Post on 29-Jul-2020
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tutte per
te
È bello star con Te!
Giochidi Foglie
Inventa... tu!
L’inviatospeciale
Il curiosario
Lettere e @ sulle Foglie
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La storia
Il fumetto
Chespettacolo!
Poster
Pronti a scattare
Carissimi bambine e bambini,sapete cosa vuol dire condividere? Alcuni di voi, quelli più attenti al suono
delle parole, avranno pensato: «C’entra la matematica!». La risposta è esatta!
Condividere – in inglese si dice “share” – significa “dividere insieme ad altri”.
1
Ci crederanno? Sì, se vedranno in noi i segni di questa bella notizia, se ci riconosceranno suoi discepoli
a scuola, a casa, al parco giochi. Da cosa si riconosce un discepolo?
Un discepolo è colui che si domanda in tutte le situazioni:
«Cosa farebbe Gesù al posto mio?».Ecco allora che per condividere
non basta raccontare, bisogna…
vivere!vivere!
La Pasqua porta con sé uno scatto di gioia!
La bella notizia di Gesù risorto non è però destinata a rimanere incorniciata e fissa lì su un muro
come una foto da lasciare ingiallire. Ci chiede di essere condivisa, cioè raccontata
ai genitori, ai compagni di classe, a tutti!
Aspetta
Alice!
Mi chiamo Alice, Aspetta Alice è il mio nome completo.
Ogni mattina mi sveglio, corro da mamma e papà, li sveglio,
mi danno una carezza e sorridendo mi dicono: «Buongiorno Alice!»
Poi corro dai miei fratelli, Stella e Tommaso, salto sui loro letti
e tolgo le coperte; sono una mattiniera, scendo dal letto
prima che suoni la sveglia e comincio ogni giornata col buon umore.
Ho sempre tanta fame, adoro mangiare, mangerei a tutte le ore! Così appena
la mamma si alza comincio a protestare, voglio la colazione... per favore.
«Aspetta Alice!», brontola la mamma mentre mette a scaldare il latte.
«Aspetta Alice!», bofonchia il papà
apparecchiando la tavola.
«Aspetta Alice!», mi dice Stella prima
che divori anche i suoi cereali.
Al contrario di me, il resto della famiglia
ha bisogno di svegliarsi con calma,
fare colazione lentamente, sorseggiare
il caffè in silenzio e stropicciarsi la faccia.
Io vorrei mangiare e uscire:
correre fuori a vedere le novità del giorno,
se il mondo è cambiato durante la notte,
che tempo fa e quali nuovi profumi porta
il vento di primavera.2
Aspetta
Alice!
33
Adoro stare fuori! Con il sole, ma anche con la pioggia,
mi piace passeggiare per le vie della città, correre
nel parco con gli amici e perdermi esplorando il bosco;
mi allontano e vado all’avventura ma sempre
con le orecchie ben tese al primo richiamo
della mamma: non voglio certo perdermi
o restare indietro.
Ecco, restare indietro proprio non mi piace.
Forse per questo sono sempre
così pronta e reattiva: per non perdermi
niente di quello che accade a me
o alla mia famiglia.
Tommi e io siamo sempre i primi a schizzare
fuori di casa. Corro davanti a lui fino al cancello
e alle volte anche in strada e lui mi rimprovera: «Aspetta Alice!».
Sempre con il sorriso, però, perché tra di noi c’è un legame speciale:
lo sento quando incrociamo lo sguardo e non ci servono parole,
quando ci addormentiamo insieme sul divano nei pomeriggi di pioggia
e anche quando combino qualche guaio, la mamma mi sgrida
e Tommi abbassa sempre gli occhi, quasi sgridasse un po’ anche lui.
Per strada ci divertiamo un sacco, mi piace esplorare il nostro quartiere
perché ogni giorno sembra diverso: incrociamo vecchi e nuovi amici,
apre un cantiere mentre un altro si è chiuso, quelli del civico 23
stanno traslocando, nel cielo vola un gabbiano...
sono così tante le cose da scoprire che è facile distrarsi.
Poi però arriva sempre il momento più brutto della mia giornata.
