#editoriale Il nostro augurio di Natale · sieme a tavola dal le 13,00 fino a s e ra d ov e i l p...

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#editoriale

Il nostro augurio di Natale: tornare bambini

e ritrovare la speranza

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di IOLANDA CARBONELLI*

Natale. In un'epoca ricca di in-sicurezze almeno su una cosasiamo tutti sicuri: il 25 dicem-bre si festeggia quello che è ilgiorno più conosciuto e attesodell'anno. Se si chiedesse aibambini “cos’è il Natale?”, ri-sponderebbero che è la nascitadi Gesù Bambino (a volerlapensare positivamente) o, cosaben piu sicura, il secondogiorno dell’anno i cui scarte-ranno grandi regali (il primo è ilproprio compleanno), anchese, purtroppo, non tutti hannotali fortune. Il Natale è per lopiù la festa dei piccini: periododelle recite scolastiche più tra-dizionali, dei cori che riportanoin mente pensieri felici, dei car-toni più belli, dei profumi culi-nari in casa, dei dolci tipici, del

calore, della famiglia unita in-sieme a tavola dalle 13,00 fino asera dove il pranzo diventacena… Il Natale è questo. Di-lungarmi troppo sarebbe su-perfluo, polemizzare in questoperiodo dell’anno, anche per-ché, passano i mesi ma la pole-mica sarebbe“monotonotematica”. “Siete disposti a dimenticarequel che avete fatto per gli altri/ e a ricordare quel che gli altrihanno fatto per Voi?/ A ignorarequel che il mondo vi deve/ e apensare a cio' che voi dovete almondo? A mettere i vostri diritti in fondoal quadro,/i vostri doveri nelmezzo/e la possibilità di fare unpo’ di più del vostro/dovere inprimo piano? Ad accorgervi che i vostri similiesistono come voi,/e a cercare di

SCHIAMAZZI MAGAZINE

anno XIII, n. 4| Novembre - Dicembre 2016

A cura dell’Associazione Schiamazzi, conferita del

Premio Giulio Ricci 2009 per l’impegno sul territo-

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Schiamazzi ha ricevuto il Premio Saccia 2011- Pre-

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guardare dietro i volti per vedereil cuore ?/ A capire che probabil-mente la sola ragione/ della vo-stra esistenza non e'/ cio' che voiavrete dalla Vita,/ ma ciò chedarete alla Vita? A non lamentarvi per come va'l’universo/ e a cercare intorno avoi/ un luogo in cui potrete se-minare/ qualche granello di Fe-licita'?/ Siete disposti a farequeste cose/ sia pure per ungiorno solo? Allora per voi Natale durerà pertutto l’anno.” di Henry van Dike

Buone Feste Cagnano e Cagna-nesi…con lo sguardo e la spe-ranza in un 2017 migliore sottoogni punto di vista.

*presidente Associazione Schiamazzi

L’Associazione Schiamazzi e la Redazione del Magazinenel ringraziare tutti i soci e le

persone che hanno collaborato inquesto anno appena passato,

augurano un Sereno Natale e un2017 ricco di creatività

e di speranza

di ANTONIO C. CACCAVELLI

Il Parco Nazionale del Garganostupisce ancora. Famoso per lasua biodiversità vasta e unica, daquesto mese può annoverare unanuova e rarissima specie di orchi-dea, l’”Epipogium aphyllum Sw.”.I protagonisti di questo ritrova-mento, reso ufficiale dalla rivistaItalian Botanist, sono stati Gio-vanni Russo e Luigi Palladino, duebotanici di San Giovanni Rotondo,che, avventurandosi nella faggetadi Monte Spigno, nel comune diMonte Sant’Angelo, hanno rinve-nuto questo particolare quantoraro fiore. A rendere straordinariaquesta scoperta sono le sue pecu-liari caratteristiche e la difficoltàdella sua individuazione. Infatti èalta solo 10 centimetri, non è nédotata di foglie (da cui aphyllum,a- senza, -phyllum foglia) né diclorofilla (quindi non ricava ener-gia dalla luce solare); di conse-guenza si nutre di materia

organica morta presente nelle let-tiere di faggio, il che la costringe acelarsi sotto il tappeto di foglie edattendere, anche per anni e anni,le più idonee condizioni climati-che per la sua elegante fioritura,quali una primavera umida emite. Quest’ultima caratteristica,unita alla particolare sottigliezzadello stelo, che fa si che il fiore so-vrastante sembri sospeso in aria,sono i due motivi per cui le è statodato il nomignolo di fantasma.Anche l’habitat fa la sua parte. Lapianta cresce solo in boschi mon-tani piuttosto fitti, ricchi di humuse altre sostanze nutritive, ad unaquota compresa tra i 400 ai 1700m s.l.m.. Tutte queste qualità nonsono sfuggite alla Convenzione diWashington del 2007, riguardanteil commercio internazionale dellespecie di flora e fauna minacciatedi estinzione, che ne ha intimatol’assoluto divieto di raccolta. È doveroso aggiungere che l’”Epi-pogium aphyllum” è stato già av-

vistato e ritrovato in quasi tuttaItalia, in particolare nella zone al-pine e appenniniche, meno alSud, e in altre zone sparse delmondo, dalla California, a Cuba,sui Pirenei, nell’Europa centro-orientale, in Siberia fino al Giap-pone. Ma questo non sminuiscel’importanza della scoperta diquesta rara e delicata orchidea,dalle caratteristiche uniche e par-ticolari, che sino al mese scorsoera considerata assente in Puglia.Qui a lato un esempio dell’epipo-gio. Da notare i petali color gialla-stro e leggermente rosati e ilsottilissimo stelo. Fiorisce esclusi-vamente tra luglio ed agosto nellesuddette condizioni. Si aggiungealle oltre novanta specie di orchi-dee del Parco Nazionale del Gar-gano.

