DIRITTO INTERNAZIONALE Università degli Studi di Parma

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DIRITTO INTERNAZIONALE Università degli Studi di Parma. Prof. Marco Scarpati – Prof. Gabriele Catalini. I Diritti Umani. I diritti umani sono i diritti di ogni essere umano. Sono i diritti fondamentali, universali, inviolabili e indisponibili di ogni persona. - PowerPoint PPT Presentation

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DIRITTO INTERNAZIONALEUniversità degli Studi di Parma

Prof. Marco Scarpati – Prof. Gabriele Catalini

I Diritti Umani

I diritti umani sono i diritti di ogni essere umano.

Sono i diritti fondamentali, universali, inviolabili e indisponibili di ogni persona.

I diritti umani sono fondamentali in quanto corrispondono ai bisogni vitali, spirituali e

materiali della persona.

Sono i diritti della persona alle libertà fondamentali civili, politiche, sociali,

economiche, culturali.

I diritti umani sono universali in quanto appartengono ad ogni essere umano per il solo fatto di essere tale, senza distinzione

di razza, di colore di pelle, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica, di

origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.

I diritti umani sono inviolabili in quanto sono i diritti di cui nessun essere umano

può essere privato.

I diritti umani sono indisponibili in quanto sono i diritti a cui nessuno può rinunciare,

neppure volontariamente.

Nel 1968 D’Artagnan, insieme ad altri

moschettieri del Re di Francia, fece uccidere

Anne de Breuil, conosciuta come

Milady.

D’Artagnan aveva con se un doumento così

redatto:

“Per ordine mio e per il bene dello Stato, il

portatore della presente ha fatto

quello che ha fatto”Richelieu

Un tempo il Sovrano e i suoi delegati potevano fare tutto quello che volevano.

Il Sovrano, che faceva la legge, era al di sopra della legge.

Non c’era Giudice che potesse sindacare le Sue azioni.

Il bene del Sovrano era anche il bene dello Stato, perché il Sovrano era lo Stato.

“L’Etat c’est moi”

Le norme relative ai diritti umani non riguardano i rapporti tra privati individui, ma i loro rapporti con gli individui che

esercitano un pubblico potere.

Le norme si indirizzano quindi all’individuo indipendentemente dal fatto che egli sia

cittadino di un determinato Stato.

L’obbligo di rispettare la dignità della persona umana deve prevalere su ogni

altro fine dello StatoCome ben chiarisce un passo della

Sentenza della Corte Interamericana dei diritti umani del 20 gennaio 1989 sul caso

Godinez Cruz:“The State is subjet to law and morality. The

exercise of public autorithy has certain limits which derive from the fact that

human rights are inherent attributes of human dignity and are, therefore, superior

to the power of State”

Ad esempio non è mai ammissibile che uno Stato si rifiuti di dare informazioni su

persone sparite, con il pretesto che tali informazioni risulterebbero dannose per la

sicurezza nazionale.

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale si ebbe una chiara affermazione dell’idea che la persona umana richiede di essere

tutelata in quanto tale.

E’ con la Carta di San Francisco (1945) che si ha il primo chiaro impulso in quanto la

stessa annovera il rispetto dei diritti umani tra i fini dell’Organizzazione.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

La Dichiarazione Universale è

solennemente adottata dall’AG delle NU il 10 dicembre 1948 con il voto favorevole di 48 Stati membri, nessun

voto contrario e l’astensione dell’Arabia

Saudita, del Sud Africa e dei sei Stati del blocco

comunista.

Per la prima volta gli Stati riconoscono, in uno strumento giuridico a portata

universale, che tutti gli individui, senza discriminazione alcuna, spetta la tutela di

una serie di diritti espressamente enunciati.

“All human beings are born free and equal in dignity”

(Art. 1)

La Dichiarazione dei diritti dell'uomo è un codice etico di importanza storica

fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente (cioè

in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all'essere

umano. Idealmente, la Dichiarazione è il punto di arrivo di un dibattito filosofico sull'etica e i diritti umani che nelle varie epoche ha visto impegnati filosofi quali

John Locke, Rousseau, Volaire, Kant fino a quelli contemporanei.

Non si deve dimenticare poi l'importanza che ha avuto la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino stesa nel

1789 durante la Rivoluzione Francese, i cui elementi di fondo (i

diritti civili e politici dell'uomo) sono

confluiti in questa carta.

