depuratori e misure idrologiche Pag. 74
6.1 Sezioni di riferimento Pag. 74 6.2 Corpi idrici del bacino del lago d’Iseo Pag. 76 6.3 Modalità di campionamento e metodi di analisi Pag. 77 6.4 Metodi di analisi Pag. 79
7. Apporti chimico-fisici dai tributari Pag. 84
7.1 Caratteristiche chimiche e chimico – fisiche Pag. 84
8. Monitoraggio chimico-fisico del lago di Iseo Pag. 102
8.1 Limnologia fisica Pag. 102 8.2 Livello del lago Pag. 103
Stazioni Pag. 104
Anno 2007 Pag. 115
Le Torbiere del Sebino Pag. 119
Eventi particolari Pag. 127
9. Indagini sull’ambiente pelagico Pag. 130
9.1 Popolamenti planctonici Pag. 130 9.1.1 Indagini sul fitoplancton Pag. 130 9.1.2 Struttura dei popolamenti Pag. 131 9.1.3 Variazioni della biomassa Pag. 133
Anno 2007 Pag. 139
9.2 Popolamento di macrofite Pag. 142
10. Considerazioni Pag. 144
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
2
INTRODUZIONE
1. PREFAZIONE
Il territorio è in buona parte modellato dalla presenza umana, risultato storico di una
progressiva espansione degli insediamenti e di un succedersi di esigenze che ne hanno
condizionato le modalità di gestione. Oggi, però, di fronte alle accresciute possibilità
dell’uomo di trasformare il proprio ambiente di vita, diventa sempre più realistico l’impegno
per una lettura, interpretazione e progettazione del territorio orientata su dimensioni zonali e
in grado di considerare le profonde relazioni esistenti tra fattori abiotici, biotici e culturali. E’
questa una prospettiva rispettosa di quel punto di vista ecologico che restituisce al territorio
dimensione unitaria nel rispetto di precisi confini naturali.
Per contro, la dicotomia tra uomo e natura, la mentalità analitica e settoriale che ha guidato,
particolarmente in questi ultimi decenni, gli interventi di trasformazione del territorio, hanno
costituito occasioni per un progressivo scollamento fra ambiente naturale e ambiente umano.
Il risultato è un impressionante aumento della quota di artificialità, la crisi nella disponibilità
di risorse fondamentali, lo scadimento della qualità della vita. Tutto questo in una prospettiva
in cui l’allargamento della quota di territorio antropizzato e l’aumento della richiesta di beni e
servizi è parte del nostro futuro.
In questa realtà, politici e amministratori si trovano ogni giorno più pressati dalla richiesta di
beni ambientali per le attività industriali, l’urbanistica, i servizi, il tempo libero, e non sempre
possono contare su strumenti conoscitivi e decisionali adeguati alla complessità del
problema.
Uno dei compiti della ricerca ambientale diventa, perciò, la messa a punto di strumenti
interpretativi della realtà territoriale, adeguati alla rapidità con cui il territorio è oggetto di
trasformazione e, nel contempo, rispettosi della sua sostanziale unitarietà sia in termini di
struttura che di funzione.
Mentre, quindi, la realtà ambientale si dilata in una rete di rapporti trofici e in un complesso
di flussi energetici sempre più artificiosi occorre recuperare modelli interpretativi capaci di
sintesi e di guidare le linee di tendenza di un progetto che rischia, alternativamente, di
essere solo la risultante di azioni spontaneistiche.
L’obiettivo finale quindi è quello di contribuire alla costruzione di un sistema ecologico umano
in equilibrio dinamico, capace di autoregolarsi e di durare indefinitamente.
In questo lavoro ci si è impegnati a tradurre alcune di queste motivazioni in un modello di
lettura e di interpretazione del territorio del lago di Iseo e del suo bacino idrografico secondo
un linguaggio unitario e, con l’ausilio dell’elaboratore elettronico, in grado di considerare i
fattori abiotici, biotici e culturali delle valli, sia in modo analitico che a diversi livelli di
integrazione.
La proposta è unicamente di tipo metodologico e non intende minimamente esaurire le
possibilità di analisi di questo territorio nè, tanto meno, l’approccio ad un problema che
investe tutto un modo di vivere e di abitare.
Essa si rifà all’esperienza di utilizzazione della cartografia tematica della Regione Lombardia
trasferendo, però, l’attenzione ai principi ecosistemici della progettazione territoriale su una
dimensione operativa costituita dal paesaggio globale. L’unità territoriale di riferimento è il
bacino del lago d’Iseo e del suo principale affluente, il fiume Oglio.
La scelta del confine fisico ha la precisa ragione di restituire all’analisi ambientale dimensioni
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
3
reali rispetto alle delimitazioni, spesso arbitrarie, dei confini amministrativi i quali tendono a
perpetuare in modo univoco un criterio economico-politico di gestione del territorio.
La tutela e la protezione dell’ambiente, e delle acque in particolare, presuppone l’acquisizione
di conoscenze approfondite che consentano di valutare eventuali interventi per garantire la
tutela, la riqualificazione e il rispetto della compatibilità ambientale.
L’eccessivo sviluppo delle attività legate all’antropizzazione (turismo, pesca, trasporti, scarico
di reflui urbani non trattati) è causa di un continuo impoverimento della qualità delle acque,
di sovra consumo di risorse, di conversione di spazi naturali o agricoli in strutture di vario
tipo nonché di emissione inquinanti nell’atmosfera.
Le conseguenze di questi fenomeni si manifestano sull’economia delle popolazioni e, nei casi
più drammatici, sulla salute pubblica.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
4
2 OBIETTIVI DELLO STUDIO
La ricerca si è sviluppata con l’obiettivo di aggiornare e sistematizzare i dati conoscitivi
raccolti nei precedenti studi per la successiva analisi valutativa sull’evoluzione qualitativa dei
corpi idrici superficiali, in relazione alla pressione antropica e naturale.
Per questo motivo, partendo dai numerosi dati raccolti sul campo, si sono predisposte
diverse analisi volte all’individuazione del grado di vulnerabilità dell’ecosistema, che può
essere stimato attraverso la sua fragilità intrinseca e al rischio di perturbazione.
La ricerca inoltre, nel tentativo di soddisfare l’esigenza di monitorare l’ambiente acquatico e
soprattutto di valutare ”lo stato di salute” di alcuni ecosistemi in relazione alle diverse forme
di inquinamento, ha inteso applicare nuovi o consolidati standard d’analisi, affrontando la
complessa problematica in modo funzionale, finalizzandola alla conservazione o alla
riconquista dell’integrità ambientale degli ecosistemi dei corsi d’acqua.
Gli obiettivi generali e specifici della ricerca, che hanno preso in considerazione acqua,
sedimenti e organismi biologici, si possono ricondurre a sintesi e riassumere nel seguente
modo:
1. individuazione di parametri indicatori e prima valutazione del rischio sulle acque e
sugli ecosistemi;
2. definire uno schema operativo per predisporre linee guida e documentazione tecnica;
3. definire le priorità metodologiche e le procedure operative;
4. individuare le attività sperimentali necessarie allo svolgimento del progetto;
5. verificare la validità dei criteri di monitoraggio e classificazione previsti dal
D.Lgs.152/99, dal D.Lgs.152/2006 e dalla Direttiva 2000/60/CE in confronto a diverse
e significative esperienze nazionali e internazionali;
6. verificare la miglior integrazione degli indicatori chimici, biologici e morfologici riferiti
alle diverse componenti del sistema (acqua, sedimenti e biota).
La ricerca, il cui obiettivo era di mettere a punto nuove metodologie di biomonitoraggio delle
acque interne e di mettere a fuoco strategie per il management sul lungo periodo, il controllo
dell’inquinamento nel breve periodo e il monitoraggio integrato di un grande lago profondo
subalpino e del suo bacino imbrifero, ha consentito di sottolineare come l’analisi delle diverse
componenti dell’ecosistema permetta di evidenziare differenti sorgenti di disturbo.
Questi sforzi, supportati da specifiche investigazioni scientifiche necessarie a descrivere le
dinamiche stagionali e annuali e quantificare i principali processi limnologici, hanno
consentito di individuare un set di criteri per sostanziare target di qualità dell’acqua e
dell’ecosistema lacustre e dell’area circostante e definire criteri ecologici addizionali per un
miglior governo delle acque del lago e del suo territorio.
L’analisi dei risultati consentirà infatti di affermare che la componente biologica permette di:
− evidenziare e quantificare i disturbi legati al territorio o all’ambiente circostante il
sistema considerato;
− fornire una descrizione più approfondita e dettagliata degli habitat presenti e delle
loro caratteristiche naturali, attraverso la presenza/assenza delle specie e attraverso
l’uso di bioindicatori capaci di evidenziare variazioni anche minime in grado di fornire
informazioni puntuali sullo stato dell’ambiente.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
5
I risultati conseguiti e presentati nella relazione costituiscono pertanto lo stato di
avanzamento per ulteriori iniziative e progetti che andranno ad alimentare programmi di
monitoraggio più incisivi ed efficaci per la definizione dello stato ecologico e chimico dei corpi
idrici superficiali e, soprattutto, per verificare l’efficacia dei programmi di tutela e
risanamento delle acque secondo le indicazioni del D.Lgs.152/99, del D.Lgs.152/2006 e della
Direttiva 2000/60/CE.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
6
3 ASPETTI NORMATIVI
Conoscere l’evoluzione della qualità di un ecosistema lacustre risponde a precise esigenze di
monitoraggio a garanzia del mantenimento e miglioramento dello stato delle risorse idriche.
Recentemente, lo sviluppo delle conoscenze limnologiche ha consentito di definire nuovi
strumenti interdisciplinari rivolti alla definizione della qualità “ecologica” ed al
raggiungimento di obiettivi di risanamento basati su “azioni-chiave” comuni per ciascuno
Stato appartenente all’Unione Europea.
La Direttiva 2000/60/CE (Water Framework Directive, WFD)
L’entrata in vigore della Direttiva per la protezione e il miglioramento di tutte le risorse
idriche dell’Unione Europea ha fissato il quadro comunitario della politica delle acque e
definito l’obiettivo generale da raggiungere entro il 2015 per tutte le tipologie di corpi idrici
superficiali e sotterranei, naturali e artificiali, per le acque dolci, salmastre o marine,
avviando nel contempo una serie di iniziative, a livello amministrativo e tecnico-scientifico,
tese alla sua applicazione in tutti i paesi dell’Unione.
La Commissione Europea, per facilitare le fasi iniziali di implementazione e applicazione della
direttiva in modo uniforme e coerente in tutti i Paesi membri, ha stabilito una strategia con
l’obiettivo di creare linee metodologiche comuni per la sua interpretazione e la sua corretta
applicazione, che richiede un processo graduale di interpretazione, analisi, raccolta ed
elaborazione dati.
Considerato che “L’acqua non è un prodotto commerciale al pari degli altri, bensì un
patrimonio che va protetto, difeso e trattato come tale” (Water Framework Directive), il
raggiungimento degli obiettivi della WFD dipende dallo sviluppo di opportuni strumenti
d’indagine e dall’acquisizione del maggior numero di informazioni idromorfologiche ed
ecologiche che richiedono lo sviluppo di specifici strumenti, molti dei quali tecnologicamente
e scientificamente innovativi.
I fattori, che la WFD chiama “Elementi di Qualità”, sono diversi: biologici, idromorfologici,
chimici e fisici. Quelli che assumono particolare importanza sono i fattori biologici.
I principali obiettivi sono (Art. 1):
- impedire un ulteriore deterioramento delle risorse idriche, proteggere e migliorare lo
stato degli ecosistemi acquatici e degli altri ecosistemi da essi direttamente
dipendenti;
- promuovere un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle
risorse idriche disponibili;
- mirare ad una più concreta protezione e al miglioramento dell’ambiente acquatico,
attraverso specifiche misure per la riduzione progressiva, l’arresto e la graduale
eliminazione degli scarichi, delle emissioni e delle perdite di sostanze pericolose
prioritarie;
- assicurare la graduale riduzione dell’inquinamento delle acque sotterranee, nonché
prevenirne ed impedirne l’aumento;
- mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità.
La Direttiva sancisce il dovere di proteggere le risorse idriche attraverso la riduzione delle
fonti inquinanti presenti nel bacino idrografico dei corpi idrici, in un’ottica di tutela dell’intero
ecosistema, con una particolare considerazione rivolta alle biocenosi che lo popolano.
L’analisi dello stato delle biocenosi diviene quindi strumento di valutazione e
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
7
caratterizzazione orientato al recupero della qualità ecologica degli ambienti acquatici. In tal
modo gli obiettivi ambientali da perseguire riguardano ogni singolo aspetto dell’intero
ecosistema, considerati tutti estremamente importanti per la definizione dello stato
ecologico.
Altro concetto importante ed innovativo introdotto dalla WFD è la necessità di integrare la
protezione e la gestione sostenibile delle acque in altre politiche comunitarie, come la
politica energetica, dei trasporti, agricola, della pesca e del turismo.
Normativa nazionale
La Legge n. 319/76 “Norme per la tutela delle acque dall’inquinamento” è la prima legge
organica nazionale a cui sono seguite altre leggi (DPR 515/1982 e D.Lgs.130/1992) che,
attraverso la tutela delle acque superficiali destinate al consumo umano e alla valutazione
qualitativa dei corsi d’acqua per l’idoneità della vita dei pesci, mirano a sviluppare specifici
controlli per le acque interne superficiali.
Il D.Lgs.152/2006 disciplina la tutela delle acque superficiali allo scopo di prevenire e ridurre
l’inquinamento, attuare il risanamento e il miglioramento dello stato delle acque, perseguire
l’uso sostenibile della risorsa idrica. Il decreto, nel definire gli obiettivi di qualità ambientale
per i corpi idrici significativi, si basa su analisi effettuate sulla matrice acquosa che
riguardano variabili di base e variabili addizionali: le prime utilizzate per classificare le acque
e per fornire informazioni di supporto all’interpretazione dei fenomeni di alterazione, le
seconde relative ai microinquinanti organici ed inorganici.
La qualità delle acque di un corpo idrico superficiale è quindi definita dallo:
- Stato ecologico: definisce la natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti. Per
la definizione dello stato ecologico dei laghi si utilizzano i parametri chimico-fisici di
base relativi allo stato trofico.
- Stato chimico: stabilisce la presenza di sostanze chimiche pericolose in base al
confronto con opportuni valori soglia. La selezione dei parametri da ricercare si
effettua in base alle criticità presenti sul territorio.
- Stato ambientale: stabilisce, comparando i risultati relativi allo stato chimico ed
ecologico, lo scostamento tra lo stato del corpo idrico in esame e quello di un ipotetico
corpo idrico di riferimento teoricamente immune da impatto antropico. Per lo stato
ambientale di un corpo idrico superficiale sono state definite cinque classi di qualità,
riportate in tabella.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
8
Tab. 3.1 – Classi per lo stato ambientale dei corpi idrici superficiali (D.Lgs. 152/2006).
STATO AMBIENTALE
DESCRIZIONE
ELEVATO
Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico-fisici ed
idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impianti
antropici, o sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo
in condizioni indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una
composizione e un’abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle
condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo. La presenza di microinquinanti,
di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili nei
corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.
BUONO
I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano
bassi livelli di alterazione derivanti dall’attività umana e si discostano solo
leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non
disturbate. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in
concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità
biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
SUFFICIENTE
I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano
moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non
disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivanti dall’attività umana e sono
sensibilmente più disturbati che nella condizione di "buono stato". La presenza di
microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni da non comportare
effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di
riferimento.
SCADENTE
Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del
tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano
sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale
inalterato. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in
concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità
biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
PESSIMO
I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico superficiale
presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di
norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. La presenza di
microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazioni tali da causare gravi
effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di
riferimento.
Competenze regionali
Nella definizione delle competenze, il D.Lgs.152/2006 stabilisce che alle Regioni spetta
l’organizzazione di un Centro di Documentazione per ogni bacino idrografico, la cui funzione
è occuparsi dell’accatastamento dei dati e della relativa elaborazione, gestione e diffusione.
La Regione Lombardia ha dato attuazione alle indicazioni della norma approvando il Decreto
“Monitoraggio dei corpi idrici. Programma per la conoscenza e la verifica dello stato
qualitativo delle acque superficiali” (D.G. Tutela Ambientale n.12745, 19 maggio 2000) e
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
9
successivamente con il “Programma per la conoscenza e la verifica dello stato quantitativo e
qualitativo delle acque sotterranee” (D.G. Risorse Idriche e Servizi d Pubblica Utilità n.4872,
6 marzo 2001).
Con l’approvazione dei due Decreti è iniziata di fatto la fase d’indagine per le acque
superficiali e sotterranee, culminata con le campagne di monitoraggio i cui risultati
forniscono le basi per la definizione delle nuove reti di monitoraggio qualitativo e
quantitativo.
La Regione ha definito da tempo gli obiettivi di qualità nel PRRA (Piano Regionale di
Risanamento delle Acque; Consiglio Regionale, 2002) che ha lo scopo di migliorare
l’ecosistema idrico interno alla regione e raggiungere il massimo grado di protezione delle
risorse idriche, compatibili con lo stato di fatto infrastrutturale e con le previsioni di sviluppo.
Nel PRRA si delineano gli obiettivi di qualità per il fosforo totale nei laghi subalpini a partire
dal confronto tra la concentrazione attuale di fosforo con quella naturale, mediante l’impiego
dell’indice MEI (indice morfoedafico), un modello empirico che consente di stimare con
sufficiente precisione il livello trofico naturale di ogni singolo ambiente lacustre, espresso in
termini di concentrazione media di fosforo totale dovuta al solo carico geochimico e
distinguibile dagli apporti dovuti alle attività antropiche.
Riprendendo tale approccio, dato lo scostamento medio osservato tra il valore attuale e
quello naturale, è stato proposto in Regione Lombardia un obiettivo finale per il 2016
coincidente con il raggiungimento della concentrazione naturale di fosforo di ogni corpo
idrico interessato, incrementata del 25%. Parimenti si è fissato un obiettivo intermedio al
2008 che rappresenta una concentrazione di fosforo del 50% dell’obiettivo finale.
E’ stato così formulato il piano di uso e tutela (PTUA, Programma di Tutela ed Uso delle
Acque, L.R. 12 dicembre 2003, n.26, art.45, comma 3) volto ad individuare situazioni
prossime al livello di fosforo naturale come obiettivo massimo raggiungibile (obiettivo
ecologico) e un obiettivo intermedio (obiettivo gestionale) definito come quella
concentrazione di fosforo nell’acqua che ne consenta un uso sociale. Il PTUA contiene, in
particolare, i risultati dell’attività conoscitiva volta a descrivere le caratteristiche dei bacini
idrografici e dei corpi idrici, la sintesi delle pressioni e degli impatti derivanti dall’attività
antropica, la rappresentazione cartografica, la mappa delle reti di monitoraggio,
l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e la sintesi dei programmi di misura.
Questo tipo di approccio consente di esprimere la capacità ricettiva propria di ciascun lago,
superando il concetto generico di “carico pericoloso” e di “carico accettabile”.
Con riferimento all’eutrofizzazione, l’approccio per ecoregione permette di soddisfare
l’obiettivo di ridurre l’arricchimento in nutrienti in rapporto ai loro livelli naturali in ciascuna
ecoregione e di concentrare gli sforzi sulle situazioni che eccedono i livelli naturali.
Da ciò si evince la fondamentale importanza di definire gli obiettivi di qualità attraverso la
valutazione dei livelli naturali dei nutrienti nei singoli bacini e la necessità di differenziare gli
interventi secondo l’approccio per ecoregione.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
10
IL RACCORDO TRA LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E PAESISTICA
Il corso superiore del fiume Oglio con le superfici ad esso adiacenti, a monte del lago d’Iseo,
e alcuni ampi territori che lambiscono lo stesso lago d’Iseo sono stati riconosciuti area di
particolare rilevanza naturale e ambientale ai sensi della l.r. 86/83 in materia di aree
protette. Era questo il risultato ultimo di una segnalazione effettuata all’inizio degli anni ’70
dagli enti locali bresciani, nell’ambito del censimento delle aree di pregio avviato dalla
Regione per l’identificazione di un sistema regionale di aree protette, in un periodo storico in
cui il processo di industrializzazione ed urbanizzazione del fondovalle era già stato avviato,
ma non aveva ancora assunto le dimensioni attuali.
In questo contesto territoriale, dopo oltre venti anni dall’entrata in vigore della l.r. 86/83, un
articolato mosaico di aree protette forma un sistema assai complesso grazie alla risorsa
acqua. Si tratta del parco dell’Adamello, di numerose riserve naturali fra cui quella delle
Torbiere d’Iseo, del parco dell’Oglio nord, di numerosi PLIS fra i quali quello del Lago Moro.
In questo contesto è stato inserito a pieno titolo anche il Corso superiore del fiume Oglio:
esso trova la sua allocazione nella categoria delle aree di particolare rilevanza naturale e
ambientale, formalmente affidate alle proposte di tutela delle Amministrazioni provinciali, ma
sostanzialmente disciplinate dai piani urbanistici comunali, oggi Piani di Governo del
Territorio.
A metà degli anni ’80, la fascia di 150 m dalle sponde del fiume Oglio fu sottoposta a vincolo
paesaggistico dalla legge 431/1985, con l’obbligo di specifica autorizzazione degli interventi
di trasformazione del territorio da parte dell’autorità competente. Questa normativa non
consentì di raggiungere risultati apprezzabili per la riqualificazione del fondovalle.
Il piano territoriale e paesistico regionale (v. D.G.R. 25 luglio 1997, n.6/30195), per la tutela
dei paesaggi delle fasce fluviali e gli ambiti lacuali, pone particolare attenzione alla
vulnerabilità della struttura morfologica naturale dei corsi d’acqua e afferma inoltre la
necessità di dialogo tra tutela dei caratteri naturali e paesistici ed esigenze di difesa idraulica
ed uso delle acque.
Al piano territoriale provinciale viene attribuita la valenza di piano paesistico, ma si afferma
anche il principio di maggior definizione, in base al quale, per ogni parte del territorio, la
disciplina paesistica da rispettare è quella espressa dall’atto più dettagliato in quel momento
vigente.
Inoltre, la direttiva per l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di beni ambientali
afferma che il piano regolatore comunale assume la tutela paesistica come suo obiettivo
primario e che la ricomposizione dei paesaggi compromessi, dove le trasformazioni sono
intervenute senza provvedere ad un loro inserimento nel contesto paesistico complessivo,
deve essere un obiettivo da perseguire allo stesso modo della conservazione di equilibrati
assetti di paesaggi integri.
Nel PTCP approvato dalla Provincia di Brescia, si deduce che la zona di rilevanza ambientale
"Corso superiore del fiume Oglio" ha tutti i requisiti per essere considerata un’unità di
paesaggio, ossia un’area ambientale omogenea, risultante da un’integrazione tra matrice
geomorfologica (il fiume), matrice biocenotica (flora e fauna tipiche dei corsi d’acqua e delle
rive), matrice storico-culturale (incisioni rupestri, nuclei e percorsi storici, architetture e
manufatti caratteristici, archeologia industriale).
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
11
Con riferimento agli ambiti di criticità, ossia alle zone problematiche, dove le qualità
paesistiche sono state fortemente compromesse, il PTCP afferma che gli interventi devono
essere finalizzati a rendere coerenti le trasformazioni con le caratteristiche dei luoghi,
mirando al ricupero e alla valorizzazione della loro qualità ed a migliorare i contesti
fortemente antropizzati. In particolare, nelle situazioni di criticità conurbativa, come lungo il
corso dell’Oglio, occorre conservare le attuali soluzioni di continuità, per evitare che avvenga
la saldatura tra singole strutture insediative.
Per avere successo duraturo nel tempo, tali programmi richiedono la valorizzazione di forti
elementi fisici di connessione fra i territori dei singoli Comuni coinvolti, che nel caso specifico
possono essere identificati nel fiume Oglio, nei laghi d’Iseo e Moro e nelle Torbiere d’Iseo
come componente geomorfologica e biologica.
Il 2° Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) adottato nel 1999 completa la precedente
delimitazione del 1997, includendo i principali fondovalle montani, tra cui l’Oglio da Rino
(Sonico) all’immissione nel lago d’Iseo (Costa Volpino).
Le fasce fluviali sono state classificate in tre categorie (A, B, C), con un sistema decrescente
di vincoli e indirizzi alle attività di trasformazione del territorio. La fascia A comprende l’alveo
inciso e una parte delle aree adiacenti, sede prevalente di deflusso della corrente
corrispondente alla piena di riferimento (200 anni). La fascia B è costituita da un’ulteriore
porzione di territorio interessata dall’esondazione, che esplica soprattutto un’azione di
laminazione delle portate e si estende fino alla quota naturale corrispondente al livello idrico
della piena di riferimento (200 anni), ovvero fino alle opere idrauliche esistenti o
programmate. La fascia C, esterna alla precedente, è interessata dalla piena catastrofica
(500 anni).
Nel tratto da Rino al lago d’Iseo, l’Oglio scorre in un fondovalle generalmente pianeggiante,
ma densamente urbanizzato, con numerosi attraversamenti stradali ed opere di derivazione.
Il limite della fascia B ha un’ampiezza molto variabile, compresa tra 40 m e 1000 m,
attestandosi su elementi naturali di contenimento della piena bicentenaria, generalmente
rappresentati da tratti di sponda alta o dallo stesso versante montano, ma più
frequentemente su rilevati stradali con funzione arginale o su rilevati arginali veri e propri, in
numerosi casi oggetto di adeguamento o di nuova realizzazione (in corrispondenza degli
abitati di Cividate C., Cogno, Darfo, Bessino, Castelfranco, Costa Volpino, Zancone). Molto
più ampia è la fascia C, che interessa numerosi centri abitati del fondovalle.
Obiettivi generali del PSFF sono l’equilibrio tra esigenze di contenimento delle piene (per la
sicurezza del territorio adiacente) e di laminazione delle stesse (per non incrementare i
deflussi di valle), la salvaguardia e l’ampliamento delle aree naturali di esondazione, la
promozione dell’evoluzione morfologica naturale dell’alveo, riducendo al minimo le
interferenze antropiche, il recupero ed il mantenimento di condizioni di naturalità,
salvaguardando i sistemi di specifico interesse naturalistico, la promozione di usi del suolo
compatibili con le caratteristiche del sistema idrografico, la conservazione dei valori
paesaggistici, storici, artistici e culturali legati al corso d’acqua.
Si tratta di un’insieme di vincoli, indirizzi e direttive articolati per:
- ambiti territoriali: aree e componenti di interesse naturale e ambientale, storico,
artistico, culturale e paesistico; alveo inciso, demanio fluviale ed aree inondabili, ecc.;
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
12
- settori di attività: manutenzione, regimazione e difesa idraulica; rinaturazione ed
attività agro-forestali; attività estrattive; piani ed interventi urbanistici, infrastrutture
anche ricreative, ecc.
Il PSFF definisce le linee d’intervento sia per gli ambiti territoriali che per i settori di attività
che interessano le tre fasce fluviali (A, B, C) e precisa gli obiettivi da raggiungere, le attività
consentite, i limiti ed i divieti.
Degno di nota, in particolare, è il fatto che il PSFF tende a valorizzare e migliorare la qualità
ambientale e naturalistica delle fasce fluviali, qualificandole come zone sensibili dal punto di
vista ambientale ed assoggettandole alle priorità di finanziamento previste a favore delle
aziende agricole.
Per quanto riguarda il delicato rapporto con gli insediamenti, va rilevato che i centri urbani
esistenti sono esterni alle fasce A e B (soggette alle prescrizioni più restrittive), le quali
comprendono solo insediamenti sparsi (prevalentemente rurali e industriali); sono previste
particolari misure volte a favorire la rilocalizzazione degli edifici esistenti in tali aree a
maggior rischio. In prossimità dei principali centri urbani, le fasce fluviali A e B possono
includere zone di potenziale urbanizzazione, che ovviamente vengono rimesse in discussione.
In ogni caso, i Comuni interessati hanno la responsabilità amministrativa per l’attuazione
degli indirizzi e delle prescrizioni relative al settore urbanistico.
Il piano stralcio di assetto idrogeologico (PAI) identifica per il corso superiore del fiume Oglio
due tipiche situazioni di squilibrio. Nell’alta Valle, fino a Cividate C., le principali
manifestazioni di dissesto sono ascrivibili alla presenza di conoidi attive formate dai tributari,
in corrispondenza delle quali sono localizzati importanti centri abitati, come Vezza d’Oglio,
Cerveno, Ono S.Pietro. Da Cividate C. al lago d’Iseo, il fondovalle è densamente urbanizzato
e l’Oglio attraversa centri abitati con fabbricati molto vicini all’alveo ed in alcuni casi a filo di
sponda, incontrando sul percorso numerosi attraversamenti viari ed opere di derivazione. In
questo tratto, non si verificano particolari condizioni di dissesto, ma il grado di protezione
dalle piene non è sempre adeguato; particolarmente a rischio sono le aree urbanizzate in
prossimità di Cividate C., Esine, Montecchio, Darfo-Boario Terme e Costa Volpino.
Di conseguenza, il PAI detta differenziate linee d’intervento strutturale sull’asta dell’Oglio e i
territori adiacenti dalla sorgente a Cividate C. e da Cividate C. al lago d’Iseo.
Degna di nota è la categoria degli interventi più innovativi (che fruiscono di specifici
finanziamenti) per la riqualificazione ambientale e la rinaturalizzazione, per favorire la
riattivazione e l’avvio di processi evolutivi naturali, il ripristino di ambienti umidi naturali e
delle aree a vegetazione spontanea, il ricupero dei territori perifluviali ad uso naturalistico e
ricreativo. Il PAI definisce anche un pacchetto di interventi nel settore dell’agricoltura e della
gestione forestale, in particolare per favorire gli usi più estensivi (foreste e praterie),
compatibili con le esondazioni.
I Piani di Sviluppo Socioeconomico delle Comunità Montane della Valle Camonica e del
Sebino bresciano hanno come obiettivo rispettivamente la realizzazione di Parco locale
sovracomunale del corso superiore del fiume Oglio e la tutela e valorizzazione del lago d’Iseo
come elementi irrinunciabili dello sviluppo e del turismo sostenibile del proprio territorio.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
13
4 IL TERRITORIO DEL BACINO DEL LAGO D’ISEO
IL CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO
Il territorio e l’ambiente del corso superiore del fiume Oglio, unitamente al territorio del
bacino del lago d’Iseo e del lago Moro e delle Torbiere d’Iseo, costituiscono la struttura
geomorfologica, biologica e storico-culturale che da migliaia di anni caratterizza l’identità
della Valle Camonica, del Sebino bresciano e delle rispettive comunità locali.
La tradizionale importanza economica del fondovalle, come area maggiormente vocata agli
insediamenti e alle attività produttive, negli ultimi decenni ha determinato forme abnormi e
disarmoniche di sviluppo che minacciano l’equilibrio idrogeologico ed ecologico, il paesaggio
e la stessa identità di questo contesto socioeconomico.
Il bacino del lago di Iseo è suddiviso tra le Province di Brescia e Bergamo e comprende 74
comuni.
4.1 Inquadramento geografico del bacino idrografico del fiume Oglio
Il fiume Oglio si distende in territorio lombardo con un percorso di circa 280 km, tra i più
lunghi per i fiumi italiani, e interessa un’area di circa
6.650 km2. Il suo corso è diviso in tre tratti distinti: il
tratto prelacuale, il lago d’Iseo e il comprensorio di
pianura fino alla confluenza nel fiume Po.
Il bacino di interesse per questo studio, di seguito
bacino del lago, coincide con la porzione del territorio
drenata dal tratto prelacuale del fiume Oglio che
percorre la Valle Camonica per poi immettersi nel lago
di Iseo, del quale costituisce il principale immissario.
Il bacino si estende su una superficie complessiva di
circa 1.736 km²; di questi 1.432 km² sono di
pertinenza del bacino imbrifero (F. Oglio immissario),
circa 350 km² dal bacino del lago di Iseo di cui 60,9
km² costituiti dallo specchio lacustre, i restanti dai bacini degli affluenti.
Amministrativamente, l’Oglio immissario ricade nella Provincia di Brescia, il torrente Borlezza
in quella di Bergamo, il lago di Iseo nelle province di Brescia e Bergamo.
4.2 Il Bacino idrografico – Caratteristiche morfologiche
Il bacino, in prevalenza montuoso (altezza media 1.429 m. s.l.m.), presenta una forma
planimetrica alquanto allungata e sviluppata essenzialmente in direzione NE e SW.
Il suo perimetro è segnato dalla presenza di importanti gruppi montuosi tra i quali spiccano
il massiccio dell’Adamello, che con altezza superiore ai 3.500 m s.l.m. costituisce il rilievo
maggiore, il monte Tonale, il monte Fumo e il Corno dei Tre Signori.
Il bacino prelacuale si sviluppa in direzione nord sud e con ampiezza abbastanza uniforme:
lunghezza e larghezza rispettivamente circa 70 km e 30 km.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
14
Il bacino si contraddistingue per una ampia superficie contribuente totale e per una consistente
variazione di quota compresa tra un
minimo di 186 m s.l.m. ed un massimo
di 3.538 m sl.m. corrispondenti
rispettivamente alla sezione di chiusura
di Costa Volpino e alla cima
dell’Adamello.
Da elaborazioni elettroniche effettuate
con programma GIS si è potuto tracciare
la rete di drenaggio superficiale e
perimetrare lo spartiacque orografico dei
bacini corrispondenti alle sezioni di
chiusura.
Le sezioni considerate sono indicate in
Tab. 4.2.1 e Tab. 4.2.2 unitamente alle
coordinate X ed Y nel riferimento Gauss
Boaga (Roma 1940, fuso Ovest) e alla
quota H.
Le quote medie e le quote mediane sono
alquanto simili tra loro, indicando una
certa simmetria nella distribuzione delle
aree alle varie quote altimetriche.
Tab. 4.2.1 - Sezioni fluviali
SEZIONE X (m)
Y (m)
H (m s.l.m.)
Costa Volpino 1.585.070 5.073.510 186
Oglio a Esine 1.595.510 5.085.990 239
Sezione di chiusura T. Dezzo 1.591.390 5.081.250 212
Sezione di chiusura T. Grigna 1.595.530 5.085.990 240
Sezione di chiusura T. Ogliolo 1.602.990 5.114.030 650
Sez. di chiusura T. Valgrande 1.607.750 6.121.210 998
Tab. 4.2.2 - Caratteristiche morfometriche di tipo planimetrico, altimetrico per le sezioni fluviali
SEZIONE A P L Hmin H max H media I max I med O
km2 km km m
s.l.m. m
s.l.m. m
s.l.m. m/m m/m --
Costa Volpino 1432,45 283,91 91,61 186 3.538 1.589 0,0366 0,0153 4
Oglio a Esine 991,94 228,84 71,90 239 3.538 1.728 0,0459 0,0207 4
Sez. chiusura T. Dezzo 175,59 100,92 31,07 212 2.881 1.476 0,0859 0,0407 3
Sez. chiusura T. Grigna 103,41 61,88 17,39 240 2.672 1.497 0,1388 0,0717 3
Sez. chiusura T. Ogliolo 115,55 66,32 17,52 650 2.742 1.659 0,1203 0,0580 2
Sez. chiusura T. Valgrande 38,25 41,52 10,78 998 3.270 2.157 0,2109 0,1076 2 A = area drenata P = perimetro L = lunghezza asta principale
Hmin = quota minima H max = quota massima H media = quota media
I max = pendenza massima I med = pendenza media O = ordine hortoniano alla sez. chiusura
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
15
4.3 Caratteristiche idrografiche del Bacino
Il bacino imbrifero riceve sia le acque provenienti dai ghiacciai dell’Adamello, sia quelle
relative alle precipitazioni nelle valli, in particolare la Valle Camonica; presenta quindi, per
quanto riguarda gli apporti, un regime nivo-pluviale.
L’affluente principale del lago, per bacino e portata, è il fiume Oglio che scorre lungo il solco
vallivo della Valle Camonica.
Il fiume nasce da due sorgenti distinte poste a circa 2.600 m s.l.m. sui versanti meridionale e
occidentale del Corno dei Tre Signori, massiccio delle Alpi Orobiche punto di convergenza di
tre bacini: Adda, Noce, Oglio. I torrenti sono il Frigidolfo, che nasce dal lago Bianco e dal lago
Nero, e l’Arcanello che deriva dai laghetti di Ercavallo nel Parco dello Stelvio.
I due torrenti si uniscono poco più a valle di Pezzo di Ponte di Legno formando l’Oglio vero e
proprio che, dopo aver percorso la stretta e breve valle di Pezzo, riceve le acque del torrente
Narcanello proveniente dal ghiacciaio del Presena.
Dopo aver attraversato l’intera Valle Camonica, il fiume si immette nel lago di Iseo a Costa
Volpino e Pisogne dopo un percorso di 91,6 km.
Il fiume Oglio presenta un andamento altimetrico con pendenze elevate, un notevole
trasporto solido alimentato dai numerosi affluenti, un’accentuata regimazione spondale
dell’alveo a protezione dei molti insediamenti abitativi e produttivi.
Il fiume è interessato da diversi sbarramenti in alveo al servizio di centrali idroelettriche, con
la presenza di due grandi vasche di carico facenti parte del complesso sistema dei laghi alpini
di accumulo ad alta quota.
Anche gli affluenti presentano diversi punti di presa di impianti minori, sia per produzione di
energia, sia per approvvigionamento potabile dei centri abitati.
Lungo il corso dell’Oglio si incontrano affluenti principali, qui elencati in senso orario a partire
da Sud – Est:
- il torrente Dezzo, proveniente dalla Val di Scalve;
- il torrente Ogliolo di Edolo, proveniente dal Passo dell’Aprica;
- il torrente Poia, che raccoglie le acque di un ampio bacino adamellino;
- il torrente Grigna, proveniente dalla valle che conduce al Passo Crocedomini.
Trascurando i bacini minori, altri affluenti importanti sono, nello stesso ordine:
- il torrente Trobiolo di Borno;
- il torrente Lanico di Lozio;
- il torrente Allione dalla valle di Paisco e Loveno;
- il torrente Ogliolo di Monno dalla valle del Mortirolo;
- il torrente Val Grande dall’omonima valle;
- i torrenti Frigidolfo e Narcanello che, confluendo a Ponte di Legno formano il fiume Oglio;
- il torrente Coleasca dalla val d’Avio;
- il torrente Remulo dalla valle del Baitone;
- il torrente Palobbia di Braone.
Le caratteristiche dei bacini indagati sono riportate più diffusamente nelle Tab. 4.2.1 e 4.2.2
Per quanto riguarda il corso principale dell’Oglio, dal punto di vista delle pendenze e della
morfologia complessiva, si possono evidenziare tre zone:
1. dalla sorgente sino a Edolo (confluenza con l’Ogliolo di Edolo), un tratto con
pendenza sostenuta e a carattere torrentizio alpino. Alla sezione di Temù la pendenza
è circa il 15%, per il torrente Ogliolo è di circa il 14%, per il torrente Valgrande di ben
il 21%;
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
16
2. da Edolo alla confluenza con il Grigna, un tratto a pendenza intermedia, il torrente
Grigna ha pendenza di circa il 14% - 12%;
3. dalla confluenza del Grigna sino allo sbocco nel lago, dove il fiume scorre nella più
ampia pianura alluvionale.
