Costruire n° 21 - Periodico informativo della Fillea Cgil di Roma e Lazio

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Periodico informativodella FILLEA CGIL di Roma e Lazioanno 12 n. 21

21Febbraio 2011

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28 MARZO 2011CANTIERE DELLA METRO B1 - STAZIONE ANNIBALIANO, VIA SPALATO SNC

ORE 9,30

CHIUSURA DELLA CAMPAGNA

“FAR MORIRE PER IL PANE È UN CRIMINE”

VERRANNO PRESENTATI, IN COLLABORAZIONE CON INCA CGIL ROMA E LAZIO, I PRIMI RISULTATI DELL’INDAGINE SULLE PATOLOGIE DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ LAVORATIVE

A CURA DI MARCO BOTTAZZI (COORDINATORE MEDICI INCA NAZIONALE),I DATI AGGIORNATI RELATIVI AGLI INCIDENTI NEI CANTIERI EDILI

E LE PROPOSTE DI FILLEA CGIL PER CONTRASTARE TALI FENOMENI

IL GRUPPO MUSICALE ANONIMA ARMONISTI ESEGUIRÀ DEI BRANI A CAPPELLA TRATTI DAL LORO REPERTORIO E AVENTI COME TEMA IL MONDO DEL LAVORO

COORDINA

BIANCA BERLINGUERDirettore TG3 Rai

RELAZIONE

ROBERTO CELLINISegretario generale Fillea CGIL Roma e Lazio

INTERVIENE

WALTER SCHIAVELLASegretario generale Fillea CGIL nazionale

PORTANO LA LORO TESTIMONIANZA

MASSIMILIANO CONTADINILavoratore che ha subito un grave infortunio in cantiere

ROXANA CIUBOTARIUAmica di un lavoratore deceduto

PARTECIPANO

MASSIMILIANO SMERIGLIOAssessore alle Politiche del Lavoro e Formazione della Provincia di Roma

RENATA POLVERINIPresidente della Regione Lazio

IL COMUNE DI ROMA HA DECLINATO L’INVITO

CONCLUDE

SUSANNA CAMUSSOSegretario generale CGIL

SEGRETERIA ORGANIZZATIVAVia Buonarroti, 12 - 00185 Roma

Tel. 06.46206601 - Fax 06.47825128fillea@lazio.cgil.it - www.filleacgilroma.it

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Pagina 3Costruire • Febbraio 2011•

Costruireperiodico informativo della FILLEA CGIL di Roma e LazioFebbraio 2011 - N° 21 - Anno 12Editore: Associazione A.I.MEVia Poliziano, 34 - 00185 RomaTel. 06 40043732 - Fax 06 40043733associazione_aime@libero.it

Direttore Editoriale:Roberto CelliniDirettore Responsabile:Ilaria Bartoli CiancaleoniCoordinamento Redazionale:Elena SchifinoSegreteria di Redazione:Monica Bevilacqua, Giuseppe Giuffrida, Enza Mangia, Diego PiccoliProgetto grafico, impaginazione ed editing:Aton - RomaStampa: Webcolor - Roma

Hanno collaborato a questo numero:Roberto Cellini, Andrea Camboni,Daniele Ranieri, Franco Ferrarotti,Benedetto Truppa, Ciancio Allebande

Iscritto al Tribunale di Romaal n. 239/2009 del 26/06/2009

Fillea CGIL NazionaleVia G. B. Morgagni, 27 - RomaTel. 06 441141 - Fax 06 44235849

Fillea CGIL Roma e LazioVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206601 - Fax 06 47825128fillea@lazio.cgil.it

La Segreteria:Roberto Cellini - Segretario GeneraleMarco Carletti, Walter Cherubini, Elena Schifino

Segreterie di Roma:RM1 Centro - RM5 Sud: Domenico PetrocchiRM2 Civitavecchia - RM3 Nord: Vincenzo CariddiRM4 Est: Marco Austini RM6 Litoranea: Walter FaddaRM7 Pomezia: Gianni LombardoFunzionari di Zona:Nika Agim, Rino Aversa, Claudio Broccatelli,Douglas Caddia, Simone Cioncolini, Maricel Enache, Fabio Damiani, Alioscia De Vecchis, Fabio Ferrari, Daniel Grigoriu, Manuel Luis Ortiz, Antonio Petrella, Bruno Proietti, Claudio Roggerone, Giulio Testi, Luca Tremaliti, Barbara Zignani.R.L.S.T.:Antonio Cucculelli, Sandro Paolucci, Stefano MontemagnoLatina: Luca Bonetto Frosinone: Alessio FaustiniUfficio Vertenze:Francesca Alberti, Ennio Di Massimo,Elena Manuela Paraschivoiu.Segretari Comprensori Lazio:Latina: Ezio Giorgi Rieti: Angelo Carducci Viterbo: Massimo Guerrini Frosinone: Benedetto Truppa

VITERBOVia Giuseppe Saragat, 8 - ViterboTel. 0761 270290 - Fax 0761 275210

LATINAVia Solferino, 16 - LatinaTel. 0773 662701 - Fax 0773 664655

FROSINONEVia Mola Vecchia, 2A - FrosinoneTel. 0775 853641 - Fax 0775 852064

RIETIVia Garibaldi, 174 - RietiTel. 0746 270194 - Fax 0746 201923

FILLEA ROMA-LAZIOVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206601 - Fax 06 47825128

UFFICIO VERTENZEVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206631/2 - Fax 06 46206633

RM1 (Centro)Via Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206634 - Fax 06 47825128

RM2 (Civitavecchia)Via P. Togliatti, 7 - CivitavecchiaTel. 0766 545865 - Fax 0766 545865

RM3 (Nord)Via G.B. La Salle, 3 - RomaTel. 06 66412409 - Fax 06 66412390

RM4 (Est, Tivoli, Monterotondo)Via Padre Lino da Parma, 3 - RomaTel. 06 4111591 - Fax 06 41219484

RM5 (Sud, Eur, Ciampino)Via del Velodromo, 80 - RomaTel. 06 7809798 - Fax 06 7883808

RM6 (Ovest, Litoranea)Via Casana, 207 - OstiaTel. 06 5692943 - Fax 06 5693259

RM7 (Pomezia, Castelli, Colleferro, Subiaco)Via Lamarmora, 32 - PomeziaTel. 06 9107151 - Fax 06 91602818

COORDINAMENTO RESTAURATORIVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 46206601 - Fax 06 47825128

INCAVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 4814703

CAAFVia Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 48906431

CID (Centro Italiano Disoccupati)Via Buonarroti, 12 - RomaTel. 06 47823159

Ufficio Immigrati c/o CELSI CGILVia Buonarroti, 12 - Roma Tel. 06 49205275/76

5Editoriale

SICUREZZA. IL PUNTOFERMO DELLA NOSTRA AZIONE

di Roberto Cellini

6Interviste

STRESS LAVORO. UN PO’ DI ORDINEPER PREVENIRE IL DISAGIO

di Andrea Camboni

8Interventi

RISCHIO STRESS. LA DISINFORMAZIONE

SUI FATTORI ORGANIZZATIVI DEL LAVORO

di Daniele Ranieri

10Interviste

SICUREZZA E PREVENZIONE. LIMITI E OPPORTUNITÀ

DEL D.LGS. 81di Andrea Camboni

14NUOVA LEGGE, NUOVI DISAGI

di Ciancio Allebande

15Gli speciali

CAMPAGNA REGIONALE SULLASICUREZZA NEI CANTIERI

24Cultura

NOTA SUL CONCETTO DI “LAVORO”di Franco Ferrarotti

26Lavoro

GLI EDILI CIOCIARI. LA LORO VITA,I LORO DIRITTI, LA LORO VOCE

di Benedetto Truppa

28ACCORDO MIBAC/TOD’S.

LE OMBRE SUL COLOSSEOdi Ciancio Allebande

30TABELLE RETRIBUTIVE

I N D I C E

f e b b r a i o 2 0 1 1

Sedi Fillea

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La crisi nel settore delle costruzioni non cambia di segno; dal comparto del-l’edilizia vera e propria a quello dei materiali collegati tutti gli indicatori conti-nuano ad essere negativi. Le uniche a non accorgersi dello stato di crisi sembra-no essere le istituzioni. Il sindaco di Roma continua nella politica degli annunci, l’ultimo dei quali,il 22 e 23 febbraio, confezionato in occasione degli Stati Generali della città,nega la crisi e proietta il settore alle Olimpiadi del 2020 (beato chi riesce aresistere), ancora non assegnateci, con un elenco di 225 opere tirate fuori davecchi programmi di sviluppo, in parte anche in fase di realizzazione, confi-dando nell’intervento dei capitali privati dei costruttori romani che conti-nuano ad annunciarli senza mai investirli. La Provincia è ingabbiata, da unaparte, nel patto di stabilità e, dall’altra, da una difficoltà di programmazione.Mentre la Regione, a circa un anno dal suo insediamento, non è stata capa-ce di far partire nessuna opera infrastrutturale di interesse regionale in gra-do di creare occupazione e attirare investitori. A questo aggiungiamo l’inizia-tiva delle associazioni di rappresentanza dei costruttori che, ignorando le Or-ganizzazioni sindacali, hanno voluto denunciare la crisi alle istituzioni, facen-dosi portavoce di interessi generali che non rappresentano, senza peraltroriuscire a ottenere neanche un tavolo di convocazione. In questo contesto ab-biamo avviato la trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro territoriale aRoma e nelle altre Province su piattaforme rivendicative unitarie.

A Roma siamo al terzo incontro e le nostre rivendicazioni risentono del clima dicrisi e di incertezza del settore. Se da una parte c’è una richiesta, anche condivi-sibile, di razionalizzare, da parte nostra c’è quella di usare lo strumento contrat-tuale come regolatore di scelte indirizzate verso la regolarità e la legalità di siste-ma che passa necessariamente per la trasparenza, la formazione, l’informazionepreventiva e, naturalmente, gli aumenti salariali e altre indennità.Abbiamo, insieme a INPS, INAIL e DPL, sottoscritto un importante protocollopresso il Prefetto di Roma, che sarà recepito nella costituenda Centrale unica de-gli appalti della Provincia di Roma e che, se ben applicato e coordinato, rappre-senterà uno straordinario strumento di offensiva nei confronti del lavoro irrego-lare, insicuro e a rischio di infiltrazioni criminali nel settore delle costruzioni.Senza nessuna forma di piaggeria, un particolare ringraziamento va al Prefettoche in un periodo storico di discredito delle istituzioni ha dimostrato grande au-torevolezza e sensibilità assumendo un ruolo di regia e coordinamento.Per ultimo, la nostra campagna sulla sicurezza nei cantieri che abbiamo intitola-to “Far morire per il pane è un crimine”. Iniziata i primi di febbraio con affissio-ni di manifesti in tutta la città, si concluderà il 28 marzo con un convegno orga-nizzato dentro il cantiere Metro B – per gentile concessione della società Salini eRoma Metropolitane – nel quale la Fillea di Roma e del Lazio rilancerà il propriopunto di vista, rafforzato dalle conclusioni e dalla presenza del Segretario Gen.della CGIL Susanna Camusso. Faremo della sicurezza e dei morti nei cantieri ilpunto fermo della nostra azione nei confronti di tutti quelli che hanno la com-petenza della materia e che secondo noi esercitano male. Su questo ultimo argo-mento faremo il bilancio a partire da questo numero.

DA PARTE NOSTRA C’È LA RICHIESTA DI USARE LO STRUMENTOCONTRATTUALE COMEREGOLATORE DI SCELTEINDIRIZZATE VERSO LA REGOLARITÀ E LA LEGALITÀ

DI ROBERTO CELLINISegretario Generale FILLEA CGILRoma e Lazio

SICUREZZA IL PUNTO FERMO DELLA NOSTRA AZIONE

Il 9 dicembre 2010, in qualità di pre-sidente dell’Ordine degli Psicologidel Lazio, ha inviato una nota allaCommissione consultiva per la valu-tazione dello stress lavoro-correlatoche, nella riunione del 17 novembre2010, aveva approvato (con Circola-re del 18.11.2010) le Indicazionimetodologiche necessarie a un cor-retto adempimento dell’obbligo divalutare il rischio da stress lavoro-correlato. In quella nota lamentavacome le Indicazioni non facessero“menzione alcuna dell’opportunità

di ricorrere a psicologi professioni-sti nella valutazione dello stress la-voro-correlato”. Che cosa le hannorisposto?Non ho ricevuto alcuna risposta. Inquell’occasione avevo anche avan-zato la richiesta di un incontro. Ma, ancor prima, proponemmo lanostra partecipazione alle fasi istrut-torie del D.Lgs. 9/4/2008 n. 81,quando, nel settembre 2009, la nor-ma in questione era al vaglio dellaCommissione permanente per la sa-lute e la sicurezza sul lavoro. Eviden-

temente, si preferisce non investiregli ordini, la comunità professiona-le, i tecnici, in relazione a problema-tiche che richiedono la loro capaci-tà e le loro competenze.

