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Definisce un insieme di malattie a diversa

eziologia, in cui il fattore fisiopatologico

unificante è rappresentato da uno

squilibrio tra la richiesta metabolica e

l’apporto di ossigeno al miocardio

La CPI è nella stragrande maggioranza dei

casi secondaria ad aterosclerosi

ostruttiva dell’albero coronarico

Le malattie di cuore sono suscettibili, più di

altre, a presentare brusche variazioni di

decorso che possono essere corrette da

un intervento pronto e appropriato.

Qualsiasi dolore che, anteriormente, si

collochi tra la base del naso e

l’ombelico, e posteriormente, tra la nuca

e la 12° vertebra e che non abbia causa

traumatica o chiaramente identificabile

che lo sottenda.

L’anamnesi e le caratteristiche del dolore

toracico rappresentano il primo

strumento per il riconoscimento della sua

possibile origine ischemica.

le caratteristiche del dolore;

la storia di malattia coronarica

documentata (dato oggi molto frequente)

l’età, poiché con il suo aumentare cresce

la prevalenza di malattia coronarica

i fattori di rischio,ovvero la familiarità per

evento ischemico, il diabete mellito,

l’ipertensione arteriosa, il fumo e

l’ipercolesterolemia.

Infarto miocardico

Angina instabile

Dissezione aortica

Pericarditi

Gastrointestinale

esofagiti

ulcera peptica

colica biliare

pancreatite

Patologie polmonari

embolismo

polmonite

pleurite

pneumotorace Sindrome da iperventilazione

psicogena

Dolore di parete (muscolare o neurologico)

a) Qualità del dolore: “tipico”, quando

riferito come sensazione di peso,

costrizione, soffocamento, oppressione.

In generale l’angina non provoca un

dolore trafittivo lancinante

b) La localizzazione del dolore:

tipicamente retrosternale, talvolta con

irradiazione alla mandibola,

all’epigastrio, alle braccia o una

combinazione di tali fattori.

c) La durata del dolore: tipicamente

l’episodio anginoso dura alcuni minuti.

Un debole fastidio che dura per diverse

ore è difficilmente riferibile ad angina

d) I fattori favorenti il dolore: generalmente

l’angina è esacerbata dallo sforzo fisico

o dallo stress emozionale

e) I fattori allevianti il dolore, come il riposo

f) la presenza di dolore al momento

dell’osservazione

SCOPO Definire la “tipicità” rispetto alla

“atipicità” dei sintomi.

Lo strumento è stato validato in

un’ampia coorte di pazienti.

(ANMCO-SIMEU)

LOCALIZZAZIONE Restrosternale, precordiale +3

Emitorace sinistro, collo, mandibola, epigastrio +2

Apice -1

CARATTERE Oppressivo, strappamento, morsa +3

Pesantezza, restringimento +2

Puntorio, pleuritico, pinzettante -1

IRRADIAZIONE Braccia, spalla,collo,mandibola +1

SINTOMI ASSOCIATI Dispnea, nausea,sudorazione +2

Risultato: score<4=dolore atipico, bassa probabilità di angina pectoris

score>4=dolore tipico, intermedio-alta probabilità di angina

La sintomatologia dolorosa NON è

influenzata dalla posizione del corpo, dai

movimenti o dalla respirazione.

Nelle forme tipiche di angina pectoris il

dolore è scatenato dallo sforzo fisico o

comunque da un evento che aumenta

le richieste di ossigeno del miocardio.

Tutte le strutture della parete toracica

possono causare un dolore che deve

essere distinto da quello stenocardico.

Generalmente in caso di affezioni della

parete il dolore è accentuato dalla

inspirazione profonda, dalla tosse, da

alcuni movimenti e spesso può essere

provocato con la pressione effettuata in

punti precisi del torace.

L’espressione del volto offre indicazioni

importanti sulle condizioni fisiche e

psichiche del malato.

E’ soprattutto il dolore che altera

l’espressione del volto: da una facies

sofferente si può giungere a una facies

angosciata come negli attacchi di

angina pectoris e nell’infarto

miocardico.