Ci fermiamo davanti al cancello verde, arrivano tanti altri bambini che salutano
Stella e Tommaso, qualcuno ricorda di salutare anche me,
la mamma chiacchiera con le altre mamme e mi lascia sola.
«Aspetta Alice!», mi dice legando il mio guinzaglio al cancello.
«Torno subito...», aggiunge a volte, mentre altre volte
è così presa dai discorsi che mi sorride e basta,
quei giorni terribili in cui anche Tommaso e Stella entrano correndo
a scuola con i loro amici senza salutare.
Poi però tornano sempre indietro e mi abbracciano forte.
«Ci vediamo dopo!», dice Tommi.
«Fa’ la brava!», dice Stella.
Io non so cosa vuol dire vedersi dopo, so che vedere i miei fratelli entrare
a scuola mi fa piangere e sentire sola: se quel dopo non arrivasse mai?
Se la mamma non tornasse a prendermi?
Se rimanessi per sempre lì, legata al cancello, a guardare i bambini passare?
Per fortuna i bimbi che entrando a scuola mi passano accanto,
mi salutano con una carezza e le loro mani profumano di biscotti,
latte e abbracci di mamma, e tutti hanno per me un sorriso e parole gentili.
I papà che passano, invece, hanno quello sguardo a metà
tra la concentrazione per gli impegni del giorno e la nostalgia per i bimbi
lasciati a scuola, e quelli che non vanno tanto di fretta si fermano accanto
a me, anche loro per una carezza e le loro mani sanno di bimbi e d’amore.
«Aspetta Alice!», sussurrano le voci gentili. «La tua mamma adesso arriva».
E quando lei arriva, non si dimentica mai di me, andiamo via insieme,
con i nostri sguardi concentrati e nostalgici e tutto è calma e riposo
mentre sto con lei in ufficio, così posso caricare le energie al massimo,
per quando andremo a prendere Stella e Tommaso
e avranno mille cose da raccontare e altrettante avventure da vivere insieme.
Mi chiamo Alice, Aspetta Alice, non imparerò mai cosa significa dopo,
non mi piace andare a scuola e separarmi dai miei fratelli.
Mi chiamo Alice, Aspetta Alice, e il momento più bello della mia giornata è
quando i miei fratelli escono dal cancello verde,
mi cercano con lo sguardo, sorridono felici e
corrono
ad abbracciarmi.4
5sorridono felici e corro
no
ad abbracciarmi.
IL VENTO TRA I MULINICarissimi, in questo primo scorcio del nuovo anno,
spinto dal forte vento, mi sono ritrovato in “giro” per l’Europa
e ho scoperto delle strane “pale rotanti” chiamate mulini a vento.
La nascita di queste “macchine” ha un’origine davvero antichissima.
Pensate che i primi risalirebbero addirittura a 3000 anni prima di Cristo.
In epoca più recente, il loro utilizzo è certo almeno a partire dal VII secolo.
I mulini a vento, sfruttando, appunto il vento, producono energia
che prima di tutto veniva utilizzata per ricavare farina dal frumento.
Le loro pale, infatti, ruotando spinte dal vento, permettevano di far muovere
gli ingranaggi collegati alle pesanti macine che frantumavano i cereali.
La loro inconfondibile sagoma è diventata leggendaria grazie a un personaggio
della letteratura spagnola, il famoso Don Chisciotte,
bizzarro cavaliere che, vedendo queste gigantesche strutture con pale animate,
le scambiò per giganti scagliandosi contro di loro per combatterli.
Questi mulini di cui si racconta nel Don Chisciotte esistono davvero
e si trovano nella Mancia, una bellissima regione nel cuore della Spagna.
Dalla Spagna, saltando da un mulino all’altro, sono arrivato fino ai Paesi Bassi e,
precisamente nella regione dell’Olanda, dove ci sono dei mulini
a vento considerati patrimonio mondiale dell’umanità,
secondo l’UNESCO. Si tratta dei 19 mulini a vento
della città di Kinderdijk, a pochi chilometri da Rotterdam.
Questi mulini risalgono al 1740
e sono situati in un magnifico paesaggio immerso nel verde.
