Famiglia, Impresa e i Nostri Figli: percorsi per costruire una comunità solidale Ponzano V., 14...

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Famiglia, Impresa e i Nostri Figli:

percorsi per costruire una comunità solidale

Ponzano V., 14 maggio 2011

Il Veneto: un “affare di famiglia”

Ovvero la fantastica combinazione tra

imprenditorialità e famiglie (coloniche

appoderate) attraverso i tanti

“metalmezzadri” poi imprenditori.

Il capitalismo familiare (o personale)

Il suo ruolo nello sviluppo: dall’essere “Sud

del Nord”, poi “periferia industriale” e fino al

“modello Nordest” (Giorgio Lago, 1987).

Le culle piene della demografia ricca

Dai 5,2 figli del Veneto “proletario” di

cent’anni fa al baby boom della metà degli

anni Sessanta.

Poi il calo.

Oggi: la scomposizione del diamante della famiglia

• Denuzialità;

• Denatalità;

• Divorzialità;

• Pluralizzazione delle forme familiari (famiglia o famiglie?).

In particolare la denatalità

Siamo a 1,4 figli per donna (1,2 delle italiane

versus i 2,3 delle straniere) che porterebbe -

senza l’immigrazione – al dimezzamento della

popolazione in 38 anni mentre nel 2051

avremo comunque 3,5 anziani per giovane.

La rottura del circolo virtuoso

Veneto Lavoro: chi paga il prezzo della crisi:

soprattutto i giovani (supportati dal welfare

familiare), le famiglie con figli e quelle

monogenitoriali.

Indenni le famiglie monopersonali (i single).

L’analisi dell’Ocse(Doing Better for Families)

• Bassa occupazione delle donne;

• Bassa fecondità (e con genitori piuttosto attempati…);

• Troppa povertà infantile.

Il nodo del lavoro femminile

• Il solito dilemma tra lavoro e famiglia (i costi di una famiglia che “si arrangia”);

• L’eroica conciliazione di “donne funambole” (ricerca Montebelluna);

• Scarsa collaborazione domestica del partner;• Conseguenze: povertà infantile, rischi nel

divorzio, scarsa nuova occupazione femminile (il 100 x 15)).

La povertà infantile

Una semplice correlazione: l’Italia è un paese con alti tassi di povertà (15%, che diventa 22% se solo un genitore lavora) e bassi tassi di partecipazione femminile.

Politica senza famiglie, famiglie senza politiche

• Solo l’1,4% del Pil per le famiglie con bambini (2,2% media Ocse);

• Solo il 12% bambini sotto i tre anni usufruisce dei servizi pubblici all’infanzia;

• Scarsa flessibilità orari di lavoro (aziendali e dei servizi) e meno part time;

• Congedi parentali meno pagati.

Un mix di problemi…

• Ridotta “economia delle donne” e del loro lavoro (womeconomics);

• Eccessiva cultura del familismo;• Più occupazione femminile, più figli (e

migliori): un paradosso da capire;• “Degiovanimento” ed invecchiamento

(longevità);• La crisi economica e le sue ricadute.

Alcune sfide, ovvero perché parlare di famiglia

• Incertezze e fragilità (dai tempi di composizione all’educazione, alle rotture coniugali);

• Una demografia critica (siamo al punto di non ritorno?);

• Pensare ai costi di una società dell’”amore liquido” (Bauman) e dell’irrilevanza familiare (solo “intimità fredde”?).

Il quadrilatero necessario(o la competitività sociale)

• Occupazione femminile “garantita”;• Fecondità (un quarto delle donne nate nel

1965 non ha figli, contro il 10 della Francia);

• Tempi familiari (spazi condivisi per i racconti dell’anima);

• Competitività aziendale (aziende family friendly).