Frequenza cardiaca

Frequenza respiratoria

Pressione arteriosa

Saturazione ossigeno

ECG A 12 DERIVAZIONI

BIOMARCATORI

INDAGINI DIAGNOSTICHE DI SECONDO

LIVELLO

I marcatori biochimici vengono misurati

per rivelare o escludere la necrosi

miocardica

TROPONINE T E I

CREATINCHINASI (CK)-MB

MIOGLOBINA

1954 SGOT

1955 LDH

1960 CPK

1972 elettroforesi CPK CPK-MB

1975 CK-MB mediante immunoinibizione CK -B

1975 Mioglobina

1985 CK-MB Massa

1989 Troponina T

1992 Troponina I

1) Identificare con ragionevole

accuratezza l’ischemia miocardica

senza che sia presente già necrosi

tissutale

2) Garantire una adeguata specificità per

il tessuto miocardico, ed essere

negativo per i pazienti sani

3) Essere rilasciato precocemente,

raggiungere una titolazione

direttamente proporzionale

all’estensione del tessuto coinvolto

dall’ischemia ed essere dosabile per un

tempo adeguato, ma non troppo a

lungo, in modo da permettere la

rilevazione di eventuali recidive

ischemiche

4) Permettere rilevazioni disponibili nel giro

di poche decine di minuti ed essere a

basso costo

AST: ASPECIFICA

LDH: aspecifica

CPK: aspecifica

CK-MB

Mioglobina

Troponina T

Troponina I

Iso-enzima

Insorgenza 2-6h / picco 18-22h / durata 48/72h

Bassa specificità

DIAGNOSI PRECOCE IMA

CORRELAZIONE CON ESTENSIONE INFARTO

RILEVAZIONE REINFARTO

Il CPK totale e l’MB-CPK compaiono più

tardivamente: dopo 6 ore

Essi sono meno sensibili e specifici della

troponina

Essi servono soprattutto a quantizzare le

dimensioni dell’IMA. Evidentemente una

necrosi estesa ha un valore prognostico

negativo

Miocardite

Distrofia muscolare progressiva

Polimiosite

Mioglobinuria

Trauma muscolare soprattutto se associato ad ostruzione arteriosa

Sforzi fisici intensi o prolungati

Stato di male epilettico

Periodo post-operatorio

Infarto cerebrale massivo

Parto e gravidanza a termine

Ipotiroidismo

Iniezioni intramuscolari

Spasmi muscolari o convulsioni infantili

Proteina, catena 153 aminoacidi

Emivita 10/20’/ picco4-8h/durata 12-24h

Indistinguibile da analogo muscolo

scheletrico

VALORE PREDITTIVO NEGATIVO

La Mioglobina ha la caratteristica di

essere la più precoce a comparire in

circolo: 2 ore dall’insulto ischemico

Essa è dotata di alta sensibilità ma di

bassa specificità: il suo incremento

quindi non associato a quello della

Troponina non è diagnostico

L’incremento dei suoi valori nel sangue

dura circa 24 ore

Si innalza dopo 1-2 ore (primo marker di

danno miocardico!)

24 ore per tornare alla norma

Non specifico (cellule muscolari e

cardiache)

VALORE MIOGLOBINA: < 90 ng/L

Altamente sensibili (assenti nel sangue di soggetti normali)

Altamente cardiospecifiche

Richiedono la presesenza di necrosi per essere rilasciate dal sarcomero

Crescono rapidamente dopo i sintomi (4-12 ore)

picco 12-24 ore

Rilascio continuo fino a 10-14 giorni

Troponina I

Localizzata solo nel miocardio

Troponina T

Anche danni muscolari, insufficienza

renale, scompenso cardiaco, embolia

polmonare, miocardite, pericardite

Concentrazione

troponina t

Risultato visualizzato commento

< 50 ng/L

Trop T: < 50 ng/L

Infarto miocardico acuto non

probabile, ma possibile; nel

contesto della valutazione clinica,

ripetere il test (ad es. dopo 3-6 h)

per rilevare livelli di TROP T in

aumento

50-100 ng/L

Trop T: 50-100 ng/L

Infarto miocardico acuto possibile;

ripetere il test per rilevare livelli di

Trop T in aumento nel contesto

della valutazione clinica secondo

le linee guida; fare una diagnosi

differenziale e cercare altre cause

dell’aumento di Trop T

100-2000 ng/L

ES: Trop T: 900 ng/L

Infarto miocardico acuto

probabile: considerare una

diagnosi differenziale per

identificare altre cause

dell’aumento della Trop T

> 2000 ng/L

Es: Trop T: > 2000 ng/L

Infarto miocardico acuto molto

probabile; considerare una

diagnosi differenziale per

identificare altre cause

dell’aumento della Trop T

Alcune cause non ischemiche di aumento

della TPN

• Miocardite/pericardite

• Cardiomiopatia dilatativa

• Scompenso cardiaco

• Cardioversione elettrica

• Cuore polmonare acuto

• Contusione miocardica/trauma

chirurgico

• Tossicità da chemioterapici

• Sepsi

• IRC

INIZIO

(ORE)

PICCO

(ORE)

NORMALIZZAZIONE

(GG)

CK-MB

4-6

18-22

2-3

Mioglobina

1-2

4-6

1-2

Troponine

3-12

15-24

5-7

RADIOGRAFIA DEL TORACE

Cardiomegalia

Polmonite

Edema polmonare

ECOCARDIOGRAFIA

Evidenzia/esclude anormalità della

cinetica segmentaria del ventricolo

sinistro

La sensibilità dell’ecocardiogramma per

l’infarto è del 93%

Documenta la disfunzione ventricolare

sinistra sistolica

TEST ERGOMETRICO

Valuta la presenza di ischemia inducibile

Stratifica la prognosi

ECOCARDIOGRAFIA DA STRESS

Dobutamina

Dipiridamolo

SCINTIGRAFIA MIOCARDICA

TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA

MULTISTRATO