6
Ogni anno, tra l’11 e il 12 maggio, inoltre, si festeggia
la Giornata nazionale dei mulini a vento,
dove, nei circa 700 mulini visitabili,
i mugnai mostrano orgogliosi il funzionamento dei loro “gioielli”.
Andando poi verso le colline irlandesi nel mio giro per l’Europa,
ho scoperto dei mulini davvero particolari: sono gli unici
le cui pale ruotano in senso contrario al vento.
Il più famoso, costruito nel 1880, è il gigantesco mulino di Blennerville.
Di ritorno in Italia, nella calda Sicilia mi sono fermato
alle saline di Trapani, dove ho visto questi giganti
macinare il sale e pompare acqua di mare da una vasca all’altra.
Beh, dopo tanto viaggiare, ora mi riposerò un po’…
ma vi aspetto con un sacco di belle sorprese!
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Cari bambine e bambini, inviateci le vostre fotodi questo inizio 2018!
NON PERDETE
TEMPO, SPEDITE!
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Amici di , a partire dal prossimo numero, troverete un sacco di novità! Prima di tutto ci saranno molte più pagine da sfogliare e leggere, con tante notizie, storie, immagini e disegni in più. arriverà nelle vostre case quattro volte l’anno:
1. alla fine del Mese della Pace, raccontando le cose belle che avrete fatto per seminare pace. Insieme al primo numero troverete anche il sussidio di preghiera per vivere bene il tempo della Quaresima che ci porta alla grande festa della Pasqua;
2. prima che inizi l’estate, per accompagnarvi e farvi divertire durante le belle giornate di sole al mare, in montagna o in città;
3. subito dopo le vacanze, quando starà per cominciare il nuovo anno in parrocchia con l’Acr;
4. prima di Natale, per scaldarvi con qualche buona lettura e per camminare lungo la strada dell’Avvento con il sussidio di preghiera pensato per voi.
Invia le tue lettere o i tuoi disegni aREDAZIONE FOGLIE.AC
VIA AURELIA, 481 - 00165 - ROMAoppure per posta elettronica all’indirizzo email
foglie@azionecattolica.it oppureacr@azionecattolica.it
Abbiamo in mente di arricchire il giornale anche con il vostro aiuto.Vorremmo che il nuovo fosse sempre più il vostro giornale!Che cosa vorreste che ci fosse in queste pagine?Provate a rispondere a queste domande:
• Qual è la cosa che ti piace di più?
• Quale argomento vorresti che fosse trattato in modo da saperne di più?
• Che cosa vorresti aggiungere a ?
Per farcelo sapere, fatti aiutare da mamma, papà, nonno, nonna, amici… e scrivici un’email all’indirizzo foglie@azionecattolica.it. Non vediamo l’ora di impegnare i nostri giornalisti a cercare notizie e storie sulle tue passioni e i tuoi interessi. Aspettiamo le tue idee con impazienza!
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Una bella fotografia
e pagine scrit
teracconta una storia,
rivela un
luogo, un
evento,
uno stato d’animo,
è più potente di
pagine Una bella fotografia
e pagine scrit
teracconta una storia,
rivela un
luogo, un
evento,
uno stato d’animo,
è più potente di
pagine
Isabel Allende,
scrittrice
Isabel Allende,
scrittrice
Sei
un mito!
Che
rider
e!
““””
Puoi incollare le tue fotografie in queste pagine e farle diventare
un vero e proprio album che raccoglie persone,
eventi e ricordi, per te importanti.
Da non dimenticare
4ever
amici
!
L’inviato speciale Cari amici di ,
vi devo confidare un segreto…
Vi sto per portare in un posto che neanch’io avevo ancora visitato,
ma fidatevi… è davvero qualcosa di straordinario!
Visto che quest’anno è stato scelto per essere
l’Anno europeo del patrimonio culturale, ho pensato di fare
rotta verso la nostra CAPITALE DELLA CULTURA 2018.
Ho sorvolato un bel tratto di mare e poi ho visto
comparire all’orizzonte il Monte Pellegrino e l’ho riconosciuta:
ecco davanti a me la città di Palermo!
Dovete sapere che Palermo è una città molto antica,
se consideriamo che nelle Grotte dell’Addaura sono state ritrovate
addirittura delle incisioni rupestri dell’Età della Pietra.