Il secondo affluente per importanza è il Borlezza, che scende dall’omonima valle, con
un’estensione del bacino di 135 km2. Gli altri affluenti sono di molto minore importanza, per
portata ed estensione del bacino, essendo in buona parte a regime torrentizio, se non
semplici impluvi. Nella carta sono indicati gli affluenti diretti al lago, in diverso colore a
seconda della loro effettiva esistenza in periodo di asciutta (stagione tardo primaverile, dopo
due settimane di siccità).
Tra le opere di drenaggio artificiali che si aggiungono alla rete idrografica naturale si segnala
la presenza di un importante canale di derivazione, il canale Italsider al servizio dell’impianto
idroelettrico ad acqua fluente di Paravisio. L’opera di presa è posta immediatamente a monte
della sezione di Esine, mentre lo sbocco, dopo un percorso in sinistra Oglio, è diretto nel lago
di Iseo in prossimità di Pisogne. La portata di concessione del canale Italsider è pari a 30,68
m3/s mentre quella realmente derivata è di circa 20,45 m3/s, comunque rilevante se
paragonata alla porta del fiume.
Il corso del fiume Oglio nel comprensorio di pianura segue dapprima una direzione Nord-Sud
per circa 60 km, per poi deviare decisamente verso est secondo la pendenza naturale della
pianura padana, ricevendo due affluenti significativi come il fiume Mella e il fiume Chiese.
Recapita in Po in provincia di Mantova in località Torredoglio nelle vicinanze di Cesole e
Scorzarolo. L’intero bacino idrografico sotteso alla foce ha una superficie complessiva di circa
6.649 km2 ed una lunghezza dell’asta fluviale di circa 280 km.
Fig. 4.3.1- Principali immissari del Lago d'Iseo. Torrente Borlezza
Torrente Zu
Torrente Opol
Rino di Vigolo
Torrente Curtelo
Torrente Trobiolo
Torrente Bagnadore
Rino di Predore
Torrente Foppi
0 10 20 Kilometers
SottobaciniLago d'Iseo3456789
IdrografiaFiume OglioTorrenti immissari
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
17
4.4 Invasi artificiali
La suddivisione “naturale” del corso d’acqua va sovrapposta alla suddivisione artificiale
determinata dalle opere di prelievo dell’acqua a scopi idroelettrici. Lo sfruttamento delle
acque della valle è tradizionalmente intenso, sia ad opera dell’ENEL che di privati, tanto che
le portate di quasi tutti i corsi d’acqua sono dipendenti da regolazione. Da un censimento
dell’ENEL del 1972 il sistema comprende 14 impianti con potenza complessiva di concessione
superiore a 220 kW e una potenza totale installata di circa 880000 kW dei quali circa 690000
kW riconducibili alla stessa ENEL.
La maggior parte di questi impianti viene alimentata da numerosi serbatoi artificiali tra loro
interconnessi e realizzati dove in origine erano laghetti alpini naturali. Il sistema intercetta in
prevalenza i deflussi prodotti in alta quota in sinistra Oglio per poi essere rilasciati a Cividate
dove è situata l’omonima centrale, a monte della presa del canale Italsider.
Tra gli invasi si ricordano in particolare:
SERBATOIO
QUOTA DI
MASSIMO INVASO m s.l.m.
VOLUME DI INVASO
UTILE in Mm3
diga di lago d’Arno 1.816,90 37,99
diga di lago d’Avio e lago d’Avio 1,909,00 17,35
diga e centrale di lago Salarno 2.068,60 17,28
diga e centrale di lago Baitone 2.281,50 16,28
diga e centrale di Pantano d’Avio 2.378,00 12,50
diga di lago Benedetto 1.929,70 7,70
diga di lago Venerecolo 2.539,40 2,50
lago Dosazzo 2.083,00 1,66
laghetto d’Avio 1.868.,72 0.,37
TOTALE --- 113,63
Tali informazioni sono state raccolte presso gli enti autorizzatori (Provveditorato Regionale
alle Opere Pubbliche l’ex Genio Civile per quanto riguarda le grandi derivazioni e la Provincia
per le piccole derivazioni).
Scendendo lungo l’asta dell’Oglio si individuano i seguenti principali sistemi di opere di
derivazione:
- nella valle del torrente Coleasca, le acque raccolte nei cinque bacini artificiali dell’alta
valle unitamente a quelle del torrente Aviolo raccolte nel serbatoio omonimo e ad altri
affluenti minori vengono convogliate alla centrale di Edolo, da cui vengono scaricate
nell’Oglio o accumulate nel bacino di Edolo per essere ripompate a monte durante la
notte;
- a valle dell’abitato di Temù le acque raccolte dallo sbarramento dell’Oglio vengono
inviate alla centrale di Sonico;
- nel bacino del torrente Poia, le acque raccolte dai due bacini del Baitone, dal bacino del
Miller, dai bacini di Salarno, Dosazzo vengono convogliate in galleria nel bacino
artificiale del Lago d’Arno e da qui inviate alla centrale idroelettrica di Cedegolo;
- le acque turbinate dalla centrale di Edolo e da quella di Sonico possono venire
convogliate alla centrale di Cedegolo e qui restituite all’Oglio oppure immagazzinate in
un ulteriore bacino per il ripompaggio nel serbatoio del lago d’Arno;
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
18
- a Cedegolo si ha un ulteriore sbarramento dell’Oglio dal quale si preleva acqua
restituita nei pressi di Cividate;
- a Esine, le acque dell’Oglio vengono convogliate, unitamente ad una discreta quantità
di acqua di altri affluenti in sinistra idrografica, alla centrale elettrica di Pisogne e qui
restituite direttamente al lago d’Iseo attraverso il “Canale Italsider”.
Da quanto esposto emerge che le portate del fiume Oglio sono controllabili su tutta
l’estensione del fiume; si parte infatti dalla confluenza con il torrente che scende dalla Valle
Acquaseria (captate nel bacino dei laghi d’Avio) subito a valle di Pontedilegno fino alla
confluenza con il lago d’Iseo.
Queste derivazioni di portata rilevante, che restituiscono l’acqua spesso al di fuori del
sottobacino di prelievo dopo averla eventualmente accumulata in serbatoi e mescolata con
acque di altri bacini, sono accompagnate da numerose derivazioni che interessano invece
affluenti dell’Oglio. Queste derivazioni, che restituiscono le acque a monte della confluenza o
direttamente nell’Oglio, producono effetti sul sistema fluviale o, principalmente, sui singoli
affluenti anche importanti come il Dezzo e il Grigna che vedono ad esempio l’immissione
della maggior parte delle loro acque al di fuori del punto di confluenza naturale nell’Oglio
(per il T. Dezzo è 100 m a monte e per il Grigna circa 20 km a valle).
L’estensione di tali sistemi di gestione delle acque e le loro numerose interdipendenze vanno
a costituire un ulteriore aumento di complessità alla situazione del bacino e non facilitano la
valutazione della qualità delle acque.
I maggiori apporti d’acqua provengono:
- dall’immissario principale, il fiume Oglio (nome attribuito anche all’emissario) che scorre
lungo il solco vallivo della Val Camonica e si immette nel lago nella sua parte più
settentrionale;
- dal torrente Borlezza che scende dalla Presolana, attraversa la Gola del Tinazzo e,
incanalato artificialmente, sfocia nel lago nei pressi del Comune di Castro;
e da numerosi affluenti di molto minore importanza sia per portata che per estensione del
bacino, in buona parte a regime torrentizio, se non semplici impluvi. I principali sono:
- il torrente Zu che attraversa la valle di Fonteno e sfocia nel lago in prossimità
dell’abitato di Zu;
- il torrente Foppi che attraversa l’omonima valle e sfocia nel lago in prossimità della
frazione di Portirone;
- il Rino di Vigolo che sfocia a Tavernola;
- il Rino di Predore;
- il torrente Trobiolo che sfocia, incanalato, nei pressi di Pisogne;
- il torrente Bagnadore che scende dalla Val del Gasso e sfocia, incanalato, a Marone;
- il torrente Opol che sfocia, incanalato, a Marone;
- il Curtelo di Iseo.
Si può ritenere infine che, data la struttura calcarea di tutto il territorio montuoso delle
sponde, il lago sia alimentato da sorgenti subacquee.
In Tab. 4.4.1, Tab. 4.4.2 e nella Fig.4.3.1 sono indicati i principali affluenti del lago, le loro
caratteristiche geografiche e idrografiche.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
19
Tab. 4.4.1 – Affluenti del lago di Iseo
Sponda occidentale Sponda orientale
Oglio immissario Canale Italsider Borlezza Trobiolo
Zu Bagnadore
Foppi Opol
Rino di Vigolo Curtelo
Rino di Predore
Tab. 4.4.2 - Principali caratteristiche geografiche e idrografiche dei bacini imbriferi degli affluenti del lago di Iseo
Nome Lunghezza Superficie
(km) (km2)
Oglio immissario 91,61 1.432,45
Borlezza 25,07 135,35
Zu 6,00 10,97
Foppi 3,01 3,85
Rino di Vigolo 7,20 15,20
Rino di Predore 3,24 3,03
Trobiolo 5,58 9,95
Bagnadore 7,91 20,08
Opol 5,48 6,30
Curtelo 3,38 4,05
Anche il lago di Iseo, sbarrato artificialmente a Sarnico dal 1933, è regolato artificialmente dal
Consorzio dell’Oglio. Presenta escursioni dei livelli contenute in 140 cm intorno allo zero
idrometrico, corrispondente ad un volume utile di circa 85 milioni di m3 d’acqua. La regolazione
tende a migliorare il regime degli afflussi (serbatoi alpini), che in particolare diluiscono gli
scarichi dei numerosi depuratori comunali, e dei deflussi per soddisfare le esigenze dei
numerosi utenti, soprattutto agrari, a valle del lago.
Dati idrologici
Lago di Iseo
Superficie
Bacino imbrifero km2 1.736
Lago km2 60,9
Livelli *
Massima piena storica m 2,370
Media del periodo 1933-1996 m 0,560
Minimo m - 0,570
Livelli di regolazione
Massimo m 1,10
Minimo m - 0,30
Escursione (corrispondente a 85,4 mil. di m3) m 1,40
Fiume Oglio
Portata massima giornaliera di afflusso m3/s 780,0
Portata massima di deflusso m3/s 450,0
Portata naturale media annua del periodo 1933-2007
m3/s 56,8
* riferiti al livello idrometrico di Sarnico (187,39 m. s.l.m.)
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
20
4.5 Caratteristiche geomorfologiche
Dati sulla geologia del bacino del lago di Iseo si possono trovare in forma generale nei Fogli
geologici a scala 1:100.000 del Servizio Geologico Nazionale.
Nel bacino prelacuale dell’Oglio si possono riconoscere quattro aree litologicamente
omogenee.
La prima è quella che interessa la parte superiore della Valle Camonica, costituita da rocce
metamorfiche di tipo cristallino austroalpino, gneiss, micascisti e quarziti, con presenza di
masse intrusive dell’età terziaria. Nella parte più settentrionale si individuano la linea del
Mortirolo e la linea del Tonale.
La seconda unità, che si identifica nel territorio a sud della linea del Tonale, è l’area delle Alpi
meridionali costituite da cristallino subalpino e sedimentario subalpino che entrano in
contatto lungo la linea Orobica che si prolunga nella linea della Gallinera.
La terza unità è caratterizzata da rocce intrusive riferibili al plutone dell’Adamello sul versante
nord est, delimitato dalla linea del Tonale a nord e dalla linea delle Giudicarie ad est.
La quarta unità è costituita da affioramenti micascistosi del substrato subalpino nella zona
del Maniva.
I depositi superficiali, abbondanti nel fondovalle e sui versanti della valle dell’Oglio e delle
valli laterali, sono legati in prevalenza all’azione dei ghiacciai, dei corsi d’acqua e della
gravità. Sono costituiti in prevalenza da depositi fluvioglaciali sciolti e morenici, accumuli di
frane e falde detritiche, conoidi di deiezione, alluvioni di fondovalle e depositi torbosi
glaciolacustri e fluviopalustri.
A monte della sezione dove l’Oglio confluisce nel lago sino a quella di capo di Ponte, la
morfologia delle rocce è dominata da forme erosive dovute all’azione dall’antico ghiacciaio
camuno.
Dal punto di vista geologico e riferendosi alle sponde del fiume Oglio, si individuano
grossolanamente quattro zone:
- in sponda destra idrografica dell’Oglio, dalla foce sino alla confluenza con il torrente
Allione, la tipologia è quella delle rocce metamorfiche delle formazioni degli scisti
sudalpini ed austroalpini;
- in sponda sinistra, sino alla confluenza con la valle del Grigna (Breno), si ha il
massiccio dioritico dell’Adamello;
- in sponda destra dalla Concarena sino alla fine della Valcamonica e su entrambe le
sponde del lago, si hanno formazioni sedimentarie a natura prevalentemente
calcarea, con gessi nella zona nord del lago, su entrambe le sponde;
- in sponda sinistra, dalla Valle del Grigna sino a circa Pisogne, le formazioni
sedimentarie metamorfosate del Verrucano Lombardo.
L'eterogeneità litologica che caratterizza la Valle Camonica la rende unica nel suo genere.
Le formazioni litologiche caratteristiche del bacino del lago appartengono all’era Secondaria o
Mesozoica dal Triassico inferiore (valle del Trobiolo, Pisogne) al Cretacico superiore
(Sarnico).
Le differenze tra le formazioni rocciose del Sebino sono dovute alla diversità delle condizioni
ambientali di deposizione: circa i 2/3 delle rocce sono di ambiente decisamente marino; 1/3
riflette invece le caratteristiche di un ambiente transizionale tra mare e terra ferma; solo due
formazioni, le più antiche, riflettono un'origine continentale.
Il solco vallivo camuno, che si prolunga nella conca del Sebino, seziona questi affioramenti
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
21
partendo dai termini paleozoici presenti nella parte settentrionale del lago, a Rogno e
Pisogne, fino a giungere a quelli mesozoici ai quali sono riferibili le rocce delle più basse
increspature montuose del bacino sebino che si stemperano nella pianura, per perdersi poi,
alla fine, sotto le coltri detritiche.
Questo a grandi linee, trascurando ulteriori affioramenti e litotipi che caratterizzano vallate
laterali.
Per quanto attiene i territori montuosi immediatamente contigui al lago, i rilievi sono più
modesti di quelli delle Alpi vere e proprie poste più a settentrione; le elevazioni maggiori
sono rappresentate, ad occidente, dal M. Bronzone (1.334 m), in territorio bergamasco e, ad
oriente, in territorio bresciano, dai monti Guglielmo (1.949 m) e Punta Almana (1.391m).
Con la loro altitudine e posizione geografica queste vette rappresentano un balcone
panoramico sul lago e sulla vasta pianura che si perde oltre le colline a sud del lago.
Il Lago d’Iseo, o Sebino, appartiene alla catena dei grandi laghi subalpini assieme al Lago di
Garda, al Lago Maggiore, al Lago di Como. In comune con essi presenta una morfologia
allungata in senso Nord–Sud ed un’evidente sbarramento morenico a valle.
La morfogenesi di questi laghi è legata ad una primitiva escavazione fluviale, che va fatta
risalire a periodi di chiusura del bacino del Mediterraneo, con conseguente abbassamento del
livello del mare. L’antico fiume Oglio, scorrendo nel solco di quello che ora è il Lago d’Iseo,
raggiungendo il mare a quota molto inferiore a quella attuale, si scavò una profonda forra;
per tale motivo, il fondo dei laghi è ancor oggi, nonostante la deposizione di sedimenti, molto
al disotto del livello del mare (-65 m per l’Iseo; -123 m per il Garda; -300 m addirittura per il
Lago di Como).
Il secondo evento morfogenetico che determinò l’attuale forma della conca lacustre è la
successiva ricopertura glaciale, con conseguente escavazione e sbarramento morenico. Uno
dei palesi testimoni di tale azione è la forma di Monte Isola, tipicamente modellata da
escavazione glaciale.
La morfologia glaciale risulterebbe quindi sovraimposta su una morfologia fluviale più antica.
Questo lago è quindi caratterizzato, oltre che dalla rilevante estensione, da una
considerevole profondità.
Le glaciazioni quaternarie succedutesi fino a 11.000 anni fa sono state fondamentali nel
definire l'aspetto morfologico del territorio camuno.
Il ghiacciaio, ritirandosi, ha conferito alla Valle la tipica forma ad U, la sua azione di sovra
escavazione ha originato dei veri e propri salti morfologici, dei gradoni che creano le
cosiddette "valli pensili" o sospese con spettacolari laghetti glaciali d'alta quota, come, ad
esempio, il lago d'Aviolo (1.930 m), il lago della Vacca (2.357 m), il lago Baitone (2.249 m), il
lago Salarno (2.070 m), ma anche, a quote più accessibili, il lago di Lova (1.299 m) e il lago
Moro (600 m). L'azione di erosione a monte e di deposito a valle del ghiacciaio ha formato gli
anfiteatri morenici, resti dei quali oggi si possono osservare a Cislano (le piramidi di Zone) e
a Lozio.
La lenta erosione prodotta dal fiume Oglio e dai torrenti che scorrono lungo le valli ad esso
attigue hanno contribuito, assieme ai depositi fluvio-glaciali che appartengono alla storia
geologica recente, alla formazione del Bacino del Sebino.
In particolare l'ultima lingua glaciale camuna, ancora presente diecimila anni or sono, ha
prodotto l'abrasione delle rocce, il trasporto e la sedimentazione di depositi grossolani e di
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
22
massi erratici, levigando e assottigliando i fianchi rocciosi. In seguito a quest'ultima azione le
valli laterali sono rimaste "sospese" sulla valle principale, tanto che le loro acque giungono al
lago attraverso cascate.
I ghiacciai depositavano sulle pendici meno impervie del bacino lacustre enormi quantità di
detriti particolarmente evidenti sul versante bresciano del Sebino, tra Sale Marasino e Iseo,
dove tali depositi sono conformati in balze. Sul fronte del ghiacciaio i detriti si disponevano in
cordoni e archi morenici come è particolarmente evidente nella zona della Franciacorta.
Con il ritiro dei ghiacci, in prossimità del lago si sono formate estese paludi ricche di vita
biologica che erano ancora presenti in età preistorica. Quegli ambienti umidi ospitano le
"Torbiere del Sebino".
4.6 Climatologia
Quasi tutta la regione del bacino dell’Oglio ha un clima continentale, la termometria varia
rapidamente con le stagioni al variare della radiazione solare. L’effetto di attenuazione
termica da parte del lago è molto minore rispetto agli altri laghi prealpini più estesi e
profondi.
L’andamento delle temperature nel bacino imbrifero del Sebino è influenzato soprattutto
dall’altimetria: il gradiente medio annuo è 0,518 °C ogni 100 m di quota. La temperatura
media annua è 13 °C nella fascia collinare, 10 °C nella fascia bassa prealpina, 6 °C nella
fascia prealpina più elevata.
Come in quasi tutti i laghi prealpini la sponda Ovest, esposta a una maggiore insolazione, è
in condizioni termiche migliori della sponda Est.
Sul lago si alternano ogni giorno due venti regolari: Ora (dal lago al monte, nelle ore 10-17)
e Vento (dal monte al lago, nelle ore 22-8); questi sono separati da due periodi di calma.
I temporali estivi vengono spesso da Ovest, passano sulla depressione di Sarnico e si
scatenano sulla costa Est tra Iseo e Sale Marasino; oppure passano attraverso la Sella di
Solto (Val Cavallina) e si scaricano sui monti da Pisogne a Marone.
I valori medi di piovosità misurati nel Sebino sono 1500-2500 mm all’anno; l’intensità oraria
media annua va da 1,51 a 1,75 mm. Nel bacino dell’Oglio le aree di massima piovosità sono:
la zona dell’Adamello, l’alto Dezzo a ridosso delle Alpi Orobiche e la zona centrale, tra la Val
Trompia e l’alta valle del Mella. Le precipitazioni, più abbondanti nella parte meridionale dei
rilievi, sono dovute alle masse d’aria umida provenienti da Sud che portano abbondanti
piogge nel periodo estivo e autunnale. La parte settentrionale del bacino è soggetta a
precipitazioni di minore entità.
La neve, portata da masse d’aria fredda provenienti da Nord, è frequente nel tardo inverno a
quote sopra gli 800 m, aumenta in media di 3,3 cm ogni 100 m di quota; è maggiore nei
versanti esposti a Nord e mediamente maggiore in quelli esposti a Est.
4.7 Il lago di Iseo
La forma flessuosa del lago si interpone al corso dell’ Oglio fra le Province di Brescia e
Bergamo.
Nel mezzo del lago si eleva Montisola, la più grande e la più elevata delle isole dei laghi
prealpini; si estende infatti per 4 km2 e s’innalza fino a 599 m s.l.m., cioè di 414 m sul livello
medio delle acque del lago. Montisola è accompagnata, rispettivamente a Nord e a Sud, dagli
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
23
isolotti di Loreto e San Paolo.
Nel primo tratto più settentrionale, lungo circa 4 km, l’asse longitudinale del lago è diretto da
NNE a SSO, in continuazione con la Valle Camonica. Dove il fiume Oglio entra nel lago la
sponda è piatta e quasi rettilinea, orientata da NO a SE e larga circa 3 km. Il lago poi si
restringe fino a circa 2 km. in corrispondenza del limite meridionale di questo primo tratto in
cui la profondità del lago aumenta fino a raggiungere i 220 m nei pressi del suo limite
meridionale.
Nel secondo tratto, tra il “Bògn” di Zorzino e il corno di Predore ad occidente e tra il Corno
Trentapassi e Capo Cervo di Monte Isola ad oriente, l’asse longitudinale si piega allineandosi
da Nord a Sud. La larghezza passa da 2 a 3 km in corrispondenza del tratto tra Punta della
Pietra e Marone; in seguito il lago si restringe nuovamente fino a meno di 1,5 km tra
Gallinarga e Capo Cervo di Montisola. Le sponde sono molto ripide, sia nella parte emersa
che in quella sommersa. Il fondo è pressoché piatto, compreso per la maggior parte entro
l’isobata di 250 m di profondità. Tra Tavernola e Porto di Siviano è situato il punto più
profondo (258 m). Montisola e la riva bresciana sono separati dal cosiddetto Canale di Sale,
largo circa 1 km e con il fondo racchiuso per la maggior parte entro l’isobata di 90 m di
profondità con il massimo intorno a 102 m.
Nel tratto più meridionale, una lunga montagna isolata emerge dalla piana e divide questo
tratto di lago in due golfi adiacenti: il golfo di Iseo, in Provincia di Brescia, e il golfo di
Sarnico, parzialmente in Prvincia di Bergamo. L’asse longitudinale piega decisamente verso
Ovest e la profondità decresce gradualmente. Lo specchio lacustre è qui limitato verso
meridione da colline costituite da successioni rocciose giurassico - cretacee. L’apparato
morenico frontale del ghiacciaio Camuno, che ha modellato nel Quaternario l’attuale
depressione lacustre, è conservato solo più a Sud - Est, nell’area di Corte Franca. Lo sbocco
del lago avviene in corrispondenza dell’estremità occidentale del golfo di Sarnico, dove
l’emissario, Oglio, ha scavato un solco profondo tra le morene e i detriti alluvionali del
Quaternario.
La Tab. 4.7.1 presenta le principali caratteristiche morfometriche e idrologiche del lago di
Iseo e del suo bacino.
Dall’analisi della curva ipsografica (Fig. 4.7.1) si osserva come la cuvetta lacustre dell’Iseo
sia caratterizzata da un ampio plateau di fondo a profondità superiore ai 220 m, che occupa
circa il 30% della superficie del lago.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
24
Tab. 4.7.1 - Principali caratteristiche morfometriche e idrologiche del lago di Iseo
Regione Lombardia Provincia Brescia, Bergamo
BACINO
Bacino idrografico Oglio Latitudine (media) 45° 44’ N Longitudine 10° 04’ E Area bacino imbrifero (lago compreso) Km2 1736 Altitudine media m 1429 Altitudine max m 3.554 (Adamello) Abitanti residenti 168377 Abitanti fluttuanti 246490 Tipo naturale regolato Affluenti principali fiume Oglio, Borlezza Emissario fiume Oglio Portata media annua dell’emissario m3/s 58,7
LAGO
Area del lago km2 60,9 Area delle isole km2 4,298 Area di Montisola km2 4,282 Livello medio delle acque m slm 186 Profondità max m 258 Profondità media m 122 Criptodepressione m 72 Lunghezza max km 20,2 Larghezza max km 3 Sviluppo costiero del lago km 63,5 Sviluppo costiero di Montisola km 9,0 Volume d’acqua m3 · 106 7.569 Indice sinuosità 2,28 Indice sinuosità (Montisola compresa) 2,62 Area bacino imbrifero / Area lago 28,49 Tempo teorico di ricambio anni 4,1 Tempo medio di residenza anni 15 - 18 T. medio di residenza nel mixolimnio anni 2,75 Utilizzazione * I, P, N, T
* I = ittica, IN = industriale, P = potabile, N = navigazione, T = turismo
Fig. 4.7.1 – Curva ipsografica del Lago d'Iseo (PTUA, Allegato 16).
Area (% dell'area del lago)
-250
-200
-150
-100
-50
0
020406080100
profondità (m)
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
25
4.8 Specificità e criticità dell’area Mediterranea e Centrale Europea
La Direttiva 2000/60/CE richiede per tutte le componenti biologiche lo studio della
composizione e dell’abbondanza tassonomica della comunità, rapporto tra taxa sensibili e
taxa tolleranti e il livello di diversità della comunità.
I dati disponibili nel monitoraggio del nostro Paese non rispondono a tutte le richieste poiché
ad esempio non è possibile valutare un’abbondanza assoluta, ma solo relativa ai siti e al
momento del campionamento. Per quanto riguarda i taxa sensibili e tolleranti i lavori dei
GIGs centrale, Alpino e mediterraneo per questa tipologia di acque sono ancora in corso
d’opera e quindi non disponibili le liste di riferimento.
Un’altra criticità riguarda l’individuazione della distanza tra i siti di riferimento e lo stato dei
siti studiati; in questo caso infatti per il nostro Paese non sono ancora definiti i siti di
riferimento se non quelli del registro dell’intercalibrazione che non rispondono a tutte le
necessità provenienti dal monitoraggio. Di conseguenza abbiamo una definizione di stato
delle acque che proviene dalla nostra normativa nazionale, non essendo recepita la Direttiva
nella fase di impostazione del progetto e comunque non avendo ancora gli elementi chiave
per una corretta applicazione delle nuove norme.
Una specificità Mediterranea, che interessa anche bacini come quello dell’Oglio, posti in aree
di transizione tra la zona Mediterranea e la zona Centrale-Baltica e Alpina, è la presenza di
eventi meteorologici estremi che portano a problematiche connesse alla scarsità d’acqua
(lunghi periodi di siccità) e al rischio di inondazioni.
Il bacino dell’Oglio, in particolare, dal 2003 è interessato da crisi di disponibilità idrica,
instauratesi nella stagione invernale-primaverile, protrattasi ed evidenziata maggiormente nel
periodo estivo.
Con lo scopo di illustrare le caratteristiche del fenomeno si riporta, al fine di una prima
caratterizzazione climatica, l’analisi dell’andamento delle piogge cumulate, su un insieme di
stazioni distribuito sul
bacino e considerate
significative, i cui
risultati sono riportati
nelle Fig. 4.8.3.
Fig. 4.8.3 - Confronto pioggia cumulata media 1983-1992, anno 2003 e anno 2005 per il Bacino dell’Oglio prelacuale e del lago d’Iseo
L’analisi degli andamenti delle cumulate mensili nelle stazioni considerate evidenzia che,
come per il 2003, il periodo da gennaio a giugno 2005 è stato caratterizzato da una
diminuzione della piovosità accompagnata da apporti nevosi modesti che ha determinato una
riduzione delle disponibilità idriche.
Si riportano ora in Figg. 4.8.4 e a titolo indicativo degli afflussi meteorici l’andamento delle
piogge totali mensili e cumulate per il bacino prelacuale per il periodo settembre 2005
marzo 2006.
P iogg ia cum ula ta (m m )
0
100
200
300
400
500
600
apr m ag giu lug ago
Media 1961-1990
20032005
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
26
Fig. 4.8.4 - Andamento mensile da settembre 2005 a marzo 2006 delle piogge totali mensili per sottobacini del bacino dell’Oglio
Oglio pre lacuale
0
100
200
300
400
settembre '05
ottobre '05
novembre '05
dicembre '05
gennaio '06
febbraio '06
marzo '06
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
27
4.9 Lago Moro
E’ situato a una decina di chilometri a Nord del Sebino a quota 380
m s.l.m. Le caratteristiche di questo corpo d’acqua sono riassunte
nella tabella seguente. Area del Lago Km2 0,17
Zero idrometrico m slm 189
Profondità massima m 40,5
Lunghezza massima km 800
Larghezza massima Km 300
Sviluppo costiero km 2
Volume d’acqua m3 x 10
6 38
Indice di sinuosità 1,37
Rapporto area bacino / area lago 9,0
La sua giacitura in una conca glaciale costituita da rocce quarzose bruno rossastre, che
potrebbero essere all'origine del nome, fa si che il lago Moro sia, come i tre maggiori laghi
bresciani, un efficace documento della potenza di escavazione espressa dai ghiacciai nelle
valli bresciane. Il Lago è alimentato da un piccolo ruscello, ma soprattutto da fredde sorgenti
sublacustri di profondità. Ciò dà origine al singolare fenomeno della meromissi, ovvero del
mancato rimescolamento della acque. Queste tendono a formare due strati: uno superficiale
di circa 20 m che risente delle variazioni stagionali e uno profondo dove le acque
mantengono una temperatura costante attorno a 6° C.
L'altitudine modesta del lago, m 380 s.l.m., consente in alcuni tratti delle sue sponde lo
sviluppo della cannuccia di palude, mentre sui vicini versanti rocciosi meno soleggiati
vegetano due rare felci: la Osmunda regalis ed il Blechnum spicans.
Il laghetto ospita diverse specie di pesci tra le quali il pesce persico, la tinca, il cavedano, la
carpa e l'anguilla. E’ amministrativamente diviso tra due comuni bresciani, Angolo Terme e
Darfo Boario Terme.
Il Lago Moro è, in estate, balneabile; la zona circostante è diventata Parco intercomunale nel
2000 (Aprile).
4.10 Il lago d’Arno
E’ un tipico invaso d’alta quota (1.800 m s.l.m.) di origine glaciale da escavazione valliva.
La sua superficie, 0,85 km2, lo rende il più grande lago alpino della Val Camonica.
Area del Lago km2 0,99
Zero idrometrico m slm 1.817
Profondità massima m 87
Profondità media m 44,7
Lunghezza massima km 1.900
Larghezza massima km 600
Sviluppo costiero km 6
Volume d’acqua m3 x 10
6 38
Indice di sinuosità 1,70
Rapporto area bacino / area Lago 14,7
Tempo teorico di ricambio anni 2,57
Condizioni trofiche oligomittico
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
28
4.11 Aree protette
L’area in studio per ampio tratto è caratterizzata da Parchi Naturali, che complessivamente
interessano una superficie di circa 102.601 ettari (1.026.005.797 m²).
Riportiamo un breve elenco delle aree protette e alcune informazioni di carattere generale:
Parco dell’Adamello
Gestore: Comunità Montana di Valle Camonica
Superficie: 50.935 ha
Altimetria: h min 390 m slm - h max 3.545 m slm
Province: Brescia
Comunità Montana: Valle Camonica
Legge istitutiva: l.r. 16 settembre 1983, n.79
Il Parco si trova al centro della catena alpina, nelle
Alpi Retiche e comprende tutto il versante
lombardo del gruppo dell’Adamello in cui è
presente il ghiacciaio più grande d’Italia. La
vegetazione comprende boschi di latifoglie, conifere e, ancora più in alto, pascoli, arbusti e la
tipica vegetazione d’alta quota con specie di particolare interesse botanico.
Parco Nazionale dello Stelvio
Gestore: Consorzio del Parco Nazionale dello Stelvio (Settore Alto Atesino, Settore Lombardo,
Settore Trentino)
Superficie: 134.620 ha di cui 60.126 ha nel settore lombardo, 55.094 ha nel settore
altoatesino, 19.350 ha nel settore trentino.
Altimetria: h min 640 m slm - h max 3.905 m slm
Province: Bolzano, Brescia, Sondrio e Trento
Comunità Montane: n. 21 dell'Alta Valtellina, n. 5 dell'Alta Valcamonica
Istituzione: R.D. 24.4.1935, n. 740
Regolamento di applicazione: D.P.R. 30.6.1951, n. 1178
Ampliamento del Parco: D.P.R. 23.4.1977
Vincolo idrogeologico: R.D.L. 3267/23; Vincolo bellezze naturali. Legge 1497/39
Il Parco nazionale dello Stelvio rappresenta la
più vasta area protetta del nostro Paese e una
delle maggiori d'Europa.
Il suo territorio si estende sull'intero gruppo
montuoso dell'Ortles-Cevedale e confina a
Nord con la Val Venosta e la Valle Monastero
nonché col confine svizzero; a Est con lo
spartiacque della Val d'Adige, tra Laces e la
Val d'Ultimo e dalle testate della Val Rabbi e
Pejo; a Sud dall'Alta Val Camonica, tra Edolo
e Ponte di Legno e dalla Val di Sole, tra il Tonale e Malè; a Ovest dalla Valtellina, tra Sondalo
e Livigno. All'interno di questo vastissimo comprensorio si trovano 102 ghiacciai, centinaia di
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
29
cime montuose, oltre 40.000 ha di foreste di conifere, una cinquantina di laghi di origine
glaciale.
Nel Parco predomina l'ambiente di alta montagna avendo circa il 72 % del suo territorio a
quote che vanno da 2.000 ad oltre 3.000 m di altezza. Tra i numerosi ghiacciai il più
imponente è quello dei Forni che, con i suoi 2.000 ha, è il più esteso ghiacciaio di tipo
himalaiano dell'arco alpino. Altri maestosi ghiacciai si trovano sul Monte Cevedale e
sull'Ortes.
Le rocce del parco si possono dividere in due grandi gruppi: il complesso cristallino composto
da filladi, gneiss e micacisti ed il complesso calcareo composto da calcari, dolomie, marne e
gessi.
Nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio sono state censite circa 2300 specie di fiori,
molti dei quali possono essere ammirati nell'Orto botanico di Bormio. Tutti i fiori sono
protetti. Il periodo di massima fioritura si ha tra giugno e luglio, quando Crochi (Crocus
vernus), Non ti scordar di me (Myosotis) e Viole, lasciano posto alle Genziane sia blù
(kochiana e verna) che gialle ( lutea e punctata) ed alle rare e protette primule rosa (irsuta,
minima e daonensis).Tra le specie rare vi sono la Scarpetta di Venere e il Giglio martagone.
Ad alta quota fioriscono numerose specie, che a volte formano incantevoli cuscinetti
incastonati tra le rocce tra questi le Sassifraghe e la Silene acaulis. Nelle zone umide, come
le torbiere alpine sono frequenti i piumini degli Eriofori, la rara Paludella squarrosa o le
carnivore Pinguicola alpina e le Drosere.
Le specie arboree prevalenti sono l'Abete rosso e il Larice mentre Pino mugo, Pino cembro, Pino
silvestre e Abete bianco sono meno frequenti. Le latifoglie sono poco presenti all'interno del
parco tranne gli Ontani, soprattutto quello verde.
Riserva naturale parziale paesistica "Valli di S. Antonio"
Gestore: Comune di Corteno Golgi
Superficie: 222 ha
Altimetria: da 1000 a 1700 m. slm circa
Provincia: Brescia
Comunità Montana: Valle Camonica
Istituzione: L.R. 30/11/1983, n. 86; DCR n. 1902 del 5.2.1985
In alta Valle Camonica, seguendo la via che da Edolo conduce
al Passo dell’Aprica, si apre la Valle di Corteno, attraversata dal
fiume Ogliolo. Superato il paese di Corteno Golgi si trova la
frazione di S. Antonio incastonata tra le acque di due torrenti
che si uniscono a valle del centro abitato originando il breve,
impetuoso torrente S. Antonio, affluente dell’Ogliolo. I due
torrenti sono il Campovecchio e il Brandet e danno il nome a
due splendide vallate creando un paesaggio di tale bellezza da
meritarsi la creazione della “ Riserva Naturale Paesistica delle
Valli di S. Antonio”.
Nonostante l’area tutelata interessi esclusivamente gli invasi dei
tre torrenti, fino ad un’altitudine variabile tra i 1.200 e i 1.700
m., tutti gli ambienti ad altitudine superiore sono interessanti e
di grande pregio naturalistico soprattutto per le evidenti tracce
lasciate dai ghiacciai del Quaternario, tra cui numerose morene e circhi glaciali nei quali si
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
30
sono originati vari suggestivi laghetti alpini, quali il Torsolazzo, il lago Piccolo e i laghetti del
monte Culvegla.
Il graduale sviluppo altitudinale della riserva consente di osservare il naturale
avvicendamento delle specie arboree tipiche delle Alpi, intervallato da zone che l’uomo ha
disboscato per fare spazio ai pascoli, ai prati da sfalcio e alle caretteristiche abitazioni rurali.
Partendo da fitti boschi di Abete rosso con gruppi isolati di Abete bianco si passa, salendo,
ad un’associazione di Abeti e Larici. Questi ultimi prendono decisamente il sopravvento man
mano ci si avvicina al limite superiore dell’orizzonte montano (verso i 1.900 m.), dove, dopo
la lariceta rada, troviamo ancora qualche isolato e contorto esemplare di questa specie tra gli
arbusti di Rododendro e Mirtillo. Ad altitudini superiori anche gli arbusti contorti scompaiono
per fare posto ai pascoli d’alta quota e alle rocce spesso ingentilite dalla tipica vegetazione
alpina.
Parco del Lago Moro
Parco Locale di Interesse Sovracomunale
Gestore: Comune di Angolo Terme
Superficie: 131 ha
Provincia: Brescia
Comunità Montana: Valle Camonica
Istituzione: D.G.R. n. 49730 del 27.4.2000
Il parco, oltre all'interesse naturalistico, riveste importanza
etnologica per le antiche tradizioni conservate al suo interno.
Rilevanti sono le testimonianze antropiche, archeologiche e
paleioiconografiche. un po' ovunque sono sparse rocce
incise: alcune ospitano manifestazioni preistoriche, altre d'epoca cristiana. Il paesaggio è
dominato da prati e boschi, soprattutto castagneti.
Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Palline
Gestore: Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste
Sede: ERSAF - Via N. Copernico, 38 - 20125 Milano (MI)
Direzione della Riserva Naturale Boschi del Giovetto di Palline, Breno (BS)
Superficie: 675,00 ha
Provincia: Brescia, Bergamo
Altimetria: 800-1800 m.
Istituzione: 25 marzo 1985, L.R. 30/1 1/83, n° 86
La riserva è collocata all'estremità orientale delle Alpi Orobie.