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Trovata nel nostro Parco

l’Orchidea FantasmaLa scoperta è di due botanici di San Giovanni Rotondo

di VIVIANA RUGGIERI

Il 10 ottobre scorso, presso il liceoDe Rogatis-Fioritto, ha avutoluogo l’evento conclusivo del pro-getto “Accoglienza”, ormai partefondamentale del percor so scola-stico. Il progetto mirava ad acco-gliere le classi prime attraverso larappresentazione di alcune per-formances, che quest'anno hannoavuto come tema la pace. Tra diesse ricordiamo la lettura di unalirica di Eugenio Montale con ac-compagnamento al pianoforte euna poesia in lingua spagnolaAmistad di Jorge Luis Borges. Per affrontare, invece, il temadell’amore alcune alunne hannopartecipato con le canzoni Seavessi un cuore di Annalisa Scar-rone, Eppur mi son scordato di tedi Lucio Battisti e la famosa poesiaLes enfants qui s’aiment di Jac-ques Prevert. Non solo, il pubblicoha assistito a balli coreograficisulle note di Voce di Arisa e un’esi-bizione New style. Alcuni allievi sisono cimentati con la recitazionedi una poesia inglese The StarfishStory e l’interpretazione di un mo-nologo del grande Roberto Beni-gni intitolato Innamoratevi, trattodal film La tigre e la neve, che ha

lasciato tutti senza parole. I ra-gazzi del quinto anno hanno ri-cordato John Lennon, che ilgiorno precedente aveva com-piuto 76 anni, con la canzoneImagine. La serata si è conclusacon l’esecuzione di un ultimoballo Vivere a colori di AlessandraAmoroso ed Esseri umani diMarco Mengoni. L’accoglienza è un momento basi-lare per l’inserimento dei nuovicompagni di studio e consiste nelfavorire l’integrazione del gruppoe lo star bene insieme in un climasereno di amicizia e condivisione,sentirsi a proprio agio in un am-biente nel quale ciascuno riescead esprimersi e a relazionarsi congli altri in modo corretto e costrut-tivo. L'obiettivo è quello di garan-tire un ambiente scolasticoaccogliente perché sappiamoquanto esso sia determinantecondizionando nel bene o nelmale l'espressione del talento. In-fatti la prof. Silvana Pelusi ha sot-tolineato ai nostri microfoni“quanto sia importante l’acco-glienza ai fini di un apprendi-mento proficuo che ha comeconclusione l’esplosione del ta-lento che è innato in ciascunalunno. Spesso, proprio in queste

occasioni gli allievi, spronati dal-l’evento in sé, scoprono delle lorocapacità che non avevano mai ti-rato fuori. Quindi l’accoglienza dàloro la possibilità di conoscersi ofarsi vedere se il talento è già ma-turato”. Per l'occasione, la scuola hamesso a disposizione degli alunnidue professioniste del ballo e delcanto per aiutare nell'organizza-zione dell'accoglienza e con lequali, durante le settimane di pre-parazione all'evento, hannostretto una profonda amicizia. “Sono sorpreso nel vedere i ra-gazzi esprimersi in questo modoperché non è scontato. – ha com-mentato a margine dell’iniziativail dirigente scolastico FrancescoDonataccio- Il tema trattato, intutti i passaggi, è un tema bellis-simo e mi ha emozionato la pro-fondità delle poesie e dellecanzoni scelte che affrontano iltema dell'accoglienza nella scuolae in generale. Infatti, proprio lanostra società, sta vivendo questotema nei confronti degli stranieriche ogni giorno ospitiamo. Au-guro a tutti gli alunni e ai loro ge-nitori che questi possano essereanni di scoperta e bellezza”.

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#iniziative

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Esplosione di talenti al ‘De Rogatis’con un progetto per promuovere l’accoglienza a scuola

di ALESSANDRO STEFANIA

Avrebbe dovuto aprire già a nover-mbre, ma comunque l'obiettivo del-l'apertura entro la fine del 2016 èstato raggiunti. Stiamo parlando delGrandApulia, il nuovo centro com-merciale di Foggia di proprietà dellaFINDSU , fondata da Antonio Sarni(titolare del gruppo omonimo),aperto lo scorso 20 dicembre. Lastruttura, situata della zona dell’In-coronata, nasce sulle spoglie dell’ exzuccherificio a pochi kilometri dalcapoluogo. GrandApulia ospita alproprio interno circa 150 negozi, 8sale cinematografiche, una pista dapattinaggio, 4120 posti auto, una lu-doteca e avrà la capacità di ospitare300mila persone.Il centro, per il quale sono stati stan-ziati 60 milioni di euro, occupa unasuperficie di 180mila metri qua-drati, rendendolo di fatto il centrocommerciale più esteso della Puglia.E’ un ottima occasione per incre-mentare il commercio nella Capita-nata anche per la sua strategicaposizione, proprio all’uscita delnuovo casello autostradale “FoggiaSud”, che sarà ultimato a breve. Ilcentro ha portato circa 1000 posti dilavoro dando una mano a molte fa-miglie. Sulla sorte del progetto si era te-muto il peggio, non solo per le lun-gaggini techiche ed economiche.Infatti,a soli 5 giorni dalla sua pro-grammata apertura, il 30 novembre,qualcosa è andato storto. Un blitzdella Guardia di Finanza e dellaCorpo Forestale dello Stato ha di-chiarato sotto sequestro l’interastruttura con specifiche accuse.In primis, la mancata bonifica del-l’intera zona. Dalle analisi è emersauna contaminazione delle acquesotterranee con l’alterata presenzadi triclorometano, solfati e floruri. Insecundis è emersa la presenza diuna vera e propria discarica abusivadi rifiuti ambientali: risulta infattiche le ex vasche di lagunaggio dellozuccherificio siano state riempite