Per capire un po’ meglio questa città, ci facciamo aiutare dal logo
che è stato creato per quest’anno.
Sono quattro P: araba, ebraica, fenicia e greca.
L’iniziale di Palermo secondo le quattro lingue di chi ha dato vita
in epoche diverse alla città.
PALERMO
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Quattro P anche perché quattro sono i Canti del Teatro del Sole,
la splendida piazza che si forma all’incrocio delle due principali vie della città:
via Vittorio Emanuele e via Maqueda. Quattro sono poi le lingue (latino, greco,
arabo, ebraico) sulla stele della Zisa, una lapide datata 1148 fatta incidere
da Grisando, chierico del re normanno Ruggero II, in memoria di sua madre.
In giro per Palermo potete vedere alcuni edifici così belli che sono stati
riconosciuti Patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO.
Tra questi il PALAZZO DEI NORMANNI, la più antica sede reale
d’Europa, sede imperiale di Federico II che amava dire:
«Non invidio a Dio il Paradiso perché son ben
soddisfatto di vivere in Sicilia».
E poi ci sono il mare e le sue spiagge.
Famosissima quella di MONDELLO,
dove sorgono alcuni dei più begli esempi di edifici
decorati in stile Liberty.
Ho deciso che mi fermerò ancora un po’
a esplorare la città e a godermi la sua ospitalità.
Ma nel frattempo sto progettando
qualcosa di nuovo per voi…
PALERMO
17
SHERLOCK HOLMES «Elementare, Watson!»
Che spettacolo!
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Vi sfido a indovinare chi è che usava sempre queste parole.
Ovviamente non potevate sbagliare: è proprio lui, Sherlock Holmes,
forse il più famoso dei protagonisti di libri gialli.
Le avventure di Holmes sono state narrate dal suo inventore,
sir Arthur Conan Doyle, a partire dal primo romanzo,
Uno studio in rosso, nel 1887.
La sua carriera è proseguita per più di vent’anni fino
a quando non si è ritirato nella regione del Sussex a studiare apicoltura.
Potremmo definire Sherlock Holmes un vero e proprio
scienziato delle investigazioni, perché è grazie al metodo scientifico,
e non all’intuito, che riesce a risolvere anche gli enigmi più misteriosi.
Holmes osserva i minimi particolari e raccoglie tutte le possibili prove,
anche quelle che sembrano insignificanti. Alla fine le collega l’una all’altra
e arriva alla soluzione del caso, sempre prima della polizia di Scotland Yard.
La sua intelligenza, unita a una straordinaria memoria
e ad ampie conoscenze scientifiche, vanno di pari passo con la sua bravura
nei travestimenti, nel tirar di scherma e nel suonare l’amato violino.
Se vi capita di andare a Londra e volete visitare la casa di Sherlock Holmes,
dovete fare attenzione a non farvi ingannare.
SHERLOCK HOLMES «Elementare, Watson!»
Quando Conan Doyle scrisse nei suoi libri che il suo detective
abitava al 221b di Baker Street, sapeva benissimo
che quella strada londinese non aveva che pochi numeri.
L’espansione della città ha effettivamente
fatto sorgere un edificio
a quel numero civico, ma non è certo
la vera dimora di Holmes,
come non lo è il museo
nato poco oltre.
In fondo è meglio
incontrarlo tra le pagine
di un libro,
almeno lì sappiamo
che è tutto vero!
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«Il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?».
Egli rispose: «Non lo so.
Sono forse io il custode di mio fratello?»
(Gen 4,9)
20
Se sto con gli altri,
se mi interesso a loro, se li custodisco…
forse sarò più stanca, ma molto più
contenta!
21
In questo periodo
non ho voglia di vedere nessuno.
Mi bastano i miei giochi e i miei libri.
Ma hai visto dove siamo?
Quel cartello dice che per essere felici
bisogna avere gli occhi aperti.
«I care»… è inglese! Vuol dire
“mi interessa”. Sì: se mi faccio
i fatti miei alla fine mi annoio
e sono triste.
Da un cartoncino ritaglia un semicerchio
e due orecchie.