Infatti, in un comunicato, datato 22settembre 2009, lei scriveva chel’Ordine degli Psicologi offriva “lasua consulenza e le sue professiona-lità ai membri della Commissioneper arrivare in tempi brevi a un do-cumento in grado di colmare unagrave lacuna nel sistema legislativoitaliano in materia di sicurezza sullavoro”. Allora, scrivevate di esserein attesa di risposte. Oggi qualcherisposta ve la sarete dovuta dare dasoli. Quindi le chiedo: Perché, se-condo lei, non è stata prevista la sor-veglianza di una figura chiave comelo psicologo del lavoro?Voci di corridoio dicono che Con-findustria non sia d’accordo perchéè dispendioso per i datori di lavorooccuparsi della salute dei propri la-

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INTERVISTA A MARIALORI ZACCARIAPRESIDENTE DELL’ORDINEDEGLI PSICOLOGI DEL LAZIO

DI ANDREA CAMBONI

STRESS LAVORO

UN PO’ DI ORDINE PERPREVENIRE IL DISAGIO

voratori, e quindi del clima organiz-zativo che essi respirano e che puòprodurre mobbing e burn-out, unasindrome un tempo attribuita allafragilità personale di un lavoratore,che oggi è considerata riconducibi-le essenzialmente a disfunzioni or-ganizzative.Penso che anche i sindacati non sia-no pienamente favorevoli. Perché,evidentemente, sentono che l’im-missione di uno psicologo del lavo-ro che si occupa del clima organiz-zativo possa andare a sminuire la lo-ro funzione di interlocutori all’in-terno dell’azienda.Ultima, la lobby medica che tende aisolare la figura dello psicologo cer-cando di occuparne lo spazio. Inquesto caso, purtroppo, tutta la que-stione si riduce ad un problema dimercato del lavoro.

È un problema più culturale o piùeconomico? Il vero problema, nel nostro Paese,è la mancata rappresentazione diun’idea della prevenzione. I proble-mi assumono spessore solamentenel momento dell’urgenza, ed è perquesto che si interviene tardiva-

mente con gli strumenti di uno sta-to emergenziale. Nel nostro caso specifico, poi, è cer-tamente colpa di una cultura chenon considera la centralità della per-sona. Che non comprende solamen-te l’aspetto dell’integrità fisica. Siparla della componente psicologicadel lavoro, si dice che cos’è lo stresslavoro-correlato, si discute di gruppidi auto-aiuto, di test. Però non si di-ce che è lo psicologo la figura com-petente per effettuare una valutazio-ne della realtà organizzativa azienda-le in relazione alle possibili ricadutesulla salute fisica e psicologica delsingolo lavoratore. Per quel che ci ri-guarda non è, ovviamente, un pro-blema corporativo ma di tutela del-l’utenza.

Nella relazione che accompagna loschema del decreto legislativo cor-rettivo ed integrativo del D.Lgs.9/4/2008 n. 81, approvato dal Con-siglio dei Ministri nella seduta del27 marzo 2009, il rischio da stress la-voro-correlato viene indicato tra i“c.d. nuovi rischi e quindi meritevo-le di una attenta ponderazione”. Ma

i rischi psicosociali possono davve-ro essere considerati “nuovi”?Non sono “nuovi rischi”. Su questotema noi ci stiamo battendo ormaida anni. Non dimentichiamoci che la Corteeuropea di giustizia, il 15 novembre2001, ha condannato l’Italia inquanto la legislazione approvata dalParlamento non si è mai voluta oc-cupare della parte psichica dellostress lavoro-correlato, intesa anchecome parte psichica del lavoratore.

E a seguito di quella condanna, conla Legge 1° marzo 2002 n. 39 “Di-sposizioni per l’adempimento di ob-blighi derivanti dall’appartenenzadell’Italia alla Comunità Europea –Legge comunitaria 2001” vennemodificato il Decreto Legislativo626/94 e venne introdotto l’obbligodi valutare tutti i rischi per la sicu-rezza e per la salute dei lavoratori.In tutto questo tempo abbiamo ten-tato di far inserire la figura dello psi-cologo competente al fianco dellafigura prevista del medico compe-tente. Finora si sono occupati di si-curezza e salute sul lavoro soprattut-to professionisti con formazione iningegneria, architettura, nonchémedicina, molto spesso in difficoltànel valutare i fattori psicosociali eorganizzativi.Gli psicologi, invece, hanno gli stru-menti professionali per analizzarequesti fattori e stabilire le misure daprendere per salvaguardare la salu-te mentale del lavoratore. Con con-seguenti benefici economici e socia-li per le stesse aziende e l’intero si-stema Paese.Quello di cui non ci si rende contoè che avere la competenza di unopsicologo professionista espertocomporta poter entrare nel meritodell’organizzazione e quindi preve-nire il disagio. n

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Lo stress è il secondoproblema di salute

legato all’attivitàlavorativa riferito

più frequentemente e, nel 2005, ha colpito

il 23% dei lavoratori dei 27 Stati membri

dell’UE

Lo stress influiscefortemente sulla

redditività. Nel 2002 il costo economicoannuale dello stress

legato all’attivitàlavorativa nell’UE a 15 è stato calcolato pari a 20 miliardi di euro

Il rischio stress lavoro-correlato èun fattore molto serio e puòcomportare conseguenze im-

portanti sulla vita dei lavoratori e, al-lo stesso tempo, mette in forte im-barazzo le imprese.È, dunque, un rischio rilevante pertre motivi: perché è uno dei pochi,se non l’unico, comune a tutta laplatea delle lavoratrici e dei lavora-tori, essendo legato ad aspetti orga-nizzativi e relazionali presenti inogni luogo di lavoro, grande o pic-colo che sia. Aspetti che sono sem-pre più importanti nell’economiaproduttiva moderna tanto da essereconsiderati “nuovi” o “emergenti”quando in realtà sono rischi presen-ti da sempre anche se in misura me-no rilevante di oggi. Basti dire che ilpadre della medicina del lavoro,l’italiano Bernardino Ramazzini, licitava già nella sua principale operapubblicata nel 1700. C’è poi la gra-vità, un concetto che si è molto mo-dificato nei decenni. In genere, si

considerano rischi gravi tutti quelliche possono comportare danni sulfisico dei lavoratori e in particolarequelli che producono esiti mortali.Ma se guardiamo agli infortuni, tol-ti quelli mortali, scopriamo che, an-che a fine risarcitorio, i danni psi-chici vengono sempre più tenuti inconto per l’importanza che vieneloro riconosciuta nella vita di ciascu-na persona. Per capirci prendiamoil caso di una lavoratrice o di un la-voratore giunta/o a un livello diesaurimento delle proprie risorsepsichiche e mentali da vedersi dia-gnosticato un disturbo dell’adatta-mento. Queste persone hanno sicu-ramente dietro di sé un lungo per-corso contrassegnato dal disagio divivere. Disagio che hanno tentato difronteggiare, prima con le proprieforze, quindi con l’ausilio di farma-ci specifici per qualche disturbo ini-ziale, poi con psicofarmaci e, infine,con interventi sempre più pesantidi medici o psicologici (visto che è

dimostrata la relazione tra lo stress el’abbassamento delle difese immu-nitarie). Un percorso e una condi-zione che certo non possono esseresottovalutati. Una condizione chepuò facilmente diventare perma-nente, causando uno stato di fragili-tà che si riverbera sui rapporti fami-liari, genitoriali, su ogni aspetto del-

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RISCHIO STRESS

Lo stress si manifestaquando le personepercepiscono uno

squilibrio tra le richiesteavanzate nei propriconfronti e le risorse

a loro disposizione perfar fronte a tali richieste

OVVERO LA DISINFORMAZIONESUI FATTORI ORGANIZZATIVI DEL LAVORO

DI DANIELE RANIERI,DIPARTIMENTO SICUREZZACGIL ROMA E LAZIO

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la propria vita anche ben oltre il pe-riodo lavorativo. Non va neanchesottovalutato lo stress come causa difondo di infortuni che possono ap-parire causati da motivi contingentied occasionali. Una persona stressa-ta ha sicuramente meno capacità diattenzione e di concentrazione ri-spetto ad altre che non lo sono. Manon sono solo questi gli argomentiche depongono a favore di un inter-vento forte della rappresentanzaper la sicurezza su questo punto.C’è un altro argomento importan-te: la causa di ogni rischio stress-cor-relato è l’organizzazione del lavoro. Stiamo parlando del cuore e della

fonte di ogni intervento sindacale.L’analisi dell’organizzazione del la-voro (nei suoi aspetti procedurali,di relazione e comunicativi), svoltadal punto di vista della difesa dellasalute degli addetti, integra e coa-diuva l’analisi che ogni struttura sin-dacale svolge su questo aspetto cen-trale per la vita lavorativa.

Un lavoratore che ha poca chia-rezza sui propri compiti lavorativi,su cosa gli viene richiesto profes-sionalmente, sugli spazi ampi oangusti di autonomia entro cuiesercita la propria attività, chesopporta stili manageriali sbrigati-vi, od oppressivi e discriminatori oautoritari, è un lavoratore che af-fronta certamente diversi livelli disofferenza. Da un primo livello diinsoddisfazione a uno di frustra-zione, fino alla nascita di sindromipsichiche vere e proprie. Stiamodentro il concetto di dignità dellavoro e del suo ruolo sociale chenon è, e non può essere, limitatoall’acquisizione di un reddito piùo meno sufficiente alla sopravvi-venza materiale del lavoratore(aspetto che pure oggi viene spes-so messo in discussione). Ricor-diamo il tanto discusso art. 41 del-la Costituzione che recita che l’at-tività imprenditoriale è libera, ma“non può svolgersi […] in mododa recare danno alla sicurezza, al-la libertà, alla dignità umana”.È chiaro che le indicazioni varate il18 novembre 2010 dalla Commis-sione consultiva permanente sonouna mediazione tra diversi punti divista e che quindi, da una parte, van-no considerate come indicazioni“minime” e, dall’altra, devono esse-re depurate da aspetti ambigui che

sembrano suggerire di chiudere lapartita con la sola rilevazione preli-minare, tutta basata sugli aspetti co-siddetti “oggettivi” o eventi sentinel-la. Noi dobbiamo fare molto di più.Naturalmente i dati vanno chiesti,ma avendo chiari due principi. Ilprimo, che l’analisi dello stress nonsi fa sottoponendo i lavoratori ad ac-certamenti medici o psicologici, marivolgendo la nostra attenzione allastruttura e alle relazioni aziendaliquali possibili fonti di stress. Il se-condo, che per capire questi aspettiè imprescindibile coinvolgere i lavo-ratori a partire dall’informazionesul significato dello stress lavorativo.La partecipazione e il coinvolgi-mento di tutti i lavoratori, la colla-borazione tra le rappresentanze deilavoratori sono, dunque, i binari sucui muoversi. Naturalmente su que-sti aspetti dovrà essere svolta moltainformazione e formazione.L’azienda dovrà alzare il proprio li-vello di conoscenze, anche utiliz-zando professionalità diverse daquella del solo medico competente,come quella degli psicologi del lavo-ro. Una cosa va detta a conclusione:non è pensabile che un rischio diquesta complessità venga gestito so-lo mettendo insieme qualche dato osomministrando qualche questiona-rio comprato in edicola. n

Secondo la QuartaIndagine sulle Condizioni

di Lavoro in Europa, nel 2006 il 6% della forza

lavoro è stato esposto a minacce di violenzafisica, il 4% a violenza

da parte di altre personee il 5% a mobbing

e/o molestie sul luogo di lavoro

Ogni anno, il 4% del PILmondiale (1.250 miliardi

di dollari) viene spesoper problemi connessi a malesseri psicosociali

sul luogo di lavoro

Secondo rilevazioni della CGIL,la cassa integrazione riguardastabilmente circa 600 mila lavo-ratori, superando il tetto di unmiliardo di ore (+44,2% rispettoal 2009).Quali sono, per il lavoratore, glieffetti di un’esperienza quotidia-na e continuativa sul non-luogo dilavoro? Si può parlare di rischiostress da non-lavoro-correlato?