L'assetto geologico della Riserva é costituito da formazioni
sedimentarie Triassiche con prevalenza di depositi argillo - marnosi facilmente erodibili che
danno luogo a forme arrotondate e pendii poco acclivi, e per brevi tratti da depositi calcareo-
marnosi meno degradabili affioranti nelle zone più ripide.
La copertura vegetazionale della Riserva è caratterizzata da almeno tre tipi: i boschi, i
cespuglieti e le praterie.
L’interesse per i boschi e soprattutto per i consistenti popolamenti di formica rufa che li
caratterizzano, zona del Giovetto, nei comuni sia di Azzone (BG) che di Borno (BS), hanno
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
31
consentito di dichiarare nel 1980 i boschi del Giovetto di Paline "Biotopo" ai sensi della L.R.
27 luglio 1977 n°33, e qualche anno dopo alla creazione di una Riserva Naturale Regionale,
con analoga perimetrazione.
Nel 1980, i boschi del Giovetto di Paline sono stati dichiarati "biotopo". Successivamente la
L.R. 30 novembre 1983, n. 86, istituiva delle aree protette, ha dichiarato il biotopo "Boschi
del Giovetto di Paline" "Riserva Naturale Regionale".
In seguito, con delibera del Consiglio Regionale, si è stabilito il regime definitivo della
Riserva. In particolare, essa è stata classificata come "parziale biogenetica" e la sua gestione
è stata affidata all’Azienda regionale delle Foreste.
Parco dell'Alto Sebino
Parco Locale d'interesse sovracomunale
Gestore: Comunità Montana Alto Sebino
Superficie: 4.727 ha
Provincia: Bergamo
Istituzione: Deliberazione della Giunta Provinciale di Bergamo n. 292 del 17.05.2004
Il Parco racchiude valori ambientali di grande interesse; si affaccia sul profondo ed ampio
solco vallivo camuno protendendosi verso la Val Borlezza e racchiudendo entro il suo
perimetro il monte Pora. Al suo interno i rilievi e le valli secondarie creano un paesaggio
vario e articolato ricco di ambienti ad elevata biodiversità e dove i caratteri geologici
stupiscono per l'eterogeneità delle formazioni rocciose, per la suggestione delle impronte
glaciali e carsiche e per la natura delle strutture determinate dalla declinazione locale dei
grandi eventi orogenetici alpini. Il quadro naturalistico generale, di grande rilevanza, è reso
ulteriormente complesso dagli effetti della profonda e secolare presenza umana che ha
mutato gli assetti vegetazionali originari. Anche questi segni dell'uomo rappresentano un
valore ambientale, al pari di quelli naturali, che non possono essere ignorati o considerati
secondari.
Parco delle Orobie Bergamasche
Gestore: Consorzio Parco delle Orobie
Bergamasche
Superficie totale: 63.000 ha
Altimetria: h min 260 m slm - h max 3.050 m
slm
Province: Bergamo
Comunità Montane: Valle Brembana, Valle di
Scalve, Valle Seriana Superiore
Istituzione: l.r. 15 settembre 1989, n. 56
Il Parco si estende sul versante valtellinese delle
Alpi Orobie e presenta importanti motivi di interesse naturalistico e paesaggistico. La
vegetazione è composta da boschi di latifoglie alle quote inferiori, di abete rosso più in alto e
di praterie ricche di flora tipica delle altitudini maggiori.
Riserva Regionale Torbiere del Sebino (o d'Iseo)
Gestore: Consorzio per la gestione delle Torbiere del Sebino
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
32
Superficie: 324,6 ha
Altimetria: h 185 m slm
Provincia: Brescia (Comuni di Iseo, Provaglio d’Iseo, Corte Franca)
Comunità Montana: del Sebino bresciano
Istituzione: L.R. 30/11/1983, n. 86; DCR n. 1846 del 19/12/1984
E' ubicata a sud della sponda meridionale del lago di Iseo e costituisce la zona umida più
importante per estensione e significato
ecologico della provincia di Brescia.
Questo ambiente, dichiarato "Zona umida di
importanza internazionale" secondo la
Convenzione di Ramsar, ha avuto origine
dall'attività di estrazione della torba, usata
come combustibile fossile dalla fine del '700
fino all'ultima guerra. Nelle vasche
originatesi dagli scavi si e' ricreato
l'ambiente palustre esistente all'epoca
dell'ultima glaciazione, con la ricchezza di
vita animale e vegetale tipica delle zone umide protette. Nei canneti e nei cariceti si
riproducono numerose specie di uccelli acquatici. Il paesaggio vegetale è improntato e
dominato dalla cannuccia di palude, da differenti specie di giunchi e da altre specie ancora
associate a costituire cinture di vegetazione ben individuabili. Tra le specie vegetali la più
vistosa è la ninfea bianca che durante la fioritura, da maggio a settembre, offre uno
spettacolo incomparabile sulle acque delle Torbiere, oltre al nannufaro giallo. Rilevante è la
presenza di specie di notevole valore floristico quali Hottonia palustris, Sagittaria, Butomus,
Menyanthes trifoliata (a rischio di estinzione nella Pianura Lombarda), Allium angulosum,
Thelipteris palustris e altre ancora. La vegetazione arborea delle Torbiere, da ultimo, è
caratterizzata da ontani (tipici delle zone umide), pioppi, platani (in filari di vecchia data) e
salici.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
33
4.12 Il Modello DPSIR
L’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, ha ideato il modello
PSR (Pressione, Stato, Risposta) basato sul rapporto di causalità tra attività antropiche ed
effetti ambientali, comunemente usato come schema concettuale per organizzare gli
indicatori.
Il modello PSR si può così descrivere: le attività antropiche esercitano Pressioni sull’ambiente
inducendo modificazioni nella qualità e nella quantità delle risorse naturali e quindi nello
Stato; la società risponde a tali modificazioni attraverso politiche ambientali, di economia
generale e di settore, le Risposte, che tendono a modificare le Pressioni.
Il modello PSR è stato ripreso e ampliato dall’AEA, Agenzia Europea per l’Ambiente, che ha
proposto il modello DPSIR (Determinanti, Pressione, Stato, Impatto, Risposta) introducendo
due ulteriori fasi: quella delle cause generatrici (attività antropiche) primarie, chiamate
Drivers, e quella degli Impatti.
Questo modello rappresenta un passaggio fondamentale dal monitoraggio per conoscere,
cioè il rilevamento dello stato dell’ambiente solo a fini conoscitivi, al monitoraggio per
governare, cioè di supporto alle scelte politiche per elaborare le Risposte e verificare la loro
efficacia.
Il significato specifico da attribuire alle categorie Determinanti, Pressioni, Stato, Impatto,
Risposta varia a seconda del contesto in esame.
Fig. 4.12.1 - Schema del modello DPSIR applicato al presente studio.
DETERMINANTISettore civile (residenti e turisti)
Settore industrialeSettore agricolo (agricoltura e allevamenti)
RISPOSTELegislazione su inquinanti, prelievi ed usi
Monitoraggio ARPASanzioni
DepurazioneTutela aree naturali protetteInterventi su specie alloctone
STATOQualità acque superficiali
(fiumi e laghi)
IMPATTIEutrofizzazione
Alterazioni comunità animali e vegetaliPerdita di habitat e biodiversità
Restrizioni agli usi della risorsa acquaEffetti sulla salute umana
PRESSIONI
Carichi effettivi o sversati
Carichi potenziali o generati
Autodepurazionenaturale
DETERMINANTISettore civile (residenti e turisti)
Settore industrialeSettore agricolo (agricoltura e allevamenti)
RISPOSTELegislazione su inquinanti, prelievi ed usi
Monitoraggio ARPASanzioni
DepurazioneTutela aree naturali protetteInterventi su specie alloctone
STATOQualità acque superficiali
(fiumi e laghi)
IMPATTIEutrofizzazione
Alterazioni comunità animali e vegetaliPerdita di habitat e biodiversità
Restrizioni agli usi della risorsa acquaEffetti sulla salute umana
PRESSIONI
Carichi effettivi o sversati
Carichi potenziali o generati
Autodepurazionenaturale
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
34
4.13 Suddivisione del bacino in sottobacini
Ai fini dello studio si è ritenuto opportuno definire 7 sottobacini con punto di chiusura
coincidente con i 7 punti di prelievo dei campioni per il monitoraggio mensile previsto nel
D.Lgs.152/1999.
L’individuazione degli spartiacque è avvenuta prima osservando le isoipse della CTR e
tracciando manualmente l’andamento stimato in shapefile con il programma ArcView GIS 3.2
e poi utilizzando shapefile già definiti (progetto di Cartografia Geoambientale prodotto dalle
Comunità Montane della zona) che rappresentano bacini imbriferi di diversi ordini delimitati
da confini tracciati con una
notevole precisione. I
sottobacini individuati,
aggregando di volta in
volta gli opportuni bacini
imbriferi, sono quelli
rappresentati in Fig. 4.13.1
e sono chiamati per
semplicità con i numeri da
1 al 7, secondo l’ordine dei
rispettivi punti di chiusura
in direzione nord sud.
Rimangono escluse da
questa divisione Montisola
(numero 9) e le due
sponde del lago: quella
occidentale in provincia di
Bergamo e quella orientale
in provincia di Brescia,
indicate come sottobacino
numero 8.
Fig. 4.13.1 - Suddivisione in sottobacini con punti di chiusura corrispondenti alle sezioni di campionamento
#
#
##
#
#
#
F. Oglio-Vezza d'Oglio
F. Oglio-Esine
T. Dezzo-Darfo
F. Oglio-Costa Volpino
T. Borlezza-Castro
T. Grigna-Esine
T. Ogliolo di Edolo-Edolo
0 10 20 30 40 50 Kilometers
SottobaciniLago d'Iseo123456789
IdrografiaFiume Oglio
# Punti monitoraggio
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
35
5 PRESSIONI SUL TERRITORIO
5.1 CENTRI URBANI
Lungo la Valle Camonica i centri urbani di maggiore importanza sono, da Sud a Nord, Darfo
Boario Terme, Breno, Edolo e Pontedilegno; nella valle del Borlezza il centro di maggiore
rilievo é Castione della Presolana, in testa alla valle.
Sulle sponde del lago i centri di maggiore importanza sono Lovere (BG), Pisogne e Iseo (BS).
Dal punto di vista della viabilità le due sponde del lago sono percorse da strade rivierasche:
quella bresciana, di maggior traffico e di più rapida percorribilità, è stata affiancata da una
superstrada a mezza costa; quella bergamasca è in buona parte scavata nella roccia e
presenta problemi di caduta massi e frane occasionali. Per l’accesso alla valle dalla sponda
bergamasca è preferita la parallela valle del Lago d’Endine, percorsa dalla SS 42. La Valle
Camonica è percorsa dalla SS 42, che raggiunge il Passo del Tonale, che la collega alla Val di
Sole (TN). Il tratto basso della strada, unitamente alla strada rivierasca bresciana è da un
decennio in corso di ammodernamento, ma in gran parte i lavori non sono ancora
completati. La SS 42 ha lungo la valle ramificazioni di una certa importanza: nell’ordine, da
Sud a Nord: il collegamento con la Val di Scalve (Passo della Presolana, raggiunge Castione
della Presolana); il Passo Crocedomini (da Breno collega con la valle di Bagolino e da lì con le
valli Giudicarie (TN), oppure con l’alta Valle Trompia attraverso il Passo del Maniva); il passo
dell’Aprica (con la Valtellina, il collegamento forse più importante). Di minore importanza,
anche per la quota elevata con conseguente chiusura stagionale, il Passo del Mortirolo
(collega con Mazzo di Valtellina) e il Passo del Gavia (S. Caterina Valfurva, sempre in
Valtellina).
5.2 POPOLAZIONE
La popolazione del bacino imbrifero del Lago d'Iseo (Tab. 5.2.1) è di 176.740 abitanti al
31/12/2007, con una densità di circa102 abitanti per chilometro quadrato. Tale popolazione
risulta in crescita in tutti i censimenti, fatta eccezione per gli anni dal 1931 al 1936, in cui si
registra un incremento nullo; si registra una flessione pure nel decennio 2000/2007, mentre
il periodo di maggiore incremento è dal 1936 al 1951.
Tab. 5.2.1 - Popolazione del bacino
anno Totale Bacino Oglio V.Camonica V.di Scalve sponda BG sponda BS V.Borlezza
1861 96.374 59.055 57.538 4.877 12.121 14.693 8.053
1871 100.606 61.922 61.120 5.324 12.425 15.255 8.291
1881 105.533 64.744 59.347 5.397 12.817 16.139 8.828
1901 114.683 67.753 62.512 5.241 15.255 18.903 9.122
1911 131.141 76.225 70.444 5.781 18.366 21.329 10.993
1921 136.982 77.990 72.250 5.740 20.188 22.240 11.945
1931 142.410 79.766 74.270 5.496 21.743 23.682 11.993
1936 142.018 80.089 74.890 5.199 21.768 24.051 10.915
1951 164.558 93.339 87.221 6.118 25.027 27.714 12.479
1961 169.809 95.183 89.026 6.157 27.187 28.801 12.331
1971 172.783 93.816 88.461 5.355 29.151 30.000 13.058
1981 179.123 96.251 91.532 4.719 29.908 30.611 14.737
1991 180.555 96.265 91.772 4.493 28.940 40.095 15.255
2000 185.712 97.270 92.780 4.490 29.419 32.713 16.730
2007 176.740 99.243 94.820 4.423 29.826 32.346 15.325
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
36
I dati raccolti possono essere organizzati in quattro sottogruppi in relazione al loro impatto
sul lago:
− il bacino dell'Oglio pre–lacuale (punti d'immissione: fiume Oglio a Costa Volpino e
depuratore consortile di Costa Volpino),
− il bacino del Borlezza (punto d'immissione: Castro),
− la sponda occidentale del lago (in provincia di Bergamo)
− la sponda orientale con Montisola che
si trova amministrativamente in
provincia di Brescia ed è collettata
verso il depuratore consortile di
Capriolo, con recapito nel fiume Oglio
a valle del lago.
Il 56% circa della popolazione insiste sul
Evoluzione della popolazione residente nel bacino d el lago d'Iseo
0
50.000
100.000
150.000
200.00018
61
1881
1911
1931
1951
1971
1991
2007
abita
nti r
esid
enti
totale Bacino Oglio sponda BG
sponda BS V.Borlezza
Evoluzione della densità di popolazione nel bacino del lago d'Iseo
0
50
100
150
200
250
300
1861
1881
1911
1931
1951
1971
1991
2007
dens
ità d
i pop
olaz
ione
(ab
/Km
q)
totale Bacino Oglio sponda BG
sponda BS V.Borlezza
Residenti 20010 - 10001000 - 50005000 - 1000010000 - 15000
Aree idriche
Densità di popolazione per aree di studio
0
100
200
300
Borlezza
Sponda BG
Sponda BS
Valcamonica
Totale
Ab./Km²
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
37
bacino dell'Oglio pre–lacuale; il 18% circa sulla sponda bresciana; il 9% circa sulla valle del
Borlezza e il restante 17% sulla sponda bergamasca.
Dal grafico della densità si nota che la Val Camonica, pur ospitando la maggior parte della
popolazione del bacino, è la zona a minore densità, circa un quarto rispetto alla sponda
bergamasca che è invece la zona a maggiore densità abitativa. Le due sponde del lago,
anche per la relativa esiguità del territorio, presentano una densità maggiore di quella media
del bacino.
La serie storica complessiva di tutto il territorio è riportata nel grafico sopra riportato, ove la
popolazione dal 1861 ad oggi viene suddivisa per le aree indicate. Negli ultimi quaranta anni
si osserva un andamento generalmente in crescita per la valle del Borlezza e le sponde del
lago, nonostante la generale stabilità in Valle Camonica soprattutto nel periodo dal 1960 ad
oggi. La zona rivierasca del lago sembra dunque degna di particolare attenzione non solo per
la maggiore densità abitativa, ma anche per la tendenza all'aumento della popolazione più
marcato che nelle altre zone.
Variazioni della popolazione in funzione dell’altitudine
La bassa densità di popolazione in Valle Camonica dipende dall'esteso territorio montano e
dallo spopolamento dei comuni in quota. Il territorio è il fattore di maggiore importanza,
trattandosi di una zona montana con grandi estensioni inabitabili; si osserva tuttavia una
maggiore presenza dei comuni ad elevato numero di abitanti a quote più basse. I comuni
con la sede sita oltre i 950 m s.l.m
hanno tutti meno di 2000 abitanti.
Correlazione
altitudine/spopolamento
Nel grafico si osserva che nel
secondo cinquantennio del ‘900 i
comuni siti a quote inferiori
presentano una tendenza
all’aumento demografico, mentre
quelli con la sede a quote maggiori
tendono allo spopolamento.
Dall’analisi dei dati si osserva nei
comuni di quota superiore ai 500
m s.l.m. un aumento sostanziale solo in quelli a spiccata vocazione turistica.
Variazione degli abitanti per classi di popolazione
Osservando la distribuzione della popolazione suddivisa per comune dal 1861 ad oggi si
evidenzia (anno 2000) che la media dei comuni con una popolazione inferiore ai 1.000
abitanti (19 comuni), ha mostrato un continuo calo degli abitanti a partire dal 1951. I comuni
con popolazione tra i 1.000 e i 2.000 abitanti (26 comuni) hanno subito un lieve calo. In
crescita sono invece i comuni tra i 2.000 ed i 5.000 abitanti (22 comuni), mentre quelli ad
Evoluzione della popolazione residente per quota di altitudine
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
1951 1961 1971 1981 1991 1996 2000
anno
ab. residenti
200 - 350 m 351 - 500 m 501 - 650 m
651 - 800 m 801 - 950 m 951 - 1100 m
> 1100 m
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
38
oggi più popolosi (9 comuni) hanno avuto un incremento del 30%. Si può supporre quindi
uno spopolamento dei comuni più piccoli a favore dei centri maggiori.
Lo spopolamento si osserva principalmente nei
centri minori; si evidenzia anche una decrescita
spiccata in tutti i comuni della Valle Camonica che
hanno il capoluogo non sul fondovalle e, in genere,
in tutti i comuni della media e alta valle; i comuni
della bassa valle presentano un aumento della
popolazione. La popolazione della sponda
bergamasca del medio lago si trova in una
situazione di decrescita o di stabilità; gli abitanti
della sponda bresciana a monte di Iseo non
mostrano variazioni sensibili; la crescita si
concentra nei comuni più a Sud.
Fasce di età
La diversa tipologia della popolazione nelle zone di
studio è evidenziata dalla rappresentazione in
grafico dell'indice di vecchiaia, dato dal rapporto
tra abitanti sopra i 65 anni e sotto i 14. Dal
raffronto si evidenzia la maggiore percentuale di popolazione in età avanzata che caratterizza
la sponda bergamasca del lago. La valle del Borlezza risulta caratterizzata da una minore
percentuale di anziani rispetto al resto del bacino.
La popolazione nei Comuni
Darfo Boario Terme è il comune con il maggior numero di abitanti (13.590), seguito da Costa
Volpino (8.460), Iseo (8410), Pisogne (7.716) e Lovere (5.437); tutti gli altri Comuni hanno
meno di 5.000 abitanti, ben 19 ne hanno meno di 1.000.
Si deve sottolineare che alcuni comuni (Sarnico, Corte Franca, Paratico, Provaglio d’Iseo)
ricadono solo parzialmente nell’area di studio, quindi il numero di abitanti rappresentato è il
valore stimato di residenti nel bacino, ovviamente inferiore al totale comunale. Si è anche
determinata l’estensione delle aree urbanizzate presenti nella porzione di interesse e
l’estensione dell’intera area urbanizzata comunale e di calcolare il rapporto tra questi due
valori per ottenere un coefficiente da moltiplicare per il numero totale di abitanti del
Comune. In tal modo si è stabilita la popolazione residente all’interno dei confini del bacino,
con la necessaria assunzione che sia distribuita in modo omogeneo sulle aree urbanizzate.
Bovegno e Gandino rappresentano due casi limite: solo una piccola parte del loro territorio
ricade nell’area di studio, questa inoltre non comprende alcuna area urbanizzata, quindi il
numero di residenti, secondo il calcolo appena descritto, risulta zero. Questi Comuni vengono
comunque indicati nell’elenco in quanto non saranno trascurabili nel calcolo di altri tipi di
carico.
La popolazione nei sottobacini
Per tutti Comuni interamente compresi in un sottobacino si è sommato il numero dei
residenti.
Evo luzione del n° di abitanti per intervalli di popo lazione
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
7000
8000
anno
Popo lazione media inferiore a 1000 Ab
Popo lazione media tra 1000 e 2000 Ab
Popo lazione media tra 2000 e 5000 Ab
Popo lazione media oltre 5000 Ab.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
39
Nel caso di Comuni divisi tra due o più sottobacini si è risaliti al numero di abitanti, in modo
simile a quanto descritto sopra,
basandosi sui valori delle aree
urbanizzate presenti in ogni
porzione rapportati all’intera
area urbanizzata comunale; in
tal modo si è attribuita una
percentuale di popolazione, con
la necessaria assunzione che sia
distribuita in modo omogeneo, a
ciascun sottobacino.
1= Vezza d’Oglio; 2= Ogliolo di Edolo; 3= Oglio a Esine; 4= Grigna a Esine; 5= Dezzo a Darfo; 6= Costa Volpino;
7= Borlezza a Castro; 8= sponde del lago; 9= Montisola
Considerazioni riassuntive
Nel complesso la situazione presenta, più che un calo della popolazione negli ultimi anni, uno
spostamento della popolazione verso valle con una concentrazione nei centri maggiori.
La densità abitativa del territorio è bassa nelle zone montane, mentre è più elevata, con
caratteristiche diverse nella popolazione, sulle sponde del lago: la popolazione della parte
occidentale ha un’età media maggiore rispetto a quella della sponda bresciana. La
popolazione della valle del Borlezza, che presenta attualmente una densità inferiore, mostra
una costante tendenza alla crescita. Spiccata è comunque l'influenza dell'orografia sui dati di
densità, che, connessa ad un generale spopolamento dei comuni in quota, determina una
ridotta pressione antropica sulla valle Camonica. La popolazione tende dunque a concentrarsi
in pochi centri a maggiore densità abitativa: a livello di gestione dell'inquinamento, se ciò da
un lato facilita il collettamento e la depurazione, risulta tuttavia meno sostenibile per la
salute dell'ecosistema fluviale ove vi sia assenza di trattamento dei reflui.
0 10000 20000 30000 40000 50000
numero
1
2
3
4
5
6
7
8
9
sottobacino
Popolazione residente in ogni sottobacino nel 2001
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
40
Fig. 5.2.1 - Densità di abitanti residenti nei sottobacini (N residenti/km2).
17.63
72.11
22.71
41.12
66.23
231.34145.78
282.68
408.98
0 10 20 30 40 50 Kilometers
Densità residenti nei sottobacini 2001125437689
Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
41
5.3 USO DEL SUOLO
Per i bacini degli affluenti indagati, si è misurata la superficie occupata da ogni tipologia
d’uso del suolo, come individuate dalla Cartografia Geoambientale della Regione Lombardia
alla scala di 1:10.000 (Carta dell’uso del Suolo ad orientamento vegetazionale) ottenendo
l’estensione della superficie di ogni bacino, suddivisa nelle seguenti tipologie:
− Boschi
− Prati e pascoli
− Aree urbane
− Vegetazione naturale
− Aree occupate da fiumi
− Aree occupate da laghi
− Aree estrattive (cave)
− Seminativi
− Aree non occupate da vegetazione, aree glaciali, aree non determinate
Nella tabella seguente sono esposte le percentuali di uso del suolo nelle quattro aree: per le
sponde bergamasca e bresciana si utilizzano le medie, Zu e Rino di Tavernola e di Trobiolo e
Bagnadore.
Oglio Sponda bresciana
Sponda bergamasca
Area complessiva bacino (Km²) 1433,86
Uso del suolo (%)
Seminativo 1,28 2,19 1,88
Vegetazione naturale 8,91 0,45 0,00
Prati e pascoli 47,82 40,85 42,50
Boschi 37,10 53,47 53,65
Aree urbane 2,14 2,38 1,94
Laghi 0,36 0,04 0,00
Fiumi 0,19 0,11 0,00
Aree glaciali e non classificate 2,21 0,49 0,04
Aree estrattive 0,01 0,02 0,00
La percentuale di vegetazione naturale che assume un certo rilievo è solo in Valcamonica; ciò
in virtù della lunga tradizione di utilizzo del territorio sulle sponde del lago. In valle le aree
naturali restano confinate alle zone difficilmente accessibili, restando comunque al di sotto
del 10% del totale.
La forma prevalente d’uso del suolo è il bosco sulle sponde del lago ed il prato–pascolo in
Valcamonica; ciò è verosimilmente determinato dalle estese superfici occupate dai pascoli di
alta quota, che sono meno presenti sulle sponde del lago in virtù della minore quota.
Da notare anche la piuttosto elevata percentuale di superficie occupata da laghi in
Valcamonica, dovuta ai numerosi bacini a scopo idroelettrico: gli unici laghi di un certo rilievo
che non sia interessato da opere di sbarramento sono il Lago Moro ed il lago di Piccolo (alta
valle Brandet).
Le aree glaciali sono limitate alla sola Valle Camonica; i valori nelle altre zone si riferiscono
unicamente a piccole aree non classificate.
Le aree estrattive occupano aree assai ridotte, com’è lecito aspettarsi; il dato della sponda
bresciana è da considerarsi una sovrastima rispetto al totale, dovuta alla presenza della cava
della Dolomite Franchi a Marone nel bacino del Bagnadore e alla cava di gesso di Pisogne nel
bacino del Trobiolo.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
42
La superficie occupata da seminativo o legnose agrarie (castagneti esclusi) è minore in valle
rispetto al lago, probabilmente per via delle superfici dedicate agli oliveti; in genere
comunque il clima montano ovviamente non si presta a seminativi, che restano quindi
confinati in poche aree di fondovalle.
Le aree urbane occupano circa il 2% del totale; ciò ben inquadra la tipologia del paesaggio,
in cui le zone abitate hanno importanza solo nelle ristrette aree di fondovalle o rivierasche.
Nel complesso quindi, a livello generico si può affermare che l’uso del suolo prevalente nel
bacino appartiene a tipologie caratterizzate da un ridotto apporto inquinante (boschi e prati–
pascoli), non richiedendo utilizzi massicci di fertilizzanti e pesticidi. A ciò si aggiunge la
ridotta estensione dei terreni a seminativo (teoricamente caratterizzata da agricoltura
intensiva a maggior impatto inquinante) e di aree urbane.
31.168 ettari di SAU (anno 2000) su un totale di 180.000 ettari 77.900 ettari di boschi 9.600 ettari di aree idriche 5.900 ettari di aree urbanizzate
DUSAFaree idricheboschilegnose agrarievegetazione naturalepratiaree steriliseminativiaree urbanizzate
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
43
5.4 AGRICOLTURA
Per la definizione delle aziende agricole si sono utilizzati i dati ISTAT del 5° Censimento
Generale dell’Agricoltura 2000, già organizzati in tavole.
I valori dell’estensione della SAU (Superficie Agraria Utilizzata) e delle superfici non coltivate
sono riferiti alle aziende agricole i cui confini non sempre coincidono con quelli comunali; la
superficie totale, somma delle superfici di tutte le aziende di un Comune, spesso non copre
tutto il territorio amministrativo, mentre in alcuni casi risulta più vasta.
Il problema è stato superato ricavando gli stessi dati dal DUSAF (Destinazione d’Uso dei Suoli
Agricoli e Forestali) le cui basi informative sono ottenute da fotointerpretazione di ortofoto
digitali a colori con restituzione cartografica alla scala 1:10.000. I limiti di rilevazione sono:
l’area minima rappresentata è 1.600 m2, la dimensione lineare minima è 20 m.
Si è proceduto poi, con l’ausilio di un software, a calcolare le aree dei poligoni che delimitano
geograficamente il territorio in porzioni classificate consentendo di ottenere una suddivisione
sia grafica che numerica della superficie di ogni Comune utile per le successive elaborazioni.
Confrontando i valori totali di SAU risultanti dalle due fonti non si è però trovato un buon
accordo, infatti:
− secondo i dati ISTAT si ha SAU = 38.873 ha
− secondo la cartografia DUSAF si ha SAU = 31.168 ha
Questa differenza è dovuta in buona parte alle approssimazioni che si sono necessariamente
fatte per calcolare la SAU nei Comuni ricadenti solo parzialmente nel bacino idrografico
partendo dai dati ISTAT che si riferiscono all’intero territorio comunale. La SAU totale di ogni
Comune è stata moltiplicata per un coefficiente, compreso tra 0 e 1, risultante dal rapporto
tra l’area totale e l’area compresa nel bacino dello stesso Comune. Dalla somma dei valori
così determinati è risultata una SAU complessiva pari a 38.873 ha. Questo tipo di calcolo ha
probabilmente portato ad una sovrastima della SAU interna poiché i territori prossimi allo
spartiacque sono spesso montani e quindi prevalentemente incolti e coperti da vegetazione
naturale.
Agricoltura nei Comuni
Sommando i valori delle aree, relativi ad ogni comune per la parte di territorio interna al
bacino, delle classi di uso del suolo così raggruppate:
− seminativi, legnose agrarie e prati per ottenere la SAU;
− tutte le restanti: vegetazione naturale, aree sterili, aree idriche, aree urbanizzate per
ottenere la “non SAU”.
e ponendo i comuni in ordine di estensione territoriale decrescente, si ricava in quali comuni
la percentuale di SAU è più rilevante rispetto a quella non coltivata. In generale la SAU non
supera mai il 40%, che viene raggiunto o quasi solo in tre comuni: Artogne, Cividate Camuno
e Corte Franca. Negli ultimi due casi si tratta di superfici molto piccole.
Superano il 30% Vigolo, Pian Camuno, Solto Collina, Fonteno, Bossico e Pianico.
L’estensione della SAU in questo bacino idrografico prevalentemente collinare e montano è
chiaramente assai meno rilevante rispetto ai comuni di pianura.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
44
Agricoltura nei sottobacini
La stesso raggruppamento delle
classi DUSAF in SAU e “non SAU” è
stato effettuato per ottenere la
Fig. 5.4.1 riferita ai sottobacini e
Fig. 5.4.3
1= Vezza d’Oglio; 2= Ogliolo di Edolo; 3= Oglio a Esine; 4= Grigna a Esine; 5= Dezzo a Darfo; 6= Costa Volpino; 7= Borlezza a Castro; 8= sponde del lago; 9= Montisola
Fig. 5.4.1 - Coperture percentuali per classe di uso del suolo in ogni sottobacino.
In Fig. 5.4.2 sono rappresentate le percentuali relative alle singole classi DUSAF per
evidenziare l’importanza relativa di ciascun tipo d’uso del suolo rispetto alla superficie totale
di ogni sottobacino.
In genere i boschi e la vegetazione naturale rappresentano più del 50% del territorio.
I prati mantengono una buona importanza occupando dal 10 al 20% circa in tutti i
sottobacini.
Le legnose agrarie sono più estese rispetto ai seminativi, in particolare sono più diffuse sulle
sponde del lago e soprattutto a Montisola (sottobacino 9).
Per riassumere, i risultati ottenuti riguardo all’uso del suolo in Fig. 5.5.3 si rappresentano le
estensioni delle otto classi DUSAF sull’intero territorio considerato, espresse in percentuale
rispetto all’area totale.
Fig. 5.4.2 - Coperture percentuali per classe di uso del suolo sull’intero bacino del Lago d’Iseo.
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9
sottobacini
area (ettari)
SAU non SAU
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
45
Fig.5.4.3 - Classi di uso del suolo (DUSAF 2000).
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
46
SAU Totale V, Camonica Sponda BS Sponda BG V. Borlezza
1982 53.677,8 41.271,1 4.521,6 2.794,8 5.090,3
1990 48.125,1 37.671,7 3.506,8 2596,7 4.349,9
2000 40.615,1 32.843,6 2.470,6 1.858,8 3.442,2
SAU non utilizzata
Totale V, Camonica Sponda BS Sponda BG V. Borlezza
1982 6.047,8 5.139,2 198,8 134,1 575,7
1990 10.825,2 10.235,9 277,3 34,6 277,4
2000 17.880,3 16.872,5 319,8 168,8 519,2
altra SA Totale V, Camonica Sponda BS Sponda BG V. Borlezza
1982 8.110,0 6.700,1 591,8 181,5 636,6
1990 13.700,4 12.337,1 203,4 147,1 1.012,9
2000 3.042,1 1.881,1 753,1 130,8 277,2
Valle Camonica
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
30.000
35.000
40.000
45.000
SAU SAU non
utilizzata
altra SA
ha
1982 1990 2000
Val Borlezza
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
SAU SAU nonutilizzata
altra SA
ha
1982 1990 2000
Sponda Bergamasca
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
SAU SAU nonutilizzata
altra SA
ha
1982 1990 2000
Sponda Bresciana
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
SAU SAU nonutilizzata
altra SA
ha
1982 1990 2000
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
47
Uso del suolo in ettari - Fonte ISTAT 2000, Censimento Agricoltura
Comune SAU
Seminativi (ha)
SAU Coltivazioni
legnose agrarie (vite, olivo, agrumi, fruttiferi) (ha)
SAU: Prati permanenti e pascoli
(ha)
SAU: Totale (ha)
SA NON Utilizzata
Totale (ha)
SA NON utilizzata
e destinata ad attività ricreative
(ha) Boschi
(ha) altra SA
(ha)
TOTALE
Bossico 2 2,37 539,84 544,21 55,4 1,5 260,25 1,9 861,76
Castione della Presolana 0,76 0,23 1554,84 1555,83 405,61 10 730,52 70,69 2762,65
Cerete 5,45 0 120,24 125,69 0 0 8,76 0,17 134,62
Fino del Monte 2,44 0 85,19 87,63 0,6 0 161,24 9,69 259,16
Onore 2,25 0 315,09 317,34 2,2 2,2 193,96 180,65 694,15
Pianico 1,26 2,09 153,3 156,65 0,87 0,3 168,67 3,47 329,66
Songavazzo 12,13 0 262,45 274,58 54,07 0 388,6 1,08 718,33
Sovere 8,65 15,44 356,14 380,23 0,5 0 553,93 9,5 944,16
BORLEZZA 34,94 20,13 3387,09 3442,16 519,25 14 246 5,93 277,15 6704,49
Castro 0 0 4 4 0 0 0 0 4
Costa Volpino 35,67 1 141,21 177,88 0 0 38,65 16,98 233,51
Fonteno 1,09 0 243,02 244,11 134,29 0,23 219,75 18,25 616,4
Lovere 0,07 0,5 16,43 17 0,45 0,45 1,53 0,19 19,17
Parzanica 0,31 9,17 91,77 101,25 2,17 0,05 237,07 44,69 385,18
Predore 0,37 29,64 101,43 131,44 2,41 0 445,1 4,59 583,54
Riva di Solto 12,99 46,07 57,6 116,66 18,52 0,43 67,64 24,59 227,41
Sarnico 17,42 11,26 57,36 86,04 2,33 0 163,7 3,24 255,31
Solto Collina 15,76 7,36 403,97 427,09 0 0 259,24 0,98 687,31
Tavernola Bergamasca 1,65 43,53 127,43 172,61 0,72 0 293,37 1,55 468,25
Vigolo 0,41 4,08 376,22 380,71 7,9 1 627,23 15,75 1031,59
LAGO SPONDA BG 85,74 152,61 1620,44 1858,79 168,79 2,16 2353,28 130,81 4511,67
Iseo 107,23 36,51 112,94 256,68 11,27 7,52 129,84 13,54 411,33
Marone 1,97 34,59 553,02 589,58 9,57 0 381,67 592,48 1573,3
Monte Isola 6,55 6,05 66,82 79,42 0,13 0 26,26 1,44 107,25
Paratico 97,96 30,96 48,06 176,98 1,3 0 989,54 4,18 1172
Pisogne 42,78 13,19 619,78 675,75 116,37 0 1374,1 1,81 2168,03
Sale Marasino 5,24 28,96 248,31 282,51 180,28 0 502,41 4,35 969,55
Sulzano 28,31 41 257,79 327,1 0,32 0 337,34 18,06 683,17
Zone 1,12 0,5 81,01 82,63 0,6 0,6 921,31 117,21 1121,75
LAGO SPONDA BS 291,16 191,76 1987,73 2470,65 319,8 4 8,12 4662,47 753,07 8206,38
Azzone 0 0 277,32 277,32 0 0 0 0,08 277,4
Colere 0 0 31 31 0 0 0 1,49 32,49
Rogno 52,36 2,99 320,14 375,49 154,1 0 264,06 5,46 799,11
Schilpario 0,02 2,26 672,57 674,85 0 0 45,07 0,12 720,04
Vilminore di Scalve 0 0 2616,99 2616,99 0,32 0 0 5,81 2623,12
Angolo Terme 0 0 491,06 491,06 0 0 859,18 12,69 1362,93
Artogne 33,26 61,09 770,05 864,4 22,04 0 527,33 9,78 1423,55
Berzo Demo 52,66 79,46 953,26 1085,38 756,54 0,39 1246,01 9,63 3097,56
Berzo Inferiore 7,35 8,91 711,87 728,13 6,73 0 487,08 21,52 1243,48
Bienno 1,2 4,53 315,67 321,4 1098,16 0 919,64 205,91 2545,11
Borno 1,2 8,05 1044,73 1053,98 2079,18 1,02 3854,44 3,59 6991,19
Braone 8,76 0,6 194,28 203,64 0,31 0 401,95 60,97 666,87
Breno 13,66 4,78 4573,11 4591,55 103,12 0 3252,23 917,46 8864,36
Capo di Ponte 83,16 2,75 1022,18 1108,09 290,51 0 96,58 2,3 1497,74
Cedegolo 3,41 2,1 1006,82 1012,33 400,71 0,05 515,18 50,2 1978,42
Cerveno 3,3 3,44 292,12 298,86 438,8 0 539,59 193,27 1470,52
Ceto 6,44 0,77 114,59 121,8 1762,16 0 811,46 14,23 2709,65
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
48
Comune SAU:
Seminativi (ha)
SAU: Coltivazioni
legnose agrarie (vite, olivo, agrumi, fruttiferi) (ha)
SAU: Prati permanenti e pascoli
(ha)
SAU: Totale (ha)
SA NON Utilizzata
Totale (ha)
SA NON utilizzata
e destinata ad attività ricreative
(ha) Boschi
(ha) altra SA
(ha)
TOTALE
Cevo 0 0 267,76 267,76 406,03 0 968,44 1,72 1643,95
Cimbergo 1,2 2,81 334,1 338,11 1042,79 0 590,21 9,79 1980,9
Cividate Camuno 2,56 4,94 15,13 22,63 24,9 24,81 197,56 2,26 247,35
Corteno Golgi 0 0 1051,22 1051,22 1628,55 0 2563,44 56,6 5299,81
Darfo Boario Terme 53,59 12,36 467,75 533,7 144,1 0 1499,09 1,66 2178,55
Edolo 3,21 1,02 927,05 931,28 1080,56 0 1690,81 2,52 3705,17
Esine 39,36 6,76 339,15 385,27 181,32 15 442,88 58,61 1068,52
Gianico 20,05 29,75 445,42 495,22 58,73 0 619,7 15,65 1189,3
Incudine 0,68 0 410,58 411,26 0,95 0 652,23 1,32 1065,76
Losine 3,72 3,9 21,14 28,76 8,7 3,7 280,44 0,56 318,69
Lozio 0,11 0,09 55,69 55,89 0 0 0,38 0,24 56,51
Malegno 1,88 0,74 81,82 84,44 1,42 0 72,18 1 159,04
Malonno 9,06 0,63 1307,46 1317,15 305,34 0 1018,36 13,68 2655,23
Monno 1,48 0 807,21 808,69 5,58 0 624,8 2,6 1441,67
Niardo 7,95 2,43 996,71 1007,09 0,41 0 408,36 1,63 1418,79
Ono San Pietro 11,03 4,22 133,53 148,78 2,84 0 59,78 2,64 217,63
Ossimo 0,02 0 110,45 110,47 0 0 1,15 0,46 112,08
Paisco Loveno 0 0 37,92 37,92 0 0 678,69 0,11 716,72
Paspardo 0,01 1,58 819,81 821,4 200 0 480,6 0,1 1502,1
Pian Camuno 52,02 1,4 245,8 299,22 9,19 0,2 98,15 5,99 412,55
Ponte di Legno 0,01 0 1946,34 1946,35 953,01 0 2003,73 7,85 4910,94
Prestine 2,27 0,1 75,35 77,72 30,94 0,1 457,13 0,74 566,53
Saviore dell'Adamello 0 0 1399,96 1399,96 0,16 0 1003,26 2,68 2406,06
Sellero 1,51 47,77 196,46 245,74 61,3 2,1 783,34 1,92 1092,3
Sonico 1,24 0,4 121,04 122,68 297,13 27,41 2184,74 0,89 2605,44
Temu' 0,46 0 1179,16 1179,62 1500,9 0 959,92 0,9 3641,34
Vezza d'Oglio 0,8 0 1557,7 1558,5 1357,61 3,47 1457,23 3,91 4377,25
Vione 0,06 0 986,44 986,5 199,49 0 817,7 1,08 2004,77
Piancogno 56,14 9,31 248,47 313,92 257,83 0,7 794,24 167,44 1533,43
VALCAMONICA 537,2 311,94 31.994,38 32.843,52 16.872,46 78,95 37.228,3 1.881,06 88.831,92
Totale complessivo 949,04 676,44 38.989,64 40.615,12 17.880,34 103,23 46.710 3.042,09 108.254,5
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
49
ALLEVAMENTI
Anche i dati della zootecnia, censiti per ogni Comune del bacino il numero dei capi totali,
suddivisi in categorie, sono stati raccolti da ISTAT (5° Censimento Generale dell’Agricoltura,
anno 2000).