con il materiale derivante dalla de-molizione di più di 100 immobiliuniti ai rifiuti provocati dai processidi decantamento dello zuccherificiostesso. Il quadro delle accuse è com-pletato dalla lottizzazione abusiva. I nuovi assunti e tutti i cittadini dellaCapitanata e non, hanno temutoper l'apertura della struttura. Unpiccolo spiraglio iniziale era statodato dal dissequestro della strutturae da una lettera inviata dai fondatoriai lavoratori in data 6 dicembre nellaquale si prometteva a giorni, al-meno parziale. “Come sapete –aveva commentato la Finsud in unalettera– il 25 novembre scorso, solo5 giorni prima dell’apertura al pub-blico del 30 novembre, l’intera areadove sorge il centro di 72 ettari éstata oggetto di sequestro preven-tivo. Solo lunedì 28 pomeriggiosiamo riusciti ad avere il carteggiocompleto dalla Procura. Improvvi-samente, di fatto, siamo ritornati in-dietro di 8 anni e dobbiamodifenderci da accuse per fatti avve-nuti e commessi per lo più non daFinsud e da Sarni, ma precedentie/o da altre Ditte e/o Tecnici. Eb-bene, dopo il primo momento discoramento, abbiamo subito reagitocon la ferma volontà di difendercidalle accuse, ma al contempo di fu-gare ogni dubbio residuo, nell’inte-

resse della collettività, nostro e deinostri Operatori”.“Fortunatamente – si legge ancoranella lettera – le accuse urbanistichesono circoscritte ad unico passaggioa monte che non era necessario ecomunque fu fatto e non fa discen-dere effetti sui titoli abilitativi se-guenti, mentre le accuse ambientalisono ipotetiche (e già oggetto di ar-chiviazione), sempre ricordandosiche (all’interno dei 72 ettari) il Cen-tro sorge solo su 18 ettari e certo nonsulla parte industriale dismessa.Allo stato, oggi presenteremo rie-same (documentazione depositatastamattina, ndr) che verrà discussoall’inizio della prossima settimana,ma al contempo, con la Procura si èaperto un importante e fruttuosodialogo: i loro periti (ed i nostri)sono convocati per mercoledì 7.L’obiettivo è di usare il Centro e/odissequestrarlo parzialmente peraprire al pubblico già entro la finedella prossima settimana. Siamo fi-duciosi nel nostro operato e nel-l’ascolto sensibile dellaMagistratura”.Il lieto fine però è arrivato con il suc-cessivo sequestro e l’apertura delcentro commerciale lo scorso 20 di-cembre, con la partecipazione re-cord di molti visitatori, complice loshopping natalizio.

#economia

Aperto il GrandApuliaa Foggia finalmente apre il mall più grande della Puglia

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di ANTONIA MARIA STRIZZI

Sono numerosi gli alunnidell’Istituto De Rogatis-Fio-ritto di Cagnano Varano chestanno partecipando, al Pro-getto Volontariato: “Mettersiin gioco con le regole deglialtri”, le cui finalità sono l’edu-cazione della persona, l’edu-cazione alla cittadinanza e allasolidarietà. Tale proposito nasce dalla col-laborazione dei docenti Mat-tea Cipriani e Antonio DiNauta per avvicinare i giovanial volontariato. In una prima fase, detta “For-mazione”, l’obiettivo è statoquello di sensibilizzare lo stu-dente sull’importanza del“fare volontariato”, che non si-gnifica solamente mettere adisposizione un servizio gra-tuito a favore del prossimo;l'accezione vera e propria stanella formazione di una citta-dinanza attiva che riconosce,del proprio territorio, le pro-blematiche socio-culturali eche agisce consapevolmentecercando di migliorare il be-nessere della comunità attra-verso il rispetto, l’accoglienza,la condivisione e il sussidionei riguardi delle fasce piùemarginate e più deboli della

società. Nella seconda fase, detta “In-formazione”, gli alunni sonoentrati in contatto diretto condifferenti associazioni di vo-lontariato, senza fini di lucro,presenti nella realtà cagna-nese quali ad esempio l’Ail(Associazione Italiana controle Leucemie, Linfomi e Mie-loma), il “ Dopo scuola par-rocchiale”, la Fratres(Consociazione Nazionale deiGruppi Donatori di Sangue“Fratres” delle Misericordied’Italia), la Protezione Civile el’Associazione “SuperamentoHandicap”. L’obiettivo primario e indi-spensabile di tali forme asso-

ciative è l’impegno e la parte-cipazione di nuovi membriche possano garantirne la “so-pravvivenza” e il progresso. «Le associazioni di volonta-riato, culturali, sportive e dipromozione del territoriohanno bisogno di “ nuova linfavitale”, di giovani che ricana-lizzino nella giusta direzione illoro entusiasmo e le loro ener-gie, lanciandosi anche nelleiniziative che possono sem-brare difficili, poiché il miglio-ramento è possibile»commenta l’Assessore dellePolitiche Sociali, MariellaScanzano, e aggiunge «unesempio per fare “Welfare Ri-generativo” per i giovani è par-