L’espressione “stress da non-lavo-ro-correlato” è efficace ed è con-fermata da dati empirici, non solodal buon senso. Ricerche svolte inepoche e condizioni diverse con-fermano che la perdita o l’assenzadel lavoro è una condizione po-tenzialmente dannosa per le per-sone, anche a prescindere dalleovvie difficoltà economiche chederivano dalla disoccupazione

(parziale o totale). Sentimenti diprecarietà, di ansia per il futuro,talvolta di svalutazione di sé comepersona, sono tra gli effetti più co-muni. La C.I. può diventare unaspecie di limbo, nel quale non saibene chi sei e ti senti un po’ den-tro e un po’ fuori del lavoro. È unammortizzatore sociale importan-te, ma se fosse una medicina nelleistruzioni per l’uso troveremmol’avvertenza di stare attenti all’usoprolungato.

Queste nuove valutazioni, che nonprevedono il coinvolgimento diuna figura chiave quale lo psicolo-go del lavoro, appaiono più comeun’analisi condotta dalla parte da-toriale per capire i limiti (turna-zioni, pause, ecc.) e le possibilimodificazioni dell’organizzazionedel lavoro al fine di aumentare laproduttività, piuttosto che di con-tenere i fattori di rischio per i la-voratori.

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INTERVISTA AMARCO DEPOLODOCENTE DI PSICOLOGIADEL LAVOROE DELLE ORGANIZZAZIONIDELL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

DI ANDREA CAMBONI

SICUREZZA E PREVENZIONEL’ESPERIENZA EUROPEAE I TIMORI DELLEAZIENDE ITALIANE. LIMITI E OPPORTUNITÀDEL D.LGS. 81

Sembra che oggi si cerchi di incre-mentare la produttività sperimen-tando organizzazioni di lavoro chescaricano i costi sui lavoratori. Co-me è possibile, quindi, conciliareincremento della produttività conaumento di salute e sicurezza?Non sono d’accordo con la pre-messa, cioè che queste valutazionisi facciano per aumentare la pro-duttività, non per la sicurezza.L’esperienza di molti paesi euro-pei mostra che non è vero. Nondico sia facile, ma nel medio pe-riodo e in condizioni normali èdel tutto evidente che diminuen-do i fattori di rischio psicosociale(cioè combattendo gli stressori la-vorativi con la prevenzione, nelfrattempo cercando almeno di at-tenuarne gli effetti) si miglioranoanche i risultati aziendali.“Nel medio periodo” vuol dire cheall’inizio la prevenzione è ancheuna questione di investimenti eco-nomici. Investimenti diretti, per-ché servono ad esempio più for-mazione o più attenzione ai cari-chi di lavoro e questo ha dei costi.Investimenti indiretti, perché al-cune fonti di stress (come adesempio lavori troppo monotoni oprivi di autonomia) richiedono dirivedere parti dell’organizzazionedel lavoro per essere migliorati.Ma gli esborsi che chiamiamo “in-vestimenti” sono spese fatte oggiper avere risultati domani: senzaspesa, non ci saranno i risultati.“In condizioni normali”, perchéquando le aziende non possono fa-cilmente ricorrere al credito oquando la concorrenza è falsata dal-l’evasione fiscale o contributiva, op-pure da altri fattori di contesto(quanto è facile tenere aperto “nor-malmente” un cantiere in alcunezone del Paese?), ogni attività diprevenzione diviene più difficile.

Sono le uniche avversità che unacultura della prevenzione deve af-frontare per imporsi?Aziende e sindacato hanno qui deipossibili nemici in comune. Il pri-mo nemico è la burocratizzazionedei controlli: se un’azienda vienecontrollata più sulla data certa delDVR che sul suo contenuto, l’at-tenzione si sposta sulla forma e siallontana dalla sostanza. Un secondo nemico è la tentazio-ne di considerare il D.Lgs. 81 co-me una minaccia all’autonomiadell’azienda. Nell’esperienza eu-ropea, la valutazione dello stresslavoro-correlato è una occasioneanche di miglioramento organiz-zativo. Questo vale però soprattut-

to se si tengono concettualmentedistinti i rischi dai miglioramentiorganizzativi. I rischi sono sempreda ridurre e la gestione della pre-venzione dei rischi e della promo-zione della salute è un diritto/do-vere comune dell’azienda e delsindacato. Ma parte del timoreche le aziende stanno mostrando(più o meno pubblicamente) pergli adempimenti legati alla pre-venzione dello stress lavoro-corre-lato deriva dalla difficoltà di misu-rare in modo affidabile il rischio.Il modello dose-danno, che abbia-mo imparato a usare dalla medici-na del lavoro, non funziona con lostress: lo stesso stressore può faredanno o no, a seconda di fattori dicontesto che è importante sapervalutare.È fondamentale dire chiaramenteche oggi siamo scientificamentecapaci di valutare in modo affida-bile, allo stato delle conoscenze at-tuali, i diversi fattori di rischio dastress lavoro-correlato. Ma è un la-voro di una certa complessità eche richiede la valutazione anchedi componenti soggettive: se nonc’è una fiducia diffusa nei metodidi misura dello stress e nella loroapplicazione (e in Italia è scarsa),diventa forte il timore che unaprocedura di lavoro che è miglio-rabile (perché monotona, o pove-ra di autonomia, o con pressionetemporale ecc.) possa essere eti-chettata come rischio di stress,con gli obblighi di intervento chene derivano. Se e quando le cosedovessero andare così, gli effettipositivi del D.Lgs. 81 sarebberofortemente compromessi.

Con l’articolo 32 della Costituzio-ne italiana: “La Repubblica tutelala salute come fondamentale dirit-to dell’individuo e interesse della

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Dopo il mal di schiena e i dolori muscolari, lo stress è il primosintomo connesso al lavoro, accusato

dal 23% dei lavoratorieuropei, al pari

dell’affaticamentogenerale. Seguono,

tra i sintomi di caratterepsicologico, l’irritabilità(11%), l’insonnia (9%)

e l’ansia (8%)

collettività”, la salute diventa undiritto indisponibile affidato al-l’esperienza soggettiva.Ma, come ha recentemente dimo-strato il caso Mirafiori, è l’uomoche continua ad adattarsi all’or-ganizzazione del lavoro che im-pone la propria compatibilità al-la salute.Che cosa succede quando le esi-genze di benessere psicofisico so-no considerate una variabile di-pendente dalle necessità lavorati-ve? Non si avverte, in questa impo-stazione, un senso comune di fata-lismo nel consolidamento del-l’equazione “lavoro = infortuni”?Posta così, la domanda non puòche avere una risposta: è ovvio chela salute viene prima di tutto. Tut-tavia così non andiamo molto lon-tano, chiunque sottoscriverebbequesta affermazione in linea diprincipio. La legislazione europea e quellanazionale che la recepisce parlanomolto chiaramente a tutela dellasalute. Naturalmente, non tutti icambiamenti nell’organizzazionedel lavoro portano con sé una mi-naccia alla salute. Le miglioriesperienze europee segnalanoche il mantenimento di uno spiri-to negoziale è una condizione es-senziale: “spirito negoziale” signi-fica tra le altre cose la consapevo-lezza di dover continuare a tratta-re nel tempo molti temi tra azien-da e sindacato. Questo atteggia-mento rende meno drammatica lasingola negoziazione, riduce il ri-schio che diventi una sorta di bat-taglia finale per la sopravvivenza eaiuta a distinguere tra le richiesteaziendali quelle che sono irricevi-bili (perché ad esempio sono unrischio serio per la salute) da quel-le che possono portare alle perso-ne un disagio (non una minaccia

alla salute), ma che possono esse-re – magari temporaneamente –giustificate dalle condizioni pro-duttive e/o aziendali. In un conte-sto di questo genere è più facilemettere davvero la salute al primoposto: alcune esperienze di parte-cipazione dell’industria tedescapotrebbero essere prese in consi-derazione come casi da studiare.Non tutto è esportabile, ma annidi Europa ci hanno insegnato che

si può imparare molto da chi facose uguali o anche solo simili anoi, ma in un contesto differente.

La fatica muscolare spesa duranteil lavoro, la presenza di gas, polve-ri, vapori, vibrazioni, radiazionirappresentano disagi che possonoessere misurati da appositi stru-menti tecnici. Per il rilevamentodello stress lavoro-correlato servo-no, invece, nuovi criteri di giudi-zio, come la partecipazione attivadel gruppo operaio interessato at-traverso modelli definiti di “non-delega” e di “validazione consen-suale”.In realtà, questi meccanismi eranoil nucleo del modello sindacale diazione per la salute sviluppatosinegli anni ’70. Ne sono riscontra-bili tracce nell’attuale D.Lgs. 81?La scommessa del D.Lgs. 81 è am-biziosa nelle premesse, anche seappare piuttosto banalizzata nellerealizzazioni operative. Detto inparole piuttosto crude, la circola-re ministeriale che ha recepito leraccomandazioni finali della“Commissione consultiva perma-nente per la salute e la sicurezzasul lavoro” fissa oggettivamente

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Interessa quasi un lavoratore su quattro

e dagli studi condottiemerge che una

percentuale compresatra il 50% e il 60% di tutte

le giornate lavorativeperse è dovuta allo stress

MM arco Depolo insegna Psicologia del lavoro e delle organizzazio-ni all’Università di Bologna (Facoltà di Psicologia – Sede di Ce-

sena). Nel dipartimento di Scienze dell’educazione della stessa uni-versità fa ricerca su disagio e benessere lavorativi. È presidente dellaLaurea Magistrale “Psicologia delle organizzazioni e dei servizi”, checontiene l’Erasmus Mundus Master WOP-P (www.erasmuswop.org). È stato presidente della SIPLO (Società Italiana di Psicologia del La-voro e dell’Organizzazione) dal 1999 al 2004 (www.siplo.org).

l’asticella degli adempimenti a po-chi millimetri da terra. Facciamo un esempio: come siscrive il DVR? La circolare diceche lo potrà fare il datore di lavo-ro, “avvalendosi” del RSPP e “pre-via consultazione” del RLS. Unalettura cinica ed estrema (impro-babile, ma aderente al testo) dellacircolare può dire che il datore dilavoro lo potrà stendere anche se-dendosi a un tavolo con il RSPP,dopo avere telefonato al RLS persentire il suo parere. Ciò nonostante, e in maniera qua-si paradossale, proprio la pocaprescrittività del testo lascia spaziopotenziale alla sperimentazione:peggio sarebbe stato imporre l’uti-lizzo di una specifica scheda o diuno specifico questionario, oppu-re di una determinata metodolo-gia, uguale per tutti e per tutte leesigenze.C’è da notare che una circolarenon può comunque disporre insenso contrario alla legge. E la leg-ge, recependo l’accordo europeodel 2004, dice chiaramente che lostress ha una forte componentesoggettiva. Da ciò dovrebbe di-scendere che nessuna valutazioneaccettabile può essere fatta senzatenere in conto in qualche modoanche la percezione soggettiva deilavoratori. In sostanza, piuttostoche volere a tutti i costi irrealisti-che consultazioni generalizzatedei lavoratori, è più importante af-fermare il principio che la valuta-zione dello stress richiede di tene-re conto anche dell’esperienzasoggettiva delle persone. Questopermette di rifiutare qualunquevalutazione fatta a tavolino, maga-ri da un sedicente esperto chenon mette neppure piede in can-tiere o in azienda (si vendono sulweb DVR a 250 euro).

Ecco perché anche il D.Lgs. 81 haun grande potenziale, a dispetto dichi ha interesse a presentarlo sol-tanto come un insieme di inutiliprocedure burocratiche. Le attivitàdi valutazione che richiede sono

utilissime anche al miglioramentodell’organizzazione del lavoro, ol-tre che alla tutela della salute.