Allevamenti nei Comuni
Dall’esame del numero dei capi emerge che nei Comuni considerati i valori dei cinque gruppi
rappresentati nei grafici presentano un andamento decrescente piuttosto regolare.
In generale il numero di equini e suini è molto ridotto rispetto agli altri gruppi ad eccezione
di alcuni Comuni come Esine, Capo di Ponte, Cedegolo, Sellero. La categoria degli ovini e
caprini prevale in molti Comuni superando le 1.000 unità a Castione della Presolana, Rovetta,
Ceto, Azzone, Corteno Golgi e Schilpario; In Valle Canonica si assitse ad un costate aumento
del numero di questi animali.
In buona parte dei Comuni il gruppo più rappresentato, pur in forte decremento, è quello dei
bovini, che comunque supera i 1.000 capi solo a Bovegno, Artogne, Esine e Gianico. Dal
grafico emerge la presenza di consistenti allevamenti avicoli nei Comuni di Paratico, Gianico,
Iseo, Provaglio d'Iseo, Artogne e Rogno; in diminuzione in quasi tutti i settori è evidente
l’aumento nella parte bresciana del lago. Il numero di capi è stato poi rapportato all’area del
territorio comunale espressa in km2 per ottenere il valore di densità degli allevamenti.
Il valore più elevato è a Pianico, che si avvicina ai 500 capi, seguito da Gianico e Onore.
La Fig. 5.4.4 rappresenta i Comuni con una scala di colori associata alle classi di densità,
calcolata come numero totale di capi di bestiame presenti nel territorio di ogni comune; in
questo caso si considerano tutte le categorie.
BOVINI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza
1982 50.941 31.972 5.327 7.360 6.282
1990 48.649 31.991 4.210 6.697 5.751
2000 19.734 14.139 1.353 2.585 32.525
SUINISUINISUINISUINI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza
1982 10.805 7.663 1.024 1.445 673
1990 10.298 8.441 673 720 464
2000 5.183 4.225 272 553 133
OVINI E OVINI E OVINI E OVINI E CAPRINICAPRINICAPRINICAPRINI
Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza
1982 20.962 11.484 734 1.050 7.694
1990 20.991 12.485 813 1.167 6.526
2000 19.927 14.080 1293 965 3.385
SUINISUINISUINISUINI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza
1982 10.805 7.663 1.024 1.445 673
1990 10.298 8.441 673 720 464
2000 5.183 4.225 272 553 133
AVICOLIAVICOLIAVICOLIAVICOLI Totale V. Camonica Sponda BG Sponda BS V. Borlezza
1982 335.791 171.949 70.849 76.755 16.238
1990 230.519 128.535 25.580 67.628 8.776
2000 287.088 120.181 9.304 153.904 3.699
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
50
Numero di bovini
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
Totale
V. Camonica
Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
n° capi
1982 1990 2000
Numero di ovini e caprini
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
Totale
V.
Camonica
Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
n° capi
1982 1990 2000
Numero di suini
0
200
400
600
800
1.000
1.200
Totale
V. Camonica
Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
n° capi
1982 1990 2000
Numero di avicoli
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
300.000
350.000
400.000Totale
V.
Camonica
Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
n° capi
1982 1990 2000
Numero di equini
0
200
400
600
800
1.000
1.200
Totale
V.
Camonica
Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
n° capi
1982 1990 2000
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
51
Numero di capi di animali allevati - Fonte ISTAT 2000, Censimento Agricoltura
Comuni BOVINI Capi
BUFALINI Capi
SUINI Capi OVINI Capi
CAPRINI Capi
EQUINI Capi
AVICOLI Capi
Bossico 293 0 30 163 18 9 96
Castione della Presolana 122 0 22 1491 24 23 351
Cerete 198 0 4 13 0 7 132
Fino del Monte 110 0 5 30 0 3 64
Onore 212 0 0 972 19 69 290
Pianico 181 0 13 94 20 19 468
Songavazzo 132 0 2 18 0 1 40
Sovere 409 0 57 443 80 45 2258
BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA 1657165716571657 0000 133133133133 3224322432243224 161161161161 176176176176 3699369936993699
Castro 3 0 4 0 0 0 20
Costa Volpino 311 0 75 131 101 7 1915
Fonteno 74 0 46 64 120 21 1639
Lovere 36 0 0 0 0 0 62
Parzanica 64 0 17 46 32 16 694
Predore 69 0 2 69 36 31 826
Riva di Solto 39 0 16 4 20 31 666
Sarnico 73 0 14 32 82 6 468
Solto Collina 142 0 25 675 36 42 662
Tavernola Bergamasca 134 0 6 0 14 12 278
Vigolo 408 0 67 0 35 29 2074
LAGO SPONDA BGLAGO SPONDA BGLAGO SPONDA BGLAGO SPONDA BG 1353135313531353 0000 272272272272 1021102110211021 476476476476 195195195195 9304930493049304
Iseo 300 0 152 134 36 13 41161
Marone 491 0 88 40 73 13 1485
Monte Isola 51 0 41 38 85 4 1272
Paratico 84 0 48 0 24 3 107316
Pisogne 853 0 50 259 25 8 513
Sale Marasino 286 0 40 41 92 5 955
Sulzano 447 0 122 76 15 5 1051
Zone 73 0 12 0 27 23 151
LAGO SPONDA BSLAGO SPONDA BSLAGO SPONDA BSLAGO SPONDA BS 2585258525852585 0000 553553553553 588588588588 377377377377 74747474 153904153904153904153904
Azzone 11 0 4 1249 151 8 599
Colere 32 0 0 0 0 0 0
Rogno 359 0 10 54 18 0 13062
Schilpario 278 0 23 976 72 7 17
Vilminore di Scalve 540 0 12 516 187 22 10
Angolo Terme 371 0 20 73 190 69 48
Artogne 1464 0 285 168 132 54 23586
Berzo Demo 279 0 71 55 127 32 557
Berzo Inferiore 213 0 9 56 3 11 458
Bienno 271 0 130 21 145 28 226
Borno 730 0 84 652 255 38 717
Braone 76 0 15 0 0 0 30
Breno 674 0 54 26 122 38 759
Capo di Ponte 465 0 481 100 29 10 595
Cedegolo 100 0 386 193 257 17 481
Cerveno 64 0 4 13 43 6 357
Ceto 154 0 18 1455 0 2 114
Cevo 166 0 108 148 582 7 4
Cimbergo 41 0 4 98 0 3 0
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
52
Comuni BOVINI Capi
BUFALINI Capi
SUINI Capi OVINI Capi
CAPRINI Capi
EQUINI Capi
AVICOLI Capi
Cividate Camuno 8 0 14 21 63 23 425
Corteno Golgi 355 0 24 1015 126 21 206
Darfo Boario Terme 682 0 171 30 181 43 634
Edolo 276 0 30 261 115 11 312
Esine 1220 6 1474 53 198 39 782
Gianico 1025 0 232 143 112 10 70848
Incudine 4 0 0 81 6 0 0
Losine 27 0 9 6 6 0 106
Lozio 29 0 5 0 32 8 24
Malegno 239 0 20 26 15 6 110
Malonno 909 0 89 430 145 17 1688
Monno 248 0 16 22 48 11 29
Niardo 261 0 16 31 40 7 260
Ono San Pietro 97 0 56 49 80 4 385
Ossimo 55 0 11 6 6 7 83
Paisco Loveno 43 0 11 33 90 18 48
Paspardo 34 0 3 0 53 0 7
Pian Camuno 710 0 9 227 99 14 825
Ponte di Legno 48 0 8 57 15 0 10
Prestine 201 4 22 30 101 10 495
Saviore dell'adamello 157 0 35 126 356 4 131
Sellero 112 0 174 42 49 13 361
Sonico 200 0 30 113 157 1 134
Temu' 98 0 10 210 42 0 267
Vezza d'oglio 537 0 27 223 59 2 98
Vione 139 0 9 278 83 9 0
Piancogno 137 0 2 54 70 22 293
VALCAMONICAVALCAMONICAVALCAMONICAVALCAMONICA 14139141391413914139 10101010 4225422542254225 9420942094209420 4660466046604660 652652652652 120181120181120181120181
TOTALE TOTALE TOTALE TOTALE 19.19.19.19.734734734734 10101010 5.1835.1835.1835.183 14.25314.25314.25314.253 5.6745.6745.6745.674 1.0971.0971.0971.097 287.088287.088287.088287.088
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
53
Fig. 5.4.4 - Densità del numero totale di capi di bestiame per ogni comune (N capi/km2).
0 10 20 30 40 50 Kilometers
Densità bestiame nei comuni 20001.37 - 1010 - 2525 - 5050 - 100100 - 200200 - 500500 - 10001000 - 20002000 - 50005000 - 17381.55
Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
54
Capi bovini0 - 500500 - 10001000 - 15001500 - 2000
Aree idriche
Capi di pollame0 - 10001000 - 1000010000 - 5000050000 - 110000
Aree idriche
53.000 capi di bestiame: bovini, equini, suini e caprini 300.000 capi di pollame
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
55
5.5 INDUSTRIA
Addetti nei comuni
Per determinare il numero di addetti
presenti nel territorio del bacino del Lago
d’Iseo nel caso di comuni solo
parzialmente compresi si è dovuta
effettuare una stima moltiplicando il
numero totale di addetti del Comune, in
ogni divisione economica, per la
percentuale di superficie interna al
bacino. Si tratta di un’approssimazione
grossolana, ma che è stata utilizzata solo
per il calcolo dei carichi potenziali, mentre
per i carichi effettivi si sono utilizzati dati
più dettagliati.
La Fig. 5.5.1 si riferisce a valori di densità
di Abitanti Equivalenti Industriali, numero
ricavato partendo dai numeri di addetti
per Comune moltiplicati per i coefficienti
di conversione specifici per ciascuna
divisione economica.
Fig. 5.5.1 - Comuni rappresentati per classi di densità di Abitanti Equivalenti Industriali (AEI/km2).
anno Totale V.
Camonica Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
1996 60.308 35.514 10.618 10.494 3.682
2001 46.602 25.812 8.435 8.272 4.083
In totale nel bacino del lago sono presenti circa 20.000 unità industriali che danno lavoro a
20500 persone.
La maggior parte è situata nelle zone limitrofe al go e nella bassa Valle Camonica.
0 10 20 30 40 50 Kilometers
Densità AEI nei comuni 20010 - 2525 - 5050 - 7575 - 100100 - 150150 - 200200 - 300300 - 10001000 - 20002000 - 2902
Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo
Abitanti Equivalenti Industriali0 - 50005000 - 1000010000 - 1500015000 - 2000020000 - 2500025000 - 3000030000 - 35000
Aree idriche
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
56
Poche sono le informazioni sul recapito finale dello scarico idrico delle differenti attività: circa
70 unità scaricano direttamente in acqua superficiale dopo trattamento, metà di queste
direttamente nel lago.
Nell’intorno del lago sono presenti 4 siti industriali a rischio (Direttiva Seveso)
Comune Tipologia di attività industriale
Costa Volpino Industria galvanica
Costa Volpino Stoccaggio idrocarburi
Sovere Industria farmaceutica
Pian Camuno Stoccaggio GPL
Addetti in tutto il bacino
I settori con il maggior numero di addetti, nell’intero bacino, sono: la fabbricazione e
lavorazione di prodotti di metallo
(escluse macchine e impianti), le
industrie tessili e la produzione di
metalli e loro leghe. Altre sei
divisioni si mantengono sopra i
1.000 addetti, mentre numerose
delle rimanenti categorie non
raggiungono i 500 addetti.
I valori che più interessano al fine
del calcolo dei carichi sono quelli
degli Abitanti Equivalenti
Industriali (AEI); alcuni settori,
che sembravano a prima vista
irrilevanti, sono diventati invece
importanti per il nostro studio:
l’esempio più evidente è la
fabbricazione di pasta-carta, carta
e prodotti di carta. Il numero massimo di abitanti equivalenti viene raggiunto dalle industrie
alimentari e delle bevande, seguite da industrie tessili, fabbricazione di prodotti chimici e
fibre sintetiche e artificiali.
Considerazioni sui dati
Calcolando un indice di occupazione come rapporto tra numero di abitanti residenti e addetti
totali per ogni Comune si ottengono valori molto vari da un minimo di 0,06 per Paspardo ad
un massimo di 0,55 per Cividate Camuno.
La media in tutto il bacino risulta 0,31 addetti per abitante residente; questo valore lascia
supporre una situazione di generale carenza di offerta lavorativa e la presenza di attività
agricole a carattere familiare, non considerate imprese. D’altra parte gli spostamenti della
popolazione alla ricerca di lavoro verso le città di Brescia e Bergamo e verso l’hinterland
milanese sono evidenti anche a livello di traffico giornaliero.
La densità di Abitanti Equivalenti Industriali per km2 varia da 0,04 nel Comune di Paisco
Loveno, a 2.900 in Cividate Camuno, Comune di circa 3 km2 con più di 9.500 AEI.
Numero di addetti nell'industria
0
10.000
20.000
30.000
40.000
50.000
60.000
70.000Totale
V.
Camonica
Sponda BG
Sponda BS
V. Borlezza
n° addetti
1996 2001
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
57
Nei Comuni di Gandino, Bovegno, Collio e Provaglio d’Iseo, che ricadono nel bacino con una
porzione molto piccola del loro territorio, il valore risulta zero per assenza di AEI nella
porzione di interesse.
Nell’intero bacino sono stati censiti 41 siti contaminati in 25 diversi comuni. Nessuno di
questi siti compare nell’elenco dei siti di interesse nazionale, ma rappresentano comunque
situazioni localizzate e di piccole dimensione che potrebbero arrecare danno grave al
comparto idrico.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
58
Addetti alle Unità Locali delle imprese, delle istituzioni pubbliche e delle imprese no profit rilevate al censimento industria e servizi per sezione di attività economica - Fonte ISTAT – 2001
Comune Agricoltura
Pesca
Estrazione
minerali
Industria
manifatturiera
Energia, gas,
acqua
Costruz.
Comm. e
riparazioni
Alberghi e
ristoranti
Trasporti
magazz.
comunicazioni
Interm
ed.
monetaria e
finanziaria
Attività
professionali
Pubblica
ammistraz.
Istruzione
Sanità servizi
sociali
Altri servizi
Bossico 0 0 0 65 0 78 13 14 5 2 13 4 16 6 1
Castione Presolana 12 0 0 134 0 212 159 178 32 15 57 23 59 9 36
Cerete 1 0 5 279 0 61 43 4 6 0 11 6 16 6 26
Fino del Monte 0 0 0 9 0 45 13 18 2 1 9 4 16 1 9
Onore 1 0 1 55 0 46 10 26 4 1 8 4 11 0 2
Pianico 0 0 0 109 0 30 43 10 18 4 19 6 16 5 9
Songavazzo 0 0 0 130 0 28 37 15 6 2 10 2 8 0 2
Sovere 0 0 6 467 0 242 155 24 92 26 89 22 66 42 39
Borlezza 14 0 12 1248 0 742 473 289 165 51 216 71 208 69 124
Castro 0 0 0 21 0 27 23 17 2 2 13 10 5 20 5
Costa Volpino 1 0 5 1476 0 418 430 79 192 53 235 40 115 57 104
Fonteno 0 0 0 2 0 36 11 6 1 0 2 4 3 1 2
Lovere 3 0 0 1001 12 243 263 164 31 105 365 76 370 497 90
Parzanica 0 0 1 9 0 14 4 2 2 1 0 4 0 2 0
Predore 0 0 0 98 0 125 45 21 14 5 28 7 35 60 14
Riva di Solto 0 0 0 12 0 17 17 24 6 1 21 4 3 2 6
Sarnico 5 0 0 648 0 164 368 145 47 109 365 63 167 238 72
Solto Collina 0 0 7 123 0 92 36 11 7 9 21 6 25 3 6
Tavernola Bergamasca
0 0 20 274 0 73 43 18 23 9 15 9 27 14 6
Vigolo 0 0 0 17 0 37 13 4 10 3 10 4 9 1 0
Sponda BG 9 0 33 3681 12 1246 1253 491 335 297 1075 227 759 895 305
Iseo 11 15 0 437 50 176 671 469 223 118 488 66 348 550 95
Marone 0 0 0 480 0 54 67 42 14 11 58 15 64 53 13
Monte Isola 0 1 0 57 0 47 53 51 13 5 15 14 33 9 7
Paratico 1 0 6 899 0 108 206 93 59 13 59 24 43 25 42
Pisogne 0 0 3 936 30 395 254 100 80 53 164 43 128 102 62
Sale Marasino 4 0 0 668 0 98 92 57 21 15 41 29 44 41 15
Sulzano 1 0 0 28 0 47 73 49 17 12 36 6 15 10 8
Zone 0 0 0 129 0 40 17 29 1 5 5 7 9 2 2
Sponda BS 17 16 9 3634 80 965 1433 890 428 232 866 204 684 792 244
Azzone 0 0 0 16 0 65 5 3 8 0 0 4 8 1 0
Colere 0 0 0 160 0 114 51 34 10 5 15 5 22 2 18
Rogno 3 0 9 494 0 390 306 27 90 16 62 11 23 9 33
Schilpario 0 0 0 67 0 69 38 38 6 4 22 8 45 24 13
Vilminore di Scalve 3 0 0 243 5 33 24 51 8 5 39 16 37 6 5
Angolo Terme 0 0 0 86 2 77 55 44 8 5 13 9 35 8 25
Artogne 1 0 0 346 0 248 148 68 73 12 65 13 66 27 34
Berzo Demo 0 0 0 338 0 107 69 20 18 5 11 7 38 8 5
Berzo Inferiore 0 0 0 218 0 103 77 8 23 8 18 8 26 0 32
Bienno 1 0 0 243 0 228 117 36 23 19 65 7 41 67 15
Borno 2 1 0 82 4 116 124 87 24 4 61 13 71 43 21
Braone 0 0 0 59 0 26 46 9 16 0 13 3 10 0 10
Breno 1 0 0 754 87 160 322 95 59 176 353 186 185 498 75
Capo di Ponte 0 0 7 67 0 111 103 28 10 3 49 7 74 12 38
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
59
Comune
Agricoltura
Pesca
Estrazione
minerali
Industria
manifatturiera
Energia, gas,
acqua
Costruz.
Comm. e
riparazioni
Alberghi e
ristoranti
Trasporti
magazz.
comunicazioni
Interm
ed.
monetaria e
finanziaria
Attività
professionali
Pubblica
ammistraz.
Istruzione
Sanità servizi
sociali
Altri servizi
Cedegolo 0 0 0 57 129 78 47 17 8 17 41 53 46 31 11
Cerveno 0 0 0 148 0 5 13 5 47 1 8 4 11 2 3
Ceto 0 0 0 324 0 78 85 39 40 10 24 27 22 17 13
Cevo 0 0 0 1 0 19 25 17 4 3 8 8 23 1 4
Cimbergo 0 0 0 9 0 20 10 7 5 1 1 4 2 1 0
Cividate Camuno 0 0 1 1056 0 107 145 29 34 10 45 14 53 9 23
Corteno Golgi 4 0 1 121 0 206 67 48 19 5 29 12 33 3 16
Darfo Boario Terme 8 0 1 1168 37 1095 1244 387 162 228 1296 166 586 480 265
Edolo 12 0 0 385 90 236 267 110 51 50 159 39 298 204 51
Esine 2 0 0 768 4 366 215 140 61 50 68 18 74 709 29
Gianico 0 0 16 233 0 162 245 41 31 5 33 9 27 68 8
Incudine 0 0 0 14 0 5 9 3 2 0 2 2 9 0 0
Losine 0 0 0 14 0 1 4 1 4 0 3 3 5 7 0
Lozio 0 0 0 3 0 14 5 4 1 2 1 4 13 5 0
Malegno 0 0 0 227 6 121 102 19 9 8 30 7 50 46 28
Malonno 0 2 8 396 0 179 106 35 14 13 57 12 44 30 11
Monno 0 0 0 6 1 16 8 18 5 1 11 3 5 3 1
Niardo 0 0 0 59 0 198 94 31 9 7 16 7 95 3 7
Ono San Pietro 0 0 0 21 0 27 20 7 3 1 2 3 25 0 2
Ossimo 0 0 0 14 0 62 31 12 6 6 7 6 27 1 4
Paisco Loveno 1 0 0 1 0 5 1 3 1 0 2 3 8 3 0
Paspardo 0 0 0 7 0 11 9 9 3 1 1 4 14 1 1
Pian Camuno 0 0 14 1315 0 189 188 69 63 9 113 16 42 9 17
Ponte di Legno 0 0 0 51 0 157 149 143 54 22 82 44 77 32 40
Prestine 0 0 0 21 0 19 7 8 1 0 5 4 0 3 3
Saviore dell'Adamello
0 0 0 4 0 27 13 14 4 1 0 9 24 2 2
Sellero 4 0 0 274 0 15 39 20 7 0 6 6 13 2 6
Sonico 0 0 3 207 8 44 61 20 3 1 8 9 7 1 21
Temu' 0 0 1 11 0 96 29 35 7 2 28 11 11 3 48
Vezza d'Oglio 0 0 0 86 2 71 59 36 14 3 20 14 28 8 38
Vione 0 0 0 4 0 53 10 11 2 0 13 11 8 1 3
Piancogno 0 0 0 497 42 246 241 48 56 20 91 16 70 68 20
Valcamonica Totale 42 3 61 10675 417 5775 5033 1.93 4 1106 739 2996 845 2431 2458 999
Totale Complessivo 82 19 115 19.238 509 8.728 8.192 3.604 2.034 1.319 5.153 1.347 4082 4.214 1.672
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
60
5.6 TURISMO
Il turismo rappresenta uno degli aspetti più importanti dell’economia della Valle Camonica e
delle zone rivierasche e influenza notevolmente il carico organico che viene riversato
primariamente nell’Oglio e quindi indirettamente o direttamente nel recettore finale (il lago
d’Iseo).
Per quanto riguarda la Valle Camonica e la Val di Scalve si osserva un flusso turistico
notevole in estate unitamente ad un’alta affluenza durante l’inverno in zone sciistiche, poiché
l’area dispone di strutture recettive invernali apprezzabili. Non così per i Comuni rivieraschi,
sia della sponda bresciana che bergamasca, dove è soprattutto il turismo dei mesi caldi ad
aver maggior peso sull‘economia.
Nella presente analisi, si è voluto teorizzare l’impatto inquinante dovuto all’aumento della
popolazione dovuto al turismo. Si tratta di un problema complesso in quanto la raccolta dei
dati risulta essere alquanto difficoltosa e la successiva elaborazione avviene con
l’introduzione di variabili a volte non giustificate.
Il totale dei turisti è stato diviso in due gruppi:
− popolazione fluttuante, in esercizi alberghieri e complementari;
− popolazione nelle seconde case.
Considerando che il censimento è avvenuto in ottobre, uno dei mesi con minima presenza
turistica nell’area di studio, questo dato è sembrato il più attendibile, tra tutti quelli
disponibili, per essere usato come numero di seconde case; probabilmente si tratta di una
sovrastima, in quanto una parte delle abitazioni possono essere sempre vuote, ma non si
sono trovati altri dati più attendibili.
Assumendo che in media i nuclei familiari occupanti queste strutture siano composti da
quattro persone, una quantificazione della popolazione in seconde case per ogni Comune è
stata ottenuta così:
n° Abitazioni vuote * 4
Per quanto riguarda la popolazione fluttuante i dati sono stati richiesti alle Province di
Bergamo e Brescia che hanno fornito i dati di arrivi e presenze di turisti, distinti in esercizi
alberghieri e complementari e riguardanti solo i Comuni con più di 4 esercizi.
Come popolazione fluttuante per Comune si è quindi scelto di considerare la media dei
numeri di presenze totali di turisti.
Nel caso della popolazione fluttuante, al contrario rispetto alle seconde case, si ha quindi un
valore totale sottostimato.
I turisti nei Comuni
Il picco di massima presenza turistica si è registrato a Iseo, sulla sponda sud orientale del
lago, mentre, per quanto riguarda il bacino dell’Oglio, il flusso turistico è stato rilevante nelle
zone sciiistiche, come Ponte di Legno, Borno, Monte Campione (comune di Artogne) e Darfo
B.T. dove il turismo è soprattutto legato alla presenza delle Terme.
Il turismo di Pontedilegno si riversa soprattutto nelle seconde case e negli alberghi così come
a Borno (dove vi è anche un campeggio) e Monte Campione; a Darfo sono le attività
alberghiere ad essere preponderanti.
Nella valle del Borlezza, la più alta presenza turistica si è registrata a Castione. Nel comune
di Rovetta non è stata registrata presenza turistica sebbene la presenza di un residence (31
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
61
posti letto).
La sponda occidentale (bergamasca) del lago rivela bassa affluenza turistica. Il massimo si
registra a Predore, ben attrezzato per la ricezione turistica, con posti in campeggio, alberghi
e seconde case.
Per quanto riguarda la sponda bresciana del Lago, si è già detto che il picco di presenze è a
Iseo mentre gli altri Comuni si mantengono al di sotto delle 5.000 presenze l’anno. La
ricettività turistica di Iseo è data sia dall’elevato numero di posti in alberghi che, soprattutto,
dalla disponibilità di posti per campeggio.
Il grafico 6 presenta i comuni nello stesso ordine del precedente, ma riporta il numero
stimato di turisti in seconde case. Si nota come Iseo e Darfo B. T. siano di gran lunga
superati dai Comuni montani di Ponte di Legno, Artogne, Borno, Castione della Presolana,
Corteno Golgi, Temù e Vezza d’Oglio, che si distinguono per una notevole variazione di
popolazione presente nel proprio territorio tra periodi di alta e bassa stagione turistica nel
corso dell’anno. Tutti hanno infatti un numero di abitanti residenti contenuto rispetto al
flusso turistico che attirano.
I dati sono stati ulteriormente elaborati ed organizzati.
La “massima presenza turistica prevedibile” è calcolata sommando il numero di posti letto in
strutture alberghiere disponibili nel Comune, il numero di seconde case per vacanze, il
numero di posti in
campeggio e il numero di
appartamenti e residence
tutti moltiplicati per quattro.
In tal modo si calcola il
numero di posti letto
disponibili per eventuali
turisti o comunque abitanti
non residenti stabilmente.
I dati sono ottenuti
nell’ipotesi che quattro sia un
numero ragionevole di
occupanti per le strutture in
esame.
Non esistono raffronti con dati reali, non disponibili; pertanto si ritiene più opportuno
esaminare questi dati come offerta turistica più che come reale popolazione fluttuante, visto
che non è dato sapere quale percentuale di seconde case per vacanze sia occupata e con
quale numero di occupanti. In ogni caso, è presumibile che esista una correlazione tra la
popolazione fluttuante ed il numero così ottenuto.
indice di vocazione turistica
19,69
8,60
3,8657,75
Borlezza Sponda BG Sponda BS Val Camonica
Valutazio
ne dei p
arametri d
i soste
nibilita
’ ambientale e Gestio
ne delle Riso
rse Id
riche nel co
ntesto
territo
riale
del S
ebino brescia
no, d
elle Torbiere di Ise
o, d
ella Valle Camonica
62
Un’indica
zione su
ll’influ
enza dei tu
ristici fluttu
anti si p
uò avere dal grafico
seguente.
Il grafico
presenta i d
ati su
ddivisi n
elle quattro
consuete zo
ne; il n
umero di, p
osti le
tto in
albergo e di a
bitazio
ni p
er va
canze (m
oltip
licato per q
uattro
, vedi so
pra) è
rapporta
to al
numero dei re
sidenti m
ette
ndo in
evid
enza ca
si limite in
cui la p
opolazio
ne è in
ferio
re, o
molto
inferio
re, a
quella m
assim
a tu
ristica stim
abile.
Numero di posti le
tto e seconde case normalizzati per numero di abitanti
0 1 2 3 4 5 6 7 8
PianicoSovereBossicoCerete
Fino Del MonteSongavazzo
OnoreCastione Della
BORLEZZA
Costa VolpinoSarnicoLovere
TavernolaCastroFontenoPredore
Solto CollinaVigolo
Riva Di SoltoParzanica
LAGO SPONDA
MaroneIseo
PisogneParatico
Sale MarasinoMonte Isola
SulzanoZone
LAGO SPONDA
MalegnoCividate CamunoBerzo Inferiore
SelleroBreno
Ono San PietroBerzo Demo
GianicoEsine
PiancognoBienno
Capo Di PonteBraoneNiardo
Darfo B.T.RognoCeto
MalonnoIncudineLosineAzzoneEdolo
CedegoloMonno
Pian CamunoSonico
CervenoOssimoCevo
Angolo TermePaspardoColereSaviore
Vezza D'oglioCimbergo
LozioVilminore
VioneSchilparioPrestineArtogne
Paisco LovenoBorno
Corteno GolgiTemu'
Ponte Di LegnoOGLIO
TOTALE LAGO
Abitazioni per v
acanze x 4/numero di
abitanti d
el comune
Posti le
tto in albergo/numero di abitanti
del comune
Numero di posti letto e seconde case normalizzati per numero di abitanti
0 1 2 3 4 5 6 7 8
PianicoSovereBossicoCerete
Fino Del MonteSongavazzo
OnoreCastione Della
BORLEZZA
Costa VolpinoSarnicoLovere
TavernolaCastroFontenoPredore
Solto CollinaVigolo
Riva Di SoltoParzanica
LAGO SPONDA
MaroneIseo
PisogneParatico
Sale MarasinoMonte Isola
SulzanoZone
LAGO SPONDA
MalegnoCividate CamunoBerzo Inferiore
SelleroBreno
Ono San PietroBerzo Demo
GianicoEsine
PiancognoBienno
Capo Di PonteBraoneNiardo
Darfo B.T.RognoCeto
MalonnoIncudineLosineAzzoneEdolo
CedegoloMonno
Pian CamunoSonico
CervenoOssimoCevo
Angolo TermePaspardoColereSaviore
Vezza D'oglioCimbergo
LozioVilminore
VioneSchilparioPrestineArtogne
Paisco LovenoBorno
Corteno GolgiTemu'
Ponte Di LegnoOGLIO
TOTALE LAGO
Abitazioni per v
acanze x 4/numero di
abitanti d
el comune
Posti le
tto in albergo/numero di abitanti
del comune
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
63
Nella valle Camonica si osservano sia valori estremamente bassi rispetto alla media, sia i
maggiori picchi (fatta esclusione per Castione della Presolana, nella valle del Borlezza). Per
quanto riguarda la distribuzione altitudinale, abbiamo un centro di forte attrazione a bassa
quota (Darfo Boario Terme, mentre Pian Camuno e Artogne mostrano valori alti dovuti alla
stazione sciistica in quota, lontana dal centro abitato), una fascia di mezza quota con valori
molto bassi, ed, a quote più elevate: le due stazioni (in valli laterali) di Borno e Corteno
Golgi, la valle di Scalve con i valori elevati di Schilpario e Vilminore, ed i centri turistici
dell’alta valle (Temù e Pontedilegno). Caratteristica costante dei comuni in quota (da Borno
in su) è la popolazione residente inferiore al valore di massima presenza turistica prevedibile.
Si suppone quindi la spiccata vocazione turistica di tali località, in cui il venire meno delle
tradizionali fonti di reddito favorisce anche la vendita di terreni per la costruzione di case per
vacanze.
Per quanto riguarda la Valle del Borlezza, con l’aumentare della quota si osserva un aumento
del valore di massima presenza turistica, indipendentemente dall’andamento della
popolazione residente. Il valore di Castione della Presolana è eccezionalmente alto,
derivando in particolare dall’ingente presenza di seconde case in questa località che è
tradizionale destinazione degli abitanti di Milano ed hinterland.
La sponda bresciana ha valori medi, ed in particolare sempre inferiori a quelli della
popolazione residente. Anche per la sponda bergamasca si osservano valori medi, tuttavia in
alcuni casi superiori alla popolazione residente; l’andamento rispetto alla quota non è
evidente Il valore per località situate in collina è paragonabile a quello di altre sul lago; il
comune di Castro, pur essendo sul lago, ha una bassa ricettività turistica legata alla
tradizionale vocazione industriale.
Nel complesso, le zone in cui è lecito aspettarsi una maggiore fluttuazione della popolazione
legata ad attività turistiche sono alcuni comprensori della Valle Camonica (Borno, Valle di
Scalve, Montecampione, Aprica, Alta valle Camonica) e l’alta valle del Borlezza.
Si noti infine che il rapporto su tutto il bacino del lago è prossimo a uno.
I turisti nei sottobacini
Il procedimento seguito per determinare i due valori di popolazione fluttuante e popolazione
in seconde case per ciascun sottobacino è analogo a quello descritto per gli abitanti residenti.
Il grafico visualizza i risultati: in questo caso è stato possibile rappresentare le due serie
affiancate, anche se i valori
minori, dei sottobacini 4 e 9
non sono facilmente leggibili.
Bisogna sottolineare che si
tratta di dati non
direttamente confrontabili in
quanto i dati sui turisti
fluttuanti sono riferiti al
numero di giorni di presenza
in un anno, mentre per le
seconde case si indica il
numero di persone stimato in
un anno.
Come prevedibile i Comuni
0
500.000
1.000.000
1.500.000
2.000.000
2.500.000
3.000.000
3.500.000
4.000.000
4.500.000
1 2 3 4 5 6 7 8 9
numero giorni
popolaz. fluttuante (presenze) popolazione 2° casa (presenze)
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
64
delle due sponde lacustri, sottobacino 8, accolgono il maggior numero di turisti fluttuanti.
Assumendo che le abitazioni vuote vengano occupate in media 90 giorni l’anno, si possono
stimare le presenze anche per i turisti in seconde case (Fig. 5.6.1).
In tutti i sottobacini si ha una netta prevalenza di presenze turistiche in seconde case; l’unica
area dove la differenza si riduce è quella che comprende il sottobacino 4 e Montisola
(sottobacino 9).
Dal numero, rispettivamente di seconde case e di posti letto in albergo suddivisi per Comune
si apprezza invece spazialmente quanto già osservato nell’analisi precedente; in particolare,
nella zona della media Valle Camonica caratterizzata da una ridotta vocazione turistica. In
alcuni comprensori si concentrano le strutture ricettive: l’alta valle Camonica, la Valle di
Scalve, l’alta valle del Borlezza, la zona di Montecampione (Artogne - Piancamuno), il passo
dell’Aprica (Corteno Golgi), Borno.
Si apprezza in particolare la differente struttura della ricettività: a Darfo (la zona turistica è
legata alle terme di Boario) si osserva un numero di posti letto in albergo elevato rispetto al
bacino, mentre il numero di case per vacanze è meno rilevante, l’opposto si osserva a Borno.
Nel complesso comunque il numero di seconde case è maggiore del numero di posti letto in
albergo.
Considerazioni sui dati
Il turismo, che rappresenta uno degli aspetti più importanti dell’economia della Valle
Camonica e delle zone rivierasche, influenza in modo significativo il carico organico generato.
In Valle Camonica e in Val di Scalve si ha flusso turistico sia in estate, con presenza di
strutture recettive estive apprezzabili, che in inverno, soprattutto nei Comuni con impianti
sciistici. Per i Comuni di entrambe le sponde del lago, invece, i mesi turistici sono soprattutto
quelli caldi.
Per le seconde case sarebbe forse più corretto parlare di “offerta turistica” piuttosto che di
“numero di turisti”, visto che non sono disponibili dati ufficiali né di percentuale di case vuote
effettivamente utilizzate per le vacanze né del numero di occupanti.
La distribuzione altitudinale è evidente. Esistono a bassa quota tre centri di forte attrazione:
Darfo Boario Terme, Pian Camuno e Artogne; gli ultimi due mostrano valori alti dovuti alla
stazione sciistica in quota, lontana dal centro abitato.
C’è poi una fascia di Comuni a quote intermedie con valori molto bassi, mentre salendo di
quota si riscontrano presenze turistiche elevate a Borno, Corteno Golgi, Schilpario e
Vilminore di Scalve, e nei centri turistici dell’alta Valle Camonica (Vezza d’Oglio, Temù, Ponte
di Legno).
Il valore dei turisti in seconde case per Castione della Presolana è eccezionalmente alto, in
quanto tradizionale destinazione degli abitanti di Milano e hinterland
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
65
Fig. 5.6.1 - Densità di turisti in seconde case nei sottobacini (N turisti/km2).
