Costruire in laterizio 115_10_15

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apertura illumina lo spazio a doppiaaltezza dell’accettazione che funge an-che da distribuzione per i due livelli,suggerendo e orientando il flusso degliutenti al dinamico svolgersi del progetto.Dall’altro lato, oltre il giardino, un

corpo aggiunto si affaccia sotto il gran-de tetto a due falde ed accoglie il “caffèletterario”, spazio ideale per una pausa,per leggere in compagnia di una bevan-da, per confidenziali incontri con auto-ri... È in legno il volume ascensore cherende accessibile ai disabili il pianosuperiore della caffetteria dove un riser-vato ballatoio circolare occhieggia albancone sottostante.Accogliente, sobriae vivace al contempo, la struttura invetro e legno del prospetto è incorni-

ciata dalla forte presenza del laterizio:nell’apparato murario,nei puntuali pila-stri, nella struttura volumetrica dellascala che conduce ad un ulteriore pianodel complesso, non accessibile al pub-blico, dove è situato un nucleo di allog-gi convenzionati municipali.Con quel-l’attitudine all’incastro spaziale cherende preziose le architetture di Guerri,l’insieme di funzionalità diverse e con-tigue fa si che il luogo sia parte vivadella città e gli abitanti presenze non

occasionali delle sale di lettura.L’edificio è accentuato in lunghezza,imponente: una infilade  di sale segnateda un numero elevato di porte finestreche si aprono sul giardino.Al restauro,eseguito con mattoni, cemento,legno evetro, hanno fatto seguito decisionichiave relative a sicurezza, illuminazio-ne,cablaggio, insonorizzazione,nonchè

contenitore culturale perchè segnato daun intervento progettuale che ne hainteressato sia l’esterno che l’interno.Un progetto di recupero che l’ammini-strazione locale, coinvolgendo laFondazione Scavolini, ha scelto di far 

redigere all’architetto Danilo Guerri,distintosi per sensibilità ed equilibriocreativo nella ricerca architettonica suorganismi preesistenti.Nel 1999 il progetto definitivo direstauro è stato consegnato nella flessi-bile veste di “centro sociale”. Solo nel2001 gli spazi hanno trovato la lorovocazione d’uso attuale attraverso unaintelligente configurazione biblioteco-nomica che ha visto coinvolte e mobi-litate competenze multidisciplinari,

coordinate dal responsabile scientificoesterno Antonella Agnoli.Duemilacinquanta metri quadrati,distribuiti in un corpo di fabbrica sudue piani, modellato planimetricamen-te ad “L” a cingere un ampio spazioverde. All’edificio è stato accorpato unlungo porticato:una teoria di pilastri inlaterizio e grandi capriate lignee contiranti metallici per sostenere la capacecopertura trasparente, alta quanto l’edi-ficio stesso, che protegge una promenade 

esterna atta a conciliare il luminosoportico interno attrezzato per la letturacon la quiete del giardino.All’estremità giustapposte del comples-so, via Passeri e via Severini, sono pre-senti due diverse possibilità d’entrata.Sulla prima, un’arcone vetrato evoca leforme murarie in laterizio dell’adiacen-te chiesa di San Giovanni. La grande

“I lettori sono viaggiatori”(Michel de Certeau, L’invention

du quotidien, Paris, 1990).Hanno in mente una ricerca osoltanto un vagabondaggio;muovendosi verso mete semprediverse cercano insondati per-

corsi attraverso rinnovate mo-dalità di accesso, oggi in parti-colare, quando il materiale car-taceo non è più il solo suppor-to alla memoria ed all’immagi-nario collettivo.Se le “rivoluzioni della lettura”sono state molte nella storia del-l’occidente, al presente, quandoquella “digitale” prefiguratapochi anni orsono ha già per-meato anche le realtà più “a

scala d’uomo” della penisolaitaliana, l’esplorazione culturalesi offre ad un pubblico eteroge-neo, ciascuno con la propriamaniera di consumare la lettu-ra, i propri gesti ed abitudini.Così, anche per i luoghi delsapere si aprono nuovi interes-santi scenari.