tecipare all’ associazione “Lillyil Vagabondo”, visto che nelnostro paese il randagismo èun problema serio. L’ammini-strazione, infatti, ha contri-buito con € 1.500 per ridurrequesto fenomeno». Gli alunni che hanno parteci-pato al progetto scolastico delvolontariato sono entusiasti dicontribuire al benessere dellacollettività; hanno iniziatocon la vendita degli addobbinatalizi per l’Ail, con il doposcuola parrocchiale e ora sonodesiderosi di intervenireanche in altre iniziatove.Infatti, l’ultima fase del “Pro-getto Volontariato”, detta“Azione”, riguarda la realizza-zione concreta delle varie ini-ziative di volontariato da partedei giovani in vari ambiti(bambini, anziani, ammalati,bisognosi, dopo scuola par-rocchiale etc.E’ necessario, dunque, pro-muovere l’integrazione delgiovane, consapevole dellapropria identità nel “ ter-ritorio” in cui vive, per per-mettergli non soltanto diconoscere appieno le risorsedel paese, ma anche di potercontribuire di persona al be-nessere della comunità.Molte delle associazioni, tracui la Protezione Civile (pre-sente a Cagnano da oramaidieci anni), chiedono ai gio-vani una diretta partecipa-zione, un nuovo sostegno pergarantire al meglio i servizinecessari per i cittadini.

Gli alunni del liceo hanno re-cepito il messaggio, sono in-tervenuti e continueranno afarlo, ma ciò non basta: perfar sì che certi valori diventinobasilari per una comunità ènecessario, in aggiunta, ilcoinvolgimento e la collabora-zione di altri giovani esterni alliceo e, perché no, anche digente adulta. Si parla, infatti,già da molto della figura del“Nonno Vigile”, un cittadino inpensione, avente un’idoneitàpsico-fisica specifica e un’etàcompresa tra i cinquanta e i

settantadue anni, il quale at-traverso un particolare corsodi formazione può esercitare ilservizio di sorveglianza all’en-trata degli edifici scolastici. Sigarantisce così alle personecoinvolte una partecipazioneattiva alla vita sociale e cultu-rale del paese.Perciò, seguendo l’esempiodei membri delle varie asso-ciazioni presenti sul territorioe anche degli alunni delI’Isti-tuto De Rogatis-Fioritto, tuttipossono e devono farsi caricodelle proprie responsabilitàall’interno di un sistema che,se ben curato, potrà dare sola-mente ottimi risultati.

La semplice e facile denigra-zione dell’attuale realtà delvolontariato cagnanese non èla soluzione per un migliora-mento, dunque l’unica possi-bilità effettiva rimane quelladi mettersi all’opera e di rim-boccarsi le maniche. Il territorio riflette la cura e ladevozione che i cittadini vi ap-plicano, e quando questi perragioni varie vengono menoalla partecipazione attiva, neperde l’intera comunità, percui bisognerebbe chiedersi “Iocosa posso fare per il miopaese?” Questa è stata la do-manda che si sono posti glialunni del liceo di Cagnano eora l’obiettivo è di oltrepas-sare i confini scolastici per dif-fondere le loro esperienzenella comunità.Tutto ciò nella speranza e con-vinzione di invogliare la popo-lazione a sentire un briciolod’amore in più per il territorioe a “rispolverare” le bellezzeche esso, nonostante tutto,continua ad offrire.

Foto: Le immagini rappresen-tano un incontro svoltosi nelliceo di Cagnano tra alunni ele associazioni “SuperamentoHandicap”, “Protezione Civile”e “ Fratres”.

#nonsolocagnano

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“La semplice e facile denigrazione dell’attuale

realtà del volontariato cagnanese non è la

soluzione per un miglioramento”

Volontari non si nascema si diventa

Gli alunni dell’Istituto De Rogatis-Fioritto di Cagnano “a scuola di volontariato” per coltivare senso civico e sociale

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di IOLANDA CARBONELLI

Si è concluso domenica 18 dicembre“Lakeat”, il press tour dedicato allastoria e all’enogastronomia sul Lagodi Varano, nato da un’idea della gio-vane società di destination marke-ting MAT (MAT Destination Tools) efinanziato da Pugliapromozione(nell’ambito della misura press/edu-cational tour).“Lakeat”, che si è tenuto dal 16 al 18dicembre, è un progetto che miravaa promuovere alcune delle eccel-lenze del lago di Varano attraverso ilcoinvolgimento della blogger Fede-rica di Nardo (thecutielicious.com) ela giornalista Cinzia Rando collabo-ratrice della casa editrice EDT - Lo-nely Planet. “Lakeat è solo l’inizio di un progettoche abbiamo ideato e avviato circaun anno fa, la prima di una serie diazioni da sviluppare nei mesi a se-guire” spiega Michele Falco di MATche prosegue: “il nostro obiettivo èquello di creare un’offerta di eccel-lenza accompagnata da prodotti tu-ristici di qualità per entrambe lelagune del Gargano. Vogliamo lavo-