127.44
128.44
69.20
76.73
21.41
327.75
131.21
129.55
387.48
0 10 20 30 40 50 Kilometers
Densità 2° case nei sottobacini 2001435128679
Aree idricheBacino idrografico del Lago d'Iseo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
66
Numero di presenze dei turisti italiani e stranieri negli esercizi ricettivi. Fonte Regione Lombardia e ISTAT
Comune 2001 2002 2003 2004 2005
Bossico 5481 5206 5022 4505 4698
Castione della Presolana 82268 58960 58142 55740 68766
Cerete 0 0 0 0 0
Fino Del Monte 2941 3764 3585 3059 4093
Onore 13918 18267 23326 21675 21220
Pianico 0 0 0 0 0
Songavazzo 0 0 0 0 0
Sovere 683 198 197 105 39
BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA BORLEZZA 105.291105.291105.291105.291 86.39586.39586.39586.395 90.27290.27290.27290.272 85.08485.08485.08485.084 98.81698.81698.81698.816
Castro 0 991 793 1834 347
Costa Volpino 523 581 1292 656 506
Fonteno 0 2342 180 1800 2035
Lovere 12250 15063 16825 17771 24258
Parzanica 0 0 0 0 103
Predore 26053 26006 32058 26208 25752
Riva di Solto 15793 21969 14595 10584 6578
Sarnico 7247 15010 10198 17092 11987
Solto Collina 6400 2861 963 902 563
Tavernola Bergamasca 0 0 0 0 0
Vigolo 0 0 0 0 0
SPONDA BGSPONDA BGSPONDA BGSPONDA BG 68.26668.26668.26668.266 84.82384.82384.82384.823 76.90476.90476.90476.904 76.84776.84776.84776.847 72.12972.12972.12972.129
Iseo 339866 348919 380256 373722 375201
Marone 18641 22364 21370 17705 21127
Monte Isola 13757 15936 16635 13980 15346
Paratico 37705 33668 29173 30888 24871
Pisogne 16247 13165 12744 11160 13484
Sale Marasino 24917 22340 23797 21110 19801
Sulzano 14812 8705 8032 6723 4930
Zone 9971 11457 13229 13800 11567
SPONDA BSSPONDA BSSPONDA BSSPONDA BS 475.916475.916475.916475.916 476.554476.554476.554476.554 505.236505.236505.236505.236 489.088489.088489.088489.088 486.327486.327486.327486.327
Azzone 0 0 0 0 0
Colere 4973 3927 5270 3749 5116
Rogno 0 0 0 0 0
Schilpario 13869 13462 14955 15034 15309
Vilminore di Scalve 1405 700 1056 1470 1113
Angolo Terme 28189 31479 25224 23737 23145
Artogne 82919 69566 69896 65758 26098
Berzo Demo 243 504 203 1100 314
Berzo Inferiore 0 0 0 0 0
Bienno 0 922 211 350 136
Borno 66365 57509 64178 57243 54508
Braone 0 325 32 167 0
Breno 11874 9555 9704 14493 15087
Capo di Ponte 1940 5030 3041 8847 5944
Cedegolo 47 586 75 27 22
Cerveno 0 104 50 106 335
Ceto 1024 1714 824 1732 570
Cevo 3514 2175 2101 2027 1881
Cimbergo 1152 1104 1022 921 653
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
67
Comune 2001 2002 2003 2004 2005
Cividate Camuno 1293 3205 2641 1779 2791
Aorteo Golgi 0 59840 57127 70080 52591
Darfo Boario Terme 198318 191385 187080 176282 179581
Edolo 15924 18646 17871 16889 17898
Esine 6868 2445 2045 1324 1308
Gianico 0 0 0 0 0
Incudine 0 0 0 0 0
Losine 0 0 0 0 0
Lozio 0 0 0 0 0
Malegno 0 920 1337 222 0
Malonno 2343 3724 2392 2719 2213
Monno 3171 2143 2963 4440 3696
Niardo 0 2247 1736 1356 706
Ono San Pietro 715 522 372 374 50
Ossimo 0 0 0 0 0
Paisco Loveno 0 0 0 0 728
Paspardo 0 83 0 0 0
Pian Camuno 3099 2716 2563 2541 825
Ponte di Legno 172771 174845 201119 239288 248668
Prestine 0 837 2698 1717 1064
Saviore dell'Adamello 8071 6885 7188 6067 7332
Sellero 735 622 262 109 142
Sonico 3091 3649 3576 2952 3590
Temu' 26239 28743 28709 29608 27582
Vezza d'oglio 7063 10263 9368 6218 7348
Vione 4132 4186 3696 3596 2898
Piancogno 13531 16069 12775 12392 11305
VALCAMONICA VALCAMONICA VALCAMONICA VALCAMONICA 684878684878684878684878 732637732637732637732637 745360745360745360745360 776714776714776714776714 722547722547722547722547
TOTALE TOTALE TOTALE TOTALE 1.334.3511.334.3511.334.3511.334.351 1.380.4091.380.4091.380.4091.380.409 1.417.7721.417.7721.417.7721.417.772 1.427.7331.427.7331.427.7331.427.733 1.379.8191.379.8191.379.8191.379.819
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
68
5.7 COLLETTAMENTO E TRATTAMENTO DELLE ACQUE REFLUE
Sistema di colletta mento
Si stimano approssimativamente 840 km circa di reti fognarie miste e 70 km di reti fognarie
separate che, per la maggior parte, si trova nelle zone urbane in vicinanza del lago.
Nel bacino sono complessivamente presenti 275 sfioratori e non si conoscono in dettaglio le
quantità di liquame scaricate in tempo di pioggia.
Nel complesso circa il 90% della popolazione è collegata al sistema fognario.
Fognatura mista 841 km
Fognatura separata 70 km (47 fog. nere e 23 fog. bianche)
Recettore finale IDA 148.459 AE trattati
in corso d’acqua: 52.345 abitanti (di cui 12.350 scaricano direttamente a
lago)
Sfioratori 275
Componente industriale il contributo si valuta nel 10% del contributo civile
Trattamento delle acque reflue urbane
Attualmente nel bacino si trovano 35 impianti di depurazione (IDA) che trattano scarichi civili
e industriali per complessivi circa 150.000 AE; sono presenti anche 8 vasche Imhoff che
trattano 1.100 AE circa.
I trattamenti sono indicati nella tabella.
Tipologia N. impianti AE
Trattamento primario 4
Trattamento secondario 24
Trattamento terziario 7
Totale 35 148.459
Tre impianti (42.900 AE) scaricano a lago mentre i rimanenti nel reticolo idrico, solo alcune
vasche Imhoff su suolo.
Data l’assenza di informazioni precise su ingressi e uscite agli impianti di trattamento, si
stima che l’efficienza teorica di rimozione sia del 78% e del 88 per COD e BOD
rispettivamente e del 45% e 47% per Azoto e Fosforo.
Sarà quindi necessario migliorare l’efficienza degli impianti per adeguarsi al dettato del Piano
di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) della Lombardia che prevede una rimozione dei nutrienti
del 75%.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
69
5.8 USO DELL’ACQUA
Sul lago di Iseo sono presenti due prese per il prelevamento delle acque per il consumo
umano: Montisola e Riva di Solto per un totale prelevato di 0,57 Mm3/anno.
Nell’intero bacino il prelievo di acqua per uso pubblico ammonta a 79,57 Mm3/anno che
corrisponde ad un utilizzo pro capite di circa 1047 litri /abitante.
Sono presenti anche 5 prese a lago per scopo industriale e 1 per scopo sanitario.
In totale dal lago vengono prelevati 27 Mm3/anno.
Considerato che l’apporto del maggior affluente al lago (fiume Oglio) è di circa 1800
Mm3/anno, si può ritenere che il prelievo diretto dal lago non influisca significativamente
sull’intero ecosistema.
Nell’intero bacino si prelevano annualmente circa 4699 Mm3/anno: il 90 % per uso industriale
(in particolare per produrre energia), il 6% circa per l’irrigazione e solo il 2% per il pubblico
consumo.
Quantitativo di acqua estratta nel bacino
Uso Volume (Mm3/anno)
Irrigazione 297,50
Uso industriale 50,35
Produzione di energia 4210,82
Uso potabile 79,57
Altri usi 30,56
Totale 4688,80
6% 1%
90%
1%
2%
Irrigazione Uso industriale Produzione di energia Uso potabile Altri usi
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
70
5.9 CALCOLO DEI CARICHI POTENZIALI O GENERATI (Analisi preliminare) Per determinare, almeno in via preliminare, il carico sversato dal fiume Oglio nel lago d’Iseo
si è proceduto al calcolo dei carichi potenziali e dei carichi effettivamente generati in Valle
Camonica.
I coefficienti unitari per la stima dei carichi sono stati ripresi da:
� Regione Lombardia. Piano di Tutela ed Uso delle Acque (PTUA) della Lombardia
(D.Lgs. 152/1999, art. 44, L.R. 26/2003, art. 45)
� Autorità di Bacino del fiume Po. Progetto di piano stralcio per il controllo
dell’eutrofizzazione (PsE). (L. 183/1989, art. 17, comma 6 ter).
� Pagnotta R, Barbiero G, 2003. Stima dei carichi inquinanti nell’ambiente marino
costiero. Ann. Ist. Sup. Sanità, 39: 3-10.
� ARPA Emilia-Romagna. Completamento del quadro conoscitivo sui carichi puntuali e
diffusi e verifica ed aggiornamento del catasto degli scarichi. (D.Lgs. 152/1999, art.
44, L.R. 3/1999, art. 115).
I parametri considerati sono quattro e precisamente: BOD5, COD, azoto totale (N) e fosforo
totale (P).
Per il calcolo dei carichi potenziali si è proceduto nel seguente modo:
Popolazione residente: il numero di abitanti residenti di ogni comune è stato moltiplicato per i
coefficienti di generazione, usati nel PTUA della Lombardia (metodologia IRER), dei quattro
parametri considerati.
Industria: il numero di addetti, per ciascuna divisione economica rilevante per l’inquinamento
da nutrienti in acque superficiali, e per ogni comune, è stato moltiplicato per i coefficienti di
equivalenza proposti dall’IRSA e riportati in Pagnotta e Barbiero per determinare il numero di
Abitanti Equivalenti Industriali. Si ricorda che per i comuni solo parzialmente compresi nel
bacino si è stimato il numero di AEI ricadenti all’interno come proporzionale alla percentuale
di territorio di interesse.
Si elencano di seguito i coefficienti utilizzati per i differenti settori presi in considerazione.
Settore civile e industriale (gAE*d) BOD COD N P AEC = Abitanti Equivalenti Civili 60 129 12,3 1,8 AEI = Abitanti Equivalenti Industriali 60 129 10 0
Agricoltura: Nella metodologia del PTUA si trovano i fattori di carico relativi ai dieci gruppi
colturali del Progetto di Piano Stralcio per il controllo dell’Eutrofizzazione (PsE) dell’Autorità di
Bacino del fiume Po e alcune aggregazioni in categorie più ampie; per le classi di SAU
individuate nella Cartografia DUSAF si sono considerati i seguenti coefficienti di generazione.
Coefficienti di generazione per tipologia di SAU (kg/ha*y)
Tipologia N P
seminativi, cereali 200 40
coltivazioni legnose 100 30
prati, pascoli, foraggere 40 40
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
71
Zootecnia: Si assume che tutti gli allevamenti sversino i liquami allo spandimento e che
questo venga effettuato all’interno del comune di appartenenza (questa assunzione è anche
nel PTUA che segue la procedura del SP 2.1). In Lombardia secondo il Regolamento
attuativo della L.R. 37/1993 lo spandimento è concesso sui terreni che ricadono all’interno
di un raggio di 8 km dall’azienda e il Piano di Utilizzazione Agronomica dei reflui zootecnici
(PUA) deve contenere informazioni utili alla valutazione della compatibilità del carico
animale allevato rispetto alla zona in cui ricade l’allevamento.
Ai numeri di capi, per ogni categoria di bestiame e per ogni Comune, si sono applicati i
coefficienti di generazione riportati in tabella.
Fattori di carico specifici per categoria di bestiame (kg/capo*y)
Categoria BOD COD N P
bovini e bufalini 200 430 60 9
Suini 90 193,5 15 4,5
ovini e caprini 55 118,3 7 2,8
Equini 200 430 58 9
Pollame 1 2,2 0,5 0,2
Per presentare i carichi potenziali per ogni settore considerato relativi all’intera area di
studio si riportano in tabella i risultati.
Pressione BOD COD N P
Residenti 2001 3701 7956 759 111
Fluttuanti 82 177 17 2
2° case 1058 2275 217 32
Totale 4841 10409 992 145 Settore civile: carichi potenziali in t/y
Pressione N P
legnose agrarie 158 47
prati 1158 1158
seminativi 130 26
Totale 1445 1231
Settore agricolo: carichi potenziali in t/y
Carichi potenziali generati nel bacino (t/y)
Settore BOD COD N P
Civile* 4.841 10.409 992 145
Industriale 2.665 5.729 444 (1)
Agricolo** (2) (2) 1.445 1.231
Zootecnico 5.995 12.902 1.586 313
Totale complessivo 13.501 29.040 4.468 1.689
Carichi potenziali: sintesi dei risultati espressi in t/y (1) Compreso in quello del settore civile (2) Non previsto * Comprende anche il carico generato dai turisti ** Solo carichi generati dalla SAU
CALCOLO DEI CARICHI EFFETTIVI O SVERSATI
Per poter stimare i carichi effettivamente rilasciati nell’ambiente acquatico è stato analizzato
in dettaglio il sistema delle reti fognarie e degli scarichi, e considerate tutte le possibili vie
che portano le acque reflue ai corpi d’acqua superficiali. Per effettuare una stima dei carichi
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
72
sversati si sono quindi raccolti ulteriori dati che verranno specificati per ogni settore
considerato.
Determinante BOD COD N P Depuratori 316 1039 303 44 Residenti pf - cis 1143 2458 234 34 Residenti suolo 180 387 37 5 Industrie cis 294 831 76 (1) Territorio (2) (2) 765 32 Sfioratori 1098 2515 118 37 Totale complessivo 3032 7231 1534 153
Carichi effettivi: sintesi dei risultati espressi in t/y
(1) Compreso in quello del settore civile (2) Non previsto; * Comprende gli apporti da suoli coltivati e incolti, tranne le aree urbanizzate che sono considerate nel calcolo dei carichi da sfioratori.
E’ interessante riportare i totali complessivi di carichi potenziali ottenuti per poter fare un
confronto e calcolare per ogni parametro le percentuali di carico effettivo rispetto al
potenziale.
L’abbattimento appare notevole per il fosforo totale, mentre l’azoto totale risulta persistere
per quasi il 35% di tutto quello generato.
Carichi BOD COD N P Potenziali 13501 29040 4468 1689 Effettivi 3032 7231 1534 153 Differenza 10470 21809 2934 1537 % effettivi 22,5 24,9 34,3 9,0
Confronto carichi potenziali e carichi effettivi totali stimati per tutto il bacino idrografico del
lago d’Iseo.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
73
STATO
Si presenta di seguito l’andamento dei carichi annui (2002) transitati nelle tre sezioni
monitorate lungo il fiume Oglio. Si evidenzia che proseguendo verso il lago il fiume veicola carichi sempre maggiori; in particolare mentre tra la stazione di Vezza d’Oglio e Esine il carico aumenta mediamente di quattro volte per COD e azoto totale e di due volte per il fosforo totale, nell’ultimo tratto da Esine a Costa Volpino i carichi aumentano notevolmente. In particolare il fosforo totale aumenta di ben 10 volte da Vezza d’Oglio a Costa Volpino. Nel capitolo del monitoraggio chimico-fisico saranno fornite ulteriori e più approfondite informazioni sulle concentrazioni dei differenti parametri esaminati.
Punto COD N P
Vezza d'Oglio 210 103 4
Esine 796 448 8
Costa Volpino 2275 2116 40
carichi COD t/y
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
2000 2001 2002 2003 2004
Vezza d'Oglio Esine Costa Volpino
Carichi annui transitati lungo il fiume Oglio riferiti agli anni 2000 - 2004
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
74
6. STAZIONI DI PRELIEVO, DEPURATORI E MISURE IDROLOGICHE
Le stazioni a lago sono: Bisogne - Castro 1584595 EST 5072556 NORD
Monte Isola - Tavernola 1582673 EST 5063785 NORD
Predore 1579895 EST 5058244 NORD
6.1 Sezioni di riferimento
Le caratteristiche ambientali di un corso d’acqua sono molto diverse e in rapido
cambiamento da monte a valle. Lungo un fiume occorre quindi individuare sezioni di
riferimento, in corrispondenza delle quali effettuare tutte le analisi, da quelle legate
all’ambiente fisico (morfometria e idrologia) a quelle legate al carico antropico, alla qualità
delle acque e al patrimonio ittico.
Per l’ubicazione delle stazioni di prelievo per le indagini chimico–fisiche, microbiologiche e
biologiche la suddivisione più spontanea del bacino è quella in sottobacini, individuando
dapprima gli affluenti più importanti del lago e poi i principali affluenti a quest’ultimi. Per
estensione del bacino e portata, l’unico affluente il cui è bacino è meritevole di ulteriore
suddivisione è quello dell’Oglio.
Ogni sezione è individuata in posizioni immediatamente a monte di confluenze significative,
oppure in corrispondenza di confini inferiori di territori comunali e in base ad incrementi
sostanziali degli areali dei bacini imbriferi. Ove ritenuto di interesse sono state riprese le
sezioni utilizzate in precedenti studi, quali la Carta Ittica Provinciale (Provincia di Brescia,
1991; Provincia di Bergamo, 2002), il Censimento dei Corpi Idrici (Regione Lombardia), il
programma di monitoraggio della Regione Lombardia (2001) e quelle dotate di stazioni di
misura delle portate del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale (già Servizio
Idrografico Nazionale, 1913 ÷ 1977).
Ogni sezione viene ritenuta rappresentativa di tutto il tratto di asta fluviale a monte fino alla
precedente sezione, mentre per i corsi d’acqua di limitata lunghezza ne è stata prevista una
sola in corrispondenza della foce. Sul reticolo idrografico del bacino del fiume Oglio si sono
individuate 7 sezioni, alle quali occorre aggiungerne 6 su corsi d’acqua minori e 2 sull’ asta
fluviale dell’Oglio. Ciò significa 15 sezioni di riferimento su tutto il territorio interessato.
Relativamente ad ogni sezione di riferimento sono stati determinati i principali parametri
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
75
morfometrici e idrologici; essi hanno costituito una base utile di supporto e di
interpretazione dei dati derivati dai campionamenti relativi alla qualità chimica e biologica
delle acque. I parametri biologici si sono ricercati immediatamente a monte dell’ubicazione
delle sezioni in condizioni in cui tali rilievi erano rappresentativi di tutto il frammento di asta
fluviale fino alla sezione immediatamente a monte. Tale condizione è generalmente nella
norma se non sono presenti impatti antropici quali, soprattutto, prelievi idrici (per fini irrigui,
idroelettrici, potabili,...) e inquinamenti che alterano, talora anche in modo sostanziale, le
condizioni biologiche degli alvei.
Punti di campionamento
Gli operatori addetti ai prelievi
avevano il compito di individuare
sul frammento d’asta
rappresentato da una determinata
sezione ed in presenza di
alterazioni ambientali, il sito che
più rappresentava le condizioni
medie biologiche, anche nel caso
di collocazione in punti non vicini
alla ubicazione della sezione o
anche in più siti, dato che le
descrizioni ambientali generali,
morfometriche e idrologiche di
ogni sezione vengono ritenute
significative per tutto il frammento
di asta fluviale di competenza.
I rilevatori, infine, hanno posto
particolare attenzione nel
segnalare, con la migliore
precisione possibile, le alterazioni
dovute ad impatti antropici,
specificando quali porzioni dei
frammenti di aste fluviali erano
interessate da sottrazioni idriche
significative (cioè tali da
condizionare in modo evidente gli
aspetti biologici) o quali
interessate da inquinamenti.
In sostanza la lettura finale dell’insieme di tutte le schede originali dei rilievi su tutto il
reticolo idrografico prelacuale e circumlacuale, sia per quanto riguarda lo stato di salute
ambientale delle acque, doveva rendere possibile operare distinzioni e classificazioni allo
scopo di raggruppare insiemi di sezioni con caratteristiche omogenee di qualità delle acque,
in modo da ottimizzare la rappresentatività delle elaborazioni con le variabili ambientali,
morfometriche e idrologiche.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
76
6.2 Corpi idrici del bacino del lago d’Iseo
Nel periodo di studio sono stati monitorati mensilmente otto corsi d’acqua, appartenenti al
bacino del lago d’Iseo, che non rientrano nella rete di monitoraggio della Regione
Lombardia secondo quanto indicato dal D.Lgs.152/99 e s.m.i.
Le stazioni di campionamento sono:
Corso d’acqua Comune Stazione
1. Torrente Allione Berzo Demo prima dell’immissione nel F. Oglio
2. Torrente Trobiolo Pisogne prima dell’immissione nel lago d’Iseo
3. Canale Italsider Pisogne prima dell’immissione nel lago d’Iseo
4. Torrente Zu Riva di Solto prima dell’immissione nel lago d’Iseo
5. Torrente Bagnadore Marone prima dell’immissione nel lago d’Iseo
6. Torrente Opol Marone prima dell’immissione nel lago d’Iseo
Sono stati inoltre monitorati alcuni punti sull’asta del fiume Oglio allo scopo di integrare le
informazioni mensilmente raccolte nelle stazioni della rete regionale, in particolare:
1. Fiume Oglio a Cedegolo
2. Fiume Oglio a Cividate Camuno
Nel presente rapporto si sono presi in considerazione i seguenti parametri: portata,
temperatura, pH, solidi sospesi, conducibilità, azoto totale, azoto ammoniacale, azoto
nitroso e nitrico, ossigeno disciolto (mg l-1 e percentuale di saturazione), durezza, fosforo
totale e ortofosfato, BOD5, COD, cloruri, solfati ed Escherichia coli (batteri di origine fecale).
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
77
6.3 Modalità di campionamento e metodi di analisi
Frequenza e modalità di campionamento
Sono di seguito elencate le metodologie utilizzate nel corso delle campagne di indagine
limnologica condotte tra il 2005 e il 2007 sul lago di Iseo, per la raccolta e il trattamento dei
campioni, nonché le metodiche analitiche specifiche seguite per la loro valutazione sia in
termini qualitativi che quantitativi.
I campionamenti sono stati eseguiti, con cadenza mensile, dal Dipartimento ARPA di
Brescia; i punti campionati sono:
- nel punto denominato “Montisola”, sito tra Tavernola e Siviano (Montisola), al centro
del plateau di massima profondità del lago, a 255 m circa di profondità.
- nel punto denominato “Pisogne", sito al centro del sottobacino settentrionale del lago,
alla profondità di 120 m circa.
- nel punto denominato “Iseo”, a mezzavia tra Iseo e Predore, da ritenersi
rappresentativo delle condizioni della parte meridionale del bacino lacustre, quella a
minore profondità e con le sponde a minore pendenza; la stazione ha una profondità
massima di circa 80 metri.
Altri prelievi sono stati effettuati in occasione di
particolari situazioni che hanno interessato il lago
poiché si è ritenuto interessante seguire con
maggiore frequenza l’evoluzione delle caratteristiche
qualitative delle acque lacustri che, soprattutto nella
stagione estiva, sono fortemente influenzate da
intensa attività algale.
I prelievi lungo la colonna d’acqua sono effettuati
mediante l’impiego di una bottiglia di profondità tipo
Niskin (Fig.6.3.1) ed un verricello manuale o
elettrico (quando disponibile) a seconda delle
profondità da raggiungere.
Fig. 6.3.1: bottiglia di profondità tipo Niskin
I campioni integrati nello strato 0÷20 m, destinati alla ricerca della clorofilla e del
fitoplancton, sono raccolti con l’ausilio di un dispositivo
costituito da un tubo di gomma lungo 20 m, provvisto di
un manicotto zavorrato ad una estremità e di un rubinetto
all’altra (Fig.6.3.2). Immergendo tale dispositivo si
intercetta quindi una colonna d’acqua di spessore pari alla
lunghezza del tubo. Alternativamente il campione integrato
è ottenuto dalla miscela di uguali volumi prelevati a diverse
profondità per mezzo della bottiglia Niskin. Il numero di
aliquote dipende dalla profondità della colonna. Fig. 6.3.2: dispositivo per campionamenti
su profondità integrate
Bottiglia in posizione di “APERTO ”
Bottiglia in posizione di “CHIUSO ”
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
78
Durante le operazioni di campionamento vengono inoltre effettuate quelle determinazioni
che, per ragioni di stabilità del parametro indagato, devono essere completate nel più breve
tempo possibile o, meglio, sul posto.
Nella descrizione dei metodi tali determinazioni sono contrassegnate come “effettuate in
campo”.
Per l’acquisizione di alcuni dei parametri determinati in campo ci si avvale della sonda
multiparametrica autoregistrante CTD Ocean Seven 316 Idronaut (Fig. 6.3.3), in grado di
raccogliere i dati in continuo durante la fase di immersione della sonda stessa. Al termine
delle registrazioni, mediante software dedicato, è possibile
convertire i dati raccolti in un file di testo o altri formati utili
all’elaborazione successiva. Queste determinazioni saranno
contrassegnate come “effettuate in campo mediante sonda
multiparametrica”.
Fig. 6.3.3: sonda multiparametrica CTD IDRONAUT Ocean Seven 316
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
79
6.4 METODI DI ANALISI
Determinazioni chimico-fisiche
Per ogni parametro sono sinteticamente indicati i metodi impiegati, il principio su cui si
fondano e i rispettivi intervalli di utilizzazione.
Per ogni ulteriore dettaglio circa caratteristiche e applicazione degli stessi si rimanda alla
letteratura specializzata.
Trasparenza
E’ un parametro importante, correlato alla produttività
del lago. Viene misurato con il disco di Secchi
(Fig.6.4.1). Consiste nella rilevazione della profondità di
scomparsa alla vista dell’operatore di un disco metallico
bianco, calato dall’imbarcazione, di diametro pari a 30
cm. Il dato è espresso in metri.
La trasparenza varia notevolmente con la stagione e
dipende dalle particelle e dagli organismi sospesi in
acqua oltre che dalle sostanze disciolte.
Fig.6.4.1 – Disco di Secchi
Temperatura, Conducibilità, Ossigeno, pH
Una serie di parametri sono determinati in campo, e sull’intera colonna d’acqua, con
l’impiego di una sonda multiparametrica, in grado di registrare i dati rilevati dai propri
sensori (Fig.6.4.2) mentre viene calata verso il fondo. Grazie
ad apposito software dedicato i dati sono resi disponibili per
le successive elaborazioni.
La temperatura è importante per la conoscenza dei
movimenti verticali delle acque, l’ossigeno è uno dei
parametri più importanti per la caratterizzazione delle
condizioni fisiche e dello stato trofico delle acque del lago, la
conducibilità - legata al bacino imbrifero dal quale vengono
dilavati i sali - permette di ottenere indicazioni sulle
caratteristiche chimiche di base della acque.
Fig.6.4.2 - Dettaglio sensori sonda multiparametrica
Di seguito si indicano le caratteristiche specifiche relative a ciascun parametro così
acquisito.
Determinazione Descrizione sintetica
Temperatura Determinazione effettuata in campo mediante termocoppia inserita nella sonda multiparametrica. Dato espresso in °C.
Conducibilità Determinazione conduttimetrica effettuata in campo mediante sonda multiparametrica. Dato espresso in µS⋅cm-1 riferito a 20 °C.
Ossigeno disciolto e in saturazione
Determinazione polarometrica effettuata in campo mediante sonda multiparametrica. Dato espresso in mg/l O2 e % di saturazione.
pH Determinazione potenziometrica effettuata in campo mediante sonda multiparametrica. Dato espresso in unità pH.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
80
Alcalinità (mg/l Ca(HCO3)2 )
Determinazione mediante titolazione potenziometrica, utilizzando quale titolante HCl 0,01 N.
Azoto totale (1 mg N = 4,43 mg NO3- = 1,29 mg NH4
+)
L’azoto totale comprende l’azoto inorganico (ammoniaca, nitriti e nitrati) e l’azoto organico
(proteine, aminoacidi, acidi nucleici, urea, ecc.). La sua determinazione fornisce utili
indicazioni sulla sua disponibilità per la componente biologica.
Dato espresso in mg N/l
Azoto ammoniacale (mg N/l)
L’ammoniaca presente in un’acqua reagisce con una soluzione alcalina di iodo-mercurato di
potassio (reattivo di Nessler) per formare un complesso colorato la cui assorbanza è
misurata alla lunghezza d’onda di 420 nm. Per la lettura si impiega uno spettrofotometro
UV-VIS. Dato espresso in mg N/l.
Azoto nitroso (µg N/l)
Determinazione spettrofotometrica a 520 nm del cromoforo prodotto per reazione di
diazocopulazione tra acido solfanilico e α-naftilammina in presenza di nitriti.
Lo strumento impiegato per la lettura delle soluzioni è uno spettrofotometro UV-VIS.
Azoto nitrico, Cloruri, Solfati
Determinazione cromatografia mediante cromatografo.
Azoto nitrico dato espresso in mg N/l
Cloruri dato espresso in mg Cl-/l
Solfati dato espresso in mg SO4--/l
Fosforo ortofosfato (P-PO4)
Gli ioni ortofosfato reagiscono con il molibdato di ammonio ed il potassio antimonil tartrato,
in ambiente acido, formando un eteropoliacido che viene ridotto con acido ascorbico a blu di
molibdeno, intensamente colorato, la cui assorbanza viene misurata alla lunghezza d’onda
di 882 nm. Il dato è espresso in µg P/l
Fosforo totale (1 mg P = 3,06 PO4)
Il fosforo totale comprende il fosforo particolato e il fosforo solubile sia reattivo (fosforo
ortofosfato) che non reattivo (fosforo organico disciolto in soluzione, polifosfati inorganici).
La sua determinazione è di notevole importanza per conoscere stato trofico del lago,
rappresentando l’indice di trofia più sicuro e attendibile. Il dato è espresso in µg P/l
Durezza (mg/l di CaCO3 )
La durezza totale si determina mediante complessazione con l’acido etilendiammino
tetraacetico (EDTA), operando su un campione di acqua in presenza di nero eriocromoT
(NET) usato come indicatore.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
81
Clorofilla “a”
La clorofilla a è considerata uno dei parametri chimico-biologici più efficaci per la
caratterizzazione dello stato trofico di un ambiente lacustre in quanto rappresenta
l’espressione della densità fitoplanctonica e quindi della biomassa algale.
Determinazione spettrofotometrica (Lorenz, 1967).
Indagine sul popolamento fitoplanctonico
Riconoscimento e conteggio specie fitoplanctoniche
Di seguito si indicano gli strumenti utilizzati e le tecniche di riconoscimento e conteggio del
fitoplancton, oltre al metodo di calcolo del biovolume.
Strumentazione
� Microscopio invertito
� Fotocamera collegata al microscopio
� PC dedicato e software acquisizione e gestione immagini
� Camere di sedimentazione
Modalita’ di esecuzione
Sono stati analizzati campioni di fitoplancton relativi allo strato 0 – 20 m, prelevati con
frequenza mensile nel punto di massima profondità del corpo idrico.
I campioni subito dopo il prelievo sono fissati con Lugol acetico e, portati in laboratorio,
sono stati conservati al buio, in apposito armadio.
Preparazione della camera di sedimentazione
Il giorno precedente al riconoscimento e al conteggio, dopo opportuna omogeneizzazione,
un’aliquota del campione, di volume adeguato in funzione della presunta concentrazione
delle specie fitoplanctoniche, viene posta nella camera di sedimentazione. Sono disponibili
camere da 10 ml e da 25 ml. Il tempo di sedimentazione del campione corrisponde a un
numero di ore pari all’altezza in centimetri della cella utilizzata.
Riconoscimento delle specie
L’analisi quanti-qualitativa del campione viene effettuata con un microscopio invertito
Olympus, mod XI71 con ingrandimento 200X e 400X.
L’identificazione delle specie avviene tramite l’utilizzo di chiavi dicotomiche specifiche per
ciascun gruppo algale. In particolare, sono state utilizzate le monografie delle serie
Sőβwasserflora von Mitteleuropa, di A. Pascher, e Das phytoplankton des Sőβwassers, di G.
Huber-Pestalozzi.
A supporto dell’attività di riconoscimento, si dispone di un software che permette
l’acquisizione delle immagini tramite fotocamera collegata direttamente al microscopio.
Sono state rinvenuti i seguenti gruppi algali:
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
82
Cyanobacteria Cryptophyta
Crysophyceae Chlorophyta
Bacillariophyceae Conjugatophyceae
Dinophyceae
Conteggio delle specie
Posizionata la camera di sedimentazione sul piano mobile del microscopio invertito si
procede dapprima ad un’osservazione generale del campione per il riconoscimento delle
specie presenti e quindi al conteggio.
Viene effettuato un primo conteggio con ingrandimento 400X, contando da 25 a 75 campi
fino ad arrivare almeno a 100 individui della specie più abbondante. Per le specie rare si
procede al conteggio di metà superficie della cella di sedimentazione utilizzando un
ingrandimento 200X.
Una volta enumerati i campi e gli individui di ogni singola specie si procede al calcolo della
densità cellulare secondo la formula seguente:
xx
tot
VC
CnN
⋅××= 1000
dove:
N = numero di individui per litro di ciascuna specie
n = numero di individui contati
Ctot = numero totale di campi della cella
Cx = numero di campi contati
Vx = volume della cella utilizzata
Determinazione del Biovolume
Oltre alla determinazione della densità cellulare, per le specie fitoplanctoniche più
abbondanti è stato calcolato anche il volume cellulare (biovolume), utilizzando le formule
geometriche proposte da Rott e Schroeder (Rott, 1981, Hillebrand, 1999).
Il biovolume algale viene calcolato assimilando le alghe a forme geometriche semplici,
quindi calcolandone il volume. rispetto al semplice conteggio della densità algale permette
di stimare la quantità di biomassa algale, diminuendo il peso delle specie piccole, che
possono essere molto numerose ma comunque di ridotto volume complessivo.
Le misure sono state effettuate utilizzando un oculare provvisto di scala micrometrica.
La biomassa, espressa in mm3/m3, è stata quantificata come volume cellulare di ciascuna
specie moltiplicato per il numero totale di individui appartenenti alla specie. Il volume è
stato ricalcolato a seconda delle dimensioni delle alghe.
Registrazione dei risultati
I risultati, raccolti mediante foglio di conteggio quando non sia possibile l’utilizzo diretto del
database, vengono inseriti nel database dedicato predisposto.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
83
Indagine sui sedimenti
La campagna d’indagine effettuata nel 2006 ha previsto la caratterizzazione del sedimento
del lago nelle tre stazione di monitoraggio ufficiale e delle Torbiere di Iseo per la ricerca di
alcuni parametri fisici e chimici.
I prelievi sono stati effettuati con benna modello Ekman-Birge ed il campione è stato
suddiviso in due aliquote per le analisi chimiche e per le prove di tossicità.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
84
7. APPORTI CHIMICO-FISICI DEI TRIBUTARI
7.1 Caratteristiche chimiche e chimico – fisiche Negli anni considerati sui corsi d’acqua oggetto d’indagine e sull’Oglio immissario sono stati eseguiti 12 campionamenti con frequenza mensile. Le caratteristiche chimiche di base sono indicate nelle tabelle seguenti.
INDAGINI SUGLI AFFLUENTI Punti di campionamento
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
85
Torrente Allione a Berzo DemoTorrente Allione a Berzo DemoTorrente Allione a Berzo DemoTorrente Allione a Berzo Demo
Superficie bacino (km2): 56.8
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 501
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1601273 Y 5104719
Quota massima bacino (m s.l.m.) 2733
Quota media bacino (m s.l.m.) 1740
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 1.7
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
86
TORRENTE ALLIONE - 2006/2007Berzo Demo
0
1
2
3
4
5
6
feb-
06
mar
-06
apr-0
6
ma
g-0
6
giu
-06
lug
-06
ago
-06
set-
06
ott-0
6
nov-
06
dic
-06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-0
7
ma
g-0
7
giu
-07
lug
-07
ago
-07
set-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
set-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 ml
I.B.E. IIIClasse II
II
7,97,9 8,0
2216
7,7 8,18,0 7,6 5,1 7,2
III
10,1
8,2 8,1 7,6 7,5 8,3 7,9
0 0n.d. 98 60 8136 1 00 0 10 0
11,5 11,46,9 n.d. 4,0 4,314,0 13,0 5,7 16,614,0 15,2 9,0 7,2
2,0 2,0 2,52,4 n.d. 0,4 0,72,0 1,8 0,4 1,84,0 4,2 2,0 1,2
<0,01 0,01 <0,01<0,01 0,01 0,05 <0,010,24 0,01 <0,01 <0,010,01 <0,01 0,05 0,04
<0,01 0,01 <0,01<0,01 <0,01 <0,01 <0,010,12 <0,01 <0,01 <0,01<0,01 <0,01 0,03 0,03
16,0 <5 <5<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5
<3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3
101,0 89,0 98,897,4 98,7 97,0 86,0101,0 107,0 102,0 90,097,0 95,0 93,2 120,0
9,7 7,7 9,49,7 9,6 10,2 9,39,6 10,5 9,9 8,210,7 11,5 11,0 12,9
0,9 1,2 1,30,7 n.d. 0,6 0,71,2 1,2 0,6 1,81,6 1,2 1,6 0,9
<0,02 <0,02 0,1<0,03 <0,03 <0,02 0,04<0,03 <0,03 <0,03 <0,03<0,03 <0,03 <0,03 0,04
2,9 1,3 1,31,7 n.d. 0,6 0,83,1 3,9 1,8 2,97,6 11,2 4,3 3,0
59 68 68180 90 33 32100 180 90 8540 150 50 75
108 95 106140 155 67 70159 512 160 150147 193 136 102
7,6 14,7 10,39,3 7,7 9,4 8,717,0 17,3 14,0 14,13,8 3,0 8,2 8,2
7,2 <1 <1<1 <1 <1 <1<1 <1 <1 1,5
1,1 4,5 1,22,2 0,2 5,1 5,20,3 0,3 0,8 0,31,4 1,2 1,3 0,5
<1 <1 <1 3,0
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
87
Fiume Oglio a CedegoloFiume Oglio a CedegoloFiume Oglio a CedegoloFiume Oglio a Cedegolo
Superficie bacino (Km2): 752.3
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 402
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1604520 Y 5102534
Quota massima bacino (m s.l.m.) 3534
Quota media bacino (m s.l.m.) ND
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 6.8
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
88
FIUME OGLIO - 2006/2007Cedegolo
0358
1013151820
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-0
6
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
set-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
set-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 mlI.B.E.Classe
14,1
17329
<5
0,02
0,02
3,8
1,3
10,7
100,1
<3
106
65
1,5
0,1
4,3
7,6
<1
10,3
3,7 2,5 4,6 7,7 8,6 4,2 6,6 9,4 5,8 14,7 9,54,2 4,1 4,4 14,4
n.d. <1 <1 1,5 <1 <1 1,2 10,0 <1 9,5 <12,0 1,5 1,4 <1
2,7 5,5 6,5 4,7 9,0 15,5 16,9 16,0 10,5 15,4 14,714,6 10,6 10,0 11,5
180 163 205 168 107 149 120 130 104 113 102140 150 180 114
70 70 170 60 80 115 80 85 46 60 6990 75 85 49
2,7 3,2 3,7 3,3 2,5 2,9 2,1 2,3 1,2 1,2 1,61,7 2,6 2,2 2,5
0,20 0,03 0,05 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 0,03 0,12 0,05<0,03 <0,03 <0,03 0,22
1,5 1,7 1,6 1,7 0,7 1,3 1,1 1,2 0,9 1,0 1,30,7 1,0 1,2 1,9
10,8 11,4 10,8 10,7 9,9 8,3 9,0 9,3 9,8 9,7 9,28,9 9,8 9,7 10,0
94,0 97,4 100,0 95,0 93,5 87,8 93,0 98,3 95,0 103,0 96,092,0 99,4 99,2 98,0
<3 <3 3,0 <3 <3 <3 4,0 3,5 <3 <3 <3<3 3,7 <3 <3
<5 5,2 5,2 5,6 <5 <5 6,5 5,6 <5 14,3 <55,3 5,5 <5 <5
0,03 0,05 0,27 0,26 0,04 0,13 0,03 0,03 0,02 <0,01 0,030,03 0,02 0,02 <0,01
0,06 0,10 0,50 0,57 0,07 0,26 0,06 0,08 0,03 0,05 0,040,05 0,03 0,04 0,03
8,1 5,4 5,0 4,4 2,0 4,0 3,7 1,6 2,5 2,78,4 3,0 3,2 3,0
43,5 18,0 17,6 11,0 8,1 15,0 20,2 9,4 13,612,0 14,0 14,6 17,4
>24192 >24192 19863 10462 >2419215531 n.d. >24192 749
7,6 8,3
4611 >24192>24192 24192 >24192 >24192
9,2 15,8
8,3 8,2 8,0 7,9 7,2 7,67,8 7,6 8,5 n.d.