22
Occorrente:
• Cartoncini colorati• Occhietti finiti
(in alternativa li puoi pure disegnare)
• Nastro• Pinzatrice• Pennarello nero• Colla • Forbici
Ciao amici!
Voi avete un cappello preferito da cui non vi separate mai?
In questo numero vi farò vedere come costruirne uno davvero speciale…
Se seguirete le istruzioni, alla fine lo sentirete addirittura nitrire!
LALLO
,
IL CAPPELLO CA
VALLO
!
1
Da un cartoncino di un altro colore ritaglia
la criniera e il ciuffo.
2
23
Arrotola il semicerchio in modo da ottenere un cono. Incollalo e pinzalo alla base
con un punto metallico.
3
Attacca gli occhi con la colla e le altre parti
della testa di Lallo: orecchie, criniera e ciuffo.
4
LALLO
,
IL CAPPELLO CA
VALLO
!
24
Taglia due pezzi di nastro e con la pinzatrice fissalo ai due lati
della base del cappello.
5
Ed ecco a voi un cappello davvero unico, da sfoggiare
a una festa in maschera o per un pomeriggio di gioco con gli amici.
6
FACCIAMOCI 4 RISATE
Ricostruisci la barzelletta nascosta in questo schema di gioco.A ogni numero corrisponde
una lettera dell’alfabeto.Ecco a te
un piccolo aiuto iniziale:
25
4 11 16 10 7 8 11 7 12 2
13 2 5 9 6 8 2 1 14 10 5
9 5 2 4 11 2 12 4 11
11 7 : “ 18 2 13 13 10 4 11
5 9 5 13 3 10 7 17 10
18 8 2 9 5 9 5 13 3 12 10
1 5 “ . 10 12 15 2 13 15 10
11 7 8 10 9 3 7 9 5 : “10 12 1 2 11 5 2 15 15 2
10 2 19 10 1 10 11 7 2 12
3 2 8 1 7 “ “ 3 8 7 19 2
2 18 2 8 12 2 4 11
3 7 ‘ 3 10 4 15 8 5 19 5
“ 1 7 11 6 10 11 4 7 12 2
13 2 5 9 6 8 2 . 12 ‘ 2 12
12 10 5 19 7 17 10 9 9 5 :“ 15 2 4 ! 15 2 4 ! “ .
1 = C
2 = A
3 = P
4 = U
5 = E
6 = T
8 = R
9 = S
DA 1 A 8Prova a sistemare all’interno
di queste caselle i numeri da 1 a 8, facendo in modo
che nessuno di essi sia vicino al suo numero successivo.
CASA DOLCE CASACome farà il nostro simpatico Fido a raggiungere
la sua cuccia? Dagli una mano a trovare la strada giusta!
A
B
2426
27
DA 1 A 8
CASA DOLCE CASA
10 IN MATEMATICA
soluzioni
FACCIAMOCI 4 RISATEUn giorno la maestra chiese a un alunno: «Fammi un esempio di frase semplice». Il bambino rispose: «Il cane abbaia vicino al parco».«Prova a farla un po’ più breve», continuò la maestra.L’alunno disse: «Bau! Bau!».
37
1526
84
OPERAZIONE RISULTATO PARZIALE
2 2 =2 =2 =
10 IN MATEMATICAVediamo se sei bravo
in matematica!Come si può arrivare ad avere
come risultato finale 10 avendo a disposizione quattro 2
e usando due delle quattro operazioni?
2X2=44X2=88+2=10
A
PICCOLO VOCABOLARIO FOTOGRAFICO
Durante quest’anno, in cui stiamo prendendo un po’ più conoscenza
con il mondo della fotografia, proviamo a imparare insieme
alcuni termini specifici che ci possono essere utili.
AUTOSCATTO • È un meccanismo che ritarda di un dato numero di secondi lo scatto della fotografia, per dare il tempo anche al fotografo di entrare nell’inquadratura.
DIAFRAMMA • È un sistema della macchina fotografica che regola il passaggio della luce attraverso l’obiettivo. Automatico o manuale che sia, è fatto da più lamelle che al momento dell’esposizione si chiudono di scatto.