Causa di malattie e disagi psicofisicisi è rivelata essere l’uomo e la suaazione nell’organizzazione della so-cietà. Per un contrasto diretto all’in-sorgenza di questi “nuovi” disagipsicofisici, che senso ha individuarenuove metodologie conoscitive perimbrigliare concettualmente lostress, se non è l’azione stessa del-l’uomo – nell’organizzazione del la-voro e della società – a cambiare ra-dicalmente rotta?Non sono del tutto d’accordo.Uno degli scenari catastrofici peril mondo del XXI secolo è l’ero-sione dell’ambiente. Mentre stia-mo consumando allegramentemondo e risorse energetiche, èforse inutile la ricerca sul rispar-mio e le fonti alternative? Noncredo.I recenti dati europei sui rischipsicosociali dicono che la situazio-ne di lavoro non è positiva pertanti uomini e donne: ritmi, turni,carriera sono assai peggio di quel-lo che giudichiamo accettabile. Al-tri aspetti sono migliorati: per laprima volta in 15 anni, ad esem-pio, sono in aumento le giornatedi formazione pagate in un annodal datore di lavoro.In altre parole, oggi sappiamosullo stress molto più di quantosapevamo dieci o venti anni fa, equesto anche grazie alla ricercafatta, alla costanza con cui la UEha finanziato le proprie agenzie,come la European Foundationfor the Improvement of Livingand Working Conditions. Ancheper questo sono certo che valgala pena continuare a fare ricerca,di base e applicata, sullo stress la-voro-correlato. n

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È tra le cause più comunidi malattie denunciate

dai lavoratori (EuropeanFoundation, 2007)

e coinvolge 40 milioni di individui nell’Unione

Europea. Si stima che i costi derivanti dallo stress lavoro-

correlato si aggirino tra il 3 e il 4%

del prodotto nazionalelordo europeo

Il 31 dicembre 2010 è entrato in vi-gore l’obbligo per i datori di lavorodi valutare i rischi collegati allo stressda lavoro. Problemi psicosociali chepossono raggiungere livelli di espo-sizione patogeni soprattutto in unperiodo di recessione, nel corso delquale il governo ha operato, a voltechirurgicamente, altre in manierapiù sfacciata (vedi il collegato lavorotrattato nel numero precedente),per una trasformazione delle moda-lità organizzative del mondo del la-voro nel segno della precarietà e del-l’insicurezza economica. Intensifica-zione dei ritmi e dei carichi di lavo-ro, riduzioni del personale, mobili-tà, necessità del doppio lavoro, per-dita di identità professionale sonoalcuni dei fattori causa dell’emersio-ne dei “nuovi disagi”. Rischi psicoso-ciali che possono contribuire all’in-sorgere di stress ed ansia con conse-guenze anche gravissime sull’inte-grità fisica dei lavoratori, rivelate daun aumento dei casi di mortalitàcausati da infortuni per distrazioneo errore umano. Eppure sembra che alla base dellenuove disposizioni del Testo unico81/2008 sulla sicurezza sul lavoronon sussista una reale volontà di af-frontare in modo sistematico il pro-blema, privilegiando più la formadella sostanza. Vediamo perché. Abbiamo già affrontato nelle pagi-ne precedenti la distratta esclusionedella figura dello psicologo compe-tente nelle linee guida della Com-missione consultiva. Una mancatainclusione a livello legislativo che, seanalizzata unitamente ad altri accor-gimenti, si impone come un’archi-tettura complessiva a vantaggio del-la produttività e a discapito della si-curezza fisica e psicologica del sin-golo lavoratore.La legge spiega che la valutazionedeve essere fatta secondo i contenu-

ti dell’Accordo europeo (8 ottobre2004) e secondo le indicazioni dellaCommissione consultiva. Ma, oltre aquesto, la legge non spiega altro. Omeglio. La Commissione ha spiega-to che, anche in difetto dell’elabo-razione delle linee guida, l’obbligoper i datori di lavoro di valutare i ri-schi collegati allo stress da lavorodecorrerà a fare data dal 31 dicem-bre 2010.Permane, invece, una grave incer-tezza nei meccanismi di rilevazionedei sintomi psicologici e comporta-mentali prodotti da un disagio psi-cosociale collegato all’ambiente eall’organizzazione del lavoro. Si no-ta, al contrario, un certo rigore eobiettività, nel momento in cui vie-ne avviato il percorso metodologicoper l’accertamento del nesso causa-

le tra condizione/rischio psicoso-ciale e malattia denunciata dal lavo-ratore. Leggiamo, a tal proposito, una notadell’INAIL, che da tempo compren-de nella tutela assicurativa anche ca-si di patologie psichiche e psicoso-matiche prodotte dall’esposizionea un evento stressogeno acuto:“Trattandosi di patologie a originemultifattoriale – spiega Marta Cle-mente, dirigente della Sovrinten-denza medica dell’Istituto – il per-corso metodologico per l’accerta-mento del nesso causale tra condi-zione/rischio e malattia denunciatasegue lo stesso iter accertativo previ-sto per le altre malattie professiona-li e necessita di un atteggiamento ri-goroso e obiettivo, che riguardanon solo l’inquadramento clinicodella malattia, ma soprattuttol’identificazione oggettiva dell’esi-stenza di un’efficiente causa lavora-tiva psicostressante”. All’INAIL per-vengono ogni anno circa 500 de-nunce relative a questo tipo di di-sturbi. Eppure, solamente il 10-15%dei casi viene ritenuto malattia diorigine professionale.Domanda. Come si può adottare“un atteggiamento rigoroso e obiet-tivo” nell’inquadramento della ma-lattia quando impera l’incertezzanella valutazione e nella definizionedei rischi che possono causare talemalattia?Risposta. Semplicemente perchénon è la sicurezza del lavoratorel’obiettivo di questa legge. Non perintervenire sulle cause dello stress,ma al fine di stabilire fino a chepunto può essere spinta una anomi-ca organizzazione del lavoro. Giun-ti, ormai, alla frammentazione dellacontrattazione nazionale collettivapare impossibile, a questo punto, lapossibilità di contrattare condizionidi lavoro sostenibili. E così… Fiat. n

NUOVAL E G G ENUOVIDISAGI

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G S M

UN’ANALISI A TUTTO CAMPO PER COMPRENDERE LE CAUSE E LE MISURED’INTERVENTO. MA SOPRATTUTTOPER CONOSCERE I DATI DI UNA DELLE PIAGHEPIÙ GRAVI DEL NOSTRO PAESE

NON POSSIAMO PERMETTERECHE SI MUOIA PER PORTARE A CASA UN PEZZO DI PANE

CAMPAGNAREGIONALESULLASICUREZZANEI CANTIERI

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Secondo le statistiche dell’Organizzazione Inter-nazionale del Lavoro delle Nazioni Unite (ILO)ogni 15 secondi, nel mondo, un lavoratore muo-

re per incidente o malattia professionale e ogni giornocirca un milione di lavoratori subisce un infortunio.Circa 6.000 lavoratori muoiono ogni giorno per inci-denti e malattie professionali, mentre gli incidentimortali sul luogo di lavoro raggiungono i 351.000 casiogni anno. Nel corso del 2010, con i suoi 1.080 morti sul lavoro,l’Italia ha contribuito con una media di 3 decessi algiorno. Un bollettino in aumento rispetto al dato del2009 (1.050 morti) e che è destinato a crescere alme-no fino alla metà del 2011, quando l’INAIL renderànoti i numeri definitivi relativi al 2010. Perché biso-gna mettere in conto quanti, tra i 25.000 infortuni in-validanti, hanno subito o subiranno le conseguenzepiù gravi. Inoltre, il dato definitivo sugli infortunimortali del 2010 deve essere letto anche sotto la lentedi un biennio nero per l’economia italiana. Una crisiaffrontata per cinque mesi (4 maggio - 4 ottobre

2010) senza una guida allo Sviluppo Economico – opeggio con l’interim di Berlusconi che mentre svuota-va il ministero delle sue dotazioni seguiva (stando al-le accuse dei pm milanesi) lo sviluppo di ragazze mi-norenni. Una crisi che ha registrato una progressivaperdita di investimenti e posti di lavoro, nonché laflessione delle ore lavorate per il taglio degli straordi-nari, la riduzione degli orari e l’aumento dell’utilizzodella cassa integrazione. Trenta morti in più sarannoforse un incremento poco sensibile per le scienze sta-tistiche. Si potrebbe, al contrario, gridare alla strage:infatti, già nel confronto con il 2008 (1.120 morti sullavoro), i 1.050 casi del 2009 risultavano essere troppirispetto alle aspettative. Ma le risposte che cerchiamoin questa sede non vogliono dar credito agli interro-gativi sui numeri (esiste forse un numero che potràessere considerato accettabile?) quanto alle motiva-zioni, alle responsabilità, alla cultura di una classe di-rigente che, oggi, guarda alla legge 626, contenente lenorme in materia di sicurezza sul lavoro, come a un“lusso che non possiamo permetterci”.

LA MATTINA ESCO,SALUTO LA FAMIGLIA,

VADO A LAVORAREE NON TORNO PIÙ A CASA.

MUOIO IN CANTIERE.(FAR MORIRE PER IL PANE È UN CRIMINE)

IL LAVORO NEI CANTIERI UCCIDE NEL 2010 NEL LAZIO 13 INNOCENTI.

LE SUE ARMI SONO: LAVORO NERO,

NON RISPETTO DELLE LEGGI,CONCORRENZA SLEALE,

MASSIMO RIBASSO, PROFITTO,SFRUTTAMENTO, ILLEGALITÀ.

FERMIAMOLO. FERMIAMOCI TUTTI A RIFLETTERE.

WWW.FILLEACGILROMA.IT

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N -

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G S M

Oltre alle criticità che continuano a determinare cre-pe profonde nel sistema di sicurezza e salute dei lavo-ratori, nelle pagine che seguono abbiamo voluto sot-tolineare come le “morti bianche” assumano aspettiancor più preoccupanti se analizzate attraverso la pro-gressiva erosione del lavoro nel nostro Paese. Nel2010, per esempio, sono stati autorizzati complessiva-mente 1,2 miliardi di ore di cassa integrazione, un in-cremento del 31,7% rispetto ai 914 milioni di ore del2009. I dati, emersi dal rapporto di novembre 2010

dell’Osservatorio Cig del dipartimento Settori pro-duttivi della CGIL Nazionale, denunciano un taglionetto del reddito di 4 miliardi di euro, circa 7.516 eu-ro per ogni singolo lavoratore che è stato a zero orenel periodo gennaio-novembre 2010. Ma a crescere èanche il livello dell’inattività nel sistema economiconazionale. Alla disoccupazione reale stimata all’8,7%bisogna aggiungere le 114.562 persone che nel 2010hanno rinunciato ad iscriversi alle liste di collocamen-to. Numeri che portano la disoccupazione al 9,09%.

PROTOCOLLO D’INTESA SICUREZZA SUL LAVORO

Il 2 febbraio 2011, il Prefetto di Roma con il Direttore regionaledell’INAIL, il Direttore provinciale del lavoro, il Direttore provincia-

le dell’INPS e i Segretari di Roma e Lazio dei sindacati CGIL, CISL(Roma), UIL, nonché FILLEA-CGIL, FILCA-CISL (Roma) e FENEAL-UILha sottoscritto un Protocollo d’intesa col quale le parti intendonocontribuire all’intensificazione delle iniziative per prevenire e con-trastare il lavoro nero, l’evasione contributiva e la presenza d’im-prese irregolari negli appalti d’opere o lavori pubblici nel territoriodella provincia di Roma.

Come nasce questo Protocollo?L’intesa, aperta ad altre adesioni, è il risultato dell’attività di un gruppo di lavoro, formato dagli enti che effettuanoistituzionalmente le verifiche sul territorio, costituito con decreto prefettizio il 16 marzo 2007, con il compito di in-dividuare le necessarie misure di intervento finalizzate a realizzare un’efficace strategia di lotta agli infortuni, con-trastare il fenomeno del lavoro irregolare e favorire l’emersione del sommerso.

Qual è lo strumento che avete predisposto per il raggiungimento di questi obiettivi?Abbiamo definito i contenuti minimi di uno schema di capitolato tipo per appalti di opere pubbliche, che contenga cri-teri uniformi a garanzia della qualità, della trasparenza, della professionalità e della salvaguardia dei diritti dei lavoratori.

Quali sono questi contenuti minimi?Si tratta di specifiche informazioni sulla società aggiudicataria e dell’obbligo di effettuare sopralluoghi preliminari sulluogo di svolgimento dei lavori, anche perché in un altro punto si chiede agli appaltatori di avere approntato neces-sarie misure organizzative prima dell’inizio dei lavori. Naturalmente sono previste la preventiva autorizzazione del su-bappalto e la sua regolamentazione, nonché specifiche attività di controllo a carico delle società aggiudicatarie.