III
1,6
8,07,7 7,7
III III
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
89
Fiume Oglio a CividateFiume Oglio a CividateFiume Oglio a CividateFiume Oglio a Cividate Superficie bacino (km
2): 963.3
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 260
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1598421 Y 5088266
Quota massima bacino (m s.l.m.) 3534
Quota media bacino (m s.l.m.) ND
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 10.1
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
90
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
apr-
07
giu-
07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 mlI.B.E.Classe
n.d. <1 1,5 <1
9,9 7,5 7,5 10,1 12,0 14,1 13,4 8,6 10,3 12,3 11,514,1 6,7 6,4 9,0
<1 <1 1,5 1,8 <1 <1 <12,0 2,3 1,2 13,5
3,5 8,8 8,0 8,2 10,9 17,3 13,8 15,3 11,6 12,1 11,613,5 11,6 11,1 12,7
473 386 466 346 357 193 179 180 348 283 197170 160 200 398
350 110 400 150 200 150 140 90 196 169 15285 190 115 120
12,8 10,8 4,3 4,3 3,5 3,1 1,2 2,2 1,4 1,9 1,32,1 1,1 2,9 2,3
0,30 <0,03 0,06 <0,03 <0,03 0,03 <0,03 <0,03 0,02 0,08 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 0,04
10,8 1,9 1,7 1,2 0,2 0,9 0,1 1,2 1,1 0,7 1,11,3 0,1 1,5 2,3
11,6 11,3 10,7 11,2 9,9 9,2 9,1 9,7 11,4 9,1 9,58,9 9,8 9,5 9,6
99,0 104,1 102,3 104,5 103,6 100,6 97,0 98,0 107,8 91,2 91,091,0 100,4 98,0 93,5
3,0 3,0 4,0 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3
5,1 6,7 6,0 <5 <5 <5 <5 <5 6,3 <5 <5<5 <5 <5 5,5
0,07 0,05 0,02 0,06 0,04 0,03 0,02 0,03 0,02 0,01 <0,010,03 0,02 0,04 0,01
0,10 0,09 0,03 0,13 0,07 0,06 0,05 0,06 0,04 0,02 0,020,05 0,05 0,07 0,02
45,5 8,8 4,8 2,5 0,4 3,0 1,8 2,0 2,3 1,7 2,23,5 0,5 14,8 4,8
729,0 95,0 154,0 60,0 7,7 27,7 31,3 52,8 25,0 7,7 88,0 168,0
> 24192 5172 >24192 19863
7,9 8,1
>24192 488419863 n.d. 15531 13617330 17330
8,1 8,5 8,2 8,3 8,4 8,27,8 8,2 8,1 8,3
76,0 72,6
8,17,8 7,8
435212033 2282
III
8,6
8,3
<1
12,3
263
197
1,5
<0,02
1,1
10,9
109,0
<3
<5
<0,01
0,02
2,1
72,5
4106
III
54,6
FIUME OGLIO - 2006/2007Cividate Camuno
0
5
10
15
20
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-0
6
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-0
6
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-0
7
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
91
Canale Italsider a PisogneCanale Italsider a PisogneCanale Italsider a PisogneCanale Italsider a Pisogne
Superficie bacino (km2): ND
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 186
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1586114 Y 5073583
Quota massima bacino (m s.l.m.) ND
Quota media bacino (m s.l.m.) ND
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 33.8
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
92
CANALE ITALSIDER - 2006/2007Pisogne
0
10
20
30
40
50
60
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-0
6
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-0
6
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
set-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 ml
8,37,9 8,2 7,9 7,97,6 7,9 8,5 8,0
2,0
8,3 7,7 7,9 7,8 7,3 7,5
7701 54758481 6488 >24192 7270
21,8 41,0
770110462 7270 12997 46115099 3654 17329 5475
30,852,8 28,1 66,0 104,012,6 73,0 29,0 34,165,5 29,5 71,0 32,7
1,9 1,73,9 3,8 5,4 3,82,2 63,0 4,2 3,25,1 5,0 5,0 4,0
0,05 0,02 0,050,04 0,03 0,03 0,030,03 0,04 0,02 0,070,30 0,04 0,16 0,06
0,03 <0,01 0,020,02 0,15 0,02 0,010,02 0,02 <0,01 0,020,10 0,02 0,10 0,02
8,6 <5 7,6<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5<5 <5 <5 <5
<3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3
101,9 102,7 85,095,0 94,6 82,5 92,595,0 96,0 101,0 96,086,0 90,0 91,0 96,0
10,6 10,6 8,18,9 9,8 8,7 10,19,4 10,4 9,2 9,010,2 10,6 9,9 10,4
0,8 0,8 1,01,6 1,2 1,4 2,00,8 1,0 0,8 0,90,8 1,3 <0,2 1,2
0,23 0,06 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,030,06 <0,03 0,04 <0,03
1,3 0,9 1,23,4 3,0 2,7 2,01,5 2,1 3,2 3,01,4 2,6 11,3 2,3
57 97 8890 85 100 80100 120 75 100150 90 310 95
127 192 112155 150 170 176160 150 190 170213 187 370 270
11,5 12,8 14,412,7 9,8 10,4 10,710,5 25,0 14,6 15,24,2 4,7 7,4 8,6
4,9 <1 <12,0 2,5 <1 <11,0 1,8 2,5 3,2n.d. <1 <1 <1
n.d. 29,7 47,514,1 20,9 27,3 38,258,8 34,6 35,1 11,718,9 20,0 21,3 30,7 37,9
7,9
<1
14,1
164
85
1,1
<0,02
0,9
10,1
102,0
<3
39,9
7701
<5
<0,01
0,02
1,5
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
93
Torrente Trobiolo a PisogneTorrente Trobiolo a PisogneTorrente Trobiolo a PisogneTorrente Trobiolo a Pisogne
Superficie bacino (km2): 10.2
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 188
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1585955 Y 5072399
Quota massima bacino (m s.l.m.) 1410
Quota media bacino (m s.l.m.) 900
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 0.120
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
94
TORRENTE TROBIOLO - 2006/2007Pisogne
0,0
0,5
1,0
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-0
6
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-0
6
ott-0
6
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
set-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 ml
923
613
<5
<0,01
0,01
5,9
1,4
9,7
102,0
<3
1570
959
1,7
<0,02
0,1
7,9
20,0
16,3
0,0 0,1 0,1 0,1 0,2 0,1 0,1 0,2 0,0 0,1 0,00,1 0,2 0,4 0,1
n.d. <1 4,0 <1 <1 1,5 2,0 2,3 52,0 29,0 45,01,5 2,0 1,3 36,0
4,4 6,6 10,0 11,4 10,0 25,0 19,5 15,3 14,5 14,7 16,517,8 13,5 8,2 12,1
1160 1363 933 1367 1338 1400 1270 1170 1570 1440 10911100 1000 1100 1790
800 850 800 950 1000 1200 850 1000 1092 1192 1426950 870 850 1203
1,7 14,0 3,9 6,0 4,8 5,4 3,4 3,4 1,8 1,2 1,03,7 3,3 2,4 2,0
<0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 0,76 0,22 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 0,10
1,2 2,0 1,5 1,2 1,0 1,4 0,9 1,3 1,0 1,0 0,91,8 1,6 1,2 1,8
11,3 10,9 10,4 9,7 9,0 8,8 9,0 9,4 9,9 10,6 8,48,7 8,5 8,7 10,1
97,0 98,0 101,0 95,0 94,0 91,0 97,0 99,4 100,7 107,2 87,096,3 90,0 82,5 95,0
<3 <3 8,0 3,2 3,0 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3
<5 <5 14,0 5,7 6,2 5,2 <5 <5 <5 <5 7,3<5 <5 <5 <5
0,01 0,01 <0,01 <0,01 0,02 0,02 <0,01 0,02 <0,01 <0,01 <0,010,02 0,02 0,01 <0,01
0,03 0,02 <0,01 <0,01 0,03 0,03 0,03 0,07 0,03 0,02 0,010,05 0,04 0,02 0,02
6,4 6,6 4,5 22,0 5,0 6,3 4,8 6,7 4,2 4,429,0 5,9 8,0 9,3
186 800 5 677 820 633 1213 771 1256872 68 1026 2251
30 12 888 30 150013 187 52 464
7,9 7,6
6131 408150 389 0 31
515 993
8,4 8,3 8,1 8,5 8,1 8,28,3 8,3 8,2 8,1
5,7
8,18,2 8,6
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
95
Torrente Zu a Riva di SoltoTorrente Zu a Riva di SoltoTorrente Zu a Riva di SoltoTorrente Zu a Riva di Solto Superficie bacino (km
2): 11.0
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 200 Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1580651 Y 5068007
Quota massima bacino (m s.l.m.) 1310 Quota media bacino (m s.l.m.) 870 Portata media anni 2006-2007 (m
3 s
-1) 0.090
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
96
dic-
05
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 mlI.B.E.Classe
<1 n.d. <1 <1
0,02 0,01 0,08 0,20 0,37 0,18 0,12 0,05 0,030,01 0,02 0,04 0,06
<1 <1 <1 <1 <1<1 <1 <1 <1
3,8 1,6 6,6 7,5 6,8 12,9 13,4 15,3 18,228,0 18,5 n.d. 11,8
380 346 395 358 375 350 325 315 261400 391 380 340
220 320 180 300 175 190 199 173 213220 200 190 165
2,7 4,2 2,5 n.d. 4,2 3,1 3,5 2,6 2,33,4 2,6 5,6 2,2
<0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 0,04 0,04 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,02
0,9 2,4 0,0 0,0 2,2 1,3 3,4 2,6 2,01,6 0,1 3,6 2,2
11,8 12,6 11,2 9,4 11,1 11,5 8,5 10,3 6,99,3 8,9 n.d. 9,9
99,5 99,0 96,0 81,2 99,0 102,4 96,2 105,9 79,091,7 103,0 n.d. 92,7
<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 3,4 <3 <3
<5 <5 <5 <5 <5 <5 7,0 <5 <5<5 6,0 5,2 <5
0,04 0,05 0,03 0,01 0,01 <0,01 0,04 0,01 <0,010,01 0,09 0,07 0,01
0,07 0,10 0,05 0,02 0,02 <0,01 0,04 0,01 <0,010,03 0,16 0,15 0,03
2,5 11,7 4,0 11,1 5,6 6,0 6,2 5,5 5,68,6 9,0 8,4 4,9
7,2 31,3 56,0 18,2 15,0 16,8 28,0 28,4 20,3 19,3
0 0 5 272
8,5 8,2
1785 84>24192 1039 3873 60170 60
8,3 8,6 6,6 7,0 8,5 8,48,5 8,7 n.d. 8,4
II
57,4 21,3
8,5
II
173
II
0,03
8,3
<1
16,2
395
211
4,0
<0,02
3,6
9,8
104,2
<3
5,3
<0,01
0,01
6,6
25,3
2
28,9
TORRENTE ZU - 2006/2007Riva di Solto
0,0
0,5
1,0
dic-
05
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (
mg/
l)
Portata Fosforo totale
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
97
Torrente Bagnadore a MaroneTorrente Bagnadore a MaroneTorrente Bagnadore a MaroneTorrente Bagnadore a Marone
Superficie bacino (km2): 18.4
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 191
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1584960 Y 5065800
Quota massima bacino (m s.l.m.) 1933
Quota media bacino (m s.l.m.) 1080
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 0.320
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
98
TORRENTE BAGNADORE - 2006/2007Marone
0,0
0,5
1,0
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-0
6
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-0
6
ott-0
6
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
set-
07
Q (
m3/s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 ml
19,2
8164
<5
<0,01
0,01
2,8
1,3
11,2
109,5
<3
341,0
191
1,4
<0,02
0,1
8,3
<1
12,4
0,1 0,2 0,3 0,4 0,6 0,2 0,2 0,2 0,3 0,2 0,10,5 0,8 0,7 0,3
n.d. <1 <1 <1 1,5 <1 <1 <1 6,0 <1 <1<1 1,5 <1 9,5
7,2 7,4 9,2 11,0 12,0 25,0 16,8 14,0 14,4 13,5 15,914,5 12,7 11,7 12,2
327 373 338 402 385 340 300 260 347 298 287240 220 235 324
300 185 270 320 200 200 210 180 203 207 177175 160 150 113
2,5 3,4 3,9 3,2 2,2 3,0 3,7 3,1 2,3 1,6 1,63,4 3,1 2,9 2,6
0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,02 0,05 <0,02<0,03 <0,03 <0,03 <0,02
1,3 1,9 1,7 1,4 0,7 1,5 1,5 1,0 2,3 1,4 1,31,8 1,6 1,7 2,6
10,8 10,9 10,0 9,9 8,7 9,8 9,2 9,3 8,9 11,3 8,99,7 8,6 9,4 9,8
97,6 98,0 102,0 99,6 93,0 99,8 99,0 98,0 92,1 103,0 94,098,0 88,5 98,0 92,0
<3 <3 <3 <3 3,0 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3
<5 <5 <5 <5 5,0 <5 <5 <5 7,6 <5 <5<5 <5 <5 <5
<0,01 0,02 0,24 0,02 <0,01 0,15 0,01 0,02 0,03 0,01 <0,010,01 0,02 0,01 <0,01
0,01 0,04 0,50 0,04 0,02 0,02 0,02 0,03 0,10 0,02 <0,010,04 0,02 0,03 0,03
4,0 6,6 4,0 3,7 2,3 7,2 6,0 5,6 3,6 3,85,2 5,8 7,6 6,0
86,0 33,0 62,0 18,0 18,0 24,0 146,0 19,4 22,422,0 26,0 23,0 48,8
435 201 228 97 42620 933 6867 323
7,6 7,5
10462 4130 906 2602 530
25,3 21,0
8,5 8,4 8,2 8,6 8,2 8,37,8 8,2 8,3 8,1
6,7
8,48,6 8,5
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
99
Torrente Opol a MaroneTorrente Opol a MaroneTorrente Opol a MaroneTorrente Opol a Marone
Superficie bacino (km2): 6.2
Quota punto campionamento (m s.l.m.) 186
Coordinate punto campionamento (cartografiche Gauss-Boaga Roma 1940):
X 1584870 Y 5065487
Quota massima bacino (m s.l.m.) 1440
Quota media bacino (m s.l.m.) 870
Portata media anni 2006-2007 (m3 s
-1) 0.084
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano delle Torbiere di Iseo della Valle Camonica
TORRENTE OPOL - 2006/2007Marone
0,0
0,5
1,0
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-0
6
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-0
7
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Q (
m3 /s
ec)
0,0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
P (m
g/l)
Portata Fosforo totale
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
giu-
06
lug-
06
set-
06
nov-
06
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Portata m3/secpH
Solidi sospesi mg/lTemperatura °CConducibilità µS/cm (20°C)Durezza mg/l CaCO3
Azoto totale mg/l NAzoto ammon.mg/lAzoto nitricomg/lOssigenomg/lOssigeno% saturazioneBOD5
mg/l O2
COD mg/lOrtofosfato mg/l PFosforo totale mg/l PCloruri mg/l ClSolfati mg/l SO4
Escherichia coli UFC/100 ml
n.d. 2,0 <1 <1
0,05 0,12 0,18 0,23 0,05 0,03 0,11 0,02 0,050,07 n.d. n.d. 0,02
<1 <1 1,5 <1 <1<1 <1 <1 <1
2,9 5,1 8,0 11,0 25,0 22,8 18,2 10,7 16,812,3 14,9 16,4 19,2
340 452 416 500 520 187 250 330 473418 398 369 221
310 200 370 400 390 210 185 270 258200 247 188 271
0,7 2,4 4,1 2,5 2,0 2,7 3,7 1,5 1,21,0 1,9 1,2 1,2
<0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,03 <0,02<0,02 0,08 0,08 <0,02
0,3 1,0 1,5 1,2 0,8 0,5 1,9 0,8 1,11,0 1,6 1,1 0,9
11,0 11,2 n.d. 10,4 8,7 10,3 8,9 9,2 10,611,1 9,9 10,1 8,4
83,0 97,0 n.d. 107,0 99,0 102,0 95,0 99,0 113,5107,0 102,0 108,0 90,8
<3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3 <3<3 <3 <3 <3
6,0 <5 <5 <5 <5 <5 <5 5,2 5,9<5 8,6 <5 9,7
0,09 <0,01 0,01 0,03 0,02 0,01 0,01 0,07 0,02<0,01 0,04 0,01 0,04
0,15 0,01 0,03 0,05 0,04 0,03 0,04 0,10 0,04<0,01 0,04 0,02 0,05
1,0 4,0 3,2 2,9 2,7 3,2 3,8 3,2 3,32,8 3,3 2,4 2,6
31,0 53,0 60,0 62,0 60,6 64,0 74,0 63,0 77,5 69,2 69,1 65,3
6867 909 4106 2359
8,0 8,0
15536488 3873 2909 19863>24192 19863
7,2 8,8 8,5 8,6 8,68,8 8,5 8,6 8,5
70,0
8,3 8,7
5794 2046
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
101
La classificazione dello Stato Ecologico (S.E.C.A) per i corsi d’acqua corrente si effettua incrociando il dato risultante dai Macrodescrittori (L.I.M.) con il risultato dell’Indice Biotico Esteso (I.B.E.), attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore tra quelli derivati dalle valutazioni relative ad I.B.E. e Macrodescrittori. Dall’analisi del dato chimico emerge una situazione di sostanziale omogeneità nell’arco di tutto il bacino, che vede assegnata una classe II (stato di ecologico BUONO). Il dato biologico (I.B.E.) conferma il quadro generale, con l’eccezione del valore insolitamente alto della classe del Borlezza. Va tuttavia considerato che la suddetta stazione ricade in un tratto fortemente artificializzato ed interessato da una derivazione. Per quanto concerne i corsi d’acqua che recapitano direttamente a lago, si segnala la carica batterica media del torrente Opol e del canale Italsider, rispettivamente di 6.300 e 7.600 UFC./100 ml di Escherichia coli. Si riporta di seguito la tabella comparativa, integrata con i dati della rete di monitoraggio regionale (anno 2006).
Rete di monitoraggio corsi idrici superficiali - anno 2006
Corso d'acqua Comune L.I.M. I.B.E. S.E.C.A.
2006 TOTALE CLASSE MEDIA CLASSE
T. Ogliolo Edolo 405 2 8,1 2 2
T. Allione Berzo Demo 405 2 8,2 2 2
T. Dezzo Angolo Terme 420 2 7,0 3 3
T. Grigna Esine 410 2 6,3 3 3
F. Oglio
Vezza d’Oglio 385 2 8,1 2 2
Cedegolo 385 2 6,0 3 3
Cividate Camuno 405 2 6,6 3 3
Esine 410 2 6,1 3 3
Costa Volpino 420 2 6,3 3 3
T. Zu Riva di Solto 385 2 8,4 2 2
T. Borlezza Castro 390 2 3,0 5 5
Canale Italsider Pisogne 405 2
T. Trobiolo Pisogne 385 2
T. Bagnadore Marone 425 2
T. Opol Marone 405 2
In grassetto i dati raccolti nel corso del presente studio.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
102
8 MONITORAGGIO CHIMICO-FISICO DEL LAGO D’ISEO
8.1 Limnologia fisica
Proseguendo le indagini degli anni precedenti si sono analizzati i parametri fisici principali che
hanno caratterizzato le acque del lago di Iseo.
I parametri scelti hanno consentito di verificare gli aspetti più importanti dell’idrodinamica
lacustre e, in particolare, di accertare la profondità raggiunta dal mescolamento tardo
invernale, di valutare gli eventi idrologici importanti, di definire attraverso la valutazione del
bilancio termico i meccanismi di stratificazione e destratificazione termica delle acque. Tutto
ciò grazie alla disponibilità dei dati del ciclo stagionale riguardanti le temperature, le
concentrazioni di ossigeno lungo l’intera colonna e la variazione del livello del lago, cioè gli
aspetti che intervengono con maggiore efficacia nel regolare lo scambio energetico
all’interfaccia acqua del lago - atmosfera.
Per il lago si riportano afflussi (sia giornalieri che cumulati), le altezze idrometriche, i volumi
giornalieri disponibili cumulati, le portate erogate (giornaliere e cumulate).
Confronto tra Afflussi e Portate erogate per i primi 8 mesi del 2005 per il lago d’Iseo
Confronto tra Afflussi e Portate erogate per i mesi estivi 2005 per il lago d’Iseo
Dal 1 aprile al 31 agosto 2005, gli afflussi medi giornalieri si sono sempre mantenuti al di
sotto degli afflussi medi giornalieri storici, approssimandosi all’andamento dei minimi storici.
Bilancio 2005 - Lago d'Iseo (m3/s)
0
20
40
60
80
100
120
140
gen feb mar apr mag giu lug ago
portate erogate
afflussi
Bilancio SICCITA' 2005 - Lago d'Iseo (m3/s)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
mag giu lug ago
portate erogate
afflussi
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
103
Gli afflussi al lago nel periodo aprile - agosto sono stati complessivamente inferiori anche
rispetto allo stesso periodo del 2003.
Fig. 7.1.3 - Bilancio Cumulato per i mesi estivi 2005 per il Lago d’Iseo
Infine le portate medie giornaliere erogate durante il periodo considerato sono state inferiori
rispetto alle medie giornaliere storiche, e per il periodo dal 10 al 30 giugno inferiori anche
rispetto ai minimi storici. Il confronto con lo stesso periodo del 2003 mostra che le
erogazioni sono state sempre inferiori a quelle del 2003, ad esclusione di una decina di
giorni intorno alla metà di luglio.
8.2 Livello del lago
L’analisi dei livelli idrometrici medi giornalieri del lago mostra come anch’essi si sono
mantenuti al di sotto delle medie giornaliere storiche durante tutto il periodo esaminato, pur
rimanendo superiori a quelli del 2003.
Fig. 7.1.4 - Confronto livelli mensili del Lago d’Iseo degli anni 2003 e 2005
Bilancio Cumulato SICCITA' 2005 - Lago d'Iseo (m3/s)
0
2.000
4.000
6.000
8.000
mag giu lug ago
portate erogate
afflussi
Livelli - Lago d'Iseo
-60
-40
-20
0
20
40
60
80
100
120
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
cm
2003
2005
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
104
Stazione di Monteisola-Tavernola
La colonna d’acqua nel punto di massima profondità del lago raggiunge una profondità di
circa 250 m.
Trasparenza e clorofilla a
Il parametro trasparenza presenta i valori più alti nei mesi invernali, con gli 11 m misurati nei
mesi di febbraio e marzo 2006 e gli 8 m raggiunti a febbraio nel 2007. Nei mesi primaverili
ed estivi, con l’aumento della produzione algale, la misura della trasparenza subisce un
notevole calo (3.2 m misurati ad agosto in entrambi gli anni di studio).
L’analisi della clorofilla a ha messo in evidenza valori del pigmento fotosintetico inversamente
correlati con quelli della trasparenza. Basse concentrazioni di clorofilla a sono state registrate
nei mesi invernali, i
meno produttivi,
mentre i valori più alti
sono in corrispondenza
dei mesi primaverili. Le
massime concentrazioni
di clorofilla a si sono
misurate ad aprile e
maggio 2006 (circa 9
µg l-1). In generale, si
evidenziano valori più
bassi della clorofilla a nel 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006. In particolare, a maggio
2007, il parametro fotosintetico risulta al di sotto del limite di rilevabilità mentre nello stesso
mese del 2006 il valore di clorofilla a registrava un picco di massimo.
Il biovolume algale è positivamente correlato con i valori della clorofilla.
A maggio 2006, la misura di tale parametro ha raggiunto il valore di circa 3.700 mm3 m-3
mentre nello stesso mese dell’anno successivo si è attestato a circa 1.700 mm3 m-3.
Temperatura
Il profilo della temperatura registrato
con sonda multiparametrica nel punto
di massima profondità ha evidenziato
un periodo di completa isotermia che
ha interessato l’intera colonna d’acqua
nei mesi di febbraio e marzo 2006. Ciò
indica la completa circolazione delle
acque lungo la colonna d’acqua in
questa stazione, così come era
avvenuto durante lo stesso periodo del
2005. Questo evento è causato
principalmente dalle temperature rigide invernali.
Nel 2007, la condizione di isotermia non si ripete a causa delle temperature invernali
piuttosto miti.
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Monte IsolaTRASPARENZA E CLOROFILLA a
02468
1012141618
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Clo
rofil
la a
(µ
g/l)
0
2
4
6
8
10
12
Tra
spar
enza
(m
)
Clorofilla a Trasparenza
Lago d'Iseo 2006Stazione di Monte Isola-Tavernola
TEMPERATURA
0
50
100
150
200
250
5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25
°C
Pro
fond
ità (
m)
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
nov-06
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
105
La temperatura degli strati
superficiali si mantiene al di
sopra dei 7°C nei mesi di
gennaio e febbraio.
Ossigeno
La misura dell’ossigeno lungo tutta la colonna nel punto di massima profondità ha consentito
di documentare l’avvenuta completa circolazione delle acque con evidente riossigenazione
degli strati più profondi della colonna, dopo l’evento registrato a febbraio 2006. Il valore di
saturazione dell’ossigeno si attesta intorno al 53% su tutta la colonna e rimane al di sopra
del 20% durante la stratificazione estiva negli strati più profondi.
Nel corso del 2007, la sonda multiparametrica non ha registrato l’omogenizzazione lungo la
colonna d’acqua della percentuale di saturazione dell’ossigeno disciolto. In superficie questo
parametro si mantiene sopra un minimo del 95% (gennaio), mentre sul fondo passa dal 30%
circa di maggio ad una percentuale di circa il 6.5% nei tre mesi successivi. Si osserva quindi
una rapida tendenza all’anossia degli strati più profondi, con un peggioramento localizzato
negli ultimi 50 m.
Conducibilità elettrica specifica (a 20°C)
In generale nell’arco dell’anno la
concentrazione degli ioni nelle acque
aumenta con l’aumentare della
profondità.
A fine inverno, quando le condizioni
climatiche favoriscono la circolazione dei
laghi della fascia subalpina, in caso di
completa circolazione si osserva una
conducibilità pressoché costante lungo
tutta la colonna d’acqua. Tale condizione
è stata raggiunta nel 2006 a febbraio, interessando per il secondo anno consecutivo l’intera
colonna d’acqua nel punto di massima profondità con valori medi di 281 µS cm-1.
Lago d'Iseo 2007Stazione di Monte Isola-Tavernola
TEMPERATURA
0
50
100
150
200
250
5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25
°C
Pro
fond
ità (
m)
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006Stazione di Monte Isola-Tavernola
OSSIGENO DISCIOLTO %
0
50
100
150
200
250
0 50 100 150O2%
Pro
fond
ità (
m)
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
nov-06
dic-06
Lago d'Iseo 2007Stazione di Monte Isola-Tavernola
OSSIGENO DISCIOLTO %
0
50
100
150
200
250
0 50 100 150O2%
Pro
fond
ità (
m)
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006Stazione di Monte Isola-Tavernola
CONDUCIBILITA' (a 20°C)
0
50
100
150
200
250
200 250 300 350 400µS cm-1
Pro
fond
ità (
m) feb-06
set-06
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
106
Nel 2007, non si è verificata la piena
circolazione e la conducibilità lungo la
colonna d’acqua non si uniforma nel
periodo tardo invernale. Nelle acque
profonde la curva della conducibilità
rimane sostanzialmente invariata da
febbraio ad agosto.
Fosforo totale
Il trend generale della concentrazione di fosforo totale mostra un progressivo aumento dagli
strati superficiali verso quelli
profondi, con una modifica di
tale andamento nel periodo di
rimescolamento delle acque
tardo invernale (stagione
2005/06) quando le
concentrazioni tendono ad
uniformarsi su tutta la colonna. I
mesi di febbraio e marzo 2006
vengono interessati dalle più alte
concentrazioni con valori medi
rispettivamente intorno a 230 µg l-1 e 170 µg l-1 su tutta la colonna. A luglio 2007 la concentrazione del fosforo totale misurata sul fondo risulta essere di circa
400 µg l-1, valore assoluto più elevato durante il periodo monitorato. Va osservato che una
concentrazione così elevata è probabilmente legata ad un movimento del sedimento di fondo
durante le operazioni di prelievo, e non è quindi comparabile con gli altri risultati.
Nell’intero periodo d’indagine, la concentrazione media di fosforo totale in superficie è di
circa 35 µg l-1, mentre sul fondo si attesta su valori intorno a 142 µg l-1. La media di tutte le
misure, indicata in grafico, è di 71 µg l-1.
Azoto totale
Tra le forme dell’azoto
presenti nelle acque
lacustri, quelle inorganiche
(azoto nitrico, nitroso e
ammoniacale)
costituiscono dal 10 al
100% dell’azoto totale a
tutte le profondità.
Le maggiori fluttuazioni
quantitative dell’azoto
totale sono perciò legate
Lago d'Iseo 2007Stazione di Monte Isola-Tavernola
CONDUCIBILITA' (a 20°C)
0
50
100
150
200
250
200 250 300 350 400µS cm-1
Pro
fond
ità (
m) feb-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Monte IsolaFOSFORO TOTALE
0
100
200
300
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
nov-
06
dic-
06
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
µg/
l
Superficie
25 m
50 m
100 m
200 m
Fondo
Effetto circolazione tardo-invernale
71 µg/l
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Monte IsolaAZOTO TOTALE
0,0
0,5
1,0
1,52,0
2,5
3,0
3,5
4,0
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
mg/
l
Superficie
25 m
50 m
100 m
200 m
Fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
107
all’andamento delle concentrazioni di questi tre composti, in particolare dell’azoto nitrico e
dell’azoto ammoniacale.
La percentuale rimanente è costituita essenzialmente dalla componente organica.
L’ammoniaca, assente in acque ben ossigenate, viene misurata sul fondo nella stazione di
Monteisola (circa 1.2 mg l-1) quando la percentuale di saturazione dell’ossigeno è al di sotto
del 10% (giugno 2007), mentre nelle ultime analisi eseguite, il contenuto di azoto
ammoniacale nelle acque profonde si assesta intorno al 1.5 mg l-1 (con una percentuale di
saturazione dell’ossigeno intorno al 6%).
In generale, nella stazione di maggiore profondità del lago d’Iseo, dove l’evento di
circolazione delle acque non si presenta con frequenza annuale, negli stati superficiali è
maggiore l’apporto dell’azoto nitrico al valore dell’azoto totale, mentre negli strati più
profondi, in particolar modo quando l’ossigeno comincia a diminuire, è l’azoto ammoniacale a
fornire il maggior contributo
In generale, l’azoto totale nella stazione di Monteisola si attesta su valori medi di circa 1 mg
l-1 negli stati superficiali e di circa 2 mg l-1 negli strati più profondi.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
108
Stazione di Pisogne-Castro
La colonna d’acqua nella stazione più a nord del Sebino raggiunge una profondità di circa
120m.
Trasparenza e clorofilla a
Nella stazione di
Pisogne-Castro, il valore
della trasparenza, oltre
ad essere influenzato
dall’attività
fitoplanctonica, dipende
anche dalla presenza
dell’immissario principale
del lago d’Iseo, il fiume
Oglio, in territorio di
Costa Volpino.
Generalmente la
trasparenza in questa stazione risulta essere più bassa rispetto ai valori misurati nelle due
stazioni del lago, a sud.
I valori più elevati di trasparenza si sono misurati nel periodo invernale di entrambi gli anni di
studio.
Il massimo di trasparenza (9.50 m) si verifica a febbraio 2006, il minimo si rileva a luglio
2007 (1.50 m).
Ad aprile 2006 il valore della trasparenza arriva a 2.50 m quando si evidenzia un massimo
del valore della clorofilla a dovuto principalmente alla presenza delle specie fitoplanctoniche
appartenenti al taxon delle Bacillariophyceae. Il valore minimo raggiunto nel 2007 (1.50m a
luglio) è probabilmente dovuto alla presenza delle acque dell’immissario che aumentano la
torbidità delle acque in questa stazione.
Temperatura
Nel periodo tardo invernale 2005/06 si
è verificato l’evento di piena
circolazione delle acque. Il grafico del
profilo della temperatura mostra la
completa isotermia della colonna
intorno ai 5.9°C e il successivo inizio
del riscaldamento delle acque
superficiali a partire dal mese di aprile
che porterà alla completa
stratificazione termica della colonna a
fine estate.
L’inverno 2006/2007 è stato caratterizzato da temperature molto miti. Ciò non ha permesso il
rilascio del calore accumulato durante il periodo estivo e di conseguenza il raggiungimento
della condizione di isotermia su tutta la colonna della stazione di Pisogne-Castro, con la
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Pisogne - Castro TRASPARENZA E CLOROFILLA a
0
24
6
8
10
12
14
16
18
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Clo
rofil
la a
(µ
g/l)
0
2
4
6
8
10
12
Tra
spar
enza
(m
)
Clorofilla a Trasparenza
Lago d'Iseo 2006 - Stazione di Pisogne-CastroTEMPERATURA
0
20
40
60
80
100
120
5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25
°C
Pro
fond
ità (
m)
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
nov-06
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
109
mancata circolazione (e quindi
riossigenazione degli strati più
profondi) della colonna d’acqua.
La temperatura del fondo rimane
pressoché invariata per tutto il periodo
studiato e si attesta intorno ad un
valore di circa 6°C.
Ossigeno
La concentrazione dell’ossigeno
misurata nel periodo d’indagine 2006-
2007 presenta, a partire dal mese di
aprile, valori di sovra saturazione
nell’epilimnio dovuti all’attività
fitoplanctonica. Si può notare come in
entrambi gli anni i valori aumentino
progressivamente al sopraggiungere
della stagione calda, in particolare si
registra un picco in maggio 2006 del
153%. E’ possibile che la maggiore
attività fotosintetica primaverile sia
dovuta alla maggior presenza di
nutrienti disciolti in acqua in quanto
ridistribuiti lungo la colonna dal
rimescolamento delle acque. Il valore
minimo è stato misurato sul fondo nel
mese di gennaio 2006 (circa 40%)
prima del rimescolamento delle acque
che ha portato alla riossigenazione degli strati più profondi. La piena circolazione delle acque,
registrata nei mesi di febbraio e marzo 2006, mostra valori di saturazione omogenei su tutta
la colonna (attorno al 60%). Nello stesso periodo del 2007 il profilo verticale della
concentrazione dell’ossigeno disciolto
mostra che le acque non hanno circolato.
Conducibilità elettrica specifica (a
20°C)
Il profilo della conducibilità mostra un
andamento simile a quanto già visto per
la stazione di Monteisola-Tavernola. La
concentrazione degli ioni nelle acque di
Pisogne-Castro nel mese di febbraio
2006 si uniforma su tutta la colonna al
momento del rimescolamento delle acque (281 µS cm-1). A settembre 2006, il valore medio
Lago d'Iseo 2007 - Stazione di Pisogne-CastroTEMPERATURA
0
20
40
60
80
100
120
5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25
°C
Pro
fond
ità (
m)
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006 - Stazione di Pisogne-CastroOSSIGENO DISCIOLTO %
0
20
40
60
80
100
120
0 50 100 150
O2%P
rofo
ndità
(m
)
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
nov-06
Lago d'Iseo 2007 - Stazione di Pisogne-CastroOSSIGENO DISCIOLTO %
0
20
40
60
80
100
120
0 50 100 150
O2%
Pro
fond
ità (
m)
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006 - Stazione di Pisogne-CastroCONDUCIBILITA' (a 20 °C)
0
20
40
60
80
100
120
200 250 300 350 400
µS cm-1
Pro
fond
ità (
m)
feb-06
set-06
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
110
della conducibilità nei primi strati è circa 252 µS cm-1, mentre al di sotto dei 25 m si
mantiene costante su tutta la colonna (circa 285 µS cm-1).
In febbraio 2007 si evidenziano due diversi valori abbastanza netti di conducibilità: 265 µS
cm-1 circa per i primi 40 m e 285 µS cm-
1 circa per i restanti; ciò dimostra una
situazione diversa dall’anno precedente,
dove era presente un rimescolamento
completo delle acque su tutta la
colonna.
In agosto 2007 si riscontrano valori di
conducibilità minori per le zone
superficiali (circa 225 µS cm-1) che
raggiungono i medesimi valori di
febbraio oltre i 50 m.
Fosforo totale
Le concentrazioni medie di fosforo totale registrate in superficie, a 25 m e a 50 m di
profondità, sono rispettivamente di 33 µg l-1, 44 µg l-1 e 64 µg l-1. Al di sotto dei 100 m di
profondità la concentrazione media di fosforo è di circa 80 µg l-1.
I valori più elevati della concentrazione di fosforo totale si sono registrati a febbraio e marzo
2006 su tutta la colonna durante il periodo di piena circolazione delle acque. In tale periodo,
la concentrazione di fosforo si omogeneizza lungo tutta la colonna d’acqua attorno a un
valore compreso tra 150 e 180 µg l-1. Ma già a partire dal mese di aprile si riscontrano valori
minori in superficie e progressivamente in aumento verso il fondo seguendo l’avanzare della
stratificazione. Questa tendenza viene mantenuta per tutto il restante periodo investigato.
Lago d'Iseo 2007 - Stazione di Pisogne-CastroCONDUCIBILITA' (a 20 °C)
0
20
40
60
80
100
120
200 250 300 350 400
µS cm-1
Pro
fond
ità (
m) feb-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Pisogne - Castro FOSFORO TOTALE
0
50
100
150
200
gen-
2006
feb-
2006
mar
-200
6
apr-
2006
mag
-200
6
giu-
2006
lug-
2006
ago-
2006
set-
2006
nov-
2006
dic-
2006
feb-
2007
mar
-200
7
apr-
2007
mag
-200
7
giu-
2007
lug-
2007
ago-
2007
µg/
l
superficie
25 m
50 m
100 m
fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
111
Azoto totale
La concentrazione di azoto totale in superficie presenta valori che vanno da un minimo di
0.52 mg l-1 misurati a luglio 2006, ad un massimo di 1.96 mg l-1 misurato nel mese di marzo
2006. La media della
concentrazione si mantiene,
ad ogni profondità della
colonna d’acqua, intorno a
1.4 mg l-1.
