ENTI PUBBLICI DI RICERCA LE PROPOSTE DELLA FLC CGIL PER … · 2015-01-30 · cariato. Quando, con...

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Dal 2008 a oggi abbiamoperso 8 punti di PIL, laproduzione industrialeè scesa quasi del 30%

portandosi su livelli precedenti al1990, la disoccupazione sfiora il13% e quella giovanile sta intornoal 45%. Questi dati mettono in cri-si il paradigma teorico che ha ispi-rato le scelte di politica economi-ca di questi anni. In particolare l’i-dea che sia stata la spesa pub-blica a determinare la crisi. Non ècosì. Una teoria economica figliadi un’ideologia conservatrice haprodotto negli anni una distribu-zione della ricchezza dal bassoverso l’alto aumentando i profitti ele rendite a scapito dei salari il cuipotere di acquisto è stato sostitui-to da una crescita esponenzialedell’indebitamento privato. Tuttociò mentre si tagliava la spesapubblica finalizzata al welfare, al-l’istruzione e alla ricerca.

il giornale della effelleci Aut. Trib. di Roma n. 17.260 del 9.5.1978 n. 10 - dicembre 2014 Valore Scuola coop. a.r.l. via Leopoldo Serra, 37 – 00153 Roma www.edizioniconoscenza.it - FLC Cgil - centralino 06.83966809/0 - Tipolitografia CSR - Roma, Progetto grafico Luciano Vagaggini - Impaginazione Marco Fioramanti - Tiratura 2.000 copie

Direttore Domenico Pantaleo Direttore responsabile Ermanno Detti Edizioni ConoscenzaFEDERAZIONE LAVORATORI DELLA CONOSCENZA

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giornale effelleciN. 10 - dicembre 2014

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laDel resto, la teoria che la spesa

pubblica debba essere tagliata inmodo da pareggiare il bilanciopubblico ha come risultato il calodella produzione e del reddito deipaesi, mentre ilgettito fiscale sirestringe e cre-scono le speseper sostenerel’economia in di-s integraz ionecome dimostrala costante ridu-zione dei consu-mi e l’aumentodella disoccupa-zione che hannoprecipitato l’Eu-ropa nell’incubodella deflazione. Le vere cause della crisi sono

tutte qui, ma le soluzioni che ven-gono riproposte sono figlie diquella stessa teoria che ha causa-to il disastro. Lo spauracchio della

spesa pubblica, del resto, è statocostruito ad arte. La spesa italia-na per cittadino è inferiore allamedia dei Paesi dell’eurozona.Nel 2013 il valore della spesa

pubblica di sco-po pro capite èstata stimata inItalia pari a11.629 euro.Nell’eurozona

è stata di13.350 euro, inG e r m a n i a14.220 euro e inFrancia 17.074euro. In Svezia di22.555 euro. Il lavoro di

milioni di dipen-denti pubblici e

tra questi quelli della conoscenzaviene mortificato e umiliato ne-gandone l’apporto che dà alla col-lettività, perché anche così silegittima la riduzione costante

della spesa pubblica, il bloccodella contrattazione collettiva, lariduzione dei salari e delle oppor-tunità di assunzione e si facilita illicenziamento di chi lavora con uncontratto a tempo determinato. Èmancato un salto di qualità delnostro sistema produttivo percreare maggiore ricchezza. Si èripiegato su una politica di defla-zione salariale e aumento del pre-cariato. Quando, con l’ingressonell’euro, non si è potuto più ricor-rere alla svalutazione, si è rinun-ciato ad aumentare la produttivitàe a investire in istruzione, ricercae innovazione tecnologica. Dob-biamo invertire la rotta partendodal rinnovo dei contratti collettivinazionali di lavoro che, in quantostrumento solidaristico e di tuteladiffusa, sono invise alle politicheneoliberali in Italia e in Europa. Selo sviluppo deve fondarsi scom-

ENTI PUBBLICI DI RICERCALE PROPOSTE DELLA FLC CGIL

PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO

(segue a pag. 2)

Il blocco della contrattazionenella ricerca risale al 2009.L'ultimo accordo siglato, il 2°biennio economico 2008-

2009, che non è stato firmato dallaFLC, non ha prodotto nulla e si èarenato insieme a tutta la contrat-tazione, nazionale e integrativa, aseguito di successivi provvedimenti,emessi lo stesso anno (DLGS 150 eDL 78) e dalla pervasività dei con-trolli sulla contrattazione. Da unpunto di vista puramente salariale,abbiamo registrato un arretramen-

to anche rispetto ai tetti del 2010. Iltentativo di introdurre meccanismipremiali mutuati da una letteraturaaziendalista, fuori corso da decen-ni, ispirata al modello del new pu-blic management si è arrestato perl’oggettiva stupidità della normama soprattutto per la mancanza dirisorse. Ad aggravare la situazionesono intervenuti numerosi provvedi-menti di riordino e riorganizzazionedegli enti, con la progressiva ridu-zione dei finanziamenti ordinari, laspinta alla committenza esterna

per fronteggiare anche i costi ordi-nari di funzionamento, il blocco delturn over e la progressiva perdita diorganici. Hanno fatto il resto il duali-smo fra enti vigilati dal MIUR e non,l’assenza di una governance unita-ria del sistema, la VQR dell’ANVUR os-sessionata dalle classifiche. Anchequesti fattori stanno incidendo sullecondizioni materiali di lavoro, com-primendo sempre più l’autonomiadella ricerca, che, piegata a una lo-gica aziendalista, deprime le pro-fessionalità, aumenta la precarietà,

marginalizza la comunità scientifi-ca, spinge all’esternalizzazione e al-la costituzione di consorzi e fonda-zioni, rendendo sempre più inade-guato il dettato normativo dei nostricontratti. Il rischio è che questoprocesso ci consegni, alla fine, en-ti di ricerca privi di missioni forti ecoordinate, indispensabili per af-frontare la sfida dell’innovazione edel rilancio della ricerca pubblicacome via d’uscita dalla crisi, pre-supposto di un nuovo modello disviluppo sostenibile.

BLOCCO DELLA CONTRATTAZIONE E INTERVENTI DI RIORDINO

LA RICERCA SENZA MISSIONI FORTI