rare sul turismo lagunare con gli ope-ratori economici grazie ad un pro-getto giovane, tecnologico edinamico”. “ Vogliamo porre l’ac-cento sull’utilizzo strategico dei so-cial, su una piattaforma webinnovativa (ad oggi assente per ilaghi), sull’internazionalizzazionedell’offerta e sulla formazione conti-nua per gli operatori che aderirannoal progetto” afferma Antonella Bi-scotti di MAT.Le due ospiti, la blogger Federica diNardo e la giornalista Cinzia Rando,hanno percorso in lungo e in largo illago di Varano, passando tra paesaggimozzafiato, dai borghi di CagnanoVarano, Carpino e Ischitella, cono-scendo la costa tra Foce Varano eFoce Capojale, oltre a musei, centristorici, e sapori autentici. Queste le loro impressioni:Cinzia Rando, collaboratrice dellacasa editrice EDT - Lonely Planet: “E’un posto particolarmente suggestivo,gli spunti sono molti, dall’osserva-zione degli uccelli al capire come av-viene la pesca nelle imbarcazionitipiche, nello scoprire i Pannoni e ilMuseo Lagunare e i borghi; focalizze-

rei l’attenzione sull’aspetto naturali-stico, valorizzandolo, proprio per lasua singolarità. Sicuramente l’acco-glienza e la partecipazione delle per-sone mi hanno colpito molto, ilconnubio tra mare,lago e uliveti èstato uno dei punti che più hanno at-tirato la mia attenzione.Federica di Nardo –blogger di TheCutielicious: “E’ una terra molto bellada scoprire lentamente, molte coseinteressanti da visitare; sicuramenteperdersi nei borghi e l’enogastrono-mia locale sono stati i punti che piùhanno attirato la mia attenzione, gra-zie anche alle diverse eccellenze lo-cali, come la pasta di grano arso, lecozze e i vari dolci natalizi. Un mistodi sensazioni, colori, un contrastofantastico.”Al termine dell’educational si è te-nuto un retreat con alcuni imprendi-tori turistici e rappresentanti di entilocali per presentare il progetto“Laghi del Gargano” di cui Lakeat faparte. Per conoscere i dettagli delprogetto o per avere info sul tour, po-tete seguire i canali social di MAT op-pure il sito www.matdestination.com

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Lakeat: il racconto di un Lago inedito di MATDestination

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di FEDERICA CARBONELLI

In Natale si avvicina , il 25 dicembreè ormai alle porte, e tutti si preparanoa festeggiare questo giorno con lepersone più care. Nei paesi si respiraun’atmosfera natalizia grazie a luci,musica e addobbi, ma a parte questolato consumistico, il Natale è nascitadi Cristo. Occorre notare che ci sonostati dei cambiamenti, il Natale diprima era più bello e più affettuoso enon tanto consumistico . La mattinadel 25 ci si vestiva con gli abiti nuovicuciti a mano dalle nonne e si andavaa messa alle cinque, quando era an-cora notte , per celebrare la nascita diGesù Bambino. Ascoltata la SantaMessa si ritornava a casa per festeg-giare e pranzare insieme alla propriafamiglia e alle persone care. Il PranzoNatalizio era un modo per stare tuttiinsieme e rivedere magari personeche non si vedeva da tempo gu-stando varie pietanze (Anguille sa-late, carne) e dolci tipici (“scartellate”, “crust’l” e “p’zzaredd”). Altempo d’oggi sulla tavola oltre a pie-tanze più moderne e sofisticate ipiatti tradizionali continuano a man-tenere ,nonostante il tempo, il loroposto come anche i dolci natalizi ti-pici. Infatti insieme ai dolci natalizidiffusissimi in tutta Italia : panettone,pandoro, tronchetto, “crust’l” , “scar-tellate” e p’zzaredd” continuano aesser apprezzati, tanto che molte fa-miglie si riuniscono nei giorni prece-denti al Natale per prepararli e poterligustare poi il 25 Dicembre.

Natale tra gusto e tradizione

#tradizioni

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Il 25 dicembre non è solo un giornodi festa, ma un’occasioneunica per riscoprireantichi usi e sapori

Ricetta Scart’llat (ovviamene varieranno di famiglia in famiglia):

- 1 kg di Farina

- 3 uova

- 150 gr cucchiaio di zucchero

- olio caldo

- vino bianco (o spumante)

- un pizzico di sale

Per il condimento: vincotto, mandorle e, a piacere, buccia di arancia grattugiata,

oppure miele e confettini.

Innanzitutto, passate la farina al setaccio e disponetela a fontana. Metteteci

all’interno le uova, lo zucchero e il vino. Impastare il tutto fino ad ottenere una

pasta morbida e uniforme. Lasciare riposare per 30 minuti circa.

Stendete i pezzi di impasto con un mattarello o meglio ancora con un tirapasta,

fino ad ottenere una sfoglia di circa mezzo centimetro. Con una rotella smerlata

tagliare delle striscioline lunghe al massimo 15 cm e larghe al massimo 4. Pie-

gate ogni striscia in due nel senso della lunghezza e ogni 2-3 cm unite le estre-

mità “pinzandole” con le dita, ottenendo delle piccole conche. Arrotolate la

strisciolina su sé stessa unendola al suo interno con e dita e formando una rosa.

Finita la forma, friggete le rose per qualche minuto in olio bollente e metteteli

ad asciugare in una carta da cucina. Condire.

Ricetta Crus’tl:

- 40 g Zucchero

- 400 g Farina 00

- 60 gr Burro da fondere

- 1 Scorza d'arancia

- 3 Uova (medie)

- 1 tuorlo (di un uovo medio)

- 1 pizzico di sale fino

- 15 g di Liquore all'anice

Fondete il burro e lasciatelo intiepidire. Nel frattempo ponete in una ciotola la

farina, lo zucchero , le uova, un pizzico di sale, la scorza grattugiata dell’arancia,

il burro fuso e il liquore all’anice. Iniziate ad impastare a mano nella ciotola, poi

trasferite l’impasto su una spianatoia e impastate fino a creare un panetto com-

patto e omogeneo. Copritelo con un canovaccio pulito e fatelo riposare per al-

meno 30 minuti a temperatura ambiente. Tagliate i vostri crustoli (struffoli in

italiano) e friggeteli.