Da maggio 2007 la
concentrazione di azoto
totale su tutta la colonna è
relativamente omogenea
(compresa tra 0.5 a 1 mg l-1).
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Pisogne - Castro AZOTO TOTALE
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
gen-
2006
feb-
2006
mar
-200
6
apr-
2006
mag
-200
6
giu-
2006
lug-
2006
ago-
2006
set-
2006
nov-
2006
dic-
2006
gen-
2007
feb-
2007
mar
-200
7
mag
-200
7
giu-
2007
lug-
2007
ago-
2007
mg/
l
superficie
25 m
50 m
100 m
fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
112
Stazione di Iseo-Predore
La colonna d’acqua nella stazione di Iseo-Predore, punto di prelievo più a sud del lago,
raggiunge una profondità di circa 80 metri. La circolazione delle acque su tutta la colonna nel
periodo 2001-2005 si è verificata ogni anno nel periodo tardo invernale.
Trasparenza e clorofilla a
Nel primo semestre d’indagine l’andamento generale di questi due parametri è analogo a
quello delle precedenti stazioni. I dati di trasparenza risultano più alti nei mesi invernali
diminuendo nei mesi primaverili in corrispondenza della maggiore attività fitoplanctonica e
correlandosi inversamente con quelli della clorofilla a.
I valori assoluti, rispetto ai bacini centrale e settentrionale del lago, sono sensibilmente
diversi, frutto di una
differente dinamica
fitoplanctonica. I valori
medi di trasparenza e
clorofilla a sono
rispettivamente 6.3m e
1.9 µg l-1. Il più alto
valore di clorofilla a si è
registrato a gennaio 2006
(5 µg l-1).
Temperatura
L’andamento delle termiche
lacustri nella stazione più
meridionale è analogo a quelli
precedenti ma con valori
sensibilmente inferiori durante
l’isotermia tardo invernale relativa
all’anno 2006 (circa 5.8°C
sull’intera colonna d’acqua) e
superiori nei mesi tardo primaverili
in cui l’inizio della stratificazione
termica fa registrare temperature
intorno ai 17.3°C negli strati più
superficiali. Questo differente
comportamento è imputabile alla
minore profondità della stazione
indagata rispetto alle stazioni di
Monteisola-Tavernola e Pisogne-
Castro.
Il 2007 non è stato interessato da
circolazione completa delle acque,
ed il lago ha mantenuto la
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Iseo - Predore TRASPARENZA E CLOROFILLA a
02468
1012141618
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
Clo
rofil
la a
(µ
g/l)
0
2
4
6
8
10
12
Tra
spar
enza
(m
)
Clorofilla a Trasparenza
Lago d'Iseo 2006 - Stazione di PredoreTEMPERATURA
0
20
40
60
80
100
5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25
°C
Pro
fond
ità (
m)
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
nov-06
Lago d'Iseo 2007 - Stazione di PredoreTEMPERATURA
0
20
40
60
80
100
5 7,5 10 12,5 15 17,5 20 22,5 25
°C
Pro
fond
ità (
m)
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
113
stratificazione anche nei mesi più freddi, avvicinandosi comunque all’isotermia nei mesi di
gennaio e febbraio 2007 nei primi 50m. Ciò è indicatore dell’eccezionale mitezza dell’inverno
2006-2007 visto che la circolazione delle acque almeno nei primi 75 metri di profondità si era
sempre verificata dal 1978 al 2006.
Ossigeno
La stazione di Iseo-Predore, similmente
a quella più settentrionale di Pisogne-
Castro, negli strati ipolimnici non
raggiunge mai situazioni di completa
anossia. Il più basso valore di
percentuale di ossigeno (circa 34%) si
è misurato sul fondo ad agosto 2007.
Durante il periodo di rimescolamento
delle acque, avvenuto su tutta la
colonna nel tardo inverno 2006, si
osservano percentuali di saturazione dell’ossigeno del 70% circa a febbraio e del 75% a
marzo.
Gli eventi di sovrasaturazione,
conseguenza di una maggiore attività
fotosintetica primaverile, raggiungono i
massimi valori misurati in tutto il lago,
circa 158%, a maggio 2006 alla
profondità di 10 m.
Conducibilità elettrica specifica (a 20°C)
L’andamento della conducibilità lungo la
colonna d’acqua in febbraio 2006 è
identico a quanto riscontrato nelle
precedenti stazioni, ma con valori
inferiori. Nel periodo di circolazione
delle acque il parametro si uniforma su
tutta la colonna attestandosi intorno a
279 µS cm-1 a febbraio.
A settembre la conducibilità mostra
valori intorno ai 220 µS cm-1 negli strati
superficiali, mentre in profondità i valori
si attestano intorno ai 285 µS cm-1.
Nel 2007 la mancata circolazione totale
della colonna d’acqua ha mantenuto
invariati i valori di conducibilità degli
strati più profondi (285 µS cm-1),
mentre in superficie si passa dai circa
Lago d'Iseo 2006 - Stazione di PredoreOSSIGENO DISCIOLTO %
0
20
40
60
80
100
0 50 100 150
O2%
Pro
fond
ità (
m)
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
nov-06
dic-06
Lago d'Iseo 2007 - Stazione di PredoreOSSIGENO DISCIOLTO %
0
20
40
60
80
100
0 50 100 150O2%
Pro
fon
dità
(m
)
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
Lago d'Iseo 2006 - Stazione di PredoreCONDUCIBILITA' (a 20 °C)
0
20
40
60
80
100
200 250 300 350 400
µS cm-1
Pro
fond
ità (
m) feb-06
set-06
Lago d'Iseo 2007 - Stazione di PredoreCONDUCIBILITA' (a 20 °C)
0
20
40
60
80
100
200 250 300 350 400
µS cm-1
Pro
fond
ità (
m) feb-07
ago-07
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
114
270 µS cm-1 di febbraio ai 220 µS cm-1 nell’agosto 2007.
Fosforo totale
Nel periodo d’indagine si osserva un regolare aumento della concentrazione del fosforo totale
con la profondità. A febbraio e marzo la concentrazione media di fosforo negli strati
superficiali (superficie e 25 m) è rispettivamente di 128 µg l-1 e 115 µg l-1.
Nello stesso periodo del 2007 è rispettivamente di 35 µg l-1 e 77 µg l-1, valori nettamente
inferiori che si correlano alla mancata circolazione dei nutrienti dal fondo verso la superficie
del lago.
In generale, nel 2007 si è rilevata una diminuzione dei valori di fosforo totale negli strati
superficiali mentre al di sotto dei 50 m di profondità la concentrazione di tale parametro
rimane pressoché uguale al periodo precedente.
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di PredoreFOSFORO TOTALE
0
50
100
150
200
gen-
2006
feb-
2006
mar
-200
6
apr-
2006
mag
-200
6
giu-
2006
lug-
2006
ago-
2006
set-
2006
nov-
2006
dic-
2006
feb-
2007
mar
-200
7
apr-
2007
mag
-200
7
giu-
2007
lug-
2007
ago-
2007
µg/
l
Superficie
25 m
50 m
Fondo
Azoto totale
Nel periodo indagato la concentrazione di azoto totale in superficie presenta valori più bassi
rispetto agli strati a maggiore profondità, con una media di circa 1 mg l-1.
I valori massimi vengono
raggiunti alla profondità di 50
m, con medie nel periodo di
circa 1.7 mg l-1.
Da maggio 2007 i valori di
azoto totale, su tutta la
colonna d’acqua, si
stabilizzano su concentrazioni
che vanno da 0.5 a 1 mg l-1.
Lago d'Iseo 2006/07 - Stazione di Predore AZOTO TOTALE
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
gen-
2006
feb-
2006
mar
-200
6
apr-
2006
mag
-200
6
giu-
2006
lug-
2006
ago-
2006
set-
2006
nov-
2006
dic-
2006
gen-
2007
feb-
2007
mar
-200
7
mag
-200
7
giu-
2007
lug-
2007
ago-
2007
mg/
l
Superficie
25 m
50 m
Fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
115
Anno 2007
Andamento di alcuni parametri chimico-fisici
Ossigeno disciolto
Nel corso dell’anno le acque
ipolimniche hanno risentito
dell’assenza di completa circolazione
dell’inverno 2006-2007. Nell’inverno
eccezionalmente mite del 2007 il
lago non ha circolato nemmeno a
Predore (-80 m); l’ultimo episodio di
circolazione completa risale
all’inverno precedente (marzo 2006).
Le concentrazioni di ossigeno nelle
acque profonde, in prossimità del
fondo a Montisola, presentano una rilevante anossia (novembre 2007: meno di 0,5 mg l-1).
Dopo la circolazione completa del 2006 il lago presentava una diversa percentuale di
saturazione dell’ossigeno nelle acque ipolimniche (65% circa per l’Iseo pari a 7,5 ppm). Il
consumo di ossigeno in 20 mesi sul fondo del lago è stato di ben 7 mg l-1.
La maggiore richiesta di ossigeno nelle acque profonde dell’Iseo richiede ulteriori indagini;
tuttavia ben si correla con lo stato trofico prossimo all’eutrofìa.
Il consumo di ossigeno evidentemente si concentra in prossimità del sedimento, come si
nota dai profili ottenuti dalla sonda multiparametrica.
Si osserva una certa anossia profonda anche nelle stazioni di Castro e Predore, che
raggiungono sul fondo il 30% circa di saturazione di ossigeno (attorno ai 4 mg l-1).
Il valore massimo di sovrasaturazione estiva, legato alla crescita del fitoplancton, è stato
misurato a Castro (quasi 130%, giugno) che si conferma – come si noterà anche dagli indici
fitoplanctonici e come evidenziato dalla trasparenza – la stazione con lo stato trofico
peggiore.
Alcalinità
L’alcalinità media del lago d’Iseo è attorno ai 185 mg l-1 Ca(HCO3)2, pari a 2,3 mEq l-1.
Montisola Alcalinità
Data 0m 25m 50m 100m 200m fondo
21/3/07 166 170 170 190 182 182
12/6/07 156 153 237 190 222 242
7/8/07 154 159 174 179 184 187
13/11/07 162 178 186 195 203 219
Castro Alcalinità
Data 0m 25m 50m 100m fondo
21/3/07 170 162 170 178 170
12/6/07 186 187 242 208 191
7/8/07 170 175 178 186 207
13/11/07 146 162 186 186 195
Predore Alcalinità
Data 0m 25m 50m fondo
21/3/07 162 170 182 186
12/6/07 156 185 217 251
7/8/07 175 165 185 194
13/11/07 146 162 162 195
MontisolaOssigeno disciolto (% saturazione)
0
20
40
60
80
100
0 25 50 75 100 125 150
Pro
fond
ità (
m)
marzo
giugno
agosto
novembre
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
116
Ortofosfato e fosforo totale
Il fosforo ortofosfato in superficie è prossimo ai valori di rilevabilità (5 µg l-1) con un valore
massimo di 20 µg l-1 (Predore, marzo). Sul fondo di Montisola si osservano valori massimi
attorno ai 240 µg l-1. mentre nei primi 25 m l’ortofosfato è in media circa il 40% del fosforo
totale. Nelle acque dai -50 m al fondo l’ortofosfato è in media l’80-90% del totale.
In media i valori più alti a Montisola sono evidentemente legati alle alte concentrazioni
formatesi nelle acque più profonde in relazione all’anossìa.
La media complessiva annuale di fosforo totale per la stazione di Montisola è 85 µg l-1.
Sul fondo a Montisola (-250 m) si registra una media annuale di ben 260 µg l-1 di fosforo. Si
può supporre il rilascio di fosforo dai sedimenti in anossia (carico interno) dato che a 200 m
di profondità la media annuale è circa 90 µg l-1 e che la concentrazione di fosforo in
circolazione a marzo 2006 era attorno ai 150 µg l-1 su tutta la colonna.
I valori di fosforo totale osservati comportano, secondo la classificazione di Vollenweider
(OCSE, 1968), uno stato eutrofico.
Ortofosfato Montisola 2007
0
50
100
150
200
250
300
350
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Ortofosfato Castro 2007
0
20
40
60
80
100
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
fondo
Fosforo totale Castro 2007
0
20
40
60
80
100
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
fondo
Fosforo totale Montisola 2007
0
50
100
150
200
250
300
350
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Fosforo totale Predore 2007
0
20
40
60
80
100
120
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
fondo
Ortofosfato Predore 2007
0
20
40
60
80
100
120
21/3 12/6 7/8 13/11
µg L-1
0 m
25 m
50 m
fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
117
Composti dell’azoto
La presenza di azoto ammoniacale nei laghi profondi può essere dovuta principalmente a
scarichi diretti a lago oppure a riduzione
negli strati profondi. Nel caso dell’Iseo il
collettamento pressoché completo degli
scarichi a lago si riflette in bassi valori in
superficie; tuttavia le acque profonde
(Montisola) raggiungono valori molto alti
(da 0,50 fino a 1,4 mg l-1), dato che ben si
correla alle condizioni di pesante anossia già
messe in evidenza.
In superficie le concentrazioni di azoto
ammoniacale sono solitamente prossime al
limite di rilevabilità, con valori fino ad un
massimo di 0,04 mg l-1 in novembre.
Le concentrazioni misurate di azoto nitroso
sono quasi sempre inferiori al limite di
rilevabilità di 5 µg l-1; valori di un certo
rilievo si osservano solo in superficie a
Castro (da 11 a 37 µg l-1) e molto elevati sul
fondo di Montisola in novembre.
La presenza costante di nitriti in superficie a
Castro richiama l’attenzione sulla presenza
dei principali affluenti (Oglio, Canale ex
Italsider e Borlezza) in prossimità della
stazione di campionamento.
I valori medi di azoto nitrico sono attorno a
0.6 mg l-1, con poca variabilità nei diversi
campionamenti. Va messa in evidenza la
deplezione dei nitrati sul fondo di Montisola,
da giugno sempre inferiori ai limiti di
rilevabilità, indice di condizione
pesantemente anossica.
La media annuale dell’azoto totale è attorno ad 1 mg l-1.
Azoto nitroso Montisola 2007
0
20
40
60
80
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Azoto nitrico Castro 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
fondo
Azoto nitroso Castro 2007
0
4
8
12
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
fondo
Azoto nitroso Predore 2007
0
8
16
24
32
40
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
0 m
25 m
50 m
fondo
Azoto nitrico Predore 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg
L-1
0 m
25 m
50 m
fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
118
Azoto nitrico Montisola 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Silice
La media ponderata su tutta la colonna presenta valori più elevati nelle stazioni più profonde, dato l’utilizzo da parte delle alghe negli strati superficiali. Il valore medio delle acque profonde (Montisola, profondità pari o superiore a 100m) è di 3.1 mg l-1 di SiO2.
Il valore medio delle acque profonde (Montisola,
profondità pari o superiore a 100m) è di 3.1 mg l-
1 di SiO2.
Azoto totale Montisola 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Azoto totale Castro 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L-1
0 m
25 m
50 m
100 m
fondo
Azoto ammoniacale Montisola 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Azoto totale Predore 2007
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
fondo
Silice Montisola 2007
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
200 m
fondo
Silice Castro 2007
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
100 m
fondoSilice Predore 2007
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
21/3 12/6 7/8 13/11
mg L
-1
0 m
25 m
50 m
fondo
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
LE TORBIERE DEL SEBINO
ARPA Lombardia - Dipartimento di Brescia
TORBIERE D'ISEO
SCALA 1:10000
0 100 200 300 400 500 metri
PUNTI DI CAMPIONAMENTO
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
120
Superficie Superficie Fondo Superficie Superficie Fondo Superficie Superficie Fondo Superficie Fondo22-nov-06 23-giu-07 23-giu-07 22-nov-06 23-giu-07 23-giu-07 22-nov-06 23-giu-07 23-giu-07 03-lug-06 03-lug-06
pH
Temperatura(°C)Conducibilità µS/cm (20°C)Ossigeno disciolto mg/LOssigeno disciolto % saturazioneAlcalinità mg/L Ca(HCO3) 2
Azoto totale mg/L Azoto nitrico mg/L Azoto nitroso µg/L Azoto ammoniacale mg/LOrtfosfatiµg/L PFosforo totale µg/L PClorofilla a µg/LSilice reattivamg/LBOD5
mg/LCOD mg/LSolidi sospesi mg/LDurezza mg/l CaCO3Alluminioµg/lFerro µg/lZincoµg/lRame µg/lManganeseµg/lNichel µg/lPiombo µg/lCadmio µg/lMercurio µg/lArsenico µg/l
LAME 3 LAMETTE A
10,5
8,2 7,8
LAME 1 LAME 2
7,7
10,3 23,2 23,8 25,0 24,7 11,3 22,4 25,3 27,1 27,1
468 301 296 472 328 322 430 274 274 601 601
9,9 5,3 4,5 10,9 7,2 6,7 8,2 7,5 8,4 9,1 9,1
88,1 61,5 53,8 97,8 88,3 82,5 74,8 92,9 103,3 114,0 114,0
122,0 181,8 203,1 122,0 209,9 208,0 122,0 175,7 157,4 146,4 170,8
n.d. 1,8 2,2 n.d. 1,7 1,8 n.d. 1,5 1,7 1,8 1,8
n.d. <0,2 <0,2 n.d. <0,2 <0,2 n.d. <0,2 <0,2 0,3 0,1
20,0 <10 <10 <20 <10 <10 <20 <10 <10 12,0 7,0
<0,03 0,10 0,11 0,04 0,18 0,19 0,04 <0,02 0,04 <0,03 0,07
70 <10 <10 70 <10 <10 90 <10 <10 86 64
200 52 59 150 33 36 250 18 20 160 120
3,6 26,2 5,3 21,5 3,0 3,5 5,6
<0,5 2,7 3,6 0,1 2,5 3,4 <0,5 <0,5 <0,5 0,1 0,1
6,0 3,3 <3 8,0 3,1 <3 <3 <3 <3 8,0 10,0
9,0 11,2 12,3 11,7 10,9 12,8 6,3 <5 <5 11,0 13,7
3,2 33,0 28,0 4,0 13,0 37,0 12,0 9,0 10,0 2,0 6,0
157 162 165 160 150181 188 163
11,0 5,0 8,7 9,2 21,0 23,0
13,0 5,0 <5 <5 <5 5,3
<5 <5 <5 <5 6,2 <5
<5 <5 <5 <5 <5 <5
<5 <5 <5 <5 <5 <5
<5 <5 <5 <5 <5 <5
<5 <5 <5 <5 <5 <5
<2 <2 <2 <2 <2 <2
<0,5<0,5 <0,5
<5 <5
<0,5
7,8
<5 <5<5 <5
<0,5 <0,5
8,3 8,6 8,08,0 8,0 7,8 8,2
Fosforo nelle acque superficialiTorbiere del Sebino - 2006/2007
0
75
150
225
Luglio 06 Novembre 06 Giugno 07
P (µ
g/l)
LAME 1 LAME 2 LAME 3 LAMETTE A
Ortofosfati nelle acque superficialiTorbiere del Sebino - 2006/2007
0
75
150
225
Luglio 06 Novembre 06 Giugno 07
P (µ
g/l)
LAME 1 LAME 2 LAME 3 LAMETTE A
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
121
Le Torbiere del Sebino sono suddivise tra i comuni di Provaglio d’Iseo, Iseo ed in minima
parte Corte Franca.
Dal punto di vista naturalistico la riserva naturale è la zona umida più importante per
estensione e significato ecologico della provincia di Brescia; rappresenta un ambiente unico
nel panorama lacustre dei grandi laghi subalpini.
Durante il biennio di studio sono stati eseguiti campionamenti sia sulla matrice acqua sia sui
sedimenti in quattro punti all’interno della riserva naturale.
In campo sono stati misurati parametri chimico-fisici quali temperatura dell’acqua, pH, ossigeno
disciolto (mg l-1 e % di saturazione), in laboratorio sono state eseguite sulle acque analisi di
base (tabella 10 allegato 1 del D.Lgs.152/99), determinazione delle specie fitoplanctoniche,
conteggio e calcolo del biovolume algale, analisi dei metalli pesanti e di ecotossicità sui
sedimenti.
La concentrazione di fosforo totale nelle acque delle Torbiere è in media più elevata rispetto
alle concentrazioni misurate nelle tre stazioni del lago. Il valore medio della concentrazione di
fosforo nelle Lame è intorno a 200 µg l-1 a novembre 2006, mentre a giugno 2007 il valore
medio è intorno a 34 µg l-1.
La concentrazione di ortofosfato, frazione direttamente utilizzabile dal fitoplancton, è circa il
35-40% della concentrazione di fosforo totale nelle Lame, mentre nelle Lamette la
percentuale di ortofosfato sale a circa il 55% del valore di fosforo totale.
La chimica delle acque delle Torbiere e l’elevata variabilità dei parametri misurati sono legati
alla stagionalità e alle peculiarità di questo particolare ambiente di acque basse e stagnanti,
che si conferma estremamente vulnerabile e poco resistente a perturbazioni esterne.
Popolamento algale
L’analisi quali-quantitativa della comunità fitoplanctonica condotta tra il 2006 e il 2007 mette
in luce una notevole densità algale ed un’ampia diversità di specie.
Nel complesso si
sono individuate
ben 9 divisioni
algali per ogni
punto campionato,
con un numero
massimo totale di
77 unità
sistematiche
censite nella
stazione di LAME
2.
La classe con il
maggior numero di
taxa è rappresenta
dalle Chlorophyta
che sono costituite
da un minimo di 15 unità tassonomiche per le Lamette a un massimo di 31 in LAME 2, segue
la classe Cyanobacteria che arriva a ben 17 unità nella stazione di LAME 1.
GRUPPI ALGALI TORBIERE 2006-2007
9
17 16
4
15
25
31
19
3 5 6 42 3 4 42 1 256 7 9
23 3 3 426 4 22 2 1
42
69
77
45
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
LAMETTE LAME 1 LAME 2 LAME 3
Num
ero
Uni
tà S
iste
mat
iche
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTA
CRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE EUGLENOPHYCEAE
XANTHOPHYCEAE Unità sistematiche totali
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
122
Sia i Cyanobacteria che le Chlorophyta sono rappresentate generalmente da specie di
dimensioni modeste che non riescono ad incidere in modo preponderante sul biovolume
totale, nonostante l’elevata densità.
Le Bacillariophyceae, a fronte di alti valori di biovolume riscontrati in particolare nel mese di
novembre 2006, sono invece caratterizzate da valori inferiori di densità e risultano
rappresentate da un numero modesto di taxa, oscilla tra minimo di 2 in LAME 3 a un
massimo di 9 per LAME 2.
Nella tabella seguente sono elencate le specie rinvenute tra il 2006 e il 2007 nella stazione
con maggiore biodiversità, LAME 2.
Torbiere del SebinoBiovolume algale e Clorofilla a - 2006/2007
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
7.000
8.000
9.000
Lamette A Lame 1 Lame 2 Lame 3 Lame 1 Lame 2 Lame 3
mm
3 / m
3
0
5
10
15
20
25
30
35
µg/l
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYSOPHYCEAE
CRYPTOPHYTA BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE EUGLENOPHYCEAE
HETEROKONTAE CLOROFILLA
Luglio 2006 Novembre 2006 Giugno 2007
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
123
TORBIERE DEL SEBINO - LAME 2 - 2006-2007
Elenco delle specie fitoplanctoniche identificate
Cyanobacteria Conjugatophyceae
Aphanizomenon/anabaena Closterium pronum
Chroococcus sp. Cosmarium bioculatum
Coelosphaerium kuetzingianum Cosmarium sp.
Jaaginema geminata Mougeotia sp.
Limnothrix redekei Staurastrum sp.
Merismopedia punctata
Merismopedia tenuissima Crysophyceae
Microcystis aeruginosa Dinobryon sociale
Microcystis flos-acquae Synura sp.
Microcystis sp.
Microcystis wesenbergi Cryptophyta
Oscillatoria limnetica Cryptomonas erosa
Planktolyngbya limnetica Cryptomonas marssonii
Snowella sp. Cryptomonas ovata
Woronichinia naegeliana Rhodomonas minuta
Woronichinia sp.
Bacillariophyceae
Chlorophyta Achnanthes catenata
Actinastrum hantzschii Asterionella formosa
Ankistrodesmus falcatus Aulacoseira granulata
Chlamydomonas sp. Aulacoseira italica
Chlorella sp. Cocconeis sp.
Chodatella armata Cyclotella sp.
Coelastrum astroideum Nitzschia sp..
Crucigenia fenestrata Surirella linearis
Crucigeniella pulcra Synedra acus
Dictyosphaerium ehrembergianum
Kirchneriella obesa Dinophyceae
Monoraphidium contortum Ceratium hirundinella
Monoraphidium griffithii Peridinium umbonatum var. elpatiewskyi
Nephrochlamys subsolitaria Peridinium willei
Pediastrum boryanum
Pediastrum duplex Euglenophyceae
Pediastrum symplex Euglena acus
Pediastrum tetras Phacus pirum
Scenedesmus acuminatus Phacus tortus
Scenedesmus acutus Phacus sp.
Scenedesmus armatus
Scenedesmus platydiscus Xanthophyceae
Scenedesmus quadricauda Centritractus sp.
Selenastrum bibraianum Ophiocytium capitatum
Sphaerocystis schroeterii
Tetraedron caudatum
Tetraedron limneticum
Tetraedron minimum
Tetraedron muticum
Tetraedron regolare
Tetraetron incus
Tetrastrum triangulare
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
124
INDAGINI SU SEDIMENTI
Concentrazioni in mg Kg-1 di sostanza secca
* % inibizione luminescenza ° % mortalità e/o immobilizzazione
Analisi dei sedimenti Lago d'Iseo e Torbiere del Sebino - 2006
0
50
100
150
200
250
300
Castromar-06
Monteisolamar-06
Predoremar-06
Castronov-06
Monteisolanov-06
Predorenov-06
Lame 1nov-06
Lamette Anov-06
mg/
Kg
SS
NICHEL
RAME
ZINCO
CROMO totale
Limiti:D.Lgs 152/06
allegato 5 Tab.1Zona A
361
Cu - Ni
Zn - Cr
Lamette A Lame 115-mar-06 21-nov-06 15-mar-06 21-nov-06 20-mar-06 21-nov-06 03-lug-06 22-nov-06
C org (%) 8,7 10,6 6,7 C org (%) 69,6 22,9pH 7,2 7 7,1 pH 7 7,3Co 1,3 1,1 0,8 Co <1 10Cr Tot 8,6 2,6 3 2,7 3 3,3 Cr Tot 33,4 31,5Hg 0,022 0 0,01 0 0,01 0 Hg 1,3 0,2Ni 7,2 3,9 3,3 4,6 2,3 4,1 Ni 31,3 36Pb 7,3 2,3 6,1 4,1 7,5 7 Pb <1 21Cu Tot 9,3 4,8 4,6 4,8 4,9 7,4 Cu Tot 360,9 36,4Zn 31,8 11,3 26,4 13,7 28,5 32,6 Zn 33,4 55Fe 8746,5 2428,7 2184 1817,6 1237,5 1610,4 Fe 210,7 18287,3Mn 142,1 48,2 157,6 137,2 28,5 39,4 Mn 50,1 588,3Mo 1,1 1,8 1,4 Mo <1 14,1Al 1811,3 1842,7 1768,4Sb <0,1 <0,1 <0,1As 0,1 0,1 0,1Be 1,2 1,1 1Cd <0,1 <0,1 0,1 <0,1 0,2 0,1 Ca 98056,7 37219,2Se <0,2 <0,2 <0,2 Na 1251,8 519,8Sn <0,1 <0,1 <0,1 K 6509,3 5718Tl <0,1 <0,1 <0,1B 1,5 0,9 0,2Ba 43,2 22,6 20,9P 49,3 45,9 26,4PCB 0,005 <0,001 0,009 <0,001 0,027 <0,001Lumistox* 0 21,5 0 0 Lumistox* 0 0Daphnia magna° 0 0 0 0 Daphnia magna° 0 0
TORBIERE del SEBINO
LAGO ISEO Monte Isola Pisogne - PredoreIseo - Castro
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
125
I valori riportati nei grafici si riferiscono a campionamenti effettuati: sul sedimento di fondo
nelle tre stazioni lacustri. Il campione “LAMETTE A” è stato prelevato da barca nel punto
indicato in cartina, al centro dello specchio d’acqua; il punto “LAME 1” è costituito da fango
prelevato a ridosso della riva.
I campioni sono stati prelevati mediante benna tipo Ekmann-Birge.
I grafici su esposti evidenziano una contaminazione dei sedimenti prelevati nelle Torbiere che
presenta valori notevolmente più elevati di quelli misurati sui sedimenti lacustri; in particolare
per quanto concerne la presenza di metalli.
La concentrazione di rame nei sedimenti delle Lamette (punto “LAMETTE A”) supera i limiti di
legge della tabella 1 dell’allegato 5 del D.Lgs 152/2006, riferiti alla destinazione d’uso “verde
pubblico”. In assenza di limiti di legge definiti per i sedimenti lacustri, si è scelto di indicare i
limiti più restrittivi.
Zinco, nichel e cromo totale sono presenti in concentrazioni di un certo rilievo.
Si rilevano concentrazioni significative di mercurio (LAMETTE A: 1.3 mg Kg-1), anche
eccedenti i limiti della tabella di legge sopra citata.
Per comprendere l’impatto ambientale, la distribuzione e le origini di tali contaminazioni sono
auspicabili ulteriori indagini di dettaglio.
Analisi dei sedimenti Lago d'Iseo e Torbiere del Sebino - 2006
0
0,25
0,5
0,75
1
1,25
1,5
Castromar-06
Monteisolamar-06
Predoremar-06
Castronov-06
Monteisolanov-06
Predorenov-06
Lame 1nov-06
Lamette Anov-06
mg/
Kg
SS
MERCURIO
Limi te:D.Lgs 152/06
allegato 5Tab.1Zona A
1,3
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
126
La tabella che segue indica i valori di SEL (Stato Ecologico del Lago) nei diversi anni di
monitoraggio.
anno Castro Montisola Predore
2003 3 3 4
2004 4 5 3
2005 3 4 3
2006 4 4 4
2007 4 3 3
La qualità delle acque del lago non raggiungono mai valori elevati, ma si mantengono quasi
costantemente tra la classe sufficiente (SEL 3) e la classe scadente (SEL 4). Solo nel 2004
nella stazione di Montisola si raggiunge lo stato di pessimo (SEL 5).
Negli ultimi anni la qualità delle acque del lago è stazionaria; in ben due stazioni (Montisola e
Predore) però nel 2007 la qualità sta migliorando con valori che si attestano su SEL 3
corrispondente allo stato di sufficiente. Non sono ben note le cause che hanno portato a
questa situazione, ma sicuramente hanno contribuito il collettamento delle acque reflue di
gran parte dei paesi rivieraschi, il rimescolamento completo delle acque del lago del 2005 e
2006 e, soprattutto, una maggior attenzione dell’uomo nella salvaguardare un bene collettivo
tanto amato anche dai turisti.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
127
EVENTI PARTICOLARI
Il Programma di uso e tutela delle acque (PTUA) approvato dalla Giunta Regionale con la
DGR n°7/19359 del 12/11/2004 prevede per il lago d’Iseo il raggiungimento di una
concentrazione media di fosforo di 16 µg l-1 entro il 2018. La concentrazione tuttavia si è
spostata dai 40 µg l-1 stimati nel 2004 agli attuali circa 60 µg l-1.
Va osservato che in sede di PTUA, per la stima del raggiungimento dell’obiettivo, il Lago
d’Iseo era stato considerato come meromittico, ipotesi poi smentita dalle due circolazioni
verificatesi nel 2005 e nel 2006. L’allegato 16 alla relazione generale a tal proposito recita
(pag. 59): “Se nel lago si dovesse completare l’omogeneizzazione verticale, il raggiungimento
dello stato buono sarebbe manifestatamente impossibile da soddisfare nei tempi indicati”.
L’impegno di ARPA è teso a verificare, dall’analisi dei dati raccolti sul campo, sia le dinamiche
di circolazione della massa d’acqua che le risposte dell’ecosistema lacustre agli eventi di
circolazione. A titolo di esempio si riportano di seguito i grafici dei profili della temperatura, della
concentrazione di ossigeno e della conducibilità elaborati dalla sonda multiparametrica nelle
tre stazioni di monitoraggio. I grafici, ottenuti nelle uscite del marzo 2006, evidenziano con
chiarezza la distribuzione uniforme su tutta la colonna, anche nella stazione più profonda, dei
parametri considerati.
Si è così potuto verificare direttamente sul campo l’evento di circolazione profonda.
PREDORE (70m) MONTE ISOLA – TAVERNOLA (245m) CASTRO (110m)
MARZO 2006 Un evento di piena circolazione viene registrato dai sensori della sonda multiparametrica in tutte e 3 le stazioni di monitoraggio.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
128
Quali sono le risposte del lago agli eventi di circolazione?
Dal grafico proposto, nel quale si espongono i valori della percentuale di saturazione di
ossigeno sul fondo nella stazione di massima profondità nel quinquennio 2002-2007, si nota
come fino all’evento di circolazione del 2005 fosse presente anossia completa (percentuale di
ossigeno: 0%). La discesa di acque ossigenate che si verifica con la circolazione del 2005
provoca un immediato innalzamento della concentrazione fino ad oltre il 50%; l’ulteriore
ossigenazione del 2006 fa raggiungere una percentuale del 60% circa.
Desta interesse la rapidità con cui la percentuale di ossigeno delle acque in prossimità del
fondo scende nel tempo, fino a far registrare una percentuale attorno al 7% (pari a meno di
1 ppm) nei mesi di agosto e settembre 2006.
Considerando che questo calo si verifica in modo non omogeneo, essendo localizzato negli
strati più prossimi al fondo (ultimi metri), e che sembra accompagnato da un lieve aumento
di temperatura e salinità, è ora di massimo interesse la studio dell’interfaccia acqua-
sedimento.
ARPA si muove in tal senso con l’esecuzione di analisi sui sedimenti lacustri e con
l’attivazione di un nuovo progetto che prevede tra l’altro l’analisi dei macroinvertebrati
bentonici.
Percentuale di saturazione di ossigeno sul fondoStazione di Montisola2002/2007
0
10
20
30
40
50
60
lug-
02
set-
02
dic-
02
feb-
03
apr-
03
giu-
03
ago-
03
ott-
03
dic-
03
feb-
04
apr-
04
giu-
04
ago-
04
ott-
04
dic-
04
feb-
05
apr-
05
giu-
05
ago-
05
ott-
05
dic-
05
feb-
06
apr-
06
giu-
06
ago-
06
ott-
06
dic-
06
feb-
07
mag
-07
lug-
07
% O
2
Eventi di circolazione 2005 e 2006
LAGO D'ISEO INTERFACCIA ACQUA/SEDIMENTO E RUOLO DELLA CIRCOLAZIONE
Quali scenari possibili?
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
129
CONCLUSIONI
Lo studio idrobiologico del lago d’Iseo e dei suoi affluenti principali, ad integrazione della rete
di monitoraggio regionale, ha portato alla raccolta di dati di significativa importanza che
descrivono lo stato evolutivo delle dinamiche inerenti l’ecosistema lacustre.
Nel 2005, e successivamente nel 2006, sono stati registrati due eventi di piena circolazione
delle acque della colonna nel punto di massima profondità (stazione di Monteisola -
Tavernola). In questa stazione, episodi di completa circolazione non si sono più verificati
dalla metà degli anni ’80 e dal 1994 è stata registrata anossia al di sotto dei 200 m. Pertanto
il lago d’Iseo, considerato dalla letteratura scientifica avviato verso la meromissia, in realtà
ha mostrato la tipica dinamica di circolazione dei grandi laghi profondi della fascia subalpina.
Nel 2007 nessuna delle tre stazioni di monitoraggio è stata interessata dalla completa
circolazione delle acque; in particolar modo nemmeno la colonna meno profonda della
stazione meridionale ha raggiunto l’isotermia ed il rimescolamento su tutta la colonna. La
mancanza di tale evento, documentato in questa stazione ogni anno fin dal 1978, è da
imputare alle temperature miti dell’inverno 2006/2007.
Desta interesse la rapidità con cui gli strati più profondi hanno raggiunto uno stato di anossia
dopo due soli anni dalla piena circolazione.
E’ noto come la dinamica delle successioni fitoplanctoniche annuali sia legata ad una
concomitanza di fattori climatici, fisico-chimici e biologici i cui meccanismi d’interazione non
sono ancora stati completamente spiegati. In quest’ottica il fitoplancton si rivela un utile
strumento d’indagine dell’ecosistema lacustre.
Ad ogni modo l’analisi della comunità algale del lago d’Iseo nell’ultimo triennio non ha
evidenziato una immediata correlazione tra eventi di circolazione completa della colonna
d’acqua e sviluppo di eventuali fioriture algali in seguito alla disponibilità di nutrienti rimessi
in circolo. Nel 2005 e nel 2006 l’accresciuta disponibilità di fosforo, considerato elemento
limitante nello sviluppo algale, in seguito alla sua mobilitazione dagli strati profondi verso la
zona fotica, non ha originato visibili fenomeni di proliferazione della componente
fitoplanctonica. Viceversa il 2004 è stato interessato da fioriture della specie potenzialmente
tossica Anabaena flos-aquae (Cyanobacteria) su tutta la superficie del lago.
Le Torbiere del Sebino, dato il loro particolare habitat,,si confermano un ambiente
estremamente vulnerabile agli impatti antropici. Le analisi chimiche condotte sulla colonna
d’acqua evidenziano la presenza di nutrienti in concentrazione decisamente superiori rispetto
al lago d’Iseo.
Una preliminare ricerca sui sedimenti ha evidenziato contaminazione da metalli al di sopra
dei limiti del D.Lgs.152/06, Allegato 5 Tabella 1 Zona A, in particolare mercurio e rame.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
130
9. INDAGINI SULL’AMBIENTE PELAGICO
9.1 POPOLAMENTI PLANCTONICI
9.1.1 INDAGINI SUL FITOPLANCTON
Nelle tre stazioni considerate, Monte Isola-Tavernola, Pisogne-Castro e Iseo-Predore, tra
gennaio 2006 e settembre 2007 sono stati effettuati con frequenza mensile sopralluoghi con
prelevamento di campioni d’acqua nello strato 0-20 m.
I campioni sono stati analizzati in laboratorio per i conteggi, l’identificazione delle specie e il
calcolo della biomassa (biovolume) utilizzando tecniche già utilizzate in passato per l’analisi
quali–quantitativa della componente fitoplanctonica del lago.
Per la determinazione della clorofilla a
si è seguita la metodica di estrazione
e lettura spettrometrica.
Il numero totale dei taxa censiti è di
59 unità, appartenenti a sette
divisioni; di queste alcune compaiono
solo sporadicamente e con un numero
esiguo di individui, mentre altre sono
presenti in quasi tutti i mesi e
risultano abbondanti tanto da incidere
in modo preponderante sul valore del
biovolume.