Fondamentali infine nel percorso che ha portato alla realizzazione della

Dichiarazione sono i Quattordici punti di Woodrow Wilson (1918) e i quattro pilastri delle libertà enunciati dalla Carta Atlantica

di Roosevelt e Churchill del 1941. Alla Dichiarazione sono poi seguiti il Patto

Internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali e il Patto Internazionale sui

Diritti Civili e Politici, elaborati dalla Commissione per i Diritti dell'Uomo ed

entrambi adottati all'unanimità dall'ONU il 16 dicembre 1966.

La maggior parte dei diritti contenuti nella Dichiarazione sono già riconosciuti da

diversi stati nazionali, ma sono oggetto di tutela da numero esiguo di trattati internazionali.

La dichiarazione contempla sia diritti civili e politici, sia diritti di natura economica, sia

diritti sociali e culturali.SI tratta sempre di diritti individuali.

La Dichiarazione contempla anche alcuni limiti all’esercizio dei diritti in essa

enunciati.Ogni individuo ha anche obblighi nei

confronti della comunità alla quale appartiene (Art. 29.1).

IL testo della dichiarazione fu approvato in un tempo incredibilmente breve.

Questo anche perché la Dichiarazione contiene numerose dichiarazioni di principio ambigue e molto vaghe.

Molti Governi approvarono il testo convinti che lo stesso non portasse obblighi

giuridici a loro carico.

La Dichiarazione non è infatti un trattato internazionale, ma una mera Risoluzione

dell’AG.

A distanza di molti anni molti dei principi della dichiarazione hanno assunto il rango

di principi consuetudinari del DI.

E come tali sono vincolanti per tutti gli Stati.

La Dichiarazione è in ogni caso uno degli strumenti giuridici internazionali più

conosciuti al mondo.

Il suo testo è disponibile in oltre 300 lingue.

Sul piano strettamente giuridico la Dichiarazione resta però un mezzo di

tutela indiretta.

La protezione dei Diritti Umani

L’esistenza di un doppio livello di protezione, quello interno e quello internazionale, può

assicurare un’efficace tutela dei diritti umani, dato che il ricorso al livello migliore

consente di rimediare alle carenze di quello peggiore.

Il Palazzo della Corte Europa dei Diritti Umani - Strasburgo

I meccanismi procedurali di garanzia

Corte Europea

Corte Interamericana

Nessuna efficace tutele a livello mondiale

 L'Indice di Sviluppo Umano fu introdotto nel "Primo rapporto sullo Sviluppo Umano" ad opera delle N.U. nel 1990 come un nuovo strumento per la misurazione dello sviluppo delle nazioni del mondo.

Si tratta di un indicatore che tiene conto oltre che del reddito pro capite, anche di altri elementi che concorrono a determinare le condizioni di vita tra i quali la speranza di vita, il quantitativo di

calorie alimentari disponibili pro capite, il tasso di alfabetizzazione, il tasso di scolarizzazione, l'accesso ai servizi sanitari, la disponibilità di acqua potabile e il grado di libertà politica.

• 1. Norvegia 0,942• 2. Svezia 0,941• 3. Canada 0,940• 4. Belgio 0,939• 5. Australia 0,939• 6. Stati Uniti 0,939• 7. Islanda 0,936• 8. Paesi Bassi 0,935• 9. Giappone 0,933• 10. Finlandia 0,930• 11. Svizzera 0,928• 12. Francia 0,928• 13. Regno Unito 0,928• 14. Danimarca 0,926• 15. Austria 0,926• 16. Lussemburgo 0,925• 17. Germania 0,925• 18. Irlanda 0,925• 19. Nuova Zelanda 0,917• 20. Italia0,913• Media Paesi Alto Sviluppo Umano 0,8751

• Paesi in via di sviluppo 0,654 • Paesi a basso sviluppo 0,445 • Paesi sviluppati 0,918 • Mondo 0,722

• 157. Eritrea 0,421• 158. Benin 0,420• 159. Guinea 0,414• 160. Gambia 0,405• 161. Angola 0,403• 162. Ruanda 0,403• 163. Malawi 0,400• 164. Mali 0,386• 165. Rep. Centrafricana 0,375• 166. Ciad 0,365• 167. Guinea Bissau 0,349• 168. Etiopia 0,327• 169. Burkina Faso 0,325• 170. Mozambico 0,322• 171. Burundi 0,313• 172. Niger 0,277• 173. Sierra Leone 0,275