Contenuti minimi che rispondono all’input della Stazione unica appaltante.Nel corso del 2010, gli Enti e le Istituzioni interessate hanno dato vita alla Stazione unica appaltante per le gare ban-dite dai comuni del territorio. È in tale contesto che il gruppo di lavoro, lo scorso 2 febbraio, ha approvato lo sche-ma di capitolato proponendone l’adozione obbligatoria per i partecipanti alle gare.

INTERVISTA AGIUSEPPE PECORARO PREFETTO DI ROMA

1117

1

0

2

9

12

7

16

13

11

14

1745

53

41

12

Regione Infortuni mortali

Abruzzo 4Basilicata 1Calabria 7Campania 16Emilia Romagna 14Friuli Venezia Giulia 4Lazio 13Liguria 2Lombardia 17Marche 5Molise 1Piemonte 11Puglia 12Sardegna 9Sicilia 12Toscana 11Trentino Alto Adige 5Umbria 3Valle d’Aosta 0Veneto 17

Totale 165 *

* I dati sono ricavati da agenzie di stampa e da informazio-ni reperite sul territorio. Il totale (165) comprende un infor-tunio mortale, avvenuto nel Lazio, in corso di valutazione.

INFORTUNI MORTALI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI (ANNO 2010)

INFORTUNI MORTALI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI (ANNO 2010)

Provincia Infortuni mortali

Italiani StranieriRoma 2 3Frosinone 0 0Latina 5 1Rieti 0 0Viterbo 1 1

TOTALE 13

I dati sono ricavati da agenzie di stampa e da informazioni reperite sul territorio.

SETTORE EDILE ROMA E PROVINCIAAnno Operai attivi Totale Variazione

Italiani Stranieri2008 31.998 (50,1%) 31.904 (49,9%) 63.902 +6,4%2009 30.819 (51%) 29.652 (49%) 60.444 -5,4%2010 29.690 (53,1%) 26.186 (46,9%) 55.876 -7,6%

Dati ricavati dal Secondo Rapporto Annuale della Cassa Edile di Roma e Provincia.

Anno Ore lavorate Variazione Ore cig. Variazione

2008 57.230.122 +6,4% 1.281.000 +68,1%2009 52.904.340 -7,6% 1.979.000 +54,5%2010 51.073.847 -3,1% 1.400.000 *

Dati ricavati dal Secondo Rapporto Annuale della Cassa Edile di Roma e Provincia.*Aggiornati al I semestre 2010.

Nell’ultimo anno, la sola Provincia di Roma ha persopiù di 3.000 imprese edili. Aumenta, invece, l’utilizzodei lavoratori part-time, un fenomeno che nasconde losfruttamento di lavoratori registrati e pagati part-timema impiegati sempre per 8-10 ore di lavoro al giorno.

“Lo sfruttamento – spiega Roberto Cellini, SegretarioGenerale FILLEA CGIL Roma e Lazio – tocca in parti-colare gli stranieri, che spesso conoscono poco la lin-gua e non conoscono affatto le regole e vengono in-gannati e sfruttati fino alle estreme conseguenze”.

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Il problema del massimo ribassoLa frammentazione dei processi di produzione, oltrea un problema di condivisione delle responsabilità inmateria di sicurezza del lavoro tra committente e dit-te appaltatrici, ha indotto queste ultime (principal-mente quelle di piccole o piccolissime dimensioni) apraticare ribassi d’asta fuori mercato (fino al 60-70%)al fine di mantenere gli appalti o vincere le gare. Nel-la maggior parte dei casi, questi risparmi eccessivi ri-

cadono sul sistema delletutele dei lavoratori attra-verso il taglio di spese co-me dotazioni, proceduree controlli. Un fenome-no, quello del massimo ri-basso, che si perde nelle“scatole cinesi” dei grandiappalti che, spesso, svilup-pano catene verticali eorizzontali di imprese su-bappaltatrici, committen-ti a loro volta di altre so-cietà appaltatrici, nellequali diventa facile per leorganizzazioni criminaliconfondersi tra le pieghedi un’illegalità consape-vole e per questo più per-meabile alle infiltrazioni.

E, statisticamente, è proprio in situazioni di subappal-to selvaggio che si verificano i più gravi incidenti sullavoro. Ma, molte volte, sono gli stessi committenti,sia pubblici che privati, ad assegnare l’appalto ai sog-getti che ricorrono al criterio del prezzo più basso. Inquesto caso, valgono ragioni di bilancio dalle qualinon sono esenti le stesse pubbliche amministrazioniche, per indisponibilità di risorse finanziarie, posso-no aggirare i requisiti per l’aggiudicazione dell’appal-

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to con lo scopo di favorirele imprese con le offertepiù vantaggiose dal puntodi vista economico manon della sicurezza. Uncircuito illegale che, amaggior detrimento dellasalute dei lavoratori, spin-ge fuori dal mercato pro-prio quelle imprese ri-spondenti a criteri di sicu-rezza e legalità.

L’attività ispettiva del Mi-nisteroPer quanto riguarda l’atti-vità ispettiva, nel 2009 leipotesi di reato in materiadi sicurezza sul lavoro ri-levate dagli ispettori delministero del Lavoro sono state 23.218, a fronte delle14.815 del 2008 (+56%). Sono i risultati annunciatidal ministro Sacconi audito, il 13 ottobre 2010, dallaCommissione parlamentare di inchiesta sul fenome-no degli infortuni sul lavoro con particolare riguardoalle cosiddette “morti bianche”. Rispetto al lavoro ne-ro, nel 2009 sono state 40.108 le maxisanzioni a fron-te delle 24.781 violazioni riscontrate nel 2008 (+61%),mentre sono 6.649 le ipotesi di reato rilevate nel 2009

contro le 1.782 del 2008 (+273%) per violazioni inmateria di appalti e somministrazione. Inoltre, nelcorso del 2009, nel solo settore dell’edilizia, sono sta-ti adottati 1.771 provvedimenti di sospensione dell’at-tività imprenditoriale. Delle violazioni in materia disalute e sicurezza nei luoghi di lavoro, più del 50% diquelle riscontrate dagli ispettori del lavoro si riferisco-no al rischio di “caduta dall’alto” e il 15% a quello di“seppellimento e investimento”.

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Attività di vigilanza Anno 2009 I semestre 2010del Comando CC. Tutela Lavoro

Italia Lazio Italia LazioIspezioni effettuate 4.620 166 1.758 70per la sicurezzaPrescrizioni impartite 10.565 279 3.636 113Sequestro di cantieri 249 0 59 0Ammende 39.717 324 11.387 1.466Importo delle ammende 16.067.119 455.929 6.641.557 891.397contestate

Violazioni contestate Anno 2009 I semestre 2010 Italia Lazio Italia Lazio

Omesse informazioni e disposizioni 1.364 81 616 37ai lavoratori sui rischi specifici (D.Lgs 81/2008 Titolo I Capo III)Norme per la prevenzione degli 3.964 122 1.369 45infortuni sul lavoro nelle costruzioni(D.Lgs 81/2008 Titolo IV Capo II)Norme generali per l’igiene del lavoro 739 19 384 28(D.Lgs 81/2008 Titolo II Capo I)Disp. per l’assicurazione obbligatoria 26 0 4 0contro infortuni e malattie prof.li (D.P.R. 1124/65)Nuove disposizioni per la prevenzione 4 2 1 0della delinquenza di tipo mafioso (L. 55/90)Att. Dir. CEE protezione contro rischi per 10 0 13 6esposizioni agenti chimici (D.Lgs 277/91)Sicurezza dei lavoratori durante 2.131 45 611 21il lavoro (D.Lgs 81/2008 Titolo II)Attuazione Dir. CEE sulla sicurezza 1.284 41 566 19nei cantieri temporanei o mobili(D.Lgs 81/2008 Titolo IV Capo I)Altre normative non contemplate 1.400 44 400 41

TOTALE 10.922 354 3.964 197

Fonte: Comando CC. Tutela Lavoro

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Il problema dei controlliSono molti i committen-ti che delegano intera-mente la gestione delleattività agli appaltatori osubappaltatori senza unaverifica sotto il profilodella competenza pro-fessionale e delle misuredi sicurezza. In virtù diquesta delega totale vie-ne a mancare altresì lacooperazione con le dit-te terziste al fine di evi-denziare e affrontare ipossibili rischi per la si-curezza come quello lo-gistico delle interferen-ze (per il quale vige l’ob-bligo di redigere un ap-posito documento, aisensi del citato articolo26, comma 3, del Testounico) ovvero il raccor-do tra operazioni e lavo-razioni collegate tra loroma affidate a soggetti di-versi. Molti infortuni e “mortibianche” sono causati-proprio dal mancato ri-spetto di queste proce-dure, sulle quali deve di-ventare più stringente lavigilanza delle stazioniappaltanti, pubbliche oprivate che siano. Nonsono da sottovalutare,naturalmente, i proble-mi dell’azione di con-trollo degli organi di vigilanza, quali ASL. Ma inquesto caso, invece che una irregolarità procedura-le, ci troviamo di fronte a politiche del governo chetagliano le risorse degli ispettori ASL, quando nonriducono direttamente il loro numero in nome deipiani di rientro dal deficit sanitario delle Regioni.È il caso del Lazio, dove i tagli stanno producendoeffetti devastanti al sistema dei controlli, in modoparticolare rispetto alla prevenzione e alla sicurez-

za nei cantieri edili laziali. La FILLEA CGIL lo ave-va denunciato nel 2009. Nel Lazio, gli ispettori ASLche si occupano non solo dei cantieri, ma anche de-gli altri settori produttivi sono circa 200, a fronte di20 mila imprese presenti sul territorio. Stime reali-stiche indicano la possibilità di effettuare circa 6mila ispezioni l’anno, che non consentono di ot-temperare all’esecuzione degli stessi mandati mini-steriali. n

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Le società tecnicamente pro-gredite e industrializzateche qualcuno, singolar-

mente ardito, definisce “postindu-striali”, come se la storia potessefarsi con gli avverbi di tempo, ri-schiano un cortocircuito mortale.

Sono, infatti, nello stesso tempopanlavoriste e cronologiche. Man-dano tutti al lavoro, più o menorazionalmente organizzato, e nel-lo stesso tempo mangiano il tem-po di vita; sono società saturnine,in cui il tempo venduto fa aggio,

domina, subordina e, al limite, an-nulla il tempo vissuto. Ma non èforse il lavoro ciò che dà senso al-l’esistenza di una persona, che ladefinisce, che ne costituisce la “vo-cazione”, la protestantica Beruf, equindi il destino, unico, irriduci-bile ad altro, irripetibile?Si può concordare, ma resiste unadomanda essenziale: “quale lavo-ro?”. Un lavoro che esprime l’uni-cità originale della persona al la-voro, un lavoro che fa nascere e af-fermare quella che, piuttostopomposamente, si chiama “creati-vità” (ben sapendo che agli umaninon è dato di “creare” ma solo e alpiù di “procreare”); in altre paro-le, un lavoro che esprime la “per-sonalità” della persona?Molto raramente è questo il caso eper una ragione strutturale, nonpsicologicamente personale. Nelle

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DI FRANCO FERRAROTTISOCIOLOGO

