Direttore ARTURO DIACONALE Fondato nel 1847 - Anno XXIII N ... · A partire da Nicola Zingaretti...

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Direttore ARTURO DIACONALE Martedì 20 Novembre 2018Fondato nel 1847 - Anno XXIII N. 216 - Euro 0,50

DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1

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delle Libertà

Nell’annunciare la propria candidaturaalla segretaria del Partito Democra-

tico, Marco Minniti ha rilavato l’assolutanecessità di chiudere la fase del partito incui si parla solo di persone e poco di poli-tica e tornare a discutere di politica la-sciando da parte il tema delle persone. Ilproposito è più che comprensibile. Dopogli anni della personalizzazione massimadel renzismo, sfociati nel risultato del 4marzo, appare del tutto logico che ilgruppo dirigente del Pd voglia girare pa-gina avviando un percorso segnato dallaprevalenza delle idee sulle personalità deileader.

Non è un caso, quindi, che il propositodi Minniti sia lo stesso di tutti gli altri can-didati alla segreteria. A partire da NicolaZingaretti fino al segretario dimissionarioma deciso a puntare alla riconferma,Maurizio Martina. Questa comunanza divolontà di chiudere una volta per tutte conla fase del leaderismo renziano dovrebbeessere seguita dall’indicazione delle diverseidee con cui i singoli candidati vorrebberorinnovare e rilanciare il Partito Democra-tico.

Al momento, però, una differenza dilinee strategiche tra i vari aspiranti alla se-greteria non sembra ancora emergere.Minniti, Zingaretti, Martina, tutti di pro-venienza post-comunista, sembrano indi-rizzati a riorganizzare il Pd risvegliando lasua identità di sinistra nella convinzione

che presto o tardi quella parte di elettoratotrasmigrato nelle file del Movimento Cin-que Stelle abbandonerà i dilettanti allosbaraglio e tornerà alla casa madre nelfrattempo tornata ad essere la più sicura esolida forza progressista del paese. Per sin-golare paradosso, quindi, i partecipantialle future primarie del Pd non dovranno

scegliere tra diverse posizioni politiche matra le diversità personali dei singoli candi-dati ricadendo in quella personalizzazioneche si vorrebbe eliminare.

Questa è una bizzarria a cui se ne ag-giunge una seconda di identico rilievo.Matteo Renzi, che poi è il soggetto dellapersonalizzazione eccessiva che i candidati

segretari vogliono archiviare al più presto,sembra essere l’unico in grado di espri-mere una linea politica diversa da quella diMinniti, Zingaretti e Martina. Che nonpunta alla rigenerazione del tradizionalepartito della sinistra, ma al suo supera-mento attraverso l’aggregazione diquelle forze civiche e quelle maggioranze

silenziose che guardano non alla sinistrama al centro dello scenario politico ita-liano.

Può essere che le due linee niente af-fatto parallele, quella del partito chepunta a sinistra e quella delle forzeesterne proiettate al centro, possano inqualche modo convivere. Ma le ideecamminano sulle gambe delle persone.E le persone in questione sono talmentediverse da lasciar pensare che questapossibilità sia solo una pia illusione!

di ARTURO DIACONALE Le due bizzarrie del Partito Democratico

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