ESPOSIZIONE • È il tempo necessario a catturare la luce da parte del sensore della macchina fotografica (un tempo avveniva sulla pellicola fotografica). Un’immagine è definita “sottoesposta” se è troppo scura, al contrario sarà “sovraesposta” se troppo chiara.
GRANDANGOLO • È un obiettivo di lunghezza inferiore a quella nor-male che permette di includere nell’inquadratura una parte maggiore della scena da fotografare, facendo sembrare gli oggetti più lontani.
LE PUBBLICHEREMO SUI PROSSIMI
NUMERI DI !
JPG • È il formato più usato per salvare le foto in digitale.
OBIETTIVO • Si tratta di una lente o di un gruppo di lenti costruite per catturare la luce e inviarla al sensore della macchina fotografica. Grazie ad esso è possibile mettere a fuoco l’immagine che è davanti a noi e, a seconda della sua potenza, può catturare più o meno dettagli.
PROFONDITA DI CAMPO • È la zona che appare nitida nella foto-grafia. Si può decidere la sua grandezza agendo sul diaframma: più que-sto è aperto, più ridotta sarà l’ampiezza della profondità di campo.
RISOLUZIONE • Indica la qualità di un’immagine digitale. Viene mi-surata in punti per unità di lunghezza, perché sugli schermi di compu-ter, telefoni e tablet le linee sono visibili solo se i punti che le compon-gono sono così piccoli e numerosi da non essere visibili singolarmente.
RITOCCO • È una modifica sulla foto già scattata per correggerla, magari eliminando qualche imperfezione, migliorandone le caratteristi-che o mettendo in evidenza un particolare. Oggi viene realizzata con ap-positi programmi informatici che arrivano anche a fare “miracoli”.
ZOOM • È l’equivalente di due o più obiettivi messi insieme e permette di fotografare a medie e grandi distanze. Le fotocamere digitali, accanto allo zoom ottico, sono dotate anche di uno zoom digitale che “ridimensiona” l’immagine come fanno i programmi di elaborazione delle immagini.
,
E ORA TOCCA A VOI!
INVIATECI LE VOSTRE FOTO PIU BELLE:
LE PUBBLICHEREMO SUI PROSSIMI
NUMERI DI !
N. 1 - marzo 2018Mensile dell’Azione cattolica italianaReg. al Trib. di Roma n. 524/05 del 29/12/2005
Direttore: Matteo TruffelliDirettore responsabile: Paolo Maria ReineriComitato di redazione: Ufficio centrale AcrCoordinamento redazionale: Francesca Polacco Redazione: Luca Marcelli, Marco Ghiazza, Fernando Faiella,Elisabetta Fiori, Francesco Misceo, Chiara Profiti.
I testi sono di:Luca Marcelli (Editoriale), Daniela Dogliani (La storia), Fernando Faiella (Il curiosario),Paolo Reineri (sceneggiatura del fumetto), don Marco Ghiazza (È bello star con Te!), Chiara Profiti (Inventa tu!), Redazione (Inviato speciale, Che spettacolo! e Giochi di Foglie).
Le illustrazioni de “La storia” sono di Daniela Dogliani.L’illustrazione di copertina e i disegni sono di Federico Butticè.Le illustrazioni del fumetto e della rubrica “È bello star con Te!” sono di Rossella Piccini.
Per le foto interne: Archivio Aci, Freeimages (Il curiosario)Progetto grafico: Kibo graphic design – TorinoStampa: Arti Grafiche Picene S.r.l.Sede Operativa: Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma)
Finito di stampare: aprile 2018Tiratura: 32.500
Editore: Fondazione Apostolicam ActuositatemVia della Conciliazione, 1 - 00193 Roma
Abbonamento annuale: Euro 14,00 Per versamenti: ccp n. 78136116 intestato a:Fondazione Apostolicam Actuositatem Riviste
Via Aurelia, 481 - 00165 Roma Fax 06.6620207 (causale “Abbonamento a Foglie.AC”)
Banca: Credito Valtellinese - sede di RomaIBAN: IT17I0521603229000000011967
cod. Bic Swift BPCVIT2S intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem
Via Aurelia, 481 - 00165 RomaE-mail: abbonamenti.riviste@azionecattolica.it
Pubblicazione associata all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)
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