SUL CONCETTO DI “LAVORO”NOTA

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società tecnicamente progredite espesso, troppo spesso, umanamen-te, idealmente impoverite se noninaridite, il lavoro, infatti, non soloè ripetitivo, parcellare (e quindinon in grado di rendere il singolooperatore consapevole dello scopofinale della sua erogazione di sfor-zo muscolare e/o mentale), ma è

anche un’attività che si svolge inun luogo determinato, che è insie-me una struttura di collaborazioneinterpersonale (altrimenti il flussoproduttivo si ferma) e una struttu-ra di dominio.Occorre rifarsi alle origini e deter-minare i significati del termine la-voro. Nell’antica Grecia sono usati

due termini, contrari e simmetrici,per indicare l’attività lavorativa: ér-gon e pónos (latino poena). Érgon è illavoro personale, creativo, all’epo-ca soprattutto rurale e artigianale(Esiodo, Le opere e i giorni), in cui lapersona ha il pieno controllo deipropri movimenti corporali, delproprio tempo, della propria at-tenzione mentale. Pónos è il lavoroschiavile; l’energia non è più sottoil controllo di chi la spende; si for-ma e si spende ad nutum del pa-drone. Fa impressione pensareche le grandi culture si sono svi-luppate sorrette dal lavoro deglischiavi (ad Atene, nel V secolo,quello della nascita della democra-zia con Pericle, si contano circa 30-40 mila cittadini liberi pleno jure,che si riuniscono, passeggiano, di-scutono e decidono gli affari dellacittà nell’agorà, e circa 150 milaschiavi che li mantengono). Lecondizioni del lavoro schiavile mu-tano, storicamente, ma la sostanzaresta. Gli immigrati di oggi in Eu-ropa vivono spesso in condizionidi soggezione schiavile; sono chia-mati al lavoro la mattina dai “capo-rali”; sono uomini e donne “invisi-bili”, che però reggono, con la lo-ro erogazione di energia quotidia-na, nei campi, nelle case, nelle fab-briche e negli uffici, tutta la socie-tà. Il lavoro è ciò che dà senso allavita umana; indica e costituisce laconnessione significativa dell’indi-viduo con la sua famiglia, città, co-munità. Il disoccupato involonta-rio non per caso è un “escluso”, uncane randagio alla ricerca di unpadrone. Il lavoro reca in sé un va-lore fondamentale – individuale esociale – ma non ha ancora, dalpunto di vista giuridico formale eda quello sostanziale, ottenuto ilgiusto riconoscimento. n

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Oltre 3.000 aziende, circa17.000 lavoratori, questoè l’esercito degli edili cio-

ciari che ogni mattina si alzano al-l’alba per raggiungere le centinaiadi cantieri della nostra Regione enon solo.Basta sostare all’entrata del casellodi Frosinone, Ferentino, Anagnidalle 05,00 alle 06,00 del mattinoper vedere centinaia di pulminipieni di lavoratori edili, ancora as-sonnati, che iniziano di buon’orail loro lavoro quotidiano.

GLI EDILI CIOCIARILA LORO VITA, I LORO DIRITTI, LA LORO VOCEDI BENEDETTO TRUPPAFILLEA CGIL FROSINONE

Un lavoro pesante quello dell’edi-le, dalle otto alle dieci ore al gior-no in cantiere, alle quali, per gliedili di Frosinone, si sommanodalle tre alle quattro ore di viaggioper raggiungere il posto di lavoro.Pensate alle condizioni di vita diquesti lavoratori che, soprattuttoin estate, escono di casa alle 05,00e vi tornano alle 20,00, dopo avertrascorso un’intera giornata al so-le. Appena il tempo di farsi unadoccia – impossibile pensare a can-tieri che possano garantirne il ser-vizio –, di mangiare un boccone, disalutare la famiglia e mettersi subi-to a letto in attesa di un nuovogiorno.Operazione che si ripete per anni,come le lancette di un orologioche compiono costantemente il lo-ro giro, una quotidianità fatta di ve-ro lavoro, di sacrifici, dove gli unicirapporti con il mondo sono quellidei colleghi all’interno del cantie-re, dove tra un getto e l’altro si pro-va a spezzare il ritmo parlando disport, politica, donne, aspettandola pausa mensa per aprire, come sefosse un rito, la vecchia sporta, og-gi borsa termica, per consumarequel pasto frugale, unica cosa lega-ta al rapporto con la famiglia.Gente umile, forte, orgogliosa cheantepone il lavoro a tutto, e nondisdegna anche nei giorni liberi diprendere i ferri del mestiere peraiutare un compagno o per farequel lavoretto che in periodi di cri-si serve per integrare lo stipendio.Lavoratori che in questo territorio,storicamente, hanno consolidatoun rapporto stretto con il sindaca-to (oltre l’80% di iscritti); personeche attraverso le nostre sedi terri-toriali ricevono assistenza e servizi,dove la sera o il sabato mattina fan-no regolarmente la fila, facendoanche di questo un rito.

Nelle nostre sedi, dove si sentesempre di più parlare rumeno, al-banese, è significativo ascoltare ilavoratori edili più anziani spiega-re ai lavoratori immigrati le presta-zioni della Cassa Edile o la bustapaga, decantare gli scioperi e,quando hanno fatto la vertenza aquel dato padrone, far capire a

quei giovani migranti quanto è im-portante il sindacato e quali sono iloro diritti.Sono questi i momenti che, in unperiodo di crisi e di difficoltà, rie-scono a dare un senso, nel casoavessimo qualche ripensamento, aquello che facciamo quotidiana-mente, convinti di fare un lavoroche ci rende utili e ci vede rappre-sentare tutti i giorni queste perso-ne che, forse più di altre, hannobisogno sempre di più di un sinda-cato che dia loro voce. Quella voceche deve propagarsi con la stessaforza che questi lavoratori impie-gano quando cantano su un’im-palcatura o nei pressi di uno scavo.Voce che, purtroppo, è spezzata daeventi drammatici che sempre piùspesso accadono nei cantieri.La loro voce in questa fase è la vo-ce della CGIL, che si somma aquella degli operai di Mirafiori,dei braccianti pugliesi, dei precaridella scuola, che con forza chiedo-no il rispetto dei diritti e auspica-no un futuro migliore. n

Un lavoro pesantequello dell’edile,

dalle otto alle dieci oreal giorno in cantiere,alle quali, per gli edili

di Frosinone, sisommano dalle tre allequattro ore di viaggio

per raggiungere il posto di lavoro

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Il 21 gennaio 2011 il MIBAC eDiego Della Valle hanno fir-mato l’accordo per il finanzia-

mento dei restauri dell’Anfiteatro

Flavio per un costo complessivo di25 milioni di euro finanziati inte-gralmente dal patron della Tod’sSpA. All’inizio di marzo – come annun-ciato dal commissario governativoper le aree archeologiche di Ro-ma e Ostia, Roberto Cecchi – par-tiranno, invece, le gare d’appaltoper le imprese che dovranno rea-lizzare i lavori, della durata – se-condo il sottosegretario per i Benie le Attività culturali, Francesco

Maria Giro, tra i 24 e i 36 mesi. Sitratterà principalmente di impre-se edili, perché la maggior partedei lavori che si realizzeranno al

Colosseo è stata inserita nella cate-goria di appalto Og2, quella cheriguarda il restauro, dal punto divista strutturale, di edifici monu-mentali, sottoposti a vincoli di tu-tela, e solo in minima parte invecenella categoria Os2, quella che in-vece prevede interventi di restau-ro di superfici decorate e beni mo-bili di interesse storico e artistico.Stando al bando dell’agosto 2010,infatti, sette milioni di euro sui 25totali del contributo sono destina-

ti a lavori per i prospetti dell’Anfi-teatro Flavio, ma circa il 90% del-la lavorazione – così come per leparti interne del monumento – sa-rà affidato a personale senza laqualifica di restauratore. Una de-cisione poco comprensibile se sipensa che nel Piano di Interventii costi per tali operazioni equival-

gono a quelli dei restauratori pro-fessionisti.Un’occasione mancata – secondoSerena Morello, responsabile delcoordinamento restauro dellaFILLEA CGIL – per il riconosci-mento delle qualifiche e per far ri-partire il settore del restauro. Col-pa di un appalto concepito in mo-do da non richiedere alle impreseedili di realizzare determinati la-vori, e quindi di utilizzare le pro-fessionalità dei restauratori men-

Un appalto concepito in modo da non richiedere le professionalità dei restauratori

ACCORDOMIBAC/TOD’SLE OMBRE SUL COLOSSEO

DI CIANCIO ALLEBANDE

tre – prosegue Morello – le azien-de hanno nel contratto nazionalela previsione della presenza del re-stauratore. Con questo appalto,invece, si dà il segnale che non c’èspazio per tutta la categoria dei re-stauratori che lamenta la scarsa at-tenzione nei confronti della pro-

pria professione e la costante va-porizzazione di fondi destinatiagli interventi di restauro.Per questi motivi la FILLEA CGILchiede alla stazione appaltantedell’intervento di riconsiderare lapropria decisione e di valutare lapossibilità di dare più spazio agli

interventi di tipo Os2. Ma se sivanno a guardare i dati dell’Osser-vatorio sui lavori pubblici, si sco-pre che su 644 restauri compiutinel 2009 quelli realizzati da restau-ratori sono solamente 26 contro618 lavori di restauro compiutidalle imprese edili. n

Descrizione Importo stimato netto

A.1 Restauro del Prospetto settentrionale €€ 5.165.000,00

A.2Restauro del Prospetto meridionale €€ 1.936.000,00

A.3 Sostituzione delle chiusure dei fornici €€ 1.680.000,00

del I ordine con cancellate

Descrizione Calcolo sommario della spesa

B.1Ambulacri (I e II), revisione e restauro €€ 7.000.000,00 ca

B.2Ipogei, revisione, restauro e consolidamento €€ 4.500.000,00 ca

C.1Impianti €€ 900.000,00 ca

C.2Illuminazione Da definire a seguito del compimento

del progetto sul Foro Romano

D.1Centro servizi €€ 2.500,00/mq

25 milioni di euro per gli otto ambiti di lavoroprevisti dal Piano degli Interventi che sarannoerogati alle impreseappaltatrici sulla base degli stati di avanzamentodei lavori di restauro del Colosseo. Tali lavori sonoarticolati in quattro fasi(iniziando dal prospetto,passando poi agli interni, agli impianti e infine alla realizzazione del centroservizi) sotto la direzionescientifica e di vigilanza della Soprintendenzaspeciale per i beniarcheologici di Roma

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Dall’1/07/2006 l’INDENNITÀ SOSTITUTIVA DI MENSA per gli addetti al CALCESTRUZZO è passata € 0,79 l’ora, per gli operai di cantiere a € 0,50 incrementata di 0,06 dal gennaio 2008; per gli impiegati a € 4,00 al giorno incrementata di0,48 dal gennaio 2008. L’INDENNITÀ DI TRASPORTI è stata elevata a € 0,17 l’ora, per gli impiegati a € 1,36 al giorno. Per la rete EXTRAURBANA è stato rimborsato il costo dell’abbonamento sino alla cifra massima di € 47,00; in caso diassunzione o di licenziamento a metà del mese è stato rimborsato un terzo dei € 47,00 per ogni decade di lavoro. Il VESTIARIO era composto da un paio di scarpe antinfortunistiche e da due tute l’anno. Dall’1/1/98 la CASSA EDILE ha ero-gato in caso di infortunio una prestazione assistenziale straordinaria di £. 40.000 - € 20,66 da corrispondere per ogni giorno dei primi tre coincidenti con le giornate lavorative, e di £. 70.000 - € 36,15 per ogni giorno dei primi tre in casodi brevi malattie da usufruire per un massimo di due volte l’anno. Dal mese di gennaio 2011 l’E.E.T. viene inglobato nel premio di produzione e nella i.t.s.

Decorrenza 1/10/2000

Livelli Paga base Contingenza Premioprod. i.t.s. e.d.r. Totale

mensile Paga oraria Straord. feriale 35%

Lavoro festivo45%

Retrib. permessi

4,95%

C.E. oraria18,50%

Mensa e trasp.

Paga oraria +C.E. +

mensa e trasp.

EDILIZIA INDUSTRIA

A decorrere dal 1° giugno 2006: L’INDENNITÀ SOSTITUTIVA DI MENSA è pari a € 0,56 per ogni ora ordinaria effettivamente prestata, e quindi con un limite giornaliero di € 4,48 valevole sia per gli operai che per gli impiegati; L’INDENNITÀ DI TRASPOR-TO rimane fissata in € 0,17 l’ora e quindi con un limite giornaliero di € 1,36 valevole sia per gli operai che per gli impiegati. INOLTRE, nel caso di utilizzo di trasporto EXTRAURBANO viene corrisposto un concorso spese pari al costo dell’abbonamentodi € 44,00 mensili; nel caso di assunzione o di licenziamento a metà del mese, l’Impresa rimborsa al lavoratore un terzo dei € 47,00 per ogni decade di lavoro. VESTIARIO: un paio di scarpe antinfortunistiche e due tute l’anno. Con il rinnovo dell’Integrativo provinciale sono state concordate le seguenti indennità di disagio: 8% della paga oraria per il personale che si rende reperibile, il 5% per l’uso del martello elettrico, il 15% per gli addetti alla sabbiatura, ed il 10% per chiutilizza l’idropulitrice. A TUTTO IL PERSONALE in forza, è stata erogata una tantum del seguente importo: 8° Liv € 184,71 - 7° Liv. € 155,16 - 6° Liv. € 132,99 - 5° LIv. € 113,04 - 4° Liv. € 100,85 - 3° Liv. € 93,83 - 2° Liv. € 84,23 - 1° Liv. € 73,89.