Mettere in una casseruola aglio, olio e alloro, farli rosolare legger-mente e aggiungere i pomodorini. A parte, far bollire le verdure per poi unirla ai pomodorini con le an-guille. Farle cuocere lentamente e salarle a piacimento. Una volta cotta,metterla in una pentola di terracotta con sotto il pane raffermo, unpizzico di olio, prezzemolo e peperoncino.

Ingredienti:

• Anguilla

• Verdura selvatica

• Pomodorini del Gargano

• Pane raffermo

• Aglio

• Alloro

• Prezzemolo

• Olio

• Sale

• Un pizzico di peperoncino

LA RICETTA DEL MESETiella alla Cagnanese con anguilla, verdure selvatiche e pomodorini

A CURA DI PASQUALE TOMAPizzeria Ristorante 'La Darsena' via N. Bixio, CAGNANO VARANO TEL. 329 372 4691

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a cura di:1Pasquale De Luca

con la collaborazione di:2Antonio De Luca, 3Costantino Vocino, 4Antonio Manfrini, 5MassimoErrico

________________________________________Ospedale “T. Masselli-Mascia”San Severo ASL FG1Dirigente Medico S.C. Pronto Soccorso2Dirigente Medico S.C. Cardiologia-UTIC3Dirigente Direzione Medica di Presidio

Ospedale IRCCS “Casa Sollievo della Sofferenza”San Giovanni Rotondo (FG)4Direttore S.C. Pronto Soccorso e DEA

Ospedale Ente Ecclesiastico “F. Miulli”Acquaviva delle Fonti (BA)5Direttore S.C. Medicina Interna

IntroduzioneI medici si trovano ad affrontare sfide sempre più difficili,pazienti sempre più esigenti e sempre più materiale da stu-diare per rimanere al passo con i tempi. A tutto questo si ag-giunge la necessità di essere dei buoni comunicatori. Gliobiettivi principali di questa lettura sono rendere il medicopiù consapevole delle proprie risorse, suggerirgli strumenticoncreti per favorire una comunicazione efficace sottoline-ando l’importanza del fattore umano in medicina, impararea costruire un solido rapporto di fiducia e collaborazionecon il paziente, per guidarlo verso uno scopo comune: lostato di salute.Il rapporto medico-paziente è quella particolarissima rela-zione che si instaura tra un professionista sanitario e un pa-ziente a partire da uno stato di malattia di quest’ultimo. Taleasimmetria lo rende rischioso per il paziente, la parte piùvulnerabile, il quale è dipendente da competenza e deci-sioni del medico.Per secoli tale rapporto si è basato su un’etica medica pa-ternalistica, cioè basata sulla concezione che il medico po-tesse decidere in favore e per conto del pazienteindipendentemente dalle sue preferenze. Col crescere delleconoscenze scientifiche si è poi passati a una concezione incui il paziente potesse esprimere la propria volontà nel ri-spetto di un’autonomia decisionale. In tale contesto il pa-ternalismo medico si è mostrato un modello etico dicomportamento non più adeguato, che andava a ledere ildiritto all’autodeterminazione. Con tale visione il rapportomedico-paziente è andato via via a svilupparsi in un rap-porto simmetrico che ha raggiunto il suo culmine con il do-vere del medico di informare il paziente e di ottenere il suoconsenso. Rischio di tale moderno approccio però è statoquello di perdere il rapporto umano medico-paziente a fa-vore di un’applicazione assolutamente meccanicistica diprotocolli, linee guida, piani diagnostico-terapeutici. Ap-procci, che da un lato hanno forse garantito l’applicazionegeneralista della cosiddetta buona pratica clinica, dall’altro

hanno spesso por-tato a non conside-rare più il paziente in quanto individuo ma in quantoorgano malato, passando cioè da un rapporto medico-pa-ziente a un rischioso rapporto medico-malattia.Bisogna quindi affrontare in modo scientifico ma corretto esensibile, questo rapporto, comprendendo quanto il lin-guaggio, sia verbale che non verbale (gesti, posizioni, mi-mica), sia importante per comunicare e soprattutto perentrare in empatia con la persona che abbiamo di fronte.Tutto ciò evidenzia, in particolare, quanto la scelta delle pa-role abbia un significato ben preciso e quanto sia impor-tante l’ascolto della persona che abbiamo di fronte,analizzando in modo preciso e dettagliato l’arte della buonacomunicazione, al fine di costruire una relazione, definire econdividere gli obiettivi di una cura o comunicare una cat-tiva notizia.