A titolo di sintesi dei dati raccolti, si sono analizzati i campionamenti effettuati mese per mese
per evidenziare quali gruppi algali costituiscano, da soli, almeno l’ottanta per cento del
biovolume complessivo.
Il numero di taxa che nel corso di un anno sono stati presenti almeno una volta tra i
dominanti, sono conteggiati nella tabella a seguire come “specie dominanti”. I “gruppi algali”
del grafico corrispondono al numero totale di specie determinate.
Come si può notare, il numero di specie non è molto elevato (max 60 nel corso di un anno
intero); in particolare quelle dominanti sono all’incirca una ventina, ad indicare una
complessiva ripetitività del popolamento fitoplanctonico.
Nel primo periodo d’indagine (gennaio-dicembre 2006) l’andamento della densità totale nelle
tre stazioni campionate risulta simile: valori bassi sono stati rilevati nei mesi invernali con un
minimo simultaneo a febbraio 2006, mentre valori massimi si ritrovano nella stagione estiva
ed invernale.
Tra gennaio e marzo la densità totale si presenta di modesta entità e risulta costituita in
particolare dal taxon dei Cyanobacteria, rappresentati quasi esclusivamente dal complesso
Planktothrix agardhii/rubescens.
Ad aprile il contributo dei Cyanobacteria diminuisce, ed il lieve aumento dei valori di densità
totale è dovuto ad altri gruppi algali, quali Bacillariophyceae, Chlorophyta e Cryptophyta.
I tre mesi successivi (da maggio a luglio) sono caratterizzati dai massimi valori di densità
totale su cui torna ad essere basilare il contributo dei Cyanobacteria; tra agosto e settembre
Monteisola-Tavernola Gruppi algali dominanti 2003/2007
0
10
20
30
40
50
60
70
2003 2004 2005 2006 2007
gruppi algali specie dominanti
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
131
la densità di tale gruppo algale diminuisce notevolmente, con un aumento delle Chlorophyta
e delle Conjugatophyceae.
Infine nei mesi di novembre e dicembre si riscontrano valori simili al periodo estivo grazie al
contributo dei Cyanobacteria.
Diversa la situazione a livello di biovolume totale su cui incidono maggiormente i taxa delle
Bacillariophyceae e delle Conjugatophyceae, presenti con un minor numero di cellule per litro
rispetto a quelle dei Cyanobacteria, ma caratterizzati da valori maggiori di biovolume delle
singole cellule.
Si nota una massiccia presenza delle Bacillariophyceae, in particolare nei mesi invernali e
primaverili: tra gennaio e febbraio domina la specie Tabellaria fenestrata, tra marzo e aprile
Aulacoseira spp., mentre a maggio prende il sopravvento Fragilaria crotonensis.
A partire dal mese di giugno, le Bacillariophyceae subiscono una forte calo che si ripercuote
sui valori di biovolume totale, in cui si fa predominante il contributo in primo luogo dei
Cyanobacteria e secondariamente delle Conjugatophyceae.
Il mese di agosto si distingue per il massimo valore di biovolume totale registrato
contemporaneamente nelle tre le stazioni, favorito dal taxon delle Conjugatophyceae che,
grazie all’apporto del genere Mougeotia, raggiunge quasi il 90% del totale.
Nel mese successivo si osserva il crollo del biovolume totale, mentre tra novembre e
dicembre, così come evidenziato a livello di densità totale, è stato registrato un nuovo
aumento grazie all’apporto fornito dai Cyanobacteria.
Nel secondo periodo d’indagine compreso tra gennaio e settembre 2007 la densità totale
mostra un tipico andamento con valori moderati nei mesi invernali a cui segue un forte calo
in primavera ed una successiva ripresa tra luglio ed agosto, mesi nei quali si registrano i
valori massimi dell’intero periodo di studio per il contributo fornito dai Cyanobacteria.
Tale gruppo algale incide notevolmente sulle oscillazioni stagionali della densità totale, grazie
all’apporto fornito dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens nella stagione invernale e
dalle specie Planktolyngbya limnetica e Microcystis aeruginosa nei mesi di luglio ed agosto.
L’andamento del biovolume totale appare inverso rispetto a quello della densità totale: bassi
valori si registrano nei primi mesi dell’anno, mentre nella stagione primaverile aumentano
fino a raggiungere i valori più alti dell’intero anno, per poi nuovamente calare nel periodo
tardo estivo.
I gruppi algali che maggiormente influiscono sul biovolume totale sono i Cyanobacteria e le
Bacillariophyceae tra gennaio e aprile, le Conjugatophyceae e Chlorophyta nei mesi di
maggio e giugno, mentre a partire da luglio torna ad essere importante il contributo fornito
dai Cyanobacteria. Le Dinophyceae dominano nel mese di settembre quando grazie alla
specie Ceratium hirundinella raggiungono quasi il 50% della biomassa.
9.1.2 Struttura dei popolamenti
Stazione di Monteisola-Tavernola
La densità algale totale misurata tra gennaio e dicembre 2006 mostra bassi valori nei mesi
invernali con un minimo a febbraio (2.350.000 cell l-1), mentre i valori più alti sono inerenti
alla stagione estiva e tardo autunnale con massimi nei mesi di maggio (17.220.000 cell l-1) e
novembre (17.670.000 cell l-1).
Importante risulta il contributo fornito dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens,
appartenente al taxon dei Cyanobacteria, che domina in tutti i mesi campionati eccetto ad
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
132
aprile e agosto quando prendono il sopravvento rispettivamente i taxa delle
Bacillariophyceae, Chlorophyta e Coniugatophyceae.
Tra gennaio e settembre 2007 il valore minimo di densità, pari a 5.610.000 cell l-1, è stato
misurato ad aprile, mentre il massimo di 37.300.000 cell l-1 a luglio.
Preponderante, per ogni mese campionato, risulta il contributo dei Cyanobacteria,
rappresentati in gran parte dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens nel periodo
invernale e dalle specie Microcystis aeruginosa e Planktolyngbya limnetica nei mesi di luglio
ed agosto.
Stazione di Pisogne-Castro
Nel 2006 la densità algale totale è caratterizzata da valori bassi tra gennaio e aprile con un
minimo a febbraio di 3.070.000 cell l-1, e due picchi misurati nei mesi di luglio e dicembre di
rispettivamente 14.270.000 cell l-1 e 21.280.000 cell l-1.
I Cyanobacteria, costituiti essenzialmente dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens,
rappresentano il taxon dominante per ogni mese campionato, eccetto ad aprile ed agosto,
ove prendono il sopravvento rispettivamente le Cryptophyta e le Conjugatophyceae.
Nel 2007 la densità totale presenta un andamento simile all’anno precedente, ma con valori
assoluti mediamente più alti. Ad agosto è stato misurato il valore massimo dell’intero periodo
Lago Iseo 2006-07 - Stazione di Monteisola-Tavernol a- Densità
-
5.000.000
10.000.000
15.000.000
20.000.000
25.000.000
30.000.000
35.000.000
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
ott-06
nov-06
dic-06
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
set-07
cellu
le l
-1
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTACRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE
Lago Iseo 2006-07 - Stazione Pisogne-Castro - Densi tà
-
5.000.000
10.000.000
15.000.000
20.000.000
25.000.000
30.000.000
35.000.000
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
o tt-06
nov-06
dic-06
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
set-07
cellu
le l
-1
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTACRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
133
di studio pari a 3.140.000 cell l-1, grazie alla massiccia presenza del taxon dei Cyanobacteria
e in particolare delle specie Microcystis aeruginosa e Planktolyngbya limnetica.
Stazione di Iseo-Predore
Come nelle stazioni precedenti, nel 2006 i valori di densità algale totale mostrano un
andamento tipico con valori inferiori nei mesi invernali e un minimo registrato a febbraio pari
a 2.760.000 cell l-1.
La densità totale tende poi ad aumentare nei mesi successivi fino a raggiungere il valore
massimo di 16.560.000 cell l-1 a giugno costituito per ben il 92% dal taxon dei
Cyanobacteria, che rappresenta il gruppo algale dominante per ogni mese campionato,
eccetto ad agosto.
Tra luglio e settembre i valori di densità totale calano in modo graduale e varia la
composizione algale: diminuisce l’apporto dei Cyanobacteria, mentre si registra un
simultaneo aumento delle Chlorophyta e delle Conjugatophyceae. In particolare, quest’ultime
dominano ad agosto, grazie al contributo del genere Mougeotia.
A partire dal mese di novembre torna ad essere importante il contributo dei Cyanobacteria
che incidono sull’ aumento dei valori di densità totale.
Il taxon dei Cyanobacteria rappresenta, anche per tutto il 2007, il gruppo algale dominante a
livello di densità totale per ogni mese eccetto a giugno, quando prendono il sopravvento le
Chlorophyta. I massimi valori di densità sono inerenti agli ultimi tre mesi oggetto di studio
con un picco di 28.080.000 cell l-1 misurato a luglio e rappresentato in massima parte dai
Cyanobacteria ed in particolare, come nelle stazioni precedenti, dalle specie Microcystis
aeruginosa e Planktolyngbya limnetica.
9.1.3 Variazioni della Biomassa
Stazione di Monteisola-Tavernola
Nel mese di agosto 2006 è stato misurato il valore più alto di biovolume, relativo al primo
anno d’indagine, pari a 4.250 mm m-3, mentre il minimo è stato rilevato nel mese di marzo
(430 mm m-3), con media annua di 2.300 mm m-3
In termini di biovolume i taxa più rappresentati sono:
Bacillariophyceae, Cyanobacteria e Conjugatophyceae.
Lago Iseo 2006-07 - Stazione di Iseo-Predore - Dens ità
-
5.000.000
10.000.000
15.000.000
20.000.000
25.000.000
30.000.000
35.000.000
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
ott-06
nov-06
dic-06
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
set-07
cellu
le l
-1
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTACRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
134
I primi dominano a gennaio, febbraio e aprile, mese in cui raggiungono il valore massimo di
2.880 mm m-3, grazie all’apporto fornito dalla specie Aulacoseira italica che da sola misura
ben 2.280 mm m-3.
Il forte amento di biovolume delle Bacillariophyceae in questo periodo dell’anno è stato
probabilmente favorito dalla maggiore disponibilità di nutrienti (fosforo ed azoto) nello strato
epilimnico a causa della circolazione delle colonna d’acqua verificatesi tra febbraio e marzo.
Importante è anche la maggiore disponibilità di silice, essenziale per la formazione dei
frustoli delle Bacillariophyceae.
Tale situazione è evidenziata
dal grafico che mette in
relazione la concentrazione di
silice reattiva misurata nel
2006 con il biovolume delle
Bacillariophyceae.
Le Conjugatophyceae risultano
presenti tutto l’anno, ma nei
mesi tardo estivi costituiscono
il taxon principale, in
particolare nel mese di agosto
raggiungono il valore massimo
di 3.770 mm m-3, per il contributo fornito dal genere Mougeotia.
In questo mese si sono misurati bassi valori di silice reattiva e moderati valori di fosforo e ciò
conferma la capacità di Mougeotia sp. di svilupparsi in condizioni di basso rapporto Si/P.
Inoltre tale specie risulta favorita nei mesi estivi di massima stratificazione della colonna
d’acqua.
Infine i Cyanobacteria dominano nei restanti mesi con un picco pari 2.950 mm m-3 misurato
a novembre.
Nel secondo periodo di indagine il valore medio di biovolume totale è pari a 910 mm m-3, con
un minimo (490 mm m-3 ) registrato ad agosto ed un massimo (1.690 mm m-3 ) misurato a
maggio.
Tra gennaio ed aprile dominano i Cyanobacteria e le Bacillariophyceae, rappresentate in gran
parte dalle specie Aulacoseira spp. e Asterionella formosa.
A partire da maggio diminuisce il contributo fornito dalle Bacillariophyceae, mentre aumenta
quello di altri gruppi algali quali: Chlorophyta, Conjugatophyceae, Crysophyceae e
Dinophyceae.
Stazione di Pisogne - Castro
Tra gennaio e dicembre 2006 i valori più alti di biovolume totale sono stati misurati nei mesi
di agosto (4.000 mm m-3) e dicembre ( 4.120 mm m-3), mentre il minimo a marzo (580 mm
m-3), con una media annua pari a 2.020 mm m-3.
Le Bacillariophyceae dominano da gennaio a maggio, mese nel quale raggiungono il picco di
2.050 mm m-3, costituito per il 74% dalla specie Fragilaria crotonensis e dal 21% Tabellaria
fenestrata.
Nei due mesi successivi, prendono il sopravvento i Cyanobacteria, rappresentati
essenzialmente dal complesso Planktothrix agardhii/rubescens, mentre ad agosto e
Andamento biovolume Bacillariophyceae e Silice reat tiva Monteisola-Tavernola - 2006
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
gen-
06
feb-0
6
mar-0
6
apr-0
6
mag-0
6
giu-0
6
lug-06
ago-
06
set-0
6
nov-0
6
mm
m3
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
1,2
1,4
mg/
l
Bacillariophyceae Silice reattiva(epilimnio)
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
135
settembre dominano rispettivamente le Conjugatophyceae, con Mougeotia sp, e le
Dinophyceae, con la specie Ceratium hirundinella.
Infine nei mesi di novembre, ed in particolare a dicembre, il valore di biovolume totale
aumenta in modo consistente e torna ad essere importante il contributo fornito dai
Cyanobacteria.
Nel 2007 i valori di biovolume totale risultano tendenzialmente più bassi, è stata misurata
infatti una media annua quasi dimezzata (1.220 mm m-3) rispetto al periodo precedente. Il
valore massimo di biovolume pari a 4.030 mm m-3 è stato misurato a marzo, di cui 85%
rappresentato dalle Bacillariophyceae e in particolare dalla specie Aulacoseira spp.
Nel mese di settembre è stato misurato il valore di biovolume più basso in assoluto pari a
320 mm m-3.
Stazione di Iseo-Predore
Il valore più alto di biovolume totale del primo periodo d’indagine si è misurato ad agosto
(5.020 mm m-3) mentre il più basso a marzo (620 mm m-3). La media annua è pari a 2.100
mm m-3.
Tra gennaio e aprile le Bacillariophyceae rappresentano il gruppo algale dominante e
raggiungono il valore massimo di biovolume (1.980 mm m-3 ) nel mese di febbraio, grazie al
contributo della specie Tabellaria fenestrata che da sola misura ben 1804 mm m-3.
Nei tre mesi successivi i valori di biovolume mostrano una graduale flessione causata dal
minor apporto fornito dalle Bacillariophyceae; in compenso si nota un aumento del contributo
del taxon dei Cyanobacteria che dominano nei mesi di giugno e luglio.
In seguito il contributo dei diversi gruppi algali varia nuovamente: ad agosto prendono il
sopravvento le Conjugatophyceae, mentre a settembre le Dinophyceae.
Lago Iseo 2006-07 - Stazione Pisogne-Castro - Biovo lume
0
1000
2000
3000
4000
5000
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago -06
set-06
o tt-06
nov-06
dic-06
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
set-07
mm
3 /m
-3
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTA
CRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
136
Infine tra novembre e dicembre, come avviene a livello di biovolume totale, sono i
Cyanobacteria a rappresentare il gruppo algale dominante.
Diversa la situazione che si presenta nel 2007, la media annua è decisamente inferiore
rispetto al periodo precedente essendo pari a 780 mm m-3, con un massimo registrato a
maggio (1.490 mm m-3) e un minimo a settembre (360 mm m-3).
In conclusione dall’analisi quali-quantitativa della componente algale 2006-07 appare
evidente che nel secondo periodo d’indagine e per ogni stazione campionata, a fronte di un
leggero aumento della densità totale, si è verificata una sensibile riduzione della biomassa
totale.
Il lago d’Iseo fa parte dei grandi laghi profondi e, come tale, presenta una certa costanza nei
parametri chimico-fisici e ambientali; anche la successione della componente fitoplanctonica,
in gran parte influenzata dalle caratteristiche climatiche, appare ciclica e stabile.
La sostanziale variazione della biomassa tra un anno e l’altro dovrebbe pertanto essere
ricercata nella eventuale variazione delle caratteristiche trofiche del lago stesso.
L’inverno del 2005 è stato particolarmente rigido e ciò ha favorito il totale ricircolo delle
acque avvenuto a marzo 2006 anche nella stazione più profonda di Monte Isola - Tavernola,
con conseguente distribuzione dei nutrienti dall’ipolimnio all’epilimnio.
Per contro, l’inverno 2006 è stato caratterizzato da temperature miti che hanno comportato
una stratificazione
termica continua
della colonna con
un conseguente
mancato ricircolo
anche nella
stazione meno
profonda di Iseo-
Predore.
Da quanto sopra
esposto si
potrebbe
Lago Iseo 2006-07 - Stazione di Iseo-Predore - Biov olume
0
1.000
2.000
3.000
4.000
5.000
gen-06
feb-06
mar-06
apr-06
mag-06
giu-06
lug-06
ago-06
set-06
ott-06
nov-06
dic-06
gen-07
feb-07
mar-07
apr-07
mag-07
giu-07
lug-07
ago-07
set-07
mm
3 /m
-3
CYANOBACTERIA CHLOROPHYTA CONJUGATOPHYCEAE CRYPTOPHYTA
CRYSOPHYCEAE BACILLARIOPHYCEAE DINOPHYCEAE
Andamento gruppi algali dominatistazione di Monte Isola - Tavernola 2006/2007
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
3500
4000
gen-
06
feb-
06
mar
-06
apr-
06
mag
-06
giu-
06
lug-
06
ago-
06
set-
06
ott-
06
nov-
06
dic-
06
gen-
07
feb-
07
mar
-07
apr-
07
mag
-07
giu-
07
lug-
07
ago-
07
set-
07
Planktothrix agardhii/rubescens Tabellaria fenestrata Fragilaria crotonensis Mougeotia sp.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
137
ipotizzare una relazione tra il rimescolamento completo delle acque e gli alti valori di
biomassa, verosimilmente grazie alla maggiore disponibilità di nutrenti algali mobilitati dagli
strati più profondi e resi disponibili negli strati eufotici.
Nel complesso tra gennaio e settembre 2007 è assente un singolo gruppo algale nettamente
dominante in grado di raggiungere almeno l’80% della biomassa totale, eccetto per la
stazione di Pisogne - Castro a marzo, dove le Bacillariophyceae arrivano all’85% del
biovolume totale di cui il 75% fornito dalla specie Aulacoseira spp.
Inoltre, come evidenzia il grafico, mancano i picchi di biovolume delle specie Fragilaria
crotonensis, Tabellaria fenestrata, Mougeotia sp. e del complesso Planktothrix
agardhii/rubescens riscontranti nel periodo d’indagine precedente.
I dati raccolti sulla componente fitoplanctonica hanno messo in evidenza la presenza
costante e con valori di biovolume importanti di Planktothrix agardhii/rubescens e Mougeotia
sp. per quasi tutti i campionamenti.
I Cyanobacteria sono presenti durante tutto l’anno e risultano ben rappresentati nel periodo
estivo e tardo estivo, in gran parte grazie al contributo del complesso Planktothrix
agardhii/rubescens.
La dominanza delle Bacillariophyceae, in primavera e in autunno, si spiega con la presenza di
fattori favorevoli al loro sviluppo che permettono di vincere la competizione con altre specie
algali.
Nei mesi primaverili, per esempio, l’insolazione risulta aumentata rispetto al periodo
invernale, ma non è ancora così forte come nel periodo estivo; si ha una maggiore
disponibilità di nutrienti a causa della circolazione della colonna avvenuta nel tardo inverno e
inoltre è presente, a causa degli spostamenti delle masse d'acqua, una certa turbolenza che
permette a queste alghe di sedimentare meno velocemente. Da fonti bibliografiche risulta
che le Bacillariophyceae sfruttano la circolazione per mantenersi a galla, mentre in acque
ferme tenderebbero a sedimentare dato il loro peso; sono dunque avvantaggiate nei periodi
di circolazione. Inoltre sono in grado di crescere anche a basse radiazioni luminose e hanno
elevati tassi di crescita. Anche l’abbondante presenza della silice, rilevata soprattutto nel
mese d’aprile, rappresenta sicuramente un fattore positivo per il loro sviluppo. Normalmente
le Bacillariophyceae subiscono un calo in corrispondenza di situazioni di aumentata stabilità
della colonna d’acqua e di diminuzione della disponibilità della silice, come avviene infatti tra
giugno e settembre sia nel 2006 e che nel 2007.
Nel periodo di stratificazione, si rendono necessari meccanismi di galleggiamento per evitare la
sedimentazione e in queste condizioni sono avvantaggiate le alghe coloniali filamentose che,
sono in grado di accumulare efficacemente i nutrienti ormai poco concentrati nella zona
eufotica oltre ad essere meno edibili delle Bacillariophyceae.
Le Conjugatophyceae dominano infatti nei mesi caratterizzati da buona stratificazione e sono
rappresentate principalmente da Mougeotia sp.. Il grande sviluppo di quest'alga risulta
favorito dalla sua buona capacità di competere per il fosforo e dalla sua resistenza sia alla
predazione (grazing) che alla tendenza a cadere verso il fondo (sinking). Nel mese di agosto,
che corrisponde al momento di maggior sviluppo di quest'alga, e per ogni stazione
campionata si sono registrati valori bassi di silice reattiva e moderati di fosforo ortofosfato;
ciò confermerebbe la capacità di quest’alga, com’evidenziato in vitro, a competere per il
fosforo in condizioni di basso rapporto Si/P.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
138
Per concludere si evidenzia che dal punto di vista del monitoraggio della qualità biologica, i
dati su composizione ed abbondanza del fitoplancton sono raccolti a partire dal 2003.
E’ allo studio la verifica della risposta di questo indicatore alle condizioni trofiche del lago e
agli eventi di circolazione, sia nell’ambito di un progetto europeo di intercalibrazione nella
zona alpina (insieme a specialisti di Germania, Austria, Slovenia e Francia), che in
correlazione alle indagini sulle fioriture di alghe potenzialmente tossiche (cianobatteri).
giu-
03ag
o-03
ott-0
3di
c-03
feb-
04ap
r-04
giu-
04ag
o-04
ott-0
4di
c-04
feb-
05ap
r-05
giu-
05ag
o-05
ott-0
5di
c-05
feb-
06ap
r-06
giu-
06ag
o-06
ott-0
6di
c-06
feb-
07ap
r-07
giu-
07ag
o-07
0
500
1000
1500
2000
2500
3000
biov
olum
e m
m3 m
-3
Biovolume Algale Montisola
CHLOROPHYTA
CRYPTOPHYTA
CRYSOPHYCEAE
BACILLARIOPHYCEAE
CONJUGATOPHYCEAE
DINOPHYCEAE
CYANOBACTERIA
LAGO D'ISEO
FITOPLANCTON E FIORITURE ALGALI
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
139
Anno 2007
Andamento componente biologica Andamento componente biologica Andamento componente biologica Andamento componente biologica
Fitoplancton
Montisola
Il valore medio di biovolume è pari a
0,8 mm3 l-1 con un massimo registrato
in giugno (1,1 mm3 l-1) e un minimo in
novembre (0,2 mm3 l-1).
Dal grafico è visibile la massiccia
presenza in marzo del taxon
Cyanobacteria rappresentato dal
complesso Planktothrix
agardhii/rubescens.
La concentrazione media di clorofilla pari a 2g Chl a l-1 è inferiore rispetto alle altre stazioni
di prelievo.
Castro
Castro è la stazione in cui è stato misurato sia il più alto valore medio di biovolume pari a 1,2
mm3 l-1 che il massimo valore medio di clorofilla di 3 g Chl a l-1.
Dal grafico è possibile notare in marzo la massiccia presenza del taxon Bacillariophyceae
rappresentato da Aulacoseira spp. e dal taxon Cyanobacteria costituito dal complesso
Planktothrix agardhii/rubescens.
Clorofilla Montisola 2007
0,0
1,0
2,0
3,0
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
Montisola - Biovolume anno 2007
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mm
3 l-1
DINOPHYCEAE 0,022163 0,026207 0,104640 0,068300 0,286301 0,004536
BACILLARIOPHYCEAE 0,469661 0,400644 0,110981 0,020635 0,042012 0,146339
CRYSOPHYCEAE 0,000106 0,009600 0,015769 0,002988
CRYPTOPHYTA 0,018643 0,047882 0,049046 0,060542 0,027997 0,039484
CONJUGATOPHYCEAE 0,040582 0,206082 0,275447 0,000662 0,011269 0,001729
CHLOROPHYTA 0,014240 0,010219 0,485784 0,176455 0,132404 0,007247
CYANOBACTERIA 0,488462 0,210474 0,041981 0,147247 0,078544 0,021707
marzo aprile giugno agosto settembre novembre
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
140
Castro - Biovolume anno 2007
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mm
3 l-1
DINOPHYCEAE 0,018091 0,057525 0,051417 0,086953 0,145419 0,018653
BACILLARIOPHYCEAE 3,451835 0,404903 0,370297 0,049553 0,031773 0,022398
CRYSOPHYCEAE 0,000106 0,005286 0,066067 0,002833
CRYPTOPHYTA 0,027274 0,049010 0,084107 0,106426 0,031436 0,034565
CONJUGATOPHYCEAE 0,071616 0,171325 0,898733 0,002747 0,010644 0,001201
CHLOROPHYTA 0,030231 0,064120 0,401276 0,168355 0,036860 0,008196
CYANOBACTERIA 0,428487 0,114048 0,070280 0,192160 0,063523 0,009955
marzo aprile giugno agosto settembre novembre
Predore
Il valore medio di biovolume è pari a 0.7 mm3 l-1con valore minimo registrato in novembre
pari a 0.2 da correlare allo sprofondamento del termoclinio e alla conseguente diluizione del
fitoplancton lungo la colonna d’acqua (come si osserva anche nelle altre due stazioni). Il
valore massimo di biovolume è registrato in marzo grazie alla rilevante presenza del taxon
Bacillariophyceae rappresentato da Aulacoseira spp.
Il valore medio di clorofilla è 2 g Chl a l-1 tale concentrazione è sempre molto vicina al
limite di rilevabilità.
Clorofilla Castro 2007
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
21/3 12/6 7/8 13/11
g L
-1
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
141
Predore - Biovolume anno 2007
0,00
0,20
0,40
0,60
0,80
1,00
1,20
1,40
1,60
1,80
2,00
gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic
mm
3 l-1
DINOPHYCEAE 0,005875 0,035197 0,090286 0,081655 0,117947 0,009073
BACILLARIOPHYCEAE 0,964808 0,148599 0,102594 0,034344 0,035566 0,099909
CRYSOPHYCEAE 0,002541 0,014886 0,005710 0,002988 0,019831
CRYPTOPHYTA 0,015063 0,049867 0,051296 0,066137 0,031752 0,023667
CONJUGATOPHYCEAE 0,033988 0,070153 0,536459 0,000498 0,009579 0,001729
CHLOROPHYTA 0,014319 0,026955 0,417906 0,178876 0,069431 0,008163
CYANOBACTERIA 0,284150 0,042317 0,035953 0,083186 0,095878 0,046033
marzo aprile giugno agosto settembre novembre
Clorofilla Predore 2007
0,0
1,0
2,0
3,0
4,0
5,0
6,0
21/3 12/6 7/8 13/11
g L-1
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
142
9.2 POPOLAMENTI DI MACROFITE Nel corso dell’estate 2007 è stata svolta una campagna d’indagine sul popolamento
macrofitico (piante sommerse). Considerato che per completare la raccolta dei dati sarà
necessario utilizzare una telecamera subacquea da imbarcazione, sono state indagate
numerose stazioni lungo tutta la costa del lago, Monteisola compresa. Per ogni stazione (40
in tutto) sono stati effettuati prelievi da riva a distanze predeterminate mediante rampino,
integrati da indagini subacquee.
E’ stato quindi possibile realizzare un mappaggio della distribuzione di specie nella fascia
costiera. La fascia interessata dalla crescita di macrofite si estende dal livello minimo delle
acque del lago (difficilmente viene colonizzata dalle piante acquatiche la zona periodicamente
emersa) sino ad una profondità massima di sei metri circa. Tale profondità è evidentemente
legata alla trasparenza delle acque. In accordo anche con studi precedenti effettuati sul
basso lago le specie predominanti nell’intero lago sono sostanzialmente tre:
Lagarosiphon major
Vallisneria spiralis
Myriophyllum spicatum
Molto frequenti, ma non ubiquitarie come le precedenti, sono le specie
Ranunculus trichophyllus
Ceratophyllum demersum
In totale sono state raccolte 20 specie diverse, di cui alcune rinvenute soltanto in ambiente
di canneto nel basso lago (in particolare
Potamogeton lucens, Lemna minor,
Riccia fluitans, Utricularia sp.).
Per quanto concerne le Charales, alghe
incluse nelle macrofite per via delle loro
rilevanti dimensioni ed in virtù della
buona funzione di indicatore ecologico,
sono state raccolte due specie, Chara
globularis e Nitella flexilis.
Una valutazione complessiva è ancora
prematura, ma va comunque
evidenziato come tutta la quasi totalità
delle specie ritrovate appartiene a taxa
molto tolleranti, se non infestanti.
Anche le due Charales ritrovate
confermano il quadro generale di un
elevato livello di trofia; si tratta infatti di
due specie ad ampio spettro trofico,
probabilmente le due meno esigenti tra
tutte le Charales.
Per riassumere i dati, si allega in figura
una mappatura delle stazioni indagate,
con evidenziato il numero complessivo
di specie per ogni stazione,
indipendentemente dalla loro tolleranza
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
143
come indicatori. Si osserva che le situazioni di minore diversità si riscontrano nell’alto lago, in
prossimità della foce dell’Oglio. Un ridotto numero di specie si rileva anche in tutta la fascia
spondale ovest, da Riva di Solto verso nord.
Una situazione di elevata diversità si osserva invece nella zona di maggiore “naturalità” delle
sponde lacustri, ossia in corrispondenza della Punta della Pietra sulla sponda bergamasca e
nella zona della Corna Trentapassi sulla sponda bresciana. Anche il basso bacino, che è
senz’altro la zona ove si hanno le maggiori estensioni coperte da macrofite per via della
limitata pendenza delle rive, fa registrare un alto numero di specie.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
144
10. CONSIDERAZIONI Il lavoro ha preso in esame i difficili rapporti tra la disciplina della pianificazione territoriale e
il tema della protezione ambientale, con particolare riguardo alla tutela dei corsi d’acqua
superficiali in un bacino interamente lombardo.
Le strette relazioni tra le lo sviluppo di attività antropiche sul territorio e il ciclo dell’acqua
evidenziano la necessità di una pianificazione territoriale a scala di bacino idrografico che
possa affrontare il problema della tutela e dell’uso ottimale delle risorse idriche in termini non
solo di intervento puntuale, ma anche di uso del territorio.
Il presente lavoro ha voluto esercitare la funzione di verifica dello stato funzionale del lago e
del suo bacino e diventare uno strumento da utilizzarsi nell’ambito progettuale e decisionale
nel momento di pianificazione territoriale, gestione ecologica degli ecosistemi e salvaguardia
delle condizioni funzionali e naturali del lago stesso.
Utilizzando i nuovi indirizzi metodologici nel campo della bioindicazione, improntati su modelli
di valutazione funzionale dell’ambiente e basati sull’interrelazione tra i caratteri significativi
dei comparti biotico e abiotico, si sottolinea che il lago è un ecosistema complesso e
diversificato, dove non solo sono importanti le dinamiche interne del lago, ma anche la
struttura, la funzione e l’utilizzo dei territori immediatamente adiacenti, in particolare delle
zone perilacuali, in considerazione degli usi plurimi del bene acqua e delle esigenze di
pianificazione.
Gli ecosistemi lacustri, dove i meccanismi di ciclizzazione si risolvono con dinamiche di
trasformazione interna e passaggio di energia da un comparto ad un altro secondo le regole
della termodinamica, sono alimentati anche da forme energetiche che provengono
dall’esterno, come luce e nutrienti, che possono influire sui processi di resilienza, cioè sulla
capacità dell’ecosistema di assorbire gli impatti e di tornare allo stato originario.
E’ evidente che, a fronte di parametri costanti difficilmente controllabili o non controllabili,
l’input di nutrienti può variare, normalmente in aumento, per effetto della presenza
dell’uomo che, con le sue attività, modifica sensibilmente l’uso del territorio.
Il giudizio pertanto che emerge dalle informazioni raccolte sull’attuale trofia del lago è
supportato sia dall’analisi recente dei nutrienti, in particolare del fosforo, sia dalle
osservazioni sul fitoplancton, che hanno evidenziato nell’ultimo decennio significative fioriture
di alghe.
E’ quindi importante poter intervenire sulle fonti di apporto dei nutrienti, in particolare del
fosforo, per poterle ridurre (per esempio aumentando il livello di depurazione dei reflui); è
similmente importante e strategico, però, poter controllare l’efficacia degli interventi realizzati
per il raggiungimento degli obiettivi ambientali prefissati.
Controllo significa monitoraggio. Per questo si ritiene importante monitorare correttamente e
nel tempo il lago e i due principali affluenti del lago: il fiume Oglio e il torrente Borlezza.
E’ fondamentale inoltre, al fine di condurre una corretta analisi del sistema per la stima del
bilancio di massa, monitorare anche l’uscita dal lago per valutare la capacità del lago di
ridurre i carichi di fosforo, comportamento già valutato nel passato e che è bene tenere
costantemente sotto osservazione.
Per quanto riguarda l’analisi qualitativa dei principali affluenti diretti al lago d’Iseo, si osserva
dai dati sperimentali della Regione Lombardia come l’Oglio presenti condizioni di qualità delle
acque sufficienti, mentre il Borlezza è in condizioni pessime.
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
145
E’ importante ricordare però che un apporto importante a lago è rappresentato dal Canale ex
Italsider che, sia per la portata addotta che per il carico trasportato, è da considerare un
importante affluente del lago. Si rammenta infine che il Torrente Borlezza, che spesso risulta
deficitario d’acqua in prossimità del lago, è campionato in un tratto pesantemente derivato e
fortemente modificato.
Consci della consistenza delle implicazioni ambientali e del bisogno di integrare, attraverso
una visione aperta e pluridisciplinare, l’analisi attuale con altri punti di approfondimento delle
necessità da affrontare e dei problemi legati a questo ecosistema, si ritiene doveroso
elencare alcune criticità ambientali e riportare l’attenzione sul significato e il valore che
l’ecosistema acquatico rappresenta per la sostenibilità di questo territorio.
Dall’analisi conoscitiva della documentazione raccolta in merito alle problematiche relative
agli ecosistemi acquatici del lago d’Iseo si può affermare, in sintesi, che le alterazioni
ambientali che più influenzano l’ecosistema acquatico sono principalmente dovute:
1. a realizzazione di strutture
2. ad altre attività antropiche
In particolare le alterazioni ambientali di origine strutturale sono dovute alla realizzazione di
strutture come:
� sbarramenti fluviali: a seconda della dimensione e soprattutto dell’altezza del
salto, le traverse e le briglie presenti lungo i tributari con vocazione per la fauna ittica
(F. Oglio a Costa Volpino - località Ponte Bardotto, a Darfo B.o T. - località Iper,
confluenza T. Dezzo e a Sarnico), possono costituire una barriera invalicabile per la
fauna ittica migratoria, impedendo il raggiungimento delle zone di caccia e di
riproduzione, situate a monte dell’opera di sbarramento. Per alcune specie la
segregazione spaziale può anche pregiudicarne la sopravvivenza.
� opere di artificializzazione di sponda: la pressione antropica lungo le rive del lago, dovuta essenzialmente alla presenza di aree residenziali, strade, aree
produttive, zone portuali e infrastrutture turistiche, ha portato ad una sostanziale
alterazione della naturalità delle sponde. Tali artificializzazioni, rappresentate per lo
più da scogliere o massicciate (a secco/cementate) o da opere in cemento (muri/pali)
o da pali in legno, riguardano in genere l’intero litorale lacustre.
� opere di artificializzazione dei tributari: i tratti terminali di alcuni tributari minori
del lago (T. Valle di Novali, T. Valle di Marasino e T.Rino) sono stati artificializzati e
rettificati. La mancanza di una foce naturale non consente il formarsi di spiagge
naturali, preziose per la frega di alcune specie come alborella, agone, coregone e
cavedano. Le alterazioni ambientali dovute ad attività direttamente svolte sia in ambito lacustre che
lungo il reticolo idrico del bacino idrografico hanno nel lago il recettore finale. In particolare
si ricorda:
� la regolazione artificiale dei livelli del lago, che determina da un lato notevoli
escursioni dei livelli nel corso dell’anno (superiori alle potenziali oscillazioni naturali),
dall’altro un drammatico abbassamento globale dei livelli minimi col rischio di una
seria compromissione del successo riproduttivo delle specie a frega litorale in acque
Valutazione dei parametri di sostenibilita’ ambientale e Gestione delle Risorse Idriche nel contesto territoriale del Sebino bresciano, delle Torbiere di Iseo, della Valle Camonica
146
basse, quali alborella, agone e coregone, portando anche ad una banalizzazione degli
habitat delle rive. Tale situazione è all’origine anche di erosione attiva delle strutture.
� l’immissione di acque inquinate nel bacino lacustre. La presenza di scarichi urbani
e industriali, non sempre collettati, e il non efficiente trattamento delle acque reflue
(sia lungo gli immissari che nel lago stesso), ha portato all’attuale stato di meso-
eutrofia delle acque, che naturalmente dovrebbero essere in uno stato oligotrofo.
� le operazioni di dragaggio; l’attività, svolta con cadenza in genere quinquennale,
interessa principalmente le aree portuali di valle del lago (Sassabanek, Clusane,
Sarnico, Predore e Tavernola), il primo tratto dell’Oglio emissario e una zona di monte
(Pisogne). Nelle aree di valle, il materiale dragato è costituito in prevalenza da
materiale fine di tipo limoso, mentre a monte risulta in parte mescolato a ghiaia. Tra i
principali impatti provocati dal dragaggio c’è la torbidità indotta dal rimaneggiamento
dei materiali di fondo.
La prolungata torbidità delle acque nelle aree interessate dal dragaggio e la
rideposizione in altre aree del bacino lacustre comporta, oltre ad effetti negativi sulla
fauna ittica, un’accelerazione del trasporto e del deposito nelle aree di valle rendendo
necessario ripetere più frequentemente l’operazione.
� gli sfalci delle aree di canneto; è un’attività praticata soprattutto in passato, per
limitare l’espansione della Cannuccia di palude soprattutto lungo le rive in aree
prospicienti le zone residenziali e/o a fruizione pubblica. Considerato che il canneto
riveste diverse funzioni ecologiche importanti per molte biocenosi, la sua riduzione
e/o frammentazione ha comportato anche la riduzione di un habitat importante di
frega per l’ittiofauna (luccio, tinca e scardola) e una zona di rifugio per l’avifauna
legata agli ambienti lacustri.
Per concludere è bene ricordare che da una conoscenza approfondita dello stato del sistema
territoriale e dell’ecosistema idrico risulta chiaramente quanto lavoro e tempo siano ancora
necessari per raggiungere gli standard proposti dalle normative vigenti e per la salvaguardia
di un territorio così importante come il bacino dell’Oglio.