EDILIZIA COOPERATIVE

gennaio 2011

gennaio 2011

Decorrenza 1/10/2000

Livelli Paga base Contingenza Premio prod.i.t.s. e.d.r. Totale

mensilePaga

orariaStraord.

feriale 35%Lavoro festivo

45%

Retrib. permessi

4,95%

C.E. oraria18,50%

Mensae trasp.

Paga oraria + C.E. +

mensa e trasp.

7° Imp. Extra 1.538,71 533,82 371,29 10,33 2.454,15 6° ex Imp. 1ª 1.384,83 529,63 339,22 10,33 2.264,01 5° ex Imp. 2ª 1.154,02 523,35 285,52 10,33 1.973,22 4° ex Imp. 3° Liv. 1.077,11 521,25 261,95 10,33 1.870,64 4° ex Op. 3° Liv. 6,23 3,01 1,58 0,06 10,88 14,69 15,77 0,54 2,01 0,73 14,16 3° ex Imp. 3° 1.000,16 519,16 242,20 10,33 1.771,84 3° ex Op. Specializ. 5,78 3,00 1,46 0,06 10,30 13,91 14,94 0,51 1,91 0,73 13,45 2° ex Imp. 4° 900,15 516,43 218,80 10,33 1.645,71 2° ex Op. Qualificato 5,20 2,99 1,32 0,06 9,57 12,92 13,87 0,47 1,77 0,73 12,54 1° ex Imp. 1° Impiego 769,36 512,87 188,20 10,33 1.480,76 1° ex Op. Comune 4,45 2,96 1,14 0,06 8,61 11,63 12,49 0,43 1,59 0,73 11,36 Guard. Senza Alloggio 4,0025 2,470 1,0231 0,05 7,55 10,19 10,94 0,37 1,40 0,73 10,05 Guard. Con Alloggio 3,5578 2,470 0,9128 0,04 6,98 9,42 10,12 0,35 1,29 0,73 9,35

8° 1.967,99 546,12 469,57 10,33 2.994,01 7° Imp. Extra 1.653,10 537,48 403,73 10,33 2.604,64 6° ex Imp. 1ª 1.416,94 530,98 346,86 10,33 2.305,11 5° ex Imp. 2ª 1.204,42 525,21 296,82 10,33 2.036,78 5° ex Operai 3° gruppo 6,96 3,04 1,74 0,06 11,80 15,93 17,11 0,58 2,18 0,73 15,29 4° ex Imp. 3° gruppo 1.077,31 521,70 262,18 10,33 1.871,52 4° ex Operai 3° gruppo 6,23 3,02 1,57 0,06 10,87 14,68 15,77 0,54 2,01 0,73 14,15 3° ex Imp. 3ª cat. 1.002,15 519,54 242,64 10,33 1.774,66 10,26 3° ex 1° Operaio Specializzato 5,79 3,00 1,47 0,06 10,33 13,94 14,97 0,51 1,91 0,73 13,48 2° ex Imp. 4ª cat. 899,80 516,63 218,74 10,33 1.645,50 9,51 2° ex Operaio Qualificato 5,20 2,99 1,33 0,06 9,58 12,93 13,89 0,47 1,77 0,73 12,55 1° ex Op. Comune 4,55 2,97 1,20 0,06 8,78 11,85 12,73 0,43 1,62 0,73 11,57

EDILIZIA ARTIGIANA

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A decorrere dall’1/10/2006, la quota oraria dell’INDENNITÀ SOSTITUTIVA DI MENSA per gli Operai dipendenti delle Imprese del settore del calcestruzzo è fissata a € 0,79; per gli operai di cantiere passa a € 0,50 (tali indennità sono state in-crementate da ulteriori € 0,06 dal gennaio 2008) per ogni ora di lavoro ordinario prestata, per gli Impiegati di € 4,00 al giorno (incrementato da altro 0,48 dal gennaio 2008). INDENNITÀ di TRASPORTI: rimborso della tessera urbana ed ex-traurbana (il rimborso avviene a presentazione della tessera); qualora il lavoratore si rechi sul posto di lavoro con i propri mezzi, allo stesso viene riconosciuta l’indennità sostitutiva pari a € 0,17 per ogni ora ordinaria prestata. VESTIARIO: unpaio di scarpe e due tute l’anno. ATTENZIONE: l’incremento previsto dell’indennità di mensa a decorrere dal gennaio 2008, con ulteriore accordo del 30/10/2007 è stato anticipato al 1° ottobre 2007. Da tale data pertanto l’idennità di mensa per gli operari è passata a € 0,56orarie, per gli impiegati a € 4,48 giornaliere mentre per gli addetti al calcestruzzo a € 0,85 orarie.Da gennaio 2011 l'E.E.T. viene inglobato al premio di produzione e nella i.t.s.

Decorrenza 1/10/2000

Livelli Paga base Contingenza Premio prod.i.t.s. e.d.r. Totale mensile Paga oraria Straord.

feriale 35%Lavoro

festivo 45%

Retrib. permessi

4,95%

C.E. oraria18,50%

Mensa e trasp.

Paga oraria + C.E. +

mensa trasp.

EDILIZIA CONFAPI

Si è rinnovato in data 25/05/2007 il Contratto Integrativo Provinciale il quale prevede:dall’1/05/2007 che l’INDENNITÀ SOSTITUTIVA DI MENSA per gli Operai è passata a € 0,55 l’ora, per gli Impiegati, alla stessa data, l’indennità di mensa è passata a € 4,40 al giorno, per qli operai addetti al calcestruzzo l’indennità sostitu-tiva è stata fissata in € 0,79 orarie.L’INDENNITÀ DI TRASPORTI con la stessa decorrenza è passata a € 0,17 l’ora per gli Operai e a € 1,36 al giorno per gli Impiegati. Il trasporto extraurbano sarà rimborsato fino ad un massimo di €. 47,00 al mese sia per gli operai che pergli impiegati. Prossimo aumento giugno 2012. Da gennaio 2011 l'E.E.T. è stato inglobato nel Premio di produzione e nella i.t.s.

gennaio 2011

Decorrenza 1/10/2000

Livelli Paga base Contingenza Premio prod.i.t.s. e.d.r. Totale mensile Paga oraria Straord. feria-

le 35%Lavoro

festivo 45%

Retrib.permessi

4,95%

C.E. oraria18,50%

Mensa e trasp.

Paga oraria + C.E. +

mensa e trasp.

gennaio 2011

7° Imp. Extra 1.547,96 535,12 373,02 10,33 2.466,436° ex Imp. 1ª 1.393,16 530,79 340,79 10,33 2.275,075° ex Imp. 2ª 1.160,98 524,31 286,84 10,33 1.982,464° ex Imp. 3° Liv. 1.083,57 522,15 263,17 10,33 1.879,224° ex Op. 3° Liv. 6,26 3,02 1,59 0,06 10,93 14,76 15,85 0,54 2,02 0,73 14,233° ex Imp. 3° 1.006,18 520,00 243,33 10,33 1.779,843° ex Op. Specializ. 5,82 3,01 1,47 0,06 10,36 13,98 15,02 0,51 1,92 0,73 13,512° ex Imp. 4° 905,56 517,16 219,81 10,33 1.652,862° ex Op. Qualificato 5,23 2,99 1,34 0,06 9,62 12,99 13,96 0,48 1,78 0,73 12,611° ex Imp. 1° Impiego 773,99 513,46 189,08 10,33 1.486,861° ex Op. Comune 4,47 2,97 1,15 0,06 8,65 11,68 12,55 0,43 1,60 0,73 11,41Guard. Senza All. 4,03 2,37 1,04 0,05 7,49 10,11 10,86 0,37 1,39 0,73 9,97Guard. Con All. 3,58 1,97 0,92 0,05 6,52 8,81 9,46 0,32 1,21 0,73 8,78

7° Imp. Exstra 1.593,72 534,28 376,57 10,33 2.514,90 6° ex Imp. 1ª 1.394,10 529,11 340,11 10,33 2.273,65 5° ex Imp. 2ª 1.161,54 522,91 286,23 10,33 1.981,01 4° ex Imp. 3° Liv. 1.075,94 520,12 261,86 10,33 1.868,25 3° ex Imp. 3° 1.006,23 517,85 242,75 10,33 1.777,16 2° ex Imp. 4° 889,41 515,27 217,80 10,33 1.632,81 1° ex Imp. 777,31 512,58 189,09 10,33 1.489,31 4° ex Op. 3° Liv. 6,22 3,01 1,58 0,06 10,87 14,67 15,76 0,54 2,01 0,72 14,143° ex Op. Specializ. 5,82 2,99 1,47 0,06 10,34 13,95 14,99 0,51 1,91 0,72 13,482° ex Op. Qualificato 5,14 2,98 1,32 0,06 9,50 12,83 13,78 0,47 1,76 0,72 12,451° ex Op. Comune 4,49 2,96 1,15 0,06 8,66 11,70 12,56 0,43 1,60 0,72 11,41Guard. Senza All. 4,044 2,464 1,04 0,05 7,60 10,26 11,02 0,38 1,41 0,72 10,10Guard. Con All. 3,594 2,464 0,92 0,04 7,02 9,48 10,18 0,35 1,30 0,72 9,38

Pagina 32Costruire • Febbraio 2011•

N.B. Il rinnovo del CCNL del 17/04/2008 ha previsto incrementi della paga base alle seguenti decorrenze: aprile 2008, aprile 2009 e settembre 2009 (a Villalba di Guidonia, per accordo intervenuto localmente il secondo incremento è sta-to corrisposto anche esso con decorrenza aprile 2008). Nella paga base del livello F è stato inserito l’importo di € 7,75 al mese quale superminimo di categoria come dal precedente contratto.INOLTRE, CON LE IMPRESE SITE IN VILLALBA DI GUIDONIA IN DATA 17/06/96 È STATO SOTTOSCRITTO UN ACCORDO INTERAZIENDALE, IL QUALE CON IL MESE DI NOVEMBRE 1996: HA ISTITUITO IL TICKET RESTAURANT DI £ 9.850 (€ 5,09)CIASCUNO CON INCREMENTO ANNUALE DI £ 500 (€ 0,26). DALL’1/01/1997 DETTO ISTITUTO HA SOSTITUITO LA PRECEDENTE CONTRATTAZIONE. VESTIARIO: 2 PAIA DI SCARPE, 2 TUTE L’ANNO E UNA GIACCA A VENTO. IL PREMIO DI RISUL-TATO PUÒ ESSERE CONCORDATO AZIENDALMENTE E NON PUÒ ECCEDERE LE £ 230.000 (€ 118,78) L’ ANNO.Il citato rinnovo contrattuale del 17/04/2008 prevedeva l’erogazione di UNA TANTUM di € 150,00 in relazione alla durata del rapporto di lavoro prestato nel periodo 1° gennaio 2008 - 31 marzo 2008; detto importo è stato erogato con labusta paga del mese di aprile 2008.INOLTRE, gli Aumenti Periodici di Anzianità sono stati incrementati dal 1° gennaio 2009 di € 0,25 cadauno.Il premio di produzione è stato incrementato dei seguenti importi: as € 14,00, a € 12,88, b € 10,50, cs € 10,08, c € 9,94, d € 8,96, e € 8,26, f € 7,30; da aprile 2009 è passato a 15,20 - 13,98 - 11,40 - 10,94 - 10,44 - 9,73 - 8,97 - 7,60.Art. 24 elemento di garanzia retributiva: dall’1/01/2011 ai lavoratori assunti a tempo indeterminato da aziende prive di contrattazione di 2° livello e che nell’anno precedente non abbiano percepito altri trattamenti economici individualio collettivi sarà corrisposto al 1° gennaio di ogni anno un importo pari a € 150,00 lordi. Una cifra inferiore sino a concorrenza se avessero percepito altro trattamento economico di analoga natura non è utile per il calcolo del T.F.R.