Stato dell’arteFare il medico è sempre più difficile, e di fatto non è maistato facile. Il margine di errore, secondo i pazienti, dovrebbe esserenullo, mentre se fai tutto giusto hai fatto solo il tuo lavoro.Se crei empatia rischi di distruggerli emotivamente, se trattii pazienti con distacco, non puoi essere un buon medico. Èuna professione difficile. Ti insegnano a creare distanza daiproblemi per essere oggettivo e professionale, ma la naturaumana ti porterebbe a creare una relazione più emotiva-mente coinvolgente. Perché è importante la comunicazione medico-paziente?A questa domanda hanno già risposto in tanti, molto primadi noi. Se nel V sec. a.C. Ippocrate sosteneva che “è più im-portante conoscere la persona che non la malattia”, nel XIXsecolo il dr. Francis Peabody dell’Harvard Medical School,ancora affermava che “il significato della stretta relazione in-terpersonale tra medico e paziente non potrà mai esseretroppo enfatizzato, in quanto da questo dipendono un nu-mero infinito di diagnosi e di terapie; una delle qualità es-senziali del medico è l’interesse per l’uomo, in quanto ilsegreto della cura del paziente è averne cura (Peabody,1927)”. Questa convinzione sopravvive ancora: “la comunicazionemedico-paziente è parte integrante della pratica clinica. Sefatta bene, tale comunicazione produce un effetto terapeuticoper il paziente, come è stato convalidato in studi controllati.Programmi di formazione convenzionali sono stati creati permigliorare e misurare specifiche capacità di comunicazione.Molti di questi sforzi, tuttavia, si concentrano su scuole di me-dicina e primi anni post-laurea e, di conseguenza, riman-gono isolati in ambienti accademici. Pertanto, la capacità dicomunicazione del medico occupato spesso restano poco svi-luppate, e la necessità per i medici di diventare migliori co-municatori continua (Travaline et al., 2005)”. Il prof. Fabrizio Benedetti, docente all’Università di Torino,ci fa notare che “accanto agli effetti positivi del placebo sipossono registrare anche effetti negativi (effetto nocebo). Que-sto può accadere quando la comunicazione è frettolosa e ec-cessivamente ambigua e carica di suggestioni negative chenel cervello del paziente si traducono in una sensazione di

Relazione Medico-Paziente

e umanizzazione delle cure

#medicina e salute

minaccia per la propria salute (Benedetti, 2012)”. Comunicare abilmente con i pazienti è un aspetto fonda-mentale della pratica di un medico durante tutta la sua car-riera. Negli ultimi trent’anni la comunicazionemedico-paziente ha ricevuto una crescente attenzione nellaformazione medica, soprattutto in alcune parti del mondo. L’Unione Europea purtroppo non si è espressa in manieradettagliata né vincolante, sul tema della comunicazionemedico-paziente. Risale al 1975 la Direttiva del Consiglioconcernente il coordinamento delle disposizioni legislative,regolamentari e amministrative per l’attività di medico, cheprevede tra le competenze necessarie da acquisire nell’in-tero ciclo di formazione adeguate conoscenze della struttura,delle funzioni e del comportamento degli esseri umani, inbuona salute e malati, nonché dei rapporti tra l’ambiente fi-sico e sociale dell’uomo e il suo stato di salute.

Occorre dunque capire e farsi capire, ricordando che il si-gnificato di un messaggio è dato dalla reazione che esso su-scita. “La comunicazione è uno scambio interattivo fra due o piùpartecipanti, dotato di intenzionalità reciproca e di un certolivello di consapevolezza, in grado di far condividere un de-terminato significato sulla base di sistemi simbolici e con-venzionali di significazione e di segnalazione secondo lacultura di riferimento (Watzlawick, 1971)”. È questa la definizione di comunicazione fornita da PaulWatzlawick, pioniere degli studi in materia. Il termine “co-municazione” deriva dal latino cum, “con”, e munire“legare”,“costruire”. Il verbo latino communicare significa “metterein comune, far partecipe”. Comunicare vuol dire dunquemettere in comune con altri, informazioni, idee, emozioniattraverso il linguaggio. La comunicazione è un’azione co-mune, uno scambio di feedback, un flusso. Alla base di una comunicazione efficace ci sono tre ingre-dienti che il ricevente riceve/sente/percepisce dal mittentee di cui non si può fare a meno: 1) riconoscimento; 2) com-prensione; 3) identificazione.Il riconoscimento ha a che fare con il riconoscere la persona,vederla, guardarla, ascoltarla con interesse autentico; inqualche modo l’identità esiste nel momento in cui vienevista e riconosciuta.La comprensione è un altro ingrediente fondamentale per-ché non è importante solo che tu comprenda ma è altret-

tanto importante che tu dimostri al tuo interlocutore che lostai comprendendo e che, di conseguenza, lui si senta com-preso.L’identificazione riguarda il far sentire all’altro che ti staimettendo, anche se solo per un momento, nei suoi panni,proprio per essere in grado il più possibile di comprenderela sua percezione della realtà.

Inoltre, il comportamento umano è fortemente influenzatodalle parole, che possono essere incoraggianti, potenzianti,funzionali a un dato obiettivo, favorire determinate reazionioppure, al contrario, ostacolarle. Così come parole giustedette al momento giusto possono avere effetti positivi e aiu-tare le persone, parole sbagliate al momento sbagliato pos-sono risultare assolutamente depotenzianti: per esempio,ai fini della comunicazione efficace di un difficile e non pre-vedibile percorso diagnostico-terapeutico, sarebbe preferi-bile dire “stia tranquillo” al posto di “non si preoccupi”. La relazione medico-paziente spesso viene chiamata alle-anza terapeutica, e l’elemento considerato distintivo di que-sta alleanza terapeutica è l’empatia. Il termine alleanza viene dal verbo “alleare” che deriva dalfrancese allier, che significa “unire”; il termine francese de-riva a sua volta dal latino alligàre, “legare a”. Alleàre significa“legare insieme con patto”. In psicologia per empatia si intende la capacità di compren-dere lo stato d’animo e la situazione emotiva di un’altra per-sona. Il termine deriva dal greco “�µ������” (empatéia, a suavolta composto da en-, “dentro”, e pathos, “sofferenza o sen-timento”), che veniva impiegato per indicare il rapportoemozionale di partecipazione che legava l’autore-cantoreal suo pubblico. Per Carl Rogers, padre della terapia centrata sul paziente edel movimento della psicologia umanistica, empatia signi-ficava “comprendere i sentimenti dell’altro come se fosseroi nostri”. Empatia significa dunque comprendere, grazie aun processo di immedesimazione, i sentimenti e gli statid’animo dell’altro, qualunque essi siano: gioia, dolore, rab-bia; e non significa essere per forza, calmi, compiacenti eaccondiscendenti.Ma l’elemento fondamentale per comunicare efficace-mente con il paziente è l’ascolto, e in particolare l’ascoltoattivo, cioè un modo di ascoltare a trecentosessanta gradi,con una totale presenza e concentrazione, con un autentico