La “San Giovanni” di Pesaro svolge lafunzione di biblioteca centrale per latranquilla città marchigiana, assumendo

un ruolo prioritario nel comprensorio.Eppure è più “contemporanea” di unabiblioteca:“mediateca” per la comples-sità dei servizi offerti, ma anche “strut-tura multi-culturale sociale” per la par-tecipata adesione dei cittadini.Il vasto complesso di San Giovanni,composto da chiesa, chiostro e conven-to,sorge nel quartiere nord-occidentaledel centro storico, addizione voluta nelXVI secolo dal duca Francesco Mariadella Rovere ed ancora relativamente

marginale rispetto ai civici poteri della“città”. Chiesa e chiostro, realizzati daGirolamo Genga e poi dal figlioBartolomeo, svolgono tuttora l’anticafunzione; l’attiguo convento, conclusonel XVIII secolo, con un passato didistretto militare nel Novecento, poiabbandonato, è oggi immediatamentericonoscibile nella sua specificità di

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Sala di lettura

e consultazione

al piano superiore

della biblioteca.

Nella pagina a fianco:scorcio dell’ingresso

sul lato del grande

tetto con accento sulle

rampe di accesso

al piano degli alloggi

convenzionati.

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Sezioni longitudinali e trasversali dei corpi di fabbrica.La distribuzione al piano terra. In evidenza le volte in laterizio, lasciate a vista, dell’antica sala capitolare.

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Piante del piano terra, del piano primo e dei diversi livelli interni agli alloggi ed alla caffetteria.Vista del corpo di accesso su via Severini.

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il ricco layout di arredi tecnici e pezzi didesign, fra i quali alcuni tavoli disegnatidallo stesso Guerri.Le principali sale di lettura,sovrapposte,sono collocate negli spazi che primaospitavano la sala capitolare ed il refet-torio dell’antico convento.

I mattoni delle belle volte della salacapitolare al piano terra sono stati messia vista e sabbiati, non potendo, causa laforte umidità, adottare normali intona-ci; eccezionalmente, moquette al suoloper insonorizzare.Nelle sale, lo spazio è flessibile, muta infunzione delle necessità degli utenti el’avanzare delle acquisizioni. Il sistemadi accesso è a scaffale aperto, con adia-centi isole più riservate dove leggere,guardare, ascoltare... “navigare”; perchè

la “San Giovanni” di Pesaro non èorientata alla conservazione ma ad unamarcata e accelerata contemporaneità:non solo volumi ma anche musica,cinema e televisione, internet per tutti,fino al colorato reparto di libri e giochiper i più giovani. Le funzioni di minor superficie, servizi e guardaroba, ricavatientro volumi opachi, ellittici, isolatinello spazio, rompono l’austera rettili-neità dell’edificio originario.Al piano superiore, il lungo corridoio

perpendicolare al corpo principale delcomplesso, che in passato dava accessoalle celle dei monaci, è stato occasioneper una sistemazione alquanto efficacedi tavoli di lettura, evocando l’armoniae la proporzione delle biblioteche stori-che. E se il corridoio affrescato è trop-po affollato, si può emigrare in verandaed affacciarsi sul verde.Il lettore percorre questi spazi semplicie sobri, guidato dalle eleganti e vivacisoluzioni grafiche di Massimo Dolcini:

loghi, segnaletica esterna ed interna emateriali informativi che accompagna-no e coordinano l’immagine comples-siva del progetto della biblioteca,affran-cando i solidi materiali della costruzio-ne dal loro peso verso la leggerezza e lavisibilità della comunicazione.

Veronica Dal Buono

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Scheda tecnica

Progettisti: Danilo Guerricon Massimo Carmassi,Gabriella Ioli

D.L.: Andrea GaggiottiCollaboratori: Alberto Pozzi,Cristiana

Neri, Roberto PesaresiMarta Papakristo

Strutture: Rodolfo Antonucci

con Luciano Federici,Simona Ragaglia

Aree verdi: Franco PanziniImpresa: Cooperativa AtellanaCronologia: 1996,progettazione;

1998, inizio lavori;2001, fine lavori

Vista prospettica del porticato esterno affacciato

sul parco.

Nella pagina a fianco:

il corridoio affrescato adibito a spazio per lo studio.

FOTOGRAFIE Alberto Guerri