Categorie Paga base Contingenza Premioproduzione

Accordo02/12/90

e.d.r. Totale mensile Paga oraria 3% cavatori a.p.a

LAPIDEI INDUSTRIA

Vecchio inquadramento - LivelliNuove categorie dall’1/05/2007

Paga base Contingenza e.d.r. Totale mensile Paga oraria

LEGNO CONFAPI

aprile 2011

marzo 2011

AS AD3 1.584,31 531,30 10,33 2.125,94 12,22

A) Ex Imp. 1ª categ. AD2 1.473,78 528,03 10,33 2.012,14 11,56

AD1 1.363,24 528,03 10,33 1.901,60 10,93

AC4 1.252,72 528,03 10,33 1.791,08 10,29

B) Ex Imp. 2ª categ. Int. 1ª categ. - Nuovo L. Op. AC3 1.142,18 522,49 10,33 1.675,00 9,63

B) AC2 1.142,18 522,49 10,33 1.675,00 9,63

AC1 1.046,39 522,49 10,33 1.579,21 9,08

B) AS3 1.142,18 522,49 10,33 1.675,00 9,63

AS2 1.031,64 522,46 10,33 1.564,43 8,99

C) Ex Imp. 3ª categ. Oper. 1ª categ. Int. 2ª categ. AS1 987,43 518,30 10,33 1.516,06 8,71

AE3 932,17 518,30 10,33 1.460,80 8,40

D) Ex Imp. 4ª categ. Oper. 2ª categ. AE2 876,90 515,30 10,33 1.402,53 8,06

E) Ex Oper. 3ª categ. AE1 736,89 512,79 10,33 1.260,01 7,24

N.B. Il 19/07/2010 si è rinnovato il CCNL: prevede incrementi della paga base a giugno2010, a marzo 2011 e a settembre 2012.Inoltre prevede che a tutti i lavoratori dipendenti di imprese in cui non è stato contrattato aziendalmente un PREMIO DI RISULTATO venga corrisposto un importo perequativo mensile lordo di € 8,00.

A = Imp. Super € 1.447,73 531,34 117,95 6,45 10,33 2.113,80 12,15 0,364 13,01

A = Ex Imp. 1ª € 1.331,83 528,18 111,18 6,46 10,33 1.987,98 11,43 0,343 11,97

B = Ex Imp. 2ª Int. 1ª € 1.085,75 521,47 96,84 5,42 10,33 1.719,81 9,88 0,297 9,80

B = Operai Mode-Scul € 1.085,75 521,47 96,84 5,42 10,33 1.719,81 9,88 0,297 9,80

CS € 1.042,56 520,13 96,84 5,42 10,33 1.675,28 9,63 0,289 9,45

C = Ex Imp. 3ª Int. 2ª € 984,64 518,37 90,17 4,91 10,33 1.608,42 9,24 0,277 8,82

C = Ex Operai Super € 984,64 518,37 90,17 4,91 10,33 1.608,42 9,24 0,277 8,82

D = Ex Imp. 3ª Operai 1ª € 929,51 516,76 86,74 4,65 10,30 1.547,96 8,90 0,267 8,31

E = Ex Imp. 4ª Operai 2ª € 856,87 514,81 82,50 4,39 10,33 1.468,90 8,44 0,253 7,69

F = Ex Operai 3ª € 725,14 512,38 77,09 4,23 10,33 1.329,17 7,64 0,229 6,65

Categorie Paga Base Conting.za e.d.r. Totalemese

Pagaoraria Laterizi 6,50% Premio produzione

piastrelle-gesso 5%Premio produzione

manufatticemento 6%

Premio produzionelaterizi 6,50%

Premio produzionepiastrelle-gesso 5%

Premio produzionemanufatti

cemento 6%Categoria

Pagina 33Costruire • Febbraio 2011•

CCNL del 28/05/2008: l’importo degli aumenti periodici aumenta del 10% a decorrere dal gennaio 2009; alla nascita di un figlio è concesso un giorno di permesso retribuito.CCNL del 12/05/2010: dal 1° di aprile 2010 (oltre a quanto sopra stabilito), vengono erogati € 8,00 al mese a titolo di “ELEMENTO DI GARANZIA RETRIBUTIVA”.

Livelli Nuove categorie P. base

contingenzae.d.r.

Indennità di funzione

Premio prod. + di 50 dip.

Premio prod.13 %

1° totale mensile

2° totale oltre 50 dip. 1ª paga oraria 2ª paga oraria

LEGNO INDUSTRIA

MANUFATTI CEMENTO INDUSTRIA

gennaio 2011

gennaio 2011

UNA TANTUM: con il rinnovo del CCNL del 26/05/2008 le imprese devono erogare l’importo di € 225,00, divisibili in quote mensili in relazione alla durata del rapporto di lavoro prestato nel periodo 1° gennaio - 31 maggio 2008.MATERNITÀ: 100% della retribuzione.

7) Imp. Super AD3 2.089,37 25,82 1,21 11,25 2.126,44 2.127,65 12,2209 12,2279 AD2 2.054,59 1,21 11,25 2.065,84 2.067,05 11,8726 11,8796 AD1 1.977,15 1,21 11,25 1.988,40 1.989,61 11,4276 11,4345

6) Ex Imp. 1ª categ. AC5 1.901,74 1,21 11,25 1.912,99 1.914,20 10,9942 11,0011 AC4 1.788,45 1,21 11,25 1.799,70 1.800,91 10,3431 10,3501

5) Ex Imp. 2ª categ. AS4 - AC2 - AC3 1.675,11 0,96 8,70 1.683,81 1.684,77 9,6771 9,6826 AS3 1.618,97 0,96 8,70 1.627,67 1.628,63 9,3544 9,3599

5) Ex Inter. 1ª categ. AS4 - AC2 - AC3 1.675,11 0,96 8,47 1.683,58 1.684,54 9,6757 9,6813 AS3 1.618,97 0,96 8,47 1.627,44 1.628,40 9,3531 9,3586

4) Ex Imp. 3ª categ. Oper. Super AS2 - AC1 1.560,59 0,83 6,73 1.567,32 1.568,15 9,0076 9,0124 3) Ex Inter. 2ª categ. AE4 - AS1 1.515,55 0,83 6,65 1.522,20 1.523,03 8,7483 8,7530 3) Ex Oper. 1ª categ. AE4 - AS1 1.515,55 0,83 6,39 1.521,94 1.522,77 8,7468 8,7516

AE3 1.459,02 0,83 6,39 1.465,41 1.466,24 8,4219 8,4267 2) Ex Imp. 4ª categ. AE2 1.402,01 0,78 6,26 1.408,27 1.409,05 8,0935 8,0980 2) Ex Oper. 2ª categ. AE2 1.402,01 0,78 6,34 1.408,35 1.409,13 8,0940 8,0984 1) Ex Oper. 3ª categ. AE1 1.259,56 0,75 5,54 1.265,10 1.265,85 7,2707 7,2750

A) Imp. Super 3.089.164 1.035.589 20.000 4.144.753 23.820,42 91.479,70 525,75 70.369 404 84.443 485 91.479,70 525,75 70.369 404 84.443 485 A SUPER1.595,42 534,84 10,33 2.140,59 12,30 47,25 0,27 36,34 0,21 43,61 0,25 47,24 0,27 36,34 0,21 43,61 0,25

A) Ex Imp. 2.529.175 1.022.367 20.000 3.571.542 20.526,10 76.916,45 442,05 59.167 340 71.000 408 76.916,45 442,05 59.167 340 71.000 408 A1ª cat. 1.306,21 528,01 10,33 1.844,55 10,60 39,72 0,23 30,56 0,18 36,67 0,21 39,72 0,23 30,56 0,18 36,67 0,21

B) Ex Imp. 2.120.309 1.009.562 20.000 3.149.871 18.102,71 62.786,43 360,84 48.297 278 57.957 333 62.786,43 360,84 48.297 278 57.957 333 B2ª cat. 1.095,03 521,40 10,33 1.626,76 9,35 32,43 0,19 24,94 0,14 29,93 0,17 32,43 0,19 24,94 0,14 29,93 0,17

B) Parte 2.120.274 1.009.562 20.000 3.149.836 18.102,50 62.786,43 360,84 48.297 278 57.957 333 62.786,43 360,84 48.297 278 57.957 333 BOp. ex C 1.095,03 521,40 10,33 1.626,76 9,35 32,43 0,19 24,94 0,14 29,93 0,17 32,43 0,19 24,94 0,14 29,93 0,17

C) Super 2.004.891 1.002.184 20.000 3.027.075 17.396,99 57.387,20 329,81 44.144 254 52.973 304 57.387,20 329,81 44.144 254 52.973 304 C SUPER1.035,44 517,58 10,33 1.563,35 8,98 29,64 0,17 22,80 0,13 27,36 0,16 29,64 0,17 22,80 0,13 27,36 0,16

C) Ex Imp. 1.907.671 1.002.053 20.000 2.929.724 16.837,50 54.887,95 315,45 42.222 243 50.666 291 54.887,95 315,45 42.222 243 50.666 291 C3ª cat. 985,23 517,52 10,33 1.513,08 8,70 28,35 0,16 21,81 0,13 26,17 0,15 28,35 0,16 21,81 0,13 26,17 0,15

C) Ex Op. 1.907.671 1.002.053 20.000 2.929.724 16.837,50 54.887,95 315,45 42.222 243 50.666 291 54.887,95 315,45 42.222 243 50.666 291 CC Super 985,23 517,52 10,33 1.513,08 8,70 28,35 0,16 21,81 0,13 26,17 0,15 28,35 0,16 21,81 0,13 26,17 0,15

D) Ex Op. 1ª 1.775.211 999.090 20.000 2.794.301 16.059,20 51.252,50 294,55 39.425 227 47.310 272 51.252,50 294,55 39.425 227 47.310 272 DImp. 3ª cat. 916,82 515,99 10,33 1.443,14 8,29 26,47 0,15 20,36 0,12 24,43 0,14 26,47 0,15 20,36 0,12 24,43 0,14

E) Ex Imp. 1.644.745 995.328 20.000 2.660.073 15.287,78 47.389,88 272,36 36.454 210 43.745 251 47.389,88 272,36 36.454 210 43.745 251 E4ª cat. 849,44 514,04 10,33 1.373,81 7,90 24,47 0,14 18,83 0,11 22,59 0,13 24,47 0,14 18,83 0,11 22,59 0,13

E) Ex Op. 1.644.745 995.328 20.000 2.660.073 15.287,78 47.389,88 272,36 36.454 210 43.745 251 47.389,88 272,36 36.454 210 43.745 251 E2ª cat. 849,44 514,04 10,33 1.373,81 7,90 24,47 0,14 18,83 0,11 22,59 0,13 24,47 0,14 18,83 0,11 22,59 0,13

F) Ex Op. 1.407.823 990.868 20.000 2.418.691 13.900,52 42.110,58 242,01 32.393 186 38.871 223 42.110,58 242,01 32.393 186 38.871 223 F3ª cat. 727,08 511,74 10,33 1.249,15 7,18 21,75 0,12 16,73 0,10 20,08 0,12 21,75 0,12 16,73 0,10 20,08 0,12

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ASSESSORATO ALLE POLITICHE DEL LAVORO E FORMAZIONEUNIONE EUROPEA

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Per informazioni e iscrizioni:POMEZIA - Via Monte Cervino, 8 - Tel. 06.919622.26/27/28/30 - Fax 06.91962229

ROMA - Via Filippo Fiorentini, 7 - Tel. 06.4065541 - 06.4064897- 06.4063824 - Fax 06.4064833

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16 ore di formazione obbligatoriaper i lavoratori di primo ingresso

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16 Lavoratori di primo ingressonel settore edile

01/01/2009

Sede Titolo Progetto Ore Titolo di studio Destinatari A partire da

RIVOLTI AI DIPENDENTI DI IMPRESA

Roma /Pomezia Formazione per Apprendisti 120 Non richiesto Occupate/i con contrattodi Apprendistato Profess.

Pomezia Operatori Gru a Torre 16 o 32 Non richiesto Occupati con esperienzanella conduzione di Gru a Torre

Roma/Pomezia Patentino operatorimacchine complesse

40 Non richiesto Occupate/i con minimo3 anni di esperienza

Sede Titolo Progetto Ore Titolo di studio Destinatari Scadenza

POLITICHE ATTIVE

Roma/Pomezia Non richiestoDa 50a 350

Lavoratori in mobilità/Cassa Integrazione

31/03/2011

Sede Titolo Progetto Ore Titolo di studio Destinatari Scadenza

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