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interesse a comprendere l’altro e a incorporarne il suo mo-dello sospendendo il più possibile i propri filtri e il propriogiudizio. Secondo Carl Rogers, infatti “la tendenza a giudi-care gli altri è la più grande barriera alla comunicazione ealla comprensione (Rogers, 1952)”. Inoltre, secondo il medico britannico Robert Buckman, pro-fessore al Dipartimento di Medicina dell’Università di To-ronto e autore del libro “La comunicazione della diagnosi incaso di malattie gravi”, la struttura base del dialogo fra me-dico e paziente consiste nel prepararsi all’ascolto e nel faredomande: perché le domande sono così importanti? Primadi tutto perché le domande aiutano a far pensare la personache hai davanti, a dare input al cervello per cercare le rispo-ste e far emergere nuove consapevolezze; servono, soprat-tutto quando sono domande aperte, a ottenere maggioriinformazioni, a mantenere alta l’attenzione dell’interlocu-tore e a guidare la comunicazione. Le persone hanno giàtutte le risorse di cui hanno bisogno ma le hanno a livelloinconscio, tutto ciò che dobbiamo fare è renderle disponibilidove servono. Ci sono diverse prove scientifiche che dimo-strano che una buona comunicazione o, meglio, una comu-nicazione efficace tra medico e paziente aiuta il medico amigliorare le sue capacità di fare diagnosi, a lavorare inmodo tempestivo e a ottenere una maggiore soddisfazionedel paziente; e aiuta il paziente a capire meglio e a seguirepiù fedelmente quello che il medico gli dice. Inoltre, moltimedici affermano che la qualità dell’interazione con i loropazienti è il motivo principale della propria soddisfazionenel lavoro. Secondo i principi basilari di una comunicazioneefficace, è fondamentale anzitutto il punto di vista dei pa-zienti, bisogna poi porre particolare attenzione a cosa pen-sano e cosa sentono, quali sono le loro convinzioni, le loroemozioni e le loro aspettative. Non più quindi il focus solosulla dimensione della patologia (disease) ma sulla perce-zione soggettiva della malattia da parte del paziente (illness).

ConclusioniPer chi è cresciuto in una scuola di medici umanisti, nonpuò esistere una buona medicina in assenza di un rapportocon la Persona più che col Paziente in quanto tale; secondol’umanismo, infatti, il compito cardine del medico è quellodi combinare la formulazione di una diagnosi con l’appli-cazione di logica e fatti osservabili (sostenendo scetticismoe metodo scientifico) al capire l’uomo nel suo essere più au-tentico, nel credere cioè in una medicina “per l’Uomo”.Il ruolo, le abilità e le competenze di un medico, vanno benoltre le sue competenze prettamente scientifiche, perché ilmedico deve essere in grado di accogliere, comprendere,usare una comunicazione diretta, guidare, insegnare, ac-compagnare e molto altro ancora. Al medico, si chiede inparticolare di:co-creare la relazione, che significa stabilire fiducia e vici-nanza con il paziente e essere presente, cioè essere comple-tamente consapevole delle sue problematiche;comunicare con efficacia, che significa praticare l’ascoltoattivo, porre domande potenti (che cioè rivelano le infor-mazioni più utili alla relazione con il paziente) e costruireuna comunicazione diretta (cioè che abbia il maggior im-patto positivo sul paziente);facilitare apprendimento e risultati, che significa creare con-sapevolezza, progettare azioni, pianificare e stabilire obiet-tivi, gestire i progressi e le responsabilità.Per raggiungere questi obiettivi, occorre imparare ad ascol-tare di più e meglio se stessi e gli altri, cercando di essere ilmeglio di ciò che siamo, con la ferma convinzione che la co-municazione medico-paziente non è un contorno facolta-tivo della nostra professione, ma piuttosto un ingredientecentrale del percorso terapeutico dei nostri pazienti. Questaè e sarà sempre la strada migliore per rendere la nostra co-

municazione più efficace ed essere i migliori compagni diviaggio per ogni nostro singolo paziente.

La comunicazione medico-paziente, diventa allora quellacomplessa relazione in cui analisi del problema, empatia, co-noscenza del contesto familiare, sentimentale e professionale,consapevolezza delle scelte, accompagnamento, si fondonotra loro realizzando un rapporto sacro; una relazione che peressere efficace dovrebbe andare ben oltre il tempo della visitao di una prescrizione, e che diventa inevitabilmente un le-game tra Uomini, poiché non vi può essere nessun Medicosenza il suo Paziente e nessun Paziente senza il suo Medico.

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